giovedì 28 luglio 2016

Brexit oggi. In futuro non si sa. Potrebbe esserci una Brentrance.


Più volte sono stato tentato di scrivere qualcosa circa l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Tanta è stata la mia delusione a questo sgradevole passo del Regno Unito che non ho avuto finora la forza e il coraggio di farlo. Cercherò nei limiti del possibile di comunicare il mio stato d’animo oggi, che è passato un mese circa dal funesto evento.
Non mi piace il neologismo Brexit. Lo trovo insopportabile e provocatorio. Bretagna+Exit vuole essere la decisione del popolo del Regno Unito nel referendum per l'uscita dall'Unione Europea. Comunque la si veda questa questione non mi convince. Che dire del fatto che in Scozia la maggioranza ha votato per il Remain ma siccome la Scozia è una parte dello Stato della Gran Bretagna deve fare buon viso a cattiva sorte?
A me che ho sempre visto l’UE come il sogno di tutti quegli europei che si sono riconosciuti nell’idea di unificazione del Continente introdotta dai padri fondatori dell’attuale UE, appare intollerabile prendere atto di questa sconfitta storica dell’unità europea. Se potessi paragonare l’evento con un crostaceo, lo vedrei come un granchio che cammina all'indietro, senza accorgersi che invece di avvicinarsi a una meta si allontana.
Riconosco a tutti i membri dell’UE il diritto di scegliere se rimanere o andarsene. Ci mancherebbe altro. Tuttavia questo riconoscimento non può essere considerato una scelta di libertà. Al contrario, considero la decisione presa dai sudditi di Sua maestà la Regina per primo una forzatura e un errore, e in secondo luogo uno schiaffo doloroso sulla guancia degli europei e un modo di esprimere tutte le bassezze in politica dell’animo umano.
E poi mi sembra una beffa il programma del nuovo Primo Ministro Teresa May che afferma con vigore e determinazione che ella trasformerà il Brexit in “un successo”. Come è possibile trasformare in un successo qualcosa che a quattrocento milioni di europei appare come un fallimento? Sono del parere che si tratti di un’offesa a tutti gli europei che si sono visti sfilare senza poter fare nulla uno dei paesi più importanti dell’Europa dall’UE. Ebbene il primo ministro afferma che la riconquistata libertà farà bene al suo paese. Altro terribile schiaffo agli ideali di unificazione.
Più passa il tempo e più mi sento tradito da una maggioranza britannica che ha fatto prevalere a mio parere una logica di egoismo ma anche di provocazione. Non entro nel meccanismo della qualità dei sostenitori della Brexit. Ci sarebbe tuttavia molto da dire sulle qualità degli argomenti dei sostenitori medesimi dell’uscita del Regno Unito dall’UE. Mi interessa viceversa prendere atto di una sconfitta personale perché mai e poi mai avrei immaginato cosa più cattiva di questa.
Penso che i britannici siano stati bravissimi “a fare e farsi” del male. Chi vivrà vedrà. Auguro agli inglesi, si gli inglesi e non i britannici in questo caso, che non abbiano a pentirsene in futuro. L’Unione Europea li ri-accoglierebbe come il vecchio babbo accolse il figliol prodigo: con qualche protesta magari da parte di qualche Stato ma con la felicità di avere di nuovo vicino il figlio che aveva preteso la parte di eredità, spesa stupidamente a far bisboccia con gli amici. Su questo punto potrebbero esserci però dei problemi nel riaccogliere gli amici inglesi.
Non so come finirà questa storia ma gli scozzesi e i nordirlandesi che hanno votato in maggioranza per il Remain non credo che vorranno vivere da impotenti nelle non certo generose mani di uno Stato che è stato grande in passato ma che adesso è diventato piccolo, perché ostaggio di cittadini egoisti e provocatori.

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