giovedì 10 settembre 2015

Responsabilità e spregevolezza.


La decisione dei profughi siriani di realizzare un secondo esodo biblico, sicuramente più drammatico e difficile del primo attraversando mari e montagne, ha il pregio di aver fatto chiarezza nel panorama politico dei governi europei. In un solo colpo sono stati spazzati via miti e tabù che sopravvivevano da molto tempo in merito all'etichetta di "civiltà" guadagnata dalle nazioni europee nella loro storia. Della decisione tedesca di accettare unilateralmente centinaia di migliaia di profughi ci ha colpiti il significato e il modo con i quali è stata realizzata. Ecco il senso del ragionamento della donna più potente d’Europa, Angela Merkel, che lo ha concretizzato. Al Reichstag - nello stesso luogo dove Hitler fece discorsi esattamente opposti - la Cancelliera ha detto alcune cose che rimarranno memorabili nella storia d'Europa e scolpiti nella memoria di noi tutti che abbiamo assistito impotenti alla tragedia dei profughi tra i quali spiccavano, per la loro debolezza, vecchi e bambini. Noi le sintetizzeremo con tre parole: accoglienza, regole e integrazione. Molti potevano dirle queste parole ma solo lei le ha dette e sta facendo seguire i fatti. In un breve discorso alla nazione ha informato i sui concittadini che si assumeva per intero la responsabilità non solo di non respingere i profughi ma addirittura di invitarli a trasferirsi con fiducia nel suo paese (ne ricordiamo il nome corretto per non dimenticarlo mai come esempio: Bundesrepublik Deutschland) in copiose quantità nel quale saranno accolti con generosità, rifocillati con simpatia, sistemati in un primo momento per alcuni mesi in alloggi provvisori con tre pasti al giorno, due caldi e uno freddo, forniti di tutte le necessità e dopo verrano loro assegnate delle case con un sussidio in denaro per vivere decentemente in attesa di un posto di lavoro. Contemporaneamente le “regole” alle quali dovranno sottostare imporranno loro corsi di studio della lingua e cultura tedesca per essere successivamente integrati nella società a condizione di possedere i requisiti necessari. Carota e bastone; aiuti e regole; disponibilità e obblighi. Solo una grande statista poteva dire le cose che ha detto Angela Merkel. Crediamo di avere trovato finalmente in Europa un autentico e concreto Capo di governo che è riuscito a coniugare regole rigide e carità umana, generosità e coraggio ma anche vincoli severi e prospettive concrete di integrazione. Al contrario, e finalmente aggiungiamo noi, altre nazioni europee hanno buttato giù la maschera. Di questi paesi, che lasceranno sui loro popoli un marchio di infamia per la crudezza delle loro politiche di repressione, vogliamo sottolineare che non solo non hanno fatto accoglienza ma addirittura non hanno permesso se non con violenza il transito dei profughi chiudendosi nel fortino del loro giardino, nel bunker blindato del loro territorio. Una vera vergogna continentale che i loro antenati vichinghi e ugro-magiari non meritavano . Dal discorso di Angela Merkel dell’altro ieri l'Europa non è più la stessa. Il marchio del pregiudizio e della discriminazione si è impresso con forza sulle pelli bianche di molti europei. Un vero e proprio programma di difesa del loro cortile che ci fa vergognare di definirci tutti alla stessa maniera: europei. Non siamo tutti uguali. No. A questo punto sarà necessario rivedere le regole dell'UE per evitare che possano identificarsi come europei gente che non lo merita. Gli Adenauer, i De Gasperi, i Monnet, gli Schuman, gli Spaak, gli Spinelli e Altri a quest'ora si staranno rivoltando nella tomba.

1 commento:

Giancarlo ha detto...

La decisioni della signora Merkel ha preso alla sprovvista un larga parte della opinione pubblica, sia tedesca che europea. Ma ha confermato quello che dei tedeschi si sapeva. Il loro pragmatismo ! Se una cosa non puoi evitarla allora governala !
Cosa ha detto di diverso da quello che, una parte importante della opinione pubblica ha detto fino ad ora? Credo sia inutile ribadirlo, accoglienza è una cosa che dovrebbe essere scritto nel DNA di ciascuno di noi, accoglienza nel rispetto sia di chi arriva sia di chi è già residente, il rispetto significa che gli uni accettano le regole degli altri, senza falsi proclami di rispetto delle tradizioni di chi arriva. Se hai il diritto alla accoglienza sei il benvenuto se non lo hai sei respinto, Non mi allineo sulle stessa posizione degli intransigenti, mi limito a sottolineare la differenza tra la organizzazione che la signora ha allestito, in pochi giorni, e quella che ancora da noi soffre di pressapochismo, senza considerare la grande, ignobile, corsa ad arraffare denaro pubblico! Alle decine di Onlus nostrane come hanno risposto le autorità tedesche? Alle migliaia di profughi, tra i quali, certamente, vi saranno anche non aventi diritto, come hanno risposto le autorità tedesche? Dove sono le differenze ? Ebbene cerchiamole e forse avremo delle risposte e, forse, sapremo anche fare la differenza tra asilo e non.

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