mercoledì 15 giugno 2011

Debito pubblico sempre in aumento. Possiamo fare qualcosa?

E’ noto che uno dei principali fattori economici che costringe gli italiani a vivere male, come se avessero un macigno sospeso sulla testa, è il debito pubblico. Siamo al 120% del Pil. In altre parole, per pagarlo interamente tutti i sessantamilioni di italiani dovrebbero rimanere “a digiuno” per più di un anno. Impossibile trovare tutta questa montagna di soldi. Ma il fatto più inquietante è che nessun governo fa nulla per diminuirlo. L’attuale governo, per esempio, l’ha fatto aumentare dal 105 % all’inizio del 2008 al 119% attuale. Ogni governo, nonostante aumenti le tasse e diminuisca le agevolazioni fiscali, fa aumentare il debito pubblico. E’ lecito supporre che sotto ci sia un imbroglio? D’altro canto ogni anno, nel periodo delle dichiarazioni dei redditi, l’8‰ viene devoluto dagli italiani quasi interamente alle religioni monoteistiche: Chiesa cattolica, Tavola Valdese, Unione Italiana delle Chiese Avventiste del Settimo Giorno, Assemblee di Dio in Italia, Chiesa Evangelica Luterana in Italia e Unione delle comunità ebraiche italiane. L’alternativa ci sarebbe, ed è quella di devolvere il nostro 8‰ allo Stato per diminuire il debito. L’idea che viene qui proposta non è nuova. Quello che è nuovo è il valore simbolico e la carica polemica che sottende: questo immenso debito pubblico, cari parlamentari, ministri e politici da strapazzo di questo paese, lo volete diminuire si o no? Se non lo volete diminuire permettete almeno che lo possano diminuire i cittadini che lo desiderano. Si permetta di utilizzare l’intera somma dell’8‰ indicata nel modello Unico per l’abbattimento del debito pubblico. E’ poco, ma almeno c’è un tentativo concreto di iniziare a migliorare la situazione. Naturalmente non sarebbe un obbligo ma solo una libera scelta del cittadino che desidera contribuire, con i propri soldi, ad aiutare lo Stato in modo concreto. Perché non lo si fa? Chi si oppone? E perché? Dobbiamo pensare male? Noi accusiamo l’attuale governo che non lo permette. E se potessimo prenderemmo quest’ultimo a sberle. Ma quelle vere, non quelle finte.

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