giovedì 21 maggio 2015

Disinformazione e riforma scolastica.


La Camera dei Deputati ha ieri sera approvato la Riforma della scuola voluta in modo ossessivo dal premier Renzi. Adesso dovrà superare l'esame del Senato per diventare legge. Tutti hanno detto la loro su questa riforma. Manchiamo solo noi. In un paese in cui politici e giornalisti hanno il monopolio dell'informazione è triste constatare che avvengano manipolazioni della verità per bassi motivi di propaganda elettorale. Lo dimostra il fatto che l'intensità della protesta e il colorito linguaggio adoperato dai critici della Riforma renziana sono due elementi della rozza battaglia politica messa in atto da provocatori dell’informazione che mostrano la loro incapacità a svolgere correttamente il loro lavoro con seria professionalità. Urge pertanto far sentire una voce differente dal coro di sciocchezze e di impreparazione che emerge nell'ascoltare le critiche. Ecco un esempio, uno solo, di falsa informazione a cui si sono accodate le oche starnazzanti della politica, del sindacalismo e del giornalismo italico. Tutti, ma proprio tutti, sono caduti nel tranello di aver preso “fischi per fiaschi” mostrando uno sconcertante pressapochismo o, peggio ancora, una inaccettabile incapacità a saper leggere scrivere e far di conto. Stiamo parlando dei famosi poteri speciali che il testo fornisce ai presidi. In realtà questa categoria dovrebbe essere chiamata “dirigenti scolastici” i cui poteri sono stati aumentati a dismisura dal vecchio Pd, sì quello di Prodi che allora si chiamava Ulivo , proprio cioè da coloro che adesso cavalcano l'onda della protesta più estrema. A nostro giudizio pochi hanno letto il testo e molti tra questi non hanno capito nulla perché hanno confuso il fatto che i dirigenti scolastici hanno, è vero, il potere di scelta di nomina dei docenti ma limitatamente a quelli aggiuntivi che si riferiscono alle poche cattedre in più all'organico della scuola. Dice il testo: «Per l’anno scolastico 2015-2016, il dirigente scolastico individua i docenti da destinare all’organico funzionale della Istituzione scolastica di riferimento, scegliendoli dal ruolo di cui all’articolo 7[...]». Cambia qualcosa? Ma cambia tutto, non qualcosa! Intanto perché i dirigenti scolastici non hanno poteri di assunzione, ma solo di nomina di docenti già disponibili a livello provinciale e riferiti, lo ripetiamo, a 3 o 4 docenti su un centinaio circa dell'organico di fatto della scuola, che per legge è i-na-mo-vi-bi-le. Poi perché la nomina è una chiamata diretta (non è assunzione perché sono già stati assunti). Il testo continua così: «La possibilità per i dirigenti di poter scegliere la propria squadra, si estenderà negli anni con il passaggio anche dei docenti attualmente in ruolo che facendo domanda di mobilità passeranno agli albi provinciali.» Ricordiamo poi che in pratica i pochi docenti interessati alla nomina non sono di italiano o di matematica o di altre discipline curriculari ma di materie specialistiche, come per esempio di storia delle religioni o di cinese o altro. Invece, politici da strapazzo, sindacalisti e giornalisti che amano la provocazione e la trasgressione hanno fatto capire che i presidi (pensate ancora non sono riusciti a chiamarli con il loro vero nome) avrebbero potuto assumere e rimuovere chi vogliono a loro piacimento tra tutti i docenti, compresi i 100 dell'organico. Cioè i suddetti operatori della informazione - novelli Woland, Behemont, Azazello e gatti neri di bulgakoviana memoria - hanno fatto credere ai gonzi che il preside, come un diavolo del romanzo Il Maestro e Margherita, avrebbe posseduto tutti i poteri del Maligno per togliersi dalle scarpe non sassolini ma interi asteroidi di inaudita grandezza e licenziare gli insopportabili e assumere i più graditi fra amici e parenti. Ma si può fare informazione così becera? Si rimane basiti per le tante menzogne scoperte nelle discussioni tra sostenitori e contrari della Riforma. Il Trentino ha fin dal 2006 la “chiamata diretta” per una quota del 4% dell'organico e nessuno ha mai protestato. L’aspetto più grave che colpisce è la leggerezza e la sprovvedutezza delle conoscenze acquisite da politici, giornalisti e sindacalisti in questo contesto, tutti concentrati a pestare il mortaio del “passa parola” per mettere in difficoltà Renzi. L’unico loro obiettivo non è il “bene della scuola” ma colpire il premier. Le proteste giuste e motivate fanno crescere una società. Quelle strumentali e pilotate da organizzazioni vendicative e ormai in via di estinzione fanno male più a coloro che parlano di “sentito dire” che a coloro che credono nelle riforme come miglioramento culturale ed economico della società. Te capì?

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