giovedì 31 dicembre 2009

Bilanci di fine anno.

La fine dell’anno è sempre tempo di bilanci. Si sentono fare in televisione e nei giornali bilanci di tutti i tipi. Bilanci annuali, bilanci di vincite e di sconfitte, bilanci col segno+ e il segno- . Di questi bilanci noi vogliamo farne uno, alla nostra maniera, senza fare sconti a nessuno e, soprattutto, senza buonismi che a nostro parere sono uno dei motivi del disastro socio-politico degli italiani. In particolare vogliamo fare un bilancio al potere politico e a tutti i conformismi di qualunque natura che imperano nel paese e che in questo anno hanno tratto profitto copiosamente. Il 2009 è quasi finito e solo pochi lo rimpiangono. Tra questi solo i politici e i profittatori lo trovano positivo perché il 2009 ha permesso loro di lucrare rendite parassitarie e profitti ottenuti in modo immorale in grandi quantità. Un esempio per tutti. Il rientro dei capitali esportati illegalmente - con la inaccettabile e immorale soprattassa di appena il 5% per mettersi in regola con il fisco - ha sicuramente arricchito in modo sleale e truffaldino le pance obese e di cattivo gusto di questi scorretti italiani opportunisti e speculatori. Ma poniamoci la domanda che interessa tutti. La domanda è : "a fine anno siamo più soddisfatti o meno soddisfatti di come abbiamo iniziato l’anno"? In altri termini il 2009 ci ha cambiati in meglio o in peggio? A fare una lettura critica e sintetica delle informazioni di tutto l’anno le cose sono peggiorate. E non di poco. In politica la maggioranza e Berlusconi hanno mostrato il peggio. Si va dalle leggi ad personam al conflitto totale con tutti e contro tutti. Un assoluto segno meno. L’opposizione è passata dal buonismo veltroniano al realismo bersaniano. Nulla di nuovo sotto l’albero. Bersani deve crescere e mostrare che tipo di politica intende fare. Politicamente ancora è un bambino. Quale faccia mostrerà quando sarà svezzato? Allo stato attuale è un colossale punto di domanda. Nel costume la situazione è peggiorata di molto. La predisposizione degli italiani a commettere reati è ulteriormente aumentata e hanno un bel po’ da fare il Ministro dell’Interno e il Sindaco di Roma a giudicare in calo tutti i reati. Nella finanza il debito pubblico continua inesorabilmente ad aumentare, mentre il deficit dei valori morali e civili degli italiani va alle stelle. In economia i ricchi sono diventati più ricchi e i poveri sono diventati più poveri, alla faccia della adesione “crescente e convinta” al cattolicesimo di facciata degli italiani di fede berlusconiana. Nel mondo della religione i fedeli della Santa Cattolica e Apostolica Chiesa Romana fanno prosperare l’ipocrisia, perchè vanno in chiesa a partecipare alle funzioni religiose mentre il loro portafoglio aumenta in volume a dismisura alla faccia dell’equità e del senso di giustizia di francescana memoria. La scuola perde sempre più di qualità, la magistratura è sempre più presa da altre ragioni per mostrare quella severità che sarebbe necessaria in un periodo di gravissima perdita di credibilità di tutte le istituzioni. L’informazione è strapiena di velinismo e di cronaca. Nel giornalismo dei quotidiani impera la legge o “con” o “contro” Berlusconi. Le analisi sono praticamente cristallizzate in questo paradigma assoluto di pro- e di anti- che dequalifica il mondo della politica italiana e rende il Parlamento italiano un pollaio con alcuni galli che si azzuffano tra di loro. Ma quello che più è insopportabile è il vezzo dei ricchi e dei mascalzoni di far comprendere alla gente che tutto sommato da quando c’è Berlusconi al potere tutto va bene. Complice una sinistra rimbambita e ferma all’età della pietra, una razza speciale di adulatori si è fatta strada nei palazzi del potere, nelle sedi dei partiti di governo, nelle parrocchie delle chiese, e si è accasata nei centri radio-televisivi mostrando un deficit pauroso di etica e di moralità. Il compito di molti filo-berlusconiani è far finta di niente. Il paese funziona, e in ogni caso la crisi ha colpito meno in Italia e più negli altri paesi. Imbroglioni di prima e di seconda categoria stanno facendo il diavolo a quattro per imbrogliare la gente con una informazione pilotata e di bassa lega. Spegnere e raffreddare, questo è il motto. Ci ricorda I Promessi Sposi quando il Conte Zio dice al Padre Provinciale che è necessario "troncare, sopire, sopire, troncare". Nessuno fa più critica intelligente, nessuno esercita il libero arbitrio e tutti, per timore di perdere il ciuccio, si adeguano. Questo è il paese che attualmente Babbo Natale sta portando in dote agli italiani sotto l’albero. A fare da complice alla politica berlusconiana c’è stata la sinistra italiana, infarcita in questi ultimi decenni di finti e mediocri politicanti, incapaci di mettere a fuoco politiche intelligenti e razionali per il paese, complici inescusabili un trio sindacale che ha mille responsabilità per non aver colto i segnali di richiesta di giustizia e di equità dei cittadini che non fossero dipendenti pubblici e operai garantiti illicenziabili. Scandali nazionali, regionali e provinciali hanno creato nel paese una specie di ferrea collaborazione interclassista per rubacchiare il più possibile risorse della comunità e farle entrare nelle tasche di pochi. Grazie alla sordità e alla mancanza di lungimiranza di tantissimi italiani che invece di vigilare sulla correttezza delle azioni di governo e di mandare a casa, o meglio nelle prigioni, gli imbroglioni li hanno innalzati sulle poltrone del potere e là li mantengono con i voti di scambio e di favori reciproci. Questo è quello che meritiamo come italiani per essere conniventi con un potere immorale e per nulla etico. Non siamo degni di avere una classe politica a posto. Che disgusto!

lunedì 21 dicembre 2009

Pio XII oltre che venerabile diventa anche beato: una scelta opportuna?

Papa Benedetto XVI ha firmato il decreto con il quale rende beato, oltre che Giovanni Paolo II, anche Pio XII. Nel documento sono dichiarate le “virtù eroiche” del contestato Papa Pacelli che secondo alcune critiche ebraiche non difese adeguatamente i diritti dei deportati ebrei italiani partiti dalla stazione Tiburtina di Roma durante gli anni bui della storia nazista e fascista dell’ultimo periodo della seconda guerra mondiale. Questo il fatto e passiamo alla nostra opinione. Diciamo subito che l’attuale Papa può rendere beato chi vuole. La questione è una vicenda interna alla Chiesa cattolica e pertanto è lecita qualunque decisione. Tuttavia …. la questione è anche storica e la storia, si sa, non è una questione di sola pertinenza della Chiesa cattolica ma si iscrive in un processo multilaterale che coinvolge tanti soggetti e istituzioni mondiali che hanno pari dignità di giudizio. Da questo punto di vista non si capisce il perché la Chiesa cattolica si sia intestardita a rendere beato un papa criticato come Pio XII. Diciamo solo che la nomina è stata un po’ “inopportuna”. Altro non ci sentiamo di dire se non che aspettiamo, se mai ci saranno, delle spiegazioni. A nostro giudizio, che non siamo degli esperti in questo campo, si è trattato di una beatificazione polemica fatta con l’intento di chiarire che la Chiesa non ragiona come gli uomini, i quali non possono capire il vero senso delle decisioni delle Autorità ecclesiastiche. E con tutte le polemiche che la Chiesa cattolica si ritrova in questo periodo, l’ultima è quella dei preti irlandesi pedofili, forse non è stata una mossa abile. Ma si sa, i disegni imperscrutabili della Santa Madre Chiesa non sono alla portata di noi poveri esseri umani. Forse si poteva evitare e la decisione non crediamo possa migliorare alcunché. Certo che accostare contemporaneamente il grande papa Wojtyla con papa Pacelli … forse sarebbe stato meglio pensarci un momentino di più. Naturalmente in our opinion.

giovedì 17 dicembre 2009

Incapacità di bloccare la pantagruelica fame del compare di affari.

Al capezzale dello spossato Berlusconi si sono presentati in ospedale in questi giorni i corvi della Lega Nord che hanno chiesto e ottenuto dal degente sofferente le presidenze delle due regioni del nord, Veneto e Piemonte, che si vanno ad aggiungere alle mille altre pretese per la “lombardità” del partito di Bossi. Continuando di questo passo, alla prossima aggressione, il Presidente del Consiglio Berlusconi sarà costretto a mollare altri pezzi del settentrione del paese per la voracità insaziabile e secessionista dei leghisti di acquisire il massimo nel più breve tempo possibile. La strategia è chiara: a piccoli passi, digerendo qualunque “porcata” legislativa prodotta dal duo Bossi-Berlusconi, infischiandosene dei concetti di etica e di morale, con la ipocrita scelta delle radici cristiane razziste e discriminanti, la Lega si sta appropriando dell’intero nord Italia. Quando sarà troppo tardi ci si accorgerà che la visione berlusconiana della politica del suo centro destra avrà fatto perdere il bene più prezioso che è l’unità della nazione. Il tutto con la complicità di quella destra nazionalista che fu il partito di Almirante prima, di Fini dopo e dei colonnelli di AN di oggi. Questa gente, dalla “pochezza” ciclopica nel campo dell'etica e della politica di alto livello, per la fame di potere dovuta al digiuno cinquantennale impostole dal dopo guerra, è riuscita a cambiare anche il significato della parola Patria. Che tempi! Che lupi!

martedì 15 dicembre 2009

La violenza in politica è sempre figlia della prepotenza.

Non possiamo non dire qualcosa sulla triste vicenda dell’agguato a Milano al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ce lo impone prima di tutto la nostra coscienza e subito dopo la valutazione politica del terribile evento che ha scatenato la mano dell’assalitore che ha ferito Berlusconi. E per dire che siamo risoluti nel condannare il vile gesto di violenza facciamo nostre le parole di Niki Vendola, noto uomo politico della sinistra italiana che noi apprezziamo come uomo di cui non ne condividiamo la linea politica. Vendola ha detto che : “il volto di ogni persona macchiato di sangue è un’icona della nostra sconfitta, che umilia tutti noi”. Bene. Le sue sono parole da condividere, perché sono rappresentative di una concezione democratica di alto profilo. Ma sono anche parole equilibrate e ricche di profondo significato valoriale. Si deve essere sempre contro la violenza, sia essa fisica, sia essa verbale. Ma, soprattutto, è necessario dire che in politica è preferibile essere sconfitti alle elezioni salvando la pacifica convivenza e il diritto alla non violenza piuttosto che vincere le elezioni e instaurare un regime di prepotenza e arroganza. Al Presidente Berlusconi diciamo che gli siamo contro in politica per la concezione che egli ha della politica stessa, ma gli siamo vicini e gli mostriamo solidarietà nel momento in cui è stato ferito dalla violenza di un’aggressione fisica inaccettabile. Questo è il nostro pensiero.

mercoledì 9 dicembre 2009

Nomine politiche imbarazzanti e lottizzazioni scientifiche in Italia.

C’è una notizia che agita le acque della scienza italiana che è impossibile far passare sotto silenzio. Sarebbe un delitto. Eccola. Il Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, il fisico Nicola Cabibbo, ha criticato le recenti nomine politiche al CNR effettuate da organi governativi. Il prestigioso uomo di scienza ha sintetizzato il suo pensiero dicendo che: “il guaio non è il creazionismo, ma la cattiva politica”. Questa la notizia che intendiamo commentare oggi con le nostre opinioni. Dunque, a nostro giudizio il fatto è più deplorevole che insopportabile. Non è insopportabile perché nel mondo della scienza sappiamo bene che tutte le voci critiche intorno a un a teoria hanno pari dignità e lo stesso diritto di essere proposte e discusse della teoria medesima. E fin qui non ci piove. Ma in certi casi l’ombrello, quando piove, fa passare l’acqua. E nel nostro caso c’è un buco così grande che è impossibile non bagnarsi. Quale? Che le contro-teorie scientifiche devono provare senza ragionevole dubbio e in modo sperimentale che la teoria alternativa è migliore dell’altra, nel senso che spiega più cose e meglio. Ora secondo i paradigmi della scienza la teoria creazionista non spiega quasi nulla e il Vice Presidente del CNR Roberto de Mattei di nomina berlusconiana farebbe bene a prendere iniziative meno stravaganti come quella presa nell’organizzare un convegno antidarwiniano. Il rischio è che prenda lucciole per lanterne perché la teoria creazionista è sterile dal punto di vista delle conferme empiriche. Intendiamoci, il Vice Presidente del CNR è libero di organizzare non uno ma dieci convegni antidarwiniani. Ci mancherebbe altro. Ma ritorniamo alle nostre perplessità e diciamo che una di queste riguarda il fatto che non si è mai visto in circolazione uno scienziato ateo sostenitore dell’idea creazionista. Come mai? Possibile che da Galileo in poi tutti i creazionisti siano stati tutti credenti, mentre i darwiniani no, in quanto statisticamente si sono divisi un po’ qua e un po’ là? Questa dissimmetria lascia più che perplessi, diremmo sorpresi e introduce l’idea che il creazionismo non sia una vera teoria scientifica ma qualcosa di diverso da un’ipotesi scientifica. E poi, queste tesi antidarwiniane non hanno neppure seguito presso i biologi, e tra l’altro non trovano sostegno nemmeno nella Chiesa Cattolica, come ha giustamente rilevato Cabibbo. Si ripete la sceneggiata tipica di chi è un adulatore, in cui lo scienziato è più dogmatico dei religiosi medesimi, col rischio di farsi sbeffeggiare con sonore pernacchie. Il fatto è poi bizzarro perché il Vice Presidente del CNR non è neanche un biologo e le sue affermazioni non possono avere la credibilità di uno specialista del settore. E’ come dire che un macellaio, visto il comune interesse con i medici per gli animali, si proponesse di organizzare un convegno su qualche patologia del corpo umano. Ecco cosa succede quando si sostituisce alla credibilità degli specialisti la inattendibilità dei “competenti generici” nominati con assegnazioni politiche. Le lottizzazioni non hanno mai fatto bene alla scienza. Paradosso dei paradossi, in questa maniera, agivano proprio quei comunisti dell’URSS che con il caso Lysenko volevano creare una genetica sovietica da opporre a quella ufficiale, non comunista. E da parte di Berlusconi, che ha sempre tuonato contro i comunisti, diciamo che è … un tantino incoerente. Almeno, in our opinion, of course.

lunedì 7 dicembre 2009

Proteste e ragioni del nostro voler essere scrupolosi.

Ci accusano di essere troppo zelanti nelle nostre denunce contro l’immoralità dilagante in Italia. Siamo stati rimproverati molte volte con l’accusa di eccesso di rigore e severità nelle nostre analisi politiche e sociali della società italiana. Molto probabilmente è vero. Nel senso che le nostre accuse hanno colpito il bersaglio, identificato sempre come obiettivo della denuncia dell’ingiustizia perpetrata dal potente di turno e dalla mancanza di equità di chi detiene il potere. Tutto qui. Il bersaglio principale è sempre il governo in carica. E non poteva essere diversamente. E in questi ultimi lustri colui che più di altri è stato al potere in Italia è stato il Sig. Silvio Berlusconi . Dunque, è normale che sia stato il nostro bersaglio. Ma chi vuole, può leggere i nostri articoli e può trovare anche che il governo Prodi è stato oggetto di bacchettate sulle mani per avere svolto politiche ingiuste, non eque e perfino meschine. L’accusa di essere stati zelanti, pertanto, ha un fondo di verità. Invero, il fatto più singolare è tuttavia un altro e cioè che noi siamo dell’idea di non essere stati all’altezza del nostro compito nel rimproverare adeguatamente tutti gli ingiusti che si sono avvicendati sulla scena nazionale. Troppo spesso abbiamo sorvolato su alcuni fatti gravi e frequentemente non abbiamo avuto la capacità di denunciare adeguatamente la corrotta e disonesta politica svolta dai governi in carica come avremmo voluto. Quando noi diciamo che il governo Berlusconi manca di etica lo affermiamo da un doppio punto di vista. In primo luogo perché l’uomo Berlusconi è un cittadino amorale e senza ritegno come persona. Amorale perché non ha mai mostrato di possederne una. In pratica, se ne è sempre infischiato dei più umili, degli svantaggiati, dei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro per le ristrutturazioni selvagge effettuate dalle aziende che operano sul suolo italiano. L’amoralità di Berlusconi ha una ragion d’essere perché è legata al suo essere ricco sfondato e, in più, malauguratamente narcisista, presuntuoso e spesso vuoto di quelle belle manifestazioni di umiltà e di modestia tipiche dei grandi. Non dimentichiamo che Gesù nel vangelo disse che “è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco vada nel Paradiso”. Berlusconi si sente un deus ex machina ma in fondo in fondo è un poveruomo che usa il potere per scopi personali. Con la scusa dei comunisti ha accresciuto il giro di affari delle sue aziende, ha tentato di manipolare persino la Costituzione per fini privatistici e per ultimo mantiene il paese in un conflitto perenne con l’opposizione, non da avversario ma da nemico. In secondo luogo perché non solo non fa leggi etiche, leggi cioè che interessano la generalità dei cittadini e ancor più le fasce più deboli della popolazione, leggi eque e giuste, ma spesso le fa per interessi personali. Ma che razza di uomo può essere un individuo che si definisce cattolico se poi fa una politica da avaro che non dà a chi ha bisogno ma continua a prendere da tutti? Orbene, per eliminare errate interpretazioni facciamo un esempio del perché il Signor Berlusconi, a nostro parere, è poco etico e molto amorale. Si badi bene che quello che segue è un esempio, ma molto pedagogico. Parliamo di franchigia fiscale. E’ noto che le spese sanitarie sostenute nell’ultimo anno dai cittadini che presentano nella loro dichiarazione dei redditi le detrazioni per spese mediche prevedono una franchigia, che ammonta attualmente a 129,11€. E’ morale questa franchigia? Per noi non lo è, perché un cittadino povero che vive di pensione vive la franchigia come un furto mentre un ricco nemmeno se ne accorge che esiste. Un pensionato che guadagna 25 euro al giorno con questa tassa perde una giornata di pensione al mese perché il 19% del valore della franchigia è pressappoco 25 euro. Al contrario un ricco che guadagna mille o diecimila euro al giorno con la medesima tassa perde a grandi linee meno di un centesimo di quanto guadagna in un giorno. E’ morale secondo voi che un ricco appartenente alla categoria dei ricchi si trovi così avvantaggiato su un povero che non può difendere il suo interesse? Perché questa franchigia non viene rimossa? Questo è un piccolo esempio di quello che noi chiamiamo immoralità nella politica, che denunciamo agli occhi del paese da sempre. Ecco di cosa si tratta: di ricchi senza scrupoli che oltre al superfluo negano a chi non ha neanche l’indispensabile di alleviare un po’ i suoi bisogni. Giovanni, in un passo del Vangelo, alla domanda della folla che diceva che cosa dobbiamo fare, rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Qui non prohibet cum potest, jubet.

sabato 5 dicembre 2009

Quando si dice che il pesce puzza dalla testa.

Finalmente un po’ di chiarezza, ma a che prezzo. Dopo più di due mesi, Feltri ammette che Boffo non aveva commesso alcunché di illegale e le sue dimissioni, perché accusato con nota anonima di essere omosessuale, lo hanno dispiaciuto. Questo il fatto che vogliamo commentare oggi. Prima però chiariamo i termini della questione. Feltri è il Direttore del Giornale, cioè del quotidiano di proprietà di Paolo Berlusconi, fratello di Silvio Berlusconi Presidente del Consiglio dei Ministri. Boffo è l’ex Direttore del quotidiano l’Avvenire di proprietà della CEI, cioè dei Vescovi della Chiesa cattolica italiana. Il primo, Feltri, con un’azione di “killeraggio prezzolato”, ha fatto “fuori” il secondo, Boffo, facendolo dimettere perché quest’ultimo con i suoi articoli sull’Avvenire dava fastidio, sul piano dell’etica e della moralità, a Silvio Berlusconi. Adesso che abbiamo chiarito i termini della questione ecco la nostra opinione. Quando si verifica un’azione di sciacallaggio come quella condotta dal giornale di Paolo Berlusconi, fratello del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, e si perviene alla conclusione che ci si è sbagliati, i casi sono due: o è stato fatto involontariamente e in tal caso, visti i clamorosi risvolti sulla vita privata di Boffo, l’Editore del Giornale rimuove Feltri e si scusa del danno arrecato a Boffo, oppure l’Editore - non licenziando Feltri per un’azione così platealmente malvagia e disgustosa sul piano morale - si accolla l’intera responsabilità, rimanendone coinvolto come il produttore di una attività immorale ed eticamente perversa di favoritismo familiare. Non esiste una terza via. O è bianco o è nero. Non esiste il grigio. Dobbiamo dedurre che si sacrifica un innocente a vittima per sporchi interessi di copertura mediatica delle cattive azioni e delle pessime abitudini di condotta morale di Silvio Berlusconi. Se noi fossimo stati nei panni del Presidente del Consiglio avremmo suggerito al fratello Paolo Berlusconi di licenziare Feltri. La ragione è che nei panni di Presidente del Consiglio non si può far finta di niente su un caso così odioso di calunnia in quanto la carica pubblica di Capo del Governo prevede la inattaccabilità sul piano dei principi etici e dei valori dell’uomo che rappresenta l’Italia. Purtroppo, così non è stato e “nulla di nuovo all’orizzonte”. L’attività immorale di un qualche Berlusconi continua.

martedì 1 dicembre 2009

Italia:solo un paese di individualisti pronti a svendere i valori in cambio di interessi personali o molto di più?

Dicono che la lettera, con la quale il Direttore dell’Università Luiss di Roma Pier Luigi Celli invita il figlio a lasciare l’Italia dopo la laurea, perché in questo paese non c’è futuro, ha ricevuto migliaia di commenti, alcuni dei quali di critica (in verità pochi) e altri di compiacimento (molti). Questo il fatto. E passiamo al nostro commento. Diciamo subito che di fronte a questa lettera ci sono due possibili atteggiamenti. Il primo di solidarietà al Sig. Celli, per il coraggio che ha avuto nel denunciare gli aspetti negativi della attuale società italiana. Il secondo di critica, per l’ipocrisia mostrata nella missiva in cui dimentica che il figlio è stato agevolato nei suoi studi dal suo ruolo di Direttore di una Università. Ma siamo proprio sicuri che non esistono altre posizioni in merito a questa faccenda? In fondo in fondo Pier Luigi Celli non ha detto nulla di inusuale. Ha solo confermato che in Italia non si vive bene e che il mondo del lavoro è accartocciato su se stesso impedendo ai giovani di trovare lavoro e vivere con sicurezza la propria vita nel futuro. D’altronde il Sig. Celli ha sicuramente avuto la possibilità di aiutare il figlio, anche solo con le possibilità economiche guadagnate nell’incarico di Direttore. Dunque, niente di nuovo all’orizzonte? No. Le cose non stanno così. Stanno molto peggio. Molto brevemente diciamo che il Direttore generale della Luiss fa un'analisi impietosa e veritiera della società italiana. Tuttavia si guarda bene dal dire, con nomi e cognomi, chi siano stati coloro che hanno causato questo autentico disastro. Ci prendiamo noi l’onere di dire quello che il Sig. Celli non ha detto, partendo subito dal fatto che in Italia le grandi Istituzioni hanno fallito. Indipendentemente da ciò che ha scritto il Sig. Celli è la Repubblica Italiana ad aver fallito il suo obiettivo. Una vera e propria bancarotta politica, etica e sociale. Nonostante l’impegno dei fondatori in fase costituente e negli anni immediatamente successivi possiamo dire che adesso, dopo più di sessant’anni, questa Repubblica è moribonda. Il vero disastro sta nella pochezza etica e morale delle personalità che hanno diretto questo paese negli ultimi trent’anni. Politici e dirigenti nella loro impazienza a comandare, nella loro fretta a entrare nelle stanze del potere, nel loro desiderio di guadagnare più soldi possibili, nella loro trasgressione sistematica a ricercare i piaceri del potere, nella loro collaborazione e indulgenza con la criminalità organizzata, hanno tutti fallito. In questo quadro sconfortante ha fallito anche la Chiesa Cattolica che con la sua ansia di fare in fretta i suoi interessi non proprio trascendenti non è riuscita ad impedire i fenomeni di mercimonio, che ha chiesto e ottenuto dal potente di turno sempre più favori, che ha impegnato le parrocchie come macchine di voti, che ha dimenticato i veri valori del cristianesimo (che sono l’interesse verso la povertà, la rinuncia alle cose del mondo, la lontananza dalle stanze del potere), che si è fatta notare per essere entrata spesso a gamba tesa nei fatti interni della Repubblica con la scusa che doveva fare magistero (mentre il vero magistero doveva essere a favore degli svantaggiati, dei lavoratori licenziati, dei poveri e dei bisognosi), che è stata silente, afasica e permissiva nei confronti della pedofilia di molti preti cattolici, che non si è tenuta lontana dalla speculazione finanziaria, etc. In questo paese hanno fallito tutti. E l’Italia di oggi è ciò che hanno voluto gli italiani di questi ultimi trenta anni, di quelli tanto per essere chiari che incontriamo ogni giorno al supermercato, in metropolitana, per le strade delle città, nelle chiese ad ascoltare le sante messe, etc. Hanno fallito perché si è creata l’Italia ma non gli italiani. Hanno fallito persino le ideologie: il comunismo, la rivoluzione di classe, il decentramento regionale, la politica del territorio, i verdi, l’ambiente, il socialismo, la Democrazia cristiana. Tutti hanno perduto e tutti hanno deluso. Non se ne è salvato nessuno. La bancarotta finanziaria del paese è stata evitata per i colpi di fortuna di essere agganciati politicamente con gli USA, per aver aderito a suo tempo alla NATO, per essere entrati prima nel MEC e successivamente nell’euro, per la proverbiale capacità di sopravvivenza degli italiani, tutti immersi nel fare denaro non importa come, tutti a infischiarsene dei valori e delle regole. Ha vinto l’imbroglio, la furbizia, l’italica predisposizione alla delittuosità, lo sfruttamento dei beni comuni per fini individuali, l’uso sempre più massiccio della droga, dell’alcool e delle trasgressioni sessuali tra i politici come anche tra i giovani, la cafonaggine, il declino della scuola, della sanità, addirittura della lingua italiana, che ormai nessuno parla più correttamente sostituendola sempre più con il dialetto. Ha vinto Berlusconi, quello scaltro e furbo vittimista che è l’attuale Presidente del Consiglio, padrone di Mediaset e della RAI, che è diventato l’uomo più ricco d’Italia di tutti i tempi, il più potente ma nello stesso tempo il peggiore degli italiani, divorziato una prima volta e una seconda volta in itinere, che si fa portare - tra una trattativa politica e l’altra - le escort nel palazzo, che ha tutte le televisioni ai suoi piedi, che ha il più grande e colossale conflitto di interessi, che ha trasformato l’Italia in un paese padronale, che invita gli italiani a fare festa comunque e a comprare anche l’inutile oltre che il futile, che non dorme la notte per ridurre la giustizia a inutile orpello, sempre a favore di indulti, di sanatorie, di condoni e amnistie varie per salvare se stesso e chi ha commesso reati. Adesso ci si accorge che le cose non vanno. Noi diciamo che le cose andranno ancora peggio. La ragione sta nel fatto che questa società è marcia. Si regge sui fannulloni che non fanno nulla nei luoghi di lavoro e sulla incapacità di chi detiene il potere di risolvere i problemi. Speculazioni, costruzione di strutture pubbliche abbandonate e inutilizzate con spreco di denaro pubblico, tangenti pagate a politici e dirigenti, favoritismi al potente di turno sono un piccolo campionario del modo di essere degli italiani di oggi. Al fondo di tutto governa in modo inesorabile l’imbroglio: nelle tasse dove è una vergogna vedere ricchi che dichiarano di guadagnare quanto un cassintegrato, nella delinquenza che viaggia in Ferrari e veleggia con gli yacht e che se ne infischia della crisi, nei privilegi dei ricchi che aumentano il divario economico e le certezze del futuro con gli svantaggiati che non hanno nulla, etc. E tutto ciò con il placet di chi non ti saresti mai aspettato che appoggiasse il nostro super Primo Ministro, ovvero dalle Eminenze Eminentissime della Romana Chiesa Cattolica. Che nausea!

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