lunedì 3 marzo 2014

Molta segregazione e poco olfatto.


Brutta storia questa della donna che per ben otto anni è rimasta segregata in un appartamento campano, vivendo senza luce e riscaldamento una vita da incubo. I giornali dicono che è stata segregata in casa dalla madre a vivere con porte e finestre sempre chiuse. La magistratura farà le sue indagini e accerterà le responsabilità. A noi interessa dare una risposta alla domanda: come mai nessuno se ne è accorto prima? È evidente che non è possibile giustificare questo caso alla luce delle categorie di scuse banali e consuete. Un esempio per tutti. L'appartamento si trova in una palazzina al terzo piano, con circa una decina di unità immobiliari. La domanda diventa: perché nessuno ha mai protestato per il cattivo odore dovuto alle pessime condizioni igieniche? Diciamo subito che qui non ci interessano né gli aspetti di cronaca, né gli aspetti relazionali esistenti tra madre-matrigna e figlia-vittima. Ci interessano viceversa i fattori di senso relativi sia alla "morale" dei condomini, sia alla qualità della "vita condominiale" vissuta da questi vicini. Alla prima domanda rispondiamo che sarebbe penoso e immorale la giustificazione che non sono fatti nostri. Molti dicono che c'è una vita privata da tutelare. Peccato che qui tutelare la privacy della madre equivale a sostenere la tesi della connivenza con l'autrice del reato di segregazione. Si, connivenza per non dire complicità. Perché di questo si tratta, almeno a leggere i giornali. Diciamolo chiaramente, i vicini di casa non potevano non sapere. In otto anni saranno successi tanti eventi condominiali in grado di poter dare un'idea di ciò che si verificava in quell’appartamento. Ma l'aspetto più inquietante riguarda le figure forti coinvolte in questa vicenda e cioè il portiere e l'amministratore di condominio. Qui si tocca con mano la tolleranza o peggio il tacito consenso dell’azione scorretta e colpevole dei vertici condominiali nei confronti della condomina madre. In ogni stabile c'è sempre un condomino che si interessa dei fatti condominiali anche quando non esiste la figura formale del portiere. Possibile che costui o costoro non sapessero? E l'amministratore non ha nulla da dire sugli aspetti igienico-sanitari carenti fino all'inverosimile che si deducono dalle maleodoranti stanze in cui era accumulata immondizia da tempo? Ad un amministratore di condominio serio non poteva sfuggire una simile tragedia. Lui sarebbe dovuto intervenire molto tempo prima per far cessare un fatto che non è solo degrado del condominio ma un vero e proprio reato. Codice civile e regolamenti di condominio impongono interventi delle Asl o, in casi limiti, della magistratura. Il Parlamento della Repubblica Italiana l'anno scorso ha approvato una legge di riforma del condominio che è ridicola e poco efficace. Centinaia di deputati e senatori hanno discusso per anni inutilmente di riforma del condominio, partorendo alla fine un piccolo “topolino” di norme che non hanno modificato quasi nulla degli aspetti negativi esistenti in precedenza. Dopo migliaia di ore di discussione hanno cambiato solo alcuni dettagli di pochi articoli e basta. All'amministratore di un condominio avrebbero dovuto dare poteri forti e reali per ridurre considerevolmente il grado di litigiosità della vita condominiale e tutelare più efficacemente gli aspetti igienico sanitari dell’edificio. Invece si è voluta fare una riforma che tutelasse gli interessi delle varie lobbies degli avvocati e degli studi professionali di architetti e ingegneri. Siamo sempre alle solite. Invece di andare incontro ai molti, si permette ai pochi di arricchirsi.

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