venerdì 18 aprile 2014

Grillo: un crescendo da vendicator frustrato.


Le cose stanno così. Un movimento politico gestito in forma privatistica da un Signore che di professione fa il comico si presenta per la prima volta alle elezioni nazionali. Dice che desidera fare gli interessi dei cittadini. Vuole fare pulizia dell’imbroglio in Parlamento. Sviluppa una campagna elettorale all’insegna dell’etica più radicale. Il motto che propone, in tutte le salse e in tutte le piazze, è che deve essere azzerato il finanziamento pubblico ai partiti. La sua campagna è efficace perché progetta un governo che obbligherà tutti i politici a vivere con un normale stipendio eliminando di fatto e definitivamente il malaffare dei parlamentari corrotti dai soldi pubblici. Dichiara altresì che voterà i disegni di legge che saranno in sintonia col suo programma da qualunque parte essi perverranno. Anzi, rafforza l’idea affermando che non avrà alcun problema a votare leggi che si muoveranno nella direzione dell’etica nella politica. Come risultato ottiene una grande affermazione elettorale e arriva a percentuali di voto mai visti nella Repubblica. Purtroppo, non essendo coalizzato con alcun partito, non riesce a tramutare il successo in maggioranza assoluta. In pratica, la torta elettorale è spartita in tre tronconi e nessuno dei tre capi partito ne esce vincitore. Nelle consultazioni per il nuovo governo dice no a tutti e “a prescindere”. Afferma che non farà mai un governo con nessuno. Ma l’aspetto più paradossale è che cerca in tutti i modi di non permettere la nascita di un qualsivoglia governo, e non vuole sentire parlare di maggioranza con l’altro leader che voleva “smacchiare il giaguaro”, il quale lo implora di permettergli di guidare il governo, anche alle sue condizioni. A questo punto, la legge matematica impone il solo governo possibile formato dall’unione dei due rimanenti tronconi. In pratica 33% + 33% = 66% e si fa il governo delle “larghe intese”. Non ci sono altre possibilità. Il comico si arrabbia con tutti e dice che farà ostruzionismo totale. Questi sono fatti, non opinioni. Aggiungiamo che avendo ostacolato qualunque forma possibile di governo “a prescindere”, non permette di creare le condizioni di mantenere l’impegno preso in campagna elettorale di votare leggi proposte da altri che coincidono col suo programma. Curioso atteggiamento il suo: dice una cosa ma fa di tutto affinché non possa verificarsi. Qualunque proposta di legge a lui non va bene. La tiritera è sempre la stessa, anche quando la proposta di legge va nella giusta direzione. Lui afferma sempre che si tratta di leggi “annacquate e insufficienti”. Il governo dopo un anno cambia per la presenza di un nuovo premier e lui continua a dire no a tutto e a tutti. Non solo. Impone al suo movimento di produrre il massimo dell’ostruzionismo possibile e addirittura invita i suoi a fare violenza, anche fisica, con l’occupazione illegale di alcune aule del Parlamento e dei posti nei quali si siedono i ministri. Urla, grida, parolacce, aggressività gratuita, esposizioni di cartelli, violenze verbali e rabbia canina contraddistinguono sistematicamente i suoi parlamentari. Espelle dal movimento una decina di suoi eletti perché non la pensano esattamente come lui. E non sembra che sia finita. Arriva persino a fare indignare gli ebrei italiani, usando toni e simboli che storpiano l'Olocausto per attaccare il Presidente della Repubblica e i capi dei due partiti che hanno permesso la formazione del governo delle “larghe intese”. Vero è che uno dei due capi nel frattempo è stato condannato per frode fiscale e viene inviato ai servizi sociali per completare la condanna. Questi sono fatti, non opinioni. Che dire di questo comportamento basato sul non "a prescindere"? Ci chiediamo: perché questo comico non ha permesso la formazione di un governo concordato fra lui e il partito di maggioranza relativa su un programma di suo gradimento? In fondo in fondo è stato votato per realizzare il cambiamento, o no? Perché ha sacrificato questa possibilità in favore della purezza dell’estraneità a qualunque governo? Noi abbiamo una ipotesi. Non piacerà ma è, e rimane, un tentativo di spiegazione. Il comico in questione sta realizzando una vendetta personale. Si. Una vendetta personale. Come nei film western di Sergio Leone. Perché? Perché a suo tempo è stato escluso dalla televisione pubblica dopo una sua performance comica contro un partito di governo. L’astinenza per anni dalla Tv pubblica ha prodotto in lui una vera e propria malattia, sviluppando in lui la sindrome di Sansone: “chi se ne frega del paese! muoia Sansone con tutti i filistei”. Per favore. Basta con la retorica del grillismo. Si tratta solo di un vendicatore inadeguato (il comico Crozza lo chiama Lord Blog) che sta sfruttando la politica per realizzare una sua ambizione personale e produrre sconcerto in tutti. Dichiara che tutto è “una guerra”. Fate attenzione perché alla fine, illudendo tutti, i comici vendicativi possono produrre più guai dei politici imbroglioni.

1 commento:

Giancarlo ha detto...

Quando l'estremismo si fa settario allora è fanatismo , per capirci bene è lo stesso che muove parti, fortunatamente solo parti della sinistra radicale e frange della controparte politica.
Quando il fanatismo riceve, sia pure parzialmente. sostegno elettorale dalla opinione pubblica allora esso può diventare onnipotenza.
Tornare al 45 come lui ha ipotizzato significa ipotizzare quella guerra di pulizia che Togliatti cercò di evitare. Questo è il signore di cui si parla, chi non è con me è contro di me quindi mio nemico, non avversario, ed il nemico lo si debella anche fisicamente.
Se chi lo segue non ha ancora capito tutto questo è irrecuperabile, come lui. E, come lui, ne ha la responsabilità morale !

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