lunedì 31 marzo 2008

Storia della vita e della morte del prof. Randy Pausch: l'ultima sua lezione e il sogno della sua vita.


Abbiamo saputo con ritardo che da qualche parte negli Stati Uniti un professore di informatica ha tenuto la sua ultima lezione all'Università prima di terminare. Qui il verbo "terminare" non sta per fine della lezione di quella settimana, oppure per fine servizio prima di "andare in pensione". Qui per terminare si intende morire. La lettura corretta dell'evento dunque è la seguente: il prof. Paush ha tenuto la sua ultima lezione prima di morire. Infatti, il prof. Paush a momenti morirà di cancro. La sua è la classica storia dell'americano medio che è riuscito nella vita. Ha avuto tutto. Ha avuto un ottimo lavoro di docente universitario; ha avuto una bella famiglia; ha avuto la solidità e la sicurezza economica. Ha avuto tutto quello che i giovani della middle class desiderano per la loro vita da buoni americani, tutti patria e famiglia. Ma tutto questo non potrà goderselo perchè gli sono stati diagnosticati ben dieci metastasi al fegato e i dottori gli hanno dato al massimo sei mesi di vita. Ha tenuto la sua ultima lezione in modo gioviale e allegro. Noi siamo stati colpiti da una frase, una piccola frase delle molte dette in questo ultimo saluto che ha voluto dare ai suoi studenti. Eccola. "In tutta la mia vita ho avuto il sogno di viverla come l'ho vissuta, perchè ho imparato di più nel perseguire questo sogno che dall'incapacità di realizzare il sogno stesso". Chi volesse seguire il suo sogno ecco il video nel quale si trova registrata la sua ultima lezione, che è una lezione di vita. Ciao simpatico e bravo prof. Bausch. Il mondo della scuola ti deve tanto. Il link è nel titolo del post.

domenica 30 marzo 2008

E’ solo una questione di tempo.


Questa mattina in Italia è entrata in vigore l'ora legale. Tra una cosa e l'altra mi sono alzato tardi. E' dura modificare le abitudini che riguardano l'ora del risveglio e l'ora del sonno. Avevo voglia di inseguire il tempo. Rincorrerlo, avvicinandomi sempre di più, stargli alle calcagna, braccarlo, e poi bloccarlo e incatenarlo alla mia stessa velocità. Ero tanto stanco che non mi sarei alzato per un bel po'. Se avessi dovuto inserire, nel mondo della scienza, la mia incapacità ad alzarmi l'avrei associata alla relatività di Einstein piuttosto che alla biologia di Leonardo. E avrei privilegiato la statica di Stevino alla dinamica di Newton. Così, questa mattina all'idea che il tempo era andato più velocemente del solito, facendo diventare uno dei due gemelli del paradosso della relatività più vecchio dell'altro di un'ora, mi sono sentito vecchio e stanco come un pensionato a riposo. Nulla a che vedere con la sensazione che si prova a leggere le gesta del ciclista nel bellissimo libro letterario-divulgativo di George Gamow, riguardante una delle due avventure di Mr. Tompkins nel meraviglioso mondo che si incontra se la velocità della luce è piccola. Mi ha sempre colpito l'idea che sia la bicicletta sia il ciclista alla guida sembrassero incredibilmente accorciati nella direzione del moto. Quella strana cittadina che prevedeva nel suo spazio-tempo che la massima velocità possibile della luce fosse appena trenta chilometri all'ora, permise a Mr. Tompkins di vedere gli eventi come se fossero osservati attraverso una lente cilindrica. Ed esclamò la celebre frase che “qualunque cosa in movimento rispetto a lui gli appariva accorciata chiunque fosse a pedalare. Era il mondo intorno a lui ad essere completamente accorciato”. Ecco, mi piacerebbe che fosse il tempo a mantenersi in relazione a me e non viceversa. “Ci penserò un po’ e poi deciderò”, dissi tra me e me. E intanto aspettavo che qualcuno in casa mi chiamasse per ricordarmi che era domenica e che se non volevamo fare tardi dovevamo fare in fretta. “Fare tardi o fare in fretta. Questo è il problema”, avrebbe detto Amleto se fosse stato al mio posto. Per conto mio volevo trasformare i mattoni dello spazio in mattini del tempo. E dovetti alzarmi controvoglia, subito, per non fare tardi. Chi fosse interessato al libro di Gamow ecco le coordinate bibliografiche: George Gamow, Le avventure di Mr. Tompkins, Bari, Edizioni Dedalo, 1995.

sabato 29 marzo 2008

I "vuoti" di programma dei due principali candidati alle elezioni 2008.

Non c'è alcun dubbio che la campagna elettorale del duo Berlusconi-Veltroni non stia avendo successo. I loro comizi sono sempre affollati. La gente partecipa con piacere a queste kermesse e apprezza moltissimo. Ci siamo posti la domanda se la loro attività comunicativa è, oltre che mediaticamente un successo, anche completa, come si chiede in questi casi a chi si candida a governare il paese. Con diversi accenti e sottili sfumature i due candidati evitano di trattare taluni argomenti. Infatti, alcuni temi politici non compaiono quasi mai nelle loro esternazioni. Convinti che la critica, e solo la critica, fa crescere le persone (siano essi politici o comuni cittadini) vogliamo criticare, con argomenti solidi, i due tour elettorali del duo Veltroni-Berlusconi. Ecco alcuni temi che non appaiono nei loro comizi. Ci sarà un perchè, o no?
-Perchè Berlusconi non parla mai nei suoi comizi di illegalità? Perchè non dice quali sono i suoi progetti di governo relativi alla lotta all'evasione e alle attività illecite? Perchè da Berlusconi non arriva mai una parola o un'idea contro la criminalità? Perchè mai un impegno concreto da parte di Berlusconi su questo tema? A causa di quale arcano motivo Berlusconi non manifesta l'esigenza di dare maggiore effettività e concretezza al principio dell'obbligatorietà dell'azione penale in un paese in cui lo sport nazionale non è il calcio ma il delinquere italico in ogni spicchio della realtà sociale ed economica? Perchè?
-D'altro canto, perchè Veltroni non parla mai nei suoi comizi del diritto di Israele all'autodifesa dagli attacchi palestinesi suicidi o con razzi contro i civili inermi? Perchè Veltroni non denuncia la negazione al diritto all'esistenza di Israele da parte del terrorismo palestinese ed islamico in generale? Perchè Veltroni non ha inserito nella sua lista qualche candidato di religione ebraica mentre lo ha fatto per la religione musulmana? Perchè?
-Perchè Berlusconi e Veltroni non parlano mai di politica estera? Perchè i temi internazionali sono i grandi assenti nella loro campagna elettorale?
-Qual'è la ragione per la quale i numerosi appelli del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sulle grandi e fondamentali scelte condivise cadono sistematicamente nel vuoto nei comizi dei due?
-Perchè entrambi i candidati non hanno mai detto una sola parola relativamente al delitto commesso dai politici di entrambi i loro schieramenti di avere affossato la scuola italiana? Perchè nessuno di loro parla mai di progetti concreti per migliorare l'apprendimento degli studenti italiani che sono diventati i più grandi somari d'Europa?
-Perchè mai Berlusconi e Veltroni non hanno mai detto che rivedranno radicalmente il codice penale a causa del suo depotenziamento sistematico perpetrato dai loro partiti a favore della criminalità?
Potremmo continuare ancora per molto su questi buchi di programma. Ma poi, siamo proprio sicuri che questi vuoti siano buchi di programma? O c'è viceversa il tentativo di nascondere le loro posizioni su questi temi eticamente così importanti?

venerdì 28 marzo 2008

I due motivi musicali del Pd e del Pdl: chi vincerà?



Abbiamo ricevuto più di una richiesta di pubblicare su questo blog i due motivetti elettorali che stanno spopolando su Youtube. Volentieri pubblichiamo i due link. Il confronto è aperto. Chissà che non battino Sanremo. PD-Veltroni e Pdl-Berlusconi.
PD-Veltroni è un simpatico video che mi muove musicalmente sulle note del celebre YMCA dei Village People, mentre Pdl-Berlusconi è un piacevole videoclip dell'inno della campagna elettorale del Popolo della Libertà la cui canzone è di Andrea Vantini.

mercoledì 26 marzo 2008

Pannella for Senatore a vita.


Il Responsabile della Comunicazione del Pd, Ermete Realacci, propone il radicale Marco Pannella Senatore a vita nella prossima legislatura. Questa la notizia di oggi. Piccola domanda: ma non è il Presidente della Repubblica che nomina, a sua discrezione, i Senatori a vita? E' proprio vero, a distruggere le poche cose buone realizzate con prudenza e tanti sacrifici bastano pochi ingredienti: un incauto e poco avveduto ambientalista messo nel posto sbagliato e tanta sua presunzione. Sembra che nel Pd di questi esemplari comincino ad apparirne troppi. Brutto segno per il Walter nazionale!

martedì 25 marzo 2008

Le bugie degli ambientalisti sul nucleare



Oggi ci interessiamo di un ex entusiasta della contestazione sessantottina. Si chiama Chicco Testa ed è un ricco manager che ha avuto successo prima in politica e successivamente nel mondo dell'industria. Perchè richiamiamo in questo blog la sua figura? Prima di rispondere alla domanda seguiamone la carriera. Fondatore dell'associazione ambientalista Legambiente ne è stato Segretario nazionale e poi Presidente.Nel 1987 viene eletto alla Camera dei Deputati, ricoprendo nel 1992 la carica di Capogruppo del PDS nella Commissione Ambiente. Dal 1994 al 1996 è Presidente dell’Acea di Roma, e presidente della Cispel. E’ Presidente dell’Enel da giugno 1996. Dal 1998 è membro del Consiglio di Amministrazione di Wind. Come si vede ha un curricolo di successo. Nel 1987 gli italiani votano il referendum sul nucleare, rifiutandolo. Chicco Testa in quegli anni fu contrario al nucleare e fu un sostenitore del referendum. Questi i fatti e passiamo alle opinioni. Due semplici osservazioni. La prima. Vogliamo dare atto a Chicco Testa di avere riconosciuto l'errore. Nel suo ultimo libro intitolato Tornare al nucleare? afferma che si, è necessario tornare al nucleare perchè oggi è la sola via per non rimanere tagliati fuori dallo sviluppo energetico nel mondo della globalizzazione. Gli riconosciamo il coraggio di avere riconosciuto l'errore commesso nella campagna di delegittimazione del nucleare di quegli anni infausti. La seconda. Prendiamo spunto dalla vita di Chicco Testa per chiederci: quanti Chicchi Testa, o per malafede (buona parte) o per ignoranza di competenze specifiche di fisica (quasi tutti), hanno sbagliato in quegli anni, per quella dannatissima campagna antinucleare che oggi ci penalizza nello sviluppo economico in modo a dir poco pericoloso? Quanti Dirigenti e Capigruppo della sinistra di allora (vecchio PCI, vecchio PSI, Radicali, Ambientalisti, Verdi, Brigatisti Rossi, Lottacontinuisti, ecc..) o per malafede o per ignoranza ci hanno portato nella situazione di disastro di politica energetica che ha oggi l'Italia? Quanti? Coloro che oggi per allora si dichiarano di sinistra dovrebbero vergognarsi per averci messo alla gogna in quegli anni di folle corsa alla deligittimazione dello Stato con solo bugie e propaganda marxista. Noi in quegli anni abbiamo cercato di convincere la gente che il nucleare era necessario. Ma siamo stati travolti dagli slogan vuoti e in malafede della sinistra. I nomi? Eccone alcuni: Mario Capanna, Luigi Manconi, Francesco Mattioli, Oliviero Diliberto, Armando Cossutta, Alberto Asor Rosa, Fausto Bertinotti, Sandro Curzi, Lucio Libertini, Sergio Garavini, Ersilia Salvato, Marco Rizzo, Rossana Rossanda, Luigi Pintor, Lucio Magri, Luciana Castellina, Valentino Parlato, Lidia Menapace e altri. Quella sinistra ancora oggi è presente nello scenario politico italiano. Si trova candidata a guidare l'Italia in un folle disegno di retroguardia: si chiama Sinistra Arcobaleno e il suo maggiore rappresentante è quell'insipiente Fausto Bertinotti che ha prodotto un sacco di guai al Paese. Ma pensiamo che i Bertinotti, i Giordano, i Pecoraro Scanio, i Diliberto, i Mussi, e tantissimi altri, con i nuovi schieramenti, finalmente, non potranno ricattare più nessuno! Amen.

lunedì 24 marzo 2008

L'incattivimento della politica e la degenerazione della democrazia.


L'Italia ha la più lunga campagna elettorale del mondo dopo gli USA. Siamo stufi di detenere i record del mondo all'incontrario. Sono mesi che sentiamo parlare ripetutamente e con un cicaleggio irritante di elezioni subito, di programmi elettorali, di liste di candidati e, soprattutto, sono mesi che vediamo in TV sempre le stesse facce, con gli stessi gesti, gli stessi tic nervosi dei candidati e degli opinionisti. La democrazia è questa. Lo sappiamo. Ma la democrazia è anche altro. E' sobrietà. E' modestia. E' senso dello Stato. E' sentirsi parte del tutto. E' essere a favore dello Stato e non contro. E' amore nel dare e nel contribuire a migliorare. E' partecipazione costruttiva. E' dialogo. E' disponibilità. La democrazia è anche stile e riconoscimento dei meriti altrui. E' collaborazione e ricerca del bene comune. La democrazia è, per contro, durezza contro i trasgressori della legge. Di questa cosa in Italia nessuno ne parla. Del fatto che la giustizia sia invisibile, inesistente, perchè viene calpestata ogni giorno da politici e magistratura nessuno ne discute. Da noi tutto è diverso dagli altri paesi. La democrazia è diventata egoismo, cinismo delle parti e dei giochi di potere. Insomma, la politica è diventata interesse privato, degenerazione della partecipazione e rissa nel confronto. La politica nel nostro paese è ormai ingordigia di potere dei candidati che vogliono tutto e subito. E' normale tutto questo? Inoltre è sorta, senza accorgercene, una corsa all'adulazione e una totale mancanza di dignità. La politica è gridata, urlata, violentata. E' diventata rumore e null'altro. Non finisce mai. E' un incubo! Per favore, mettete in moto la macchina del tempo e fate arrivare subito il giorno dopo del voto. Almeno non assisteremo più a queste vergognose campagne di degenerazione della democrazia.

sabato 22 marzo 2008

Veltroni pensa bene ma pratica male.


Sono solo i membri del Pdl e della Lega Nord a dare un brutto segnale di incoerenza nella campagna elettorale o c’è qualcun altro che in termini di contraddizione non è da meno? Vediamo un po’ la questione con delle domande. Dalle risposte si può capire se i quattro sono soli oppure in indulgente compagnia. Chi ha reso noto che sarebbe andato da solo alle elezioni e poi ha imbarcato i radicali nella propria lista e si è apparentato con il partito dell’Italia dei valori? Chi ha annunciato che il PD non avrebbe commesso l’errore di creare all’interno del partito le condizioni per un’ammucchiata di posizioni come per esempio quella in cui debbono coesistere i cattolici alla Binetti e i radicali alla Bonino? Chi ha detto che il PD non sarebbe caduto nel tranello di far entrare in collisione i componenti laici-libertari con quelli cattolici, a proposito dei temi etici come 1) la mappatura del genoma umano, 2) l’aborto terapeutico, 3) la procreazione assistita, 4) l'eutanasia, 5) il matrimonio fra persone dello stesso sesso, 6) la pillola del giorno dopo, 7) la diagnodi pre-impianto nella fecondazione assistita, 8) l’assistenza ai neonati estremamente prematuri, ecc..? Dunque, i problemi di incoerenza li ha anche Veltroni. Che poi i due super-candidati Silvio Prenditutto e Walter Salvatutto non sono la stessa cosa sul piano dell’affidabilità e della serietà, questa è un’altra storia. Ma la coerenza è una cosa diversa. Certo un miglioramento nel passaggio tra la banda di Prodi che aveva in seno il diavolo e l’acqua santa e il nuovo gruppo veltroniano c’è stato. La rottura col passato c’è, e si vede. Ma è necessario fare ancora molta strada. In ogni caso Veltroni provi, dopo il disastro politico di Prodi, a rappresentare l'interesse generale anzichè quello dei sostenitori e clienti regionali (Padania e Sicilia docet!) come ha sempre fatto Berlusconi che con Prodi è stato il vero responsabile della decadenza di questo paese.

venerdì 21 marzo 2008

Prima e dopo, ovvero dichiarato e smentito.





Eccoli qua, tutti e quattro col fiato corto. Umberto Bossi, Gianfranco Fini, Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi. Molti anni fa ci furono “i quattro dell’Ave Maria”. Adesso ci sono “i quattro del Detto e Contraddetto”, come li chiama il quotidiano Il Sole 24 Ore. Sulla vicenda Alitalia prima hanno detto tutto e poi il contrario di tutto. Non ci credete? Ecco le dichiarazioni e il relativo link sul giornale economico da dove abbiamo prelevato le dichiarazioni.
Umberto Bossi, Segretario Lega Nord il 17 Febbraio 2008: «È giusto vendere Alitalia ad Air France perché altrimenti fallisce. Ma bisogna salvare i lavoratori di Malpensa». Umberto Bossi, Segretario Lega Nord il 19 Marzo 2008: «Air France dovrà aspettare e trattare con il nuovo Governo. Prodi ha regalato non solo Alitalia ma anche Malpensa».
Gianfranco Fini, Popolo della Libertà il 19 Dicembre 2003:«La via per risanare Alitalia è la fusione con Air France; evitiamo però la guerra Fiumicino-Malpensa. Io preferisco Fiumicino». Gianfranco Fini, Popolo della Libertà il 20 marzo 2008: «Prima hanno detto che Air France era la sola via per salvare Alitalia. Poi abbiamo scoperto che l’hub sarà solo Fiumicino...».
Giulio Tremonti, Popolo della Libertà il 19 Marzo 2008: «Sì ad Air France, lo dice anche il presidente Berlusconi. È che non si fa così, da dilettanti allo sbaraglio». Giulio Tremonti, Popolo della Libertà il 20 Marzo 2008: «Se a fianco dell’ipotesi AirOne emergesse una cordata di industriali, anche non italiani, sarebbe un’ottima cosa».
Di Silvio Berlusconi non riportiamo neanche i commenti: sarebbero smentiti immediatamente dopo con la giustificazione che non è stato capito dai giornalisti.
Come credere loro? Mission impossible la definirebbe l’Economist il settimanale inglese che in copertina presentò Silvio Berlusconi con la didascalia : Inaffidabile. Lo è ancora?

giovedì 20 marzo 2008

A cosa serve la nostra scuola secondaria superiore?


Lo stato di cose che riguardano la scuola italiana, liceale o tecnica che sia, è semplicemente folle. E nessuno se ne accorge. Quei pochi che se ne sono accorti tacciono, perché sanno che la nostra è una scuola ormai fallita, peggio dell’Alitalia. Solo che qui non esistono cordate indigene che possano salvarla. Ormai è alla bancarotta. Ecco una serie di responsabili che l’hanno affossata.
I politici. I nostri politici sono personaggi assolutamente lontani dal mondo della scuola e dell’etica. La scuola si basa su un patto culturale e morale. Nella scuola italiana di oggi non c’è cultura perché i principali attori (gli insegnanti) che dovrebbero farla non la posseggono, né c’è etica perché i principali attori (insegnanti e dirigenti scolastici) che dovrebbero praticarla con la prassi quotidiana non ne sono capaci a causa del fatto che non sono abituati alle regole e ai principi di corretta convivenza civile. I primi a non permettere la coppia virtuosa "cultura ed etica" sono sempre stati i politici che hanno dato il cattivo esempio.
Gli intellettuali. Sono peggio dei politici. La ragione sta nel fatto che gli intellettuali vedono la scuola come un teatro dove picchettare tutti con le proprie convinzioni ideologiche. Sono diventati vuoti perché disprezzano le cose concrete. Diceva E. Fabri che “l’ideale educativo di tipo liceale degli intellettuali è compendiato nel tema: una dissertazione su ciò che non si conosce, o di cui si ha solo una superficiale infarinatura”.
La chiesa. Ha perduto una buona occasione per far rimanere fuori dalla scuola l’indottrinamento religioso. Lo pagherà caro in futuro, perché tra venti anni circa, quando la scuola italiana sarà piena zeppa di giovani immigrati islamici, si troverà a gestire un nuovo sessantotto. Con la differenza che lì si trattava di una ideologia perdente (quella marxista) che si sarebbe sfasciata da lì a poco. Lo abbiamo visto a distanza di 24 anni con la caduta del muro di Berlino. Qui si tratterà di una rivoluzione monoreligiosa vincente, in cui si trasformerà l’attuale Insegnamento obbligatorio della Religione Cattolica (IRC) in un peggiore insegnamento obbligatorio della Religione Musulmana (IRM). Voglio vedere cosa farà il Papa quando il 60% degli studenti sarà musulmano. Al Qaeda insegna.
Gli industriali. Hanno cercato di piegare il curricolo scolastico in un corso di formazione per l’industria. Volevano selezionare i migliori per regalarli al mondo industriale e finanziario. Hanno ottenuto esattamente il contrario: la totale impreparazione dei giovani italiani e l’incapacità delle nuove generazioni a fare industria competitiva.
Le istituzioni. Si sono visti gli effetti negativi di Province, Comuni e Regioni (non sono stati in grado di organizzare alcun curricolo regionale integrativo, nè di informatizzare le scuole e neppure di dotare le stesse scuole di laboratori urgenti nel mondo della globalizzazione). Un clamoroso disastro del territorio.
Case editrici. Hanno visto la scuola come un gigantesco mercato di libri dove ripianare i loro disastrosi bilanci con l’obbligo delle famiglie a comprare comunque i cattivi libri di testo. Mai letti e adoperati fino in fondo né dai docenti né dagli studenti, con le pagine traboccanti di foto accattivanti, con i caratteri colorati e ultimamente con i riferimenti di url da andare a scovare sul web, i libri degli editori italiani sono diventati testi di pessima qualità per motivi di sporco guadagno. Libri che sembrano enciclopedie, in cui c’è tutto quello che non serve e poco di quello che è necessario hanno piegato la schiena a molti giovani per portarli dal medico per i difetti della spina dorsale piuttosto che a forgiarli sul piano delle conoscenze e delle capacità. Niente a che vedere con i veri libri: dove non ci sono le figure e ci sono solo i concetti fondamentali e le idee forti delle discipline. Una autentica sciagura.
Gli insegnanti. Ovvero l’insuccesso totale di politici e sindacati messi insieme. I politici credevano di sindacalizzare tutti gli insegnanti. Invece a essere sindacalizzati sono stati pochi docenti e proprio i peggiori. I sindacalisti della scuola sono quegli insegnanti demotivati nella componente educativo-culturale e motivati solo a prendere per sé i vantaggi delle contrattazioni. Meschinità a ripetizione.
Le famiglie. Sono tra i principali responsabili del fallimento della scuola. Mai presenti nelle riunioni degli organi collegiali per discutere delle cose che non andavano nelle classi de iloro figli. Mai che hanno imposto decisioni a Presidi e Dirigenti scolastici per far funzionare meglio la scuola. Mai che hanno fatto manifestazioni contro le pochezze di molti insegnanti fannulloni. Hanno preteso solo che la scuola fungesse da baby sitter per i loro pargoli.
Gli studenti. Forse sono coloro che hanno meno responsabilità. Protetti dai loro genitori fino alla più totale ignoranza, custoditi dai bidelli che racimolavano qualche mancia da loro con in tasca 100 euro al giorno, coperti dai Presidi per impedire proteste e scioperi, aiutati colpevolmente dai docenti più impreparati che ne temevano le reazioni, sono tra coloro che dovrebbero essere mandati nel limbo. Ma le autorità ecclesiastiche lo hanno tolto. Quindi sono incolpabili. E dire che sarebbe stato facile ricondurli allo studio con un solo articolo di legge che avrebbe dovuto togliere validità legale al titolo di studio. Sarebbero rimasti a casa i somari e a scuola chi voleva veramente apprendere.
Che dire di più. Abbiamo ciò che ci meritiamo. Ovvero il peggio. Il meglio ce l’hanno gli altri.

martedì 18 marzo 2008

Quando si vuole essere a tutti i costi "prime donne".


Il leader del PD Walter Veltroni ha proposto di ridurre l'esagerato stipendio di deputati e senatori della prossima legislatura. Bene. Si tratta di una buona idea. Ma la sua proposta provoca critiche a destra e a sinistra. Questa la notizia di oggi. E passiamo alle opinioni. Che ci sarebbero state critiche alla proposta era facile prevederlo perchè l'italiano medio davanti al denaro non scherza. Ma che a criticare Veltroni sia stato l'On. Calderoli della Lega Nord ci sembra una conferma alle contraddizioni di un partito regionale che ha vocazioni retoriche e nulla più. “Veltroni mi ha copiato” ha detto Calderoli. E ammesso che fosse così, che cos'è più importante il "non copiare" un'idea buona o il "non metterla in pratica" eliminando l'ingiustizia? Invece di essere contento di avere dato al candidato leader del Pd una buona idea, il non certo pacificatore Caldaroli preferisce che la proposta non diventi legge pur di non vederla associata al nome del suo "peggior" nemico. Vai a capirli questi della Lega Nord.

lunedì 17 marzo 2008

I valori "non negoziabili" della Chiesa cattolica.

Il Governo cinese ha dichiarato che reprimerà, in modo fermo e risoluto, qualunque tentativo dei monaci buddisti di destabilizzare il Tibet. Il Governo cinese ha aggiunto che non tollererà interventi esterni nelle proprie faccende private. Gli ha fatto immediatamente eco il Vaticano che a proposito della repressione in Tibet ha fatto sentire il suo "rumoroso silenzio". Mai la Chiesa Cattolica era stata criticata con accuse di connivenza, fuorchè il caso famoso del colpevole silenzio di Papa Pio XII di fronte all'Olocausto.

martedì 11 marzo 2008

Aumenti di produttività e uguaglianza nel lavoro.


«Produciamo valore. Rivogliamo la vita. Vendetta per i precari». Questo il graffito che abbiamo letto su un vecchio e scrostato muro di Roma. Ci ha colpito la profondità del messaggio e la scelta delle parole. All'autore non deve essere stato piacevole scriverlo. Lo avrà fatto probabilmente in un momento di rabbia ma anche di grande consapevolezza dei suoi diritti e di se stesso. Essere precario deve essere una condizione di vita letteralmente devastante. Finiamola con la retorica. Non si può più rimanere semplici spettatori indifferenti alle altrui disgrazie. Al di là delle richieste sindacali, quasi sempre sterili e inutili di eliminare la precarietà nel lavoro, non è umanamente possibile non riconoscere al lavoratore precario il diritto di avere un posto di lavoro che dia certezze per il futuro. Il potere politico, di sinistra e di destra, ha una gravissima responsabilità nell'avere prodotto una situazione del genere che è immorale e insostenibile. E’ impellente pertanto intervenire subito, in maniera energica e senza mezze misure. Due sono le possibili risposte della politica. O si diventa tutti precari (ma proprio tutti, compresi noi) o si creano degli ammortizzatori sociali obbligatori a carico della collettività in grado di assicurare al precario la certezza del salario e la sicurezza del suo futuro. In entrambi i casi deve essere chiaro che a pagare non possono non essere che coloro che hanno la ricchezza. Va da sè che per pareggiare l'aumento di spesa, rimane inteso che i fannulloni devono essere licenziati. I francesi hanno insegnato al mondo il senso della Rivoluzione francese con tre parole famose: Liberté, Égalité, Fraternité. Noi avremmo aggiunto anche Solidarité e ci sentiamo di suggerire tre idee prelevate da quel muro e opportunamente riadattate: Produrre valore. Ridare la vita. Aiutare i precari. Non esiste una scorciatoia. Non esiste un'altra soluzione. Lo impone la nostra coscienza.

lunedì 10 marzo 2008

Il Pdl, ovvero la casa di Ciarrasconi o di Berlupico?

Giuseppe Ciarrapico, candidato al Senato per il Pdl, dice che lui sta con Silvio Berlusconi ma non ha mai rinnegato il fascismo. Poi si corregge e afferma che la sua è una posizione coerente con la Costituzione repubblicana. Se questo non è il circo di Barnum (Phineas Tylor Barnum), diteci, cos’è il Pdl di Berlusconi che fa convivere repubblica e fascismo; fondamentalismo cattolico e laicità; leghismo e unità del paese; federalismo e centralismo berlusconiano; ebraismo e cristianesimo; milanesità e romanità; camicie azzurre e nere; brambillismo e mussolinità; il noi della Casa delle libertà e l'io io di Berlusconi, e chi più ne ha più ne metta. Ammazzate! che coerenza ha il Silvio nazionale. Non è che alla fine chi troppo vuole ... nulla stringe?

domenica 9 marzo 2008

Prodi chiude con la politica italiana.


Prodi lascia la politica. Dice che "Il mondo è pieno di occasioni e doveri". Non lo mettiamo in dubbio. Ma perché queste occasioni non le ha trovate prima? Sicuramente ci avrebbe privato di alcune pessime leggi fatte approvare dal suo ultimo Esecutivo, come quella dell'indulto, quella dell'eliminazione del gradone pensionistico, del supercontratto agli insegnanti senza alcuna contropartita, ed altre ancora. Il suo fallimento? Il tentativo di sintesi fra comunismo e cattolicesimo. Una cosa da '68. Ma lui non è stato quello che diceva: "Dureremo cinque anni"? Era un dovere mollare prima e non lo ha fatto. Adesso è troppo tardi.

giovedì 6 marzo 2008

L’On. Mastella rinuncia a presentarsi alle elezioni.


Il Ministro della Giustizia, On. Mastella ha dichiarato che non si candiderà alle prossime elezioni. Questa la notizia e adesso passiamo alle opinioni. Confessiamo di avere delle opinioni molto brutali e passionali su questo Individuo, che noi consideriamo uno dei principali affossatori dell'ultima legislatura politica e del destino dell'ultimo governo. E non solo. Lui dichiara di essere vittima di una “manipolata disiformazione e di una scientifica operazione di linciaggio morale”. Meno male che si è accorto che qualcuno su di lui aveva qualche serio dubbio. Certo, di dubbi ce l’ha la magistratura che lo sta indagando per una serie di gravi reati. Ma ce li abbiamo anche noi che abbiamo capito chi è 'o Ministro di Ceppaloni. Si tratta di un trasformista di bassa lega che ha lucrato per anni nel gioco di Palazzo facendo il ballerino delle coalizioni: una volta con Berlusconi, una volta con Prodi, e poi di nuovo con Prodi e l'altra con Berlusconi. Ma l'ultima volta, cioè ieri, Berlusconi non l'ha voluto perchè dice che i suoi sondaggi hanno appurato che gli avrebbe fatto perdere 12 punti. Che vergogna! Il nostro giudizio su di lui è pesantissimo. Questo Signore, che ancora pensa democristiano come trenta anni fa, che dice a chiare lettere che il suo impegno in politica si esplicita nel “sistemare” i suoi amici e paesani è un individuo che merita di essere disprezzato e tenuto in nessun conto perché riassume dentro di se tutti i difetti dell’uomo politico meridionale. Con la sua vergognosa e puzzolente opera politico-ricattatoria ha fatto approvare l’indulto in Parlamento con il quale ha aiutato i delinquenti e i lestofanti già condannati a uscire dalle carceri e ai soggetti sotto processo a farla franca. Cosa pensare di un individuo del genere? L’intero paese lo considera un uomo nero da cui liberarsi perché ha fatto cadere il governo Prodi colpendolo alle spalle con il classico e vigliacco colpo alle spalle. Noi che siamo sempre stati critici con il Sig. Prodi riconosciamo tuttavia che non meritava di cadere per colpa di un volgare mercante di poltrone. Adesso, Clemente Mastella, respinto dal raggruppamento di centrodestra e di centro, nonché vilipeso dai suoi stessi ex-compagni di cordata, raccoglie ciò che ha seminato: il pubblico ludibrio. In lombardo, il giudizio su di lui è breve ed efficace: ma vada via ....

mercoledì 5 marzo 2008

Veltroni e Berlusconi fax-simili?


L'attuale campagna elettorale sta diventando sempre di più il teatro dei colpi di testa. Non abbiamo capito, però, se a prendere colpi sono i due supercandidati Silvio e Walter (Casini li chiama Veltrusconi) oppure siamo noi, poveri cittadini, che ogni giorno che passa vediamo giocare i due supercontendenti alla minaccia di nuove elezioni se uno dei due non prenderà la maggioranza dei voti. "Se la maggioranza al Senato non sarà ampia andremo di nuovo alle elezioni" dice Berlusconi. Gli fa eco Veltroni che risponde: "se non avremo una maggioranza forte si dovranno fare prima le riforme e subito dopo di nuovo al voto". Dunque, i due supergigolò della politica italiana giocano alle elezioni. Ci hanno preso gusto e non vogliono mollare il giochino dell'attenzione mediatica sulle loro figure. E intanto il paese va a rotoli. La gente continua a non riuscire ad arrivare a fine mese, le famiglie monoreddito con figli hanno avuto il contentino di sgravi fiscali per non più di vergognosi 10 euro mensili, la spazzatura continua ad aumentare implacabilmente nella città del Vesuvio, gli operai continuano a morire sul lavoro più della prima guerra mondiale e i ricchi continuano ad ingrassare sempre di più a spese dei poveri. Dopo le vigliaccate legislative del governo Prodi (tra le tante ne elenchiamo solo due : supercontratto agli insegnanti di 164 euro senza alcuna contropartita ad asini o eruditi ed eliminazione del gradone pensionistico per andare in pensione che non è più a 60 anni ma, come i gamberi, ad appena 58) adesso abbiamo il governo super-freddo-glaciale-ibernato pre-elettorale, in cui i parlamentari si sono fatti la loro bella leggina ad personam ,chiamata decreto milleproroghe con la quale si sono staccati, a nome del loro partito, un succulento assegno di centinaia di milioni di euro per i prossimi anni. Cose mai viste.

martedì 4 marzo 2008

L’ambiguità della campagna elettorale di Berlusconi.


Nella campagna elettorale in corso c'è un grande assente. Si tratta della "coesione nazionale", ovvero del "fattore I", dove I sta per italianità, che può far diventare grande o piccola la nostra nazione. Ebbene, mentre per il candidato Veltroni il problema non esiste, lo stesso non si può dire del suo avversario che allegramente e ambiguamente riesce a far convivere negli apparentamenti elettorali non una, ma addirittura, due Leghe, la Nord e la Sud. Comprenderete pertanto la curiosità che aleggia su questo tema che desideriamo approfondire, ponendo alla nostra attenzione una riflessione del tipo: di quali strumenti intende avvalersi il più quotato attore nei sondaggi della campagna elettorale 2008 per modificare il senso dello “stare insieme” degli italiani nella società del prossimo futuro? Questa è la domanda che poniamo, prima come cittadini e in seguito come elettori, al più grosso calibro della politica italiana di questo momento, ovvero al Sig. Silvio Berlusconi che ci sta prendendo impudentemente in giro. Vogliamo criticare il modo narcisista di fare politica di questo Signore che è uno dei principali soggetti dell’attuale campagna elettorale svolta all’insegna dello slogan “Alzati Italia”. Una sola è la domanda alla quale vorremmo che lui rispondesse perché dalla risposta si capirebbe subito che con l’attuale modo di fare propaganda lui non è in grado di risolvere il “problema Italia”. Eccola: «sono ancora attuali gli elementi di cui è fatta la nazione»? In altre parole, lungo il solco costituzionale il tessuto che lega il popolo italiano alla sua storia è ancora sano e riesce a tenere o si è ormai logorato a tal punto che è in dubbio la sua stessa esistenza? Per fare un esempio concreto siciliani e lombardi, alla luce della presenza dei due movimenti autonomisti di Bossi e Lombardo, sono da considerare ancora cittadini dello stesso Stato con valori, tradizioni e radici comuni o sono da considerare definitivamente dei separati in casa che non vedono l’ora di andarsene per conto proprio? Noi pensiamo che la politica fin qui seguita dai partiti italiani dalla caduta del muro di Berlino ad oggi, e in particolare dal centrodestra, ci insegna che il quadro dei valori e le radici comuni sono venuti irrimediabilmente meno in modo inarrestabile e irreversibile e i principali attori sul terreno dei localismi non aspettano che il momento giusto per attuare un piano di frantumazione dello Stato che collassando permetterà loro il “rompete le righe” e andarsene ognuno per conto proprio. E’ perfettamente inutile richiamare il pericolo che le diverse Leghe politiche italiane producono a questo riguardo. Il rischio è che fra qualche lustro al peggiorare della situazione ambientale, sanitaria, economica, sociale, morale e istituzionale, la politica nazionale porterà il paese a decisioni estreme e la nazione, così come è uscita dalla seconda guerra mondiale, non terrà più. Da una parte i separatismi e dall’altra le spinte centrifughe dovute agli egoismi regionali provinciali e comunali prenderanno il sopravvento e l’unica strada percorribile sarà la frantumazione dell’idea di nazione. Non ci credete? Gli indicatori ci sono tutti a testimonianza dell’azzardo che stanno provocando i Signori delle tessere del centrodestra e della Lega di Bossi, che in questi ultimi mesi hanno rialzato la testa. Eccoli.

In primo luogo, il pessimo funzionamento della macchina della giustizia, nella doppia accezione civile e penale, porterà i cittadini a non credere più all’idea di una magistratura nazionale in grado di risolvere il problema della convivenza civile perché impotente o inefficace. Quante persone, per esempio, da anni non si sono più rivolti a un giudice e pur avendo ragione hanno preferito pagare di persona pur di non imbarcarsi in cause civili che durano venti anni?

In secondo luogo, il venir meno del senso etico e morale della vita nazionale porterà all’imbarbarimento della vita sociale. In questa situazione la criminalità organizzata dilagherà ancora di più in modo inarrestabile e crescerà a dismisura il grado di esasperazione della gente. Nessuno ormai più pensa che chi commette un delitto pagherà alla società il suo debito. Al contrario, assistiamo a casi intollerabili, in cui per esempio il carnefice non fa più galera e libero dalla carcerazione, per indulto o per decorrenza dei termini, può divertirsi a infastidire a suo piacere i familiari della vittima dal bar sotto casa sua.

In terzo luogo, il venir meno del senso positivo e propositivo della vita nazionale italiana porterà sempre più verso l’imbarbarimento dei rapporti sociali. Il significato di ciò sarà un continuo ricadere nell’individualismo e nel consumismo più cinico ed egoista immaginabile.

In quarto luogo, la mancanza di un sistema scuola in grado di creare cittadini autentici sul piano culturale, etico e morale affosserà sempre più le aspettative di convivenza civile e di sviluppo della società. Le nostre scuole dove non esistono più né il vero apprendimento, né la vera socializzazione sono sempre più preda dei bullismi, nullafacentismi, assenteismi, improvvisazionismi e chi più ne ha più ne metta. Facciamo anche qui un esempio, rilevando che la mancanza di strumenti linguistici adeguati di tipo culturale che la scuola dovrebbe insegnare ai giovani italiani è proverbiale e siamo famosi nel mondo per non riuscire a parlare nessuna lingua, nemmeno la nostra, in modo dignitoso e comprensibile.

Infine, andiamo sempre di più verso una economia e un sistema finanziario truccato da norme legislative fatte dai più forti a spese dei più deboli. A Berlusconi non costa nulla imporre ai propri parlamentari di votare una legge ad personam. L’ha già fatto nel passato quinquennio, lo farà nel prossimo se sarà eletto. Per esempio, i cittadini consumatori non sono tutelati adeguatamente, le lobbies fanno affari e strozzano l’economia, il tifo violento allontana i giovani dallo sport, il degrado sistematico e la mancanza di accettazione di codici di comportamento fanno il resto.

Per tutte queste ragioni siamo perplessi quando ascoltiamo il Signor Mediaset ovvero il contendente più rappresentativo dello schieramento politico italiano che parla d'altro. Prima parla dell’abbassamento delle tasse alle imprese e ai ricchi come se di per sé questo solo fatto potesse risolvere i problemi di concezione della vita e della società degli italiani, e poi aggiunge ossessivamente fino alla noia che i comunisti nello schieramento avversario sono rimasti al potere. Come dire: "sei sempre lo stesso e le ricette che proponi non sono portatrici di nessuna terapia in grado di aiutare la nazione a risollevarsi". Il Signor TV è, in questo settore, deficitario e nel paese con la sua eventuale elezione non cambierà nulla. Parole ambigue e sottrazione di responsabilità sono le parole d’ordine di questa sua campagna elettorale. E attenzione, che abbiamo evitato accuratamente di parlare anche degli altri consoci, come i leghisti verdi della cosiddetta Padania. Là le ricette sono ancora peggiori. Poveri noi.

lunedì 3 marzo 2008

Traduzioni Italiano-Russo-Arabo.

Le traduzioni: questo oggetto misterioso.

Il mondo contemporaneo ha bisogno di comunicazione. La globalizzazione prevede un mondo senza confini. Internet e le tecnologie della rete fanno il resto. Non è più possibile rimanere chiusi nel ghetto della propria lingua. Dunque, diventa necessario comunicare con altri mondi, altre culture, altri stili di vita, altre tradizioni. L'Italia è un paese aperto che possiede un grande patrimonio storico di cultura e di lingua. I popoli arabi e russi non sono da meno. Tutti e tre i popoli possono e devono convivere insieme in pace, accomunati da tradizioni di cultura e di amicizia. Manca però lo strumento della comunicazione che è la lingua. Questo sito si propone di aiutare coloro i quali desiderano comunicare con gli altri senza conoscere la loro lingua.
Qui si parla di traduzioni di testi nelle tre lingue internazionali: araba, italiana e russa. Abbiamo la fortuna di avere le competenze per saper tradurre testi dall'Italiano all'Arabo e viceversa; dall'Italiano al Russo e viceversa; dall'Arabo al Russo e viceversa.
Precisiamo subito che le traduzioni di testi e siti web che si offrono attraverso questo blog non sono di tipo informatico. La proposta che viene fatta è di traduzioni che rispecchino il profondo e radicato significato del testo, sia esso italiano da tradurre in arabo o arabo da tradurre in italiano, sia italiano da tradurre in russo o russo da tradurre in italiano. Dunque, nessuna traduzione automatica ma un certosino lavoro di adeguamento del testo alla realtà della lingua nella quale si desidera comunicare. Sono possibili personalizzazioni di qualunque genere. Per informarsi su una o più traduzioni, la via ordinaria è un contatto iniziale per posta elettronica.
Per informazioni contattate: agatininu@gmail.com

sabato 1 marzo 2008

Il turista senza comunicazione.


Mondi separati. Mondi isolati. Mondi ostili. Appaiono così i paesi, le città, i gruppi etnici, le tribù con i quali, per necessità, si deve interagire ma dei quali non si conoscono lingua e tradizioni. E’ una condizione da disperati quella di dover vivere in un paese straniero di cui si ignora lo strumento della comunicazione, cioè la lingua. Ecco l’ammonimento: guai a coloro i quali non sono riusciti a imparare una lingua straniera nella propria vita. Tutto sarà loro più difficile non una ma cento volte di più. Andare all'estero in un paese in cui non si parla la lingua del posto significa essere condannati alla totale separatezza, alla differenziazione, alla generale ghettizzazione, al completo isolamento, all’emarginazione. E' una condizione deprimente, portatrice di stati d’animo avvilenti quella che vive colui il quale non conosce le lingue ed è costretto a vivere, per bisogno, in nazioni in cui la lingua è un’estranea, costituisce un baratro di divisione, di incomunicabilità, di marginalità. Zero in socializzazione e difficile interazione con gli altri, anche nei rari momenti di acquisto di un dentifricio in un supermercato o di un biglietto dell’autobus, è la norma per chi ignora le lingue. Chi non conosce le lingue straniere è costretto a ripiegare su se stesso, a non apparire, a rinunciare alla propria identità e a non essere se stesso, in una semplice doppia parola è costretto a «non vivere».
Riuscire a comunicare con gli altri, a chi non conosce una lingua, è pertanto l’equivalente di un sogno, di un miraggio intenso quanto l’intera vita vissuta fino a quel momento, del desiderio più grande della vita. Conversare con gli indigeni di un paese straniero, diverso dal nostro, apparentemente impenetrabile non è “una” conquista ma è “la” conquista, straordinaria in tutti i sensi per chi vive la condizione dell’immigrato o anche del semplice turista. Girare per le strade di una città situata a una diversa latitudine dalla propria è sempre stato affascinante da tutte le persone curiose che amano scoprire differenze e confrontare stili di vita disuguali. Ma al tempo stesso è una tortura e una violenza se non si conoscono i segni, i simboli, i caratteri della lingua del posto. Anche la semplice operazione di lettura del menù di un ristorante diventa un rebus, una crittografica e chiusa lettura gastronomica, una indecifrabile e sconclusionata messe di segni senza significato o, peggio, falsi amici che ti invogliano a chiedere fiaschi per ottenere spesso fastidiosissimi e inservibili fischi. I giornali locali vengono sistematicamente evitati per l’incomprensibile frasario presente in essi. La televisione viene vista solo per le immagini e le musiche, quasi mai per comprendere il senso dei messaggi e delle informazioni ivi presenti. La radio sembra una fastidiosa voce gracchiante senza valore. I mezzi di trasporto vengono presi con circospezione, per il pericolo di un imprevisto e improvviso annuncio all’altoparlante di cui non se ne capisce il significato. Il mondo si rimpicciolisce, diventa incomprensibile, indecifrabile, impenetrabile. E non si vede l’ora di rientrare. Dio è stato veramente cattivo con l’uomo, non per avere tolto ad Adamo ed Eva il Paradiso, ma semplicemente perché per punire il suo peccato di presunzione gli inflisse il castigo peggiore, inimmaginabile, introducendo le lingue e trasformando ciò che prima era comprensibile in una babele di oscurità e di isolamento. Per quanto ingrato l’uomo, probabilmente, non meritava tanto tormento.

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