lunedì 20 giugno 2011

I dispensatori di odio sono ritornati.

Sono di nuovo in azione. Sono sempre gli stessi, più inferociti di prima, con molto appetito, ma sono sempre loro: gli scrocconi d’Italia. Adesso chiedono quattro ministeri al nord, la fine della missione italiana in Libia e il solito dividendo per gli autonomi del nord. Dopo tanto tempo si è sentita di nuovo anche la richiesta di secessione e il gioco è fatto. Sanno che non potranno essere accontentati ma ci provano lo stesso, così “piano piano, poco poco”, con molto rumore. Umberto Bossi a Pontida ha di nuovo strappato l’applauso con molto fumo ma poco arrosto. Questi i fatti e passiamo alle nostre opinioni. Il nulla condito con il niente. Un vero disastro politico questi uomini dalla camicia verde che pretendono che vadano al nord quattro ministeri e di quelli pesanti. Sono pessimi giocatori di poker che sanno solo rilanciare e cercare il bluff. Non irritano più come prima e ci ricordano quei lontani cugini che vengono da una città lontana, i quali con la scusa di rivedere i parenti si sistemano a casa vostra e pretendono che serviate loro pranzi succulenti e visite guidate in città. In cambio loro offrono solo i ricordi d’infanzia e le battute a pranzo. Celebre quella in cui con il piatto di portata in mano e il pollo fumante dentro vi chiedono se preferite la coscia o l’ala per poi darvi sempre l’ala qualunque fosse la vostra risposta. Più patetici di loro c’è il loro capo, che non è Bossi ma Berlusconi. In Parlamento lo votano sempre. Fanno il teatrino dicendo che potrebbero rompere l’alleanza con il Pdl in qualsiasi momento ma non ci crederebbe neanche un bambino, tanto sono interessati alla torta. Finirà come al solito: a tarallucci e vino. Non è gente seria. E soprattutto è gente volgare. Basta ascoltare i loro discorsi: non sanno dire due parole di seguito senza insulti e parolacce oltre al fatto più grave di tutti che è il seminare odio tra gli italiani. Qui sono bravissimi. Se ci pensate è incredibile che questa gente rozza e primitiva abbia tre ministri nell'esecutivo della Repubblica italiana e la chiave per la stabilità politica del paese sempre più minacciato dalla crisi greca.

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