lunedì 31 dicembre 2012

Matrimonio, diritti e non diritti.


E’ in atto il tentativo di far passare l’idea che con un nuovo governo di sinistra, finalmente, anche l’Italia avrà una legge sul matrimonio omosessuale. Con Galli della Loggia condividiamo l'idea che il tentativo è lecito ma che non è un diritto. Vogliamo dirlo subito, senza ipocrisie o reticenze. Per le coppie omosessuali siamo contrari sia al matrimonio, sia all'adozione. Sull'unione civile si può discutere e pervenire a una conclusione. Noi non temiamo condizionamenti di nessuno e non abbiamo paura di esprimere il nostro punto di vista con chiarezza. In entrambi i casi ci muove la convinzione che tutti dovrebbero avere chiari in mente i motivi per cui sono per un si o per un no. Temiamo, purtroppo, che molti sono per una o l'altra tesi per ragioni di ideologia o, peggio, di opportunità. Noi partiamo dall'idea che non esiste alcun “diritto all'uguaglianza” tra matrimonio eterosessuale e matrimonio omosessuale. Non basta che una persona si svegli la mattina e dica che ha il diritto alla pensione se non ha mai lavorato. Non esiste alcun diritto ad avere la pensione per chi non ha mai lavorato. Così come non esiste alcun diritto di una donna a sposare due uomini. E viceversa. Il “diritto” non nasce perché si è minoranza. Il diritto nasce se si hanno ragioni valide, in grado di sostenere giuste motivazioni. Due persone dello stesso sesso non possono accampare il diritto al matrimonio come quello tra soggetti di sesso diverso, per il semplice motivo che il matrimonio è un istituto che si è retto sempre fra due persone, una donna e un uomo. Punto. Se due persone dello stesso sesso vogliono vivere insieme sono libere di farlo con un atto che non si chiami matrimonio ma qualcos'altro. Non si possono chiamare due cose diverse con lo stesso nome. Stesso discorso esiste per l’adozione. Non si può parlare di “adozione” nel caso di due persone dello stesso sesso perché l’adozione nasce dall’idea di dare senso al diritto di un bambino che è un essere umano, nato da un uomo e una donna. A un bambino non si può imporre una scelta differente da quella degli altri bambini che vivono e sono educati da un uomo e una donna che li hanno generati entrambi, in due, un uomo e una donna. Un bambino non è un oggetto, ma un soggetto di diritto e di diritti in cui la complementarità dei due sessi non è un optional. Il discorso della complementarità tra i due sessi non è un’invenzione della società borghese e conservatrice o delle religioni. Né è da intendere come uno scherzo della natura. No. E’ una legittima istanza della naturale conseguenza del rapporto complementare tra uomo e donna che, a parità di diritti e di doveri, compiono atti che producono la sintesi dei due sessi. Sintesi è il sostantivo che chiarisce la questione e che considera fondante l'esistenza della differenza sessuale tra i due. Attenzione. Non è necessario essere credenti (cristiani, ebrei, musulmani, etc.) per ragionare secondo questa tesi. Paradossalmente è necessario non essere credenti se si è della tesi contraria. E questo fatto la dice lunga sulla asimmetria della tesi al matrimonio omosessuale. Noi siamo contrari. Poi il Parlamento esiste perchè in esso ci si confronti e ci si assuma le proprie responsabilità.

sabato 29 dicembre 2012

Discese e salite in campo: finalmente un po’ di chiarezza.


Monti “sale in campo” e si presenta candidato leader. Doveva o no entrare nella tenzone? A parere del Pdl e del Pd no. Monti non avrebbe dovuto disturbare i due manovratori e avrebbe dovuto sacrificare il suo impulso a fare politica per mantenere la parola data quando accettò l’incarico. Come premier superpartes avrebbe dovuto rimanere in naftalina e lasciare il campo a Bersani e Berlusconi, i soli autorizzati a competere per la poltronissima di premier. Ci vuole un po’ di sfacciataggine per dire questo. Aggiungono che non si addice a un tecnico “salire o scendere” in campo. Avrebbe dovuto starsene alla larga e aspettare le decisioni dei due Principi che nel migliore dei casi lo avrebbero machiavellicamente fregato alla prima occasione. Credete verosimile la favoletta che lo avrebbero eletto alla Presidenza della Repubblica? Solo i gonzi ci avrebbero creduto. Entrambi B. & B. non lo avrebbero eletto per mille motivi. Avrebbero fatto una sceneggiata e poi lo avrebbero ringraziato per non “essere salito in campo” e buonanotte al secchio. Se Berlusconi non avesse tolto la fiducia al governo e se non si fosse candidato di nuovo avremmo consigliato a Monti di non impegnarsi in politica. Ma adesso lo scenario è cambiato. Noi siamo convinti che Monti, con la presenza ingombrante del Cavaliere, abbia fatto bene a candidarsi esplicitamente. La sua presenza farà bene alla democrazia perché non solo arricchisce l’offerta ma fa chiarezza in alcuni settori dell’elettorato. Da una parte costringe il Vaticano a schierarsi con uno dei due contendenti dell’area moderata-conservatrice del centro-destra. E il Vaticano, grazie a Dio, si è già schierato “senza se e senza ma” con Monti, abbandonando al suo destino l’innominabile Capo del Pdl. Concentrando tutti i suoi voti su Monti si saprà finalmente di che percentuale è fatto il borsellino di Silvio Berlusconi, il quale astutamente, con il sistema elettorale attuale, aveva finora costretto tutti alla estremizzazione delle posizioni in pro o contro Berlusconi, lucrando voti non suoi. I partiti fuori dalle due coalizioni sono diventati inutili producendo una “caduta di democrazia” e penalizzando il pluralismo. Ma lo stesso vale per la sinistra, perché per la prima volta Bersani ha un vero competitor nell’area moderata, dove ha sempre pescato voti non suoi per antiberlusconismo. Si farà finalmente chiarezza sull’entità della sua vera forza che ingloba una sinistra vendoliana che trasforma la coalizione da centro-sinistra a sinistra vera. In conclusione, la presenza di Monti è salutare perché svela il potenziale bluff del duo B. & B. In campagna elettorale entrambi dovranno scoprire le carte e fare chiarezza. Solo per questo Monti produce un evento epocale che porterà i suoi frutti. Il resto è, come dice un cantautore romano, noia.

giovedì 27 dicembre 2012

La gramigna rovina il raccolto.


Non si sa più cosa pensare di questo paese. Se ne vedono di tutti i colori. L'ultima è quasi incredibile: un parroco ligure, don Piero Corsi, a proposito di un documento che ha affisso nella bacheca della sua chiesa, insulta un giornalista, affermando: "Il femminicidio è colpa delle donne che provocano". Il vescovo lo ha sconfessato. Ma la faccenda non può finire qui. Chi ricopre cariche pubbliche non può fare affermazioni del genere senza che vengano presi dei provvedimenti che dovrebbero essere esemplari, proprio per evitare che in futuro possano ripetersi. Noi siamo stati sempre per la severità dei provvedimenti che riguardano la sfera della spiritualità e della discriminazione religiosa, sia in un senso che nell'altro. Coerenti nel sostenere la tesi che chi produce violenza e discriminazione contro i preti merita di essere considerato un razzista, lo stesso diciamo nei confronti del prete che fa affermazioni del genere. Il vescovo deve rimuovere il parroco se ha a cuore la serietà della chiesa cattolica. A nostro parere don Piero non ha più nè la dignità, nè il ruolo di sacerdote.

lunedì 24 dicembre 2012

Preti ed eredità.


I parenti di don Gianni Baget Bozzo, morto nel 2009, hanno chiesto la riesumazione della salma perché, dicono, “sia fatta chiarezza”. Non è importante chi sia stato a chiedere l’intervento della Procura. E’ importante il perché l’abbia chiesto. Forse, sono stati motivi di ordine teologico? Oppure questioni che afferiscono alla sfera della spiritualità? Argomenti di fede e di dottrina? Mistica e religiosità? No. Nulla di tutto questo. Sembra che il motivo abbia a che fare con la spartizione dell’eredità del caro estinto. Insomma, sembra che la causa dell’apertura dell’inchiesta sia stato il vil denaro. Perché? In ballo ci sono 8 case (di-con-si otto), 750 mila euro in contanti e i pingui diritti d’autore. Roba da otto milioni di euro circa. Ammazza che cifra. C’è da rimanere un tantino sconcertati a sentire sciorinare questi numeri con sette zeri relativi agli interessi in gioco posseduti da un dottore della chiesa cattolica. Dunque, il volpone don Gianni, il sacerdote con la tonaca che dava consigli “disinteressati” all’amico Silvio Berlusconi per il "bene del paese", era titolare di un vero e proprio malloppo da caccia al tesoro. Dietro alla favola dei consigli teologici e cristiani si nascondeva un furbacchione che, a sentire le vicende della storia, faceva profitti politici e materiali. Adesso vengono fuori i veri motivi della natura del legame fra il prete e gli interessi materiali di cui Silvio Berlusconi non può tirarsi indietro perché, ricordiamolo, gli “regalò” l'elezione a parlamentare europeo con uno stipendio non proprio da perpetua. Altro che valori morali. Con tutto quel popò di milioni di euro a chiudere non deve essere la pratica di successione ma il baule nel quale aveva accumulato i soldi il prete.

venerdì 21 dicembre 2012

Gonzi e furbi tra Cazzenger ed 'er Batman.


Com'era prevedibile non c'è stata la fine del mondo. La previsione dei Maya era, e non avrebbe potuto non essere, una colossale bufala. L'ironia dei sarcastici ("se leggete queste righe vuol dire che sarete sopravvissuti alla profezia") si stempera con la durezza della realtà della politica italiana prodotta dagli inadatti che hanno impedito di approvare il decreto sulla incandidabilità. Il pompiere che è riuscito a stemperare la piacevole sorpresa della sopravvivenza è un illustre sconosciuto. Si tratta di un "onorevole" del Pdl (e di chi se no?), certo Antonio Azzollini da Molfetta, che non dando il parere favorevole della Commissione da lui presieduta al governo ha impedito finora la conversione in legge del decreto. E così il 21/12/12, giorno della bufala dei Maya, siamo passati dai maghi delle "previsioni da bufala" ai venditori di "salvacondotti per malviventi", ovvero dai Cazzenger ai Fiorito del Pdl, per colpa di un Signore che ha un percorso politico da record. Le cronache riportano i seguenti passaggi nei vari partiti: Pdup, Pci-Pds, DC, PP, Forza Italia, Pdl. Noi siamo comunque ottimisti e non solo per lo scampato pericolo della profezia. Siamo ottimisti perchè il nuovo Parlamento non potrà mai essere peggiore dell'attuale. Tra l'altro c'è una possibilità concreta che Berlusconi cessi definitivamente di oltraggiare la Repubblica italiana. Vi pare poco?

giovedì 20 dicembre 2012

Errori e confusione.


Il Pd a Roma è in stato confusionale. Lo è stato altre volte ma adesso esagera. Si va dall’irresponsabile e presuntuoso Rutelli che ha letteralmente regalato la poltrona di sindaco ad Alemanno, e che vuole continuare a contare, all’illogico spostamento di Zingaretti candidato a Presidente della Regione Lazio. Non parliamo poi dei Mister X e Mister Y, candidati a primo cittadino di Roma e a Presidente della Provincia di Roma. Non si sa nulla di tutti questi Signori candidati e tutti brancolano nel buio. E con le conventicole segrete, che da un po’ di tempo abbondano nell’immaginario del partito di Bersani, si sta arrivando alle comiche finali dovute al miscuglio variegato di autocandidati che, dicono, si vogliono presentare alle elezioni. Perchè non si fa un percorso di primarie anche per queste cariche politiche? Perchè non si chiarisce la questione, una volta per tutte? Girano voci incontrollate di ex di tutti i tipi che vogliono a tutti i costi imporre la propria candidatura. Che significa questo che candidati e linea politica, tra un do ut des e l’altro, saranno definite da Vendola? Il rischio è che si passi dai furbi e trasformisti politici di professione a degli improvvisati outsider qualunque. E questo sarebbe il cambiamento?

martedì 18 dicembre 2012

Listino bloccato e amici da sistemare.


Tra le tante responsabilità di Berlusconi c’è quella di non avere consentito di modificare la legge elettorale. Non è poco. Anzi. Si tratta dell’ennesimo atteggiamento arrogante che il Pdl ha mostrato, infischiandosene di tutto e di tutti. Naturalmente anche il Pd ha le sue responsabilità. Ha infatti accettato una volgare trattativa riservata in cui si è discusso di tutto senza che nessuno sapesse nulla. Cosa c’è di più volgare in politica delle conventicole segrete? Dunque, Berlusconi ha aggiunto un’altra perla alla collana degli errori commessi: impedirà ai cittadini di poter scegliere i parlamentari. Sfrontato e volgare come solo lui sa essere in materia di potere ha fatto di tutto per far saltare il tavolo. E c’è riuscito. Chi lo voterà si assumerà la responsabilità di essere andato contro la richiesta della società di poter decidere i nomi degli eletti. Adesso sceglierà tutti i suoi parlamentari come se fosse il presidente di una squadra di calcio. Cose da non credere. C’è una grande differenza tra lo scegliere dei molti e il far scegliere al solo padrone. Naturalmente il fatto è stato accolto con nascosto piacere dal furbetto Bersani, che gongola per poter scegliere anche lui un certo numero di soggetti al di fuori delle primarie. Un esempio fra tanti. L’ex Segretario generale della CGIL Guglielmo Ettore Epifani sarà tra coloro che saranno eletti senza passare dalle primarie. Lo dice il CdS di oggi. Per quale motivo? A noi sembra che si voglia fare un regalo a una delle due più potenti lobby del paese: i sindacalisti e gli avvocati. Il nostro non è un azzeccagarbugli ma un sindacalista. Forse è peggio dell'altro.

lunedì 17 dicembre 2012

Come trasformare uno scoop in un boomerang.


Nell’intervista di Barbara D’Urso a Silvio Berlusconi a Canale 5 ciò che è volgare non è solo il “fuori onda” del padrone ma l’appropriazione del ruolo di giornalista da parte della mediocre conduttrice televisiva. In sintesi si tratta della solita telenovela di Silvio Berlusconi che si accanisce contro se stesso in modo sorprendente. Il vecchio incantatore di serpenti che vuole incantare sempre la platea dimentica, come dice un proverbio afgano, che con i suoi soldi "può possedere i migliori orologi ma non il tempo". La sua è una musica stonata, fuori tempo, che non incanta più nessuno. Ne esce fuori un episodio che fa ad entrambi, padrone e dipendente, più male che bene.

domenica 16 dicembre 2012

Una brutta telenovela già vista.


Prima si insultano. Poi si sposano con un matrimonio apparentemente indissolubile. Successivamente divorziano con gli insulti. Infine si mettono di nuovo insieme. E' il classico matrimonio all'italiana di cui Berlusconi è maestro: "Insulto, matrimonio e riconciliazione". La Lega di Maroni ha stabilito di allearsi di nuovo con Berlusconi per battere, dicono loro, Bersani, candidato premier di centrosinistra. C’è però una novità. La Lega sarà di nuovo alleata del Pdl ma solo con Alfano non con Berlusconi. Capite? I capi dei due partiti di centrodestra, Maroni e Berlusconi, sono d’accordo di allearsi di nuovo (come se nulla fosse successo prima, durante e dopo la caduta di Berlusconi) per fare fronte comune. E cosa decidono? Berlusconi decide di sostenere Monti che è l’avversario principale della Lega, mentre la Lega decide di boicottare Berlusconi come candidato premier. Vi pare normale? E’ questa la destra delle menzogne e delle contraddizioni, si o no? Dunque, il nuovo dott. Sottile del centrodestra, Bobo Maroni, con una sfrontatezza che non ha pari, si accorda con Berlusconi ma non lo vuole come candidato premier. Cambia qualcosa? Si. Invece di una tragedia diventa una farsa.

sabato 15 dicembre 2012

A proposito dei dubbi e delle mosse di Mario Monti.


Massimo Franco scrive oggi sul CdS che da Monti ci si aspettano dubbi ma anche mosse. Due sono le considerazioni da fare circa la contrapposizione dei due fatti. Il primo è la sfiducia data da Berlusconi a Monti (per favore, non parliamo di Alfano che nel Pdl conta come “il due di coppe quando la briscola è spade”). Il secondo riguarda il tifo dei grandi elettori europei del PPE. Dice Franco che “[…] una candidatura colonizzata da Bruxelles potrebbe provocare, se non rigetto, certamente perplessità e polemiche diffuse nell’opinione pubblica italiana […]”. Ci chiediamo : quale opinione pubblica dott. Franco? Esiste oggi in Italia una opinione pubblica? Forse la parte di elettorato che fa capo alla sinistra massimalista? O l’altra che fa capo alla destra neofascista? O quella della Lega razzista e xenofoba? Forse quella della mafia? O della ‘ndrangheta, della camorra e della sacra corona? Si riferisce forse alla parte di elettorato che si richiama alla chiesa cattolica? O a quella liberale che ha sempre seguito la sirena Berlusconi? Forse a quell’altra del centro di Casini? O a quella che nutre simpatia per il Pd, il solo partito fra i molti sulla scena che è il meno peggio, nonostante D’Alema dica delle cose giuste in modo sbagliato e nonostante Vendola dica anch’egli cose degne ma in modo non convincente? Caro dott. Franco, l’Italia non ha più, se mai l’ha avuta, una opinione pubblica come negli altri paesi. L’Italia, parodiando una pubblicità televisiva di qualche anno fa a proposito di pennelli, “non ha una grande opinione pubblica: ha tante piccole opinioni pubbliche in cui la somma è molto minore del tutto". Tra l’altro non influisce su nulla, perché si interessa solo di beghe di cortile e di cronaca, infischiandosene del bene comune. Qui, l’unica opinione pubblica che si possa chiamare tale è quella che si è espressa per Renzi alle primarie del Pd. Una vera e propria Opinione Pubblica che non è ideologizzata e che è stata intrappolata nel recinto della ghettizzazione dell’apparatchik del partito e sterilizzata. Questa piccola parte della popolazione italiana ha avuto il coraggio di esprimersi all’interno di un partito di sinistra che fra tutti i partiti e movimenti che esistono è la meno peggio. Noi diciamo a chiare lettere che la proposta politica criptica di Bersani, che dice e non dice, non l’abbiamo ancora capita. Finora Bersani è stato volutamente generico e superficiale, tanto da poter dire tutto e il contrario di tutto. Tuttavia, questa opinione pubblica è l’unica che possa essere perplessa di fronte alle mosse e ai dubbi di Monti. Ma i giochetti possono poco davanti all’idea che l’Italia merita una vera sterzata dal sentiero in cui si trovano i carretti siciliani che rappresentano i vari partiti di fronte ai treni superveloci che transitano nelle autostrade europee verso la modernità.

venerdì 14 dicembre 2012

Monti tra ingratitudine e obblighi europei.


Sono molti, anzi troppi, coloro che oggi vogliono Monti candidato premier di un rassemblement dei moderati di centro. Tutta questa gente non capisce che Monti non solo non può ma non vuole rappresentare nessuno. Troppo discredito e poca serietà nella politica italiana impediscono a Mario Monti, persona seria e sobria, di accettare il “gioco del cerino” acceso in mano, senza possibilità di poterlo spegnere. Ma ve lo immaginate Monti nel cortile della politica italiana che deve soddisfare le esigenze personali di questo e quel parlamentare che gli minacciano di non votarlo più se non soddisfa loro "tasche e gole"? Rifiuti qualunque incarico politico per non far venire meno la coerenza con il ruolo che ha finora svolto egregiamente, evitando all'Italia il baratro nel quale l'aveva fatta cadere l'irresponsabile Silvio Berlusconi. Se possiamo permetterci il lusso di dargli un consiglio non accetti alcun incarico, neanche quello di Presidente della Repubblica e torni all’insegnamento. Le grandi figure della storia, come Cincinnato che ritornò nei suoi campi, hanno sempre concluso la loro vita sociale e politica nella più umile ma incommensurabile e prestigiosa attività di formazione dei giovani, che sono e saranno sempre il futuro del paese. Sia fino in fondo quel marziano che ha finora mostrato di essere. Questa Italietta dei vanitosi, dei codardi, dei comici, dei Bertoldo, dei mediocri come dei prepotenti, che dicono di Monti una cosa e il suo contrario, non meritano. Quanto agli altri finti e inutili attori del panorama politico da giardinetto per pensionati, stiano tranquilli: il professore non ruberà loro neanche una serata di avanspettacolo nel teatrino degli appassionati del Bagaglino. Gli ingrati in Italia abbondano più dei girini nelle pozzanghere della sporca politica italiana.

giovedì 13 dicembre 2012

Primarie e figuracce del centrodestra.


Ieri Pier Luigi Bersani, Segretario e candidato premier del Pd, ha comunicato ufficialmente che il suo partito ha indetto le primarie per nominare i candidati al Parlamento. Potranno votare anche i non iscritti. La data è il 29 e 30 Dicembre. La decisione è una grande notizia che ci rende felici. Esiste da ieri un partito che sta dando una lezione di autentica democrazia a tutti. Perché, ci chiediamo, il Pd (ex PCI) con radici comuniste fa le primarie mentre il Pdl (ex DC & C.) con radici liberali non le fa? E' paradossale che il centrodestra, che si richiama al liberalismo e al grande filone del PPE (Partito Popolare Europeo) non faccia le primarie, mentre gli ex comunisti sono stati i primi ad effettuare una operazione di democrazia a dir poco epocale. Noi su Twitter abbiamo ironizzato, dicendo che "La profezia dei Maya si è verificata. Oggi 12/12/12 con l'annuncio delle primarie, aperte ai non iscritti, è la fine del mondo!" Per l'appunto. Se queste primarie andranno in porto, il Pd avrà dato una lezione di stile e di democrazia a tutti. In particolare coprirà di ridicolo i partiti e i movimenti che le primarie le hanno fatto solo a parole, dimostrando di essere dei morti viventi. Si tratta di partiti che non hanno nulla da dire agli italiani, perché hanno basato il loro progetto politico solo sul potere e sullo sfruttamento della carica di parlamentare per la sola remunerazione e gli interessi di partito. Che figura! Sono veri e propri morti viventi che rassomigliano a delle mummie. Nel frattempo suggeriamo di ascoltare la bella canzone di Shel Shapiro, dal titolo Undici, che è un progetto politico, sociale e musicale per "coinvolgere i ragazzi e ridare loro la sensazione di avere il potere, la forza e la responsabilità di cambiare la società".

mercoledì 12 dicembre 2012

Testimoni che si assentano e Diritto che si decompone.


Non bastava la figuraccia di un Parlamento che ha votato una mozione a difesa di Berlusconi, nella quale si afferma che una delle ragazze minorenni che gli allietò alcune serate era la nipote di Mubarak. Dovevamo vedere anche come è stato ridotto il Parlamento dalla masnada di bivaccatori che lo hanno spogliato di qualunque prerogativa ideale di luogo dove si risolvono concretamente i problemi mediante scelte e decisioni di alto profilo politico. Adesso la farsa di quella mozione si è spostata in Tribunale. Uno Stato che non è in grado di assicurare a un Tribunale, durante la fase finale di un processo, la presenza di un testimone è uno Stato che imbroglia il Diritto e il popolo. In un circostanza del genere non può essere ammessa alcuna furbizia né dell’accusa, né della difesa a menar il can per l'aia. Ne va della serietà del Diritto e della verità del processo. Negli USA un atteggiamento del genere sarebbe considerato oltraggio alla Corte. Non esiste, né può mai esistere alcuna giustificazione che possa permettere a una delle due parti di sostenere il diritto-dovere di accettare l’assenza di un teste per motivi personali. Chi pensa il contrario è un imbroglione. Solo in Italia un avvocato della difesa può difendere un politico accusato di gravi reati e bloccare una sentenza che sta per andare in prescrizione a causa dell’assenza di un testimone. Questo è un gioco sporco che non dovrebbe essere consentito, altrimenti è tutta una pulcinellata. Urgono interventi correttivi.

martedì 11 dicembre 2012

A proposito di promesse non mantenute.


I due candidati premier alle elezioni del 2008, Silvio Berlusconi e Valter Veltroni, avevano promesso entrambi il taglio delle province. Il secondo è fuori dai salotti del potere da quando fu sconfitto dal suo avversario e non ha più responsabilità alcuna. Adesso, per colpa del ritiro della fiducia al governo Monti, il sopravvissuto Berlusconi ha affossato definitivamente la sua promessa. Come possiamo chiamare questo modo di agire: casualità o intenzionalità? Da noi questo modo astuto di operare, da furbetti del quartierino, si chiama irresponsabile. I sinonimi sono: scorrettezza, disonestà, slealtà, malafede, frode, inattendibilità e inaffidabilità. Se non è zuppa è pan bagnato.

lunedì 10 dicembre 2012

Mercati alla prova del grado di irresponsabilità di Berlusconi.


Dopo la prova di forza di Berlusconi che ha sfiduciato Monti oggi vedremo come reagiranno i mercati. Se borse e spread ignoreranno il trauma delle dimissioni a tempo di Monti vorrà dire che la mossa di Berlusconi è stata una sfida politica e nulla più. Se, viceversa, lo spread e la borsa dovessero penalizzare fortemente i mercati italiani allora ci sarebbe la conferma dell’ipotesi che a innalzare lo spread è stata proprio la sua brutta faccia, che puzza di irresponsabilità. Il Cardinale Bagnasco ha detto che "è irresponsabile chi pensa a sistemarsi mentre la casa brucia". Se esistesse uno strumento in grado di misurare il grado di irresponsabilità dei politici si chiamerebbe irresponsabilimetro e, nel caso di Berlusconi, l'indice di questo strumento andrebbe a fondo scala. In ogni caso, rimangono alcuni punti fermi del suo grado di irresponsabilità. Primo. E’ colpa sua se non è stata cambiata la legge elettorale. Questa legge, illiberale e antidemocratica, gli permetterà di nuovo di scegliere a piacere i suoi parlamentari. Potrà così sistemare i suoi, alla faccia della libertà di scelta dei cittadini. Una vera e propria vergogna. Secondo. Sfiduciando Monti decadrà il decreto sulla incandidabilità, perché non ci sarà né il tempo né la voglia di convertirlo in legge. Dunque, Berlusconi potrà candidare nel Pdl anche i condannati. Un’altra carognata commessa con sprezzante cinismo ai danni della società civile.

domenica 9 dicembre 2012

Berlusconi e la politica del tanto peggio tanto meglio.


Per l'ennesima volta Silvio Berlusconi ha barato. In pratica ha tradito l'impegno assunto un anno fa quando dichiarò che per l'interesse del paese avrebbe sostenuto il governo Monti, mentre in realtà lo ha fatto cadere sfiduciandolo. Come volevasi dimostrare ha di nuovo detto una bugia. L’ennesima, per l’appunto. E’ inutile, non ce la fa proprio a mantenere un impegno. Prendiamo atto che l’inizio della sua campagna elettorale è all'insegna del motto : “Tanto peggio per gli altri, tanto meglio per me”. Da uno come lui, abituato a prendere in giro gli italiani e a instillare l'odio per i politici suoi avversari, non ci si può aspettare altro.

sabato 8 dicembre 2012

Colpo di testa e goffo tentativo di nasconderlo.


Il Pdl ha tolto la fiducia al governo. Garantirà solo l’approvazione della Legge di Stabilità. Subito dopo si andrà al voto. In un momento così delicato della crisi economica, con un atto unilaterale, il padre-padrone del Pdl se ne infischia delle conseguenze del suo folle gesto e dà un colpo di acceleratore al disordine di una campagna elettorale anticipata. Figuratevi il regalo alle agenzie di rating. Non aspettavano altro. I media mondiali gongolano per poter dire: “vedete? gli italiani sono sempre gli stessi : non sono affidabili. La nomina di Monti è stata tutta un trucco per ritornare a fare le cicale con Berlusconi a capo della solita armata Brancaleone”. Ci tocca vedere anche questo. Noi non ci stupiamo del gesto. Fa parte del personaggio. Un vecchio ormai arrivato al capolinea della vecchiezza, solo e senza più ideali, mostra per intero la sua sconsideratezza nel tradire il messaggio di fiducia che fece lo scorso anno nel video che lo ritrasse “alto e nobile statista” che si metteva da parte per l’interesse dell’Italia. Tutte frottole, fandonie multimediali per i gonzi. La realtà è un’altra. Avere chiesto e ottenuto da Maroni l’appoggio alla sua sesta "ridiscesa in campo" gli impone subito di pagare l'acconto ai circensi nordisti della Lega. Pur di guadagnare l’appoggio del Carroccio deve adesso vendere l’argenteria di famiglia, ovvero la poltrona di Governatore della Lombardia e chissà quali altre cambiali come saldo. Un uomo senza scrupoli e irresponsabile che porterà ulteriori sventure a noi italiani. Purtroppo.

venerdì 7 dicembre 2012

Irresponsabilità e bugie dell’uomo di plastica.


Ricordate i famosi aerei e ristoranti pieni di italiani che in vacanza si divertivano a dire ma dov'è questa crisi? Erano frasi false e, dunque, chi le ha dette è un bugiardo. Noi ricordiamo perfettamente che le ha dette Silvio Berlusconi, che è la stessa persona che ieri ha ordinato ai suoi dipendenti-parlamentari di mettere in crisi il governo Monti, negandogli la fiducia. La sua decisione è perfettamente in linea con il “personaggio Berlusconi”: picconare dolosamente governo, parlamento e immagine dell’Italia nel mondo per averlo disarcionato un anno fa. E’ invidioso del successo di Monti all'estero e gliela vuol fare pagare. Ma ci sono anche altri motivi che l’hanno spinto a rischiare una sollevazione del paese. Al primo posto c’è il problema dell’accordo con la Lega di Maroni che permette a quest'ultimo di essere il candidato unico alla regione Lombardia. L’accordo prevede che le "truppe" del Carroccio si uniscano alle sue per riprendersi la maggioranza del Parlamento a Roma o, comunque, per limitare i danni. La ritrovata sintonia con la Lega però prevede un prezzo da pagare: la caduta di Monti e la messa in riga dei suoi sottoposti. Ecco il perché della sua mossa. In secondo luogo, è l’unica maniera per evitare le primarie del centrodestra e riprendersi il Pdl, che gli era sfuggito di mano in questo ultimo anno. Inoltre, affossa la riforma della legge elettorale, impedendo che i cittadini fossero i soli a scegliere i parlamentari da eleggere. Infine, ce l’ha con il governo per avere quest’ultimo presentato, contro il suo volere, il decreto sulla incandidabilità dei candidati alle elezioni. Cosa comporta la sua mossa? Due risultati concreti. In primo luogo l’affossamento definitivo delle primarie del centro-destra e, a seguire, l’annullamento del suo passo indietro comunicato con il famoso video all'indomani della sua caduta da premier. Ricordate le bugie? "Per il bene dell'Italia che ho sempre amato non mi candido e lascio il posto ai giovani". In pratica i due aspetti si integrano e sono complementari nella versione delle due facce di una medaglia: irresponsabilità e inaffidabilità. Milano ieri è stata, salvo quella belga, l’unica piazza finanziaria di borsa in negativo. E lo spread è schizzato su di 20 punti in un solo colpo. Come lui si muove, i mercati ci fulminano! Noi sappiamo il perché del suo modo di operare. Populismo ed estremismo sono sempre stati i suoi cavalli di battaglia e adesso li userà fino in fondo. Con buona pace delle gerarchie cattoliche che lo hanno sempre sostenuto.

giovedì 6 dicembre 2012

Impazzimento generale.


L’Italia è un paese da troppo tempo mobilitato ad aiutare chi delinque. Con la scusa del buonismo stanno eliminando le sentenze di condanna a tutti. Ministri della giustizia a fare carambole per imporre “regole giuridiche” da Azzeccagarbugli e permettere ai rei di non andare in carcere, aggirando le norme. La Procura di Milano che tira fuori dal cilindro il coniglio della sostituzione del carcere con gli arresti domiciliari a un giornalista condannato in via definitiva, aggirando le norme. Un vecchio radicale col codino tutto concentrato a far uscire dalle patrie galere i condannati, legittimandosi all’azione mediante il grido che tutti sono criminali, aggirando la norma. Giudici e magistrati che fremono per fare i politici e politici che vogliono fare i giudici, aggirando la norma della separazione dei poteri dello Stato. La corruzione, che ormai è diventato l’unico dogma della vita degli italiani più furbi, impera e tutti la agevolano, aggirando qualunque norma. E si potrebbe continuare così quasi all’infinito. Tutto questo mentre la malavita esercita il suo “diritto” a uccidere chi vuole, anche in una scuola materna mentre i bambini con le maestre cantano il coro di natale. Sono tutti impazziti, come una maionese scadente che non ha rispettato le giuste proporzioni tra i suoi elementi. In tempi di crisi, invece di aumentare il rigore e la severità per evitare la catastrofe, tutti scelgono la tolleranza e la clemenza, agevolandola. Abusus non tollit usus.

mercoledì 5 dicembre 2012

Discredito e ipocrisia dell’eccesso di protagonismo.


La Corte Costituzionale ha dato ragione al Presidente della Repubblica. Ha poi invitato la Procura di Palermo a distruggere le intercettazioni effettuate ai danni del Colle. Il ricorso di Napolitano sul processo «Stato-mafia» e il pronunciamento in suo favore della Corte mostra per intero il vuoto di credibilità che aleggia intorno alla magistratura. Non tutta, ma sicuramente quella parte che eccede in protagonismo politico. Non parliamo poi dei giudici di assalto, che vanno da Di Pietro a Ingroia, che con i loro errori mostrano i limiti irreversibili di questo modo di operare nella società. Che fiducia possiamo avere in una magistratura che sul piano professionale si imbarca in un’avventura giuridica in cui alla fine ne esce a pezzi? Il pietoso caso ci consente di dare una interpretazione generale dell’accaduto. Sono ormai troppi i casi di “servitori dello Stato” che fanno male il loro mestiere. E’ il caso di rimarcare che l’atteggiamento di protagonismo nella comunicazione di questo folto numero di soggetti nuoce alla democrazia e li trasforma in pericolose distorsioni della società. Con questi abbagli nel diritto costoro producono pessimismo e diffidenza dei cittadini nel loro ruolo. L’autocensura sarebbe il male minore. Temiamo che il problema sia più generale e riguardi le forme inadeguate del reclutamento che, invece di selezionare i migliori, permettono ai peggiori di togliere il posto ai meritevoli. C’è qualcosa che non va nella gestione delle carriere dei magistrati e degli Alti burocrati dello Stato. Non sarebbe male indurre questi soggetti alla scelta: o lavori bene e in silenzio o cambi mestiere. Se vuoi fare politica dimettiti.

martedì 4 dicembre 2012

Primarie e ricadute positive sulla democrazia italiana.


Bersani ha vinto la sfida delle primarie. Renzi l’ha perduta. Il verdetto è tennistico: 6-4. Non ammette repliche e va oltre il mero risultato numerico. Il perché è dovuto al fatto che Renzi non è riuscito a intercettare neppure un solo voto del serbatoio lasciato in eredità dal trio Vendola, Puppato, Tabacci. Anzi, è diminuito in percentuale e in voti assoluti di circa due punti: dal 38,6% al 36,4%. Il significato di questa sfida è tutta qui. La cortina di ferro dell’apparatchik dei dinosauri del partito è stata realizzata con una meticolosità da poterla definire da regime sovietico. Tuttavia, Renzi ha colto un grande successo. Forse si tratta del più grande successo riformatore che sia mai avvenuto nella società italiana e solo per questo non si dovrebbe mai finire di ringraziarlo abbastanza. Renzi è riuscito a modificare il modo di vedere della politica del suo avversario, giorno dopo giorno, tanto da poter affermare che il Bersani vincitore è un uomo molto diverso dal Bersani contendente. Bersani è cambiato perché ha interiorizzato nel suo DNA la tesi principale del suo avversario, consistente nel cambiamento della classe politica. Adesso la “rottamazione” è stata acquisita, in modo irreversibile, non solo dal vincitore ma da tutti. La domanda di Renzi di rinnovare e di produrre un cambiamento generazionale lascerà sicuramente i suoi frutti perchè è da considerare come un modello. Ma anche Renzi è cambiato. Anche qui, il Renzi sconfitto non è più il Renzi contendente. E’ sicuramente cresciuto. Ma più di tutti è cresciuto il Pd al quale le primarie gli hanno fatto molto bene. Auguri al rinnovamento del Pd. Così come auguriamo al Pdl di fare altrettanto. Il centrodestra faccia una lettura raziocinante e disinibita del successo delle primarie del Pd. Ne copi per intero il progetto e lo spirito. Abbandoni la causa principale della sua attuale disfatta, che è Berlusconi. Alla fine, vedrà che se riesce a presentare alle prossime elezioni candidati puliti, onesti, immuni dal virus del berlusconismo, una gran parte della società italiana di centrodestra li seguirà in una nuova epoca di democrazia e di politica al servizio dell’intero paese e non di un solo uomo, che da solo è stato il maggiore scandalo della nazione.

domenica 2 dicembre 2012

Dovevamo vedere anche questo.


Nello spettacolo scadente delle idee del centrodestra dovevamo subire anche l’onta di un ennesimo partitino integralista che dice di presentarsi, alle prossime politiche del 2013, perché ama l’Italia. Siamo messi proprio male. Il sig. Magdi Cristiano Allam, con la sua lista ”Io amo l’Italia”, si candida come Premier. Ecco la notizia del giorno. Intendiamoci, il Sig. Allam, dopo avere ricevuto la cittadinanza italiana, è libero di partecipare anche al concorso per bidello comunale. Nessuno glielo impedisce, è un suo diritto. Ma che voglia concorrere addirittura per diventare Presidente del Consiglio al posto di Mario Monti, è troppo. La sfrontatezza non gli manca. E non perché è di nascita egiziana ma perché ha un programma politico da far accapponare la pelle! Che sia nato e cresciuto in Egitto per certi versi ce lo ha reso finora piacevole, viste le nostre simpatie per la storia e la cultura dei popoli arabi. Il fatto è che questo Signore, dalla eccellente prosa manzoniana, dal momento in cui è stato folgorato sulla strada di Santa Romana Chiesa cattolica è stato un crescendo di fondamentalismo e di integralismo religioso becero. E sembra non gli basti, perché è di un antieuropeismo da fare invidia al peggior Borghezio della Lega. Se dipendesse da lui l’Italia precipiterebbe in un medioevo feudale, imbevuto di radicalismo religioso alla “Tea Party” al cui confronto l’Islam sarebbe considerato più avanzato del welfare delle società scandinave. Dice che il Pd è un collettore di poltrone. Che l’unica via di uscita dalla crisi in cui versa l’occidente sono i valori non negoziabili della cristianità. Che non esiste una entità definibile come Palestina. Che ama l’Italia per cui non si alleerebbe mai con altri partiti i quali, a suo giudizio, sono fonte di discredito. Dulcis in fundo ha il supporto, udite udite e nientepopodimeno che, dei cristiani Copti e che il suo vero motto è: “ama l’Italia come ami te stesso”. Ma si può, negli anni duemila, proporsi candidato alla guida di una società occidentale, che si riconosce nei valori fondanti e avanzati dell’Europa come se ancora fossimo alle crociate del XII secolo, benedette da Papa Urbano II? Avremmo preferito che il novello tribuno dell’Inquisizione invece di “scendere in campo” come ha fatto e vuole rifare un certo Silvio Berlusconi (anche lui che "ama l'Italia", ma a modo suo), cattolico “osservante” più di Allam, andasse in un convento a meditare sul male che hanno fatto alla libertà inviolabile della persona umana i sui cofedeli del cattolicesimo antigalileiano. E qui, carissimi, non si può imbrogliare perché la storia è ampiamente documentata e fa fede una certa sentenza di abiura e del confino a vita del vecchio Galileo in un palazzo di Arcetri. La cosa incredibile è che ci siano due monsignori, Gianfranco Ravasi e Salvatorino Fisichella e un "esperto" scienziato Antonino Zichichi, che non perdono occasione per dire il contrario. Cose da pazzi!

sabato 1 dicembre 2012

Aggressione, razzismo e ipocrisia a Roma.


Alcuni mesi fa il professore Nazir Rafiq Ahmad è stato picchiato sulla metro di Roma per razzismo. Ha 50 anni e si trova in Italia dal 2001. Insegna conversazione inglese in tre licei romani. Solidarietà a Nazir Rafiq Ahmad è stata espressa dal sindaco Gianni Alemanno per la vile aggressione subita. Roma, aggiunge il Sindaco «è una grande città che ogni giorno di più afferma la sua natura cosmopolita e che promuove il rispetto delle diversità e dell'identità delle persone». Questo il fatto che commenteremo senza peli sulla lingua. No, Sindaco. Non è vero che Roma è una grande città e che promuove il rispetto della diversità. Lo farà con gli stranieri biondi e gli occhi azzurri. Ma appena il colore tende al marrone o, peggio, al nero tutto cambia. Roma è una “piccolissima città”, perché circolano persone piccine di cervello, incivili, che fanno male al suo nome e ai romani evoluti. Lei, sindaco Alemanno, può tentare di addolcire la pillola ma la verità è un’altra. A Roma questi fatti indegni succedono troppo spesso, con regolarità e precisione che lasciano pensare a una regia voluta e ricercata di proposito. Roma è diventata una città violenta, soprattutto con le culture immigrate e i più deboli. Troppe aggressioni, troppa violenza, troppa politica estremista, troppa ideologia di estrema destra. Lei caro Sindaco, anche in considerazione del fatto che non ha la reputazione di un soggetto moderato, cominci a dimostrare che crede nella tolleranza individuando modalità concrete di solidarietà ai discriminati e tagli qualunque rapporto con le associazioni e i movimenti che predicano l’ideologia di estrema destra. Sappiamo che esistono, per altri versi, analoghi e pessimi movimenti estremisti di sinistra. Ma questo non deve dare alibi, nè ai soggetti violenti, nè a lei che è il primo cittadino di Roma. Si schieri sempre con i più deboli e combatta gli estremisti di tutti i colori, rossi e neri, di sinistra e di destra. Solo allora crederemo in lei. Niente cambiali in bianco.

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