domenica 31 luglio 2011

Dio è grande, ma senza Etica c'è solo la disperazione.

Non avremmo mai voluto scrivere questo post. Mai. Sa di punto di arrivo, di conclusione, di addio. Purtroppo, è un articolo di “fine ciclo”, che induce non più a guardare avanti ma indietro. Una fine è sempre così. Quando si è superato il punto di non ritorno rimane solo una lacerazione, una discontinuità che rompe col passato. Ma procediamo per ordine. Sin da bambini abbiamo sempre creduto che la Chiesa Cattolica fosse l’Istituzione per eccellenza. Sacra, storica, bimillenaria, grande, unica, il bene rifugio, l’ultima spiaggia degli aventi diritto alla giustizia. Abbiamo sempre avuto l’idea, come informa la Costituzione, che lo Stato dovesse essere separato dalla Chiesa e che i due soggetti non dovessero essere antitetici ma complementari. In modo riduttivo ma efficace il nostro pensiero si può sintetizzare brevemente dicendo che: “io governo con la politica la cosa pubblica, faccio crescere la Nazione e mi interesso del benessere dei cittadini e tu, Chiesa, gestisci la dimensione spirituale, quella che concretizza l’idea che i fedeli siano credenti e seguaci di Cristo”. La Bibbia, poi, è il “libretto delle istruzioni” di questo cammino di rinnovamento dei credenti. In fondo in fondo i Patti lateranensi tra Stato e Chiesa sono questo. Benito Mussolini e Benito Craxi (curiosa la sorprendente omonimia) la pensarono allo stesso modo quando firmarono i due protocolli di Stato. Per più di quattro decenni abbiamo aspettato che la politica realizzasse il dettato costituzionale di una Nazione che mettesse a base della società il bene comune, la buona politica, i principi più sani e onesti della vita dei cittadini e dei governanti, avendo come riferimento sistematico gli aspetti valoriali della vita. Per quarant’anni abbiamo aspettato invano che si realizzasse questa visione della società e della politica. Inutilmente. Prima abbiamo creduto che la DC se ne andasse via permettendo all’opposizione del tempo di realizzare questo obiettivo e siamo rimasti delusi dagli eventi di tangentopoli. Poi abbiamo desiderato che con “mani pulite” si arrivasse a una società più giusta e più onesta ma l’attesa è risultata vana. Anzi. Alla fine abbiamo sperato che con Silvio Berlusconi si realizzasse quella ventata di novità in grado di spazzare via il vecchio e l’imbroglio, oltre che la dissolutezza e la delinquenzialità. Peggio di peggio. Si è addirittura piegato il Parlamento a legiferare con più di quaranta leggi ad personam! C'era rimasta l’ultima carta: la Chiesa Cattolica. Almeno là, ci siamo detti, l’Etica conta più che di quà. Cosa ci può essere di più convincente ed esaltante della promessa di una Religione che predica le virtù, che segue gli insegnamenti di Cristo, autentico Profeta e Messia, che abbia come riferimento privilegiato il patrono d’Italia, quel S. Francesco d’Assisi che si spogliò dei suoi averi per seguire fino in fondo gli insegnamenti di Gesù? Ma anche qui (la Religione), forse più dolorosamente che là (la Politica), abbiamo dovuto fare i conti con la vera natura degli uomini di “questa” Chiesa Cattolica quella, tanto per fare dei nomi ed uscire dal vago, del ministro degli Esteri del Vaticano Cardinal Tarcisio Bertone, dell’Arcivescovo (prossimo a Cardinale) Rino Fisichella Presidente del Pontificio Consiglio per la vita, del Cardinal Angelo Bagnasco, Presidente della CEI, etc. Abbiamo cioè compreso che l’assenza di prese di posizioni forti (sull'azzeramento dei principi etici nel paese) delle gerarchie cattoliche in questi ultimi anni di vita del governo Berlusconi e gli assordanti messaggi di silenzio degli Eminentissimi et Reverendissimi Cardinali del Vaticano, sono in verità da considerare un vero e proprio sostegno diplomatico e politico al Capo del governo. Pertanto la delusione si è trasformata in sconforto e l'assenza di messaggi di condanna in dolore e sofferenza per la mancanza di prospettive. A questo proposito, per concludere, due ci sembrano gli aspetti negativi che vogliamo sottolineare. Il meno importante, si fa per dire, è quello che riguarda la constatazione che la rivoluzione politica che attendiamo da più di quarant’anni non c’è e non ci sarà mai. Non esiste un solo nome politico presente nell’intero Parlamento di 945 personaggi che possa dare fiducia e garanzia in questa colossale opera di rinnovamento o, meglio, di rigenerazione della vita politica italiana. Chi la dovrebbe fare questa rivoluzione, l’amico Casini o il compagno Bersani? Più passa il tempo e più la magistratura scopre imbrogli e comportamenti delinquenziali di maggioranza e opposizione (in percentuali diverse ma con i medesimi reati) che abbiamo sempre intuito e temuto ma che abbiamo fatto a gara nello sperare che fossero solo fantasticheria della nostra mente. Il secondo è più importante aspetto negativo di questa dolorosa faccenda è quello che più ci ha sconvolti e sconcertati. Un trafiletto di oggi sul quotidiano più venduto d’Italia, dal titolo “La crociata del bene con la forza degli onesti”, ci informa che il Cardinale Carlo Maria Martini ha detto che le pessime notizie che apprendiamo dai media, come i comportamenti sociali amorali o il rifiuto dei principi di convivenza, ci fanno sentire sgomenti, oltre alla tristezza della notizie di sperpero del denaro pubblico”. Dice ancora il Card. Martini che in tutta questa materia affiora spesso la parola “etica” che appare come la spiaggia della salvezza. Come si ottiene che un uomo si decida di camminare per i sentieri dell’etica? Ebbene, ecco cosa dice testualmente il Cardinale: “Non pochi pensano che sia la Chiesa quella a cui tocca dare il segnale per la grande crociata del bene. Per questo sono doppiamente scandalizzati quando un rappresentante della Chiesa viene coinvolto in affari di dubbia consistenza morale. Ma la Chiesa non ha come suo primo dovere quello di sostenere il comportamento morale degli uomini. Essa deve proclamare il Vangelo che ci dice che Dio accoglie tutti gli uomini, nessuno escluso. Essa deve proclamare il vangelo della misericordia senza badare a chi ne approfitta per i suoi comodi. […] Qui sta la differenza con tanti sostenitori di etiche di servizio. […] Un uomo non si cambia a forza di prescrizioni etiche!”. Da rimanere allibiti. Capito? A questo punto le nostre non sono più preoccupazioni eccessive ma realtà. Ormai è evidente come stanno le cose e cioè che l’Etica nella gerarchia degli interessi della Chiesa non è ai primi posti. Se non è sconforto quello che si prova a leggere queste poche righe che confermano una volta per tutte che in Italia non si avrà mai una società giusta cos’altro potrebbe essere diversamente? La dichiarazione del Cardinale ci fa comprendere come stanno veramente le cose e il perché dell’assordante silenzio della Chiesa sui misfatti del governo Berlusconi. Noi siamo alla disperazione e all’avvilimento più totale. L’unica cosa che in questi momenti ci costringe a pensare è la consapevolezza che non abbiamo prospettive e che tutto sia da buttare. Ci rimane solo il dolore e la vergogna di essere cittadini di questo paese.

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