domenica 27 novembre 2005


Come al solito i giornalisti non riportano correttamente le idee di Silvio.

Ultima polemica per le parole del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il fatto. All'assemblea di Forza Italia, Berlusconi, dopo il solito attacco all’opposizione comunista guidata dal candidato dell’Unione Sovietica (pardon, italiana), ha affermato «abbiamo catturato duecento terroristi internazionali sul nostro territorio. Tutti gli altri non c'erano riusciti». Dunque, come al solito, la stampa comunista si è buttata sulla notizia trasformandola secondo il proprio interesse. La nostra opinione. In effetti, tutti i media hanno, come al solito, adoperato una mezza buglia per nascondere una mezza verità. La realtà è che il nostro Silvio nazionale da quando è Presidente del Consiglio ha fatto arrestare sul suolo italico non duecento ma due milioni di terroristi islamici. Sapete, Lui quando si mette fa le cose in grande; e poi anche questo lo aveva messo per iscritto nel suo famoso contratto con gli italiani, nella trasmissione del giornalista Vespa. Ma la stampa comunista ha manipolato, come al solito, la realtà.

sabato 26 novembre 2005

Si può coniugare fede e ragione?

Il titolo di questo articolo riguarda l’ennesimo tentativo di rivisitare la vecchia e annosa questione che ha diviso la cultura occidentale secondo due linee di pensiero nettamente contrapposte: da una parte la tesi cattolica che la scienza non può avere la libertà assoluta della ricerca e dall’altra quella della scienza che ribadisce per l’ennesima volta che la religione non ha alcun diritto di entrare nella sfera delle questioni scientifiche. Se non fosse perché la riflessione sulla natura della scienza è un elemento fondante della conoscenza umana si potrebbe aggiungere che dopo quattro secoli siamo punto e a capo. La ragione di questa sintesi sta nel fatto che in questi giorni si è avuto un imprevisto e pesante intervento delle gerarchie cattoliche a proposito della tesi che “la scienza deve aprirsi a Dio”. Lo ha detto il Papa e lo ha ribadito il Cardinale Ruini. Cosa dire di nuovo? Ci sembra eccellente la soluzione di riprendere qui di seguito l’esemplare intervento del prof. Boncinelli, famoso biologo italiano, il quale afferma, in estrema sintesi, che fra fede e scienza vi è un matrimonio impossibile da celebrare. La risposta è basata sul fatto che l’unico criterio che è fondante e oggettivo per evitare forzate interpretazioni di parte è che la sperimentazione nella scienza e l’uso del linguaggio matematico sono le sole cose che importano e basta. Ecco la importante tesi del prof. Boncinelli. “La scienza si basa sulla razionalità e sulla verificabilità sperimentale. Questi, e non altri, sono i due cardini della scienza come li conosciamo da quasi quattrocento anni. Nessuna apertura alla trascendenza, nessun criterio alternativo alla dimostrabilità sperimentale. Alla razionalità, caratteristica di matematica e filosofia, le scienze uniscono la sperimentazione. Due concetti che non possono essere separati”. A proposito della ricerca del bene e del vero che le gerarchie cattoliche perseguono, e fanno bene perché questo è il loro lavoro, il prof. Boncinelli ha detto che la scienza non può rispondere a domande che non la riguardano perché estranee al suo lavoro e ai suoi interessi. In ogni caso non esiste e non può esistere nessuna sintesi tra fede e ragione: questo matrimonio non è possibile celebrarlo perché le due sfere non possono essere mescolate se non a costo di una grande confusione. Tutto qua. Chiunque volesse criticare questa posizione è libero di farlo. Si assume però la responsabilità di forzare la natura della questione che riguarda l’esistenza stessa della cultura. Se poi, scienziati e autorità religiose vogliono collaborare per trovare semplici intese su alcune questioni particolari che interessano il sentire comune, ben vengano i confronti, le tavole rotonde e i dibattiti. Noi tuttavia la pensiamo come il prof. Boncinelli. A noi certe dichiarazioni in cui da una parte si tenta di forzare la natura della scienza affermando che la scienza deve essere in sintonia con la religione, oppure viceversa che la scienza è una nuova fede che deve portare l'uomo alla sua rinascita ci sembrano sconvenienti e fuori luogo. Ognuno a suo posto, per favore.

venerdì 25 novembre 2005

Notizie da pirla per un pirla che le inventa.

In Italia la lettura dei giornali e le notizie date dalla televisione offrono un panorama di informazione molto variegato e straordinariamente interessante. Per chi si sforza di leggere la realtà sociale, politica ed economica c’è una vera miniera di informazioni da commentare. Insomma, c’è l’imbarazzo della scelta. Diventa pertanto obbligatorio selezionare poche notizie per poterle commentare in modo adeguato. Oggi ne citeremo solo una fra le tante di interesse nazionale e regionale. E' pubblicata dal quotidiano Il Sole 24 ore. Afferma che in Puglia ritornano i prezzi in lire. Se non fosse vera solo qualche pubblicitario creativo sarebbe stato in grado di inventarla. Dopo tre anni, cioè dopo poco più di 1100 giorni, che con i tempi contemporanei che corrono è un tempo enorme, una regione italiana riesce a sbalordirci ripresentando un evento storico che credevamo chiuso. Con la scusa che la gente non riesce a sbarcare il lunario la regione pugliese chiede aiuto alla liretta. Dal prossimo primo dicembre e fino a tutto il 2009, tutti gli esercizi commerciali della regione avranno l’obbligo di reintrodurre la doppia esposizione del prezzo di vendita di ogni tipologia di beni. Ecco la nostra opinione: di chi è stata la bella idea? Con i grandi problemi che ci ritroviamo è mai possibile che ci siano dei pirla del genere che non sanno come trascorrere il tempo?

mercoledì 23 novembre 2005


Sciopero si, sciopero no, sciopero ni.

Venerdì 25 Novembre 2005 si sciopera. I media, ovvero radio, TV, internet, giornali e quotidiani ne danno l’annuncio con rilievo. Bene direte voi, dove sta il problema? Il problema è che se si analizza attentamente chi sciopera e perché, si rimane di stucco nell’apprendere l’esistenza di una confusione di decisioni circa la partecipazione o meno allo sciopero delle diverse sigle sindacali. In pratica sta succedendo che nel comparto scuola stanno arrivando delle precisazioni che dire che disorientano è un eufemismo. Si tratta di questo. CGIL, CISL e UIL hanno cambiato idea ed hanno deciso di fare scioperare il personale della scuola per un’ora soltanto nella mattinata. Il sindacato autonomo SNALS e la Gilda hanno deciso di non scioperare. Il sindacato COBAS ha deciso di scioperare per l’intera giornata, mentre altre sigle non si sono ancora pronunciate. Dunque, una babele di decisioni che ha dell’incredibile. Pensate un po’ a un giovane che vive la scuola con impegno. Vede con sorpresa che non esiste una decisione unanime. Si accorge che alcune sigle prendono una decisione, altre quella contraria. E’ costretto così a pensare che nella scuola, e ancor di più nella società, vige un criterio di anarchia assoluta e che la confusione e l’ingovernabilità sono la prassi quotidiana. Si formerà un’idea di caos ingovernabile con buona pace del processo di formazione e di educazione. E’ mai possibile che una società seria mandi dei messaggi così controversi? Noi siamo dell’opinione che una società responsabile avrebbe deciso che o si sciopera tutti o non sciopera nessuno. E’ possibile sperare di vivere in un paese normale o dobbiamo abbandonare per sempre l'idea di avere un modello di società regolare?

lunedì 21 novembre 2005


Dal più cattivo berlusconismo al peggior dilibertismo: si va da un estremismo all’altro.

Sembra che un sindaco campano, iscritto al partito comunista d’Italia, che fa capo all’On. Oliviero Diliberto, ferreo comunista, ha deciso di negare l’intitolazione di una strada del suo paese ai soldati italiani caduti a Nassiriya. Anzi. Ha fatto di più. Per reazione, sanguigno come può essere un politico di estrema sinistra, ha deciso che la strada si chiamerà Via Arafat. Perché? Il sindaco, ortodosso interprete della linea di grande rigore stabilita dal Politburo del suo partito, è sempre stato contro la missione militare italiana in Iraq. La conclusione è che quei poveri soldati italiani non meritano, a suo giudizio, l’onore di essere ricordati. Mentre il fu Presidente dell’Autorità Palestinese, ma anche vecchio furbacchione terrorista mediorientale Yasser Arafat, ha avuto l’onore del ricordo. Cosa volete che si dica. A nostro giudizio, con queste teste non c’è alcuna differenza tra il pensiero forte di Berlusconi e quello fortissimo di Diliberto: entrambi sono estremisti capiscuola che interpretano il rigore ideologico come unico mezzo per fare politica. Povera Italia.

mercoledì 16 novembre 2005


Approvata la riforma della Costituzione. Amare considerazioni.

La riforma in senso federalista dello Stato è stata varata definitivamente dal Parlamento con il voto al Senato da parte della sola maggioranza di governo. Dunque, il centro-destra è riuscito nel suo intento di modificare in modo non certo indolore la Carta Costituzionale che datava dal 1946. Questi i fatti della giornata. Ricordiamo questa infausta data: mercoledì 16 Dicembre 2005. E' una data che definire luttuosa per la storia della nazione è poco. E passiamo alle opinioni. Non si può far finta che non sia successo nulla. Qui non si tratta di una piccola faccenduola. Si tratta di un profondo cambiamento delle regole della vita pubblica che la nazione ha scelto all'inizio della Repubblica. E' giocoforza prendere atto che lo scenario che si presenta ai nostri occhi è un cambiamento violento del modo di concepire la vita politica, parlamentare e sociale della nazione. E' necessario pertanto che si chiamino per nome i rozzi protagonisti di questa disavventura politica che l’Italia non meritava. Nello stesso tempo, però, è necessario non perdere la calma. E’ fondamentale a questo punto serrare le fila, e compatti e uniti si deve lavorare pubblicizzando negativamente la legge di riforma per far fallire questo miserrimo prodotto di un parto mostruoso del berlusconismo. Un gruppo di "manigoldi" politici, con la scusa di un federalismo col trucco, inutile, dannoso e ridicolo sul piano storico e giuridico, ha cancellato un fiore di carta costituzionale che ha visto crescere il paese dal periodo nero del fascismo e dalle distruzioni della guerra a un ciclo unico di stabilità sociale, economica e politica del dopoguerra. La stabilità politica e la crescita economica e culturale dell’Italia è potuta avvenire con la Costituzione dei Padri fondatori della Repubblica (i padri con la P maiuscola) che hanno permesso crescita, sicurezza, miglioramento di vita che i cittadini di questo paese non avevano mai visto e conosciuto nell’intera storia millenaria dei suoi abitanti. Ci ritroviamo con una Costituzione violata, ferita da un gruppo di birbanti senza scrupoli, il cui unico intento è stato quello di fare contento un improvvisato e incoerente uomo politico, quell'Umberto Bossi che qualche anno fa nei comizi della lega Nord gridava di usare la bandiera tricolore come carta igienica, screanzato sul piano della comunicazione, volgare nelle sue battute ciarlatane e ignorante dal punto di vista sintattico. Questo astuto furbacchione alla Bertoldo nel giro di due decenni, approfittando della crisi istituzionale della politica avvenuta con la caduta della prima Repubblica e con la collaborazione di un clan di screanzati, xenofobi e ubbidienti portabandiera è riuscito a fare i propri interessi di bottega ed ha saputo mettere nella propria tasca un autentico bottino politico che solo pochi sono riusciti a imitare nella storia della regione lombarda. Questo pensiamo noi, modesti cittadini della Nazione, non certo piccoli furbacchioni di villaggio, che abbiamo sempre creduto nella forza delle idee democratiche e della partecipazione allo sviluppo del paese, intero e non a spezzatino. Intendiamoci. Nessuno ha mai pensato che un governo e una maggioranza parlamentare liberamente eletta non possano legiferare per cambiare la Costituzione. Per carità. Siamo dell'opinione che una maggioranza politica è delegata a legiferare come crede. Il fatto è un altro e cioè che nel mentre è vero che si può cambiare la Costituzione realizzando la cosiddetta "devoluzione", nello stesso tempo è altrettanto vero che la maggioranza, in questo caso, ha l'obbligo di dire la verità. E la verità non è quella detta dai soloni del centro-destra. La verità è esattamente al contrario. Dunque, la furbata, o meglio, l'imbroglio sta tutto qua: la maggioranza non ha detto che questo cambiamento costituzionale porterà quasi certamente al dissolvimento del paese a causa della insanabile questione meridionale che di per sè presenta variabili incontrollabili, figuriamoci con con il federalismo. Si tratta di variabili che prevedono una miscela esplosiva in grado di rovinare la pax sociale italiana. Facciamo alcuni esempi. In primo luogo la collusione tra politica e criminalità (la mafia, la 'ndrangheta, la camorra e la sacra corona unita non sono una nostra invenzione). In secondo luogo la atavica mentalità meridionale di vivere nella incapacità di creare un tessuto economico e produttivo adeguato allo sviluppo. In terzo luogo il federalismo produrrebbe non più una sola sanità nazionale uguale per tutti ma venti sanità disuguali tante quante sono le regioni. E potrammo continuare. Ecco perchè parliamo di imbroglio. E la tecnica ipocrita della rassicurazione manifestata a più riprese dall'On. Calderoli e dai suoi amici con il sorriso sulle labbra lo dimostra. In realtà, all'ex On. Bossi non importa nulla del federalismo. A lui interessa portare via le regioni ricche del Nord dal sistema centralizzato romano (ricordate Roma ladrona?) per scaricare le regioni meridionali al loro destino. Ma il pateracchio della nuova costituzione non deve passare. L'opposizione ha già annunciato che ricorrerà alla raccolta di firme per promuovere il referendum confermativo previsto per le leggi costituzionali. Bene. Dovremo impegnarci tutti ad aiutare ciò che è rimasto in questo paese di serio e onesto per distruggere il progetto di personalizzazione degli interessi di questi dritti predatori del paese. Per parte nostra faremo il possibile per far fallire il progetto sciagurato di cambiamento della costituzione. Fin da domani saremo all’opera nei luoghi di lavoro per convincere gli altri ad essere contro i furbi e i cialtroni. Una chiosa finale che la dice lunga sul principale responsabile della riforma costituzionale. Le cronache narrano che il Presidente del Consiglio ha salutato l'approvazione della riforma saltellando con i leghisti al grido di «chi non salta comunista è». Che schifo!

giovedì 10 novembre 2005


Messaggi politici e imbrogli pubblicitari.

Al centro della nostra odierna riflessione c’è una pubblicità cartellonistica presente nelle strade delle maggiori città italiane che ci ha colpiti. Si tratta di un messaggio politico prodotto da Forza Italia che è, com'è noto, il partito del Presidente del Consiglio, On. Silvio Berlusconi. Questo partito, in questi giorni, festeggia la “giornata della libertà”, ed ha deciso di informare i cittadini che un certo numero di dittatori, vissuti nel passato più o meno recente, hanno negato ai loro concittadini tutte le libertà riconosciute dal genere umano. Siamo d’accordo. Non c’è alcun dubbio che le dittature sono sempre state, e lo saranno sempre, la negazione della dignità umana. Nel manifesto compaiono cinque immagini: Marx, Hitler, Fidel Castro, Saddam e Bin Laden. Siamo d’accordo di nuovo, anche se la figura di Marx non appartiene alla categoria vera e propria dei dittatori. Queste figure hanno negato in maniera violenta e abominevole la libertà dei loro popoli, oltraggiato oltre misura la dignità umana ed è buona cosa ricordarlo ai cittadini italiani, inventando questa giornata della libertà. Tutto bene, dunque? No. Peccato che all’appello manca un nome, un nome importante, purtroppo un nome italiano. Chi? Indovinate un po’? Pensate per un istante al ventennio fascista e avrete la risposta. Ci sentiamo di affermare che questa è la prova più eloquente e inconfutabile della sfrontatezza e della strumentalizzazione di un messaggio pubblicitario che ci fa vergognare per la parzialità e l’imbroglio di avere dimenticato la figura del Duce. Ha da passà a nuttata.

lunedì 7 novembre 2005


Roma, municipi contro la Coca Cola.

Accusano le multinazionali di essere sponsor politici del percorso della fiaccola olimpica verso Torino sede delle Olimpiadi invernali. Eccoli di nuovo in azione. Sono i "nuovi intransigenti". Presidenti di Municipio, Assessori comunali, Sindaci di piccoli paesi, sono i novelli Savonarola che dichiarano guerra totale alle multinazionali americane accusate di fare soldi in maniera immorale, sulla pelle del terzo mondo. Questi i fatti. E adesso le opinioni. Ma vale la pena di parlare di queste aberranti interpretazioni da parte di piccoli politici della sinistra italiana? Probabilmente si tratta del solito gruppetto di sinistra-sinistra che vedono la politica solo quando c’è da fare uno sgarbo a tutto ciò che è americano. Una sola osservazione: si tratta di un gruppetto sparuto di visionari che vivono fuori dalla logica moderna, nella perenne illusione di fare dei danni agli statunitensi. Ecco la lezione: prima di fare i Presidenti, per favore, che imparino a comprendere il senso del loro ruolo istituzionale. A noi sembra che questi piccoli politici non l'abbiano capito e ci pare che siano inadeguati alle cariche che ricoprono. Non è il caso di fare più pubblicità di quella che meritano. Vuol dire che alle prossime elezioni non li voteremo più per manifesta incapacità e inadeguatezza. Tutto qui.

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