tag:blogger.com,1999:blog-41487972024-03-13T16:26:54.051+01:00ZenoAleko's blogBlog di informazione e dibattito su temi di politica e attualità. In queste pagine il disprezzo per i disonesti è sempre assicurato. Molto forte è anche il desiderio di fustigare i costumi degli italiani e di censurarne i comportamenti incivili e delinquenziali. L'etica è un obbligo non è una opzione.Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.comBlogger1394125tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-53455074950013552572022-01-10T15:28:00.000+01:002022-01-10T15:28:54.746+01:00Quando si esagera si perde il senso delle cose.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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L'anarchia disvaloriale in cui si dibatte l'Italia è figlia della degenerazione del dibattito politico avvenuto in televisione e sulla stampa nell'ultimo ventennio. <br>
Complici i nuovi venuti del <i>M5S grillino</i> e del nuovo <i>leghismo salviniano</i>, oltreche alla insipienza dei resti dei partiti tradizionali. Avere sdoganato i peggiori mali nazionali, le peggiori penne e soprattutto i peggiori volti televisivi ha portato all'imbarbarimento e alla trasgressione della comunicazione, soprattutto nei dibattiti politici. <br>Invece di licenziare conduttori televisivi provocatori, direttori di rete meschini e politici velenosi li si è incensati come salvatori di piccole patrie regionalistiche. Ecco il risultato.Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-4530454875325937992020-12-26T10:47:00.005+01:002020-12-30T12:13:40.527+01:00A proposito di competenza normativa e lessicografica della legge Superbonus 110%<br>
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Oggi desidero parlare di un fatto curioso dal doppio carattere normativo e linguistico. Mi riferisco al D.L. n. 34/2020 grossolanamente chiamato legge del <i>Superbonus 110%</i> che il Parlamento ha recentemente approvato, e che il Presidente della Repubblica ha promulgato e la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato. In questa rivoluzionaria e audace legge si dice tra l'altro in sintesi che se la diagnosi di efficientamento energetico di un fabbricato è verificata mediante un salto di 2 classi energetiche lo Stato italiano si caricherà di tutte le spese per la sua realizzazione. Anzi, farà di più, oltre al pagamento dell'intero lavoro regalerà addirittura il 10% della spesa, alla stessa maniera dell'attuale <i>cashback</i>. <br>
Si tratta del più sorprendente e generoso intervento legislativo a favore delle case private degli italiani mai varato in tutta la storia della Repubblica dalla fine della seconda guerra mondiale. <br>
Ho letto l'intero testo normativo e mi sono convinto che si tratta di una legge da prendere con le molle perchè piena di sorprese normative celate, di trappole linguistiche, le quali se non comprese e criticamente consapevolizzate fanno correre seri rischi di dover pagare penali costose. <br>
Molto brevemente si tratta di due aspetti che danno fastidio al solo immaginarne le conseguenze e che la grande stampa nella sua folle corsa sul viale del <i>gossip</i> quotidiano ha ignorato. Ecco di che si tratta. <br>
1) Un condominio di 160 unità immobiliari della città di Roma vota a favore e si impegna con una impresa edilizia firmando il contratto e la relativa cessione del credito. Espletate le formalità di controllo degli enti preposti l'impresa realizza il lavoro. Tutti felici e contenti come in una fiaba. Lo Stato com'è noto anticipa 30000 euro a unità immobiliare. Facciamo un piccolo conto: 160 appartamenti per 30000 euro (aumentati del 10%) fanno 5,06 milioni di euro. <br>
Trascorrono 5 anni e l'<i>Agenzia delle Entrate</i> con i suoi tecnici scrupolosi verifica che il lavoro non soddisfa il criterio normativo, perchè il salto di classe energetica non è di due ma di una sola classe energetica e appioppa ai 160 condomini individualmente tutte le spese sostenute del 110%, più gli interessi e le sanzioni aggiuntivi, diciamo il 120%! In soldoni a ogni condomino la multa e gli interessi costerebbero grosso modo 10000 euro e il totale da pagare sarebbe circa 30000+3000+7000=40mila euro! <br>
Perchè la stampa nazionale non ha messo in evidenza adeguatamente questa pericolosa trappola? <br>
2) Il secondo evento che la medesima stampa non ha criticato adeguatamente è di carattere linguistico. E cioè la locuzione "efficientamento energetico" contiene il sostantivo maschile <I>efficientamento</I> che è un neologismo che sa di burocrazia. La parola è nuova e si è fatta strada nel mondo delle norme tecniche e che il Parlamento, a mio parere, non avrebbe dovuto adoperare nel suo lavoro legislativo. Il motivo riguarda il fatto che questa parola non si trova nei vari vocabolari e dizionari cartacei della lingua italiana.
Io ho consultato 1) il Dizionario della lingua italiana <I>De Felice-Duro</I> di 2221 pagine. A seguire 2) il Dizionario fraseologico della <I>Zanichelli</I> di 1088 pagine e 3) il Dizionario italiano della <I>DeAgostini </I>di 1100 pagine.
Anzi questo lemma non solo non esiste ma non esistono neanche le parole associate con questo sostantivo. In altre parole non esiste il verbo<I> efficientare</I>, né il sostantivo femminile <I>efficientazione</I>. I soli tre lemmi che si riscontrano sono l'aggettivo maschile <i>efficiente</i>, l’avverbio <i>efficientemente</i> e il sostantivo femminile <i>efficienza</i>. In realtà questo termine si trova in internet nei siti che trattano questioni tecniche di tipo edilizio.
Sarei tentato di chiedere ai nostri rappresentanti politici onorevoli e senatori (ben 945) e agli organi istituzionali del Parlamento quali Presidenti di Camera e Senato, Capi uffici addetti alla redazione delle proposte di legge, Presidenti delle Commissioni parlamentari, Presidenti e Segretari nazionali dei partiti di maggioranza, etc. come mai si sono inventati questo neologismo quando invece esiste la parola <I>efficienza</I>?
Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-24917173966657124382020-10-16T21:04:00.003+02:002020-10-29T21:54:51.518+01:00Una visita medica a Roma come una sofferenza.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Ecco cosa può succedere nella capitale d'Italia, la città di Roma. <br>
1-Prenoto per telefono una visita dal mio medico di famiglia. <br>
2-Il giorno seguente mi faccio visitare per avere una impegnativa con la quale effettuare una visita specialistica.<br>
3-Prenoto per telefono una visita specialistica in un noto ospedale di Roma.<br>
4-Mesi dopo, il giorno della visita mi reco in ospedale e per primo faccio la coda per ottenere da un totem il numeretto elimina code.<br>
5-Con questo numeretto mi reco allo sportello per il pagamento ticket. <br>
6-Qui pago e mi invitano ad andare in ambulatorio dove debbo fare la coda per ottenere un altro numeretto elimina code che contiene il numero di stanza del medico.<br>
7-A questo punto mi reco in sala di attesa fino a quando non vengo chiamato per la visita specialistica.<br>
Il medico ortopedico è velocissimo e intrattabile. Mi invita a sdraiarmi per una visita di 30 secondi al termine dei quali mi informa che i miei disturbi sono causati dall'età non più giovanile e che devo fare una certa terapia con l'elenco dei medicinali da prendere e di ritornare per un controllo fra qualche mese rifacendo la trafila non da lui ma da un fisiatra.<br>
A che serve tutto questo? È questo il modo migliore di assistere un paziente nel sistema sanitario migliore al mondo? Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-48812765770329596712020-05-05T14:48:00.001+02:002020-05-05T14:48:35.937+02:00 Si può imparare qualcosa da un virus?<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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L'esperienza degli “arresti domiciliari”, a cui sessanta milioni di cittadini del Bel Paese sono stati costretti a subire, lascerà dei segni nel loro futuro? Sono convinto che li lascerà e robusti anche. <br>
Sono del parere che l'esperienza di vita maturata in questi due ultimi mesi dagli italiani e da tanti popoli nel mondo è da considerare comunque positiva più per la rottura dell'abitudine alle prassi precedenti che per altro. Certo se il covid-19 non fosse mai esistito sarebbe stato meglio. Molto meglio. Ma le cose non sono andate così. <br>
Non so voi ma io sto riflettendo sulla novità assoluta della mia “indifferenza” verso il denaro alla luce della convivenza con il virus. In questo periodo di inattività, mai provata in tutta la mia vita, ho preso coscienza che si può vivere con poco denaro, pensando solo alle necessità primarie. Penso cioè che mai come in questi due mesi io abbia pensato così poco al denaro a come spenderlo o a come guadagnarlo. Certo lo stesso non si può dire per tutti quegli italiani che vivono di commercio o di lavoro precario azzerati nella loro capacità di spesa quasi totalmente. Ma io in questo momento parlo di me percettore di reddito fisso e non degli altri. <br>
Sono del parere che in questo periodo il denaro abbia perso, e in quantità considerevole, senso e significato. Potrà riacquistarlo in futuro, anche più di prima tuttavia rimane il fatto che l’asserzione rimane valida. Complice di tutto questo sono state le novità della rivoluzione tecnologica in atto che con una carta di credito e acquisti effettuati online mi hanno permesso di fatto di azzerare l’uso del contante e l’abitudine alla manipolazione delle banconote. <br>
Non potendo uscire da casa ho pensato bene di acquistare il cibo solo online. Devo dire che mi sono trovato bene. Sicuramente ho speso di più; per contro ho pagato sempre con carta di credito ricevendo sempre la ricevuta fiscale senza mai adoperare neanche 1 euro di contante. Niente a che fare con le utilizzatissime banconote da 20 euro che prima uscivano ed entravano nella mia tasca ogni giorno molte volte. Nessuna preoccupazione di dover reperire banconote da 5 euro per le spese alimentari al mercato o nelle bancarelle. Insomma ho vissuto due mesi senza pensare una sola volta al denaro. <br>
Dunque risulta vero che il denaro non è tutto. Senza esagerare sembra che in questa asserzione ci sia una consistente parte di verità. Penso a questo punto a cosa succederà dopo il dramma del covid-19, nelle fasi 2 e 3. Temo che si riprenderà la brutta consuetudine dell'uso delle banconote e di tutto ciò che da esso deriva. <br>
Il commercio della droga, il lavoro nero, l’uso che ne fa la criminalità organizzata, insomma l’uso cattivo del contante molto probabilmente ritornerà come prima anche se niente sarà più come una volta. Chissà quante persone hanno fatto prima di me la stessa riflessione non solo relativa alla tipologia di tipo economico-finanziario ma soprattutto dal punto di vista etico e morale, facendo perdere senso all’idea dell’accumulazione del denaro, rivalutando di fatto la dimensione umana delle persone. <br>
Credo che l'intera società mondiale ne ricaverà benefici nel riflettere su ciò. Tutte le polemiche sorte in questi due mesi vengono azzerate dalla portata valoriale che questa nostra modalità di vita ha comportato in noi.
Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-59282236542430783692020-05-02T23:13:00.002+02:002020-05-03T09:16:45.106+02:00Il linguaggio educato e i toni moderati sono sempre d’oro.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Una notizia in rete di oggi afferma che negli ospedali di Mantova i morti per <i>covid-19</i> sono diminuiti in modo eccezionale a causa dell’uso di plasma iperimmune ricavato dal sangue dei guariti. Le buone notizie come si suole dire sono sempre gradite. E questa lo è particolarmente. Dunque bene Mantova, bene il suo sistema sanitario pubblico e benissimo le conseguenze di questa efficace cura terapeutica contro il covid-19. <br>
Potremmo fermarci qui se non esistesse una coda sgradevole che necessita di un chiarimento. Leggendo la risposta data sui <i>social</i> a questa notizia abbiamo trovato odiosa tutta una serie di polemiche inserite che stonano su un tema di così alta delicatezza che riguarda le cure sanitarie e la vita dei pazienti, nonchè la ricerca medica in atto per aiutare gli ammalati. Non è importante chi l’abbia scritta, né perché. È importante far notare che non va bene usare una notizia di sanità pubblica manipolandola per fini utilitaristici.<br>
Chi legge la risposta data da un medico ha la sensazione di capire che l'intera notizia sia lo strumento più elegante per perseguire una polemica strumentale e pregiudiziale. Stona il contenuto della polemica ma stona di più il linguaggio e il tono dello scritto. Ci ricorda la stessa sensazione che proviamo quando tentiamo, senza riuscirci, di seguire le vicende della politica nazionale tra maggioranza e opposizione. <br>
Rimanendo in posizione di terzietà, si è costretti ad allontanarsi subito con sgradevole sensazione di soffocamento quando si nota che i 3/4 degli interventi dei politici di questi ultimi anni sono volti a polemizzare tra di loro con toni e metodi di violenza verbale inaudita che ci disgusta. Ecco, questa è la sensazione che abbiamo provato alla lettura del messaggio polemico relativo alla nuova terapia. In questi casi il silenzio avrebbe dovuto essere la migliore risposta.
Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-45279225937767117662020-04-21T19:57:00.000+02:002020-04-21T19:57:30.809+02:00Sovranismo e furbetti del quartierino.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Due turisti tedeschi rinunciano alla caparra versata all'hotel sardo e scrivono una lettera: "Cara Italia, ci vergogniamo di questa Germania". Subito dopo l'onorevole Meloni leader di FdI ammette che c’è più solidarietà in questa lettera nei confronti dell’Italia che in tutto quello fatto dal premier Merkel e dall’Ue a trazione tedesca". Orbene, il fatto merita attenzione e qualche puntualizzazione necessaria per non lasciare l’idea che le cose abbiano questa lettura. <br>
Cominciamo col dire che la questione degli eurobond non è così semplice come possa apparire a prima vista. In altre parole è falsa la rappresentazione sovranista che siccome l'Italia sta pagando un tributo di vite umane notevole dovuto alla pandemia prodotta dal covid-19 la Germania deve come minimo permettere l'emissione di bund a spese dell'intera UE per aiutare l'Italia. Si comprende subito che il problema è mal posto. <br>
Per farlo capire meglio invertiamo la questione. Se fosse la Germania a chiedere l'emissione di bund a carico di tutti i paesi dell'Eurozona per motivi di debito contratto negli anni passati dal suo governo spendaccione, l'Italia sarebbe d'accordo di accollarsi i debiti che ricadrebbero anche sui cittadini italiani senza che la Germania si impegnasse a qualche condizione? Ecco dunque che le cose non stanno come i due sovranisti “di noantri” Meloni e Salvini vogliono far intendere. Non parliamo poi dei Ponzio Pilato del M5s e del PD che sprecano denaro preso a debito per spendere a favore di politiche ideologiche di sinistra o peggio per pensioni di cittadinanza da corrispondere a chi non ha mai versato in vita sua 1 solo euro di contributi previdenziali. Di Berlusconi infine è meglio tacere per non sparare sulla Croce Rossa. <br>
Gli slogan della destra italiana e la contemporanea incapacità della sinistra spendacciona “a prescindere” portano a capire che la loro Italia dovrebbe chiedere condizioni zero e ottenere un lasciapassare per poter ingannare i tedeschi, i quali sarebbero costretti a pagare la loro parte della nostra sfrenata libertà a fare debiti.
In fondo in fondo questa è la verità della polemica delle destre contro tutto e tutti che nessuno ha il coraggio di affermare. In realtà si vuole condizionare i paesi rigoristi del nord Europa, colpevoli secondo loro di avere i conti al sicuro ed essere senza debiti! <br>
Questo fatto ci ricorda decenni fa di un produttore siciliano di arance che dopo aver invitato nei suoi aranceti due rappresentanti tedeschi per verificare la bontà dei suoi frutti fece firmare un contratto in cui si impegnava a spedire in Germania 5 vagoni ferroviari pieni di arance tarocco speciali. L'unica variante fu che spedì è vero 5 vagoni di arance, ma scadenti e ammuffite. I tedeschi sparirono per sempre dall'orizzonte come compratori e si rivolsero agli spagnoli dai quali comprarono decine di vagoni di arance. E il produttore siciliano ancora si vanta di avere gabbato i tedeschi. <br>
E passiamo all'altro aspetto della notizia che è la lettera di scuse dei due turisti tedeschi. Abbiamo provato affetto per questi due signori sensibili e generosi perchè anche a noi anni fa è toccato scrivere qualcosa del genere a un giornale tedesco il giorno in cui Silvio Berlusconi, allora potente premier italiano pimpante, nel Parlamento europeo offese il presidente Martin Schultz chiamandolo <i>kapò</i>. Noi ci indignammo e scrivemmo una lettera di scuse al Presidente del Parlamento europeo Schultz, vergognandoci in quel momento di essere cittadini dello stesso paese di Silvio Berlusconi.
Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-66117096250576169642020-04-09T09:45:00.001+02:002020-04-09T09:45:38.985+02:00Virus e società.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Per la prima volta nella sua storia l’Italia sperimenta la democrazia autentica, sebbene parziale, in cui tutti sono costretti a realizzare la famosa <i>Égalité</i> francese: tutti i cittadini sono uguali nel rispettare l’obbligo degli “arresti domiciliari”. Niente differenze fra italiani ma uguali diritti e soprattutto doveri. <br>
In verità questo principio c’è già da più di 70 anni nei tribunali, in cui si dice che tutti davanti alla legge sono uguali. In realtà non è così. Il ricco soprattutto se <i>premier</i> ha stuoli di avvocati che lo difendono egregiamente finendo per non pagare mentre il povero con l’avvocato d’ufficio paga subito e spesso severamente. È dovuto apparire un male, un terribile virus, che imponendo a tutti alcuni obblighi, ha permesso di realizzare la massima francese della uguaglianza. <br>
Penso che questa conseguenza della pandemia del covid-19 sia una delle piccole cose che gli italiani assoceranno ai ricordi di questo terribile male. La fila ai supermercati o all’ufficio postale rende uguali tutti, ricchi e poveri, professori e operai, avvocati e nullatenenti. Nessuno è privilegiato, né può sentirsi tale. <br>
Certo dal punto di vista economico le differenze rimangono. Il ricco con la sua quotidiana spesa <i>online</i> si fa portare a casa le bottiglie di champagne e mangia pasti cucinati da cuochi costosi mentre il salariato in cassa integrazione stenta a comprare pane e companatico. Mi piacerebbe che le forze dell’ordine fossero severi anche dopo la fine della attuale restrizione della libertà.
Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-2856780644213900972020-03-31T11:36:00.002+02:002020-03-31T11:36:21.761+02:00Programma politico e realtà disastrosa di fronte alla crisi dell'UE.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Ecco quattro temi urgenti:
1)Prevenire il collasso sociale del paese.
2)Dare la possibilità di lavorare a chi è in sicurezza.
3)Difendere l’Europa dagli sciacalli. 4)Riconoscere lo scenario da incubo per le dottrine populiste.<br>
Quattro punti efficaci che meriterebbero più attenzione dai politici. Li ha espressi Renzi. Il personaggio non merita attenzione. I suoi spunti si. Sta tutta qui la contraddizione del soggetto.<br>
Dei primi due non intendo dire nulla perchè sono verità incontestabili sui quali il potere politico faccia attenzione a non sbagliare più. I politici trovino la soluzione più adatta. Il Parlamento e il governo lavorino in sinergia senza polemiche tra gruppi di maggioranza e d'opposizione. Ne va della vita dei cittadini. Punto. Altro discorso sono gli altri due punti rimanenti.<br>
Sul terzo punto si è definitivamente rotta l'Unione Europea. Sentire le parole e il tono dello sciacallo olandese che gode delle disgrazie dei paesi mediterranei alle prese con la terribile pandemia del covid-19 fa venire in mente l'idea dello sciacallo che a tradimento fa fuori la sua gustosa preda inconsapevole. Si tratta del discorso ripugnante del ministro delle Finanze olandese Wopke Hoekstra che impedisce all'Ue di dare aiuto a Italia e Spagna sottoforma di prestito finanziato da bond europei. <br>
Ma non è da meno il quarto punto con il primo ministro ungherese Viktor Mihály Orbán che con la scusa della difesa del suolo ungherese si è fatto dare dal Parlamento i "pieni poteri” a tempo indeterminato, generando allarme in Ungheria e producendo di fatto un colpo di Stato a tutti gli effetti nella democratica Unione Europea. <br>
In conclusione due nomi impronunciabili, due individui spregevoli con due interventi inaccettabili caratterizzano una Europa ridotta ormai a brandelli di democrazia da gentaglia che non avrebbe dovuto avere la comprensione avuta dall'"amico" tedesco, supervisore della politica estera ed economica dell'Unione. E i vari sovranisti <i>Salvini & Meloni</i> che non nascondono la loro simpatia all'ungherese. <br>
Un vero disastro proveniente da quaquaraquà continentali.Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-4961992651323128062020-03-30T16:07:00.003+02:002020-03-30T16:07:28.150+02:00Fine del globalismo e inizio del glocalismo. <div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Il titolo non è uno sciogli lingua né un gioco di parole. È una bozza del futuro. Addio al mondo in perenne movimento da un continente all'altro e da un paese all'altro. Addio aerei in coda sulle piste aeroportuali di partenza e di arrivo. Addio al lavoro ovunque, da chiunque. Quando finirà la carneficina il mondo e noi stessi non saremo più quelli di prima. Certo ci saranno molti che tenteranno di fare "come prima". Ripetere abitudini acquisite e utilizzate non significherà tuttavia ritornare "come prima". Piuttosto significherà qualcosa che ha a che vedere con il famoso proverbio che recita testualmente: "l'amicizia ripigliata è come la minestra riscaldata". Si. Ripeteremo gesti antichi ma il risultato non cambierà. Al ristorante non troveremo più quelli "di prima", né si apprezzeranno più le pietanze di prima "come prima". In vacanza non si andrà più "come prima". All'estero non si viaggerà più "come prima". I rapporti fra i cittadini dell'unione europea non saranno più gli stessi "di prima". Ognuno penserà per se stesso e al diavolo gli altri, specie se stranieri. Il <i>first America</i> di Trump o il<i> prima gli italiani</i> di Salvini cosa sono se non il tentativo autarchico di richiudersi su se stessi? Mangia italiano, compra italiano, spendi solo per il made in Italy, significa rifiuto del globalismo e certezze solo sul locale, sul km zero, ovvero sulla fattoria che produce i formaggi e il vigneto del contadino che produce il vinello di borgata. Scusate chi di noi dopo il messaggio cinico del governo olandese che con disprezzo ha chiuso la richiesta di bond europei formulata da una decina di premier europei, compreso il nostro Conte, comprerà più al supermercato il formaggio <i>leerdammer</i> o il <i>maasdammer</i>?
Nella storia ci sono stati sempre cambiamenti epocali dopo epidemie e guerre. Temo che ci saranno anche domani. Per adesso è necessario sopravvivere e stare e casa. In attesa del ragazzo che ci porta la spesa acquistata online.
Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-2382221939475901312020-03-29T16:16:00.002+02:002020-03-29T16:16:47.245+02:00Assordanti silenzi su cosa succederà dopo la quarantena.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Sul fronte migranti il ministro degli Interni Lamorgese ha detto che in questo mese sono arrivati 240 migranti, i quali sono stati messi in isolamento per 14 giorni. E ha chiuso la discussione. Desidereremmo riaprirla, dopo aver ringraziato il ministro degli Interni per essersi impegnata a fondo nel fare la dichiarazione, alla fine risultata incompleta. <br>
In verità la domanda intendeva chiedere soprattutto che cosa succederà dopo i 14 giorni di isolamento. È ovvio che i 240 migranti dovrebbero avere una casa e del denaro per sopravvivere. Chi glieli fornirà? E se questi signori beccano il virus chi se ne accorgerà? Lei signor ministro? <br>
I 240 migranti saranno delle brave persone ma non sanno nulla di cosa stia succedendo nel paese e soprattutto non conoscono le misure restrittive e gli obblighi imposti ai cittadini. D'altronde basterà che uno solo di loro prenda il virus e sicuramente contagerà tutti gli altri. Pertanto il ministro sappia che si sta assumendo una grossa responsabilità nel prendere decisioni che possano favorire l'emulazione di altri migranti che desiderano trasferirsi in Italia. Sarebbe da irresponsabili far finta che questi rischi non ci siano e dunque non se ne debba parlare. <br>
Come al solito i ministri decidono non tenendo conto di esigenze macroscopiche dei cittadini. Non è cosa buona e giusta fare gli gnorri in una situazione potenzialmente esplosiva come questa. Lo sappia, signor ministro.Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-88968635278081107482020-03-28T18:23:00.001+01:002020-03-28T18:23:24.574+01:00<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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È inutile illudersi. Se anche nei momenti di tragedia nazionale, come quella attuale dovuta al <i>covid-19</i>, giornalisti, politici e soggetti appartenenti ai cosiddetti "social" si lanciano nelle più tremende meschinità pur di assaporare il gusto della polemica contro l'avversario vuol dire che gli italiani sono un popolo moribondo. E' perfettamente inutile cantare l'inno di Mameli e/o esporre la bandiera nazionale ai balconi quando poi in modo volgare si continua ad insultare l'avversario considerandolo un nemico politico. Non ne uscirà nulla di buono.Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-89832545941492260142020-03-28T18:19:00.000+01:002020-03-28T18:19:04.085+01:00Il Blog riprende vita<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Il<i> Covid-19</i> e le sue conseguenze sociali, economiche, politiche e morali mi impongono di rivedere la decisione di congelare questo blog. Penso che ad accadimenti eccezionali debbano corrispondere "scongelamenti straordinari". Da oggi il blog è riaperto e non cambia strategia sui contenuti. Dare legnate virtuali a tutti gli imbroglioncelli delle <i>fake news</i> della rete è una delle mission prioritaria. C'è anche il resto. Noi ci siamo.Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-63691461741252725452018-07-02T14:01:00.000+02:002019-09-15T14:10:31.539+02:00<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-gUP58u4uapE/W9hWEsmKJ0I/AAAAAAAAJuk/RmCPF0-jY2IRCnGpXsMdl97rSL7y5ZqHQCLcBGAs/s1600/ultima_lettera.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://2.bp.blogspot.com/-gUP58u4uapE/W9hWEsmKJ0I/AAAAAAAAJuk/RmCPF0-jY2IRCnGpXsMdl97rSL7y5ZqHQCLcBGAs/s320/ultima_lettera.jpg" width="320" height="173" data-original-width="300" data-original-height="162" /></a></div>
<p style="text-align: justify">
Questo blog, dopo la formazione del nuovo governo <i>grillo-leghista</i> del giugno 2018, è congelato. L'autore si prenderà una pausa di riflessione per digerire il risultato elettorale dovuto alla marea di voti presi dai due partiti di governo in modo subdolo e inaccettabile sotto il profilo morale. Non si può fare una campagna elettorale con regole truccate. Non si può chiedere il voto contro l'ex partito di governo Pd, peraltro che ha governato male, facendo credere ai cittadini dell'intera penisola che<i> M5S</i> e <i>Lega</i> sono partiti avversari tra di loro, che non hanno nulla in comune, che hanno "valori" differenti e che mai ci sarà un'intesa di governo. Due mesi dopo i due responsabili dei due partiti disattendono consapevolmente il proposito per esclusivi motivi di potere. È troppo per condurre una critica agli italiani che sono stati gabbati da due venditori di fumo che faranno rimpiangere l'infelice scelta del voto dato a favore di due partiti anti Europa. Arrivederci a tempi migliori. Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-26235275367211383522018-05-28T18:11:00.002+02:002018-07-28T16:47:22.067+02:00Dal programma del cambiamento all’ideologia dell’imbroglio.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-38rcCwSE2gM/Wwwn28o8PZI/AAAAAAAAJpw/CXfxrHYMSekCekUI9-p_XpIWV68DXNYygCLcBGAs/s1600/at%2Bwork.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://2.bp.blogspot.com/-38rcCwSE2gM/Wwwn28o8PZI/AAAAAAAAJpw/CXfxrHYMSekCekUI9-p_XpIWV68DXNYygCLcBGAs/s320/at%2Bwork.jpg" width="320" height="180" data-original-width="320" data-original-height="180" /></a></div>
<p style="text-align: justify">La telenovela del programma comune di <i>M5s</i> e <i>Lega</i> è giunta alla fine dell’ultima puntata. Alla fine di quasi tre mesi di altalenanti saliscendi si è finalmente capito cosa bolliva in pentola: l’uscita dall’euro. <br>
<i>Lega</i> e <i>M5s</i>, infatti, hanno concordato segretamente un progetto di governo che aveva come obiettivo l’abbandono dell’eurozona.
Di questo obiettivo si sono guardati bene dal comunicarlo e lo hanno accuratamente nascosto durante l’intera campagna elettorale. <br>
Per correttezza hanno parlato di necessità di andare in Europa e ridiscutere i trattati ma non di uscire dall'euro.
La storia è semplice e consiste di due aspetti. <br>
Il primo: nonostante le ripetute e insistenti domande nel corso di numerose interviste entrambi non hanno mai detto chiaramente di voler abbandonare la moneta comune. <br>
Il secondo: non hanno mai detto di aver in qualche modo studiato e costituito un prospetto per attuare questo passaggio. <br>
In altre parole hanno mentito clamorosamente agli italiani e a tutti gli elettori. Mentito spudoratamente sulle proprie intenzioni, e mentito in conclusione sulle conseguenze di questa scelta tenuta accuratamente occultata. La prova della menzogna è nei documenti e nel programma di governo tenuti nascosti. <br>
E così il “governo del cambiamento” è stato un trucco per gettare fumo negli occhi sulle vere intenzioni che riguardano una pura e semplice operazione di occupazione di potere e di cariche. La coppia grillino-leghista l’ha fatta grossa e merita il disprezzo che si deve avere nei confronti degli imbroglioni. <br>
Nel frattempo lo spread è più che raddoppiato e l’Italia dovrà pagare circa 60 miliardi in di più (nella speranza che lo spread si fermi) per coprire l’emissione di nuovi titoli di stato in scadenza.
Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-32783249304922452912018-04-29T15:33:00.000+02:002018-04-29T15:33:47.819+02:00Un piccolo rifiuto, una grande lezione.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-45E-W-bpbiM/Wo6hCpL4ZhI/AAAAAAAAJks/4XBJFJTcfVgTJf5_Hb3b4Bwqev9YxAquQCLcBGAs/s1600/auto_usate.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://3.bp.blogspot.com/-45E-W-bpbiM/Wo6hCpL4ZhI/AAAAAAAAJks/4XBJFJTcfVgTJf5_Hb3b4Bwqev9YxAquQCLcBGAs/s200/auto_usate.jpg" width="200" height="157" data-original-width="250" data-original-height="196" /></a></div>
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Al contrario del <i>Principe di Condè</i> io non ho dormito l’intera notte prima di agire. Dopo la decisione ho trovato un incoraggiamento postumo da un proverbio, che dice: <i>a rubar poco si va in galera, a rubar tanto si fa carriera</i>. Certo in questi casi c’è sempre una vocina dentro di me che mi dice: “chi te lo ha fatto fare? Perché devi perdere sempre”? <br>
Convivo frequentemente con questa domanda da tempo immemorabile e mi sovviene tutte le volte che devo compiere un sacrificio dal punto di vista economico. Anche questa volta, lentamente e implacabilmente, la vocina si fa sentire nella mente ma so che scomparirà dalla mia memoria non appena sarà trascorso quel po’ di tempo necessario per dimenticarla, com'è successo sempre, senza eccezione, nella mia vita. Quasi sempre alla fine sono rimasto consapevole di aver fatto la scelta giusta. Questa scelta ha a che fare con una specie di “elaborazione del lutto” in cui il <i>caro estinto</i> non è una persona ma la perdita di denaro che avrei potuto guadagnare facilmente e che viceversa, per principio, ho perduto. Per conciliare la perdita alla fine mi rivolgo con autoironia alla ineluttabilità della morte ricordando il luogo comune che “tutti dobbiamo morire”. E morire da persone oneste, a mio parere, è meglio che morire da persone disoneste, anche nel piccolo e a costo di sacrifici economici.<br>
Questa lunga premessa era necessaria per comprendere meglio e giustificare alcuni miei comportamenti che nascono dal mio più profondo modo di concepire e interpretare la vita. <br>
In breve tutto nasce dal fatto che un po' di tempo fa ho preso la decisione di cambiare la mia auto. Dopo più di cinque anni di vita e con sessantamila chilometri percorsi la mia macchina non mi dava più sicurezza su diversi fronti. Senza ormai garanzia e con i pneumatici consumati e fuori norma decido di acquistarne una nuova. Mi presento dal rivenditore che mi fa una valutazione dell’usato poco appetibile. Decido di affidarmi al "fai da te" con un annuncio su <i>internet</i>. Pochi giorni dopo ricevo alcune proposte tutte scartate per il basso prezzo offerto e una sola interessante presentatami da un <i>cinesino</i> che, dopo aver fatto una verifica delle condizioni dell'auto da <i>commissione d'esame tedesca</i> tanto è stato pignolo, valuta l’auto ben cinquecento euro più di quella del rivenditore. Decido pertanto di accettare. <br>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-6lQoN7YuwcM/WWusSjigKLI/AAAAAAAAJFM/kXuemRSVS_A3mKtS_Xl3k6uaBn-2qzucACLcBGAs/s1600/cosi_fan_tutte.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://3.bp.blogspot.com/-6lQoN7YuwcM/WWusSjigKLI/AAAAAAAAJFM/kXuemRSVS_A3mKtS_Xl3k6uaBn-2qzucACLcBGAs/s320/cosi_fan_tutte.jpg" width="188" height="320" data-original-width="150" data-original-height="256" /></a></div><p style="text-align: justify">
E qui casca l’asino. Il cinesino mi dice candidamente ma fermamente che non ha intenzione di pagarmi con bonifico bancario. Pretende di pagare in contanti perché afferma “così fan tutti”, come nella celebre opera scritta da Mozart, il cui frontespizio del libretto è nell'immagine sopra. Io non sono d’accordo perché chiedo la tracciabilità del pagamento prima della firma all’Agenzia delle Entrate per il passaggio di proprietà. Dopo un tira e molla di alcuni giorni mi informa che al massimo è disposto a pagarmi il 50% con bonifico e il rimanente in contanti. La mia decisione è dolorosa: rifiuto la sua proposta e con la coda tra le gambe consegno al venditore in permuta l’usato, col cuore gonfio di amarezza e una perdita secca di 500 euro.<br>
Piccola notiziola: il cinesino mi informa che ha sempre fatto affari pagando sempre in contanti e che io sono un "tipo strano" perché non faccio come tutti gli altri. Preciso che vivo a Roma e che in un certo senso avevo previsto questa statistica. Ai suoi occhi sarò apparso poco affarista, per niente pragmatico e mi saluta svogliatamente con un moto di stizza stampato sul suo viso.<br>
Il fatto che io non abbia dormito la notte precedente alla decisione palesa una conclusione di vita comune tutto sommato accettabile. Infatti non mi sento di essere come il giovane Luigi II di Borbone-Condé, detto poi Grand Condé, che a detta di Achille Campanile nel suo libro <i>Vite degli uomini illustri</i> fu si grande condottiero ma che fu ricordato successivamente non per le sue doti militari ma perchè aveva dormito profondamente la notte avanti la battaglia di Rocroi.
Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-51754349697245247552018-04-28T16:16:00.001+02:002018-04-28T16:16:36.897+02:00La deriva del principio di autorità.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<p style="text-align: justify"> Ho letto un breve articolo sul quotidiano che leggo abitualmente. Non ha importanza quale quotidiano sia, né chi lo ha scritto. E’ importante che cosa c’è scritto e soprattutto quali riflessioni induce. <br>
Ebbene il tema è di quelli squisitamente sociologici che ha il merito di innescare un ragionamento intorno alle responsabilità della politica nella vita della società italiana. Non ho alcun motivo da nascondere se dico che il valore dell’articolo da solo eguaglia il costo dell’intero abbonamento annuale al giornale. <br>
Il tema è interessante. In breve si tratta di un padre che accompagna il figlio tredicenne ad arbitrare una partita di calcio di ragazzini <i>juniores</i> della sua stessa età. La partita è finita 4-0. In questi casi si dice che non c’è stata storia. Un risultato del genere di solito lascia zitti tutti. Vincitori e vinti capiscono che qualunque critica contro l’arbitro sarebbe fuori luogo, anche perché non ci sono stati né rigori negati, né espulsioni traumatiche. Dunque eventuali critiche non avrebbero avuto senso. <br>
E invece le cose non sono andate così. Particolare stupefacente è che la contestazione che c’è stata è venuta dai vincitori e non dai vinti. Ometto i particolari che aggiungono sconcerto ai motivi della contestazione e che appaiono chiaramente strumentali. <br>
Ed è proprio questo il senso dell’articolo: le contestazioni all’arbitro da chi non te li aspetti, per ragioni peraltro ingiustificabili. <br>
In Italia oggi si contesta tutto, anche l’incontestabile. Ed è qui che scatta la trappola nella quale politici e istituzioni negli ultimi decenni di politica nazionale hanno ingabbiato gli italiani, modificando geneticamente il loro dna e costretto con le loro polemiche e beghe politiche l’intero paese ad essere ostaggio di politiche insulse basate sulla polemica. <br>
I cittadini di questo paese ormai hanno deluso tutte le aspettative sulle quali si sono basati i nostri padri costituenti fondatori della Repubblica e della “più bella Costituzione del mondo”. <br>
Il problema denunciato dal giornalista non è tanto la violenza manifestata dai tifosi di calcio. Il problema gravissimo è che si è perso il senso del rispetto dei ruoli, perché non esiste più la accettazione di un sistema sociale basato sulle regole e sul rispetto del principio di autorità. Il virus del sospetto verso chiunque prenda una decisione, legittimato a prenderla, è ormai diventato prassi quotidiana e <i>visione del mondo</i>. Ormai è stata sdoganata una modalità di considerare l'esistenza della società, in filosofia chiamata <i>Weltanschauung</i>, in cui non si riconoscono più le funzioni, i ruoli, le competenze e le capacità di chi è legittimato a decidere. In una sola parola si è perduto il senso della serietà. <br>
Se qualcuno è curioso di leggere la fonte vada su <i>Il Foglio</i> di oggi scritto da Maurizio Crippa in prima pagina.Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-48532895379135614522018-02-22T10:02:00.002+01:002018-02-22T10:02:48.204+01:00Ho fatto un brutto sogno.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Ho fatto un brutto sogno. Ho sognato che il 5 marzo 2018 sono stato invitato a pranzo a ristorante con altre persone. I segnaposto indicavano i loro cognomi con le sole prime tre lettere. Ecco i più vicini seduti vicino a me: Ber, Sal, Mel, Dim, Ren, Gra. Tutti mangiavano con le mani, masticavano con la bocca piena parlando tra di loro, erano scurrili e il più anziano raccontava barzellette piccanti. Hanno litigato per tutta la durata del pranzo. Alla fine hanno preteso che io pagassi la mia parte del conto mentre loro non hanno pagato nulla e per giunta hanno inveito contro di me perchè ho mangiato con le posate, non ho detto parolacce e mi preoccupavo di non ordinare pietanze costose perchè avrei dovuto fare debiti e non avevo denaro a sufficienza. Alla fine hanno minacciato il titolare del ristorante un certo sig. Mat, una brava persona tutta d’un pezzo, ripetendogli che pretendevano un altro invito a sbafo pochi mesi dopo, con minacce più o meno aggressive in caso di non invito. Mi sono svegliato di soprassalto. Ero sudato. Meno male che lo <i>smartphone</i> vicino a me sul comodino indicava che eravamo ancora nel mese di febbraio.Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-28752160249481772932018-02-21T15:59:00.000+01:002018-03-12T12:12:01.611+01:00 «L’esperimento» come inizio di un percorso politico.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Il titolo di questo <i>post </i>potrebbe sembrare sfuggente e ambiguo. Un esperimento può significare molte cose. Può riguardare una esperienza di laboratorio, può trattarsi della verifica di un esame o di un assaggio di cucina. Insomma può significare tutto e il suo contrario. <br>
Personalmente darei una interpretazione del genere: “un insieme di operazioni volte a osservare un dato fenomeno, allo scopo di dimostrare un'ipotesi o di verificare una teoria”. Nonostante l’abbondanza di termini sfugge ancora il dato certo: che tipo di operazioni? Quale fenomeno? Che tipologia di ipotesi? Che esemplare di teoria? <br>
L’esperimento di cui desidero parlare in questo post è quello che riguarda il contenuto di un libro della casa editrice Laterza il cui titolo è appunto <i>L’esperimento</i>. Il sottotitolo finalmente chiarisce una volta per tutte la questione semantica del lessico: “inchiesta sul Movimento 5 Stelle”. Ecco le coordinate bibliografiche complete del libro: Jacopo Iacoboni, <i>L’esperimento. Inchiesta sul Movimento 5 Stelle</i>, Bari, GLF Laterza, 2018. <br>
Chiarisco subito che non mi voglio imbarcare in una analisi politica di questo movimento o “non partito” come viene talvolta definito dagli stessi aderenti. Lo dico subito: non mi interessa. Piuttosto, il mio intento è commentare le prime pagine del libro, laddove si informa il lettore della genesi dell’idea del M5S, con particolare interesse alla figura del suo fondatore Gianroberto Casaleggio e al suo lavoro nella fase antesignana della formazione della sua idea di ipotesi politica, più o meno visionaria, volta a lasciare il segno nella società italiana. In sintesi, si trattò di realtà "vera e propria" o di realtà "romanzata"? Non corriamo e affrontiamo l'analisi della questione con i piedi di piombo. <br>
Le note introduttive relative alla parte iniziale della biografia di Gianroberto Casaleggio scritta da Jacopo Iacoboni intorno all’idea di «esperimento» hanno l’effetto di far ricordare alla mia mente pezzi di memoria dei miei anni iniziali di giovane insegnante di fisica, quasi mai affiorati da adulto, che risalgono al 1973, anno in cui in una provincia lombarda del profondo nord iniziai la mia attività di insegnamento nella scuola media superiore. Il responsabile di questi ricordi è l’<i>incipit</i> del libro che recita testualmente: “Cominciò tutto con un esperimento. Condotto per lo più a Bologna, ma anche nelle sedi di Torino e Milano, tra la fine degli anni novanta e l’inizio del nuovo millennio”. <br>
Sono costretto pertanto a richiamare alcuni temi della mia vita privata di giovane insegnante per dare senso e giustificazione alle cose che ho scritto qui in questo <i>post</i>. <br>
Parlare di esperimento è per me come parlare dell’aria che respiro, cioè di tutto un mondo di cultura scientifica che ruota intorno alla scienza e alle sue implicazioni, anche politiche. Insegnare Fisica e laboratorio in un biennio di un istituto tecnico industriale significa parlare poi, in modo compiuto e accurato, di esperimenti di fisica, di sperimentazione galileiana, di misure di laboratorio nell’esercizio di una didattica nella quale ho sempre messo al centro del mio insegnamento l’esperimento per la conferma o la smentita di ipotesi scientifiche. Nel mio caso il processo di conferma o smentita di una ipotesi in un esperimento è stato consuetudine quotidiana attuata da studenti, riuniti per gruppi di lavoro in laboratorio, mediante strumenti di misura e materiali di gabinetto di fisica. <br>
Tutto ha a che vedere con l’idea che abbiamo noi di cos’è un “esperimento”, quali obiettivi si propone di conseguire un esperimento e come metodologicamente si progetta e si realizza questo esperimento. Credo che nella scuola e nella società contemporanea italiana dare significato a questo sostantivo è faticoso come le dodici fatiche di Ercole o, se si vuole, è come trovare un ago in un pagliaio perché è difficilissimo trovare laboratori e operatori disponibili a una discussione che abbia a che vedere con un’idea di sviluppo di un tema nell’esperimento, che può coinvolgere anche la politica e l’economia come nel caso del fondatore del M5S. Da questo punto di vista non è banale ricordare che gli esperimenti stanno alla base del metodo scientifico galileiano. <br>
Orbene, senza aspettare oltre vediamo cosa dicono a questo proposito le prime pagine del libro. Innanzitutto si parla di un esperimento inizialmente condotto a Bologna. <br>
Quando si è effettuato questo esperimento? “Tra la fine degli anni novanta e l’inizio del nuovo millennio” dice l’autore, cioè se consideriamo il valore medio dei due valori con l’anno 2000 si tratterebbe di un arco di tempo intercorrente tra il 1998 e il 2002. Dunque, siamo a cavallo della transizione tra i due secoli XX e XXI. <br>
Per mettere meglio a fuoco il periodo ormai relativamente lontano nel tempo a cui questa narrazione si riferisce ricordo che in quel periodo ci fu la preoccupazione mondiale del cosiddetto<i> millennium bug</i>, il famoso potenziale difetto informatico (bug) che si doveva manifestare durante il cambio di data della mezzanotte nella notte di capodanno nei sistemi di elaborazione dati e nei pc del tempo in tutti i paesi del mondo. <br>
E dove si è effettuato questo esperimento? Il libro fa capire che la sede di questo esperimento è stata Bologna ma si cautela e aggiunge altre due località di Torino e Milano, come dire città che furono e sono campioni del primato scientifico e tecnologico dell’Italia nel campo della ricerca scientifica. Torino perché capoluogo regionale del Piemonte era a quel tempo un centro universitario e industriale di primo livello (basti ricordare il Politecnico di Torino e l’Olivetti per limitarmi a dare l’esempio di due sole istituzioni prestigiose) e Milano perché d’obbligo per tutti coloro che vogliono parlare di innovazione e scienza della ricerca in Italia perché capitale economica e finanziaria del paese. Rimane fuori la sede di Pisa per totalizzare una quaterna di classe superiore nel mondo della cultura scientifica e successivamente anche informatica. <br>
In quale sede si è verificato questo esperimento? “In una piccola azienda di ricerca, sviluppo tecnologico e consulenza informatica chiamata <i>Webegg” </i>. Il termine “piccola azienda di ricerca etc.” lascia supporre che si trattò di una di quelle piccole organizzazioni aziendali in termini di locali occupati, di numero di persone che vi lavorarono e di capitale di piccolo valore investito che caratterizzarono i fermenti dell’innovazione tecnologica mondiale in quel periodo. Ricordo che la <i>Microsoft</i> di Bill Gates iniziò la sua prima attività in un garage di un solo locale. Rimane certo che si trattò di qualcosa di piccolo. Ricordo a questo proposito che il 1968 fu l'anno in cui Billy Gates da studente ebbe accesso per la prima volta a un computer che non erano i Pc di oggi ma enormi armadi metallici contenenti valvole termoioniche, condensatori e resistori grandi delle dimensioni di lampadine e magneti e fili avvolti su supporti metallici. Ricordo ancora che nello stesso anno io frequentai il corso di laboratorio del terzo anno di Università nel quale presentai al professore la mia tesina di approfondimento che prevedeva <i>un esperimento</i> sui campi magnetici in grado di far ruotare elettroni su un'orbita circolare all'interno di un tubo nel vuoto di cui si doveva misurare il raggio ricorrendo alla definizione di forza di Lorentz.
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-VvUk6i8U_WY/WoyfWToGgpI/AAAAAAAAJjE/V_SmTQ2wZ5klnP4blZ7iBVsnwT6k-do4gCLcBGAs/s1600/scheda_calcolatrice350.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://2.bp.blogspot.com/-VvUk6i8U_WY/WoyfWToGgpI/AAAAAAAAJjE/V_SmTQ2wZ5klnP4blZ7iBVsnwT6k-do4gCLcBGAs/s320/scheda_calcolatrice350.jpg" width="320" height="139" data-original-width="350" data-original-height="152" /></a></div>
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L’obiettivo era risalire al raggio dalla misura sperimentale del rapporto della carica specifica dell’elettrone e/m. Neanche a farlo apposta elaborai i risultati in linguaggio <i>Fortran</i> su un computer IBM ITALIA 1130 approssimativamente uguale a quello di Billy Gates che lavorava con schede perforate per introdurre i dati sperimentali da elaborare. L’esperimento durò diverse settimane; il 7 luglio terminò ufficialmente e il 12 luglio 1968 presentai i risultati al docente del corso con una tesina di decine di pagine che ancora conservo. <br>
Ma ritorniamo a noi. Facciamo dunque una ipotesi di sede aziendale come stima possibile. Tre stanze di un appartamento al piano terra di un palazzo più o meno anonimo a prezzo calmierato. Intendiamoci, potrebbe essere stato anche il contrario ma non è questo il vero problema che mi interessa evidenziare. Sicuramente in quei locali si trovavano alcune macchine elettroniche e una dotazione minima di ufficio, diciamo qualche scrivania con alcune macchine da scrivere Olivetti lettera 32, uno schedario, delle cartelle raccoglitrici di qualche data base e via discorrendo. Naturalmente non avendo la sfera di cristallo posso sbagliarmi ma le carenze di dati puntuali sono così ragguardevoli che giustificano questa ipotesi. <br>
Per fare che cosa con questo esperimento? Per fare “ricerca, sviluppo tecnologico e consulenza informatica” è la risposta che ci si sentirebbe di ascoltare normalmente da un soggetto interessato. Diciamo la verità: si tratta di tre attività importanti relative a tre grosse parole che dette così possono dare l’idea di “molto fumo e niente arrosto”. In altre parole, se si vuole colpire l’attenzione di un interlocutore basta dirgli <i>ricerca, sviluppo tecnologico e consulenza informatica</i> e si è a posto, Chi potrà mai contraddire? E se l’interlocutore è un tipo tosto e incalzante e chiede di che tipo di ricerca si tratta, quale tipologia di sviluppo tecnologico e quale varietà di consulenza informatica viene fornita si è sempre in tempo di ripetere di nuovo la genericità della risposta adoperando altri termini simili e ridondanti come “studio e analisi di sistemi” che era a quei tempi la <i>la chiave</i> per dare il colpo di grazia a qualunque curiosità aggiuntiva. <br>
Quindi la piccola azienda di cui parliamo si interessava di tutto questo ma anche del contrario, chi può contestarlo oggi, purché fosse chiaro che lavorava nell’<i>innovazione</i>. Certo quelli furono tempi in cui le grandi industrie metalmeccaniche, telefoniche, elettroniche, chimiche, manifatturiere del nord Italia, etc. disponevano di capitali e facevano gola a chi avesse titoli di studio specifici come ingegneri, fisici e matematici. Ricordo che le tre tipologie di laurea precedenti erano richiestissime dall’industria di qualunque tipologia. Io stesso, laureato in fisica, non ho avuto alcuna difficoltà ad ottenere subito il posto di lavoro. <br>
Azienda chiamata come? <i>Webegg</i>! E qui comincia l’evasività e la vaghezza della terminologia e dei significati. <i>Web</i> è un termine inglese attuale che è sinonimo di intreccio, ragnatela, rete, mentre <i>egg</i> significa uovo. Il nome <i>Webegg</i> (uovo nella rete) personalmente non l’ho mai sentito nominare e dire che io leggevo e mi informavo quotidianamente su quotidiani, giornali e riviste scientifiche come <i>Le Scienze, Scientia e Sapere </i>pubblicati in lingua italiana che si interessavano di ricerca scientifica. Tuttavia il termine <i>egg</i> è un termine che veniva utilizzato dai programmatori statunitensi della Microsoft perché erano chiamati “easter egg” cioè uova di pasqua quelle schermate che si ottenevano con opportuni comandi da tastiera in grado di far comparire sul video un disegno semplice fatto con i caratteri speciali [= / + e -]. Era un modo semplice di comunicare i propri nomi a chi lo avesse voluto se fosse stato a conoscenza della sequenza di comandi per riprodurli. Quindi la <i>Webegg</i> oltre questo non mi dice nulla. Ciò significa che questa piccola azienda non aveva valicato i confini regionali ed era sconosciuta in campo nazionale. <br>
Quali erano i titoli di studio universitari dei componenti di questa azienda? Lo si legge a pag.3 : “un <i>team </i>ristretto di lavoro composto da informatici, ingegneri, manager”. Ora mi può stare bene il termine <i>team </i>al posto di gruppo di lavoro, di ingegneri e di<i> manager</i> ma ho forti dubbi che a quel tempo ci fossero informatici veri e propri, nell’accezione molto specifica di laureati in informatica. A pag.4 si dice esplicitamente che del ristretto gruppo del <i>team</i> di Casaleggio uno è un ingegnere elettronico. <br>
Ricordo a questo proposito che il corso di laurea in informatica è simile ma al tempo stesso differente dal corso di laurea in ingegneria informatica perché il primo orienta alla formazione più teorica e logico-matematica in 4 anni mentre il secondo approfondisce di più gli aspetti tecnici e tecnologici, come l’hardware, studiati dal punto di vista delle teorie di elettronica, elettrotecnica e fisica in 5 anni. Inoltre bisogna attendere il 1992 per avere l’istituzione di un primo corso di laurea in ingegneria informatica passando da 4 a 5 anni perché prima di quella data l’informatica era una branca di specializzazione del corso di laurea di fisica o di matematica. Non posso escluderlo ma è difficile che nel 1998 ci fossero sul mercato tutti questi informatici usciti a frotte dai primi cicli di laurea. Dunque questa azienda era piccola e costituita tutta da neo ingegneri elettronici ed elettrotecnici, difficilmente informatici, la cui esperienza informatica afferisce più a un interesse personale che ai curriculi universitari veri e propri. <br>
Il libro aggiunge che era anche strategica. Perché strategica? Perché si dice che era nata “come joint venture tra una società inglese chiamata <i>Logica</i> e una società italiana dal nome <i>Finsiel</i>. Di lì a breve <i>Webegg</i> verrà assorbita in Olivetti, poi Telecom Italia”. Un po’ poco per la verità per capire qualcosa. Vediamo di chiarire meglio questi passaggi. <br>
Invero in successivi passi del libro si dice che strategica era l’azienda inglese perché operava in collegamento con organi governativi mentre in Italia i governi di allora non sapevano nemmeno cosa fosse la posta elettronica o un sito web. Io stesso creai il mio primo sito web proprio nel 1998 che è ancora in rete con la grafica del tempo a questo <a href="http://users.romascuola.net/vincal/">link</a>. <br>
L’azienda inglese ha un nome italiano <i>Logica </i>e non<i> Logic </i>come ci si aspetta che fosse e che si può trovare in un normale dizionario di lingua inglese. Perché? Forse per far passare come italiana un’azienda inglese? O meglio, perché non si voleva far capire che l’azienda era inglese ma italiana? Probabile. In ogni caso anche questo nome non l’ho mai sentito. Invece <i>Finsiel </i> si. Ricordo abbastanza bene che questo nome mi fu familiare perché più volte lessi che operava a livello nazionale nel settore software della ricerca da adoperare anche nel mondo della finanza e delle banche. <br>
E veniamo al dunque. Il libro dice a questo punto che: “L’uomo che guida quel team – un perito informatico, ex studente non laureato di fisica all’Università, diventato programmatore e analista, e poi amministratore delegato di quell’impresa – si chiama Gianroberto Casaleggio.
Perbacco, finalmente si scoprono gli altarini. L’uomo che guida il gruppo è un perito informatico non laureato in fisica all’Università. Casaleggio fu dunque un diplomato i.t.i.s., cioè un diplomato dell’Istituto Tecnico Industriale Statale, che ebbe competenze tecniche di tipo informatico. Si. Credo che sia verosimile. Un perito informatico o elettronico o di un’altra specializzazione possedeva a quel tempo un bagaglio di conoscenze tecniche e teoriche notevole se avesse studiato bene l’intero programma di studio. Io stesso sono stato per più di un decennio insegnante in un istituto tecnico industriale statale e il curricolo di questa scuola era completo. Poi, per il restante quarto di secolo, insegnai nei licei. <br>
Oltre alle discipline che si ritrovavano in tutte le scuole medie secondarie o liceali si studiavano un complesso di nozioni di matematica e di tecniche laboratoriali di buon livello. Pensate che in matematica si studiavano elementi di analisi matematica, teoria delle funzioni, calcolo di derivate e integrali, numeri complessi e matrici. C’erano attività laboratoriali di notevoli livello e <i>dulcis in fundo </i>anche elementi di Diritto ed Economia. Un raro caso di curricolo completo. <br>
Tra l’altro Gianroberto Casaleggio fu anche uno studente di fisica all’Università. Dai pochi dati che emergono dal libro sembra che questa iscrizione all’Università non sia stata sviluppata concretamente. <br>
E poi quale Università? Non lo dice esplicitamente ma immagino Bologna. Nel libro non si approfondisce la questione della iscrizione di Casaleggio all’Università. È stato solo matricola o si è fermato alle soglie della laurea? Fu laureando con la tesi pronta ad essere consegnata o no? Per quanti anni su 4 ha frequentato? Sono dell’avviso che tutto sia verosimile. Probabilmente vista la complessità e difficoltà degli studi, Casaleggio non si sentì in grado di proseguire gli studi perché fu costretto a sfruttare le sue competenze acquisite in precedenza col titolo di perito industriale ed ottenere un indispensabile posto di lavoro magari con un buono stipendio. E poi la laurea in fisica era molto difficile perché alla complessità del curricolo c’era la obbligatorietà della frequenza. <br>
Devo dire per completezza di informazione che il sottoscritto nel 1983 ormai docente di ruolo ottenne dal Ministero della P.I. l’incarico di commissario agli esami di abilitazione di Fisica, ex-classe di concorso XXXIII, nella Regione Toscana a Firenze. Qui vi erano alcune aziende che operavano in <i>Data center</i> con attività simili a quelle di Casaleggio ma con la prerogativa di essere vicini a Pisa che era il centro di ricerca telematico per eccellenza, tanto che il primo segnale di lancio di internet avvenne nel 1986 proprio da Pisa. A questo <a href="http://zenoaleko.blogspot.it/2016/04/1986-come-eravamo-quando-litalia-si_30.html">link</a> la mia riflessione su questo evento. Successivamente per un anno intero fui nominato a Venezia come Commissario di concorso a cattedre sempre di fisica e anche lì “a due passi da Padova” non venni mai a conoscenza di uno sviluppo notevole dell’informatica. <br>
Da questo punto di vista il libro dice cose verosimili, non romanzate ma frequentemente poco complete di dettagli più puntuali. Quello che finora appare è tuttavia che il racconto di Casaleggio informatico è dipinto con un certo grado di evasività strumentale, funzionale probabilmente alla caratteristica del suo carattere di persona schiva e riservata. <br>
Ma che tipo di lavoro ha fatto Casaleggio, capo del<i> team </i>della<i> Webegg</i>? Sempre a pag.3 c’è scritto che “il suo gruppo sta valutando in che modo le imprese italiane testate si servono di quell’abbozzo di<i> social network</i> che sono le reti aziendali alla fine degli anni novanta”. Colpisce la frase che si riferisce alle aziende che si servono di “quell’abbozzo di <i>social network </i>che sono le reti aziendali”. Qual è questo abbozzo? E poi fu in grado di capire lo sviluppo di questi <i>social network</i>? E soprattutto prima della fine millennio c’erano queste reti internet funzionanti con scopi da sociali network? <br>
Qui si può ragionare solo a ricordi incerti. I soli possibili <i>social network </i>che io ho conosciuto a quei tempi intorno al 1986 (fare stime precise è difficile) sono le vecchie BBS (<i>Bulletin Board System</i>), bacheche elettroniche, che adesso non esistono più. Furono delle piattaforme <i>forum</i> con interfaccia a caratteri per comunità che adesso definiremmo web ma che allora erano i primordi della telematica. Una BBS fu sostanzialmente un computer che utilizzava un software specifico (per esempio <i>Telix</i> in ambiente Dos) per permettere a utenti esterni di connettersi a esso attraverso la linea telefonica e un modem per utilizzare funzioni di messaggistica e scaricare file disponibili per gli utenti, il cosiddetto <i>file sharing</i>. Le BBS hanno raccontato la storia della telematica italiana prima di Internet. Furono utilizzate dagli amatori qualche lustro prima che uscisse il web e costituì i fondamenti delle prime comunicazioni telematiche amatoriali, dando vita alla telematica di base. Erano servizi gratuiti. A quei tempi di gratuito non c'era nulla. Pensate che la stessa internet oltre al pagamento del fornitore di servizi chiamato provider c'era la tassa governativa sui modem imposta dalla <i>Sip</i> che era notevole e poteva raggiungere le 200 000 lire. Ebbene io ne ho conosciute e frequentate due. La prima BBS del LISIS (040-398091) col dominio <i>M.LIS.TRIESTE.IT</i> era una bacheca elettronica dove si parlava di <a href="http://spazioinwind.libero.it/vincal/storia_oliroma/storia_olifisromane.htm">Olimpiadi della Fisica</a> messa a disposizione da una brava insegnante di matematica e fisica di un liceo veneto. La seconda si chiamava BBS Lario (031-267390) anche qui l'autore era un insegnate di matematica e fisica, questa volta lombardo. <br> Ma ritorniamo a noi.
Nella sfocata scrittura della prima pagina si intuisce che l’idea di Casaleggio era più centrata sulle reti aziendali intranet che non su quelle pubbliche. E comunque il fondatore del M5S si dice che fosse interessato alla<i> intranet</i> per la generica “gestione delle conoscenze”. <br>
Ho fatto cenno alle BBS perché l’uso che se ne fece a quel tempo ha a che vedere col fatto che riguarda il problema del controllo dal potere, dal denaro e dalla cattura delle informazioni personali che viene perpetrato su Internet (pensate ai vari Google, Facebook e Twitter con la gestione della privacy), tutti temi probabilmente cari a Casaleggio antesignani di<i> Rosseau</i>. Non dico cose ingannevoli se affermo che Gianroberto Casaleggio ha fatto suo il tema di Internet, mentre poco si parlava “di progetti, di cooperazione tra gli individui, della loro autonomia e della loro libertà di comunicare senza intermediazioni” e proprietari monopolisti. <br>
Quanti erano i componenti di questo team? A pag.4 si dice che erano in cinque. Solo di uno però si dice il nome e cognome, un certo Carlo Baffè ingegnere elettronico sconosciuto a me e ai più. La storia poi che Casaleggio era il Capo delle operazioni italiane della britannica <i>Logica</i> mi sembra una forzatura per far diventare ufficialità le operazioni di routine di Casaleggio e amplificare la forza del suo cognome. La notizia poi che non meglio identificati “operatori inglesi” si legarono a Casaleggio sembra più fantasia che realtà. E’ possibile che ci sia stato in Italia qualche sporadico incontro del gruppo di operatori inglesi con la <i>Webegg </i>più per giustificare una vacanza in Italia piuttosto che per parlare di progetti inesistenti e non confermabili in quanto ovviamente mancano documenti a sostegno di questa ipotesi. <br>
In relazione alle cose scritte nel libro mi sembra strano che non ci sia alcun riferimento alla IBM che era a quel tempo un colosso dell’informatica molto attiva sul mercato lombardo-emiliano. A questo proposito ricordo un particolare della mia vita che mi vide come testimone diretto di come operava un’azienda tecnologica che trattava informazioni come IBM sul mercato milanese. <br>
Dopo una supplenza annuale nell’anno scolastico 1973/74 ottenni la nomina dal Provveditore a docente incaricato a tempo indeterminato di Fisica e lab. preso un istituto tecnico industriale lombardo. Dopo pochi mesi ricevetti da IBM una lettera con la quale mi informava, dietro mio interesse, che nel mese di gennaio del 1975 ero stato invitato a Milano nella sede operativa per essere sottoposto a un test conoscitivo per essere assunto. Questo test consistette di 50 domande alle quali dare risposte in un tempo massimo di 20 minuti davanti a un incaricato che mi controllava prendendo appunti. Risultai ammesso alla fase successiva e fui invitato di nuovo nel mese di marzo ‘75 a un colloquio finale nel quale mi si fece presente che dopo una fase transitoria di 6 mesi avrei avuto la possibilità di triplicare il mio stipendio di professore di una scuola media superiore. Alla mia richiesta di chiarimento del tipo di lavoro che avrei dovuto svolgere mi si disse che avrei dovuto muovermi per le provincie lombarde ed emiliane a fare lavoro di supporto alla installazione di sistemi informatici aziendali. Quando capii che non avevo molte possibilità di fare lavoro di ricerca nei laboratori della IBM informai il presidente dello staff aziendale che mi intervistò, con suo stupore, che non ero interessato all’offerta di lavoro. Preferii mettermi un camice bianco in un laboratorio scolastico e svolgere esperimenti didattici con gli studenti piuttosto che snaturare i miei interessi passando dal mondo della ricerca al mondo del commercio. <br>
Ho voluto raccontare questo episodio perché a quel tempo le aziende informatiche erano poche sul mercato del nord Italia (quasi nulle nella parte rimanente d'Italia) e quelle poche avevano un solo obiettivo: far aumentare il fatturato. Mi rende pertanto soddisfatto leggere sul libro che le reti intranet “operative” servono a sostenere il business e le vendite. Quella non era certo l’industria 4.0 di oggi! Era industria di una volta, sintonizzata a fare impresa e denaro. Sono pertanto perplesso quando leggo che veniva dato spazio a un soggetto come Casaleggio che di tutto parlava tranne che di sostegno al business e alle vendite. <br>
Mi fermo qua tirando le somme della breve analisi fatta sopra. Cosa emerge in sintesi? La ricostruzione è verosimile. Le date più o meno coincidono. Quei pochi nomi coinvolti - a parte la <i>Finsiel</i> azienda dell'<i>Iri</i> che operava nel settore informatico poi passata alla <i>Telecom</i> - sono a mia memoria sconosciuti. Rimangono con certezza due valutazioni. La prima è la vaghezza delle descrizioni. Troppo incerte sono le note informative e poca è la possibilità di riscontro delle cose dette con atti ufficiali difficili da trovare. La seconda riguarda una certa ricorrenza nel volere mettere in evidenza che alla base di tutto c’era un “progetto ben preciso” legato alla prospettiva di futuro politico e di visione storica come sviluppo della società connesso con la <i>Information Technology</i>. Era impossibile a mio parere immaginare lo sviluppo della società futura fortemente dipendente dalla digitalizzazione. Insomma in Casaleggio così come descritto appaiono a mio parere esagerati i germi della sua visione futuristica della società. È verità tutto ciò o c’è una forte voglia di far apparire? <p>
<center><i>Bibliografia</i></center><p>
<p style="text-align: justify">
La bibliografia che presento è intenzionalmente proposta in forma ridotta perché tutti i testi sono stati pubblicati in date antecedenti agli inizi dell’attività di studio e di riflessione di Gianroberto Casaleggio. Il motivo è che ci si può fare un’idea dello “stato dell’Arte” della cultura informatica come essa fu e come si presentava agli albori della telematica e prima che si parlasse di <i>Webegg</i> e comunque fino al 2000. Non vi erano altri testi rilevanti in circolazione sul tema in lingua italiana. Per una bibliografia più approfondita si guardi al termine della <a href="http://zenoaleko.blogspot.it/2016/04/1986-come-eravamo-quando-litalia-si_30.html">pagina web</a> seguente. I primi quattro testi sotto riportati costituiscono il <i>corpus</i> degli scritti di Gianroberto Casaleggio. Vengono qui riportate le prime edizioni con il relativo anno di pubblicazione.
<p><p style="text-align: justify">
1.Gianroberto Casaleggio, <i>Movies Bullets. Cinema e management</i>, Milano, Il Sole 24 Ore, 1988;<br>
2.G.Casaleggio, <i>Il Web è morto, viva il Web</i>, Milano, Pro Sources, 2001; <br>
3.G. Casaleggio, <i>Webdixit. 1000 e più citazioni dalla Rete. pensieri e parole per un'azienda creativa</i>, Milano, IlSole 24 Ore, 2003;<br>
4.Gianroberto Casaleggio, <i>Web Ergo Sum</i>, Milano, Sperling & Kupfer, 2004;<p>
<p style="text-align: justify">
1- Baldini M., <i>Storia della comunicazione</i>, Roma, Newton & Compton, 1974; <br>
2- Berretti A. Zambardino V., <i>Internet Avviso ai naviganti</i>, Roma, Donzelli, 1982; <br>
3- Zou Luciana, <i>L'informatica</i>, Roma, Newton Compton, 1995; <br>
4- P. Attivissimo, <i>Internet per tutti</i>, Milano, Apogeo, 1996; <br>
5- P.Kekoe, <i>Lo zen e l'arte di Internet</i>, Milano, IlSole-24ore libri, 1996; <br>
6-E. Guidotti, <i>Internet e comunicazione</i>, Milano, F. Angeli, 1997; <br>
7-M.Calvo-F.Ciotti-G-Roncaglia-M.Zela, <i>Internet '98. Manuale per l'uso della rete</i>, Bari, Laterza, 1998; <br>
8-L. Tomassini, <i>Il futuro in rete</i>, Edizioni Telecom, 1998; <br>
9-Longo G. O., <i>Il nuovo Golem. Come il computer cambia la nostra cultura</i>, Bari, Laterza, 2000. <br>
<p style="text-align: justify">Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-31936874486888971432018-02-14T14:11:00.001+01:002018-02-14T18:43:32.005+01:00Politica, finanziamento dei partiti e tirata di orecchie.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br /></div>
<p style="text-align: justify">
Oggi ricevo e commento una <i>mail</i> inviatami dal tesoriere del Pd Francesco Bonifazi con la quale relativamente ai costi della politica mi invita a sostenere il medesimo partito con una donazione. Ecco la mia risposta.<p>
<p style="text-align: justify">
Caro dott. Francesco Bonifazi,
intanto grazie delle informazioni. Lei perora una nobile causa che riguarda il finanziamento trasparente di un partito, l’unico rimasto nel panorama dei partiti tradizionali. Degli altri è meglio tacere. <br>
Purtroppo non potrò esserle d'aiuto. La ragione sta nel fatto che ultimamente il Pd ha preso l'abitudine di sfiduciare dai notai i propri sindaci, peraltro meritevoli. Ad essere pragmatico penso che sarebbe stato più comprensibile sfiduciare i sindaci degli altri e non i propri. Ne conviene?<br>
Tra le tante altre cose le confesso che sono allergico al fatto che nella politica si facciano entrare notai e avvocati. Far dipendere il giudizio politico e il mandato di un sindaco dalla figura di un <i>Azzeccagarbugli</i> è l’ultima cosa che potrei giustificare nell’attività politica di un partito nazionale. <br>
Nel riconoscere che il notaio è intervenuto in maniera formalmente ineccepibile faccio altresì presente che l’intervento notarile ha creato, a mio giudizio, un<i> vulnus</i> nella vita politica del Comune di Roma. Questo <i>vulnus</i> deve essere inteso come una vera e propria sospensione della democrazia politica nel paese che solo agli elettori è dato possibile avere a fine consiliatura, ma mai a una segreteria di partito. Si ricordi che se in tutti i comuni si copiasse la sciagurata decisione romana non saremmo più in una società democratica ma in quella dei <i>soviet</i>. Pertanto e disgraziatamente dovrà fare a meno del mio contributo. Penso convintamente che per ragioni educative io debba lanciare un messaggio pedagogico chiaro a Lei e al suo partito per evitare in futuro sfrontatezze del genere.<br>
Sa, alle penultime elezioni a Roma avevo convintamente votato il Pd che presentava finalmente un candidato della società civile meritevole di fiducia. Devo dire che a tutt’oggi non ho ancora capito perché ci si è rivolti a un notaio per dimissionare lo stesso uomo che prima mi aveva invitato a votare. Ne conviene che questo atteggiamento è di tipo schizofrenico? <br>
In conclusione si rifaccia vivo al prossimo giro, nella speranza che nel frattempo il Pd sia rinsavito.<br>
Con poca cordialità.<br>
Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-45025990731419095682017-11-25T17:32:00.000+01:002017-11-25T17:32:06.102+01:00E’ meglio fare silenzio e agire che gridare e non modificare nulla.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br /></div>
<p style="text-align: justify"> La Presidente della Camera Boldrini e il Presidente del Consiglio Gentiloni in occasione della manifestazione contro il femminicidio hanno detto che: "uccidere una donna ogni due giorni e mezzo in Italia è un dato spaventoso". La violenza contro le donne è una vergogna, che sfregia tutto il Paese. Italia civile dice stop". Boldrini ha anche aggiunto che “si tratta di violazione dei diritti umani, non di un fatto privato".<br>
Siamo d’accordo. Su questo tema come su quello della sicurezza dei cittadini contro i delinquenti non si scherza e alla Camera la manifestazione di centinaia di donne è stata un successo.<br>
Però non basta. Ci piacerebbe ricordare alla Presidente della Camera e al Premier Gentiloni che non ha senso abbaiare inutilmente se poi non seguono azioni legislative coerenti con quanto auspicato. <br>
Non serve solo protestare anche vistosamente ma le Loro gentili grazie, in ragione dei ruoli che svolgono in Parlamento, dovrebbero soprattutto agire, proprio in sede legislativa per evitare sentenze ridicole a favore degli stupratori come più volte si è verificato da parte di una magistratura che applica le leggi. <br>
Questo significa che quei giudici che hanno prodotto sentenze annacquate lo hanno potuto fare perché le leggi della Repubblica lo permettono. Se invece di gridare contro il femminicidio si intervenisse pesantemente anche nella legislazione nessun giudice potrebbe diluire le sentenze. <br>
Dunque al capo del Governo e alla massima Autorità della Camera dei deputati ci si sente di rimproverare loro che è meglio <i>fare silenzio e agire </i>piuttosto che <i>gridare senza modificare la legislazione</i>. Fare una legge dura come è necessario in questi casi non solo sarebbe un deterrente ma darebbe anche certezza della pena e difficoltà a reiterare il reato. <i>Te capì?</i>
Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-11035593396358386092017-11-19T18:24:00.001+01:002017-11-19T18:24:50.593+01:00Serve un cambio di marcia: la scuola così com’è ridotta è arrogante e misera.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-WkdVh21kiEw/WhG-OSx0aWI/AAAAAAAAJbs/Kan0SgPt6aEmir25E7Ar6EeJ5YsWJaeDQCLcBGAs/s1600/un_liceo_romano.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://2.bp.blogspot.com/-WkdVh21kiEw/WhG-OSx0aWI/AAAAAAAAJbs/Kan0SgPt6aEmir25E7Ar6EeJ5YsWJaeDQCLcBGAs/s320/un_liceo_romano.jpg" width="320" height="186" data-original-width="205" data-original-height="119" /></a></div>
<p style="text-align: justify">È tempo che la scuola smetta di insegnare modelli di apprendimento sbagliati, frutto di scelte post-sessantottine ormai “foglie morte” controproducenti. Ritorni piuttosto a essere protagonista dell’educazione e della formazione dei giovani come lo fu prima del ’68. <br>
Questa premessa non vuole essere il tentativo di giustificare un intervento a gamba tesa nella politica scolastica parlando bene della scuola del primo ventennio post bellico. Semmai è la verità riconoscere i mali della scuola recente che da tempo non fa più il suo mestiere. In ogni caso la nostra, che poi è dei molti, vuole essere un’idea più o meno accettabile relativa al desiderio di chi vorrebbe vedere attuato un modello di scuola molto diverso da quello attuale che ha fallito miseramente e clamorosamente nel suo compito educativo. La situazione è sotto gli occhi di tutti. Qui non si dicono bugie. Semmai si dicono verità che sono scomode e “politicamente scorrette”. Ogni altra interpretazione è fuori dal senso di questo <i>post</i>.<br>
Partiamo dai dati nazionali e internazionali che dicono all’unanimità che l’attuale scuola secondaria italiana (media, liceale e tecnico-professionale) non educa, non forma, non informa e, ciò che è più grave, non civilizza. Si, perché siamo addirittura al concetto elementare di <i>senso civico</i> che la scuola non riesce più a impartire. Troppi errori, troppe scelte politiche errate, ingenue, inefficaci e populiste (diremmo oggi) hanno portato la scuola “più bella del mondo” ad essere un modello diseducativo dovuto a pseudo riforme tutte sbagliate e una peggiore delle altre. <br>
E’ giunto il momento di fare autocritica. Si tratta di avere l’onestà intellettuale di riconoscere che l’unica maniera per evitare il dramma della distruzione di qualsiasi processo educativo è quella di partire non da un ulteriore processo di riforma che si “aggiunga” agli altri ma di una rivoluzione autentica. In poche parole ci vorrebbe una decisione attraverso la quale invece di percorrere sentieri educativi che producono “la peggiore gioventù” in percorsi pensati a produrre “la meglio gioventù”. Questo percorso l’Italia lo ha già avuto e ha funzionato egregiamente.<br>
Ormai non bastano più le “buone scuole”. Ci vuole un ritorno allo spirito e alle norme della scuola degli anni pre-sessantottini. Punto e basta. <br>
La scuola di oggi, ovvero il <i>nulla</i> culturale ha prodotto la peggiore concentrazione di somari per unità di tempo che si iscrivono all’università. La causa è nota: politici, ministri e pseudo-pedagogisti di matrice marxista e cattolica hanno creato una scuola che è un autentico inferno luciferino su tutti i piani educativi. Nei programmi, nei metodi, nella docimologia, nel senso civico e della educazione, nella organizzazione abbiamo una scuola che produce ignoranti, maleducati, bulli e distruttori delle belle cose.<br>
La scuola post-sessantottina produce e coccola bande di studenti che fanno scorribande tutto l’anno per non studiare con una normativa che non solo impedisce gli abusi ma li sollecita. I “cento giorni”, gli assemblearismi mensili, le “autogestioni”, le violenze fisiche e sessuali, il <i>mobbing</i> nei confronti dei più deboli, la droga, le connivenze dei genitori che sono i primi a sollecitare scioperi e "prese della Bastiglia" perché non accettano i voti e gli insuccessi dei propri figli hanno trasformato la scuola nel migliore dei casi in un ring, nel peggiore dei casi in fortini <i>Fort Apache</i> assaltati da bulli, violenti, distruttori che pretendono di fare ciò che le norme vietano solo a parole. Basta. Non se ne può più.<br>
Per essere chiari la prima terapia è la sospensione di tutte le prassi negative che da decenni infestano gli istituti scolastici statali che incidono negativamente sui comportamenti degli studenti e sul loro apprendimento. Zero pseudo diritti e massimo recupero dei doveri significa smetterla con l’oppio dei decreti delegati. Ripristinare la pax relazionale corretta significa che tutte le scuole si devono uniformare a un solo scopo: studiare e insegnare. <br>
Reintrodurre la motivazione allo studio è possibile e dovrebbe costituire lo scopo fondamentale della nuova scuola, con l’obbligo di realizzare saperi mediante la nozione, ovvero conoscenza reale e non superficiale di ciò che si studia. Abrogare tutte le norme legislative dal 1975 in poi e ritornare a prima dei decreti delegati. Reintrodurre la logica del vecchio liceo classico e scientifico adattandolo alle nuove tecnologie e alle vecchie competenze. Altrimenti sarà tutta una illusione: si perderà tempo e denaro.
Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-91675118043998105292017-11-08T22:22:00.000+01:002017-11-09T07:50:52.392+01:00Una massa di cinici e malvagi in giacca e cravatta in Parlamento.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br /></div>
<p style="text-align: justify"> Mai vista una classe politica di governo così inadeguata come quella italiana. I nostri governanti sono diventati miopi e sordi davanti a una realtà incontrovertibile di società ormai sbrindellata nella tenuta dell’etica e del senso civico che reclama interventi legislativi forti nel campo dei delitti contro le persone. <br>
In poche parole in Italia oggi c’è una magistratura che a causa di rattoppi legislativi e di buchi normativi che si sono realizzati nel tempo hanno tolto efficacia alle norme del codice penale. La conclusione è che il medesimo Codice è diventato sostanzialmente inutile e totalmente inadeguato nella definizione delle pene ai criminali. <br>
Quante volte abbiamo letto sui giornali che un anziano o una giovane hanno subito violenza da un loro nemico e i tribunali salvano il reo con condanne simboliche e inaccettabili perché lo prescrive il codice penale? Quante volte le vittime di violenza hanno dovuto nascondersi perché tra le pieghe degli articoli del codice vi era un comma che permetteva al reo non solo di non andare in galera ma che addirittura andasse ad abitare a pochi metri dalla vittima in attesa di una sentenza che non arriva mai? <br>
Ormai questi casi non fanno più notizia, così come non fa più notizia la protesta di molte vittime che al danno devono subire anche la beffa dei rei che vengono scarcerati dalla magistratura. <br>
Viene da Ostia l’ultima notizia che un giornalista è stato aggredito da un membro del clan locale riportando il setto nasale rotto. Sarebbe facile dire che chi fa violenza ha sempre torto. Parole che ormai nel registro della cronaca non hanno più alcun significato. Con questo slogan il problema non solo non lo si risolve ma lo si trasforma in un rito, inutile e oltraggioso per le vittime.<br>
Il problema è più generale. In Italia il codice penale è ormai totalmente inadeguato a fronteggiare la violenza di coloro che non hanno rispetto della persona umana. E’ inutile girare intorno al problema perché questa è la verità. I politici, soprattutto quelli di governo, chiudono occhi e orecchie ai bisogni di giustizia dei cittadini. In un paese serio questi politici sarebbero stati mandati a casa e i nuovi politici avrebbero approvato nuove leggi più efficaci e più in sintonia con la domanda di sicurezza dei cittadini. Invece da noi questi politici - <i>premier</i>, ministri e responsabili dei partiti - non intervengono mai in sede legislativa per cambiare le norme adeguandole ai nuovi reati che si beano di parole come tolleranza e libertà. Quando tutti questi intelligentoni capiranno che la via maestra è quella della modifica legislativa del codice penale sarà troppo tardi.<br>
Uno Stato serio avrebbe messo da tempo la fiducia su un provvedimento legislativo ormai ineludibile e in grado di evitare il ripetersi di fatti come Ostia, che riguardano addirittura il senso stesso della democrazia. Ma qui stiamo parlando di uno Stato serio non di uno Stato in cui il partito di maggioranza al governo pensa di bloccare le intercettazioni colpendo i giornalisti e non offrendo uomini e mezzi alle forze di polizia. Alle prossime elezioni il Pd diventerà irrilevante.Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-59506187329304574132017-10-21T09:50:00.000+02:002017-10-21T09:53:59.281+02:00Il vero problema dell'integrazione<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Il marocchino che incendia la casa in cui abita e uccide tre dei suoi quattro figli come esempio più recente è l'ennesima tragedia di un immigrato arabo che non possiede gli strumenti culturali occidentali per accettare la sua nuova realtà.<br>
Il vero problema dell'integrazione è l'accettazione degli aspetti valoriali della persona che abbiamo noi in casa nostra. Questi aspetti che attengono alla sfera dei principi legislativi non si interiorizzano dalla sera alla mattina ma hanno la necessità di essere prima insegnati ai migranti e poi applicati da loro concretamente. <br>
Il processo di crescita educativa richiede tempo, impegno e risorse. Ci vogliono dei centri didattici che si occupino di formare alla cultura occidentale i migranti tutti (espuntando dal loro pensiero di base la cultura della vendetta e valorizzare la cultura dei diritti e dei doveri, insegnare la lingua italiana, la Costituzione e le linee principali del diritto italiano, etc.).</br> Care Autorità politiche (governo, parlamento, partiti, organizzazioni no profit) se non capirete questo semplice assunto sbaglierete sempre.
Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-38115657882166816792017-10-02T13:14:00.000+02:002017-10-16T11:56:58.918+02:00Quando è troppo è troppo: basta con il deficit etico delle Commissioni d’esame.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<p style="text-align: justify"> Ho provato irritazione quando i giornali hanno scritto recentemente articoli relativi alla questione degli arresti di docenti per avere truccato i risultati di alcuni concorsi nelle università. Fin da giovane, da quando ho frequentato le prime lezioni all’università, ho sentito spesso parlare di piccoli scandali relativi ai favoritismi che certi baroni universitari producevano in virtù del loro potere baronale per offrire a parenti e amici posti di insegnamento nelle università. Uno di questi scandali per esempio ha riguardato il fatto che per trovare posto a un figlio di un barone è stata creata ad hoc una cattedra nella Facoltà di Lettere di una università siciliana, il cui insegnamento ha preso il nome di “Psicologia dell’automobilista”. <br>
Oltre questi antipatici fatti che comunque sono da stigmatizzare e da estirpare non c’è mai stato nulla di eclatante che permettesse l’arresto di alcuni di questi notabili. <br>
Da studente non mi occupavo di politica attiva, anche se ero perfettamente consapevole che vivevo un periodo importante di cambiamenti della società italiana. Erano gli anni dal 1965 al 1969. Io ho vissuto il cosiddetto ’68 in prima persona, comprese le contestazioni e in alcuni casi la violenza degli studenti più ideologizzati che hanno bloccato più volte la didattica e gli esami. Come studente fuori sede mi preoccupavo di seguire le lezioni e di studiare. Non frequentavo pertanto alcun movimento di contestazione. Anzi, nel 1968 ho subito direttamente le conseguenze di quella follia perché più di una volta ho dichiarato che non accettavo la violenza fisica e psicologica nelle aule dell’università. In più ho perduto la possibilità di dare un esame nella sessione di febbraio del 1969 perché la mia facoltà rimase bloccata per occupazione dei collettivi studenteschi. <br>
Le notizie degli arresti dei 7 titolari di cattedra, di cui alcuni addirittura di Diritto tributario, e dei 22 procedimenti di arresti domiciliari di altri docenti di Firenze e dintorni mi hanno indotto a rompere le righe di un insopportabile silenzio e dire la mia su questa squallida vicenda. In particolare mi soffermerò sulla dichiarazione del Presidente dell’Autorità anticorruzione, il magistrato Raffaele Cantone, il quale ha testualmente detto che: «negli atenei c’è un deficit etico, per cui è necessario cambiare le commissioni nei concorsi dei docenti». <br>
Dunque, se non ho capito male, i <i>media</i> e la magistratura anticorruzione sono convinti che c’è un problema di aeticità nel nostro sistema di reclutamento scolastico tanto da far dichiarare senza mezzi termini che le commissioni d’esame fino a quelle dell’abilitazione sono inaffidabili. <br>
Dico subito che c’era da aspettarselo ed è grave che le autorità di controllo universitario abbiano abbassato la guardia fino a giungere al limite della connivenza. A questo proposito affermo che se responsabilità c’è stata, essa è tutta contenuta nella nomina dei componenti delle Commissioni che hanno il delicato compito di valutare e giudicare i candidati. Il cancro sta tutto in questo limbo delle nomine delle Commissioni, perché come si dice in questi casi “sono andati nei posti giusti i vincitori sbagliati”. <br>
Sono testimone oculare nonchè responsabile in prima persona di un fatto increscioso accadutomi nei primi anni ’80 che adesso racconterò per dimostrare come si possano evitare intrecci e garbugli simili a quelli commessi dagli arrestati se si è seri nei processi di svolgimento concorsuali. <br>
Come docente di ruolo di scuola media superiore sono stato in quegli anni nominato dal Ministero della PI a Venezia componente di una commissione di esami di concorso a cattedre per docenti. La commissione era composta da tre elementi: il Presidente, che era un preside di Milano, un docente di ruolo di Brescia e il sottoscritto. Appena prima della prova scritta i due non si sono presentati perché hanno rifiutato l’incarico. La Sovrintendente Scolastica dell’Ufficio Interregionale per il Veneto e il Trentino-Alto Adige, preoccupata del loro ritiro, la sera prima della prova scritta mi convoca alla Sovrintendenza scolastica del Veneto in <i>Cannaregio 6099</i> e mi informa che alla prova scritta avrei dovuto sostituirli e cavarmela da solo. <br>
L’indomani, durante una fredda e innevata mattinata di metà dicembre, mi presento nella sede di esame con largo anticipo per iniziare le operazioni preparatorie e firmare un migliaio di fogli di carta protocollo già timbrati da consegnare ai candidati per la prova scritta, nonché completare tutte le operazioni di verbalizzazione della prova. Alle ore 9.00 in punto, con la collaborazione di decine di docenti di sorveglianza distribuiti su due turni, consegno ai 161 candidati dislocati nelle classi dell’Istituto dell’<i>ITIS</i> “Zuccante” di Venezia-Mestre il testo della prova e leggo a tutti le condizioni di esclusione dal concorso. Tra queste condizioni ne cito una sola a causa del fatto che essa manifesterà in tutta la sua importanza il motivo della eticità o meno durante lo svolgimento dello scritto. Sarebbero stati esclusi dalla prova scritta della durata di 8 ore "tutti coloro che sorpresi da un membro della commissione a copiare avessero commesso l’illegalità del plagio". <br>
Alla fine del primo turno di sorveglianza vengo raggiunto nei locali della Presidenza della scuola da una anziana docente sorvegliante che a fine turno mi informa di avere visto che alcuni candidati copiavano brani da libri e fotocopie e che i colleghi destinati al controllo nelle aule invece di controllare i candidati controllavano me che non venissi all’improvviso nelle classi. Irritato e amareggiato da questa situazione che denotava una doppia immoralità, relativa non solo al fatto che io avevo avvertito tutti delle condizioni di esclusione ma che il solo controllato tra i presenti ero io e non i candidati, agisco in fretta. Con uno stratagemma colgo di sorpresa in alcune aule candidati e sorveglianti contestando a tre candidati le irregolarità e criticando l’operato del personale di sorveglianza. In poche parole riporto a verbale quanto successo, né più né meno, allegando le fotocopie sequestrate e i numeri delle pagine del manuale copiato. Dopo aver letto loro gli addebiti di contestazione da me verbalizzati e aver fatto firmare il verbale ai tre candidati li ho espulsi. Fu una giornata molto faticosa perché la prova e le relative operazioni di chiusura dei plichi mi fecero stare al lavoro fino a tarda sera senza mangiare e con un solo cappuccino servito in un bicchiere di plastica. <br>
Durante le successive festività natalizie ricevetti la telefonata di una signora che voleva convincermi a firmare una dichiarazione con la quale smentivo me stesso per le cose scritte nel verbale di contestazione degli addebiti. La signora era la madre di un candidato espulso che aveva fatto ricorso al Ministero della PI per invalidare la mia decisione di espellere il figlio. Tuttavia le fu detto che le considerazioni presenti nel verbale e l’elenco delle prove esposte dal sottoscritto, formalmente ineccepibili, erano schiaccianti tanto che l’ispettore tecnico preposto fu ascoltato dal dirigente superiore della Direzione Generale del Personale e degli Affari Generali che si convinse a rigettare il ricorso. La conclusione dolorosa fu che i tre espulsi non ottennero l’annullamento del mio provvedimento e perdettero la possibilità di continuare le successive due prove pratica e orale. In riferimento poi all’esclusione dei tre candidati la commissione, durante le operazioni di valutazione degli elaborati, procedette all’annullamento di ben 8 elaborati perché individuò sicure e comprovate prove di plagio. <br>
La morale della favola di questa storia vera e provabile, risalente a più di tre decine di anni fa che non avevo mai raccontato prima è semplice, e cioè che i timori dell’Autorità anticorruzione sono tangibili e maledettamente concreti ma che è possibile porre un argine alla voracità degli immorali mediante nomine di commissari onesti e consapevoli, in grado di giocare un ruolo di salvaguardia dei criteri di equità, giustizia e merito dei candidati. <br>
Se il Ministero della PI lo avesse voluto e avesse continuato a volerlo, con il suo corpo ispettivo, avrebbe potuto intervenire sempre e in ogni luogo per evitare questi sconci e squallidi commerci. <br>
Non per polemizzare ma per chiarire bene come stanno le cose desidereremmo conoscere dal Ministero della PI la statistica di quanti candidati sono stati esclusi per espulsione dalla data del concorso sopra esposto indetto agli inizi degli anni ‘80.
Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4148797.post-4150438822909600062017-07-09T13:46:00.000+02:002017-07-09T13:46:14.641+02:00Visione distorta del mondo.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-BX6cxIW_Qm0/WWIXPGRGt_I/AAAAAAAAI8o/Tj4wkfqDiY0EhVaC12zkbFHZBxsJRSpwwCLcBGAs/s1600/putin%2BXi%2BJinping.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://3.bp.blogspot.com/-BX6cxIW_Qm0/WWIXPGRGt_I/AAAAAAAAI8o/Tj4wkfqDiY0EhVaC12zkbFHZBxsJRSpwwCLcBGAs/s320/putin%2BXi%2BJinping.jpg" width="320" height="170" data-original-width="350" data-original-height="186" /></a></div>
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A leggere le scarne note giornalistiche inerenti ai risultati del <i>G20 </i>ad Amburgo risulterebbe che due <i>Signori</i> di questo <i>Alto Consesso</i> siano degli irresponsabili. Parliamo al condizionale perchè le notizie che riguardano questa dichiarazione sono poche e difficilmente controllabili, peraltro racchiuse nel solo titolo dell'articolo dei giornali, che recita testualmente: «Russia e Cina si dichiarano contrarie a sanzioni ai trafficanti». Questo il fatto che adesso commenteremo brevemente.<br>
A prima vista la dichiarazione sembra una provocazione fatta da due irresponsabili. Sebbene l'aggettivo sia troppo forte noi siamo dell'idea che la dichiarazione merita una nota di biasimo considerevole per motivi che adesso chiariremo. <br>
Il mediterraneo in questo periodo sembra un lago o meglio un'autostrada che porta fiumi di migranti dalla sponda africana a quella europea. Ciò è possibile perchè un’organizzazione criminale, composta da pirati senza scrupoli, depreda i migranti (bambini, donne e uomini) dei loro averi e mette a repentaglio la loro vita su barconi insicuri. Più criminali di così non si può. La stessa mafia siciliana al cospetto sembrerebbe essere un’associazione di chierichetti. Ebbene la coppia di Capi di governo che fa? Invece di collaborare con le autorità dell’Unione Europea per contrastare questo genocidio perpetrato con cinico calcolo dai criminali negrieri dichiara che gli stessi trafficanti non devono essere perseguiti. Com'è possibile che decidono di fare una dichiarazione così provocatoria da non accorgersi di nulla?<br>
Evidentemente c'è dell'altro che noi non conosciamo. Dunque, c'è da approfondire la questione e soprattutto c'è da conoscere l'opinione di organi di informazione differenti che finora hanno fatto gli gnorri. <br>
Oggi la stampa continua a non aggiungere nulla a questo riguardo. A noi non rimane altro che scrivere poche cose circa il fatto che il problema dell'immigrazione pone ai governi e alla nostra coscienza la domanda ineludibile che la tratta degli immigrati rimane un crimine contro l'umanità e non sarà la dichiarazione di due Capi di governo, peraltro asiatici con forti interessi in Africa, a farci cambiare opinione.<br>
Il problema in ogni caso non si risolve con la chiusura di porti e/o con respingimenti in massa ma con una politica che faccia comprendere ai governi africani che è più conveniente per loro evitare questa colossale migrazione biblica e fornire investimenti per i loro paesi per compensare l’impegno di evitare nuovi esodi. Nell’immediato l’Italia ha strumenti di persuasione nei confronti dell’UE. Li adoperi. Infine, l'Italia ha attualmente un posto nel Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Lo faccia diventare strumento di persuasione a livello mondiale oltre che europeo.
Zenohttp://www.blogger.com/profile/10901123945051384450noreply@blogger.com1