lunedì 23 marzo 2015

La strana classe dirigente del Pd romano.


Questo post non è diretto contro il Sindaco di Roma, né contro l’opposizione di centrodestra al Comune. Non abbiamo alcuna intenzione di sparare sulla Croce Rossa. Per differenti motivi ne sono entrambi esclusi. Nel caso del Sindaco Marino perché è ormai manifesto che è un corpo estraneo alla politica romana del centrosinistra e rappresenta un vero e proprio marziano a Roma, sulla falsariga del piacevole racconto satirico-fantascientifico di Ennio Flaiano. Il centrodestra romano invece perché anche qui è manifesta la sua natura, questa volta indigena e indecorosa, di raggruppamento politico che ha sempre considerato il Campidoglio come una eredità personalistica del passato fascista e, dunque, come di qualcosa di sua proprietà da depredare. Il post è viceversa diretto contro la scandalosa e scellerata condotta dei Sigg. Consiglieri comunali del Pd, degli amministratori del partito e di tutto il collateralismo politico che ne sostiene la matrice e l’identità di appartenenza alla sinistra (l'immagine si trova in *neXt quotidiano*).
Lo diciamo subito e senza ombra di dubbio: il Pd romano non va bene. Detta così può sembrare una piccola faccenduola. Il fatto è che non ci siamo proprio. Vediamo pertanto di mettere i puntini sulle i, perché una nostra opinione non è più rinviabile dopo le ondivaghe, nervose e inefficaci risposte che questo Pd romano ha dato e continua a dare ai cittadini della Capitale soprattutto dopo i recenti fatti gravissimi di criminalità. Certe volte ci siamo chiesti con perplessità se non esiste uno iato tra il vissuto politico degli amministratori romani del Pd e lo spazio-tempo nel quale vivono, perché sembrerebbe che si tratti di persone che vivano in un altro mondo, ad esempio in un piccolo paesello del profondo e lontanissimo Sud e fanno politica con criteri e modalità peculiari da paesello di montagna siculo-calabrese.
La premessa a questo ragionamento sta nella domanda di chiarezza che il Pd romano rifiuta “orgogliosamente” di dare nonostante il cattivo olezzo che emana su tutto ciò che proviene dalla classe politica romana del Pd. Ma andiamo per ordine.
Di solito quando si scrive un post contro qualcuno o qualcosa lo scritto contiene una pars construens e una pars destruens. Com’è noto, dopo qualche fittizia lusinga, con la pars destruens si desidera “picchiare duro” sugli aspetti sfavorevoli alla persona o alla cosa di cui si parla. Orbene, nel nostro caso quando si descrive il Pd romano si presenta una singolarità che disorienta. L’anomalia riguarda il fatto che nonostante ci si sforzi in tutte le maniere è quasi impossibile trovare temi e argomenti favorevoli che lo riguardano e di cui essere orgogliosi. In altre parole, è impossibile scrivere alcuna pars costruens pro-Pd romano, perché questa associazione non certo onlus ha tutto meno che aspetti benevoli e manifesta costumi politico-morali non certamente da libro Cuore di cui esserne fieri. Sperare che il Pd romano facesse politica come i partiti socialisti scandinavi è come pretendere che Ponzio Pilato avesse dovuto difendere “senza se e senza ma” Gesù nella famosa scena pilatesca del lavaggio delle mani. In pratica il Pd romano maneggia soldi, potere e rapporti economico-finanziari con disinvoltura in un modo che produce sempre, come dimostrano le diverse indagini della magistratura, delle irresponsabili degenerazioni frutto della svendita dei valori e funzionale alla politica degenerata di questa cricca, che è tutto meno che esemplare ed educativa.
Proviamo a metterci nei panni di un cittadino romano medio che si chiede che razza di amministratori sono i suoi referenti politici per cui ogni anno spuntano immancabilmente scandali, indagini giudiziarie relative a tangenti e fatti criminali. Ebbene, mai abbiamo visto a Roma membri del Pd romano fare autocritica e promettere un vero cambiamento, convalidato ovviamente da risultati concreti. Due sono le proposte critiche che ci sentiamo di suggerire alla dirigenza del Pd romano al fine di togliere loro qualunque alibi.
In primo luogo la disponibilità a lavorare per il “bene comune”. Attenzione. Bene comune non significa lavorare per gli amici. Al contrario. Scriviamo questo ahimé con la forza della disperazione, animati dalla voglia di chiedere alla dirigenza del Pd romano onestà, trasparenza e soprattutto comportamenti valoriali coerenti in Consiglio Comunale volti a produrre norme a favore di tutti i cittadini e non solo di pochi. Roma oggi è una città allo sbando e molti politici che hanno incarichi di prestigio nel Pd romano non solo non hanno mai denunciato imbrogli ma alcuni hanno addirittura aderito al “progetto criminale” di depredare la città sottraendo risorse e permettendo un vero e autentico secondo sacco di Roma. Mai abbiamo sentito o letto di proteste dei dirigenti del Pd, con relativa valida opposizione in Consiglio Comunale, contro atteggiamenti prevaricatori e contrari al senso morale che avrebbe dovuto essere una delle caratteristiche positive del modus operandi dei politici della sinistra riformista.
In secondo luogo censuriamo il disinteresse del Pd romano per il vuoto di idee e di provvedimenti in grado di sintonizzarsi sulle ragioni e i desideri dei cittadini. Sui diritti e le aspirazioni dei cittadini non su insulse questioni di lana caprina interna al partito che interessano pochissimo i cittadini e i loro desideri. Gli abitanti di Roma si sono sempre aspettati dal Pd romano rigore etico, correttezza, trasparenza e provvedimenti che li aiutassero a superare le avversità della vita romana, almeno dal punto di vista del funzionamento dei servizi. Invece il Pd romano ha prodotto solo guadagni funzionali agli interessi personali dei politici romani, creando nei cittadini sconcerto, delusione e conseguente indifferenza verso la politica municipale. E’ gravissimo che nessun “compagno e compagna” abbiano mai tentato di fare squadra e sistema nell’interesse dei cittadini, soprattutto nel campo dei servizi. Un esempio è il sistema dei trasporti.
Il trasporto a Roma versa in uno stato pietoso che fa vergognare di essere in un paese civile. E tutti fanno finta di niente. A Roma arrivano turisti da tutto il mondo. A Roma opera il Vaticano che è il centro del Cattolicesimo mondiale in grado di riversare nella città milioni di pellegrini di tutti i paesi del mondo con conseguenze positive sull’economia della città. E il Pd romano tutto fa tranne che migliorare le cose, penalizzando i finanziamenti volti a creare una rete di trasporti efficiente e gradevole come si trovano in tutte le altre capitali del mondo. Prendiamo la metropolitana della capitale e analizziamone i difetti. Treni sporchi e vecchi. Orari insufficienti ai bisogni dei cittadini. Sporcizia dappertutto. Tunnel di entrata e di uscita che fanno inorridire per l’incuria, le infiltrazioni d’acqua e l’abbandono. Assenza di controlli ai tornelli. Falsificazione di biglietti e lucro sistematico che penalizza il bene comune e nessuno mai paga per questi fatti immorali. Nessun controllo e assenza totale di sicurezza. Mai un solo riguardo al trasporto urbano. Uno strazio. Si tratta di una vera e propria follia collettiva. Come mai il Pd romano non ha mai fatto nulla per la rete metropolitana di Roma? Eppure tranne lo sfacelo della Giunta Alemanno hanno sempre governato sindaci del Pd romano! Se non si hanno idee allora o ci si dimette perché incapaci oppure si va all’estero a imparare come funzionano colà i trasporti e si copia l’eccellenza degli altri. Un esempio? La metropolitana di Mosca. Possibile che una parte piccolissima del cervello dei politici del Pd romano non sia mai stata messa in funzione per copiare quel capolavoro di metropolitana moscovita che fa invidia a tutti i cittadini del mondo? Possibile che una piccolissima area dello stesso cervello dei medesimi amministratori del Pd romano non sia mai stata messa in funzione per riuscire a memorizzare un modello di metropolitana molto diverso dall’attuale che avrebbe fatto felici i romani? Eppure là hanno realizzato ben 12 linee di metro stupefacenti e sbalorditive mentre qui siamo nella più totale inadeguatezza, con due linee piene di sporcizia e invivibilità. Perché questa negligenza ingiustificabile?
Passiamo a un altro esempio di inaudita gravità per gli amministratori capitolini del Pd romano: l’inazione della Polizia municipale e la sua incapacità ad essere sempre presente e al servizio dei cittadini per migliore la qualità della vita all’interno della città. Uno sperpero di denaro pubblico nello stipendiare migliaia di operatori inadeguati sotto il profilo psicologico e professionale. Tacciamo per carità di patria la qualità dei servizi delle Municipalizzate, come Acea, Ama, Atac e altre (di Roma Metropolitane abbiamo detto prima), le quali invece di operare per abbassare i prezzi dei servizi (acqua, elettricità) fanno a gara ad aumentarli e derubare le tasche degli utenti. Ecco cosa contestiamo ai “compagni e alle compagne” che dirigono il Pd a Roma. Hanno una sola via d’uscita per rimediare: collaborare col Commissario e creare le basi per una rinascita del Pd romano (se mai sarà possibile) per realizzare gli obiettivi prima accennati. Siamo molto scettici. Ma a tutti deve essere data una possibilità. L’alternativa è la certificazione del disastro di una federazione provinciale del Pd che fa vergognare gli iscritti, fa arrabbiare la popolazione e tutti gli italiani che hanno a cuore la Capitale. Le responsabilità del Pd romano non si fermano alle sole responsabilità politiche. Nel caso della Metro di Roma, per esempio, le responsabilità di questa allegra e sotto tono combriccola di politici casarecci sono profonde più che mai prima di tutto sul piano culturale e antropologico. Tra l’altro esse non salvano i Vertici di Roma Metropolitane che in questo caso specifico hanno oneri e colpe dirette gravissime nella conduzione dell’azienda. Eppure gli stessi Vertici aziendali non sono mai stati destinatari di alcun provvedimento di rimozione da nessun Sindaco di Roma. Segno che l’omertà, la corresponsabilità, la contiguità e la solidarietà criminale hanno caratterizzato dei veri e propri sodalizi delinquenziali orientati a punire i cittadini privandoli dei loro più elementari diritti che sono l’uso dei servizi pubblici con stipendi privilegiati dati ai loro dirigenti da fare vergognare anche i sassi. Paradossalmente dopo aver lucrato tangenti e posti di lavoro tipici di una società feudale costituita da vassalli, valvassini e valvassori o con linguaggio militaresco di capi, luogotenenti e aiutanti si sente in giro il tentativo retorico di "scatti di orgoglio" e di cambiamenti improvvisi della politica del Pd romano che dovrebbero riconquistare la fiducia dei cittadini. Sappiano questi Signori che l’orgoglio è cosa buona e giusta quando si vedono i risultati. Finora nei settori segnalati sopra non c’è un solo indicatore che dica il contrario. In più di trentadue anni di vita a Roma noi non abbiamo mai visto né sentito dire che un solo Presidente di Roma Metropolitane abbia mai viaggiato in una di quelle carrozze stipate all’inverosimile negli orari di punta sia per verificare le condizioni del trasporto, sia per rispetto dei cittadini che soffrono delle inadeguatezze imposte dalla dirigenza di questa pessima Municipalizzata. La rinuncia al controllo del buon funzionamento dei servizi è la vera condanna che cala sulla testa di questi nostri illustri concittadini come una mannaia di giudizio negativo per il loro operato. Vorremmo concludere questo lungo post proprio sull’assoluta inconsistenza socio-culturale della classe dirigenziale e politica del Pd romano che ha manifestato sempre la sua natura sull’idea della malattia di Nimby (Not in my back yard, non nel mio cortile di casa), cioè che questi non sono fatti che ci riguardano. La loro idea è quella che non si sentono colpevoli di nulla quando invece sono dei veri e propri rei morali e diretti. Cambierà? Noi siamo scettici.

1 commento:

Giancarlo ha detto...

Vero che i sindaci PD del passato non hanno brillato, ad esclusione del sempre, per me, mai compianto abbastanza Sindaco Petroselli, vero è anche , a differenza di quanto scrive , o leggo, che a Roma i Sindaci che si richiamano all'area di sinistra siano la maggioranza. La città è sempre stata governata dall'area democristiana, ovviamente con le dovute eccezioni. Ci si ricordano ancora i vari Giubilo, Cioccetti, Rebecchini, espressioni, tutti del partito di maggioranza, cattolica, che non poteva che essere tale nella città che ospita il Vaticano, questa cultura non è stata aliena dal condizionare anche le presenze del partito di sinistra. Tutti, senza eccezione hanno dovuto fare i conti con la riva destra del Tevere. Ho il terrore di ciò che avverrà nella città con l'anno Santo appena proclamato! Ammiro il coraggio del Sindaco Marino, che a suo tempo dichiarai deludente, ma che oggi , e lo ripeto, mi rendo conto delle difficoltà da lui incontrate, il paradosso è che queste non arrivano dalla solita, e sempre necessaria, opposizione ma anche dalla parte di chi, dovrebbe essere, o fare parte, della maggioranza. Lei, individua i problemi, sono quelli di una classe politica attenta solo al raggiungimento delle proprie posizioni, politiche o correntizie, volgarmente economiche o di potere , non ci sono differenze, cromatiche, ci sono solo, e putroppo contano, i risultati. Il frutto marcio che abbiamo sotto gli occhi dovrebbe spronare alla riflessione, ma contemporaneamente alla azione. Non si vede tutto ciò ! Il trasporto pubblico, le ultime statistiche ci danno una evasione del pagamento del 40% ebbene credo che una semplice operazione ci direbbe immediatamente quanti bilgiettai si potrebbero stipendiare con il recupero della evasione, la scelta è stato di aumentare il ticket del 50%, giunta Alemanno, aumentando l'evasione. Sorvoliamo, ma solo per carità di patria le tasse sulla nettezza urbana, e relativo servizio, del quale, con le dovute riserve noi abbiamo un esempio tutto sommato quasi accettabile ma che in altre zone della città è paragonabile a Bombay, con tante scuse a quella città per l'accostamento ! Si, forse, un azzeramento ci vorrebbe, ma per fare questo avremmo bisogno di un nuovo Brenno si da convincere un nuovo Furio Camillo ad intervenire, ma questo anche se auspicabile, è difficile. Una classe politica che non ha nel suo interno gli anticorpi è una classe politica già, di per se, infetta, questo vale per tutti, ma in particolare, per quelli che sono, almeno idealmente, di nostro riferimento. Ebbene forse sarò esagerato, ma rifacendomi all'esempio storico appena accennato,non è con l'oro che si libera Roma ma con il ferro! Che questo siano le porte di Regina Coeli o più semplicemente una damnatio memoriae non fa differenza !

Support independent publishing: buy this book on Lulu.