sabato 4 giugno 2011

Draghi non andar via!

La nomina del rigoroso governatore Mario Draghi a Presidente della BCE in molti l’hanno definita un successo dell’Italia in Europa e nel mondo. Sarà, ma noi non siamo d’accordo per nulla. Anzi, temiamo che si tratti di un autogol pazzesco con conseguenze inimmaginabili in futuro. Il trasferimento di Draghi a Francoforte implica per sempre l’assenza dell’uomo da Roma. Con rispetto parlando dei pretendenti alla sua carica pensiamo che il neo eletto alla poltrona di via Nazionale non avrà né il carisma, né l’influenza che ha sempre avuto Draghi nel mondo della finanza e dell'economia italiana. Chi lo sostituirà non sarà mai il “sergente di ferro” Mario Draghi. E le conseguenze possono sentirsi subito. Caimani, ministri del Tesoro, presidenti del Consiglio e giù giù fino ai coordinatori del Pdl non aspettano altro. Quando il gatto non c’è i topi ballano dice un vecchio proverbio appropriato alla circostanza. Noi temiamo proprio questo. Finora Mario Draghi ha dato all’Italia la certezza del controllo della finanza in un paese come il nostro che è pieno di imbroglioni. Non dimentichiamo che noi siamo il paese dei “furbetti del quartierino”, cioè da noi abbondano “ladri matricolati, truffatori, approfittatori e politicanti in vendita” (afferma Ermanno Rea nel saggio La fabbrica dell’obbedienza, Milano, Feltrinelli, 2011). Per non parlare del Capo del governo, quel Silvio Berlusconi che Rea definisce “fanfarone, puttaniere, enfatico, teatrale, arrogante, perfido, spaccone, bugiardo e, soprattutto, senza scrupoli”. Rea aggiunge un altro fatto. E cioè che questo Presidente del Consiglio, che ci ritroviamo sempre a temere per i suoi "colpi di testa" internazionali, è lo stesso individuo che agli italiani piace così com’è. I tanti imbroglioni, di cui vantiamo il numero più elevato del mondo amici delle migliaia di cricche e di finanzieri senza scrupoli dislocati nei centri di potere in tutta Italia, potrebbero approfittarne. Forse è proprio questo il motivo per cui Berlusconi ha gradito la sua nomina ed ha fatto di tutto per toglierselo di dosso. Chi vivrà, vedrà.

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