giovedì 18 giugno 2015

Avevamo ragione noi e torto gli altri.


Mafia capitale, Buzzi e Carminati intercettati: “I Consiglieri comunali ai nostri ordini”. Sui giornali è stata riportata questa notizia. Per completezza aggiungiamo la frase che spiega il titolo: Salvatore Buzzi parla con Massimo Carminati e gli dice che «i Consiglieri comunali devono stare ai loro ordini perché vengono pagati e pertanto devono rispettare gli accordi». Questa la notizia che commenteremo oggi.
Abbiamo provato disgusto per la scoperta da parte della magistratura della collusione tra Consiglieri comunali del Comune di Roma e malavita organizzata di Mafia capitale. Questo disgusto non può rimanere sotto silenzio. La stampa ha parlato molto di questa vicenda ma a nostro parere a sproposito, evitando di dare senso alla vera notizia che non è tanto il malaffare dei due capipopolo Carminati e Buzzi quanto dei delegati dei cittadini al Comune di Roma, cioè dei Consiglieri comunali. Noi reclamiamo il vanto di avere capito e pubblicato in tempi non sospetti e per primi la notizia di questa collusione. Il problema comunque non è la nostra pretesa di vederci riconosciuto il merito di averlo compreso prima degli altri. Non ci interessa. I premi li lasciamo ai giornalisti. Noi non siamo specialisti dell'informazione. Siamo comuni cittadini che hanno a cuore il problema dell'etica in Italia che, com'è noto, versa in uno stato di autentica Vergogna nazionale. Noi, viceversa, rivendichiamo la critica all’intero sistema dell'informazione che è l'aspetto più grave della faccenda.
Non è possibile che al Comune di Roma non ci fosse l'imbroglio e nessun giornalista, più o meno lautamente pagato da editori inadeguati al ruolo, si è dato la briga di fare un'inchiesta. Neppure i famosi settimanali L'Espresso e Panorama avevano capito cosa covasse sotto la cenere. Questi due settimanali brillano per la profondità del gossip politico e per la completezza delle informazioni inerenti ai pettegolezzi politici. Una vera e propria nausea da piccolo giornalismo italico. Le due redazioni fanno polemiche muscolose per trovare fatti privati dei politici dell’avversario. Per il resto silenzio. Stupefacente. Noi abbiamo intuito subito che gli esimi Consiglieri del Campidoglio fossero dei correi e lo abbiamo pubblicato in questo post. Adesso, un giornalismo corretto e onesto avrebbe dovuto fare mea culpa e riconoscere la propria incapacità e inadeguatezza. Invece nulla. Nessuna onesta autocritica. Nessun riconoscimento di errori. Questo è il giornalismo italiano che quando c'è da informare sul “dietro l’angolo” è bravissimo. I loro giornalisti sono capaci di trovare informazioni riservatissime. Basta ricordare il cosiddetto Metodo Boffo, cioè la campagna di diffamazione da parte del Giornale di un Berlusconi contro il Direttore dell’Avvenire. A tanti poveri ministri hanno fatto le pulci perché in una telefonata riservata un ministro ha cercato di far assumere il figlio in un’azienda importante. Apriti cielo e hanno reclamato le dimissioni. Giusto, ma allora che cosa dire del tremendo vuoto di idee e dell’assordante silenzio attorno al fatto che nessuno dei soloni del giornalismo italico pensò mai di fare indagini sugli eletti dei cittadini, quei Sigg. Consiglieri comunali che si facevano pagare da Mafia capitale essendo esponenti dei partiti di riferimento di FI e del Pd? Che cavolo di giornalisti ci sono nelle redazioni dei giornali nazionali e locali che non sono capaci di capire fatti del genere per tempo in un mondo, quello romano, che da dove ti giri escono fuori a tonnellate reati di tutti i generi? Saremmo tentati di pensare male alla Andreotti per giustificare tutto il silenzio sui Consiglieri comunali. Quello che è spuntato fuori è però tremendamente chiaro: si tratta della più epocale dimostrazione di incapacità professionale dell’intero ordine del giornalismo italiano. E poi si pavoneggiano nei talk show televisivi. Te capì?

Nessun commento:

Support independent publishing: buy this book on Lulu.