martedì 15 dicembre 2009

La violenza in politica è sempre figlia della prepotenza.

Non possiamo non dire qualcosa sulla triste vicenda dell’agguato a Milano al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ce lo impone prima di tutto la nostra coscienza e subito dopo la valutazione politica del terribile evento che ha scatenato la mano dell’assalitore che ha ferito Berlusconi. E per dire che siamo risoluti nel condannare il vile gesto di violenza facciamo nostre le parole di Niki Vendola, noto uomo politico della sinistra italiana che noi apprezziamo come uomo di cui non ne condividiamo la linea politica. Vendola ha detto che : “il volto di ogni persona macchiato di sangue è un’icona della nostra sconfitta, che umilia tutti noi”. Bene. Le sue sono parole da condividere, perché sono rappresentative di una concezione democratica di alto profilo. Ma sono anche parole equilibrate e ricche di profondo significato valoriale. Si deve essere sempre contro la violenza, sia essa fisica, sia essa verbale. Ma, soprattutto, è necessario dire che in politica è preferibile essere sconfitti alle elezioni salvando la pacifica convivenza e il diritto alla non violenza piuttosto che vincere le elezioni e instaurare un regime di prepotenza e arroganza. Al Presidente Berlusconi diciamo che gli siamo contro in politica per la concezione che egli ha della politica stessa, ma gli siamo vicini e gli mostriamo solidarietà nel momento in cui è stato ferito dalla violenza di un’aggressione fisica inaccettabile. Questo è il nostro pensiero.

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