lunedì 27 maggio 2013

La codardia dei politici delle passate legislature è smisurata.


«Si. Le ho dato fuoco quando era ancora viva». Questa è la confessione traumatica data dall’omicida. Lui diciassette anni, lei sedici. Due vite stravolte. Una stroncata, l’altra rovinata per sempre. Non facciamo neanche i nomi della vittima e del suo assassino. Non vale la pena. Quello che ci interessa è, viceversa, quali sono state le cause e perché non si è potuto evitare il dramma. E qui casca l’asino, perché ad essere responsabili del fenomeno siamo noi tutti e l’intera società che da anni osserviamo il problema e mai siamo intervenuti per stroncarlo. Parliamo adesso dei mandanti. Guardate che è inutile che facciamo i finti tonti: siamo, sono e saranno sempre definiti mandanti tutti coloro che non hanno rimosso né le cause, né hanno previsto le conseguenze per la loro inazione. Intanto il luogo: Corigliano Calabro, ovvero quel profondo sud che ancora oggi non ha mai preso un solo provvedimento per cambiare mentalità. Appunto la mentalità, cioè il modo di pensare i rapporti e le relazioni tra gli individui che prevedono l'assassinio, spesso per vendetta, come peculiarità caratteristica dell’ambiente socio-economico. Intendiamoci, anche altre regioni soffrono dello stesso male ma la statistica in questo caso discrimina e pesantemente. Perché in Trentino o nel Friuli questi casi sono rarissimi mentre in altre parti dell’Italia sono più frequenti? Dunque, tutti noi e in questo caso tutti i calabresi dovrebbero sentirsi colpevoli di non avere fatto nulla, o poco, per educare e formare le nuove generazioni ad essere differenti dai loro padri. Guardate che la faccenda è grave. Ci saremmo aspettati che si riconoscesse la responsabilità diretta e/o indiretta di politici, educatori, operatori sociali e delle istituzioni che continuano a non fare nulla per risolvere il problema, che è un problema culturale ed educativo. E poi il Parlamento, i partiti, le Assemblee regionali, provinciali e comunali che non fanno abbastanza per rimuovere le cause, che sono cause di tipo culturale prima che sociale ed economico. La stoccata più forte la riserviamo ai politici di sinistra, di destra e di centro. Tutti, nessuno escluso. Mai hanno affrontato il problema delle cause della violenza nel paese. Mai. Dovrebbero tutti vergognarsi. Adesso ci sono due famiglie distrutte per opposti motivi. Tutti i politici delle passate legislature dovrebbero vergognarsi. Dal punto di vista morale sono correi e mandanti. Più concretamente sono vigliacchi, perché non hanno saputo prevedere e rimuovere gli ostacoli dovuti esclusivamente alla loro inazione.

venerdì 24 maggio 2013

Tredicine: “uno come te”.


Il cognome può apparire bizzarro ma è terribilmente efficace nel campo del potere locale della capitale. Tutti lo conoscono e lo cercano. C’è tutta Roma tappezzata con i suoi manifesti elettorali. Dalla Salaria alla Tuscolana, dall’Aurelia alla Prenestina ovunque emergono solo i suoi poster. "Uno, mille, centomila" manifesti che hanno inondato l’intera città del suo bel viso giovanile e sorridente. Giordano Tredicine è il Consigliere al Comune di Roma del Pdl che ha avuto più successo nell’ultimo quinquennio della politica locale. Giovane, bello, amichevole e sorridente ha tutti i simboli del vincente. Peccato che al suo curriculum manchino aspetti che lui preferisce occultare. Ma andiamo per ordine. Abbiamo trovato nella nostra cassetta delle lettere un suo volantino elettorale che elenca tutti gli obiettivi da raggiungere al Consiglio comunale di Roma e che cosa ha fatto nell’ultima legislatura capitolina. In entrambi gli elenchi c’è di tutto e di più. Non c’è però una sola parola sugli aspetti più importanti e significativi delle vicende politiche romane. Tredicine non dice nulla del vuoto programmatico che lo contraddistingue sui 1)fatti etici, sul 2)conflitto di interessi che lo riguarda, sulla 3)politica di gestione dei quasi settemila vigili urbani che non si vedono mai in strada, sulla 4)pessima politica dei trasporti e del traffico cittadino, sulla 5)politica della sicurezza, sulla 6)politica di spesa delle risorse del Comune compresa la 7)elevazione al massimo dell’aliquota IMU, sul 8)nepotismo e le assunzioni clientelari nelle municipalizzate, sulla 9)inefficacia del servizio di Acea, Ama, sulla 10)piaga delle affissioni abusive, sull'inesistente controllo dei 11)graffitari che non vengono perseguiti, ecc.. E si potrebbe continuare. Nulla di tutto questo. Solo vacuità e faccende banali riguardanti alcuni elementi di nicchia della sua proposta elettorale. Un vero e proprio capolavoro di ipocrisia e di vuoto programmatico che evita di evidenziare come si deve intervenire sui nodi centrali delle deficienze della politica romana del suo partito, quel Pdl che ha prodotto a Roma lo “scandalo Fiorito”. Al titolo dei suoi manifesti, in cui Tredicine mostra l’ambizione di essere “uno come noi”, rispondiamo in perfetto dialetto romano: «ma de che stamo a parla’»?

martedì 21 maggio 2013

La schizofrenia delle elezioni amministrative a Roma.



La schizofrenia è una forma di malattia psichiatrica caratterizzata dalla persistenza di sintomi di alterazione del pensiero e del comportamento con una gravità tale da limitare le normali attività raziocinanti di una persona. Nella politica comunale poi la schizofrenia comporta alterazioni del pensiero che fanno immaginare ai "candidati Sindaci" di essere nel vero mentre essi sono nel falso. Gli scompensi della schizofrenia si concentrano maggiormente nel settore della “devianza programmatica”, in cui un candidato Sindaco spiega una voce del suo programma dicendo che intende fare del bene per la città mentre sta facendo (o farà) esattamente l’opposto. Per essere più precisi, è come se un candidato Sindaco dicesse che la politica dei trasporti dei suoi avversari a Roma è sbagliata perché si rischia il collasso e poi si scopre che lui è colui che ha governato la città producendo concretamente il collasso medesimo. C’è solo da ridere. Di esempi del genere a Roma se ne possono fare a decine. Prendiamo l’ACEA. Si tratta di un carrozzone municipale che è inviso alla stragrande maggioranza dei cittadini perché produce casi imbarazzanti di irresponsabilità e di incapacità tali da far diventare scettici gli ottimisti. Lo dimostrano gli innumerevoli casi di proteste e reclami della cittadinanza pubblicati dai giornali. Non parliamo poi della politica di gestione dei vigili urbani (gente che non si vede mai nel posto giusto dove dovrebbe essere, e cioè in strada, tutti e nessuno escluso) che dire fallimentare è un complimento. E così via. Che dire delle elezioni per il rinnovo del Sindaco di Roma? Paradossalmente mentre i candidati scappano di qua e di là per farsi propaganda con tutte le categorie - correndo a fare comizi e incontri in ristoranti più o meno costosi (Francia o Spagna purchè se magna) - i cittadini non capiscono nulla delle loro proposte. Perché? Per il semplice motivo che o i loro programmi sono sostanzialmente uguali a quelli degli avversari o perché volutamente criptici, tanto da non essere decifrabili perché “scritti per nascondere”. Insomma la campagna elettorale in atto è un fallimento totale per la cittadinanza, che andrà alle urne senza avere le idee chiare delle differenze tra i progetti dei vari candidati. Le idee chiare ce l’hanno solo loro, i Politici delle Amministrative, che sono sempre gli stessi e rappresentano una Casta ancora più elitaria di quella nazionale. I membri di questa Casta sono scesi in politica per fare gli interessi loro come, purtroppo, Berlusconi insegna.

mercoledì 15 maggio 2013

Tra commmedia e tragedia.


Tra un pagliaccio che canta e le menzogne dei giornali sui fatti di cronaca politica siamo arrivati a toccare il fondo della dignità di nazione che si riconosce nel contesto valoriale europeo. Ormai non è più una questione di polemica contro qualcosa o qualcuno. No. Ormai è una questione di democrazia e di libertà. Ci riferiamo ai vergognosi attacchi rivolti contro le istituzioni da parte dei sostenitori berlusconiani. In particolare, desideriamo sottolineare che la polemica politica pro o contro la magistratura sta trasformando il senso stesso della vita politica nazionale a un livello così basso da trasformare la realtà fino al ridicolo. Non è forse ridicolo il giornalista Giuliano Ferrara (quello delle bottigliette d'acqua davanti ai sagrati delle chiese) che si mette in testa una parrucca e canta sciocchezze contro il pm di Milano che ha chiesto sei anni di galera e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi? E non è forse ridicolo tentare di difendere il padrone di Mediaset dicendo che la magistratura di Milano, che sta processando il Capo del centrodestra, calpesta lo Stato e la Giustizia? L'unica cosa che costoro dovrebbero fare è vergognarsi. Stanno piegando il vivere normale della società in un vivere nell'emergenza continua di tutti contro tutti. Ministri che vanno a protestare contro i giudici di Milano, manifestazioni politiche a ripetizione contro la magistratura, etc. E tutto questo perchè? Per il semplice motivo che una sola persona si sente superiore a tutti gli altri. C'è un sostantivo preciso per definire questo stato di cose: fascismo berlusconiano.

sabato 11 maggio 2013

La confusione della “politica dell’inezia”.


Che misera fine ha fatto la politica in Italia. Abbiamo un Parlamento formato da un partito del centrodestra, il Pdl, guidato da un pluricondannato che ha imposto nei ministeri chiave del nuovo Esecutivo persone impresentabili. Poi c’è il Pd, ovvero il partito di centrosinistra del “non si sa che cosa sia” tanto da non avere neanche una guida che si è auto-ammorbidito tutto in una volta, come un biscotto pavesino immerso in una tazza di latte caldo. A seguire c’è il M5S. Doveva cambiare l’Italia. Dai no a ripetizione è il partito che ha un capo che insulta tutti e poi rifiuta qualunque proposta di cambiamento. Semplicemente demenziale. C’è anche Sc di “Monti-Casini-Eccetera” un inutile partito che vaga nel nulla parlando di niente e dicendo sempre si a tutti, a destra e a manca. Dimenticavamo il partito della Lega che fu di Bossi, quello della secessione e di “Roma ladrona”. Non si sa più che cosa voglia. Il nuovo Segretario (“nuovo” si fa per dire) dice di volere la “Macroregione del Nord” per che cosa non è chiaro. Poi c’è il partito dei FdI, che non è Fli, ma dei “Fratelli d’Italia” sui quali tacciamo per carità di Patria. Infine, a seguire ci sono i partiti e i partitini dello "zero virgola qualcosa" che non vale la pena nominare per non perdere tempo. Si tratta di persone fantasma che esistono perché ancora vige il porcellum. Sono quelli della sinistra massimalista che vagano nella notte a “gruppetti di uno” credendo di essere uno squadrone. Cose da senzatetto e senzacasa. Ecco cos'è la politica oggi in Italia. La confusione del nulla mischiata con il niente. Non c’è un progetto politico per un’Italia che sia partner credibile, e Nazione come le altre, a livello internazionale. Non c’è una proposta seria di introdurre severità, competenza e merito nella società. Non c’è nessuna idea di volere mettere ordine nell’imbroglio delle Caste e delle Lobbies che vivono da parassiti nella società italiana. C’è da mettersi le mani nei capelli e chiedersi: ma com’è stato possibile? Ai posteri l’ardua sentenza.

martedì 7 maggio 2013

Andreotti: una morte che lascia in bocca l’amarezza del silenzio.


E’ morto Giulio Andreotti. Qualcuno ha detto che davanti alla morte rimane solo il silenzio e la pietà. Compassione e misericordia dovrebbero essere i soli sentimenti da considerare in questi casi. No. Noi non siamo d’accordo. Almeno in questo caso. Costui è stato uno dei principali responsabili della politica italiana per almeno mezzo secolo. Per più di cinquant’anni Andreotti è stato il simbolo del potere politico democristiano che ha dettato e diretto la strategia della politica in Italia. E’ stato 7 volte premier e 26 volte ministro. E’ stato un uomo politico che nonostante le accuse, un processo, le critiche e dei giudizi non certo lusinghieri sul piano etico e morale, non ha mai alleggerito il peso della coscienza e mai ha confessato colpe e responsabilità di fatti e misteri rimasti insoluti. E’ rimasto sempre in silenzio, muto come un pesce e simile a un mafioso, nascondendo e portando con sé nella tomba segreti e decisioni nascoste prese in politica. Insomma molte ombre, parecchi dubbi, niente luci e zero verità. Famoso per i suoi aforismi amava essere considerato affidabile e discreto in politica, in perfetto stile mafioso. «Il potere logora chi non ce l’ha»; «A parlare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina»; «L'umiltà è una virtù stupenda. Ma non quando si esercita nella dichiarazione dei redditi» e simili idiozie impudenti. Cinismo e autocompiacimento sono stati i suoi sentimenti più evidenti. E’ morto a 94 anni, sazio di giorni. Noi non lo abbiamo mai invidiato. Tutt’altro. In questo momento proviamo solo amarezza, l’amarezza di coloro che hanno sperato che negli anni della vecchiaia Costui si ravvedesse e fornisse elementi per chiarire il ruolo avuto nel potere che ha esercitato per tanto tempo e che gli ha consentito di prendere decisioni discutibili e dannose nell’Italia dei segreti. I misteri sono rimasti tali e se li è portati nella tomba come fanno i mafiosi. La nostra amarezza è mitigata tuttavia dalla certezza che in questo momento, al cospetto di Colui che è il Giusto per eccellenza, da qualche parte sarà stato dato l’ordine di “attizzare il fuoco”. E non per cuocere alla brace l’abbacchio laziale.

lunedì 6 maggio 2013

Gianni Alemanno Sindaco di Roma: fallimento annunciato e certificato.



Lo diciamo subito, senza giri di parole: è necessario bocciare Alemanno e non votarlo più per il rinnovo a Sindaco di Roma. Ha già fatto abbastanza danni. Quest'uomo nella sua insipienza è riuscito a creare, sugli errori dei suoi predecessori, una situazione di emergenza drammatica che è sotto gli occhi di tutti. E' semplicemente disgustoso scrivere dei suoi risultati nel ruolo di Capo dell'Amministrazione. Sconcertante e vergognosa è stata la sua inazione. Ha lasciato andare in cancrena alcuni mali capitolini. Proviamo disgusto nel descrivere lo stato comatoso in cui ha ridotto la capitale dopo cinque lunghi anni di desolante inattività. La sua latitanza nel risolvere i problemi è forse una delle immagini più crude e crudeli del peggior berlusconismo mischiato di inefficiente neofascismo. A Roma si vive in perenne emergenza. In cinque anni l'Amministrazione capitolina del Pdl non solo non ha fatto nulla di buono ma addirittura ha peggiorato le cose e invece di andare avanti è andata indietro come i gamberi. La vita dei cittadini è peggiorata di molto. E siccome vogliamo essere chiari, onesti e trasparenti elenchiamo alcuni suoi errori e difetti (non tutti, altrimenti per elencarli ci sarebbero volute le pagine di un tomo della Enciclopedia Treccani) del suo modo di amministrare la città.
1.Strade di Roma: sono peggiorate in modo indecente. Buche, asfalto che si stacca a pezzi, dossi, canaline ostruite, marciapiedi abbandonati, strade che sembrano più la capitale di un paese dell'est europeo dopo la fine del comunismo che la capitale dell’ottavo paese occidentale al mondo.
2.Ha aumentato l'IMU in modo indecente. Mai visto un Sindaco del genere. Blatera contro Monti e le sue tasse e poi aumenta a dismisura l'aliquota massima comunale. Un esempio raro di incoerenza.
3.Vigili inesistenti in strada nei posti dove servirebbero. La cosiddetta “Polizia Municipale” o “Locale” è efficiente solo nell'abbigliamento ma mai nelle mansioni che dovrebbe espletare. Una massa incredibile di personaggi inadeguati al ruolo non fanno mai alcuna azione educativa, preventiva e/o repressiva. L’unica cosa che sanno fare, e bene, sono “i fatti loro”. Impreparati, aggressivi con i cittadini, totalmente mancanti di imparzialità, sprovveduti nel tatto e nel ruolo, hanno sempre cercato di evitare fastidi e impegni per multare coloro che avrebbero dovuto essere multati . Le sole multe che fanno sono solo per i divieti di sosta. Un fallimento totale.
4.Trasporti inefficienti e discontinui. Ci sono zone di Roma dove vige ancora la logica che di Domenica e nei festivi alcune linee non fanno servizio. Non parliamo poi la mancanza totale di sensibilità delle politiche dell’ATAC nei confronti della cittadinanza. Un vero e proprio bollettino di guerra da sconfitti. Nel 2013 c'è un'ATAC che è una vergogna per come affronta in modo inadeguato la complessità del trasporto pubblico a Roma. Alemanno è stato l'unico sindaco della storia di Roma, a non far funzionare neanche la metropolitana di Roma, che è lo scandalo del secolo.
5.Servizi al cittadino delle Municipalizzate (ACEA, AMA, ecc..) che sono un affronto alla collettività. Errori a ripetizione per incapacità nella gestione dei rifiuti differenziati che siamo a livello di quarto mondo. Errori da dilettanti nel decoro della città.
Ci fermiamo qui. Una sola considerazione. Un sindaco serio e professionale a quest’ora avrebbe espresso la sua solidarietà alla cittadinanza viaggiando col trasporto pubblico. Noi pretendiamo che chi viene pagato con i soldi dei cittadini viaggi insieme ai cittadini, senza “alfette blu”, per solidarietà e per verificare le condizioni del servizio. Dovrebbe essere felice di stare con i suoi concittadini nei momenti più delicati come quando si viaggia da una parte all'altra della città. Un Sindaco serio a quest’ora avrebbe girato molte capitali europee e avrebbe copiato (non ha saputo fare neanche questo) ciò che di buono hanno fatto altrove. L’Alcade di Madrid nel giro di una sola legislatura ha trasformato la città da disordinata e sporca che era prima in un gioiello di perfezione che è adesso. E gli spagnoli sono come noi, mediterranei e non scandinavi. Lo ricordiamo agli smemorati che l'hanno votato alle ultime elezioni ricordando loro che gente come lui non merita di essere premiata con un altro voto alle prossime elezioni. Votate chiunque. Ma non lui.

Support independent publishing: buy this book on Lulu.