sabato 21 novembre 2015

Analfabetismo scientifico e ingiustizia a perseguire i reati.


«Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio»? In Matteo 7-27 c’è scritto anche che: «non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati».
Attenzione. Matteo non dice che non bisogna giudicare. Le cose non stanno così. Matteo da una parte intende dire che i giudizi spesso sono di parte, parziali, inesatti, alcune volte iniqui e, quindi, inaffidabili perché fa parte dell’umano agire e dall’altra che si può benissimo giudicare a condizione che alla stessa maniera si sarà giudicati dagli altri e sicuramente con efficacia e severità. Si può non essere d’accordo con questa nostra interpretazione (fa parte della medesima natura umana) ma è necessario comprendere che i giudizi affrettati o quelli dati sotto impulsi di un forte dolore frequentemente sono inesatti, perché dettati da emozioni che annebbiano l’imparzialità di chi li esprime.
Questa lunga premessa ha lo scopo di introdurre una breve considerazione che intendiamo proporre qui in merito alla sentenza di assoluzione data ieri dalla Cassazione sulla vicenda delle responsabilità dei sette membri scienziati della Commissione rischi in ordine alle conseguenze del terremoto dell’Aquila. In poche parole, sette esperti scienziati ritennero di non allarmare la popolazione dell’Aquila nelle giornate che precedettero il terremoto. Per gli analfabeti scientifici dovevano essere condannati perché responsabili dell’evento e non aveva senso prendersela con altri.
Due sono le osservazioni che desidero proporre qui in ordine alle conseguenze di questa sentenza.
Premesso che siamo e siamo stati, fin dall'inizio, vicini al dolore dei familiari delle vittime e che ha piena legittimità la loro richiesta di risarcimento, per primi avvertiamo l’esigenza di criticare tutta quella messe di sapientoni che con una logica “da taglione” hanno gridato che i sette scienziati non erano altro che i veri responsabili e che pertanto dovevano andare in galera.
Brucia a persone come noi che hanno speso una vita a insegnare cultura scientifica ai giovani di tutta Italia nei licei nazionali che imputare - come hanno fatto tanti insensati inesperti usando una logica rozza e primitiva – alla Commissione la responsabilità di non avere previsto il terremoto equivale a un assassinio collettivo. Questo modo di ragionare equivale a scambiare uno scienziato con un astrologo e un’attività scientifica con attività divinatorie. Di fatto l’errore che si commette è associare al lavoro della scienza quello della chiromanzia e confondere il lavoro dello scienziato con quello di un chiromante, il quale con sfere di cristallo e carte da gioco avrebbe dovuto ottenere l’informazione che dopo qualche giorno sarebbe arrivato l’evento sismico.
Nel dizionario colui che non sa si chiama giustamente ignorante perché ignora, cioè non conosce, cosa significa scienza in senso galileiano e non in senso astrologico. Dunque, per fare un esempio il prof. Enzo Boschi, direttore del Centro nazionale terremoti (che si trova a Roma in Via di Vigna Murata) è uno dei migliori sismologi italiani nonché docente universitario di sismologia all’Università di Bologna, condannato insieme agli altri sei in primo grado per non aver previsto il terremoto, spacciandolo a tutti gli effetti per un mago indovino. I due procedimenti giudiziari successivi alla condanna in Primo grado (cioè dell’Appello e della Cassazione) sono stati differenti, affermando con chiarezza che ai sette non poteva essere imposta una condanna che non aveva basi giuridiche basate su prove.
La seconda considerazione che desideriamo proporre è invece il nostro punto di vista perché, a nostro parere, il passo evangelico della Bibbia di Matteo ha la sua validità nella parte che non dice esplicitamente ma che è lapalissiana della responsabilità. Se i responsabili della mancata informazione non sono stati gli scienziati su chi avrebbe dovuto cadere la responsabilità della tragedia? Anche un bimbo di pochi anni avrebbe capito che i soli responsabili sono da ricercare nei furfanti dei costruttori delle case, che se ne sono infischiati della mappa sismica prodotta da quel valente Centro nazionale di geofisica di via Vigna Murata diretto per anni dal prof. Boschi che aveva a suo tempo mappato i rischi dei terremoti nelle varie regioni d’Italia e che aveva indicato l’Abruzzo come una delle regioni più a rischio.
Orbene, il non aver voluto a suo tempo incolpare della tragedia luttuosa i costruttori può avere una sola possibile spiegazione. Quale? Che si volessero coprire i veri responsabili. Questa “razza brutta” di palazzinari sfrontati è da ricercare nei costruttori delle case dell’Aquila i quali, invece di mettere più tondini di ferro più cemento e soprattutto più ingegneria edilizia e cultura scientifica di tipo sismico nelle fondamenta delle case da loro costruite, sono stati lasciati liberi di guadagnare irresponsabilmente denari sporchi spesi probabilmente per tangenti e rimpolpare così l’immoralità e l’irresponsabilità dei loro comportamenti in cui la meridionalità inserisce valore aggiunto all’abominio di un reato gravissimo di procurata calamità. Te capì?

1 commento:

Giancarlo ha detto...

Già! Gli unici responsabili di quella tragedia che nessuno, ripeto nessuno poteva prevedere sono proprio coloro che costruirono quei castelli di carte che poi crollarono! Pretendere una facoltà che solo gli indovini potrebbero avere da degli scienziati è a dir poco paradossale. Ma proviamo a tornare ai fatti e facciamo un poco di fantastoria. Gli scienziati avrebbero dovuto, secondo chi li ha denunciati, avrebbero dovuto allertare la popolazione con un messaggio del tipo. Si avvertono i cittadini che il giorno tale all'ora tale si prevede un terremoto di potenza indefinita. Siete pregati di evacuare fino a data imprecisata. Lascio a voi immaginare quali potevano essere le reazioni a questo annuncio: Panico ? Fuga disordinata ? Polemiche ? Queste ultime non mancano mai. Proteste, il commercio che si blocca, le attività vengono sospese in attesa dell'evento, scuole chiuse, nessuno si potrà assumere la responsabilità di ordinarne l'apertura dopo quell'annuncio, l'elenco sarebbe lungo, supponendo che fosse stato possibile fare un annuncio del genere. Sappiamo che il terremoto c'è stato, purtoppo, sappiamo delle povere vittime, purtoppo, ma immaginiamo che l'evento non sia avvenuto e che l'allarme sia stato dato. Costoro, ora, dovrebbero rispondere di procurato allarme. Bene torniamo ai fatti, la previsione di eventi così devastanti, allo stato è ancora empirica, ci si basa su valutazione di segnali, spesso assai difficili da valutare, certo sarebbe auspicabile ma, ancora, difficile. Mentre, invece, è sicuramente più semplice valutare chi ha mancato nella edificazione di palazzi, questo si , nelle macerie degli stessi ci sono quelle prove di incapacità e superficialità da impressionare, e per farlo non si devono scomodare persone particolari come astrologhi o indovini, o, peggio, maghi, ma semplici, si fa per dire, ingegneri. Piuttosto, meraviglia, che vi sia stato il bisogno di un tribunale a decidere una cosa come questa !

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