venerdì 30 novembre 2012

Occupazione e terapie occupazionali.


Tra i dieci punti del programma del candidato alle primarie del Pd Pierluigi Bersani sono presenti delle "incongruenze" di metodo non di poco conto. Un esempio tra tutti è quello che riguarda il lavoro. Dice Bersani: «il lavoro è la priorità: creare nuovi posti di lavoro e dare dignità ai lavoratori». Chi non è d’accordo su una dichiarazione del genere? Il progetto è ottimo e l’idea di creare nuovi posti di lavoro è eccellente. La diagnosi alla malattia di un paziente però non è la terapia. Quello che conta veramente è la cura da dare al paziente per guarirlo. E qui cade l’asino. Bersani sa che il vero problema è la terapia. Dire la terapia è scoprire le carte. Significa dire come creerà concretamente i nuovi posti di lavoro. Significa proporre un modello occupazionale che soddisfi le idee di un politico di sinistra. Dovrebbe dire con quali soldi. Dovrebbe specificare il capitolo di spesa da dove andrebbe a prendere i denari da investire per creare più occupazione. Dovrebbe chiarire che tipo di posti di lavoro creerebbe. A quali lavoratori si riferisce il candidato premier alle primarie? Solo a quelli dell’art. 18 che perderebbero il posto? O anche ai giovani e ai disoccupati che non hanno mai avuto protezione da accordi sindacali? Questo modo di procedere è scorretto. Bersani si presenta come uno zio paterno, illusorio, ingannevole, che ha ricette nascoste. In verità non lo vuole dire, ma aggiunge sottovoce: “non disturbate il conducente”.

giovedì 29 novembre 2012

La rottamazione dei politici sfrontati.


A proposito di Pdl e di governo Monti, Silvio Berlusconi dichiara che “è necessario cambiare tutto”. A suo dire l’UE, l'euro e la Merkel in politica estera, Monti, il PD e gli ex AN in politica interna sono il vecchio che deve cambiare. Ha detto proprio così! Berlusconi sfrontato? Dichiararlo solo sfrontato è poco. La sua strategia è sempre la stessa: fa fallire un’impresa e poi dice che solo lui può salvarla. In più, usa e sfrutta i suoi “collaboratori” spremendoli come un limone e poi li getta via. Adesso vuole carta bianca per modificare addirittura la Costituzione che, a suo dire, impedisce al premier di poter governare. Considerazioni. Silvio Berlusconi è un pifferaio ipocrita e sfrontato. A cambiare non deve essere la Costituzione ma la sua testa. La ragione sta nel fatto che è inaffidabile e ha dimenticato in modo spudorato che nel precipizio della crisi ci ha portato lui. Ve lo ricordate quest'uomo quando diceva che la crisi non c'era e che i ristoranti e gli aerei per i vacanzieri erano pieni di italiani che andavano a divertirsi? Bugie e falsità. Ormai è stato smascherato dalla sua insipienza e inaffidabilità. Ed è inutile che giochi col vecchio teatrino di riesumare “Forza Italia”. «Se non è zuppa è pan bagnato» : nessuno lo prenderà più sul serio. E' ormai squalificato a vita e il suo giochino di essere l’uomo della Provvidenza non incanta più nessuno. Con le prossime elezioni avrà la giusta rottamazione che si merita.

mercoledì 28 novembre 2012

Se si vuole, si può ottenere più equità e giustizia.


Uno dei problemi fondamentali della società italiana è la richiesta di giustizia e di equità inevasa dalla politica. Chi ha più soldi si sceglie l’avvocato più costoso e vince le cause. Chi è povero perde sempre. La domanda diventa a questo punto: «è possibile introdurre più equità nel sistema delle dispute socio-economiche della giustizia»? La risposta è si, se ci si toglie dalla mente la ricerca a tutti i costi della perfezione del sistema giuridico a favore della pragmaticità. In questo caso c’è una sola possibilità. Quale? Che venga imposto per legge il principio che chi ha ragione deve avere subito la sentenza di 1° grado. Sembrerà banale ma l’unica soluzione è questa: una legge con la quale si sostituisce il processo di 1° grado con una sentenza emessa da un solo giudice, sorteggiato tra tutti, dopo una sola settimana dall’inizio del processo. Lasciamo immaginare a tutti le conseguenze di questa rivoluzione.

martedì 27 novembre 2012

Una piccola questioncella.


Il ballottaggio tra Matteo Renzi e Pierluigi Bersani non ci appassiona ma ci interessa molto. I due sono diversissimi e si trovano nelle condizioni ideali di creare interesse al confronto delle idee nella contesa per la corsa alla leadership della sinistra. Lo abbiamo visto dall'enorme successo mediatico delle primarie. Per quanto riguarda il ballottaggio si profila all'orizzonte la peggiore delle sciagure. Quale? Lo diciamo in forma brutale: il potere di condizionamento di Vendola su Bersani per appoggiarlo al 2° turno. La nostra preoccupazione è che Vendola riesca a dettare l’agenda a Bersani nel nome non del “profumo” della sinistra ma dello “stallatico” della sinistra, tipico odore dei compagni del “senza se e senza ma”. Ma ve lo immaginate un ricattuccio del compagno Niki nell’imporre un’agenda anti-Monti al futuro premier Bersani basato sul diktat del niente pareggio di bilancio nel quinquennio 2013-17, niente europeismo nel Trattato europeo, annullamento di alcune riforme del governo Monti, etc. etc. in nome del profumo di sinistra? Le conseguenze di un tira e molla del genere tra B. e V.? Il potere di veto della truppa di parlamentari vendoliani, nominati dal Segretario del PD Bersani e "imposti" al Candidato leader del PD Bersani, come ai tempi del compagno Diliberto & C.? E si vuol sacrificare tutto il profumo delle primarie e della straordinaria partecipazione per un film dal finale vergognoso, tipo la caduta dei due esecutivi Prodi da parte dei compagni Turigliatto e Rossi di Rifondazione Comunista? Sarebbe un invito a nozze per Silvio Berlusconi. E noi sappiamo come si sa fare male la sinistra quando sta per vincere le elezioni. O no?

domenica 25 novembre 2012

Pannella e l’ossessione dell’amnistia.


Marco Pannella è diventato monotono. Ripete sempre la stessa litania che è diventata per lui un’ossessione: ottenere l’amnistia per i detenuti. In realtà la battaglia che sta conducendo è più ambiziosa. Lui non vuole far uscire migliaia di detenuti dalle carceri e basta. No. Lui strumentalizza i carcerati perché vuole che lo Stato dichiari di “essere criminale”, come va ossessivamente ripetendo nelle carceri e attraverso la sua radio. Grida come un ossesso che lo Stato italiano è criminale perché ha le carceri sovraffollate. Invece di interessarsi degli anziani, abbandonati da tutti, esclusi dalla vita e “condannati addirittura in anticipo” da una società violenta e cinica, ha il chiodo fisso dell’amnistia. Se la prende col Presidente della Repubblica in modo insolente e da invasato. Si interessa ai carcerati e trascura gli anziani, soprattutto quelli poveri, poverissimi. Costoro non hanno i soldi per sfamarsi e di nascosto vanno nei mercati rionali per raccogliere frutta e verdura invenduta che viene buttata nei cassonetti dell’immondizia. Sono questi i casi che gridano dolore. Altro che far uscire i condannati. E’ qui che sono tutti assenti: radicali, onlus, politica e politici. Questa è la vera vergogna. La vera scelta di civiltà è aiutare gli anziani poveri e dare loro una possibilità di vita dignitosa. L’impegno di Pannella è invece polemico, ribelle, provocatorio. E come tale sterile.

sabato 24 novembre 2012

Urgenza e necessità del governo Monti.


Consideriamo il governo Monti una medicina amara ma necessaria. Il motivo riguarda il fatto che con il governo Berlusconi ci siamo trovati a un passo dal fallimento dello Stato. Una sconsiderata politica di governo del centrodestra e una crisi economica sottovalutata avevano portato l’Italia quasi alla bancarotta. In più, con un ex-premier come Berlusconi, delegittimato sia sul piano politico che morale e un Parlamento pieno zeppo di condannati e di furfanti il vero pericolo era un fallimento pilotato dai disonesti, con conseguenze nefaste per tutti. Chi parla male di Monti è in malafede perché fa finta di non sapere che la colpa non è del medico chiamato al capezzale del moribondo ma di chi lo ha ridotto in quello stato. E il volere negare questa evidenza dimostra la falsità di posizioni inaccettabili. Che poi Monti abbia imposto provvedimenti legislativi molto sbilanciati a favore delle banche e delle classi privilegiate, facendo pagare la maggior parte della crisi ai ceti più poveri, è verità palese. Ma questo, non lo si dimentichi mai, è perché lo hanno voluto gli italiani, ricchi e poveri, che hanno votato in massa Berlusconi, fornendogli una maggioranza blindata come non si era mai vista nell’intera storia della Repubblica. Adesso, come è accaduto dopo la caduta del fascismo, non si incontra più un sostenitore di Berlusconi. Sembra che gli elettori dell’Imbonitore non siano mai esistiti. Da “italiani brava gente” fanno gli gnorri, dopo avere saccheggiato tutto ciò che era possibile rubare. Ma la colpa è di Giufà o di chi gli è andato al seguito? Auguriamoci di arrivare alle elezioni al più presto possibile, di votare candidati puliti e onesti che abbiano firmato il Codice etico e di sperare che esca fuori un esecutivo autorevole in grado di ridare fiducia agli italiani. E smettetela di accusare Monti di essere la causa della crisi. Monti ce lo siamo meritati. Purtroppo.

venerdì 23 novembre 2012

L’imbroglio della nuova legge sulla diffamazione.


Cose da pazzi! Un Parlamento che manca di dignità, perché è strapieno di parlamentari inquisiti o condannati con sentenze di tutti i colori, ha deciso che per salvare il berlusconiano direttore del Giornale Sallusti sta varando una legge ad personam in cui invece di sostituire la pena carceraria per il direttore con una pena di risarcimento civile più o meno elevata a seconda della gravità, toglie la pena al medesimo e la introduce per i giornalisti. Già questo semplice fatto ha dell’incredibile. Ci sembra il “gioco delle tre carte”. Ma la conseguenza più singolare di questo voto dei parlamentari, che lo ricordiamo hanno votato col voto segreto e dunque senza vincoli e nella massima libertà, sono le conseguenze di questa scelta. Che cosa si sono inventati? Che se il giornalista firma l’articolo e viene condannato va in carcere mentre il suo direttore no. Se invece il giornalista non firma l’articolo non va in carcere né lui né, a maggior ragione, il direttore. E sapete chi decide se firmare o no l’articolo? Il direttore. Così i giornalisti e i direttori dei giornali berlusconiani che buttano fango su tutti i cittadini diffamando a più non posso potranno continuare a farlo "alla grande". Dunque, siamo passati da una legge attuale che penalizza solo il direttore, perché permette con la sua autorizzazione di non pubblicare il nome del giornalista (perché per esempio è radiato dall’Ordine) a una legge che penalizza solo il giornalista a condizione che il direttore lo voglia o meno. E' un contentino a Sallusti che è stato condannato con l’attuale legge. E così Sallusti e il suo omologo Belpietro di Libero potranno oliare la loro macchina del fango berlusconiana diffamando tutti e tutto. Complimenti agli attuali parlamentari, tra i quali ci sono un’altissima percentuale di condannati. Ecco perché è necessario che alle prossime elezioni i cittadini siano informati se il candidato Tizio abbia o meno firmato il Codice etico. Se non lo avrà firmato non lo voteremo mai!

giovedì 22 novembre 2012

Prima i cioccolatini e poi il veleno.


Ci siamo. L’ora X si avvicina prepotentemente. L’invulnerabile Mussolini finì a Piazzale Loreto e Silvio Berlusconi? Non crederà mica di cavarsela con un semplice “sorry ho sbagliato”, no? L’ultima crepa dell’evaporazione della sua creatura il Pdl l’ha lanciata Isabella Bertolini che, dopo avere confermato che lascia Berlusconi insieme all’avv. Pecorella (ennesimo avvocato di una sfilza che iniziò con Dotti) lancia la sua condanna inappellabile e feroce dicendo del Cavaliere che gli ricorda il “Comandante Schettino”. Ma l’avreste mai immaginata la pasionaria Bertolini dire di Berlusconi che ha la responsabilità di aver fatto naufragare la nave del centrodestra? Ne vedremo delle belle. Basta saper attendere con pazienza e piacevole aspettativa. Nel frattempo ci godiamo l’attesa delle elezioni primarie del Pd, tanto lo si sa: prima o poi “tutti i nodi vengono al pettine”, caro il mio bel sciùr Berlusca.

mercoledì 21 novembre 2012

Volti nuovi? Se sono questi no, per carità!


Le Primarie del Pdl sono entrate nella fase finale della corsa. La novità di questi ultimi giorni è che il numero dei candidati si è tanto infoltito da diventare numeroso quanto lo spettacolare Reggimento dei Carabinieri a cavallo che a Piazza di Siena ogni anno fa la famosa carica. Tra i diciannove che si sono attualmente fatti avanti c'è anche Giorgia Meloni che si presenta perché è un volto giovane. E giù con la giaculatoria che si tratta di un volto moderno, giovanile, che rappresenta il nuovo. Chiariamo subito una cosa. In matematica la Teoria degli insiemi parla di insiemi e di sottoinsiemi. Orbene, se l’insieme dei “politici nuovi” comprende anche il sottoinsieme dei “politici nuovi fascisti” che non rinnegano le loro radici neofasciste, come dichiara Giorgia Meloni, allora per carità preferiamo tenerci il trio ABC a vita. Sperare che il volto nuovo di Giorgia Meloni possa dare all'Italia ciò che Berlusconi, insieme all'armata neofascista, ha distrutto irreversibilmente è pura follia.

martedì 20 novembre 2012

Perché i partiti tacciono?


Cosa avrebbero dovuto fare i tre partiti che costituiscono la maggioranza del governo Monti nell’anno sabbatico concesso loro dal Governo tecnico per dimostrare di avere compreso la gravità del momento politico che l’Italia sta attraversando? Questa domanda se la sono posta in molti. Noi, dopo aver letto l’articolo di Ernesto Galli della Loggia sul CdS di ieri, siamo d’accordo con la sua risposta. La proponiamo mettendo i nomi e cognomi, cosa che Galli non fa per non essere politically scorrect. Noi diciamo che i tre partiti avrebbero dovuto fare due semplici cose. La prima è che avrebbero dovuto avere l’obbligo di fare un bilancio del passato e giustificare il perché hanno permesso di arrivare a un passo dal fallimento dello Stato. La seconda è dire quali sono le ricette concrete per uscire dalla crisi. Invece non hanno fatto nulla, assolutamente nulla. Allo stato attuale la loro insipienza e inadeguatezza è totale. Nonostante abbiano avuto la possibilità di “andare in aspettativa” per un intero anno, questi politici non hanno riflettuto per niente, non hanno fatto autocritica e non hanno proposto nessuna soluzione. Al contrario hanno aumentato l’entropia del sistema e, dunque, la confusione. Chi sono costoro? Innanzitutto il maggiore responsabile delle condizioni di indigenza in cui versano gli italiani è Silvio Berlusconi. Non si deve mai dimenticare che il governo Monti è la conseguenza del disastro di Berlusconi e solo di lui. Non ci vengano a dire che la colpa è della crisi o dei sorrisetti della Merkel e di Sarkozy o, peggio dei comunisti. Il disastro ha una sola ragione: l’inadeguatezza e la inidoneità di Silvio Berlusconi a essere Capo dei governi di centro-destra. Poi, a seguire, naturalmente ci sono anche le responsabilità dei tre sfrontati ABC (Alfano-Bersani-Casini). Ma nulla a che vedere con le colpe dello svergognato di Berlusconi. Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno invece di indire congressi, riflettere e discutere sul disastro (tutto e solo italiano) dei conti pubblici e fare autocritica sulle cose che avrebbero dovuto fare Berlusconi e i “tre compari” non hanno fatto nulla, proprio nulla. E noi dovremmo avere fiducia in questi partiti con questi Signori alla guida? No. Una possibile soluzione è di mandare a casa i responsabili. Come? Ognuno veda come può fare più male ai tre: andare alle primarie e votare il loro maggior oppositore e votare, soprattutto, un partito che firmi un codice etico e sia contro tutti Lor Signori.

lunedì 19 novembre 2012

La rottamazione dei sindacalisti.


Dopo i politici a quando i sindacalisti? Questa è la domanda: «perché gli uni si e gli altri no»? Forse il ruolo dei sindacalisti, non essendo considerato prestigioso quanto quello dei politici, consente a costoro di sfruttare la carica ad personam a vita? Che cos'ha di più un Angeletti di un D’Alema? E perché Bonanni non può essere rottamato mentre Veltroni si? Guardate che questa storia dell’intoccabilità dei Vertici confederali è grave. Di quelli del centrodestra, vedi Polverini ex-UGL, è meglio tacere per evitare di avere la nausea. E poi, perché si reclama in giro trasparenza per tutti mentre i bilanci dei sindacati sono un tabù? Perché questi bilanci non sono pubblici? E la CGIL quante migliaia di miliardi di euro ha in proprietà edilizie che non si conoscono? Neanche dieci anni di governo Berlusconi sono riusciti a costringere il Trio a pubblicare i bilanci sindacali e renderli trasparenti, soprattutto come rispetto verso gli iscritti che ogni mese hanno la trattenuta sulla busta paga. CGIL, CISL e UIL sono le sole società che non hanno l’obbligo di pubblicare i bilanci e hanno il vizietto di impedire che si faccia una legge per la trasparenza. I loro bilanci sono più segreti di quelli della CIA e del KGB messi insieme. E’ ora di voltare pagina, perché i tempi sono maturi per la rottamazione dell’ultimo simbolo delle vecchie Repubbliche (Prima e Seconda). Se mai sono esistite.

venerdì 16 novembre 2012

Dalla padella alla brace.


Grave errore di Berlusconi nella gestione delle elezioni regionali lombarde. Sacrifica Albertini pur di realizzare l'accordo con la Lega. Le conseguenze sono l’accettazione della candidatura di Maroni a Governatore, la diminuzione del ruolo del Pdl in Lombardia e l'avere Albertini come avversario politico. Berlusconi, pur di ottenere l'accordo con la Lega per le elezioni nazionali, accetta di perdere irrimediabilmente la Presidenza della più importante regione del nord. Se non è questa una capitolazione poco ci manca. Dunque, a Berlusconi non interessa granché regalare tutte le Presidenze delle regioni del nord (Veneto, Piemonte e Lombardia) al partito della secessione. Un leader che sacrifica tanta ricchezza politica e svende il patrimonio di famiglia è un leader perdente. Che fiducia può avere un elettore del centro destra nel vedere il proprio partito, il Pdl, umiliato ripetutamente dal suo stesso padrone? Il partito del Popolo delle Libertà, fino a poco tempo fa partito di nani e veline scosciate, adesso diventa anche partito della kryptonite perché lo stesso proprietario lo considera più pericoloso dell'Uranio radioattivo. Solo un ritorno di dignità degli elettori del centro destra potrà risolvere il problema che rimane quello di evitare di votare un Signore nudo con le pudenda inguardabili.

giovedì 15 novembre 2012

Il lupo perde il pelo ma non il vizio.


E bravo Lula! Scopriamo che l’ex Presidente del Brasile, il solare e furbacchione Ignacio Lula, è impelagato indirettamente nella faccenda che il suo partito rischia una condanna da parte del Tribunale Supremo. Lui non è inetto e irresponsabile come Berlusconi. Al contrario, è un Bertoldo scaltro e abile. Alle prossime elezioni ce lo ritroveremo di nuovo Presidente, copiando la celeberrima staffetta di Putin con Medvedev. Cos’ha fatto Lula? Il giornalista Rocco Cotroneo, sul n.42 di Sette del Corriere, scrive che nel 2005 il suo vice Josè Dirceu del Pt, il partito di Lula, si diede da fare per “dirottare fondi pubblici di banche e società per finanziare deputati riottosi della maggioranza al fine di permettere l’approvazione più rapida di leggi e decreti”. Gli accusati riuscirono a tenere fuori Lula dicendo che il Presidente “non sapeva”. Ci ricorda Berlusconi, quando il Pdl fece di tutto per giustificare Berlusconi che salvò la minorenne nordafricana dal trascorrere una notte in una cella di un commissariato milanese facendo la famosa telefonata che era la “nipote di Mubarak”. Il furbacchione di Lula se la cavò rimanendone fuori, ma il suo vice no. Morale della favola: cambia la longitudine, cambia la lingua, cambia il cognome ma i populisti si ritrovano sempre sulla stessa barca che è priva di onestà. Lula l’onestà l’ha perduta irrimediabilmente quando salvò dall'ergastolo il pluriomicida terrorista Battisti negando all'Italia l’estradizione.

mercoledì 14 novembre 2012

Se non io ed egli, chi se non tu?


Di solito quando in famiglia c’è qualcosa che non va si individua subito il responsabile. Dov’è andato a finire il dentifricio che era nel bagno? Siamo in tre: io non sono stato, egli non si lava i denti, dunque sei stato tu! Confessi? Come mai non è così anche in politica? Un esempio. Il decreto anticorruzione era stato proposto dal governo in modo efficace e severo. Come mai in Parlamento è stato approvato in tutt’altro modo? Nessuno individua le responsabilità. Eppure anche qui i soggetti sono tre: il Pd, che reclama norme più severe, non è stato. Non è stato neanche il governo che con il ministro Severino aveva insistito per un testo molto più severo. Dunque, è stato il Pdl. I nomi? Eccoli. Quagliariello, Cicchitto, Gasparri, Matteoli, Ghedini e altri: tutti per conto di Berlusconi. Sono gli stessi che hanno impedito a Monti di liberalizzare taxi, farmacie, ordini professionali, dirigenza pubblica, etc.. Il loro è stato un atteggiamento folle e disperato. Non dimentichiamo che questi nomi, con l'aggiunta di Paniz, sono gli stessi che hanno fatto approvare dal Parlamento, con un forte senso del ridicolo, la risoluzione che, siccome Berlusconi credeva che la minorenne tunisina fosse la "nipote di Mubarak", avesse agito nell'esercizio delle sue funzioni e quindi non era processabile se non dal tribunale dei ministri. Ma il tempo sta per scadere. Fra cinque mesi gli stessi tipi grideranno allo scandalo quando, giustamente, Robespierre Grillo e i nuovi onesti parlamentari affonderanno il bisturi sul "cancro della politica berlusconiana". Ne vedremo delle belle. Basta aspettare.

martedì 13 novembre 2012

Un boom di ottimismo dal “pentaconfronto” delle idee nelle primarie del Pd.


C'era da aspettarselo. Mentre i candidati alle primarie del Pd facevano su Sky il loro dovere, che era quello di presentarsi agli italiani informandoli del "che cosa" avrebbero fatto se fossero diventati primo ministro, i soloni del giornalismo della carta stampata, quelli con la puzza sotto il naso, tanto per intenderci, hanno cercato di stroncare tutto e tutti. Critiche deboli e banali del tipo: "hanno fatto il compitino", oppure "potevano risparmiarselo", etc. Il fatto vero è un altro. I cinque, a nostro giudizio, sono stati tutti convincenti, preparati e in possesso di un’idea chiara di progetto politico da premier. In più, hanno dato l’impressione di essere una squadra non litigiosa e coerente con i valori del partito. Niente sparate, niente violenze verbali, rare polemiche comunque contenute. Insomma, un modo di presentarsi che ha indispettito i soliti critici del nulla, filoberlusconiani e contrari. Dal confronto esce fuori una ventata di fiducia e una visione più rosea del futuro. Esce finalmente un’idea di paese che per la prima volta può entusiasmare i cittadini, può produrre passione e può finalmente avviare la prassi della “buona politica”. Senza ombra di dubbio si è trattato di un’operazione di semplicità e di verità che ha avuto successo. Non è poco. Aspettiamo adesso l’analogo confronto tra i candidati del Pdl e avremo più di una speranza per poter decidere di votare bene alle prossime elezioni. Ieri sera siamo andati a letto più sereni e rinfrancati da ciò che abbiamo visto e sentito. La vecchia politica, come quella mostrata per lustri da Berlusconi nel salotto del suo adulatore di professione Bruno Vespa, è stata cacciata a pedate. E che i soliti quotidiani che vogliono sempre stupire la smettano di scrivere cose false e bugiarde.

lunedì 12 novembre 2012

Moralità ed etica. "E perché"?


Sergio Rizzo nel suo recente “libro denuncia” dal titolo Razza stracciona ha dipinto bene tutti coloro che alla domanda di più moralità rispondono con un’altra domanda: “e perché"? In effetti la denuncia di Rizzo è stimolante perché accanto alla causa numero uno (questi politici) della crisi morale della nostra società chiarisce che senza la causa numero due non ci sarebbe stato il tracollo etico dello Stato. Qual è la causa numero due che ha permesso ai politici di razziare la cosa pubblica? Sono i dirigenti pubblici e privati, ovvero l’altra faccia della medaglia, che spesso in collaborazione con faccendieri del “bosco e sottobosco” politico hanno permesso la razzia. Per carità, qualcuno è onesto; ma sono in pochi. Un esempio Rizzo lo propone descrivendo l’azione del “re delle cliniche romane” che compra un ospedale da don Verzè e pochi mesi dopo lo rivende allo Stato guadagnandoci quasi il 20%. Vi pare normale? Ma l’esempio più incredibile che si possa fare è quello della probabile collaborazione di qualche dirigente pubblico all’azione di razzia di oltre 13 milioni di euro ai danni del Ministero della P.I. Si tratta di un maxi furto ai danni della collettività che avrebbe dovuto essere speso come bonus alle famiglie e che invece è stato trasferito al Cairo in Egitto e incassato non si sa da chi. Cose da non credere. Vi pare normale? Nel libro di Rizzo ci sono decine di questi casi. Il massimo è però quello di un agente immobiliare romano che viene nominato Presidente della “Commissione Ambiente” a Roma. Subito dopo la nomina parlò di se stesso dicendo che hanno messo “er lupo a guardia der gregge”. Noi diciamo a chiare lettere che non è vero che esistono predestinazioni e/o predisposizione degli italiani a rubare. Sono gli ambienti che generano i comportamenti criminali.

sabato 10 novembre 2012

Sorprese e conferme della inidoneità dei politici.


Sorprese a ripetizione sotto il cielo della politica. C’è paura nella Casta che tra poco, all'indomani delle nuove elezioni, si verifichi una rivoluzione. Il Presidente del Senato il pi-di-ellino in naftalina Renato Schifani, con una dichiarazione sorprendente, informa che “per evitare una vittoria schiacciante di Grillo all’80% è necessario alzare di molto la soglia del premio di maggioranza”. Ha detto proprio così. Il “piccolo Rascel” non ce l’ha fatta più e ha mostrato la sua vera natura. La seconda carica dello Stato esce allo scoperto con una dichiarazione che dire anomala è poco. Colui che dovrebbe astenersi da interventi di parte e copiare l’eccellente Presidente della Repubblica dichiara che se non si fa presto “morirà la democrazia”. E’ veramente insolito che uno dei massimi rappresentanti del pensiero del “predellino” faccia una simile affermazione pubblica ai microfoni, che Grillo ha definito “un golpe”. Ma l’aspetto più sorprendente e singolare della faccenda è che il nostro Renatino stimola la Casta a sbrigarsi. Per fare che cosa? Forse la riduzione delle inaccettabili prebende dei parlamentari? La sconcertante ineleggibilità dei parlamentari che hanno commesso reati e hanno sentenze addirittura passate in giudicato? Il dimezzamento del numero dei senatori dell’Alto Consesso che il piccoletto dirige? No! Dobbiamo fare presto a modificare l’attuale legge elettorale, cioè la Regola delle Regole che avrebbe dovuto essere immodificabile come avviene in tutti i paesi del mondo. Avete mai sentito dire che in Francia, in Germania, in Inghilterra, in Spagna, negli USA, in Canada, in Australia e via discorrendo si fanno le maratone per cambiare al più presto la legge elettorale? Questa storia che in Italia si deve cambiare la legge elettorale ogni legislatura è lo specchio della inaffidabilità della attuale classe politica. Quello che si DEVE cambiare sono, al più presto e prima di tutto, i nomi dei 630 onorevoli e dei 315 senatori. Quelli attuali sono dei pigmei, ottusi e ciechi. Non vedono che sta loro cadendo in testa il tetto.

venerdì 9 novembre 2012

Il mondo capovolto.


Alle prossime elezioni politiche del 2013 voteranno degli stranieri. Costoro sono stranieri a tutti gli effetti. Non parlano o parlano male l’italiano, vivono all’estero, producono reddito all’estero che rimane nei paesi stranieri dove risiedono e dove sono nati. Non pagano le tasse allo Stato italiano e sanno poco di cultura italiana. Per contro, ci sono cittadini che sono nati in Italia, lavorano in Italia, danno lavoro agli italiani, parlano l’italiano correttamente, pagano le tasse allo Stato italiano ma non hanno diritto al voto. Chi sono tutti costoro? I primi sono i cosiddetti “italiani all’estero” mentre i secondi sono gli immigrati di prima o seconda generazione. E’ accettabile una situazione del genere? No, non è ammissibile. Anzi, non solo non è più tollerabile ma si dovrebbe invertire il diritto al voto. E per dare maggiore risalto alla risposta proponiamo un esempio che può essere considerato esemplare. Sembra che la candidata del Pdl, con molte probabilità di essere eletta Senatrice della circoscrizione estera del Sud America, sia l’argentina Ileana Calabrò. Di questa signora si parla da un po’ perché svolge attività didattica professionale non proprio educativa (a questo link una sua eminente prestazione). Ogni commento dovrebbe essere superfluo. In realtà non lo è per due motivi. In primo luogo a candidare la futura Senatrice è il Pdl. Si, proprio il partito del cattolico Silvio Berlusconi. In secondo luogo, principale responsabile della legge che ha istituito le circoscrizioni estere è stato l’ex missino Mirko Tremaglia, ministro del governo Berlusconi, che aderì alla fascista RSI e che dichiarò che "l’antifascismo non è un valore". E c'è ancora qualcuno che ha il coraggio di votare Berlusconi?

mercoledì 7 novembre 2012

Assordante silenzio sul “caso Scola”.


Siamo senza parole. La trasmissione televisiva Report ha presentato, a nostro giudizio, il più imbarazzante scoop che si potesse mai immaginare. E nonostante tutto c’è un rumoroso silenzio di tutta la carta stampata sul contenuto del programma che ha messo al centro la figura del Governatore della Lombardia Formigoni. Tranne qualche raro intervento in internet la notizia ha avuto un bassissimo profilo. Cos’è successo di tanto straordinario la sera di Domenica 4 novembre 2012 alle ore 21.30 in tv su Rai3? L’inchiesta «Il Papa Re» di Milena Gabanelli racconta il fenomeno politico Formigoni, tornando alle origini del movimento ecclesiale di CL fondato da Don Giussani e racconta il suo braccio politico, il Movimento Popolare. A un certo punto della trasmissione viene intervistato Marco Palmisano, che ha raccontato dei rapporti tra don Luigi Giussani e Silvio Berlusconi a fine anni ‘70. In breve, Berlusconi si sarebbe rivolto a don Giussani per “essere orientato” culturalmente e politicamente. La Curia milanese invia a casa di Berlusconi cinque “professori” per fargli una decina di “lezioni private” come si faceva una volta con i precettori nelle case dei nobili. I cinque “professori” di Berlusconi sono: Formigoni, Buttiglione, Bagnoli, Folloni e Angelo Scola. Sì. Avete inteso bene Angelo Scola, cioè l’attuale Cardinale Capo della Curia milanese. Questa la notizia e adesso un breve commento. Dunque, la Compagnia delle Opere sarebbe lo sponsor di Silvio Berlusconi. Lo hanno aiutato, formato, fatto maturare, educato, consigliato, invitato a operare nel “solco della tradizione cattolica” per incontrare il popolo e sensibilizzarlo all’insegnamento della Chiesa. Insomma, insegnamento per favorire la pastorale, cioè cura della fede e della morale. Per carità, azione lecita e regolare. Una sola perplessità, che può diventare domanda. Se il risultato delle attività didattiche educative di formazione è stato il Berlusconi immorale e capopopolo che ha introdotto nella politica l’odio per i rispettivi nemici, allora ci si consenta si è trattato del più grande e colossale fiasco dell’insegnamento della religione cattolica di tutti i tempi della cristianità. E certamente il professor Scola non ne esce bene.Semplicemente devastante.

martedì 6 novembre 2012

Degrado della politica da combattere pretendendo impegni.


E' necessario costringere i politici a impegnarsi per il cambiamento. Non parleremo pertanto di fumosi concetti astratti, ma di semplici e chiare ragioni in grado di obbligare i politici ad assunzioni di responsabilità prima delle elezioni. Iniziamo col dire che per la prima volta, dopo la fine della 2a guerra mondiale, gli italiani sono stati costretti a cambiare stili di vita introducendo la rinuncia anche all'essenziale. La crisi economica e finanziaria, quella politica ed etica, quella relazionale tra lavoratori e padroni, ma anche quella tra lavoratori e lavoratori (vedi caso Fiat a Pomigliano) inducono a credere che non è più possibile vivere come prima. La richiesta di pulizia morale nei partiti, di riduzione delle spese dei parlamentari e del rinnovamento della classe politica va nella direzione di un cambiamento che non è congiunturale ma strutturale ed epocale. Non è più possibile vivere come vivevamo prima. La gente a casa è diventata oculata e sobria. Spegne le lampadine nelle stanze per risparmiare elettricità, sta attenta alle spese minute, controlla gli acquisti alimentari come non aveva mai fatto in precedenza, fa meno acquisti di abbigliamento e ricicla molte più cose di prima. Tutto questo ha un solo significato: che siamo stati costretti a fare delle rinunce prima selettive e successivamente generali. Se ci fosse equità sarebbe sopportabile. Purtroppo non è così: l’ingiustizia e le diseguaglianze trionfano. La paura della cassa integrazione o, peggio, il panico per una eventuale perdita del lavoro è entrata lentamente dall'immaginario delle famiglie alla realtà quotidiana e corre di casa in casa diventando sempre più ossessiva. Urgono messaggi e provvedimenti etici e morali della politica che siano esempi da far circolare nella società per “dare senso” al cambiamento. Ma soprattutto è urgente una ridefinizione delle politiche di protezione dei più deboli e della sicurezza contro la criminalità finanziaria che si infiltra nelle istituzioni e si appropria delle risorse. La severità, prima di tutti con se stessi e poi con gli altri, dovrebbe essere la base comune delle politiche di tutti i partiti. Chiediamola ai candidati alle poltrone del Parlamento, ora che si avvicinano le elezioni. Ci interessano due richieste. La sottoscrizione di un codice etico e l’impegno a intervenire entro i primi tre mesi della prossima legislatura per aiutare economicamente tutti coloro che hanno perduto il posto di lavoro e, ai giovani, per trovarlo. I politici si inventino quello che vogliono ma devono risolvere questo rebus. Non c'è più tempo per aspettare.

lunedì 5 novembre 2012

Scuse irricevibili e ipocrite.


Chiedere scusa è sempre “cosa buona e giusta” ma ... I puntini di sospensione significano che le scuse sono accettate a condizione che non siano subordinate a qualcos'altro. Dire chiedo scusa agli italiani perché non ce l’ho fatta "a causa della crisi" significa che se non ci fosse stata la crisi Berlusconi non avrebbe mai chiesto scusa e avrebbe continuato imperterrito a commettere errori e guai. Ed è qui che sbaglia. Silvio Berlusconi avrebbe dovuto chiedere scusa agli italiani “a prescindere”. Troppi sono stati i suoi comportamenti scorretti, avaloriali e aetici che hanno portato l'Italia sul baratro dello sfacelo morale oltre che economico e finanziario. D’altro canto, insopportabile è stata la sua opera di introduzione della categoria dell’odio nella competizione politica. Se aggiungiamo lo scandaloso sistema di lottizzazione che ha messo su, permettendo il saccheggio delle risorse e le sconcezze morali nel campo della moralità abbiamo un ritratto più completo ma sempre parziale del suo modo di operare. Parziale perché la trasmissione su Rai3 Reporter ha finalmente permesso di squarciare il velo di segretezza che ruotava intorno alle origini del suo potere nella potente Lombardia. Ieri sera nel programma di Milena Gabanelli sono emerse responsabilità tremende che, se confermate, spiegherebbero tutto relativamente a origini, ascesa, conquista, trionfo e rovina del politico Berlusconi. L’idea centrale intorno al tema dei “massimi segreti" del mondo di Silvio Berlusconi parte dall'origine dell’avventura della discesa in campo (acquisto di Rete4 e del Giornale di Montanelli) e ruota intorno all'idea che sarebbe stata la potente “Compagnia Cattolica delle Opere” a fornire a Berlusconi mezzi economici e strumenti culturali (Comunione e Liberazione) per il suo progetto di potere prima lombardo e successivamente nazionale. Addirittura abbiamo ascoltato che l’attuale Cardinale di Milano Angelo Scola, il dimissionario Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e altri potenti personaggi dell’entourage cattolico della Compagnia di Don Giussani avrebbero dato addirittura “lezioni private” a Berlusconi su come la matrice cattolica avrebbe dovuto impregnare la sua opera di imprenditore televisivo e di editore di giornali. Ed ha il coraggio di chiedere scusa “con i se e con i ma”? Scuse irricevibili.

domenica 4 novembre 2012

Le province: ma non dovevano abolirle tutte?


Viviamo una crisi che non è solo economica. La gente ha i nervi a fior di pelle per le continue e insopportabili rinunce che è costretta a compiere per continuare non a vivere ma a “sperare” di vivere. L’ultima cattiveria che i partiti possono fare ai cittadini è essere ambigui e ipocriti. Parliamo di tagli e sacrifici che i cittadini continuano a fare in famiglia e ricordiamo gli impegni presi dal governo Monti sulla diminuzione delle spese per la politica. Siamo contro gli sprechi e gli Enti inutili. E le Province sono inutili al 100%. Non servono. Sono a tutti gli effetti una servitù dei segretari di partito. Le poche ragion d'essere possono essere trasferite benissimo ai Comuni o alle Regioni. Un esempio per tutti. Non si capisce perché in Umbria si possono unire le due sole province di Perugia e Terni lasciando la regione umbra con una sola provincia, doppione coincidente con il capoluogo di Regione e lo stesso non lo si può fare per tutti gli altri. In verità sappiamo benissimo perché. La ragione è “il gioco dei partiti” che vogliono salvare interessi personali e “orticelli elettorali”. Vero avvocato Alfano? E’ così dott. Bersani? Ammette di essere di questa opinione avv. Casini? Ma si, dài! Perché fingere? Lo ripetiamo: l’unico riordino utile ed efficace è l’abolizione di TUTTE le Province, con il massimo risparmio per le casse dello Stato. Insomma, in Italia comandano i cittadini oppure i Segretari dei partiti? Se è così lo si dica chiaramente senza mentire. Ipocriti!

sabato 3 novembre 2012

Presentazioni impresentabili.


Non c’è da rimanere stupiti se un settimanale come TIME pubblica in copertina la foto di un italiano nato in Italia da genitori ghanesi. Con la voglia di voler stupire a tutti i costi si è messo in scena un fenomeno che sa poco di italiano e molto di pettegolezzo. Noi sappiamo poco di calcio e sappiamo ancora meno di Mario Balotelli calciatore. Siamo stati spesso costretti a vederlo, nostro malgrado, in spezzoni televisivi inseriti con esaltazione tutta arrogante da giornalisti televisivi petulanti che a tutti i costi ci ricamano sopra pettegolezzi inutili e insulsi. Rivendichiamo la nostra diversità di essere italiani che non amano il calcio. Ma che addirittura si identifichi il “senso della italianità” parlando di un illustre sconosciuto in tutti i campi al di fuori delle pedate date a un pallone francamente ci sembra inaccettabile e demenziale. Apprendiamo dalla stampa che Balotelli è stato spesso contestato dalle varie tifoserie per il colore della sua pelle. Noi non lo avremmo mai fatto per diversi motivi. Primo perché non siamo tifosi di calcio. Secondo per il semplice fatto che la discriminazione per il colore della pelle, per la fede religiosa, per la provenienza geografica e per i propri orientamenti sessuali non ci appartengono per cultura e intelligenza. Lasciamo queste discriminazioni ai molti violenti ed esibizionisti del calcio che meriterebbero commenti sprezzanti. Quanto ai settimanali famosi vuol dire che devono essere a corto di idee se in una società globalizzata perdono tempo a pubblicare “non notizie”. La società italiana, dopo la caduta della 1° Repubblica e la cura berlusconiana della 2° Repubblica, ha perduto per sempre la caratteristica di essere interclassista. Ormai ci rimangono solo due tipologie di persone: il berlusconiano e il suo nemico, tipica concezione grossolana della politica del re delle tv private del dividi et impera che si è inserito bene in una società piena di potenziali Guelfi e Ghibellini che gli hanno permesso di essere ricordato più perché padrone di una squadra di calcio milanese che per avere governato in modo illuminato l’Italia. All’interclassismo sono rimaste solo due categorie: il calcio e le code agli uffici postali. In entrambi gli ambienti si può ancora vedere persone di diversa estrazione sociale, età, intelligenza, parlare con “interesse e vivacità” della opportunità o meno del “passaggio calibrato in profondità al 67mo minuto” che ha permesso al Balotelli di turno di fare gooool. In tutti gli altri casi, ricchi e poveri non intrecceranno mai la loro vita e non si parleranno mai. I primi continueranno a vivere sempre più nel lusso e i secondi ad avere il suicidio come unica possibilità di modificare il proprio status economico. Che vergogna!

venerdì 2 novembre 2012

Arrivano di nuovo le “convergenze parallele”.


La novità del giorno è l’ennesimo dietrofront di Silvio Berlusconi sul rapporto con il Presidente del Consiglio Mario Monti. Che cosa è successo? Berlusconi ha fatto l’ennesima dichiarazione contraddittoria che pesa come un macigno sulla sua credibilità. Ha detto che “non faremo campagna elettorale contro Monti". E subito dopo si è proposto in modo plateale ai media con un coup de théâtre e cioè con un disegnino geografico della “rosa dei venti” a quattro punti nel quale al posto delle coppie “tramontana-ostro” e “ponente-levante” presenta la dualità “nuovo-vecchio” e “pulito-sporco”. Il titolo dello schema è “Prossima campagna elettorale”. Ecco, siete serviti. Adesso aspettatevi che il Nostro faccia spuntare nei suoi discorsi la famosa frase delle "convergenze parallele" e siamo a posto. Si tratta del famoso ossimoro, cioè dell’accostamento di “due parole in antitesi” che non sono altro se non un paradosso. Infatti in Geometria razionale, altrimenti detta euclidea, due rette parallele non possono convergere. Di fatto, nel piano, le rette si dicono parallele proprio quando sono prive di punti in comune, cioè quando non si intersecano. Quindi o sono parallele o sono convergenti. Berlusconi invece è riuscito (come fece Aldo Moro negli anni ’60 con la dichiarazione delle “convergenze parallele” che gli permetteva di giustificare la scelta della nuova maggioranza politica fra DC e PSI) a superare persino le categorie della geometria perché lui considera normale l’alternanza tra l'essere con Monti e subito dopo contro Monti. Per lui è regolare essere un giorno ad appoggiare l’azione del governo e il giorno seguente a valutare la possibilità di togliere la fiducia. Ma questa tecnica non aveva il copyright della sinistra massimalista, qui personificata da Oliviero Diliberto & C., che, nel governo Prodi, la mattina partecipava alle riunioni del Consiglio dei Ministri e il pomeriggio scendeva in strada con i suoi compagnucci per protestare contro il governo? Ma quando finirà questa sceneggiata?

giovedì 1 novembre 2012

Il trionfo dei disvalori.


Le elezioni regionali siciliane non sono state un test nazionale credibile. E’ vero che hanno confermato la tendenza a un forte astensionismo e a un successo del M5S, peraltro prevedibile. Il resto non vuol dire nulla, perché la stessa vittoria del candidato del centrosinistra è la conseguenza più della divisione degli altri due partiti di centro-destra che della sua intrinseca forza. Dunque, i giochi sono ancora aperti. Il test significativo verrà a fine gennaio con le elezioni regionali in Lombardia e nel Lazio.Nel frattempo tutti i partiti tradizionali raccolgono le conseguenze della sbornia di arrivismo, carrierismo, cinismo, portaborsismo e malcostume offerti dai loro politici in qualità di ladri di Stato rubando, senza ritegno, i soldi pubblici dei rimborsi elettorali. Non si salva nessuno, nemmeno i "puri e duri" della Lega e dell’Idv che, più o meno, sono dello stesso rango dei Fiorito, dei Lusi, dei Penati e della mandria di assessori regionali lombardi che si sono venduti l’anima alla ‘ndrangheta. In pratica tutti i partiti dell’attuale Parlamento sono impregnati di un cattivo odore dovuto alle pessime qualità morali dei loro comportamenti. La forte astensione siciliana ha il significato di una fuga in massa dalla democrazia partecipata, che appare tragicamente tradita dai giochi di potere di tutti i capi partito. La politica ormai si è ridotta a fuga dalle responsabilità del voto e fa apparire la nostra Repubblica una democrazia immorale e depravata, senza valori, vuota di principi etici e piena di politici corrotti, allenati solo a essere bravi corridori in grado si arrivare primi nell’accaparramento delle poche risorse rimaste. Senza etica e rinunce sostanziose dei professionisti della politica il quadro peggiorerà ancora di più. E prendere atto che i soli eletti del M5S predicano moralità e forte diminuzione delle prebende dei Nostri non muta la sostanza del problema.

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