martedì 30 marzo 2010

Elezioni regionali: il centrosinistra punito per la sua presunzione.

Non abbiamo intenzione di commentare i risultati delle elezioni regionali. Noi non siamo dei giornalisti e lasciamo ad altri questo compito. Perseguiamo solo uno scopo, che è quello dell’analisi di alcuni fattori politici e sociali che entrano nel processo di degrado dell’etica nella società italiana a causa della politica. Ci interessa solo questo: metter a fuoco alcuni fatti della vita del nostro paese per criticare i distruttori dell’etica e della morale nel paese. In Italia c’è il record mondiale della popolazione più immorale del mondo e noi da questo blog rivendichiamo il diritto di criticarla. Abbiamo più volte detto che a nostro parere il motivo più importante della diversità degli italiani nell’Europa è la loro sostanziale incapacità di saper governare il paese in modo onesto, professionale e trasparente. Viceversa, il modo di operare dei politici del Bel Paese è quasi sempre all’insegna dell’interesse personale, dell’imbroglio e della cattiva politica. Questo fatto vale per tutte le componenti presenti nel Parlamento: destra, centro e sinistra. Tutti i partiti che si richiamano a queste posizioni politiche hanno imbrogliato e fatto i propri interessi. Le varie tangentopoli lo dimostrano. Oggi vogliamo parlare brevemente dell’insuccesso del centrosinistra nelle tre regioni del sud: il Lazio, la Campania e la Calabria. Un unico filo conduttore lega i tre insuccessi e la sconfitta dei tre candidati “rossi”, ovvero l’incapacità di amministrare onestamente e in modo cristallino le tre regioni. Un modello immorale di conduzione del governo regionale è il motivo ispiratore della sconfitta. Non ci sono altre interpretazioni. I cittadini delle tre regioni hanno potuto vedere in azione piccoli boss di sinistra che hanno diretto le tre regioni in modo immorale e inetto. Basti pensare all’affaire trans del governatore uscente del Lazio, alla questione spazzatura in Campania e al tema del degrado e della corruzione in Calabria per fare la foto ufficiale della sconfitta del centrosinistra. I tre candidati sono stati battuti clamorosamente con percentuali bulgare in Calabria e Campania mentre nel Lazio la sostanziale parità è stata solo di facciata, perché com’è noto la candidata Polverini ha dovuto correre in condizioni di inferiorità per la mancanza nella scheda elettorale del partito del Presidente del Consiglio. Dunque, sconfitta pesante. Perché? Sostanzialmente per supponenza e presunzione dei politici della Campania, per immoralità nel Lazio e per incapacità e vizi endemici in Calabria. A vincere non c’è solo l’immoralità del berlusconismo, paladino della deregulation, ma parimenti anche l’incapacità e la inettitudine di un centrosinistra che ancora non ha imparato la lezione. Ci attendono anni bui e cupi. Adesso, più di prima, i rampanti del centrodestra hanno campo libero nel distruggere quel po’ che era rimasto dopo la distruzione di massa effettuata nelle tre regioni dai “rossi” del sud. More solito.

sabato 27 marzo 2010

Abusi sessuali dei preti pedofili e assoluzione auspicata.

Alla luce della lettera di Papa Benedetto XVI alla Chiesa d’Irlanda sui casi di pedofilia dei preti cattolici Vittorio Messori, nel Corriere della Sera di oggi, dice che “in Papa Ratzinger c’è l’umanità dei vecchi uomini di Chiesa”. E subito dopo aggiunge che : “nella lettera alla Chiesa d’Irlanda c’è il dolore e lo sdegno per i tradimenti del Vangelo”. Se abbiamo capito bene le parole di Messori, il Papa è umano, è addolorato e mostra sdegno per i gravissimi fatti commessi dei preti cattolici. Crediamo che sia proprio così, sebbene abbiamo imparato a diffidare del Sig. Messori, soprattutto dopo le gravi dichiarazioni fatte a La Stampa in cui argomentando con una logica inaccettabile riesce persino a giustificare alcuni casi di abusi. Nessuno mette in dubbio il dolore del Papa. Quello che ci preoccupa è la cosiddetta “umanità” dei vecchi uomini della Chiesa. Perché il problema della Chiesa cattolica di oggi è che Essa vuol far convivere nella sua ideologia tesi e antitesi, il che come risposta logica ci sembra inadeguata. Va benissimo il dolore, va altrettanto bene la richiesta di perdono per i preti che hanno peccato, ma tutto questo non basta perché è altrettanto importante l’ultimo elemento mancante, che poi è l’unico in grado di assolvere la Chiesa cattolica e romana per non aver vigilato adeguatamente. Si tratta del provvedimento punitivo da prendere affinché i gravissimi reati sessuali (perché di questo stiamo parlando non di un buffetto sulla guancia dei bambini) non si possano mai più reiterare in futuro. E’ qui che fanno acqua gli atteggiamenti lacunosi di Benedetto XVI e, peggio ancora, i tentativi inutili e miseri di Messori di far apparire le cose come se fossero state risolte in modo definitivo. No. Il Papa deve completare l’opera e aprire gli “armadi” contenenti gli “scheletri” in modo tale da cambiarne la prospettiva. Com’è noto, non si possono conciliare insieme “il diavolo e l’acqua santa”. Delle due l’una, o si va fino in fondo in questa squallida vicenda oppure non vale a nulla il pentimento e il dolore. Anzi sarebbe una presa in giro. Papa Ratzinger deve fare il passo più importante che riguarda sia la riforma del Codice canonico, con il quale finora la chiesa cattolica ha fatto sempre il buono e il cattivo tempo giustificando l’ingiustificabile sia la consegna dei carnefici alla giustizia civile dello Stato in cui questi preti hanno commesso i reati. Perché si tratta di reati gravi che devono essere perseguiti sul piano penale con sentenze severe e non con trasferimenti d’ufficio dei manigoldi da una diocesi all’altra. Sfruttare a proprio piacimento, come fa Messori, i cavilli manzoniani di cui l’attuale Codice canonico ne consente sempre la possibilità non è “cosa buona e giusta”. Dunque , con buona pace di Vittorio Messori ancora non ci siamo. E’ necessario ancora uno sforzo e la partita si potrà chiudere. E’ qui che si parrà la nobilitate delle Loro Eccellenze Eminentissime ma senza inganni.

mercoledì 24 marzo 2010

Pedofilia dei religiosi cattolici e auto-assolvimento delle gerarchie vaticane.

Non ce la facciamo più ad aspettare che qualcuno scriva qualcosa di autentico e significativo sul tema della pedofilia dei preti cattolici. Negli Stati Uniti, in Irlanda (nella foto Monsignor John Magee), Germania, Italia e chissà in quante altre nazioni ancora, sono stati denunciati centinaia di casi del genere, tra i quali qualche decina di casi in cui il reo ha confessato esplicitamente il reato di abuso sessuale di minori. Alla luce della lettera di accuse del Papa alla Chiesa irlandese se noi non esprimiamo la nostra posizione subito, in modo chiaro e inconfondibile, crediamo di non di poter dormire sonni quieti la notte. Ecco di cosa si tratta. Il reato di pedofilia è il più esecrabile e scandaloso che esista nella società di tutti i tempi. Abusare sessualmente dei bambini è il reato più odioso e ripugnante che si possa immaginare. E’ tanto disgustoso che è l’unico caso in cui Gesù Cristo “suggerisce” a chi lo commette di lasciarsi dare la morte. Dice infatti Luca in 17,1-6 “E’ inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono. È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi![…]”. Come mai tanta severità? Pensiamo che Gesù si identifichi con i bambini e, dunque, stuprare un bambino equivale a fare la stessa cosa sulla persona di Gesù. Se si pesano attentamente le parole di Gesù si nota che l’abuso non ammette scuse, né attenuanti. Forse si tratta del solo caso in tutta la storia del Cristianesimo in cui viene prevista la morte del peccatore “senza se e senza ma”. Luca informa che gli scandali sono sempre avvenuti, ma quello delle sevizie a sfondo sessuale a un bambino non è uno scandalo come gli altri. E’ il peggiore di tutti e in quanto tale la pena deve essere esemplare. Conclusione: se la pena prevista da Gesù per il condannato è addirittura la morte, noi abbiamo il diritto e il dovere di chiederci perché nessun prelato cattolico è mai stato condannato al carcere? Se lo stesso Gesù previde la morte perché oggi, il Vaticano e tutte le Eccellentissime Eminenze che circondano il Papa, non chiedono allo Stato Italiano, o a quello irlandese o tedesco, di far condannare “sic et simpliciter” tutti i religiosi che hanno commesso questo genere di abusi? Sarebbe inaccettabile e considerata una presa in giro se i preti pedofili non pagassero caro il loro abominevole delitto. Pretendiamo che questa gentaglia della peggiore specie vada in carcere. Ci sembra il minimo, visto che la pena di morte nei nostri paesi è stata abolita, se addirittura Gesù stesso aveva previsto una pena di gran lunga maggiore. A noi non ci risulta che alcun religioso sia mai stato condannato. Ci chiediamo allora con sconcerto e meraviglia che qui i casi sono due: o le proteste delle gerarchie cattoliche sono ipocrite e, dunque, niente di nuovo all’orizzonte, oppure la stessa Chiesa cattolica commette sacrilegio non chiedendo le condanne automatiche di tutti coloro che hanno commessi gli abusi sessuali. In entrambi i casi ci sembra che ci sia qualcosa che non funziona. E’ vero o no, Eminentissimi ed Eccellentissimi Cardinali Bagnasco e Bertone?

domenica 21 marzo 2010

La spudoratezza vince sulla sincerità.

Diciamo la verità: siamo agli inganni più sfrontati. Un Presidente del Consiglio, Capo del governo in carica, che va in piazza e protesta contro l'opposizione non s’era mai visto in nessuna parte del mondo. Ci ricorda in modo irragionevole l’ultimo governo Prodi, caduto per suicidio collettivo, in cui alcuni ministri la mattina votavano interventi in Consiglio e il pomeriggio andavano in piazza a protestare contro il governo stesso. Specularmente si tratta della stessa malizia. E poi, come si può chiamare atto d’amore un discorso basato tutto sull’odio per l’avversario? Mah! Qui sono saltati tutti i meccanismi non solo dell’etica ma anche della logica. Questa non è più politica ma imbroglio.

venerdì 19 marzo 2010

Radiazioni e vergogne nazionali.

La RAI ha radiato Aldo Busi da tutte le sue trasmissioni televisive perché lo scrittore ha attaccato il Papa e Berlusconi. Questa la notizia di oggi che commenteremo brevemente. Noi non abbiamo visto la trasmissione, né tutte quelle dello stesso tipo irradiate dai due colossi televisivi Rai-Mediaset. Trasmissioni senza scrupoli di questo genere, a nostro parere, rappresentano un vero e proprio omicidio della cultura e del senso razionale degli italiani. Con questo tipo di programmi si snatura il ruolo che deve svolgere correttamente il mezzo televisivo in una società rappresentativa degli interessi culturali di un paese civile. Le trasmissioni come “Il grande fratello” e “L’isola dei famosi” sono trasmissioni becere e scandalistiche, in cui si mettono in evidenza solo gli aspetti più a sensazione e più depravati della convivenza civile fra individui costretti a coabitare artificiosamente in un ristretto spazio abitativo. Nella realtà rappresentano, per i meno dotati di senso critico, un forte potere accattivante che attira il telespettatore sprovveduto a curiosare tra i meandri della psicologia voyeuristica dei protagonisti nell’attesa di una trasgressione sempre più desiderata. A noi queste trasmissioni appaiono come esclusivamente scandalistiche e non perderemmo mai un solo minuto del nostro tempo a seguirle. Ma ci rendiamo conto che in un paese di sessanta milioni di cittadini, larga è la fetta dei creduloni e degli incompetenti, che invece di seguire programmi culturalmente interessanti e pieni di stimoli per il proprio desiderio di sapere e di conoscere, seguono passivamente le stupidaggini che vengono proposte da questo modo insulso di fare spettacolo. Abbiamo più volte criticato la Rai che con i nostri soldi spende denaro per trasmissioni spazzatura. A nostro parere quello che era necessario fare in questi casi non era radiare Busi ma era, soprattutto, di radiare a vita i dirigenti che hanno voluto questa e le altre trasmissioni del genere, piccoli nani della RAI, responsabili di questa follia. I dirigenti della Rai sono inadeguati a offrire al telespettatore proposte televisive credibili in grado di aiutarlo a conoscere meglio il mondo e la cultura, relativamente ai percorsi di vita degli esseri umani di alto livello. Questi dirigenti, peraltro nominati da un potere politico inetto e inqualificabile, scelgono questi programmi perché in verità sono pessimi soggetti umani e cattivi maestri. Sono costoro che dovrebbero essere cacciati dalla Rai ed espulsi dalla società. Ce li ritroviamo, viceversa, ai posti di comando, con stipendi lauti e immeritati, mentre i lavoratori onesti, licenziati e cassintegrati, che devono mantenere le loro famiglie sempre più in difficoltà, li ritroviamo a mendicare un posto di lavoro per pochi euro. E le stesse televisioni propagandano e pubblicizzano i programmi politici di Berlusconi come il solo programma politico certificato dalla Chiesa cattolica. Ammazza che messaggio religioso!

mercoledì 17 marzo 2010

Mercato del lavoro e vizi nazionali.

In Italia c’è attualmente un aumento della disoccupazione rispetto agli anni precedenti. Essa aumenta costantemente tutti i mesi, di poco ma aumenta. Il lavoro è in crisi e la cassa integrazione e i licenziamenti piombano sulla testa dei lavoratori come un dramma. Molte famiglie soffrono pesantemente la crisi senza avere a disposizione alcun ammortizzatore sociale. Il mercato del lavoro è morto. Il decesso è stato verificato dai sindacati ma anche dal governo che è preoccupato degli sviluppi. Questo post vuol fare chiarezza sul tema del mercato del lavoro oggi in Italia e non vuole essere ipocrita perché non ha intenzione di coprire le menzogne di chi governa e di chi ha nascosto la verità. Ecco di cosa si tratta. Per anni il mercato del lavoro è rimasto ingessato, bloccato, irrigidito da un sindacato populista e demagogico, mancando della necessaria flessibilità. Adesso non esiste più. Nessuno si pone il problema di come farlo risuscitare o quanto meno di sostituirlo con un altro sistema. I giovani sono diventati praticamente disoccupati a vita. Quei pochi posti di lavoro disponibili vengono prenotati dai raccomandati o regalati dal sistema politico, per nepotismo, agli amici e ai parenti. Nella Pubblica Amministrazione poi le cose sono ancora più gravi. Non si assume proprio e il personale in servizio è inadeguato. Cosa fare in questi frangenti? Esiste una sola maniera di risolvere il problema. Si deve agire su due fronti contemporaneamente e in modo sinergico. Il primo è quello degli investimenti in opere piccole, grandi e/o cooperativistiche necessarie a dare lavoro ai giovani. Deve essere un progetto gigantesco attraverso il quale si possono assumere milioni di giovani nelle pieghe della società. E’ necessario cioè che il governo si rimbocchi le maniche e produca una montagna di progetti distribuiti in modo uniforme sull'intero territorio nazionale volti a fornire lavoro ai giovani. Se non lo fa è perché non lo vuol fare. Cooperative di giovani agevolate con soldi provenienti da diverse fonti. Lavoro giovanile a tempo determinato nello Stato, nelle Regioni, nelle Provincie, nei Comuni e nei servizi pubblici. Il secondo fronte è quello del reperimento di risorse per attuare gli investimenti. Ci vuole una drastica scure sui redditi illeciti e sulle fonti illegali di guadagno, nonché una addizionale sui redditi. In pratica per finanziare i progetti per occupare i giovani devono essere dati incentivi in tutte le forme possibili e immaginabili di sgravi fiscali per chi assume i giovani e li fa lavorare. Nello stesso tempo un’addizionale sui redditi dovrebbe pervenire contemporaneamente da diversi fronti: dai redditi dichiarati, da imposte indirette, e soprattutto dai guadagni illeciti. Prevedere una legislazione che abbia come fine il sequestro e l’immediata vendita ad incanto dei beni sequestrati relativi a qualunque attività illegale nell’interesse dei posti di lavoro dei giovani. Migliorare i meccanismi di difesa per i perdenti posto e i cassintegrati allungandola immediatamente di due anni a spese della comunità nazionale. Il resto lo dovrà fare il paese con una gigantesca rete di pubblicizzazione sui giornali, nelle chiese e nelle tv. Chi mette i bastoni nelle ruote di questo progetto dovrebbe essere sommerso da una immensa e colossale pubblicità prodotta in sinergia tra governo, sindacati e pubblica opinione. Guai a chi dovesse sgarrare. Ah! Dimenticavamo. Il potere politico dovrebbe collaborare con una “piccola” colletta obbligatoria: regalare allo Stato metà delle entrate finanziarie di un anno di lavoro. Perché? Per riequilibrare i colossali errori commessi da almeno vent’anni a questa parte. Tutto quanto detto si può fare benissimo e può avere successo. La Costituzione lo ammette quando afferma che tutti i cittadini hanno diritto al lavoro. Chi ha troppi soldi dovrà darne una larga fetta allo Stato per realizzare la norma costituzionale di eguaglianza. Noi lo crediamo possibile.

venerdì 12 marzo 2010

"Da un male deve nascere un bene grande, grande, grande".

Non è un pensiero di S. Francesco, nè un proposito di Suor Teresa di Calcutta. No. Si tratta più semplicemente di un passaggio del nuovo libretto bianco di Silvio Berlusconi agli italiani. Dunque, se abbiamo capito bene, il Presidente Silvio Berlusconi usa e abusa dei sentimenti per chiarire il suo pensiero in modo semplice ed efficace. Di fronte a un'operazione acritica e settaria come questa noi avvertiamo l'esigenza di informare che il contenuto di questo libretto bianco è un falso. Una sola ragione per tutte. Berlusconi è il solo Capo di governo italiano che invece di unire, divide. Tutta la sua misera politica si riduce a un solo pensiero unico e, cioè, che in Italia esistono i buoni e i cattivi. Lui è a capo dei buoni e i cattivi sono gli altri, ovvero i suoi avversari, cioè i comunisti e i magistrati. Lui ha un compito storico ed epocale che è quello di cambiare il paese in modo tale che i comunisti spariscano e i magistrati siano distrutti. Per questo i suoi comportamenti e le sue azioni politiche prevedono solo l'intento di dividere gli italiani in modo tale che sia più facile emarginare gli avversari. Questa operazione ha trovato milioni di stupidi italiani che sono caduti nella trappola del "dividere e non dell'unire" dandogli il sostegno politico per perseguire la politica della divisione invece che quella dell'unità di tutti gli italiani. Ma si può andare avanti così? Noi crediamo che questo modo di procedere sia profondamente sbagliato e sta trasformando in peggio il paese facendolo impoverire in tutti i campi: dall'economia all'educazione, dai rapporti sociali a quelli interpersonali. E' un vero capolavoro di divisione del paese. Invece di unire Berlusconi sta dividendo gli italiani alla grande. Che spettacolo da fiera circense.

domenica 7 marzo 2010

Peccati e reati in canonica.

L'intera vicenda del religioso che custodiva i soldi dell’imprenditore accusato di corruzione può essere riassunta dalla vignetta pubblicata ieri in prima pagina sul Corriere della Sera. Nella canonica di una chiesa ci sono due carabinieri che, alla presenza del parroco, trovano dietro un quadro della Madonna una grande quantità di banconote nascoste in una cassaforte a muro. Alla vista di tutto quel "ben di dio" il parroco esclama: "Miracolo!!". Il tutto raffigurato sotto il titolo "Corruzione: le mazzette in canonica". Si tratta di un esempio rivelatore di come stanno le cose oggi in Italia. Il denaro e il potere, con il contorno di prestazioni sessuali di veline di turno, sono il vero problema della politica in Italia. Come siamo caduti in basso. Ormai non esistono più santuari. Tutti rubano e delinquono, compresi i religiosi, sia nel campo della finanza, sia in quello ancor più grave della pedofilia. Ormai è diventato un ritornello: davanti al denaro si sacrificano tutti i valori in cui si credeva e nessuno resiste alla tentazione. Vogliamo qui brevemente trattare un particolare aspetto di questo sistema delittuoso. Desideriamo cioè sviluppare alcune argomentazioni relative al rapporto che intercorre tra clientele e religiosi, che poi non riguarda altro che il più generale rapporto tra Stato e Chiesa. Emerge sempre più evidente il rapporto preferenziale esistente tra strutture religiose e ambienti politici imparentati con l’ideologia conservatrice della politica di centrodestra. E' un dato di fatto ormai sotto gli occhi di tutti. I casi già assodati sono purtroppo molti e ben conosciuti. Si potrebbero fare decine di esempi su questo intreccio perverso. E, tuttavia, se interpellati le Autorità religiose dicono che la Chiesa non fa politica. La Chiesa cattolica, dicono, è interessata alle anime e solo a queste. La Chiesa non si interessa dei beni materiali ma solo di quelli spirituali. E' la litania sistematica che ci si sente ripetere tutte le volte che le gerarchie cattoliche sono invitate ad esprimere la loro opinione in merito alla vexata quaestio se la Chiesa faccia o meno politica in Italia. Ci chiediamo, tuttavia, se la Chiesa cattolica non ha proprio nulla da dire in merito alla sconcertante scoperta del prete missionario, don Evaldo Biasini, ribattezzato "don Bancomat", che custodiva e gestiva il tesoretto di un milione di euro in contanti, tra assegni circolari e banconote, trovati dai carabinieri nella cassaforte nascosta dietro un quadro della Madonna. Il prete in questione, economo della Congrega Provinciale dei Missionari, viene accusato di essere il bancomat di una cricca di avventurieri della politica del centrodestra che intercettati dalla magistratura hanno mostrato il vero volto di procacciatori di denari agli uomini che si sono interessati ai grandi appalti legati al G8. Sua Eccellenza, l'Eminentissimo ed Eccellentissimo Cardinal Bertone non ha proprio nulla da dire su questa vicenda? E' possibile che per l'ennesima volta un prete viene colto in fragranza di reato, peraltro confermato da intercettazioni telefoniche, facendosi prendere con le mani nel sacco? Ma non si era detto che l'8‰ bastava per le esigenze della curia italiana? Lo schifo della immoralità degli italiani, cattolici o laici, credenti o atei, purtroppo continua alla grande e non è destinato a finire. Che tempi!

venerdì 5 marzo 2010

La vergogna dell’immoralità nella politica italiana.

Una indecente coda dei più generali fatti scandalistici avvenuti negli ultimi anni in Italia ha investito ancora una volta la compagine di governo e riguarda anche il Vaticano. Ci spieghiamo subito. A sorpresa i giornali riportano la notizia che un dirigente della protezione civile, legato al partito di Berlusconi, organizzava incontri occasionali di tipo sessuale avvalendosi dell’intermediazione di due soggetti. Uno dei due è un seminarista di colore che avrebbe partecipato a incontri gay. Ma la notizia più sconvolgente è che il dirigente responsabile degli amorazzi è stato allontanato dall’esclusivo gruppo dei “Gentiluomini di Sua Santità” perché non in sintonia con gli obiettivi che questi gentiluomini di cappa, fede e spada si propongono di conseguire nel loro esercizio spirituale quotidiano di sostegno e di guardia al Santo Padre. Avete presente il film di Alberto Sordi dal titolo Il marchese del Grillo? Ebbene questo Signore era qualcosa del genere. Per correttezza di informazione dobbiamo dire che il Vaticano ha cacciato entrambi, il corista e il dirigente. Questo il fatto che commenteremo brevemente oggi. Da questa ennesima puntata della deriva etica della politica e dei politici italiani, questa volta perfettamente individuati nella sola componente berlusconiana del centro-destra, arriva un chiaro messaggio per le gerarchie ecclesiastiche di Santa Romana Chiesa. E cioè che è necessario che il Vaticano (vedi Card. Bertone) e la Chiesa cattolica italiana (vedi Card. Bagnasco) devono dare un taglio netto al cordone ombelicale che li ha finora legati al sultano Silvio Berlusconi. Lancino l’anatema contro l’indifendibile peccatore non pentito di Arcore che ancora si ostina a considerarsi il Primo cittadino d’Italia, lo lascino senza un solo voto dei cattolici alle prossime elezioni e cambino cavallo. Spostino tutto il peso elettorale dell’"artiglieria pesante" delle Parrocchie sull’On. Casini, cattolico dell’UDC e lo facciano diventare il nuovo Presidente del Consiglio. Avranno fatto due cose buone. La prima relativa alla liberazione dell’Italia dal sultano immorale Silvio Berlusconi. La seconda aiutino il peccatore a un percorso di recupero, assistendolo nella riconversione lontano dal mondo della politica. Gli italiani sarebbero loro riconoscenti.

mercoledì 3 marzo 2010

Terremoto nel partito di Silvio Berlusconi: di lui non ci si può più fidare.

L’ idea di un partito geneticamente modificato (P.G.M.) si sta dimostrando più che un’ipotesi. Imbrogli commessi al G8; politici del partito del Presidente del Consiglio indagati e alcuni addirittura arrestati; parlamentari dell’ex partito della libertà che presentano le dimissioni dal Parlamento per avere commesso dei reati gravi; richieste di arresto della magistratura per molti organizzatori del partito berlusconiano; elezioni a rischio della sua coalizione per avere commesso delle irregolarità nelle liste alle elezioni regionali; e tante, tante altre cose. Ce n'è abbastanza per parlare di bollettino di guerra e per confermare la natura ormai irrispettosa delle regole di una coalizione di governo che avrebbe dovuto rappresentare per l’Italia il serbatoio della classe politica italiana. Si confermano ancora più significativamente le accuse che questo blog ha lanciato nei suoi post a una concezione della politica che è mille miglia distante dalla nostra idea di politica e di etica. Gli italiani sono stati derubati più di una volta dallo sconcertante Silvio Berlusconi per non avere mai avuto la possibilità di farsi rappresentare nelle istituzioni da politici corretti, irreprensibili, onesti, trasparenti, incorrotti, eticamente inattaccabili e dediti al bene del paese. Questa gentaglia messa lì da Silvio Berlusconi si dovrebbe vergognare per avere ridotto il paese a una meschina pantomima di paese moderno che è messo sistematicamente alla berlina dalla comunità internazionale ogni giorno. Solo gli ignobili si comportano in questo modo.

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