venerdì 24 giugno 2011

Mascalzonate e crescita del debito.

La manovra economica e finanziaria di contenimento della spesa pubblica ordinata dall’Europa per mettere i conti a posto, dicono gli addetti ai lavori, comprenderà anche tagli alle auto blu, un'unica giornata elettorale per referendum ed elezioni, ministri senza voli di Stato, livellamento remunerativo dei compensi pubblici tra dipendenti italiani ed europei, niente telefono, ufficio o auto di servizio per chi scade da incarico pubblico. E neanche pensione o vitalizio. Tagli anche ai finanziamenti ai partiti, alle spese elettorali che dovrebbero essere erogate in proporzione alla durata della legislatura. Questa la notizia di oggi che vogliamo commentare dicendo immediatamente che il governo è doppiamente responsabile del deficit accumulato in questi due ultimi anni. In primo luogo per non avere preso per tempo questi provvedimenti. Perché, ci chiediamo, solo oggi si tolgono tutti questi lussi e sprechi? Non si potevano togliere anche prima? Il Presidente del Consiglio avrebbe dovuto toglierli prima e in modo più incisivo di adesso colpendo i privilegi e gli imboscati del suo sottogoverno. Ma forse è stato distratto da qualche nipote di Mubarak e quindi è stato assente irresponsabile Dunque, Berlusconi ha sbagliato ed è responsabile della pessima tenuta dei conti per lo sperpero di denaro pubblico che avrebbe potuto servire o per diminuire il debito come ci chiede l’Europa da tempo immemorabile o per convogliarlo nel canale degli aiuti ai disoccupati e licenziati o in cassa integrazione. Vergogna per un governo che toglie ai poveri per dare i soldi ai ricchi. Un governo che non ha aiutato i ceti deboli è un governo mascalzone. Solo un ignobile può togliere ai poveri per darlo ai ricchi. Gesù cacciò i mercanti dal tempio perché li considerò ignobili. Chi difende questo governo è più ignobile dei governanti. In secondo luogo viene smascherata l’ipocrisia e la malafede di questo governo perché Berlusconi ha fatto votare i referendum nel mese di giugno e non li ha accorpati alle amministrative di maggio. Doppiamente in mala fede e ignobile per la seconda volta. Abbiamo un governo di ministri e un Presidente del Consiglio che sono uno più ignobile degli altri. Berlusconi ha speso inutilmente circa 340 milioni di euro per evitare l’accorpamento delle elezioni, perché temeva che gli elettori ai referendum di maggio non fossero “andati al mare”. Prima di lui un altro ignobile aveva invitato gli italiani ad “andare al mare”. Si tratta del socialista Bettino Craxi, condannato dalla magistratura per imbrogli vari. Il governo Berlusconi è pieno di socialisti craxiani che sono riusciti a transitare allegramente - anzi a saltare furbescamente come le quaglie - dal socialismo con la falce e martello al populismo del partito di plastica di Berlusconi. Con l’interessamento non certo distratto, purtroppo, di nostra Santa Madre Romana Apostolica Chiesa Cattolica. Non è vero Eccellentissimi et Reverendissimi Cardinali?

martedì 21 giugno 2011

Eurofestival 2011: una piacevole serata di musica europea.

Abbiamo visto la serata finale dell’Eurovision Song Contest 2011 e abbiamo gustato la straordinaria varietà delle musiche europee proposte dai vari finalisti. E’ stata una piacevole serata all’insegna del più sano e gradevole europeismo musicale. Il rappresentante della canzone italiana è addirittura arrivato secondo, creando le condizioni di un successo internazionale della musica italiana. Un ritorno positivo per l’Italia, dopo 13 anni di assenza. Già, dopo 13 anni di assenza dalla manifestazione. Perché? Ci chiediamo perché l’Italia non abbia partecipato negli ultimi 13 anni. Chi l’ha deciso? Con quali motivazioni? Ne aveva il diritto? E perché nessuno si è opposto a questa insensata decisione? Sarebbe interessante conoscere le motivazioni dei dirigenti Rai che hanno preso la decisione di non far partecipare nessun cantante italiano. Anzi, sarebbe il caso che uscisse fuori il nome del responsabile dell’assenza italiana all’Eurofestival. Noi siamo dell’opinione che sia stato un errore e anche grave perché reiterato per 13 volte. In modo franco e schietto ci chiediamo chi sia stato l’ottuso e dilettantesco rappresentante della TV di Stato che ha impedito alla canzone italiana di partecipare. Questo misero individuo ci ha privati della visione di serate molto gradevoli per un suo capriccio e per giunta pagato con i nostri soldi. Dovrebbe vergognarsi.

lunedì 20 giugno 2011

I dispensatori di odio sono ritornati.

Sono di nuovo in azione. Sono sempre gli stessi, più inferociti di prima, con molto appetito, ma sono sempre loro: gli scrocconi d’Italia. Adesso chiedono quattro ministeri al nord, la fine della missione italiana in Libia e il solito dividendo per gli autonomi del nord. Dopo tanto tempo si è sentita di nuovo anche la richiesta di secessione e il gioco è fatto. Sanno che non potranno essere accontentati ma ci provano lo stesso, così “piano piano, poco poco”, con molto rumore. Umberto Bossi a Pontida ha di nuovo strappato l’applauso con molto fumo ma poco arrosto. Questi i fatti e passiamo alle nostre opinioni. Il nulla condito con il niente. Un vero disastro politico questi uomini dalla camicia verde che pretendono che vadano al nord quattro ministeri e di quelli pesanti. Sono pessimi giocatori di poker che sanno solo rilanciare e cercare il bluff. Non irritano più come prima e ci ricordano quei lontani cugini che vengono da una città lontana, i quali con la scusa di rivedere i parenti si sistemano a casa vostra e pretendono che serviate loro pranzi succulenti e visite guidate in città. In cambio loro offrono solo i ricordi d’infanzia e le battute a pranzo. Celebre quella in cui con il piatto di portata in mano e il pollo fumante dentro vi chiedono se preferite la coscia o l’ala per poi darvi sempre l’ala qualunque fosse la vostra risposta. Più patetici di loro c’è il loro capo, che non è Bossi ma Berlusconi. In Parlamento lo votano sempre. Fanno il teatrino dicendo che potrebbero rompere l’alleanza con il Pdl in qualsiasi momento ma non ci crederebbe neanche un bambino, tanto sono interessati alla torta. Finirà come al solito: a tarallucci e vino. Non è gente seria. E soprattutto è gente volgare. Basta ascoltare i loro discorsi: non sanno dire due parole di seguito senza insulti e parolacce oltre al fatto più grave di tutti che è il seminare odio tra gli italiani. Qui sono bravissimi. Se ci pensate è incredibile che questa gente rozza e primitiva abbia tre ministri nell'esecutivo della Repubblica italiana e la chiave per la stabilità politica del paese sempre più minacciato dalla crisi greca.

giovedì 16 giugno 2011

Lula cancella la visita in Italia.

L'ex Presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva non verrà in Italia. Teme contestazioni per il caso Battisti. In pratica, rinuncia alla visita programmata per fine giugno anche per non compromettere, con le polemiche "italiane" sulla mancata estradizione dell'ex terrorista rosso Battisti, la candidatura del brasiliano Josè Graziano da Silva alla direzione della Fao. Questa la breve notizia data dai giornali. Passiamo adesso alla nostra opinione. Il Signor Lula, che si è comportato da vigliacco non solo per avere deciso di rifiutare l'estradizione del terrorista Battisti ma anche per aver comunicato la notizia solo all'ultimo giorno del suo mandato, è meglio che se ne stia a casa sua. Non lo vogliamo in Italia. Impegni il suo tempo in altra maniera. Vada a trovare il suo amico Battisti col quale ha in comune un sacco di cose. Potrebbe passare le sue giornate per esempio a leggere i romanzi dell'assassino Battisti, oppure fare quattro chiacchiere con il medesimo terrorista sull’etica dei governanti del Brasile in cui il Tribunale Supremo prima decide l’estradizione e poi si rimangia la decisione. In alternativa, da perfido pensionato, suggeriamo che potrebbe dedicare tempo ed energie a discutere di come si possano aggirare gli impegni internazionali presi con l'Italia in materia di giustizia, ma per favore non venga il Italia. Lascerebbe nell’aria un cattivo odore, tipico di coloro che aiutano gli assassini e che se ne infischiano del dolore delle famiglie delle vittime del pluriomicida Battisti. Insomma, se la faccia alla larga perchè per noi italiani il Signor Lula è l'amico dei terroristi. Un messaggio in chiaro per il Ministro Frattini. Faccia di tutto per votare e far votare a nuovo Presidente della Fao il candidato spagnolo, l'ottimo ex ministro degli Esteri Miguel Angel Moratinos, e contrasti efficacemente la nomina dell’ex ministro brasiliano per la Sicurezza alimentare, Josè Graziano. E’ giunto il momento che questi ipocriti e scellerati politici brasiliani comincino a pagare pegno.

mercoledì 15 giugno 2011

Debito pubblico sempre in aumento. Possiamo fare qualcosa?

E’ noto che uno dei principali fattori economici che costringe gli italiani a vivere male, come se avessero un macigno sospeso sulla testa, è il debito pubblico. Siamo al 120% del Pil. In altre parole, per pagarlo interamente tutti i sessantamilioni di italiani dovrebbero rimanere “a digiuno” per più di un anno. Impossibile trovare tutta questa montagna di soldi. Ma il fatto più inquietante è che nessun governo fa nulla per diminuirlo. L’attuale governo, per esempio, l’ha fatto aumentare dal 105 % all’inizio del 2008 al 119% attuale. Ogni governo, nonostante aumenti le tasse e diminuisca le agevolazioni fiscali, fa aumentare il debito pubblico. E’ lecito supporre che sotto ci sia un imbroglio? D’altro canto ogni anno, nel periodo delle dichiarazioni dei redditi, l’8‰ viene devoluto dagli italiani quasi interamente alle religioni monoteistiche: Chiesa cattolica, Tavola Valdese, Unione Italiana delle Chiese Avventiste del Settimo Giorno, Assemblee di Dio in Italia, Chiesa Evangelica Luterana in Italia e Unione delle comunità ebraiche italiane. L’alternativa ci sarebbe, ed è quella di devolvere il nostro 8‰ allo Stato per diminuire il debito. L’idea che viene qui proposta non è nuova. Quello che è nuovo è il valore simbolico e la carica polemica che sottende: questo immenso debito pubblico, cari parlamentari, ministri e politici da strapazzo di questo paese, lo volete diminuire si o no? Se non lo volete diminuire permettete almeno che lo possano diminuire i cittadini che lo desiderano. Si permetta di utilizzare l’intera somma dell’8‰ indicata nel modello Unico per l’abbattimento del debito pubblico. E’ poco, ma almeno c’è un tentativo concreto di iniziare a migliorare la situazione. Naturalmente non sarebbe un obbligo ma solo una libera scelta del cittadino che desidera contribuire, con i propri soldi, ad aiutare lo Stato in modo concreto. Perché non lo si fa? Chi si oppone? E perché? Dobbiamo pensare male? Noi accusiamo l’attuale governo che non lo permette. E se potessimo prenderemmo quest’ultimo a sberle. Ma quelle vere, non quelle finte.

giovedì 9 giugno 2011

Il Brasile accorda l’impunità al terrorista Battisti.

Il terrorista Cesare Battisti ce l’ha fatta. Ha trovato dei complici e si è salvato dalla galera, l’unico luogo dove avrebbe dovuto essere e nel quale abitare. Adesso ha dichiarato che si accaserà felicemente al mare, a Rio de Janeiro, luogo caro a molti amanti della pelota e delle natiche di formose e sculettanti brunette brasiliane. La decisione presa è uno schiaffo al diritto internazionale e alla memoria delle vittime. Viene da rabbrividire al solo pensiero di sapere che esistono paesi e personaggi politici squallidi, come l’ex Presidente brasiliano Lula, che hanno decretato per pregiudizio anti italiano il percorso godereccio di un volgare assassino pluriomicida. Che pena che ci fa questo Brasile che libera un terrorista condannato con sentenza definitiva. Vorrebbe ambire ad essere un importante paese emergente in grado di diventare grande nel mondo dell’economia. L’unica cosa che è riuscito a produrre è lo sconcerto di milioni di italiani e di europei per una decisione ipocrita che offende l’intelligenza e il diritto. Non crediamo che potrà vantarsene. Per parte nostra sarà sempre un paese inaffidabile che ha dato asilo politico a un mascalzone terrorista pluriomicida. Non è un buon affare, né una buona pubblicità. Seneca ha detto : Bonis nocet qui malis parcet , ovvero “chi risparmia i malvagi danneggia i buoni”. Il governo italiano ha deciso che ricorrerà al Tribunale Internazionale dell’Aja. E’ una buona risposta a chi non merita alcuna considerazione. Vedremo in seguito gli sviluppi. Una condanna del Tribunale dell’Aja sarebbe la migliore risposta ai supponenti ed arroganti difensori dell’assassino.

mercoledì 8 giugno 2011

Comune di Roma: niente cittadinanza al maestro Muti.

Ci rimproverano di essere critici nei confronti della città di Roma e dei romani. Forse è vero. Ma il punto non è questo. Il problema è se dobbiamo considerare Roma e i romani con attenzione e simpatia come la città e gli abitanti della capitale di un importante Stato moderno oppure se trattarli con indifferenza come se fossero dei qualsivoglia cittadini di una qualunque provincia. A nostro avviso Roma dovrebbe essere la vetrina dell’Italia nel mondo. Roma è la capitale d’Italia. E’ un simbolo. E’ l’immagine dell’intero paese che racchiude tutto il concetto di italianità. Dovrebbe essere curata, accogliente, sicura. Dovrebbe essere la “casa” di tutti gli italiani. Chiunque, cittadino d’Italia, siciliano o valdostano, calabrese o friulano, ecc., dovrebbe sentirsi a suo agio nella capitale. Dovrebbe essere rispettato meglio dei romani perché "cittadino d’Italia". E’ normale pertanto che l’informazione e gli osservatori attenti a queste cose la tengano sotto controllo. Il risultato? Un disastro e un’indecenza. Anzi, una vera e propria vergogna nazionale. Non passa settimana che a Roma non spuntino fuori imbrogli, intrecci perversi e malavitosi, nepotismi, guai giudiziari in cui sono implicati vigili, impiegati del Comune, dirigenti delle municipalizzate, etc. Oggi si è toccato il fondo. Su una questione che non riguardava alcun aspetto economico, finanziario, politico, di interesse di parte, gli indigeni sono riusciti farsi male lo stesso e più di prima. All’o.d.g. dei lavori del Consiglio comunale c’era la votazione della delibera per il conferimento della cittadinanza onoraria al maestro Riccardo Muti. Nulla di più bello ed eccitante per la capitale. Un fatto esclusivamente culturale. Avrebbe dovuto essere una festa. Invece è stata una catastrofe. Cos’hanno fatto i nostri bravi consiglieri comunali? Hanno litigato di brutto tra di loro per sozze beghe casalinghe e alla fine hanno fatto mancare deliberatamente il numero legale, per cui la delibera non c’è stata e il maestro Muti non ha avuto la cittadinanza onoraria. Sconcertante. Si può essere più autolesionisti di così? Il Sindaco dovrebbe scusarsi con il Direttore Muti e con l’intera nazione per questo volgare e inaccettabile comportamento. La faccenda però non si può liquidare in questo modo. Qui è necessario dire a chiare lettere che c’è dell’imbecillità e della inadeguatezza degli uomini che dovrebbero rappresentare l’intero corpo elettorale romano, noi compresi. Ci rifiutiamo di essere coinvolti nel mucchio di imbecilli di turno. Noi non ci consideriamo né stupidi, né inaffidabili. A essere incapaci di comprendere il ruolo dei Consiglieri comunali e ad adeguarsi a un modo signorile di lavorare in Municipio sono questi figli illegittimi della ”lupa” che meriterebbero il disprezzo da parte della cittadinanza. Ma esiste una cittadinanza romana in grado di far sentire la propria voce di protesta? Noi pensiamo di no. Anzi, moltissimi cittadini romani non aspettano altro che la confusione e il disordine per agire indisturbati e fare i propri interessi. Noi ci dissociamo da questo modo di operare e protestiamo vivamente contro costoro. Anzi, li avvisiamo che alle prossime elezioni comunali ricorderemo ai cittadini chi sono stati costoro. Bisognerebbe chiamarli col loro nome e cognome: inaffidabili imbecilli.

lunedì 6 giugno 2011

Stipendi e pensioni terribilmente sbilanciati.

Chi vuole conoscere uno dei fatti più gravi della gestione del potere legislativo di Berlusconi non ha che osservare la curva degli stipendi e delle pensioni degli italiani. Si accorgerà che il Pinocchio Capo del governo ha mentito spudoratamente quando ha affermato che Lui non avrebbe mai “messo le mani nelle tasche” degli italiani. Si nota, viceversa, una disuguaglianza record tra le retribuzioni dei ricchi dirigenti e dei precari in miseria. Un esempio per tutti. Un normale dirigente di II fascia che non fa nulla di eccezionale nel suo lavoro intasca uno stipendio medio di circa 100000 €. Se si aggiungono gli extra sale fino a 120000 € all’anno. Un “precario medio” guadagna al massimo 6000 € all’anno. La media, in quest’ultimo caso, è stata effettuata tra 0 € del precario che non ha lavoro e 12000 € del lavoratore che ha la fortuna di avere un lavoro. Dunque, il dirigente guadagna 20 volte di più del precario. Vi sembra serio un fatto del genere? Vi sembra corretto? Vi sembra possibile che un Capo del governo che dice di richiamarsi ai valori cattolici tenga l’Italia in una morsa che si esprime con sole due categorie: i ricchi e i poveri? A noi no, e lo diciamo molto chiaramente: è una vergogna e uno scandalo che Berlusconi se ne infischi delle difficoltà economiche degli italiani, ormai ridotti in miseria. E’ necessario a questo punto aggiungere che questa situazione si è potuta verificare, purtroppo, a causa della favoreggiamento delle Eccellentissime et Eminentissime gerarchie cattoliche che hanno dato il loro voto di “moderati” a questo millantatore di condizioni sociali. Noi denunceremo sempre queste malefatte vergognose che vanno contro il senso di giustizia che dovrebbe caratterizzare un governo che si definisce il più vicino alla Chiesa cattolica. C’è in tutto questo menzogna e ipocrisia. Segnaleremo sempre la vita licenziosa e libertina di un Presidente del Consiglio che non ha titoli morali, etici e di equilibrio per occupare quella poltrona. Berlusconi ha drogato gli italiani con una controinformazione imperniata sulla sua televisione privata e sull’autoimpunità prodotta dal suo conflitto di competenze. Ma forse è arrivato il momento in cui “tutti i nodi vengono al pettine”. Siamo speranzosi che alle prossime elezioni gli italiani non facciano come hanno sempre fatto in questi ultimi decenni riversando i loro voti sul partito delle cricche. Gli italiani dovrebbero rinnegare una volta per tutte ciò che ha detto di loro Ennio Flaiano: “gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore”. Il vero vincitore sarà colui che lo estrometterà dal potere.

sabato 4 giugno 2011

Draghi non andar via!

La nomina del rigoroso governatore Mario Draghi a Presidente della BCE in molti l’hanno definita un successo dell’Italia in Europa e nel mondo. Sarà, ma noi non siamo d’accordo per nulla. Anzi, temiamo che si tratti di un autogol pazzesco con conseguenze inimmaginabili in futuro. Il trasferimento di Draghi a Francoforte implica per sempre l’assenza dell’uomo da Roma. Con rispetto parlando dei pretendenti alla sua carica pensiamo che il neo eletto alla poltrona di via Nazionale non avrà né il carisma, né l’influenza che ha sempre avuto Draghi nel mondo della finanza e dell'economia italiana. Chi lo sostituirà non sarà mai il “sergente di ferro” Mario Draghi. E le conseguenze possono sentirsi subito. Caimani, ministri del Tesoro, presidenti del Consiglio e giù giù fino ai coordinatori del Pdl non aspettano altro. Quando il gatto non c’è i topi ballano dice un vecchio proverbio appropriato alla circostanza. Noi temiamo proprio questo. Finora Mario Draghi ha dato all’Italia la certezza del controllo della finanza in un paese come il nostro che è pieno di imbroglioni. Non dimentichiamo che noi siamo il paese dei “furbetti del quartierino”, cioè da noi abbondano “ladri matricolati, truffatori, approfittatori e politicanti in vendita” (afferma Ermanno Rea nel saggio La fabbrica dell’obbedienza, Milano, Feltrinelli, 2011). Per non parlare del Capo del governo, quel Silvio Berlusconi che Rea definisce “fanfarone, puttaniere, enfatico, teatrale, arrogante, perfido, spaccone, bugiardo e, soprattutto, senza scrupoli”. Rea aggiunge un altro fatto. E cioè che questo Presidente del Consiglio, che ci ritroviamo sempre a temere per i suoi "colpi di testa" internazionali, è lo stesso individuo che agli italiani piace così com’è. I tanti imbroglioni, di cui vantiamo il numero più elevato del mondo amici delle migliaia di cricche e di finanzieri senza scrupoli dislocati nei centri di potere in tutta Italia, potrebbero approfittarne. Forse è proprio questo il motivo per cui Berlusconi ha gradito la sua nomina ed ha fatto di tutto per toglierselo di dosso. Chi vivrà, vedrà.

giovedì 2 giugno 2011

Silvio Berlusconi sempre più inaffidabile.

Dopo essere stato sconfitto in maniera inequivocabile alle elezioni amministrative il premier continua a commettere errori. Se la prende con i media che a suo dire non hanno messo in evidenza quanto lui sia stato bravo. Il suo narcisismo e la sua vanità continuano a negargli la comprensione della realtà. Ormai è fuori dal mondo e cerca di salvare il non salvabile. Vogliamo parlare qui del suo modo di essere politico e di operare in Parlamento. Dopo più di quindici anni di attività ancora non ha capito che non si può governare sempre con lo stesso “partito di plastica” che lo ha finora rappresentato e che non prevede l’elezione democratica di un Segretario. A suo tempo ha depositato dal notaio lo Statuto del suo partito, fatto a immagine e somiglianza di una S.p.a., in cui c’è un solo soggetto (lui) come proprietario e tutti gli altri che vi operano come subalterni che eseguono ordini. Nello statuto di Forza Italia prima e del Pdl dopo c’è chiaramente scritto che il partito non può essere guidato da nessun Segretario ma solo da Coordinatori proposti dal Presidente (che è lui), ed è vietata la elezione di qualsiasi Segretario. Berlusconi perde le elezioni amministrative, comprende che le cose si stanno mettendo male e che fa? Incolpa il partito di avere commesso degli errori, lui parla di “errori di comunicazione” (sic!) e che fa? Elimina in un solo colpo i tre Coordinatori nazionali e nomina un Segretario (si, proprio quel Segretario che non avrebbe mai dovuto essere nominato) che dovrà tirarlo fuori dalla palude senza che lo Statuto ne preveda l'elezione (ha deciso di nominare su quella poltrona un suo delfino, l’attuale Ministro della Giustizia Alfano). Anticipa le eventuali difficoltà giuridiche dichiarando che lo farà eleggere da un Consiglio Nazionale. Insomma, è il solito ipocrita, padrone di tutto, che decide tutto, contro tutto e tutti. All’orizzonte si profilano però guai grossi per il suo futuro. Un esempio tra i tanti. La chiesa cattolica che lo ha sempre considerato una specie di difensore politico della cattolicità adesso, lentamente e gradatamente, si sta distanziando. Lo dimostra lo spot televisivo presente su youtube in cui si invitano i cattolici ad andare a votare il referendum sull’acqua perché si afferma che l’acqua è un bene comune. E’ evidente che chi andrà a votare un referendum, molto probabilmente, voterà anche il referendum sulla legge del legittimo impedimento, che gli ha fatto finora da scudo ai processi e che, se ci sarà il quorum, verrà abrogato con conseguenze inimmaginabili. La sua inaffidabilità trova così conferma, tanto da essere riuscito nell'inimmaginabile, cioè di mettersi contro la Chiesa cattolica. Naturalmente nè la Cei, nè il Vaticano riconosceranno questa verità. Diranno al solito che loro non fanno politica. E al danno si aggiungerà la beffa.

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