lunedì 29 aprile 2013

Pericoli, scemenze e responsabilità.


La piazza adesso sarà contenta. Per una volta che si stava imboccando la strada giusta dei ministri e dei politici che si recavano a piedi in Parlamento ecco che la violenza del linguaggio e della piazza rovina tutto. La Repubblica aveva atteso ben 65 anni per avere i Presidenti delle due Camere, ministri e Segretari di partito muoversi a piedi tra i palazzi della politica senza auto che subito si è costretti a fare marcia indietro e ritornare alle antipaticissime e costose alfette della scorta. Troppi pericoli che qualche altro fanatico segua le gesta del furore omicida dell’attentatore che ha sparato ai due carabinieri. Persino Emma Bonino si è dovuta piegare all'esigenza di dover accettare la scorta. «Quando si tira troppo, la corda si spezza» dice un proverbio e “Io non ci sto” disse Scalfaro in un intervento famoso che ci ricorda il clima dell’attentato. Ebbene, anche noi non ci stiamo con questo clima da caccia alle streghe. Che l’estrema sinistra e i grillini si diano una calmata e abbandonino i toni e il linguaggio di queste ultime settimane. Tanto il governo anti-inciucio contro Berlusconi non lo hanno voluto fare loro, pur avendone avuto la possibilità. Bersani aveva offerto a Grillo e Casaleggio, su un piatto d’argento, il nuovo governo del cambiamento. Ma la premiata Ditta G.&C. ha rifiutato con supponenza, facendosi beffe del povero Bersani in diretta streaming. "Ci sembra di essere a Ballarò" disse il Capogruppo Lombardi a Bersani, con sfrontatezza e arroganza tipiche delle galline inebriate dai vapori della pentola del brodo in cucina. I veri Lor Signori sono diventati soprattutto Grillo e i suoi "deputati Signorsì", perché hanno rifiutato la più grande speranza di cambiamento da 65 anni a questa parte che l'Italia abbia mai avuto. I puri e duri del M5S, gli Ingroia “alla Crozza” e la piazza non hanno fatto nulla per realizzare “il sogno”. Dire adesso che il clima della violenza è una montatura dei Servizi Segreti e creare una pagina Facebook per inneggiare allo sparatore è da scemi. «Chi è causa del suo mal, pianga se stesso».

domenica 28 aprile 2013

Una luce nel buio della notte.



Nessuno l’ha notato. Giornalisti e opinionisti si sono scatenati su tutti i nomi dei nuovi ministri tranne che su quello dell’Istruzione. Nessuno ha notato che il neoministro della Pubblica Istruzione, Maria Chiara Carrozza, è una specie di marziano a Roma. Flaiano probabilmente sarebbe stato d’accodo con noi. Il suo curriculum vitae afferma che è di Pisa, come Enrico Letta, ma soprattutto è ex rettore della Scuola superiore Sant’Anna e laureata in Fisica all’Università di Pisa con una tesi sulla "particelle elementari". Naturalmente ha altri titoli come il dottorato, ecc. che qui, nell’economia del nostro discorso, non interessano. Dunque, un marziano a Roma. Perché? Andiamo per gradi. Maria Chiara Carrozza è una specialista delle particelle elementari, cioè dei famosi raggi cosmici di Zichichi, dei fotoni di Einstein (per Crozza “fottoni”, ma questo è un altro discorso), dei bosoni e di tante altre “cosette del genere”. Scriviamo queste piccole note sul neo ministro perché è la prima volta, dalla nascita della Repubblica, che un fisico diventa ministro e per giunta dell’Istruzione. Non si era mai verificato. Addirittura non ci risulta che ci siano stati parlamentari la cui professione sia stata analoga a questa. Cosa vuol dire per la scuola, l'università e la ricerca una nomina così pesante come quella di Maria Chiara Carrozza? Una sola cosa su tutte: è una rivoluzione. Noi ci aspettiamo che finalmente possa risolvere il “problema scuola” in Italia. La scuola italiana, nei decenni iniziali della Repubblica, fu il fiore all’occhiello delle istituzioni culturali dell’Italia. Tutti ce l’hanno invidiata. Nonostante potesse essere modificata in qualche sua deficienza (nulla è perfetto) DC, PCI e PSI prima e, soprattutto, Berlusconi dopo, l’hanno massacrata, riducendola a un carrozzone pubblico inutile e fors'anche deleterio. Noi speriamo che almeno potrà essere tolta dal degrado in cui versa e minimizzare gli abbagli presi da tutti i ministri della P.I. (non se ne salva uno solo) che l'hanno preceduta. Lo speriamo tanto.

venerdì 26 aprile 2013

L’imbroglio grillino.


Ristabiliamo un po’ di verità. In questi ultimi due mesi si sono verificati una serie di eventi che messi tutti insieme, uno dopo l’altro, hanno provocato il corto circuito della politica italiana. I risultati inservibili e devastanti delle elezioni di febbraio 2013, l’impossibilità della formazione del nuovo governo, l’elezione del nuovo Capo dello Stato, la crisi economica che morde peggio del morso di un pitbull, la crisi generalizzata dei valori della democrazia e l’emergere di un problema di neofascismo che salda le tifoserie estremistiche del calcio hanno determinato il blocco della vita istituzionale e politica. Di chi la responsabilità? Sarebbe troppo comodo dire che la colpa è genericamente della politica. Non che non sia vero. Sappiamo benissimo che la Casta ha delle responsabilità enormi. Ma dire genericamente che la politica ha la responsabilità del blocco istituzionale è una scappatoia che non ci convince. E allora di chi è la colpa? Andiamo per ordine. Avete osservato i comportamenti di Berlusconi dopo le elezioni? Sempre disponibile con tutti, ottimista, magnanimo, disposto ad accettare un nome Pd sia alla Presidenza della Repubblica, sia alla Presidenza del Consiglio, addirittura con Bersani premier. Come mai? A nostro avviso sta qui tutto il paradosso del post-elezioni. Stranamente l’entrata in scena di Grillo e del suo movimento ha dato fiducia a Berlusconi. Potenzialmente i risultati delle elezioni avrebbero dovuto far letteralmente scappare Berlusconi dall’Italia. Un’intesa fra l’antiberlusconismo grillino e del Pd avrebbero dovuto essere la fine del Cavaliere e la sua conseguente uscita definitiva di scena. Questo era il minimo che si poteva prevedere. Legge contro il conflitto di interesse, ineleggibilità di Berlusconi, giro di vite nel campo legislativo penale con leggi in grado di eliminare prescrizioni strumentali in grado di dare salvacondotti al Cavaliere, leggi contro il falso in bilancio, etc. avrebbero dovuto, a sessanta giorni dalle elezioni, essere state ratificate e rese valide immediatamente. Invece nulla di tutto questo. Ma ciò che è peggio è che il “governissimo” tra Pd e Pdl allontana definitivamente questa prospettiva. Di chi la colpa? Vediamo se siete bravi a indovinare? Colpa dell’ex Pd di Bersani che voleva fare un governo senza il Pdl? No. Colpa della lega nord o di Sel? No. Colpa di Scelta Civica? No. E allora di chi è la colpa? Vi diamo un aiutino, ricordandovi un proverbio che dice tutto : “can che abbaia non morde”. E chi ha abbaiato tanto nelle piazze, nel web 2.0, compiendo addirittura attraversate record dello Stretto a bracciate? E Berlusconi diventò felice.

martedì 23 aprile 2013

Burattini e burattinai tra ubbidienza e irresponsabilità.



Giorgio Napolitano si è reinsediato alla Presidenza della Repubblica dopo essere stato eletto con una votazione plebiscitaria. Abbiamo la sensazione che riuscirà nell’intento di rimettere “le cose a posto”. Il Capo dello Stato ha fatto un discorso storico col quale ha sferzato i partiti inchiodandoli alle loro responsabilità, strapazzandoli ben bene e negando loro la possibilità di qualunque autoindulgenza. Con parole chiare ha fatto un'alta lezione politica, morale e istituzionale che definiremmo educativa, perché ha insegnato ai partiti che quando la casa brucia serve acqua per spegnere e non polemiche fra i pompieri. In particolare, rivolgendosi a loro, ha detto che "voi non rappresentate qui le vostre fazioni e nemmeno i vostri elettorati, ma la nazione intera". Napolitano è stato applaudito molte volte da sinistra e destra. Solo i grillini hanno fatto vedere la loro solitudine di “numeri primi”, cioè di numeri che sono divisibili inutilmente solo per il numero 1 o per se stessi, perché non hanno massimi comuni divisori oltre ai due sterili numeri precedenti. L’ostentazione di una infantile provocazione da belle statuine nonchè lo spettacolo penoso del rifiuto ad applaudire mostrano la loro pochezza e il vuoto politico che li avvolge. Mentre Napolitano, con forte spirito di servizio e alla non giovane età di 87 anni, prende un impegno grave e faticoso i grillini fanno le marionette che si muovono attraverso i fili manovrati dal loro burattinaio. A noi questi grillini ci sono antipatici. Ci ricordano la Lega Lombarda del primo Bossi, quando i lumbàrd facevano a gara per distinguersi con parolacce e sberleffi. Sappiamo come è andata a finire. Non vorremmo che la storia si ripetesse, ma se questo è il mattino crediamo che la serata sarà piena di imbecilli, digiuni di competenze e di metodo, che giocano a fare i dispetti aiutando alla fine Berlusconi. Te capì?

domenica 21 aprile 2013

Un sistema politico a pezzi.


C’è confusione. Molta confusione. Non è facile commentare quello che è successo ieri nel teatrino della politica italiana. Ancora oggi e dopo una notte di tregua ristoratrice non è che tutto si sia chiarito. Tutt’altro. Il nuovo Presidente della Repubblica è stato da poco eletto, anzi rieletto, ma le cose sul versante della politica sono ancora avvolte nella nebbia. Nonostante l’elezione plebiscitaria di Napolitano la faccenda è comunque ingarbugliata. E’ stato un bene o un male rieleggere Napolitano? A sentire le forze politiche dei maggiori partiti è stato un bene. A sentire la piazza è stato un male. Quale posizione è da scegliere? Andiamo per ordine. Che sia stato rieletto Napolitano il fatto in se è senz'altro positivo. La sua elezione ha un significato chiaro: lo sbocco della crisi sarà un "governo del Presidente" (e che Presidente), con ministri politici di tutte e tre le coalizioni, tranne quella del M5S. Significa che si dovrà trovare un compromesso sul programma che sia la sintesi di tre visioni politiche differenti. Insomma, ci sarà un governo delle” larghe intese” fatto da Berlusconi, Bersani e Monti. Fin qui è tutto chiaro. Ma adesso il resto è tutto un limbo nebuloso in cui non si vede e non si capisce nulla. In primo luogo non esisterà più il Pd così come l’abbiamo visto negli ultimi anni. Va bene. A questo dubbio si potrà argomentare dicendo che quelli del Pd l’hanno voluta. E più di tutti l’ha voluta quel cocciuto emiliano “testadura” che è stato poco lungimirante e molto testardo. Bersani alla luce dei risultati appare un politico grigio e mediocre, che ha giocato a fare il leader della sinistra italiana senza averne la caratura. In realtà è un grigio funzionario di partito che ha costruito il suo potere selezionando una specie di cerchio magico di collaboratori terribilmente aggressivi e compatti. In secondo luogo c’è da vedere come verrà ristrutturato il Pd e con quale politica. In terzo luogo Grillo e il suo M5S escono sconfitti. La famosa “vittoria” di Grillo nel caso si fosse verificato l’inciucio si sta dimostrando la Caporetto dei grillini. In verità, con la rielezione di Napolitano l’M5S diventa opposizione senza sbocco e senza prospettive politiche immediate. Pertanto, il teorema di Grillo si è trasformato in “disfatta” e il duo Grillo-Casaleggio, più che una coppietta di guru si sono mostrati in tutti i loro limiti dei mediocri commedianti che hanno tirato la corda fino a spezzarla. Se sarà così Grillo è da considerare un utile idiota che con la sua avventura di candidare contro tutti Rodotà ha prodotto l’inciucio. Dobbiamo dire che quest’ultima tesi è quella che ci convince di più e considera Grillo il vero perdente. Intanto, aspettiamo le prossime mosse del vecchio, pardon, nuovo Presidente della Repubblica e poi ci ragioneremo su.

sabato 20 aprile 2013

Delusioni montiane a catena.



Il governo Monti è stato prezioso. Adesso non lo è più. Su incarico di Napolitano, il Senatore Monti ha svolto un lavoro complesso e delicato e ha salvato l’Italia nell’immediatezza della crisi prodotta dal governo Berlusconi. Dunque bene, bravo, bis? Ma neanche per sogno. Il Professor Monti all’inizio ha fatto bene. Poi sempre peggio. Non contento di avere messo in moto la macina con la quale ha schiacciato il paese, triturando e spremendo fino all’inverosimile i cittadini meno abbienti, ha voluto strafare. Non solo ha tartassato gli italiani con la sua politica recessiva, basata sull’equazione “aumento tasse= recessione” ma, fatto grave sul piano etico, non ha fatto differenze tra ricchi e poveri producendo un aumento incontrollato del numero di poveri non in grado più di sopravvivere. Poteva evitarlo? Si. Poteva. Ma non lo ha fatto. E’ stata una sua scelta. Diciamo la verità, la classe sociale dei ricchi non è stata neanche scalfita dalla crisi. Pensate un po’ che l’impatto delle sue manovre blindate sulla retribuzione di un Dirigente è stato un solletico e niente di più. Mentre i ricchi sono diventi più ricchi, i poveri (operai, pensionati, impiegati, etc.) sono andato in rovina, all’inferno. Ma Monti non si è fermato solo a questo. Monti adesso, per le elezioni del Presidente della Repubblica, ha candidato alla carica della Presidenza della Repubblica il suo attuale ministro degli Interni, ovvero Annamaria Cancellieri. Monti afferma che si tratta di un segno importante per la pacificazione politica dell’Italia e una figura neutra che darebbe lustro alla carica. Appunto. Una figura neutra e sbiadita. Per carità, la Signora Dirigente sarà una personcina a modo, molto equilibrata e conosce l’ambiente bene. Tuttavia, ha un vulnus che la rende inadeguata al ruolo. Di che cosa si stratta? Della sua inidoneità a prendere decisioni proporzionate alla gravità dei fatti quando è necessario. Il Ministro è colei che, di fatto in una intervista televisiva, ha escluso la possibilità di espellere dalla polizia i quattro poliziotti del caso "Aldrovandi". Questi poliziotti presero a botte un ragazzo provocandogli la morte e per questo sono stati condannati dalla magistratura al carcere. Un fatto gravissimo che mostra la inadeguatezza di costei che non si è resa conto della gravità dei fatti commessi dagli agenti. Si può avere fiducia in un soggetto così?

giovedì 18 aprile 2013

Brutte notizie.


Proviamo a riassumere il contenuto di un qualsiasi quotidiano di oggi, primo giorno di votazioni per eleggere il prossimo Presidente della Repubblica. Nelle Marche una donna avvocato sfigurata dal suo ex con l’acido. A Napoli mega truffa sui rifiuti con un sottosegretario arrestato. In Piemonte un pensionato sfrattato e senza casa viaggia sui treni per sopravvivere. A Roma diversi casi. La procura indaga sulla differenziata dell’Azienda municipale AMA. Altra indagine su impiegati del Catasto che chiedevano la mancia per accorciare i tempi di consegna delle pratiche. In un ospedale muore una donna durante una maldestra risonanza magnetica per allergia al liquido di contrasto. Metro bus treni e aerei sciopereranno per l’intera giornata di domani. E si potrebbe continuare. In verità, c’è un’altra notizia brutta che peggio di così non si può. Sembra che Bersani si sia messo d’accordo con Berlusconi per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Lor Signori dicono che hanno un nome “condiviso”. Al posto dei violini delle due candidature di Emma Bonino e di Stefano Rodotà il duo B.&B. si è messo d’accordo sul nome del trombone Franco Marini, esponente privilegiato della Casta. Una vera e propria vergogna nazionale.

martedì 16 aprile 2013

Non basta essere cattolici per diventare Presidente della Repubblica.


La lettera di Renzi era necessaria. Non si poteva rimanere nella penombra. Si doveva uscire dalle zone di ambiguità politica ed essere illuminati dalla luce solare che elimina, in un colpo solo, ombre e penombre. Dunque, il criterio di essere cattolico non è il requisito giusto e unico per diventare un politico credibile ed essere votato per il Quirinale. Ma allora qual è il criterio giusto? Il criterio più adeguato è che si può essere di qualunque fede religiosa o ateo. Ma soprattutto si deve “non essere”. Non essere della Casta innanzitutto. Non essere di parte. Non essere inattendibile o impresentabile. Forse non dovrebbe essere nemmeno simpatico. Insomma, non essere un soggetto che ha avuto “le mani in pasta”, con incarichi e stipendi da privilegiati. Non deve essere un soggetto che non sa le lingue. Non deve essere neanche una persona conosciuta solo in Italia. Preferibilmente non essere stato un politico che abbia fatto politica nei grandi partiti responsabili dei disastri in cui ci troviamo oggi. Il Presidente della Repubblica deve essere un soggetto sobrio, uomo o donna, che si sia battuto per tutta la vita per i diritti umani, razziali, religiosi e politici di tutti, soprattutto dei più deboli, dei più bisognosi, dei poveri. In nessun caso si deve essere ricchi. Chi ha soldi non ha filo adeguato da far passare attraverso la cruna dell’ago. Noi proponiamo due nomi di donna: quelli di Emma Bonino e di Laura Boldrini. Ci piacciono per la loro indipendenza dal potere. Potrebbero fare bene.

sabato 13 aprile 2013

Per essere definiti Saggi basta una chiamata nominativa?



No. Non può bastare. Intanto la parola saggio può essere intesa sia come sostantivo che come aggettivo.E poi c’è la solita storia del genere. Perché non dieci Sagge che è il plurale femminile di Saggia? Al di là delle scuse di Napolitano per avere scelto solo uomini, rimane il fatto che qui si continua a privilegiare gli uomini e discriminare le donne. A nostro giudizio uno dei dieci punti avrebbe dovuto essere “come non discriminare mai più le donne nella società italiana". Ma continuiamo nella nostra analisi semiologica e politica. Dunque, nella prima accezione un «Saggio» è una persona che ha saggezza. Ma allora che cos'è la Saggezza? La Saggezza, dice il Dizionario della lingua e della civiltà italiana contemporanea del De Felice, è “la capacità di comprendere e di valutare le situazioni, di decidere e di agire, con sicurezza di giudizio e con grande equilibrio e moderazione, come dote intellettuale e morale fondata soprattutto sull’esperienza e sul controllo di sé stessi”. I dieci Signori nominati da Napolitano sono definibili dei Saggiatòri? Cioè, sono persone in grado di saggiare ed eseguire come esperti? Ricordiamo che il Saggiatore, è il libro-trattato, scritto da Galileo Galilei e pubblicato a Roma nel 1623, nel quale "con bilancia squisita e giusta" si ponderano le cose contenute nella Libra. Il titolo deriva dalla bilancia di precisione, il "saggiatore" appunto, con la quale gli orefici pesano l'oro, in contrapposizione alla grossolana "Libra" (stadera) con la quale l'avversario di Galileo, Grassi, secondo il parere di Galileo stesso, pesa le sue opinioni. Ma Saggio è anche aggettivo che qualifica la persona Saggio come sostantivo. Non può esistere un Saggio (persona) senza essere Saggio (qualità). Perbacco! Chi è allora veramente Saggio? E’ una persona che manifesta assennatezza, avvedutezza, sensatezza, ragionevolezza, ponderatezza, prudenza, discrezione, equilibrio, serietà, maturità, sapienza. Deve essere accorto, cauto, savio, giudizioso, sensato. Ma, soprattutto, deve possedere la Saggezza intesa pertanto come caratteristica e peculiarità proprie dell’uomo Saggio. Infatti, si parla di “saggezza degli anziani” e deve possedere la facoltà di discernere, giudicare, agire con sensatezza, prudenza, salvezza. Deve, cioè, con i suoi giudizi “salvare” qualcuno o molti dal disastro. Un esempio? Eccolo. Saggio fu Salomone. Fu re biblico di Israele dopo la morte di re Davide, in un periodo di pessima stabilità del paese che metteva continuamente in pericolo il regno di Israele come in Italia, oggi. Fu conosciuto come persona di grande saggezza. Ebbene, Salomone è citato nella Bibbia relativamente a un giudizio. Due madri si contendevano lo stesso bimbo e lo dichiaravano come proprio. Salomone, dopo aver pensato un po’ (tipico dei Saggi è il pensare un po’ con aria seriosa e riflessiva) e non avendo prove disse che avrebbe fatto tagliare in due il bambino riconoscendo così, dalla reazione delle due donne, chi fosse la vera madre. Nel 2013 in Italia non esiste nessun Salomone in grado di fare il bluff di tagliare in due un bambino. E così ci dobbiamo rassegnare a non avere veri Saggi. E poi, tanto per fare un esempio, a vostro giudizio, sono “grande equilibrio e grande moderazione” quelle possedute dall’avv. Quagliarello del Pdl che ha votato la mozione pro-Berlusconi in Parlamento, attraverso la quale si dichiara che la marocchina Ruby era la nipote egiziana di Mubarak? Fate voi. Per noi, chi vota una mozione del genere, spernacchia l’intero Parlamento italiano facendo ridere tutto l’estero e non merita la definizione di Saggio. Per noi questa dei saggi (con la s minuscola, ingiusti e parziali) non hanno titolo a essere chiamati tali. Qui viene mostrata una volta di più l’incapacità del “Sistema Italia” a essere considerato partner affidabile a livello internazionale. Perché? Perchè il rappresentante del Pdl e l’Italia di costoro, sono dei veri e propri impresentabili. Altro che Saggi!

sabato 6 aprile 2013

Tre vite distrutte. Tre dignità lese.


A Civitanova Marche si è verificato un disastro sociale di dimensioni ciclopiche. Un evento luttuoso che ci fa vergognare di vivere in un paese come il nostro che si dichiara cattolico e solidale. Tre persone (una moglie, il marito e il fratello di lei) si sono tolte la vita in un gioco perverso a incastro che sa di sciagura per l’intera classe politica italiana sulla quale pesa il marchio dell’infamia. A causa di un debito contratto per pagare i contributi Inps per la sua pensione, che gli era stata negata dalla “riforma Fornero”, un signore anziano e la propria moglie si sono suicidati perché si vergognavano di chiedere aiuto ai servizi sociali. Il piccolo debito a causa della crisi è stato vissuto dalla coppia come un disonore e l’essere diventato un esodato, senza pensione né stipendio e con i contributi da pagare, hanno prodotto un senso di colpa nei due che li ha portati al suicidio. Il fratello di lei alla notizia della loro morte, a sua volta, si è suicidato in mare per il dolore. I tre suicidi reclamano uno o più responsabili e una condanna. Una condanna, anche solo morale, ma che sappia di punizione. Il suicidio dei tre - bravi e buoni soggetti della penosa, ipocrita e cinica società italiana - manifesta il colossale fallimento prodotto dalla politica e dai nostri politici. E’ scandaloso come ancora oggi i responsabili indiretti e colposi di questo evento fanno i finti tonti. I loro nomi sono, in ordine non alfabetico ma di responsabilità:
-Silvio Berlusconi che ha negato la crisi per anni;
-Mario Monti che ha prodotto le diaboliche leggi che hanno portato decine di persone al suicidio e, fatto più grave sul piano morale, alla sua mancanza di polso nell’imporre a Berlusconi di far pagare la crisi alle classi più agiate con una vera patrimoniale;
-PierLuigi Bersani per avere sostenuto il governo Monti nella creazione del limbo degli esodati;
-i giornalisti più in vista della “politica da teatro” che hanno scritto migliaia di articoli squallidi e insulsi, oltre che inutili, sul teatrino delle dichiarazioni fumose del duo B&B (evitando di insistere, come invece avrebbero dovuto fare, sull’aspetto iniquo dei loro provvedimenti);
-la chiesa cattolica che non ha mai fatto pesare il consenso dato esplicitamente a Berlusconi con richieste di maggiore attenzione per i più deboli (i sermoncini del Presidente della CEI Cardinale Bagnasco e i conniventi silenzi del Segretario di Stato Cardinale Bertone fanno ridere),
-e tutti noi, italiani che scriviamo nella rete, e che non siamo stati in grado nemmeno di scalfire una piccola parte della “pelle di coccodrillo” dei capipartito B&B, i soli che avrebbero potuto e dovuto far modificare le negligenze della “riforma Fornero”.
Mentre i volti noti e ipocriti dei nostri più “geniali” giornalisti della carta stampata facevano a gara a chi scriveva il commento più acuto e sottile su twitter e facebook, decine e decine di italiani in difficoltà si suicidavano perché non era rimasto loro alcunchè per sopravvivere. Noi lo abbiamo detto in molti post [1] che abbiamo pubblicato su questo blog che esisteva questo pericolo, ma siamo rimasti inascoltati. Vergogna. Questa classe politica è la responsabile morale dei suicidi. Dovrebbero essere loro a suicidarsi per l’infamia della costrizione imposta ai loro concittadini più deboli che adesso non ci sono più.

giovedì 4 aprile 2013

Avete voluto la bici? Adesso pedalate!


Chi ha votato il M5S, prenda nota, di avere sbagliato a votare. E’ questo il messaggio che Beppe Grillo, il “Proprietario del marchio” del M5S, ha inviato ai creduloni. Ha detto proprio così: “avete sbagliato a votarmi, perché io non farò mai quello che credevate”. Detto in soldoni, il M5S non darà mai i suoi voti a un governo Bersani e gli negherà la fiducia. Da questo punto di vista dobbiamo riconoscere che Grillo è coerente. Ha sempre detto questo. Non è una novità. La novità è l’intestardirsi di Bersani a non crederci. Sono stati molti gli elettori del M5S che si sono mostrati dei pirla, credendo che Grillo facesse valere la sua forza elettorale per creare, e subito, le premesse del cambiamento. Noi non neghiamo che Grillo non voglia cambiare il paese. Ma con i suoi tempi e, soprattutto, con i suoi modi e i suoi obiettivi. Noi lo avevamo detto. In due post precedenti alle elezioni, pubblicati Lunedì 30 Luglio 2012 dal titolo “Votare Grillo? No grazie” e Giovedì 28 Febbraio 2013, dal titolo “M5S e la conferma della validità della teoria delle rivoluzioni scientifiche” avevamo richiamato l’attenzione sui pericoli che correvano gli elettori del partito di Grillo. Avevamo cioè avvertito che era pericoloso votare il padrone del M5S (come votare Berlusconi padrone del Pdl) perché, da buon populista, a lui non interessa risolvere i problemi del paese e dei cittadini. Il fatto è che adesso, di fatto, è come se gli otto milioni di voti di Grillo fossero stati da lui congelati in frigo e messi fuori dal sistema. Noi non abbiamo la sfera di cristallo e non leggiamo nel futuro. Prevediamo tuttavia che prima o poi il gioiellino si romperà, perché quando i cittadini, che lo hanno votato in buona fede, si renderanno conto che lui vuole prima l'intero cocuzzaro, per imporre poi la sua visione di “decrescita felice”, saranno guai per tutti. In questa fase di enorme confusione, in cui tutti sono contro tutti, non c'è altro da fare se non sperare di eleggere un nuovo Presidente della Repubblica di grande caratura e sicurezza democratica, in grado di dare certezze e speranza ai cittadini. L'unica è Emma Bonino, un “vero uomo” delle Istituzioni. Poi, Lor Signori facciano come credano!

martedì 2 aprile 2013

Diritto, furbizia costituzionale e fallimento.


Hanno cominciato in pochi. Stanno protestando in molti. Stiamo parlando dei cosiddetti “costituzionalisti”, cioè gli specialisti del diritto costituzionale. Le elezioni inutili di marzo 2013 saranno ricordate come la Caporetto del Diritto Costituzionale perché tutti hanno una ricetta diversa per risolvere l’«ingorgo-impasse» costituzionale che si è venuto a creare all’indomani del pareggio 0-0 alle elezioni. La cosa più grave, però, è che molti giornalisti, pennivendoli da strapazzo, per dare maggiore validità alle loro tesi introducono i loro articoli parlando di “generici dubbi dei costituzionalisti” sul ruolo e le decisioni prese dal Presidente della Repubblica, come se la responsabilità di ciò che essi hanno maldestramente combinato fosse di Napolitano. Falsi e bugiardi. Per un intero anno, con Monti al governo, invece di occuparsi della riforma elettorale tutti hanno giocato col fuoco. La decisione del Presidente Napolitano è “questionabile” dice qualcuno. Segue un altro, affermando che “sussistono dubbi” sulle iniziative prese dal Presidente. “Discutibili” è un altro termine adoperato da altri. E via discorrendo. Come stanno le cose? Noi offriamo una nostra interpretazione. Non offriamo sentenze. Dire che l’indecisione primeggia è molto. Dire però che l'istituzione di due commissioni di Saggi e la ri-legittimazione del governo Monti non è proprio piaciuta ai partiti è poco. Perché il vero fatto è che il duetto B. & B. è arrabbiato di brutto, perché nessuno dei due ha vinto. Grillo dopo il suo exploit, in cui è diventato arbitro della scommessa di impedire la formazione di qualsivoglia governo, è felice per avere finalmente l’arma potente del ricatto. A lui basta solo questo e lo dimostra ogni giorno, dicendo sempre no. Berlusconi sa che “perdere tempo”, cincischiando in questi balletti delle decisioni di Napolitano, è per lui pericolosissimo. Il tempo stringe e i suoi processi stanno per arrivare a sentenza. Dunque, deve agire. Subito alle elezioni per buttare nella mischia un centinaio di milioni di “pacchi di pasta” e vincere le elezioni. Le sue “nuove” leggi ad personam - prodotte a sua immagine e somiglianza - lo salveranno dalla magistratura. Bersani poi è l’unico ad avere perduto l’aplomb ed è così arrabbiato che per la prima volta non ha detto alcuna battuta, vero termometro del suo fallimento. Il fatto vero è che abbiamo una intera classe politica e giuridica inadeguata, inaffidabile e vicina alla bancarotta per la sua incapacità a pensare e fare il bene del paese. Sia chiaro a tutti che le nuove elezioni non cancellano le responsabilità della stessa classe politica. La responsabilità del duo B. & B. è enorme e non lo dimenticheremo. Che ce ne facciamo di queste persone volgari che al bene comune privilegiano il loro bene personale? E nonostante Grillo, siamo sempre al punto di partenza: “che male abbiamo fatto noi italiani per essere trattati così male da questi fannulloni, Crimi e Lombardi compresi?

Support independent publishing: buy this book on Lulu.