domenica 31 luglio 2011

Dio è grande, ma senza Etica c'è solo la disperazione.

Non avremmo mai voluto scrivere questo post. Mai. Sa di punto di arrivo, di conclusione, di addio. Purtroppo, è un articolo di “fine ciclo”, che induce non più a guardare avanti ma indietro. Una fine è sempre così. Quando si è superato il punto di non ritorno rimane solo una lacerazione, una discontinuità che rompe col passato. Ma procediamo per ordine. Sin da bambini abbiamo sempre creduto che la Chiesa Cattolica fosse l’Istituzione per eccellenza. Sacra, storica, bimillenaria, grande, unica, il bene rifugio, l’ultima spiaggia degli aventi diritto alla giustizia. Abbiamo sempre avuto l’idea, come informa la Costituzione, che lo Stato dovesse essere separato dalla Chiesa e che i due soggetti non dovessero essere antitetici ma complementari. In modo riduttivo ma efficace il nostro pensiero si può sintetizzare brevemente dicendo che: “io governo con la politica la cosa pubblica, faccio crescere la Nazione e mi interesso del benessere dei cittadini e tu, Chiesa, gestisci la dimensione spirituale, quella che concretizza l’idea che i fedeli siano credenti e seguaci di Cristo”. La Bibbia, poi, è il “libretto delle istruzioni” di questo cammino di rinnovamento dei credenti. In fondo in fondo i Patti lateranensi tra Stato e Chiesa sono questo. Benito Mussolini e Benito Craxi (curiosa la sorprendente omonimia) la pensarono allo stesso modo quando firmarono i due protocolli di Stato. Per più di quattro decenni abbiamo aspettato che la politica realizzasse il dettato costituzionale di una Nazione che mettesse a base della società il bene comune, la buona politica, i principi più sani e onesti della vita dei cittadini e dei governanti, avendo come riferimento sistematico gli aspetti valoriali della vita. Per quarant’anni abbiamo aspettato invano che si realizzasse questa visione della società e della politica. Inutilmente. Prima abbiamo creduto che la DC se ne andasse via permettendo all’opposizione del tempo di realizzare questo obiettivo e siamo rimasti delusi dagli eventi di tangentopoli. Poi abbiamo desiderato che con “mani pulite” si arrivasse a una società più giusta e più onesta ma l’attesa è risultata vana. Anzi. Alla fine abbiamo sperato che con Silvio Berlusconi si realizzasse quella ventata di novità in grado di spazzare via il vecchio e l’imbroglio, oltre che la dissolutezza e la delinquenzialità. Peggio di peggio. Si è addirittura piegato il Parlamento a legiferare con più di quaranta leggi ad personam! C'era rimasta l’ultima carta: la Chiesa Cattolica. Almeno là, ci siamo detti, l’Etica conta più che di quà. Cosa ci può essere di più convincente ed esaltante della promessa di una Religione che predica le virtù, che segue gli insegnamenti di Cristo, autentico Profeta e Messia, che abbia come riferimento privilegiato il patrono d’Italia, quel S. Francesco d’Assisi che si spogliò dei suoi averi per seguire fino in fondo gli insegnamenti di Gesù? Ma anche qui (la Religione), forse più dolorosamente che là (la Politica), abbiamo dovuto fare i conti con la vera natura degli uomini di “questa” Chiesa Cattolica quella, tanto per fare dei nomi ed uscire dal vago, del ministro degli Esteri del Vaticano Cardinal Tarcisio Bertone, dell’Arcivescovo (prossimo a Cardinale) Rino Fisichella Presidente del Pontificio Consiglio per la vita, del Cardinal Angelo Bagnasco, Presidente della CEI, etc. Abbiamo cioè compreso che l’assenza di prese di posizioni forti (sull'azzeramento dei principi etici nel paese) delle gerarchie cattoliche in questi ultimi anni di vita del governo Berlusconi e gli assordanti messaggi di silenzio degli Eminentissimi et Reverendissimi Cardinali del Vaticano, sono in verità da considerare un vero e proprio sostegno diplomatico e politico al Capo del governo. Pertanto la delusione si è trasformata in sconforto e l'assenza di messaggi di condanna in dolore e sofferenza per la mancanza di prospettive. A questo proposito, per concludere, due ci sembrano gli aspetti negativi che vogliamo sottolineare. Il meno importante, si fa per dire, è quello che riguarda la constatazione che la rivoluzione politica che attendiamo da più di quarant’anni non c’è e non ci sarà mai. Non esiste un solo nome politico presente nell’intero Parlamento di 945 personaggi che possa dare fiducia e garanzia in questa colossale opera di rinnovamento o, meglio, di rigenerazione della vita politica italiana. Chi la dovrebbe fare questa rivoluzione, l’amico Casini o il compagno Bersani? Più passa il tempo e più la magistratura scopre imbrogli e comportamenti delinquenziali di maggioranza e opposizione (in percentuali diverse ma con i medesimi reati) che abbiamo sempre intuito e temuto ma che abbiamo fatto a gara nello sperare che fossero solo fantasticheria della nostra mente. Il secondo è più importante aspetto negativo di questa dolorosa faccenda è quello che più ci ha sconvolti e sconcertati. Un trafiletto di oggi sul quotidiano più venduto d’Italia, dal titolo “La crociata del bene con la forza degli onesti”, ci informa che il Cardinale Carlo Maria Martini ha detto che le pessime notizie che apprendiamo dai media, come i comportamenti sociali amorali o il rifiuto dei principi di convivenza, ci fanno sentire sgomenti, oltre alla tristezza della notizie di sperpero del denaro pubblico”. Dice ancora il Card. Martini che in tutta questa materia affiora spesso la parola “etica” che appare come la spiaggia della salvezza. Come si ottiene che un uomo si decida di camminare per i sentieri dell’etica? Ebbene, ecco cosa dice testualmente il Cardinale: “Non pochi pensano che sia la Chiesa quella a cui tocca dare il segnale per la grande crociata del bene. Per questo sono doppiamente scandalizzati quando un rappresentante della Chiesa viene coinvolto in affari di dubbia consistenza morale. Ma la Chiesa non ha come suo primo dovere quello di sostenere il comportamento morale degli uomini. Essa deve proclamare il Vangelo che ci dice che Dio accoglie tutti gli uomini, nessuno escluso. Essa deve proclamare il vangelo della misericordia senza badare a chi ne approfitta per i suoi comodi. […] Qui sta la differenza con tanti sostenitori di etiche di servizio. […] Un uomo non si cambia a forza di prescrizioni etiche!”. Da rimanere allibiti. Capito? A questo punto le nostre non sono più preoccupazioni eccessive ma realtà. Ormai è evidente come stanno le cose e cioè che l’Etica nella gerarchia degli interessi della Chiesa non è ai primi posti. Se non è sconforto quello che si prova a leggere queste poche righe che confermano una volta per tutte che in Italia non si avrà mai una società giusta cos’altro potrebbe essere diversamente? La dichiarazione del Cardinale ci fa comprendere come stanno veramente le cose e il perché dell’assordante silenzio della Chiesa sui misfatti del governo Berlusconi. Noi siamo alla disperazione e all’avvilimento più totale. L’unica cosa che in questi momenti ci costringe a pensare è la consapevolezza che non abbiamo prospettive e che tutto sia da buttare. Ci rimane solo il dolore e la vergogna di essere cittadini di questo paese.

martedì 26 luglio 2011

Necessità di una fase di luteranesimo in Italia.

Diciamo la verità: non se ne può più. Ci sarebbe di buttare tutto all’aria e non interessarsi più nè di politica, nè di società. Sono ormai più di vent’anni che le notizie sulla società italiana e sui politici italiani sono impietose, scandalose e francamente inaccettabili. Le notizie penose riguardano quasi sempre la scoperta di furfanti della politica, ladri e canaglie del sottobosco politico, disonesti e faccendieri della casta, parlamentari inquisiti di maggioranza e di opposizione, richieste ripetute di arresto di parlamentari, ministri indagati dalla magistratura per collusione con la mafia, insomma una marea nera e pestilente di informazioni che fanno venire la nausea. Bracci destri di membri del governo e sinistri personaggi scelti dagli stessi ministri come collaboratori sono diventati oggetto delle attenzioni della magistratura che ha chiesto a più riprese il carcere per i nostri parlamentari. Cose mai viste. Non se ne può più. Ogni giorno si leggono sui giornali e si ascoltano in tv notizie sempre più allarmanti di politici inquisiti che fanno a gara in sfrontatezza, arroganza e ignoranza e rappresentano uno dei maggiori incubi per i cittadini onesti sempre meno numerosi. Prima che sia troppo tardi è necessario cambiare. I giornali hanno censito ben 84 parlamentari condannati su 945 che stanno in Parlamento, attaccati con il sedere incollato alla poltrona. Si tratta quasi del 10%, uno su dieci! Agi, lussi e comodità consentono oggi ai parlamentari italiani, i più pagati nell’intero sistema planetario, di defraudare la società di ricchezze che potrebbero essere destinate ai più bisognosi e agli emarginati, con l’assordante silenzio delle gerarchie cattoliche che tacciono senza ritegno. Una faccenda veramente sgradevole per non dire di più. Cosa fare? E soprattutto cosa inventarsi in questo periodo di “fine impero” per sopravvivere alla nausea della politica sporca, prodotta da parlamentari sporcaccioni che fanno esattamente il contrario di quello che dovrebbero fare per essere considerati al servizio dei cittadini? Rimane una sola possibilità di risalire la china: introdurre in Italia il “luteranesimo”. Attenzione, non si tratta di sostituire il cattolicesimo con un’altra religione cristiana. Assolutamente no. Qui per luterani intendiamo definire una categoria di cittadini e di nuovi uomini politici che soddisfino i requisiti di base dell’onestà e dell’etica in grado di sostituire l’intera casta attuale da eleggere per il prossimo Parlamento, perché l’attuale è il peggiore della storia della Repubblica. Dunque, uomini luterani, alla Lutero, intransigenti, severi prima di tutto con se stessi e poi con gli altri, onesti, dal passato cristallino, rigorosi con tutti e con tutto, inflessibili contro i furbi, e intolleranti contro coloro che tentano di prendere scorciatoie o chiedere favori. Ecco di cosa ha bisogno oggi l’Italia. Un’opera di depurazione e di pulizia come quella fatta dai vietnamiti nel 1975, dopo la caduta di Saigon. Vi è ormai in Italia, nella politica come nella società, la inderogabile necessità di una consapevole fase di “luteranesimo” per il superamento della decadente e marcia società italiana, rovinata da scriteriate e dannose scelte di berlusconizzazione della società da folli schiere di cittadini di centrodestra e della stessa Chiesa Cattolica che ci hanno cacciati in un vicolo cieco. Chi si oppone a questa soluzione o è complice o è mascalzone. Non ci sono mezzi termini. Con buona pace dei lacchè berlusconiani dell’informazione.

sabato 23 luglio 2011

Amy Winehouse se ne è andata a modo suo.

Una delle poche voci di talento internazionale ha lasciato questo mondo in cui non poteva più vivere serenamente. Trasgressiva a tutti i costi, anticonformista, autodistruttiva, testarda nelle sue scelte quasi sempre sbagliate, ribelle da tutti i punti di vista la Winehouse è andata via a causa e per mezzo delle sue debolezze. E’ un peccato. Noi la rivediamo come nella foto del post, giovane e bella, senza quegli orribili capelli degli ultimi anni, mora come una bella ragazza calabrese, dalla voce straordinaria, unica. Ci dispiace ma tutti sapevano che sarebbe andata a finire così. Ci ha lasciato tante belle canzoni. Una ci ha sempre colpiti per la profondità musicale che è riuscita a trasmettere a tanti appassionati di musica jazz. Il titolo non poteva non essere che questo: Love Is A Losing Game. Ciao, Amy. Eri bella, giovane e piena di talento, ma avevi troppa ribellione dentro. E il talento da solo non basta. Ci mancherai.
Pubblichiamo di seguito una lettera di una sua ammiratrice che le ha scritto nel lontano 2008 per manifestarle la sua solidarietà:
«Mia cara, permettimi di chiamarti così, anche se non ti conosco di persona! Conosco solo la tua voce e non ho parole per descriverla. Non seguo molto la musica, ma, quando ascolto un brano sono in grado di apprezzare le qualità dell’artista e tu ne hai molte. Anch’io, tanto tempo fa, studiavo canto e con buoni risultati, ma, per volere della famiglia ho dovuto interrompere. Mi è dispiaciuto molto perché il canto è libertà, forza e poesia. Sono certa che tu lo sappia molto meglio di me, perché riesci a modulare la tua voce come vuoi e quando vuoi. Sei un vero miracolo! E, da quando ho appreso dai giornali che la tua vita è stata messa, più volte a dura prova dalla droga, sono rimasta profondamente amareggiata. Permettimi di dirti che è un vero peccato consentire alla droga di aggredire la tua esistenza quando, invece, potresti condurre una vita serena, continuando a regalare ai tuoi fans tanta buona musica.
Non conosco i motivi che hanno indotto sia te sia il tuo compagno a percorrere strade pericolose, ma, voglio sperare che qualcuno da Lassù possa farvi comprendere per tempo quante meraviglie vi attendono ancora nella vita, le stesse di fronte alle quali, un giorno, esclamerete insieme : “siamo stati degli scellerati a non accorgerci di questo mondo: il calore dato dalla presenza di un vero amico, di un familiare, del sorriso di un bimbo, di un panorama, di un bel tramonto, dello sguardo calmo di un anziano, di una guarigione, etc. etc. L’elenco è lungo e, se lasci volare il pensiero, potrai aggiungere da sola tante altre immagini! Voglio augurarti un mondo di bene, di salute e di successi. Sarò felice quando apprenderò che hai ripreso in mano le redini della tua vita, perché capace di guidarla nelle giuste direzioni.
Sarei contenta se un domani potessi conoscerti di persona. Mi chiamo Marilina. Vivo insieme alla mia famiglia a Roma e, al momento, mi accontenterei anche di un tuo saluto trasmesso al mio indirizzo di posta elettronica. Ti voglio bene. Vivi.» [Ascolta la canzone]

mercoledì 20 luglio 2011

Don Verzè, un santo o un imbroglione?

Non conosciamo di persona Don Verzè. Le notizie su di lui le abbiamo apprese superficialmente dai giornali e dalla tv. La prima impressione è stata negativa. Il servizio televisivo messo in onda dal telegiornale La7 ha fatto vedere Don Verzè vicino al Presidente del Consiglio Berlusconi. Don Verzè con un microfono in mano ha detto poche parole ma estremamente significative per comprendere un po’ l’uomo. Ha detto che uno dei più forti segni della fede è stato per lui l’avere compreso che “Silvio Berlusconi è da considerare un segno tangibile della Provvidenza”. Perbacco! Che dichiarazione. Diciamo la verità, noi non siano abituati e non consideriamo accettabile l’adulazione. La disapproviamo in toto. Dunque, le parole forti e fuori luogo di Don Verzè ci hanno colpito per la loro carica di servilismo e piaggeria. Ma possiamo sbagliare. In fondo in fondo Don Verzè potrebbe essere invece un sant’uomo, che con coraggio e abnegazione ha sempre cercato di dare il massimo di se stesso agli altri. Si ma quale massimo? I debiti accumulati dalla sua attività di prete imprenditore? Abbiamo cercato in rete informazioni e abbiamo trovato il blog di Piergiorgio Oddifreddi che con il suo solito sarcasmo parla malissimo di Don Verzè. Lo definisce un prete affarista. Un prete responsabile del suicidio del suo vice. Un prete dal forte senso degli affari che ha fallito la sua missione perché ha fatto fallire il buon nome del S. Raffaele di Milano. Per la verità Oddifreddi dice anche altre cose, più dure e sferzanti, che noi non riportiamo perché non conosciamo i fatti. Dunque, siamo costretti a sospendere il giudizio e vogliamo conoscere meglio il personaggio. Come? In una maniera semplice: leggendo il suo libro Io e Cristo. Non si impara tanto, quanto leggendo i libri di colui che ti è un enigma, ripeteva Zeno il Vecchio nei suoi ragionamenti. In seguito ritorneremo sull’argomento con qualche dato in più. Intanto lasciateci pregustare il gagliardo scritto del Nostro. In Vaticano ci stanno ragionando su dopo la mazzata del miliardo di euro di debiti accumulati finora da Don Verzè. Chi vivrà, vedrà. [continua]

martedì 12 luglio 2011

Per Berlusconi gli italiani non lo meritano.

Dal ministro Tremonti al Presidente della Repubblica parlano tutti. Parla l’opposizione, parlano i ministri, parlano gli specialisti di mercato, insomma parlano tutti. Tutti meno Berlusconi. Da una settimana il Presidente del Consiglio è diventato muto. Non parla. Tutti si interrogano sul perché del suo silenzio ostinato. Noi crediamo di aver capito perché il Cavaliere si è chiuso nel mutismo più assoluto. Berlusconi non parla perché si è offeso contro tutto e tutti per la sentenza sul lodo Mondadori e per il maxirisarcimento da 560 milioni di euro che deve versare al suo avversario De Benedetti. A Silvio Berlusconi interessa poco della crisi dell’Italia. Per lui la crisi non è mai esistita. E’ un’invenzione dei comunisti. Che i mercati si stiano accanendo sull’Italia, con la Borsa a picco, con i titoli di Stato che stanno precipitando in picchiata come non si era mai visto nei decenni precedenti, a Berlusconi non interessa nulla. Anzi, pensa che sia giusto che il paese, ingrato nei suoi confronti, paghi per le sue gravi colpe di non avere compreso l’importanza di seguirlo sulla strada della delegittimazione della magistratura. Lui si sta concentrando per trovare i soldi da versare al suo avversario. E' impegnato in un giro di 560 telefonate ad amici imprenditori ai quali ha probabilmente chiesto un "piccolo contributo" di 1.000.000 di euro per permettergli di pagare il nemico. Ieri, mentre i mercati oscillavano paurosamente con rischi gravi e inimmaginabili per la finanza e l’economia italiana, Berlusconi ha dichiarato che l’unico incontro che avrà sarà con i suoi giocatori del Milan, del suo Milan, della squadra di calcio che non l’ha mai tradito. I mercati e i guai della gente non lo interessano. Gli italiani non meritano.

mercoledì 6 luglio 2011

Responsabilità olandesi nel genocidio di Srebenica.

Fermi tutti. Nessuno osi dimenticare. Peggio ancora sarebbe far finta che non fosse successo nulla. Ci riferiamo alla notizia che un tribunale ha ordinato allo Stato olandese di risarcire alcune famiglie bosniache perché è stata riconosciuta la responsabilità dei caschi blu olandesi di non avere fatto nulla per evitare la carneficina a Srebenica, in Bosnia nel 1995, commessa dai serbo-bosniaci. E così i mascalzoni sono due. Il primo si chiama Ratko Mladic, serbo, comandante delle truppe serbo-bosniache, attualmente sotto processo all’Aja per genocidio. Il secondo si chiama Thom Karremans, colonnello olandese, biondino, comandante del battaglione che nel 1995 l’ONU aveva inviato a Srebenica per proteggere la popolazione civile mussulmana dall’assalto serbo. Com’è noto i caschi blu invece di difendere gli aggrediti musulmani bosniaci se ne andarono, abbandonando la popolazione e ben ottomila uomini civili alla barbarie di un assassino che li uccise tutti. Dopo 16 anni un tribunale olandese ha riconosciuto le responsabilità dei soldati olandesi per ciò che avrebbero dovuto fare e che invece non fecero. Questi i fatti. E adesso le nostre opinioni. Se noi fossimo olandesi avremmo fatto due cose. In primo luogo ci saremmo vergognati da morire per essere stati connazionali dei vili soldati del paese dei tulipani che condannarono gli 8000 civili bosniaci, diconsi ot-to-mi-la uomini, a morte sicura. Se c’è un Dio giusto che un giorno giudicherà il biondo e alto militare olandese siamo sicuri che lo condannerà all’inferno, nel girone dantesco più dannato. In secondo luogo avremmo fatto per anni pressioni sull’opinione pubblica a non dimenticare l’onta che alcuni nostri militari hanno prodotto infangando con il loro comportamento pavido e vile l’Olanda. Questo biondo e alto colonnello olandese, dal nome infame Thom Karremans si è reso responsabile in prima persona del barbaro assassinio di civili effettuato dal comandante serbo Mladic. Questo signore lo definiremmo un volenteroso collaboratore di Mladic, ovvero del boia di Srebenica. Il suo paese, la “civilissima” Olanda, ha fatto una figura pessima. Che senso può avere una civiltà come quella olandese quando non persegue con severità il crimine abominevole del suo pilatesco comandante? C’è stata sicuramente omertà del colonnello Karremans, ma c’è stata ancor di più omertà dello Stato olandese a non avere fatto il possibile per giudicare severamente il suo colonnello. L’ONU doveva proteggere la popolazione bosniaca. Invece ha agevolato la carneficina. Che schifo! Attenti perché molte responsabilità ce l’hanno anche le cancellerie europee, che si sono girate dall’altra parte per non vedere la vergognosa decisione di dare mano libera al carnefice Mladic. Un’ultima chiosa su questo Thom Karremans. Nella foto è al centro, ha i baffetti e sta brindando con Mladic, all’estrema sinistra, prima delle operazioni del barbaro assassinio degli ottomila civili. Che dire di un uomo del genere? Chiamarlo vigliacco, codardo, vile, pusillanime, pauroso ci sembra poco, molto poco. Se una sola vita umana è più importante di qualsiasi gioiello, la vita di 8000 civili inermi ci ricorda i pogrom nazisti in cui si uccidevano, come se nulla fosse, migliaia gli ebrei. Certo ricordare che l’Olanda è stato il paese di Erasmo da Rotterdam, di Spinoza, di Leibniz, di Vermeer, di van Gogh, di Bernoulli, di Huygens, di Stevin, di van der Waals, etc. e poi si incontra uno che si chiama Tommaso Karremans, di professione facilitatore di genocidi, si rimane stupiti e senza parole dello iato che esiste tra retroterra culturale e comportamenti militari sul campo. Possa questo Tommaso Karremans vivere gli ultimi anni della sua vita con il massimo rimorso di essere stato una persona spregevole.

domenica 3 luglio 2011

Ma quali cattolici. Questi sono pagani.

Eccoli di nuovo in azione con l’ultima manovra economica. Sotto la regia del Ministro del Tesoro sono le “iene del Pdl”, ovvero i colonnelli di Berlusconi, ai quali è toccato il compito di giustificare l'ingiustificabile, cioè spolpare la categoria meno protetta in assoluto: i pensionati. La “madre di tutte le ingiustizie”(Niki Vendola l'ha chiamata la "patrimoniale sui poveri") è stata presentata in Parlamento sottoforma di Decreto Legge da una serie di “briganti delle pensioni”. Un'autentica rapina sociale che colpisce milioni di poveri dipendenti a riposo che sono i meno retribuiti e i meno tutelati d’Italia. Si tratta di persone non abbienti che devono non solo sopravvivere, con difficoltà inimmaginabili in una società che sfoggia lussi e ostentazione di ricchezza ma devono anche, con la loro misera pensione, mantenere i figli e i nipoti a causa di una disoccupazione giovanile quasi totale. Vergogna a questi briganti dalla clava legislativa facile che prendono ai poveri per arricchire i ricchi. Sono dei Robin Hood al contrario. Costoro hanno la sfrontataggine di definirsi cattolici, dichiarando che sono sostenitori dei valori del cattolicesimo. Non a torto hanno finora ottenuto protezione dalle gerarchie cattoliche. Ma adesso hanno buttato la maschera ed è ormai chiaro a tutti che costoro non hanno nulla a che fare con il cattolicesimo. Sono solo degli ipocriti. In altre parole, sono veri e propri pagani, cioè idolatri di un capitalismo cinico, stupido, che permette ai ricchi, secondo un copione berlusconiano vergognoso, la ricerca del lusso e dei piaceri materiali infischiandosene delle difficoltà dei più deboli. Se lo ricordino i veri cattolici alle prossime elezioni. Gesù a quest’ora li avrebbe scacciati dal Tempio da molto tempo. Una domanda all’Eccellentissimo et Eminentissimo Cardinale Bagnasco di Sacra Romana Chiesa Cattolica: se Ella c’è ed esiste, per favore batta un colpo! Il tempo della dilazione, della prudenza e degli equilibrismi alla Padre Provinciale è finito. Se Sua Eccellenza Presidente della CEI non si fa sentire fra non molto questi pagani berlusconiani arriveranno ad estinguere il ceto medio. Lo rammenti.

venerdì 1 luglio 2011

Carta che vince e carta che perde.

Il ministro della giustizia Angelino Alfano è stato eletto Segretario politico del Pdl. I presenti hanno dichiarato che l’elezione è avvenuta per acclamazione. La prima dichiarazione del neo segretario è ottimistica e propositiva. Ha detto che “dopo tutto siamo ancora il primo partito, ma dobbiamo riconquistare gli elettori”. Questa la notizia che vogliamo commentare. Dunque è fatta! Finalmente habemus papam. Hanno avuto bisogno di tempo ma alla fine ce l’hanno fatta. Ci sono voluti 17 anni da quando Berlusconi si è presentato in politica ma il risultato finale è di quelli che lasceranno tracce famose nella storia: anche il partito di Berlusconi è diventato adulto e normale come tutti gli altri. Certo fa un po’ sorridere l’idea di un ministro che viene eletto segretario di partito. Di solito avviene il contrario: un segretario di partito entra nel governo e diventa ministro, dopo aver mollato naturalmente la carica di segretario. Qui invece no: c’è una regola al contrario. Si è ministro e si diventa anche segretario di partito, senza mollare la carica. Una domanda: ma che significa essere segretario di un partito in cui c’è un padrone che lo possiede? In altre parole ci chiediamo che garanzia di autonomia e di libertà può avere il neosegretario Alfano nel partito di Berlusconi, se lo stesso partito è di proprietà di Berlusconi medesimo? Ci sembra come minimo un “non senso” eleggere un segretario nazionale in queste condizioni, quando cioè esiste e non può essere messo in discussione un padrone che comanda e comanderà sempre. Per certi versi ci ricorda il segretario nazionale Lorenzo Cesa del partito di Casini. Ma almeno in questo caso l’UDC non ha un padrone. In teoria Casini potrebbe essere estromesso da un nuovo segretario che si prende tutto. Ma nel Pdl cosa diavolo può significare la carica di Segretario politico? Forse una spiegazione plausibile c’è ed è la seguente: se il Pdl vince le elezioni allora vuol dire che ha vinto Berlusconi. Ma se il Pdl perde allora a perdere non è stato Berlusconi ma Alfano. Te capì?

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