domenica 27 febbraio 2011

Ecco perché non possiamo non essere antiberlusconiani.

Oggi in Italia non si fa più politica. Non esistono le condizioni minime. Siamo all’emergenza. La ragione sta nell’uso improprio del modo di fare politica. In pratica, si spaccia per politica quella che è invece la difesa degli interessi personali del premier. Se aggiungiamo l’intervento a gamba tesa della Lega abbiamo un quadro completo di desolazione della politica italiana. L’elenco delle responsabilità è lunghissimo. Una delle ragioni, forse la più importante, è etica perché la classe politica che ci governa è assolutamente inadeguata su questo fronte. Quando si vedono molti parlamentari che si vendono per denaro o per ottenere la riconferma dal premier Berlusconi allora vuol dire che in questo modo di fare la politica c’è un tarlo che mina alle fondamenta il normale uso della dialettica parlamentare. Aggiungiamo poi le leggine ad hoc imposte da Berlusconi ai suoi parlamentari e la frittata è fatta. Un esempio per tutti. Il decreto “mille proroghe” approvato ieri in via definitiva, tra le tante cose sbagliate, ha permesso la sanatoria, pensate un po’ a quanto di più immorale si possa immaginare, della illegalità per le affissioni di manifesti elettorali abusivi. Più immorale di questa norma non può esistere nulla, a parte le prestazioni sessuali del premier con le minorenni che la magistratura contesta a Berlusconi. Non è così che noi intendiamo la politica, cioè la capacità di un sistema democratico di lavorare in Parlamento e nel paese per creare un sistema di leggi che possano permettere a un popolo di esaltare la parte migliore della società che esprime. Spiace che la Chiesa cattolica appoggi questo strano modo di intendere la politica, soprattutto nel campo dell’etica e della morale di cui dovrebbe essere maestra. Noi siamo semplicemente disgustati.

mercoledì 16 febbraio 2011

Politica e Religione in Italia.

Sappiamo quanto sia forte il nesso tra politica e religione in Italia. Sappiamo anche quanto sia condizionata la politica dei governi italiani da un consenso o da un disaccordo con la chiesa cattolica. Basti pensare al fatto che senza un buon rapporto con le autorità religiose della CEI e del Vaticano qualunque progetto politico di interesse etico e sociale non potrebbe essere mai approvato. Dunque, religione che comanda la politica? Assolutamente si. Che le autorità religiose abbiano potere sulla politica non ci sono dubbi. Che poi gli stessi esercitino questo potere in forma implicita e ambigua è un altro discorso. Ormai lo sanno anche i sassi che le gerarchie cattoliche italiane hanno votato e fatto votare la DC negli anni del dopoguerra fino alla caduta del muro. Con i voti del Vaticano tutti i governi hanno avuto come referente le stesse autorità cattoliche. La verità è così lapalissiana che nessuno ci torna su. Ne sa qualcosa Giulio Andreotti che ricevette una valanga di voti in tutte le elezioni di quel periodo. E dopo il 1990 come sono cambiate le cose? Dopo un periodo di disorientamento il rapporto è stato ripreso con maggiore intensità e ipocrisia ma sempre allo stesso modo, sostituendo la DC con il partito di Silvio Berlusconi. Evidentemente se chiedete a un religioso qualunque pareri su questo giudizio vi dirà che non è vero. Vi dirà inoltre che la Chiesa non fa politica e che non esiste un partito dei cattolici. Non credete loro. Cercano di nascondere la verità. L’hanno fatto per secoli e continuano a farlo anche oggi. Ma cosa ha comportato questa relazione speciale fra la chiesa e il potere politico? Danni notevoli per il passato, danni rilevanti per il presente e danni incalcolabili per il futuro. Eccone alcuni. Gli italiani non sono riusciti a eliminare uno dei cancri della società italiana e cioè le organizzazioni mafiose. E’ stato interiorizzato l’uso del voto di scambio, elevando l’imbroglio a “valore” e merce di scambio. Il perdonismo cattolico ha prodotto impunità e abitudine all'impunità. In Italia, dove esiste e persiste una facciata di moralità cattolica che nasconde un'alta tolleranza di rapporti illeciti, non è più possibile fare politica indipensente, seria e autonoma da parte di chiunque. Ormai è nel DNA degli italiani la menzogna spudorata nelle dichiarazioni al fisco (aspetto aetico), nelle invalidità civili (aspetto amorale), nelle mille illegalità che compiono ogni giorno (aspetto disonesto), soprattutto in quella dove il soggetto principale è la politica. Non stiamo inventando nulla e non stiamo mentendo. Stiamo solo dicendo la verità, una verità scomoda ma sempre verità. Ci sarebbe da vergognarsi per secoli e invece gli italiani furbescamente fanno finta di nulla. Quello che non possiamo digerire però è l’ipocrisia dei vertici religiosi. L’ultima è di ieri, quando persino il Segretario personale del Papa, il tedesco monsignor Georg Gänswein, afferma che : «forse ci vuole un po’ di pulizia, una pulizia interna, ma le radici ci sono, soltanto c’è un poco di polvere e altre cose che danno un po’ d’ombra». (CdS 16 febbraio 2011) E bravo il monsignore tedesco. Se abbiamo capito bene, il Capo dei governo italiano viene rinviato a giudizio per gravissimi reati e ci sarebbe solo un po’ di polvere? E gli imbrogli della cricca berlusconiana al potere farebbero un po’ d’ombra? Sapevamo che la crisi politica italiana fosse grave ma il monsignore dal nome tedesco impronunciabile ce la fa diventare gravissima, irrecuperabile. La crisi è drammatica anche per colpa della sua organizzazione religiosa, la quale non ha il coraggio di condannare a chiare lettere (Gesù in un passo del Vangelo dice: “il vostro parlare sia si si, no no”) gli affaristi italiani che fanno il proprio tornaconto in Parlamento e nella società. Che ignobile è diventata l’esistenza umana alla latitudine di Roma. Se l'Italia nella sua storia invece di avere avuto la chiesa cattolica avesse avuto la chiesa luterana, siamo convinti che la situazione non sarebbe drammatica come lo è invece adesso.

lunedì 14 febbraio 2011

Gianfranco Fini for President.

Abbiamo ascoltato il discorso congressuale di Gianfranco Fini. Vogliamo dare un nostro libero giudizio sulle cose dette e pervenire a una conclusione. Noi non siamo mai stati di destra. In realtà non siamo stati neanche di sinistra, ma questa è un’altra storia. La vicenda che ci interessa qui è che Gianfranco Fini, dopo decenni di assenza di politici credibili sul palcoscenico della politica italiana, con il suo discorso ci ha fatto provare sensazioni ed emozioni che credevano non potessero mai più manifestarsi dopo il 1992. Finalmente abbiamo sentito un uomo politico italiano che adopera un linguaggio chiaro, semplice e diretto. Raramente ci è stato dato di ascoltare un uomo di destra fare una analisi politica così completa, efficace e coinvolgente come quella che ha fatto Fini su un progetto politico da condividere. Il discorso di Fini è importante perché per la prima volta dopo più di due decenni di assoluto vuoto nella politica italiana si sono sentite di nuovo categorie politiche da molto tempo dimenticate e di cui sentivamo la necessità. Al di là di alcuni intenti polemici relativi al suo rapporto con Berlusconi, il Presidente della Camera ha sottolineato efficacemente l’importanza di certe scelte che si riferiscono ai valori della nostra Carta costituzionale, alla necessità di accettare l’idea della tolleranza, al dovere che abbiamo per l'integrazione degli immigrati, al confronto delle idee sui temi politici che volino alto e a una serie di altri fattori generalmente dimenticati dagli altri politici. Solo un politico di razza poteva fare un discorso del genere. Ascoltare idee e ragionamenti sul valore dei principio della legalità, del riformismo, dell’accettazione del principio di uguaglianza davanti alla legge è tipico di coloro i quali credono nel sistema valoriale dell’azione politica intesa come servizio alla Nazione. E’ da interventi come il suo che si manifesta la credibilità di un progetto politico ed è così che si riesce a dare entusiasmo a coloro che ascoltano, perché si capisce che non sta parlando solo alla mente ma anche al cuore. Il progetto della destra finiana ci è piaciuto e non è per niente scandaloso supporre che molti militanti di centro e di sinistra possono aderirvi perché il progetto proposto supera barriere ideologiche di schieramento e fa leva su valori e idee politiche di alto contenuto etico e morale. Noi sull’onda dell’emozione provata crediamo di fare cosa gradita se esprimiamo il compiacimento di avere trovato un politico italiano in grado di esprimere un buon livello di vera politica e proponiamo ai lettori l’idea che vedremmo volentieri “questo” Gianfranco Fini essere un candidato credibile alla prossima Presidenza della Repubblica del 2013. Niente imbarazzo o disagio nel sostenere una candidatura che a nostro parere merita attenzione e rispetto per le cose che ha detto.

domenica 13 febbraio 2011

Ferrara: nessuno può giudicare Berlusconi.

A Milano, in un teatro in cui si mostravano delle mutande multicolori appese con delle mollette a un filo, il giornalista filoberlusconiano Giuliano Ferrara ha riunito un migliaio di sostenitori di Silvio Berlusconi per protestare contro i magistrati di Milano e le richieste di dimissioni del premier da parte della sinistra, che lui definisce avvelenata da malattia neo-puritana. L'assunto di Ferrara è che nessuno oggi ha titolo per giudicare Silvio Berlusconi da un punto di vista morale. Questo il fatto della giornata e adesso le nostre opinioni. Siamo sempre più convinti che si può essere persone in malafede in molti modi differenti. Tuttavia, quella scelta dal giornalista pasdaran Ferrara è la più odiosa e insopportabile. Odiosa perché puzza da lontano e sa di preconcetto acritico a favore di Berlusconi e inaccettabile perché difende un Berlusconi indifendibile che conduce, ormai lo sanno anche le pietre, una vita chiaramente immorale e depravata. Questo giornalista è una persona servile, presuntuosa e spocchiosa come pochi che con aggressività fuori della norma accusa l’opposizione di voler spodestare Berlusconi per vie extraparlamentari. In pratica chiede sfacciatamente come tutti i sostenitori di Berlusconi, l’impunità per il suo padrone costi quel che costi. Per permettere a Berlusconi di poter fare impunemente il Sultano con il suo harem personale, popolato di attricette squallide e di minorenni, accusa tutti gli avversari di Berlusconi di essersi diventati moralisti di facciata e neo puritani. Quest’uomo, arrogante e fazioso, concepisce la politica in modo ribelle, trasgressivo ed eversivo perché crea, a suo modo, dei valori “al contrario” non vedendo dove ci sono i reati perpetrati sistematicamente dal suo “Principe”. In questa vicenda ha perduto la testa e la ragione più del suo padrone Berlusconi. Un delirio di onnipotenza e una sconfortante inadeguatezza verso i veri bisogni della società italiana hanno preso il suo modo di ragionare riducendolo a un meccanismo acritico e ripetitivo che gli fa dire che il Capo ha sempre ragione e che i soli responsabili di tutto sono i magistrati di Milano. Ferrara dimostra una mancanza di capacità di equilibrio e un deficit inverosimile di tolleranza che rasentano l’indecenza. Vogliamo qui ricordare un’altra indecenza commessa dallo stesso Savonarola all’incontrario, quando qualche anno fa progettò una campagna contro il padre della povera Eluana Englaro, portando sui sagrati delle chiese italiane una bottiglietta di acqua in segno di protesta contro il padre che non voleva più che sua figlia, dopo 16 anni di autentico martirio nelle cliniche cattoliche, potesse ancora essere tenuta in vita con processi di idratazione forzata. Il suo ragionamento ci ricorda molto quello dei mafiosi siciliani, i quali posti di fronte a una critica seria e non avendo argomenti logici per difendersi affermano che nessuno può scagliare la propria pietra perché tutti sono peccatori. I suoi sono ragionamenti da Inquisizione spagnola, perché Ferrara è un inquisitore di stampo medievale. Se avevamo dei dubbi sull’azione della magistratura che sta tentando di perseguire un politico immorale e spregiudicato come Berlusconi, dopo il suo intervento non li abbiamo più. A fronte di un Presidente della Repubblica equilibratissimo, onesto e garante come Napolitano, che dà sicurezza a tutti i cittadini che si riconoscono nella Repubblica Italiana, ci troviamo di fronte a un novello incendiario che vuole a tutti i costi creare le condizioni di caos tipiche delle guerre civili pur di salvare l’insalvabile Capo del governo. E dopo il danno anche la beffa, perché afferma di essere un "ateo devoto". Ah! Povera Chiesa come ti hanno ridotto i tuoi "sostenitori".

martedì 8 febbraio 2011

Dilettantismo o arroganza: la vera faccia del berlusconismo.

Siamo senza parole. Il Consiglio dei ministri del governo Berlusconi, nonostante lo scacco in Commissione e senza che ci fossero i presupposti formali, ha voluto a tutti i costi approvare il decreto legge sul federalismo. Tutti i ministri sapevano che non c’erano i requisiti di urgenza, di forma e di sostanza e nessuno si è opposto. Mancavano tra l’altro la comunicazione della riunione al Presidente della Repubblica e un qualsivoglia o.d.g. Nonostante ciò il maldestro Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi l’ha presentato lo stesso. La risposta del Presidente della Repubblica non si è fatta attendere ed è stata semplice e risoluta. Ha dichiarato l’atto irricevibile. Una figuraccia. Noi, al posto di Berlusconi ci saremmo vergognati da morire. Lui no. Con quella faccia di cinico e sfrontato che ha, se n’è infischiato della brutta figura. A questo punto si pone però un problema gravissimo, che noi poniamo sotto forma di domanda. E’ clamoroso o no che un Capo del governo si faccia bocciare un decreto legge per insussistenza di requisiti? Non si era mai visto dalla nascita della Repubblica un fatto inaudito del genere. Si è trattato di dilettantismo? In tal caso i tutti i ministri e lui in testa dovrebbero andare a casa per incompetenza. Possibile che nessuno gli abbia fatto notare l’illegittimità della decisione? Una cosa da non credere. Si è trattato di sfrontatezza? Ancora peggio. Dunque? Noi pensiamo che qui abbiamo a che fare con una massa di soggetti che non sanno fare politica ma operano solo con mercanteggiamenti vari e sarebbe ora che qualcuno li “scacciasse dal Tempio”. La richiesta è pertanto di bollarli per quello che sono: impreparati e ignoranti. Che poi il Presidente del Consiglio sia nello stesso tempo indagato per reati come la prostituzione minorile e la concussione questo è un altro affare. E’ un affare sporco più di una porcilaia. Per favore, cerchiamo di chiamare le cose con il loro nome. Null’altro.

giovedì 3 febbraio 2011

La vergogna italiana delle differenze enormi di reddito tra i cittadini.

Cala il reddito e le famiglie italiane sono sempre più in difficoltà. Si tratta di una vera e propria emergenza nazionale. Maggioranza e opposizione si disinteressano della questione e si beccano in modo osceno e riprovevole senza interessarsi dei veri problemi dell’Italia. Non possiamo certo accusare l’opposizione che non risolve i problemi. L’accusa va data in ragione dei ruoli e pertanto la maggior parte delle responsabilità va all’attuale ignobile governo che non sta facendo assolutamente nulla per aiutare le famiglie in difficoltà. Il reddito dei poveri diventa sempre più insufficiente e quello dei ricchi diventa sempre più eccessivo. Ci sarà un modo per denunciare questo fatto? Noi ci proviamo con questo post che vuole segnalare l’ingiustizia e cercare di individuare i responsabili di questo delitto. Ecco un'introduzione giusta.

«Cammini in strada e incontri visi di persone pensierose e preoccupate. La crisi c’è e fa male. Si vede ovunque. La crisi è dentro le persone. Non c’è più fiducia in nessuno. Lo Stato italiano è latitante nel programmare interventi di aiuto alle famiglie più bisognose. In passato si parlava di welfare. Adesso si parla di crisi. Intanto le esigenze delle famiglie sono aumentate. C’è da pagare la bolletta della luce. E quella del telefono. E quella dell’acqua. C’è anche la tassa sui rifiuti che fa capolino ogni sei mesi ma che sembra essere diventata trimestrale. Fra poco scade l’assicurazione dell’utilitaria e sono guai. Aumenta sempre, anche senza incidenti. Il pagamento lo chiamano premio. Ma non è un premio è una tassa pesantissima. In realtà è un premio per le assicurazioni. E’ una vita che ci si trova nella classe di merito 01. Eppure il premio aumenta sempre. Così non si può andare avanti. Anche la scuola ha chiesto un contributo speciale alle famiglie. Il Dirigente scolastico dice che non ha più i soldi per comprare la carta igienica per i ragazzi. Che vergogna! L’oculista ha detto che ai figli è necessario comprare gli occhiali per la miopia. E con quali soldi? Il barile è stato raschiato troppo per esserci rimasto qualcosa. Risparmio zero. Si va avanti per inerzia e ci si sente sempre più avviliti. I giornali riportano che alcuni politici sono stati indagati per truffe di milioni di euro. Le famiglie più povere non ne hanno neanche cento e ancora mancano dieci giorni prima di riscuotere l’unico salario che è insufficiente. Non ci sentiamo più sicuri neanche di quello. Se venisse a mancare sarebbe la fine. Chi ci aiuterebbe? La pseudo-politica è sempre al centro dell’informazione ma delle difficoltà delle famiglie nessuno parla. E nessuno protesta adeguatamente».

Queste poche righe di semplici e banali riflessioni potrebbero benissimo fotografare le sensazioni che prova una famiglia media italiana che non guadagna abbastanza per sopravvivere decentemente. Fa male sapere che di questi casi ne esistono a centinaia di migliaia. Fa male confrontarli con coloro che hanno soldi da sprecare in ogni momento, che vestono all’ultima moda, che viaggiano in SUV, che si divertono in modo sfrenato, che ricercano piaceri e ostentano ricchezza. Ci si sente inutili e soprattutto ci si sente pieni di rabbia contro coloro che predicano bene ma razzolano male. In verità, nella società italiana hanno perduto tutti. Ha perduto la politica che non è stata in grado di pilotare la crisi. Hanno perduto i partiti, tutti i partiti, che con i lauti stipendi dati ai loro parlamentari non riescono a immedesimarsi nelle difficoltà degli italiani indigenti. Nessuno dei ricchi vive di lavoro salariale e, dunque, non possono capire. Ha perduto anche la “grande” Chiesa cattolica che non è stata capace di influenzare il potere politico per evitare che le spese della crisi fossero pagate dai più poveri. Che senso ha avere una Chiesa cattolica forte e influente come la nostra se poi Essa non indirizza a chi governa avvertimenti, diffide e anche minacce? La Chiesa cattolica italiana e la CEI in particolare non hanno fatto nulla per raddrizzare l’indifferenza del potere politico nei confronti di un tema centrale nel Vangelo: i poveri. Gesù è stato tradito e il Tempio è pieno di mercanti che nessuno caccia via! Anzi, i politici e le cricche del potere sono diventati i nuovi mercanti. Ha perduto la società e hanno perduto gli italiani che con questo governo e questa maggioranza si ritrovano ormai divisi su tutto. Un paese indifferente al dolore, volgare, spaccato e in perenne lotta, in cui primeggia l’apparire e l’avere piuttosto che l’essere è lo specchio della Nazione e il peggior biglietto da visita che si possa immaginare. Si tratta di una vera e propria vergogna nazionale. Vergogna tre volte a tutti coloro che dovrebbero contribuire al sostentamento dei più deboli e non lo fanno. Vergogna ai ricchi, agli insaziabili di denaro, ai potenti di turno, agli attori e alle attrici di spettacoli televisivi mediocri e volgari che fanno incassare palate di denaro con la pubblicità senza alcun ritorno etico, di solidarietà. Vergogna a chi governa e non fa. Vergogna a chi fa opposizione e non riesce a costringere chi governa per fare leggi più eque, norme che aiutino i più svantaggiati. Ancora vergogna a tutti coloro che potrebbero fare qualcosa e non la fanno. La disperazione di tutti gli onesti, che trovano insormontabili difficoltà a vivere oggi in Italia, prima o poi si vendicherà e renderà disperati gli attuali potenti che sono da considerare a tutti gli effetti dei Ponzio Pilato maledetti. Il rimorso di costoro sarà grande.

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