mercoledì 25 maggio 2011

Un bel romanzo che è la storia della musica araba del novecento.

E' sempre così: un bel libro lascia sempre il segno e si fa ricordare perché lascia emozioni. Le coordinate bibliografiche sono le seguenti: Sélim Nassib, Ti ho amata per la tua voce, Roma, Edizioni e/o, 2010. E' la storia struggente di una donna araba di umili origini che diventa una stella, ma è anche la storia appassionata di un uomo, un poeta arabo, Ahmed Rami, che si legge tutta d'un fiato, innamorato e timido per dieci lustri senza avere avuto mai il coraggio di confessarle il suo amore. Il racconto prende per mano il lettore e lo accompagna a rivivere tutti i ricordi della sua amata cantante Fatima Ibrahim Bentagy, in arte أم كلثوم , ovvero Umm Kulthum, cantante tra le più celebri e amate in tutto il mondo arabo, dall'infanzia sino alla morte con grande passione e curiosità. Ecco un esempio di musica e canto di Umm Kulthum. Si viene a conoscere un mondo musicale, quello sorprendente e incantevole del mondo arabo che si credeva non esistesse. Una vera sorpresa.

martedì 24 maggio 2011

Multe a Rai e Mediaset per scorrettezze.

L'Autorità Garante per le comunicazioni interviene contro l’abbuffata di apparizioni di Berlusconi in tv ed emette sanzioni per circa 800 000 € alle televisioni che hanno accettato di mettere in onda in simultanea dei proclami elettorali del premier. Questo il fatto di oggi che vogliamo commentare in modo chiaro e netto. In poche parole il Garante per le comunicazioni multa per centinaia di migliaia di euro indovinate quali televisioni? Rai3? No. La7? Neanche. Quali televisioni nazionali rimangono? Ne rimangono cinque e sono: Tg1 e Tg2 della Rai e Tg4, Tg5 e Studio Aperto (Italia Uno) di Mediaset, ovvero di proprietà di Berlusconi medesimo. Se aggiungiamo che le due testate Rai Tg1 e Tg2 hanno Direttori che hanno dichiarato la loro “simpatia” per il partito di Berlusconi ecco che tutto sembra evidente. E’ come se un arrestato confessasse che è stato lui a commettere il reato che la polizia gli attribuisce. Poche parole per concludere questa ennesima perla del Sultano di Arcore. E’ una vergogna che si permetta a Berlusconi di fare comizi secondo formule scorrette e disoneste durante una tornata elettorale. E’ estremamente volgare che un individuo si permetta di violare le regole del gioco elettorale, intervenendo in modo assolutamente sconsiderato durante la campagna elettorale e alterando di fatto l’esito della consultazione. E’ giunto il momento di scaricare questo furbacchione che fa il finto tonto su questo gravissimo fatto antidemocratico e inaccettabile alle coscienze libere. Riusciranno i milanesi a chiamarsi fuori da questo fango berlusconiano? Lunedì sera, 30 maggio 2011, lo sapremo. Ma intanto chi pagherà la multa della Rai? Noi poveri abbonati? La multa dovrebbe essere pagata dai dirigenti Rai che hanno la responsabilità della irregolarità.

lunedì 23 maggio 2011

Berlusconi ricattato dalla Lega accetta di trasferire due ministeri da Roma a Milano.

Vengano Signori, vengano! Offriamo gratis ministeri e direzioni Rai al popolo milanese. Il centrodestra, del nostro beneamato Presidente Silvio Berlusconi, offre ai milanesi che voteranno di nuovo la Moratti come Sindaco, alcuni “articoli” di grande pregio gratis. Si tratta del pagamento della cambiale firmata in bianco dal Presidente Berlusconi alla Lega per avere avuto i voti di quest’ultima in Parlamento che lo hanno salvato da rumorose e gravi (per lui) cadute del governo. Due ministeri e la direzione di una rete televisiva Rai in forma gratuita sono il debito di solidarietà che stabilisce un legame stretto fra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi. Un sintomo impressionante di mancanza di serietà e un indecente baratto per i gonzi. Ecco chi sono coloro che governano l’Italia di oggi con Berlusconi. Giuseppe D’Avanzo lo definisce un abuso da fermare. E scrive: “un prepotente, abusando in modo autoritario del suo potere e del conflitto d'interessi che lo protegge, ha rovesciato il tavolo”. Fino a quando gli Eccellentissimi et Reverendissimi Cardinali di Sacra Romana et Apostolica Chiesa Cattolica, Giusti per eccellenza, appoggeranno "questo" Berlusconi che, dice ancora D’Avanzo, “ha truccato le carte, ingannato gli antagonisti, corrotto gli arbitri, violato le regole del gioco”? Siamo senza parole. Ma non per i trucchetti volgari e immorali del Presidente del Consiglio. No. Siamo sconcertati dal rumoroso et assordante silenzio della Chiesa cattolica.

venerdì 20 maggio 2011

Maleducazione a ripetizione nel centrodestra.

Continuano gli attacchi e le insolenze del centrodestra al candidato del centrosinistra alle elezioni a sindaco di Milano. Questa volta è la Lega, con Umberto Bossi, che offende Pisapia. Bossi ha dichiarato che: "non lasceremo Milano nelle mani di un matto". Alcune osservazioni ci sembrano doverose su chi ha sempre avuto poco controllo sulla sua lingua e sull’interesse nazionale in politica. Che Bossi fosse un politico rozzo e scortese lo sapevamo già. Ricordate la dichiarazione sulla bandiera nazionale che lui adoperava al posto della carta igienica? Diciamo, dunque, che non c’è nulla di nuovo. Semmai viene confermato il proverbio che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Definire “matto” Pisapia perché propone di permettere la costruzione di una moschea a Milano e di creare le condizioni affinché gli emarginati siano sempre più integrati nella società meneghina ci sembra il massimo della volgarità e della villania nel linguaggio e la conferma che il suo partito è xenofobo e razzista. Detto in modo semplice Pisapia dice le stesse cose che dice la Chiesa cattolica, che è contraria all’emarginazione e alla discriminazione degli svantaggiati. Preti e gerarchie cattoliche sarebbero tutti matti? Sul vocabolario la parola “matto” significa più di una cosa. Si va dal “pazzo, sconsiderato” a “persona che si comporta in modo avventato e sconveniente”. E’ sinonimo di “squilibrato, demente, folle, pazzoide”. Vi sembra questo il modo di etichettare un avversario politico che si presenta alle elezioni per realizzare il massimo della democrazia che consiste nel confronto civile tra persone che evidenziano progetti differenti per dare ai cittadini un quadro completo di scelte su chi votare? Vi pare logico che uno dei contendenti dichiari che l’altro è un pazzo? Noi siamo persone civili e lo dimostriamo coi fatti nella pratica quotidiana usando un linguaggio che non supera mai le righe e che riesce a criticare l’avversario in modo corretto. Noi non siamo né leghisti, né berlusconiani. Il bon ton, la correttezza, lo stile, il linguaggio misurato sono atteggiamenti alieni per questi rozzi leghisti. Non ci siamo proprio. Questa gente non è adatta a governare città, provincie e regioni e men che mai l’intera nazione. Se lo ricordino le gerarchie cattoliche se non vogliono assumersi la responsabilità di essere tra coloro che appoggiano candidati pro-Berlusconi dai profondi limiti culturali e civili.

mercoledì 18 maggio 2011

Due miti diventati con Berlusconi due trombe senza fiato.

All’indomani della recente batosta elettorale subita dal Pdl a Milano, nel partito di Berlusconi si respira con incredulità aria di disorientamento generalizzato. Il dimezzamento delle preferenze al premier, la caduta di stile della Moratti che lancia accuse false al candidato Pisapia all’ultimo momento di un incontro televisivo, il numero di preferenze da gioco della tombola presi da alcuni candidati famosi nella lista del Pdl, il fiasco dell’autore del manifesto contro i giudici accusati di brigatismo e altro ancora ci presentano un quadro a tinte fosche per il Presidente del Consiglio. La lettura della sconfitta al primo turno sta nei numeri e, soprattutto, dà un giudizio impietoso della strategia politica di Berlusconi che ha forzato i toni elevandoli a guerriglia urbana contro opposizione e magistratura. Tre osservazioni. La prima per Berlusconi. Che spudoratezza vedere il Primo ministro di un grande paese occidentale che si candida a consigliere comunale quando sa in partenza che non potrà mai onorare il mandato elettorale. La sua è da considerare una truffa perchè altera la corretta valutazione della composizione della sua lista elettorale. Una vera e propria vergogna! La seconda per la Moratti. Che colpo basso usare mezzucci da osteria in TV quando, approfittando dell’ intervento finale, accusa il suo avversario Pisapia che non poteva più replicare di essere stato un ladro di furgoni per terroristi. Che sconcezza. L’ultima osservazione riguarda i candidati “eccellenti” presi dal mondo della canzone e del calcio e messi lì, a bella posa come belle statuine, per accalappiare qualche migliaio di voti in più. Per la Moratti si sono candidati alle elezioni comunali di Milano Ornella Vanoni e Gianni Rivera. Vedere una icona della musica come Ornella Vanoni che si candida senza fare un comizio per parlare di politica e che prende appena 36 voti, diciamo tren-ta-sei voti nella sua "Milano da bere", ci fa tristezza e ci impone qualche riflessione amara sul concetto di dignità. All’incirca lo stesso risultato l’ha ottenuto Gianni Rivera, l’ex golden boy del calcio milanista. Che figura! Che pena! Se persino icone e miti della società si sono venduti al Sultano di Arcore per un po’ di visibilità mediatica vuol dir che la società milanese è messa proprio male.

lunedì 16 maggio 2011

Il crack di Berlusconi : è l’inizio della fine?

I risultati del primo turno delle elezioni amministrative sorprendono per la loro intensità ma non per la loro tendenza. Berlusconi era convinto di rifare il pieno di voti. Le previsioni dicevano Moratti sindaco subito al primo turno a Milano e gli altri al ballottaggio a Torino, Bologna e Napoli. Invece le cose sono andate esattamente al contrario. Che sia l’inizio della caduta? Noi crediamo che il signorotto di Arcore ce la metterà tutta per riuscire a invertire la tendenza ma il recinto è stato aperto e i buoi cominciano a scappare. Sarà dura, tremendamente dura per lui ammettere la sconfitta. Guai a chi non è modesto in politica come nella vita: l’umile alla fine vince sempre mentre i presuntuosi e i prepotenti prima o poi perdono.

sabato 14 maggio 2011

Un premier che offende e insulta non si era mai visto.

La vergognosa e violenta progressione verbale del Presidente del Consiglio durante l’attuale campagna elettorale per le elezioni amministrative ci indigna e ci preoccupa. Da qualche mese Silvio Berlusconi si è inoltrato sempre più su una strada irta di follia politica e personale. Adesso non gli basta più gridare al complotto contro i magistrati minacciando addirittura la nomina di una Commissione d’inchiesta parlamentare. No. Adesso si è messo a insultare anche gli avversari politici, con offese al limite del ricorso al tribunale per calunnia. L’ultima sua perla è che i suoi avversari politici non si lavano e, quindi, puzzano. A nostro avviso la sua è una dichiarazione molto grave che merita una risposta. Il Presidente del Consiglio dimentica che ci sono due tipi di cattivo odore. Il primo è quello meno disonorevole ed è il risultato di una cattiva igiene personale. Crediamo che la statistica sulla cattiva igiene delle persone include soggetti di tutte le posizioni politiche. Ma c’è anche un altro cattivo odore, peggiore del primo, che è quello che viene prodotto da chi sfrutta il potere politico per fini personali discriminando politicamente le fasce sociali più deboli dell’Italia. Il Presidente Berlusconi lo rammenti. Questa puzza è quella che lo marcherà a vita dopo la caduta dal potere che, prima o poi, avverrà.

giovedì 12 maggio 2011

La paura del terremoto ridicolizza Roma.

Ieri Roma si è improvvisamente svuotata. Sembrava di essere il giorno di Ferragosto quando, per tradizione, i romani abbandonano la città o per ferie o per il caldo. Ieri, 11 maggio 2011, si è verificato lo stesso fenomeno ma per tutt’altri motivi. La causa? La paura di un terremoto prevista da un bizzarro faentino di nome Bentandi, morto nel 1979 e assolutamente inaffidabile. Il passaparola si è propagato in brevissimo tempo e …. tutti al mare è stata la decisione degli abitanti della capitale, anche se ancora le vacanze non sono incominciate. Strano, credevamo che il cinismo romanesco avesse dato loro una certa furbizia nell’allontanarsi dalla sciocca profezia e dalla superstizione dei maghi di turno. Ma ci siamo dovuti ricredere. Abbiamo sbagliato. Altro che napoletani! Almeno i campani hanno il coraggio di dire che sono superstiziosi, mentre i nostri …

venerdì 6 maggio 2011

L’ultima trovata del berlusconismo, ovvero gli accertamenti fiscali opzionali.

"Se un accertamento fiscale non ha solido fondamento non va fatto”. E’ questa l’idea forte del Direttore Generale dell’Agenzia delle Entrate nominato dal governo Berlusconi pochi anni fa su uno dei posti chiave degli uffici finanziari in Italia. Detta così sembrerebbe una cosa giusta. Chi infatti non la accetterebbe se avesse di fronte un ispettore dell’Agenzia delle Entrate che “a tutti i costi “ vorrebbe farti una bella contestazione di evasione fiscale senza che ci fossero i presupposti? Eppure la dichiarazione del Direttore Attilio Befera non ci convince. E' molto strano che un capufficio striglia i suoi perchè lavorano con impegno. Totò nei suoi film ha più volte usato una frase shakesperiana efficacissima, che fu un suo vecchio cavallo di battaglia cinematografico, dicendo: "c’è del marcio in Danimarca”. E noi crediamo più a Totò che ad Attilio Befera, il fedelissimo “servitore dello stato” di nomina governativa che è stato nominato su quella poltrona da Giulio Tremonti. Se abbiamo capito bene, Befera afferma che i suoi ispettori, cioè suoi dipendenti, effettuano controlli fiscali arroganti usando comportamenti vessatori. Questo vuol dire che il Capo dell’Agenzia delle Entrate ha rilevato che i suoi dipendenti non lavorano correttamente come dovrebbero. A questo punto delle due l’una: o il Direttore non è capace di dirigere l’Ufficio delle Imposte e in tal caso è palesemente inefficiente oppure vuole allentare la morsa dei controlli della Guardia di Finanza e decide di condizionare i suoi dirigenti degli uffici preposti ai controlli informandoli che senza prove schiaccianti è meglio lasciare perdere. Decidete voi quale delle due è la risposta giusta. A noi sembra incredibile che un Direttore Generale avverta la necessità di informare la stampa che il suo ufficio deve stemperare i controlli. Sono stati messi là, a nostre spese, per far pagare agli evasori tutti i soldi evasi e poi attenuano i controlli. Ma che nausea è mai questa? Ci chiediamo perché un Direttore Generale prende questa iniziativa, che non gli giova né dal punto di vista dell’immagine del suo ruolo né dal punto di vista del lavoro dell’Agenzia delle Entrate che con questa dichiarazione ne esce malissimo. E come si potrebbe giustificare sul piano logico questa dichiarazione che è un autogol se si comparano i pessimi risultati del lavoro dell’Agenzia delle Entrate con il fatto che l’evasione recuperata è una frazione minima dell’immensa evasione praticata dagli italiani? La risposta è semplice e riguarda le imminenti votazioni che, a detta dello stesso Berlusconi assumono una valenza politica. La verità è che il Signor Mega-Direttore Generale di fantozziana memoria ha ricevuto l’ordine di sparare la cannonata pubblicitaria per tranquillizzare i potenziali elettori del centrodestra che hanno così il contentino di vedersi assicurare controlli meno severi. In pratica è l’ennesima porcata del Governo Berlusconi che ha imposto questa volgarità etica per avere i voti dei possessori delle partite IVA, cioè degli elettori del partito di Berlusconi, che non ci sentiamo di definire degli ingenui scolaretti che pagano correttamente tutte le tasse. Ma in quale altro paese del mondo si è mai visto un simile fatto? Ignobile è il comportamento del Direttore Generale Befera, pilatesco è il comportamento del Ministro delle Finanze Tremonti che in tutta questa vicenda rimane nascosto e mimetizzato nel suo assordante silenzio su come far quadrare le entrate con le uscite del bilancio dello Stato e, soprattutto, spregevole e vergognoso è il comportamento del Presidente del Consiglio che invece di strigliare il suo Ministro delle Finanze per la poca efficacia del recupero dell’evasione fa esattamente il contrario: difende gli evasori e contrasta l’azione della Guardia di Finanza. A quando il ravvedimento degli italiani su questo piccolo uomo politico che è diventato la sciagura degli italiani onesti?

giovedì 5 maggio 2011

O si è sempre giusti o non vale niente.

Giovanni Paolo II è stato beatificato dal Papa che gli è succeduto sulla cattedra di Pietro. E’ stata una bella cosa. Dare il nome di Beato a Papa Wojtyla è stato ciò che con linguaggio religioso si direbbe “è cosa buona e giusta”. Ciò che invece non è giusto è che la Chiesa cattolica non richiami i peccatori che si sono incamminati sulla strada della perdizione e che su questa strada pericolosa insistono con testardaggine. La stessa Chiesa cattolica di prima che ha beatificato Wojtyla permette lo sconcio di sostenere politicamente il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Qui sta l’ingiustizia commessa dalla medesima chiesa. Nessun cattolico che sia tale, nessuna gerarchia o autorità cattolica che si sente portatrice del messaggio evangelico di Cristo potrà mai essere credibile nella sua missione pastorale se evita di bocciare, sul piano etico e morale, il Capo del governo. In altre parole finché la Chiesa cattolica non prenderà decisamente le distanze dal modo di governare del premier Silvio Berlusconi non sarà credibile agli occhi di tutti i cittadini italiani, cattolici o meno, credenti e non credenti. Il fare finta che il premier Berlusconi sia innocente e che non sia incolpabile dei reati che gli vengono attribuiti ha il significato di voler coprire tutti gli errori e gli "orrori" commessi da quest’uomo nella sua intera carriera politica. La chiesa cattolica deve cessare questo stato di ipocrisia permanente dovuto al ritornello che Essa non fa politica. La Chiesa cattolica orienta milioni di cittadini cattolici italiani e non può permettere lo scandalo di votare e far votare un uomo che la magistratura persegue da tanti anni per delitti impuniti e che non riesce a condannare a causa del suo planetario conflitto di interessi che lo porta a far legiferare in Parlamento molte leggi a "suo uso e consumo". E' uno scandalo. Coerenza vuole che si è giusti sempre e non solo quando si beatifica papa Wojtyla. A quando un Papa che farà come Gesù, quando scacciò dal Tempio i mercanti infischiandosene delle conseguenze? Che se ne fa la Chiesa cattolica dei favori di Berlusconi? Più li accetta e più si dequalifica. Ci vuole più coraggio e denunciare i peccati di quest'uomo di potere, tutto dedito ai piaceri della lussuria e a favorire in modo sfacciato i ricchi penalizzando i più svantaggiati e i più deboli. La Chiesa cattolica che se ne fa di un Robin Hood al contrario?

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