giovedì 29 ottobre 2015

Le vere ragioni del caso Marino.


Dopo le dichiarazioni di Raffaele Cantone, Presidente dell'Anticorruzione, che ha detto a chiare lettere che "oggi Milano è la vera capitale morale d'Italia e che Roma è una città terzomondista che non ha anticorpi", ci sembra inevitabile ritornare sul tema delle responsabilità di chi ha dequalificato Roma fino al punto di farla considerare una città da terzo mondo.
Partiamo da un fatto importante. Sembra che il Sindaco di Roma abbia intenzione di ritirare le dimissioni. Molti romani e molti Sigg. Consiglieri del Consiglio comunale non sono d’accordo con questa ipotesi. Facciamo chiarezza al riguardo.
E’ noto che il problema «Sindaco di Roma» non è il Sindaco di Roma. Scusate la provocazione linguistica ma temiamo che ci siano delle volontarie e bugiarde intenzioni di molti politici romani di voler depistare il caso. Noi in precedenza avevamo fatto l'ipotesi corretta che a rovinare Roma sono stati, tranne poche eccezioni, i Sigg. Consiglieri comunali di Roma, in particolare quelli del Pd. A questo link un post che conferma quanto detto a suo tempo.
La rovina di Roma non è Marino, per la semplice ragione che l’attuale Sindaco dimissionario non ha rubato nulla, non ha commesso alcun reato ed è uno dei pochi romani onesti e corretti in circolazione nell’Urbe. I veri responsabili della rovina di Roma sono la stragrande maggioranza dei Sigg. Consiglieri comunali di quasi tutti i partiti, in cima ai quali ci sono quelli del partito di Marino, ovvero del maleodorante Pd, che lo hanno ostacolato sempre e in più modi. Che adesso tutti scoprano che al Comune di Roma ci sia stato e continua ad esserci un gigantesco problema di tenuta etica ci fa sorridere. Noi l’abbiamo denunciato sempre da questo blog e quando ancora non c’era nemmeno l’ombra dell’intervento della magistratura. Era facile intuirlo. Vista l'assenza totale di efficienza nei servizi, noi ci siamo sempre chiesti dove siano andati a finire i relativi finanziamenti? Ovvio che sono stati distratti. Adesso è facile dire che sono tutti ladri. Noi siamo stati soli, con voce inascoltata, nella denuncia di questi eventi. Che i 19 sfrontati consiglieri comunali del Pd di Roma abbiano la faccia tosta di voler far intendere che il responsabile politico unico del disastro etico-amministrativo e politico sia l’onesto Marino è una colossale menzogna e un inutile tentativo di depistare i fatti, che nessuno accetta. I cittadini romani non sono stupidi e non bevono le fandonie dei loro eletti. Solo i Sigg. Consiglieri romani lo lasciano trasparire ma, siamo sicuri, che nella solitudine della loro coscienza non ci credono nemmeno loro. In poche parole siamo alla farsa, perché si sta manipolando la realtà in modo brutale e scellerato. Eppure la farsa continua. Alla sfrontatezza dei componenti del Consiglio comunale non c’è limite. La colossale faccia tosta dei molti membri del Consiglio comunale di prendere in giro i cittadini di Roma è di pessimo gusto e lascia trasparire che anche in futuro sarà sempre così, come prima e più di prima. D'altronde lo ha ribadito il magistrato Cantone che "Roma non ha anticorpi". Nessun partito ha fatto autocritica. Rozzo e primitivo modo di fare politica a Roma.
Noi abbiamo sempre accusato il Sindaco Marino di incapacità nell'amministrare Roma. E lo confermiamo a tutt'oggi. Non ha saputo risolvere nessun problema dei trasporti, né dei servizi, né della viabilità, né del buon funzionamento dei controlli amministrativi, né di far lavorare in strada i vigili urbani, né di bloccare il vizietto della tangentina verace, alla romana, cioè nascosta nelle mutande, né delle municipalizzate Ama/Acea/Atac/MetroRoma/ ecc. Niente di niente. Si è dedicato principalmente, pensate un po', alla pedonalizzazione dei Fori, alla costituzione dei registri delle Unioni civili, ecc., tutte decisioni che avrebbero potuto aspettare di fronte alle emergenze primarie che riguardano la vita quotidiana dei cittadini.
Di rimando il Sindaco non ha fatto nulla per dimostrare che le cose non siano andate come le abbiamo dipinti noi. Allo stato attuale la nostra posizione è limpida e trasparente, addirittura pedagogica, e cioè: nonostante tutto e malgrado la pessima qualità dei titolari del mandato comunale che dovrebbero collaborare con la Giunta, il Sindaco Marino, a nostro parere, rimane l'unico soggetto, peraltro investito dal voto popolare, in grado di poter aiutare la città. Pertanto, deve continuare ancora la sua opera di pulizia all’interno dell’Amministrazione capitolina, che è una specie di formicaio della corruzione, applicando le norme di legge relative alla correità dirigenziale e dei funzionari di tutte le divisioni del Comune, licenziando (naturalmente con le prove) tutti coloro che si sono macchiati di atti immorali e illeciti. Poi si dovrà dimettere, ma per ancora un anno circa non lo deve fare. Il Giubileo non lo permette. Un Commissario governativo al suo posto non farebbe che aggravare la situazione della città che è in uno stato di drammatica infermità sul piano amministrativo, etico, politico e soprattutto di immagine nel mondo. Detto questo facciamo notare alcune assurdità che abbiamo notato a proposito della vicenda delle dimissioni e che nessun giornale ha mai affrontato.
La prima riguarda i famosi 20 giorni di tempo che vengono dati al Sindaco che presenta le dimissioni per ripensarci. Possibile che nessuno abbia compreso che ciò è assurdo? Le dimissioni o si presentano e hanno validità immediata senza perdere un solo giorno di tempo o non si presentano. Questo fatto che la casta comunale romana possa ripensarci è immorale e rappresenta un regalo in più ai sindaci di Roma. Un «vero Sindaco» non commette imbrogli e se decide di dimettersi le dimissioni devono essere valide immediatamente. E’ una questione di serietà. Altrimenti è una farsa. Ma si sa che tutti questi cavilli sono stati formalizzati nel Regolamento per aiutare ancora di più i membri della casta politico-amministrativa.
La seconda assurdità riguarda sempre i fatti che stiamo discutendo, perché sembra che il Regolamento preveda che il Presidente del Consiglio comunale, davanti ad una richiesta del Sindaco di convocare il Consiglio comunale per avere la fiducia, abbia 20 giorni di tempo per farlo. Ecco che spunta sempre lo stesso numero magico «20». Venti giorni di tempo per convocare il Consiglio? E di grazia perché venti giorni e non subito? Chi dobbiamo aspettare per 20 giorni e perché dobbiamo perdere tempo? Come si vede ci sono troppi imbrogli che impediscono all’Istituzione comunale di funzionare.
Perché mai nessuno ne ha parlato? E soprattutto perché nessuno non ha mai presentato qualche richiesta di modifica? Tutte domande che non hanno bisogno di una risposta. La risposta ce l’hanno stampata sulla fronte quasi tutti i 48 membri del Consiglio comunale che Lor Signori non possono vedere, mentre i romani si. E non è poco. Te capì?

1 commento:

Giancarlo ha detto...

A causa di impedimenti tecnici, ho ancora le linee telefoniche inattive , mentre è attivo, per fortuna, il collegamento internet,dicevo, a causa di quello he ho scritto riprendo in ritardo questo suo intervento con un mio modesto commento.
Premesso che mi trovo in assoluta sintonia con le sue valutazioni circa l'operato del Sindaco, ormai passato, ma lo sono , altrettanto sull'operato dei cosidetti politici, che lei chiama pomposamente consiglieri. Si sarò anche, in modo virtuale, offensivo ma diciamolo sinceramente, una rappresentanza di tal fatta è a dir poco da villaggio di palafitte. Almeno in quelle epoche ci si doveva difendere dai leoni o da altre fiere, oggi ci si deve difendere da esseri più piccoli ma non per questo meno letali. Ma sempre di natura parassitaria. La congiura delle idi di marzo, oggi è ormai consumata, le notizie sono scarne, non possiamo dare la responsabiltà a qualcuno in particolare, possiamo solo assistere allo sfascio, e se vogliamo, alla violenza che si è fatta su quella che , teoricamente, è la volontà dei cittadini. Come detto , e come lei stesso ha sottolineato, il fu Sindaco, ha molte responsabilità, non ha saputo imporre una regola ferrea, chi ha fatto il servizio militare sa di cosa parlo, il nuovo colonnello comandante ordina che la bandiera sventoli dversamente da come sventolava con il vecchio. Significa che la ramazza o la usi bene e prima o ti trovi invischiato! Cosa che è accaduta! Cercare Bruto, ora, sarebbe solo esercizio vano, il fatto è che Cesare è morto, al suo posto, al momento non abbiamo neppure la fotocopia di Ottaviano , quelli che vediamo sono i Senatori che cercano di approfittare della situazione, come definire il commento di Alemanno? Quelli che vediamo all'orizzonte sono, almeno allo stato, caricature di uomo politico. Ma se Atene piange Sparta non ride, abbiamo, ora, un esempio che l'aria mefitica si allarga oltre le sponde della riva sinistra del Tevere, ha raggiunto, con le sue spire anche quella riva destra che sembrava fosse la manovratrice occulta della congiura, quelle delle idi di marzo, ma, e questo è indicativo, ma dimostra che niente e nessuno in questa città è al servizio tutti sono occupati!

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