domenica 17 gennaio 2016

Alla ricerca del referendum confermativo perfetto (3° e ultima puntata).


Di male in peggio. Il nuovo editoriale domenicale di Eugenio Scalfari di oggi è un capolavoro del suo pensiero politico. Come temevamo la sua ossessione antirenziana raggiunge vette talmente oltranziste che lo costringe a commettere il solito errore di valutazione.
Abbiamo sottolineato nei due nostri post precedenti che Scalfari nella sua folle corsa a parlare male di Renzi ha perduto il controllo quantitativo dei numeri. Dopo lo svarione di oggi siamo costretti ad affermare che Scalfari ha problemi di matematica. Quando il nostro Eugenio è costretto a parlare di numeri e di aspetti quantitativi della realtà, in questo caso elettorale, entra in crisi perchè non domina il semplice pensiero matematico su cui si reggono i numeri nelle elezioni.
Ricordate la nostra polemica (affettuosa) sui possibili numeri degli elettori al referendum costituzionale del prossimo mese di ottobre? Prima aveva detto che avrebbero votato solo tre elettori. Avevamo capito che era una provocazione, ma sotto sotto c'era comunque la non accettazione del risultato che lui presume si verificherà come plebiscito pro-Renzi del paese. Poi aumentò i voti da 3 ad alcune centinaia di migliaia che noi interpretammo in 300 000 con un aumento di 5 ordini di grandezza, tanti quanti sono il numero degli zeri rispetto a una potenza di base dieci ed esponente zero.
Adesso la bomba. Secondo lui voteranno 40 milioni degli “aventi diritto” e Renzi avrà una maggioranza più che doppia dei suoi avversari (30 milioni contro 10 milioni). Intendeva dire che voteranno appena il 40%? Troppa grazia Signore. Adesso ha esagerato in senso contrario alle precedenti proponendo una cifra assurda in cui per confermarlo dovrebbero votare tutti gli italiani che ne hanno diritto. Dobbiamo supporre che nel prossimo articolo l’ennesima sua provocazione ipotizzerà che voteranno in 100 milioni, compresi gli svizzeri di lingua italiana, tutta S. Marino, mezza Slovenia e Croazia, tre quarti di Albania e Malta e tutti coloro che nel mondo hanno simpatia per la cultura italiana come si fa all’Eurofestival?
Dunque, abbiamo scoperto un vulnus scalfariano che non conoscevamo: la sua scarsa frequentazione con la matematica e le scienze formali, dove il linguaggio non è filosofico o teologico o letterario ma decisamente galileiano e ma-te-ma-ti-co.
Intendiamoci. Scalfari in Italia non è in solitudine in questo. Nel nostro paese c'è un esercito di ignoranti di matematica e di scienze. Basta chiedere in giro cosa dice il secondo principio della termodinamica e avrete contezza della sberla alla cultura scientifica che questi soloni della politica danno quotidianamente alla scienza. Il grande Vittorio Gassman in una intervista televisiva ebbe a dire che di matematica non capiva una sola acca ma di teatro era un maestro. Ed era vero. La cultura scientifica in Italia è sempre stata considerata di serie B.
A nostro parere questa concezione elitaria dell’asse umanistico è scandalosa oltre che inaccettabile. Se dipendesse da noi qualunque impiego retribuito dallo Stato dovrebbe prevedere, pena il licenziamento, una preparazione almeno sufficiente (voto almeno 6) di cultura scientifica, naturalmente con noi nella commissione d’esame e non da semplici spettatori di lavori di una commissione addomesticata come è spesso uso fare in Italia.
Non vorremo che gli attuali politici immorali che con i loro comportamenti avidi e interessati facciano la cresta nei loro sporchi intrallazzi con la criminalità più o meno mafiosa proprio perché digiuni di cultura scientifica e valoriale ma bravi solo in ragioneria, colpa di un deficit colossale di cultura etica del proprio ruolo.
Ricordiamo all'amico Scalfari che ha commesso un altro errore (di geografia o di ambiguità faccia lui) perchè ha citato tra i paesi dell’Unione Europea la Macedonia. Skopje non è ancora una capitale appartenente alla UE. Chiudiamo qui questa querelle. E tanti auguri per il quarantennale del suo ottimo giornale la Repubblica.

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