domenica 29 gennaio 2012

Spread, schèi e miracoli all’italiana.

Com’è stato possibile? E perché non si è fatto prima? Cos’è che ha impedito in passato il realizzarsi del miracolo del nuovo governo Monti? Sono tutte domande che al solo pensare le risposte appena tre mesi fa saremmo stati presi per pazzi. Eppure è successo! Col governo Monti l’Italia ha riacquistato la sua onorabilità e lo status che le compete a livello internazionale. Perché non prima? La risposta ci costa fatica ma dobbiamo dirla: gli italiani in politica sono degli immaturi e in più sono anche masochisti. Godono alla sola idea di irritare il nemico politico mentre loro stanno affogando insieme ai topi sulla nave. Non si spiegherebbe altrimenti come mai non sia stato possibile ottenere lo stesso risultato anni fa. Lo spread è stata la parolina magica che ha fatto funzionare tutto. Gli schèi in pericolo hanno creato la rivoluzione, quella vera. Un insegnamento per il futuro? Togliete alla politica i soldi, riducete i politici a persone normali con uno stipendio normale, dall’ultimo usciere della Camera al primo presidente del Senato, fate funzionare la Giustizia e vedrete che la musica cambierà.

mercoledì 25 gennaio 2012

Vili, eroi e italianità spesso indifendibile.

E’ possibile che un cialtrone di comandante riesca a procurare l’affondamento di una nave da crociera, con 4200 turisti a bordo per motivi di stupidità umana e, quando si rende conto che l’affondamento è questione di ore, scappa e si mette in salvo prima di salvare tutti i passeggeri e l’equipaggio? Alla luce di quanto visto nel caso del naufragio della Costa Concordia la risposta è si, è possibile anche se inammissibile e inaccettabile. Su questa vicenda abbiamo assistito, dopo il dramma, alla solita commedia all’italiana in cui pochi si sono dichiarati offesi per l’assurda e insopportabile condotta del capitano codardo e, viceversa, molti hanno manifestato la loro comprensione a favore del pusillanime. Questa è l’Italia. Il fatto è che i fautori di questa opinione favorevole al comandante sono di giorno in giorno andati aumentando la dice lunga sul carattere poco coraggioso degli italiani. Molti di questi infatti sono stati tra coloro che hanno affermato che è tutto un imbroglio contro il Capitano. L’ultima dichiarazione è recentissima ed è di un signore che scrive una lettera pubblicata dal "Messaggero" di oggi in cui dice testualmente: “sul problema del naufragio della Costa Concordia, vorrei esprimere un mio parere personalissimo e fuori dal coro. Chiedo al Ministro della Difesa e/o alle supreme autorità militari di stigmatizzare con forza il comportamento del capitano De Falco della capitaneria di porto di Livorno, per il comportamento arrogante, volgare, sussiegoso ed al limite blasfemo tenuto nei confronti del comandante […]”. A questo punto è forse il caso di ricordare ai nostri lettori ma anche a personaggi tristi come questo signore che il problema in Italia di difendere gli indifendibili viene da lontano. Si aggiunga che la derisione straniera e gli articoli indigeribili contro il nostro paese nei confronti del capitano Schettino e della sua italianità - spesso generalizzata in senso negativo con processi induttivi sommari ma che hanno una loro logica nelle tradizioni dei popoli di altri paesi - sono giustificati dalla nota caratteristica italiana di essere un popolo che ha molta confidenza con la vigliaccheria. A parte il fatto che a scappare non è stato solo il comandante ma anche altri ufficiali che hanno lasciato al loro destino passeggeri e “ciurma” c’è da osservare che molti italiani del passato che occupavano posti di grande responsabilità hanno tradito in maniera spudorata i codici deontologici del comportamento di valore. Due esempi per tutti: a Caporetto durante la 1° guerra mondiale il Comandante Luigi Cadorna è stato il primo a scappare quando gli austriaci sfondarono le linee italiane e, il 9 settembre 1943 durante la 2° guerra mondiale, il Re d’Italia Vittorio Emanuele III Comandante Supremo se la diede a gambe levate (fuga e precipitoso abbandono della capitale). Tre comandanti italiani che avevano a che fare con gli “inchini” durante tre periodi differenti della nostra storia hanno assunto, guarda caso, lo stesso comportamento che qui sintetizziamo con i tre possibili verbi di 1°, 2° e 3° coniugazione : scappare, evadere, fuggire. Si può in questi casi tentare di estrapolare una regolarità di condotta che caratterizza in casi del genere l’italiano medio? Tenendo conto della legge dei grandi numeri, noi pensiamo di si, pensiamo cioè che questo è, salvo casi sporadici e infrequenti, l’atteggiamento di fondo dell’essere italiani: fregare gli altri e pensare esclusivamente al proprio tornaconto. I pochi italiani che hanno meritato di essere chiamati eroi, perché hanno dato la loro vita per gli ideali, sono stati i patrioti del Risorgimento che hanno considerato la loro vita come uno strumento valoriale al servizio della Nazione.

lunedì 23 gennaio 2012

Approfittatori sfrontati che dovrebbero vergognarsi.

Chi sono costoro? Lo diremo subito. In situazioni di normalità di vita quotidiana di una nazione le critiche e le accuse a un soggetto vengono sfumate e non è raro leggere articoli che invece di demolire un soggetto alla fine ne fanno apprezzare le sue capacità. Ma noi non stiamo vivendo un periodo “normale” della nostra vita. Al contrario, noi italiani stiamo vivendo il periodo più buio e triste della nostra esistenza post seconda guerra mondiale. Dalla nascita della Repubblica (1946) ad oggi questo è in assoluto il periodo più terribile della nostra vita. Chiedete a un capofamiglia con monoreddito a 1200 euro al mese che è stato licenziato e non trova lavoro se questo è un periodo “normale” o intollerabile e disumano. Chiedeteglielo. Pertanto, in questi momenti è non solo necessario ma obbligatorio ed educativo chiamare le cose con il loro vero nome. Gli approfittatori irresponsabili e sfrontati che dovrebbero vergognarsi del loro atteggiamento in questa fase in cui la politica (governo Monti) distribuisce i sacrifici a tutte le categorie di lavoratori italiani sono tutti coloro che, per la loro condizione di superiorità e di vantaggio professionale, operano (dire che lavorano è inappropriato) in regime di monopolio e privilegio. E’ chiaro il concetto? Chiariamo meglio chi è questa gentaccia. Usufrutori di diritti esclusivi, di privilegi di vendita, di prerogative in deroga, di concessioni, di albi professionali, di benefici, di dispense, di immunità, di esenzioni, di favori, di licenze speciali, di diritti ristretti, di riserve, di dispense, di assegnazioni speciali, di protezioni, di possibilità di usare tariffe capestro sono alcuni di loro ai quali tutti questi aspetti devono essere aboliti, cancellati ovvero eliminati in modo completo per operare in regime di concorrenza. Invece gli sfrontati non ci stanno. Fanno cartello, premono con la forza delle loro lobbies, al limite ricattano. Chi sono? Ecco alcuni dei loro nomi: banchieri, compagnie assicurative, compagnie petrolifere, notai, farmacisti, avvocati, medici specialisti, dentisti, ingegneri, ferrovie dello stato, aziende del gas, dell’acqua, dell’elettricità, dei telefoni, della nettezza urbana, del trasporto urbano ed extraurbano, bus, metro, compagnie aeree con diritti speciali su tratte specifiche, autotrasportatori, tir, tassisti, commercianti, commercialisti, siae, oligopoli, società consortili speciali, e tanti, tanti altri. Cosa fare a questo punto? Due cose. La prima: associare ai nomi collettivi il nome e cognome di colui che vi riguarda e fateglielo notare, soprattutto se vi fa la classica domanda “con o senza ricevuta fiscale”? La seconda: prendete nota chi sono i loro referenti politici e alle prossime elezioni penalizzateli votando il loro concorrente politico. Se non siete masochisti questo è l’unico modo di penalizzare questi strozzini che strozzano mercato e vite umane.

mercoledì 18 gennaio 2012

Disastri della politica europea.

Poche righe per esprimere tutto il nostro disappunto per la risposta pilatesca della Cancelliera Merkel alla richiesta di aiuto del Presidente del Consiglio Monti. In un momento che più critico di com’è non potrebbe essere, i Capi di governo europei si stanno giocando, in un solo colpo, l’intera storia politica ed economica dell’UE per miseri giochi di egoismo e di bottega. Dopo la crisi paurosa della politica italiana, che da molto tempo non è più riuscita a trovare una decente personalità politica in grado di far navigare la “nave Italia” in acque più sicure, è il turno di quella europea, che ci copia in negativo, con la medesima crisi di figure politiche di alto livello. Va maturando la convinzione che i politici alla Kohl, alla Mitterand, alla Gonzales, alla Spadolini, per non parlare dei grandi Adenauer, De Gasperi, Monnet, Shuman, Spaak, sia diventata una specie in estinzione. Merkel, Sarkozy, Schröder, Berlusconi, Cameron, Zapatero e altre figure mediocri come queste, rappresentano per l’Europa i prototipi di un degrado della politica che sta seppellendo l’idea stessa di Unione Europea. Dense e scure nubi si stanno addensando nei cieli dell’Europa a causa della pochezza di tutti gli attuali capi di governo europei e, per complicare il quadro, per la venuta sulla scena europea di governi totalitari, come in Ungheria, che fanno presagire pessimi risultati a causa di cattivi maestri. Al Presidente Monti diciamo di tenere la barra del timone diritta, di non avere paura delle proteste dei parassiti sulle liberalizzazioni e di pretendere da tutti più rigore, non solo economico e finanziario, ma soprattutto morale. Spenga gli appetiti delle categoria che furbescamente hanno vivacchiato finora di rendita, tagli le remunerazioni esagerate di politici e dirigenti astuti e spinga il paese a creare le condizioni per rinascere. E’ l’unica cosa da fare in questi momenti.

martedì 17 gennaio 2012

Naufragi, inadeguatezze e perversi costumi di molti italiani.

Ormai è chiaro che il naufragio della nave Costa Concordia è avvenuto per imperizia del comandante. Avanziamo l’ipotesi che la nomina a capitano della nave di questo Signore non sia stato un caso di sfortuna o di coincidenze astrali negative ma rappresenta in Italia la norma. Vogliamo sostenere cioè la tesi che in Italia ci sono mille, diecimila, centomila personaggi come il capitano della nave che hanno l’enorme responsabilità di dirigere aziende, servizi e strutture pubbliche non meno importanti di una nave crociera e che sono potenzialmente pericolosi come e forse più del comandante perché sfidano e sfiorano sistematicamente l’errore. Vogliamo fare un esempio? Il “S. Raffaele” di Milano, il grande Ospedale fiore all’occhiello della “Milano da bere”, non è un caso analogo? A capo di quell’azienda si è trovato un Comandante che non aveva nulla da invidiare a quello della nave. Vogliamo continuare? Ci sono migliaia di casi analoghi di dirigenti accusati dalla magistratura per reati gravissimi a conferma dell'ipotesi secondo la quale oggi in Italia a dirigere strutture importantissime sono state messe, in modo complice e furbesco, figure inadeguate, irresponsabili ed eticamente non all'altezza. Dove vogliamo arrivare con questo ragionamento? Vogliamo ricordare ai lettori che il nostro blog è nato perché abbiamo avvertito l’irrinunciabile esigenza di “fustigare i costumi degli italiani e di censurarne i comportamenti incivili e delinquenziali”. E’ esattamente questo il motivo per cui ci sentiamo di addossare la responsabilità non solo e non tanto al comandante di qualche nave ma a quella considerevole parte della collettività di italiani che si è lasciata prendere da un preoccupante desiderio di vassallaggio nei confronti dei vari padrini della politica per fare soldi facili, delegando questa o quella figura astuta di politico o di dirigente a realizzare il progetto colossale di razzia della società. Noi pensiamo che alla base di tutto ci sia questa particolare attitudine degli italiani di delegare e subire le scelte dei cattivi maestri e non crediamo di sbagliare di molto dalla realtà. Lo denunciamo per dare la possibilità di riflettere e cambiare. Guai a quei popoli che si irrigidiscono nell'errore. Il loro domani è segnato e, si badi bene, non ci sarà alcuna religione a salvarli.

venerdì 13 gennaio 2012

Valori che vanno e valori che vengono: una vera oscenità.

In Italia tornano le polemiche in politica e nella società mentre nel mondo si rifanno sentire la mancanza di valori e il vuoto di senso civico. In questo post non ci interesseremo dei tanti fatti accaduti oggi in Italia che meriterebbero ognuno un lungo commento. Di che parleremo allora? Parleremo di pipì. Si, parleremo dell'oltraggio prodotto da un quartetto di militari statunitensi che hanno urinato sui cadaveri di alcuni talebani morti in Afganistan. Comprendiamo perfettamente che non è piacevole leggere di minzione, ovvero della bravata fatta dallo squallido quartetto di marines sui cadaveri afgani. E perché ne parliamo? Per far comprendere come in questo irriconoscibile e inaccettabile mondo contemporaneo, accanto alle grandi scoperte positive della scienza e alle grande sfide della medicina albergano ancora, purtroppo con raccapricciante escalation, idee e modelli negativi di degrado morale in grado di produrre attività abiette da condannare. Qui ci interessa poco la preoccupazione per le ripercussioni che le immagini potrebbero avere nel mondo musulmano e in generale sull'immagine delle forze armate Usa. Qui ci interessa affermare una volta per tutte che è finito un mito: quello del militare statunitense buono che si è spesso immolato nelle guerre del secolo scorso per lottare contro le dittature e i dittatori. Quello che non possiamo accettare è la difesa pregiudiziale e a oltranza dei militari Usa da parte dell’Amministrazione americana che, invece di essere inflessibile e severa contro chi commette questi abusi, mostra alla fine una inaccettabile indulgenza. Dopo le vergogne e gli oltraggi dell’esercito statunitense al Cermis in Italia e di Abu Ghraib in Iraq, adesso la violenze cieca e gratuita contro gli altri continua. Dove sono andati a finire i cosiddetti "valori fondamentali" dei militari USA? Che fine hanno fatto "The 7 Army Core Values" (I sette valori fondamentali dell'Esercito)? In questa vergognosa manifestazione di inciviltà, in cui predominano i disvalori, dove sono la Lealtà, il Dovere, il Rispetto, il Servizio altruistico, l'Onore, l'Integrità e il Coraggio personale? La barbarie non è solo il cannibalismo di popoli primitivi ma è soprattutto quella raffinata e simbolica violenza che i quattro marines hanno fatto sui cadaveri dei loro avversari. Forse è venuto il momento di considerare gli Usa per quello che veramente sono: dei cinici e sfrontati razzisti con una divisa color cachi della U.S. Army.

sabato 7 gennaio 2012

Liberalizzazioni si, liberalizzazioni no: la guerra è in atto.

Siamo alla stretta finale. Il Presidente del Consiglio Mario Monti sta preparando il provvedimento relativo alle liberalizzazioni. La battaglia tra forze favorevoli e forze contrarie sta per entrare nel vivo del combattimento. Forze occulte stanno cercando di bloccare le liberalizzazioni. Si va dalla psicologia spicciola di chi afferma che con questo provvedimento saranno centinaia di migliaia gli esercenti condannati alla disoccupazione, alla psicologia sofisticata in cui si afferma che liberalizzare significa diminuire la qualità dei servizi. Ormai siamo alla resa dei conti. Ben venga la chiarezza. Da una parte la reazione, ovvero tutte quelle forze sociali e politiche che sono interessate ai privilegi e alle estorsioni (perché quando andiamo a pagare una parcella a un professionista di questo tipo, non solo ci estorce il denaro fissando tariffe impossibili ma, soprattutto, frega lo Stato dicendoci sottovoce ipocritamente: con o senza la ricevuta?) e dall’altra tutti coloro che vogliono introdurre la concorrenza e togliere l’ingessatura a questo Stato onde permettere lo sviluppo e la crescita del Paese. L’immagine che ci viene in mente è quella di due eserciti che stanno preparando a fronteggiarsi. Un esempio possibile potrebbe essere la battaglia di Solferino relativa alla seconda guerra d’indipendenza il cui prossimo 24 giugno, peraltro, ricorre il 150° anniversario. Da una parte l’esercito franco-piemontese e dall’altra le truppe austriache dell’Imperatore Francesco Giuseppe: il Bene contro il Male. Chi vincerà? Noi parteggiamo senza dubbio con le forze del Bene, ovvero siamo contro le lobbies e le corporazioni che succhiano il sangue ai poveri cittadini indifesi. Tassisti, farmacisti, benzinai, commercianti ed esercenti, notai, avvocati, ordini professionali con i loro tariffari da capestro, etc. sono tutti avversari del Bene perché personificano il Male. Lor Signori sono per il monopolio, sono cioè portatori di interessi particolari, di casta, perseguono istanze ciniche e finalità egoistiche strozzando l'economia e ingrossando l'evasione. L’Italia ha una sola speranza di sopravvivere a questa terribile prova che questi non certo gentiluomini le vogliono imporre: spianare al massimo la strada alle condizioni per la crescita e lo sviluppo. Guai a fermare questo processo di miglioramento dell’economia: sarebbe la morte economica. Ecco perché si tratta di una guerra. Se i monopolisti vinceranno per noi sarà la fine. C’è un solo aspetto positivo di questa guerra: finalmente conosceremo nomi e cognomi degli ignobili. Sapremo chi sono i parassiti e gli sfruttatori della società. Non è poco.

mercoledì 4 gennaio 2012

Un prete con poco sacerdozio e molta finanza.

Don Verzè, il sacerdote che ha fondato l'Ospedale milanese "San Raffaele" è morto. A 91 anni ha lasciato questo mondo dopo una tempesta giudiziaria che l’ha visto indagato dalla magistratura per gli sperperi e gli imbrogli prodotti nell’amministrare il complesso ospedaliero milanese. Siamo costretti a tirare in ballo questo prete, a nostro parere poco sacerdote e molto finanziere, perché in un nostro precedente post avevamo lasciato in sospeso il giudizio sulla sua persona. Se non fosse stato per il Vaticano che si è accollato l'onere di risanare finanziariamente lo scandalo per un ammontare enorme di denaro a quest'ora ci sarebbe stato il fallimento in tribunale. Ci chiediamo come sia mai possibile che la Chiesa cattolica continui a commettere l’errore di produrre scandali del genere? Ancora una volta il mondo cattolico si mischia con uno scandalo finanziario e si trova al centro di interessi poco chiari. Di solito quando muore una persona sarebbe doveroso esprimere solo sentimenti di pietà umana. Normalmente è così. Ma in questo caso non crediamo sia possibile seguire questo modello di comportamento. Il defunto non ha eluso il prezzo di un gelato o di una mela. Il caro estinto ha manipolato centinaia di milioni di euro con presunzione, arroganza, faciloneria e interessi poco trasparenti. Aggiungiamo che è stato più di una volta sponsor di quel Silvio Berlusconi che a ripetizione, nell'ultimo decennio da Presidente del Consiglio, ha terremotato etica e morale e tutto diventa più chiaro. Don Verzè, o chi per lui, non può pretendere alcun riguardo quando si manipolano soldi e voti alla faccia della trasparenza e della irreprensibilità. La magistratura afferma che è andato sotto per più di 1 miliardo di euro. Ci domandiamo: come si fa in un momento di crisi terribile come quella che stanno attraversando l’Italia e gli italiani accettare l'idea che un defunto prete ha, a parere dei media, manipolato finanziariamente un colosso della sanità e poi pretendere di non essere soggetto a critiche? Ricordiamo ai distratti che un conto è la religione sotto il profilo spirituale e un altro conto è la politica dei religiosi, i quali ultimamente si sono interessati di faccende molto terrene e poco spirituali. Massimo rispetto e deferenza ai primi ma nessuno sconto ai secondi. La nostra è una società laica e non clericale. Non lo si dimentichi mai. Alla luce delle cose lette in questi ultimi mesi sulla figura controversa di Don Verzè noi diciamo una sola cosa: il suo comportamento non si può definire francescano. Tra le tante cose questo “prete imprenditore” ha avuto il coraggio di paragonarsi a Gesù Cristo in croce. Via, non è possibile accettare queste mistificazioni. Non vorremmo essere stati nei suoi panni quando si è presentato al Giudice Supremo.

lunedì 2 gennaio 2012

I partiti e il loro ponziopilatismo.

Gli italiani stanno pagando caro il loro essere cittadini di questo paese. Tra i tanti temi che li riguardano quello dell’ingiustizia, oggi, ci appare il più intollerabile. Una società che si definisce civile non può permettersi di essere ingiusta, altrimenti non sarebbe civile. Civiltà e giustizia sono due pilastri delle società moderne e guai a metterne una contro l’altra. Una società incivile equivarrebbe a una società che farebbe della “legge del più forte” il paradigma della sua esistenza. Una delle conseguenze di una società ingiusta è la povertà. Essere poveri non è una scelta di vita fatta dal povero (a parte S. Francesco) che vuole essere tale. No. La povertà è l’ingiusta imposizione fatta al povero affinchè altri possano essere pilatescamente ricchi. E comunque la ricchezza non è un diritto, così come la povertà non è un dovere. L’Italia è un paese abbastanza ricco. Se la sua ricchezza fosse il risultato della somma delle vite degli italiani onesti, in cui con giustizia essi avessero pagato tutti le tasse, probabilmente potremmo digerire meglio l’esistenza di sacche di povertà. Ma così non è. Dunque, la ricchezza ottenuta con i trucchi non è un diritto ma un imbroglio. E in Italia i ricchi onesti sono delle mosche bianche. Pertanto si impone alla società di verificare l’origine e lo sviluppo delle ricchezze dei ricchi i quali, se scoperti che hanno prodotto la loro ricchezza con trucchi e in modo fraudolento, dorrebbero essere condannati al sequestro e all’alienazione dei loro beni. Chi non accetta questo principio è connivente con gli imbroglioni. I più pilateschi dei conniventi sono coloro che invocano la legge della privacy. Non esistono vie di mezzo. Le forze politiche presenti in Parlamento in questa legislatura sono tutte inadeguate a realizzare il principio di giustizia e di equità (lo abbiamo visto con tutte e cinque le manovre economiche fatte dai due ultimi governi) e come tali sono tutte da condannare. Noi come riflessione di inizio anno, ci permettiamo di invitare i cittadini a riflettere e a non dare il loro voto alle prossime elezioni a questi partiti, i quali con una conflittualità politica parlamentare che non ha precedenti in un paese civile hanno evitato di prendere provvedimenti equi e giusti. Siamo dell’avviso che è necessario prepararci a votare nuovi soggetti politici, che siano portatori di equità, cavalieri di giustizia, garanti di onestà, possessori di altruismo e instancabili datori di solidarietà verso i più poveri. Ai vari Idv, Pd, Udc, Pdl e Lega Nord diciamo chiaro e tondo che non li voteremo. Lo sappiano con chiarezza. Il nostro voto preferiamo darlo ai nuovi soggetti politici (Sel e sinistre varie sono anch'essi il vecchio) che si affacceranno alle prossime elezioni nazionali perché almeno questi non hanno il peccato originale del ponzio-pilatismo. Idv, Pd, Udc, Pdl e Lega Nord, diciamolo una volta per tutti, sono vecchi ruderi che non sopportiamo più perché abbiamo fame di nuovo e di pulizia.

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