mercoledì 26 novembre 2014

Ebraismo e islam: si vuole continuare a far finta di niente?


Non se ne può più. A cicli temporali sempre più brevi la contrapposizione violenta tra i due popoli, l'ebraico e il palestinese, continua inesorabilmente a crescere. Non si contano più i fatti che creano nell'opinione mondiale sconcerto, angosce e preoccupazioni. Il livello dello scontro tra i due popoli ha raggiunto picchi di inaudita violenza e urge correre ai ripari. La comunità mondiale finora non ha mai voluto aiutare i due rivali, veri e propri nemici, a risolvere il problema. Per ragioni più o meno legate a interessi politici, strategici, militari, economici e di potere lo scontro non solo non è diminuito ma addirittura è aumentato. Ne sono testimoni gli ultimi fatti relativi sia al lancio di centinaia di missili terra-terra da parte di Hamas e sia il tentativo dell’attuale premier israeliano Netanyahu di sfruttare, per ragioni elettorali, nientemeno che il cambiamento della Costituzione israeliana nel punto che dovrebbe togliere la parità di diritti ai cittadini non ebrei. Che vogliamo fare noi europei far finta di niente e continuare nella politica ottusa dello struzzo? Lasciamo stare gli USA che non hanno mai voluto risolvere il problema, soprattutto nei decenni passati quando avevano il monopolio mondiale della politica dopo la caduta del muro di Berlino, lasciamo stare anche la proposta, la meno sbilanciata di tutte, della monarchia dell’Arabia Saudita, ma l’Europa, la famosa Unione Europea come mai è stata latitante e continua a latitare? Cerchiamo di fare chiarezza. Partiamo come premessa dall’idea che il problema è veramente di difficile soluzione per la evidente ragione che ci sono di mezzo due religioni, di quelle che non scherzano in fatto di ideologia e di fanatismo, che sono l’ebraica e la musulmana. In periodi molto lontani anche quella cattolica è da considerare fra queste. Si sa che quando ci sono conflitti teologici la ragione smette di essere presente nelle menti anche di persone veramente equilibrate. Dunque, il vero problema sta qui. Se si vuole iniziare veramente a risolvere il problema si deve cercare di trovare una proposta prescrittiva al di fuori della religione da imporre ai due contendenti, basata su due Stati, due Popoli e una sola Pace che deve essere fatta propria dalle organizzazioni internazionali, in primo luogo dalle Nazioni Unite e a seguire da tutte le altre. Noi siamo del parere che se USA, Cina, UE, Russia, Leghe e Organizzazioni variegate di tutti i continenti, si mettessero d’accordo su una soluzione equilibrata che partisse dall’idea che la contrapposizione è dannosa per il mondo intero e che entrambi devono (non dovrebbero) cedere qualcosa e “pagare pegno” abbandonando convincentemente alcuni valori a loro parere “non negoziabili”, la soluzione è a portata di mano e tutto cambierebbe. Dunque, qui ci sono responsabilità precise di tutti gli Stati che non vogliono risolvere il problema. In questo caso, per favore, si assumano le loro responsabilità. Noi speriamo che l’UE attraverso il suo Alto rappresentante per la politica estera se c’è” batta un colpo” e si dia da fare per introdurre la questione e far imporre, ripetiamo, imporre ai due soggetti riottosi, ottusi, ostinati, litigiosi, nemici della pace mondiale, la Risoluzione che l’ONU dovrebbe imporre. Sia chiaro: noi non siamo né a favore del governo palestinese, né a favore del governo israeliano. Anzi, siamo contro entrambi perchè la loro semiticità invece di essere un valore è purtroppo un ostacolo. Noi riteniamo che i due governi, con i loro "capi e capetti" politici, siano responsabili della continuazione di una guerra che fa male a tutti, anche a noi stessi che scriviamo queste poche righe. E’ da anni che desideriamo andare per turismo a visitare il loro bel paese, a portare loro la nostra simpatia e la nostra amicizia per le loro belle tradizioni che si riferiscono alle loro lingue, alla loro laboriosità, alla loro musica, alla loro arte, alla loro narrativa, alla loro cucina, alla loro gastronomia e a tutto ciò che entrambi hanno fatto e potrebbero fare benissimo in più nel mondo della cultura, delle lettere, delle scienze, proponendo una quantità enorme di conoscenze e di prodotti di cui noi europei e dell’intero pianeta siamo affamati. Invece che fanno? Ci propinano sempre più violenza, cieca contrapposizione, brutalità, maltrattamenti di tutti i tipi e fanno vincere i peggiori istinti fatti propri nei loro paesi dagli estremismi che tengono in ostaggio il mondo. Ma possibile che gli organismi internazionali e la nostra UE siano così ciechi? Noi siamo a favore di due popoli, due Stati e una sola pace, una pace vera non da furbetti. Al rifiuto dei due duellanti di accettare l’imposizione internazionale della pace si facciano seguire sanzioni terribili ai due popoli, non a uno solo, isolandoli entrambi dal contesto mondiale. Provare per credere.

lunedì 24 novembre 2014

L’imbroglio dell’informazione italiana.


Eccoli là pronti all'imbroglio mediatico. Sono i media italiani, ovvero Lor Signori del giornalismo nostrano che, all'indomani della vittoria del Pd alle elezioni regionali di ieri, si stanno scatenando su una presunta sconfitta del partito di Renzi accusato di non avere vinto se non con una forte astensione dei cittadini. Dunque, se non abbiamo capito male, il Pd è riuscito ad eleggere, con maggioranze bulgare, i due governatori delle due regioni col pieno dei voti ma secondo Lor Signori ha perso. Strano modo di fare informazione questo. Molti i commentatori politici - a nostro giudizio da strapazzo - affermano in coro che la clamorosa astensione "mette in sottordine la presunta vittoria dei candidati del Pd. […]Nessuno può nascondere il dato incontrovertibile da vero e proprio buco nero che risucchierà tutte le altre considerazioni “ (La Repubblica"). “Regionali: gli italiani stanno a casa ma Renzi fa finta di nulla e gongola” (Il Giornale). Se non è disinformazione questa diteci per favore quando è che un giornale disinforma. Noi abbiamo sempre ripetuto che Renzi non ci convince. Improvvisa e cambia idea velocemente e frequentemente. Ma noi al contrario di Eugenio Scalfari, ormai non più lucido come quando faceva il giornalista, riconosciamo che il premier colma il vuoto più assoluto di personalità politiche che mai l’Italia abbia avuto dalla seconda guerra mondiale ad oggi. Così facendo gli organi di disinformazione mettono sullo stesso piano il vincitore Renzi, gli sconfitti Grillo e Berlusconi con l’altro vincitore di minoranza Salvini. Ma che modo è questo di commentare la vittoria del Pd? Dov'è l'onestà e la obiettività dei direttori di giornale? La verità è che tutti, ma proprio tutti, non hanno capito che gli italiani vogliono essere governati da qualcuno che non ruba, che se ne infischiano delle ideologie e badano alla velocità con la quale vengono fatte le riforme. Bene. Avanti così, cara disinformazione giornalistica italiana. Ci ricordi gli astrologi, che indovinano sempre l'oroscopo anche quando prevedono una giornata di pioggia ma esce il sole da tintarella. Così imbrogliate i lettori cari sfrontati.

giovedì 20 novembre 2014

Sospetti di «minoranza vincitrice» in Vaticano.


Abbiamo più volte manifestato il nostro entusiasmo per papa Francesco. Non ci sono dubbi che finora è stato un grande Papa e, forse, lo confermerà in futuro. Tutto nasce dalla dichiarazione sui gay quando disse testualmente: “ chi sono io che posso giudicare un gay”? Tuttavia anche i grandi papi hanno le loro imperfezioni e le loro inadeguatezze. Fino a qualche mese fa, nonostante i nostri sforzi, non siamo stati in grado di trovare alcunché da ridire su di lui. Nelle ultime settimane però papa Francesco è ritornato ad essere un terrestre mostrando, in due casi precisi di attualità, aspetti del suo pensiero sui quali sta recuperando la tradizionale normalità di un papato tradizionalista. Se ce la mette tutta e continua su questa strada è possibile che diventi un papa normale come i suoi predecessori. Ancora non si trova in queste condizioni ma forse, per necessità, sta mutando pelle. In breve ecco i due fatti che ci hanno profondamente deluso. Primo fatto: l’obiezione di coscienza in tema di interruzione di gravidanza e di fecondazione assistita. Papa Francesco ha definito coraggiosi i medici obiettori di coscienza. Ricordiamo per dovere di cronaca che la percentuale di obiettori sfiora l’80% del totale dei medici. Si possono chiamare coraggiosi degli operatori che in così tal numero disattendono clamorosamente una legge dello Stato? Non sarebbe più giusto chiamarli quanto meno “irrispettosi” se non addirittura “arroganti”? Secondo fatto: l’ergastolo è una condanna a morte nascosta. Capiamo che un papa si schieri contro la pena di morte ma schierarsi così incautamente a favore di criminali crudeli che commettono reati efferati, magari contro bambini, donne e anziani indifesi, che senso ha? Ricordiamo poi che in Italia il carcere è ormai diventato un optional e che con le leggi permissive che ci sono ormai nessuno fa più di pochi anni di galera. Che la minoranza ruiniana all’interno del Vaticano stia cominciando ad ottenere risultati concreti esattamente come sta facendo la minoranza bersaniana di sinistra all’interno del Pd ormai è sotto gli occhi di tutti. Ma cambiare di 180° come ha fatto il premier Renzi non è troppo? Chi vivrà, vedrà.

lunedì 17 novembre 2014

Fra l’incudine e il martello all’italiana.


“Quando niente e quando troppo”. La protesta? Alcune volte non c'è, altre volte è troppa. E’ il male della politica italiana e dei suoi sostenitori, sempre orientati a servire non la comunità ma solo gli interessi del proprio orticello. Due fatti che ora commenteremo. Il primo a Treviso: calci e pugni all'autista di un autobus pubblico che aveva chiesto il biglietto ad alcuni ragazzi. L'articolo si conclude in modo pilatesco e insopportabile : "un'auto della polizia ha accompagnato all'ospedale l'autista". Una vicenda che meriterebbe tanta attenzione sulle ricadute sociali, psicologiche ed educative dell’intera comunità trevigiana ma anche nazionale che viene liquidata con una conclusione che lascia l’amaro in bocca, sinonimo di incapacità a saper reagire nei casi preoccupanti che minano la sopravvivenza ordinata della società. Niente riflessioni sul perché e soprattutto nulla su come evitare in futuro simili e vergognosi incidenti con provvedimenti esemplari che possano fungere da esempio. Ciò che si nota è la solita incapacità delle autorità a intervenire per stroncare il fenomeno. Un vero e proprio fallimento di una società che è diventata incapace di difendere il minimo diritto degli onesti al lavoro. Nonostante i roboanti propositi del Codice Penale della famosa Scienza del Diritto che prevedono pene gravi per "interruzione di pubblico servizio, oltraggio e lesioni personali gravi a un lavoratore di pubblico servizio, minacce, turbativa dell’ordine pubblico, aggravanti di varia natura e percosse al conducente" nulla ci dice che tutto non finirà come al solito, facendo finta di nulla. Ma i magistrati cosa fanno e perché permettono il ripetersi incontrollato di atteggiamenti incivili che i media fra qualche giorno dimenticheranno? Il secondo a Roma: come conseguenza di errori fatti dalle autorità nella gestione dei flussi migratori e della successiva sistemazione dei profughi, degli immigrati e dei rom che hanno titolo a rimanere sul suolo nazionale la reazione è debordante. Dopo i fatti clamorosi di Tor Sapienza alla periferia di Roma avvenuti per la totale assenza di politiche a favore delle periferie il blocco politico della destra romana attacca il Sindaco chiedendone le dimissioni. Slogan come «Vattene», «Clandestino», «C’è da spostare una macchina» dimostrano che il vero obiettivo non è risolvere il problema del degrado delle periferie romane. No, altrimenti lo avrebbe già fatto il Sindaco precedente di destra Alemanno che invece è uno dei principali responsabili del degrado. Il fatto grave è che viene sfruttato, per motivi poco nobili, il fenomeno e le sue conseguenze per motivi di consenso elettorale. Certo il Sindaco Marino con la sua gestione impazzita delle emergenze della capitale e per la sua politica fortemente strabica dei veri problemi di Roma - che non sono né il riconoscimento dei matrimoni gay, né la pedonalizzazione del Colosseo ma i servizi per il cittadino - non facilita il compito, anzi li aggrava. Il fenomeno avrebbe dovuto essere risolto dal Consiglio Comunale con la collaborazione di tutti i Consiglieri, per il bene collettivo e nell’interesse generale. Invece, la bassa politica di sinistra e di destra che i cosiddetti Consiglieri comunali romani hanno sempre fatto e la preminenza delle ideologie (in questo caso relative alla emergenza profughi) di destra e di sinistra non fanno altro che aggravare il fenomeno lasciando all’intolleranza della piazza che, per sua natura, è sempre estremista di complicare maledettamente la gestione di questa emergenza. Come giudicare i due fatti? C’è una sola lettura: stampa e politica sono fuori controllo, perché non informano con oggettività e non propongono con equilibrio ma esaltano le passioni politiche e le intolleranze, di destra e di sinistra.

venerdì 14 novembre 2014

Un colossale errore di pennarello di Renzi.


Renzi è nei guai. Comunque vada a finire questa storia dell’uso perverso del pennarello correttivo (qualcuno lo chiama sbianchettamento) col quale ha modificato la legge sul lavoro è nei guai. Dopo l’improvviso e inaspettato ritocco della norma relativa al cambiamento dell’art. 18 presente nell’ultimissima versione del Jobs Act di ieri, Renzi rischia di diventare inaffidabile. Non sappiamo perché ha preso questa decisione, ma siamo sicuri che gli costerà molto. Il problema della credibilità di un premier sta tutto nell’attesa che riesce a creare nel paese di provvedimenti di drastico cambiamento realmente eseguiti. Ma nel momento in cui a queste attese fa seguito una retromarcia clamorosa, come questa della correzione delle misure annunciate, sta creando le premesse di una colossale delusione della platea trasversale che finora ha creduto in lui e lo ha sostenuto convintamente. Il lavoro ai fianchi della “minoranza del Pd” in tandem con la CGIL della “muscolosa” Camusso lo stanno mettendo in ginocchio. Renzi aveva una sola chance per battere questa formidabile macchina da guerra creata contro di lui: procedere sprezzantemente nella sua politica di rottamazione della minoranza del partito per creare un nuovo Pd fuori dalle ideologie. L’improvviso cambiamento di questa politica ne determinerà la sua inevitabile sconfitta. Ci dispiace riconoscerlo ma sbaglia e se continuerà su questa strada sbaglierà tutto. Un vero peccato.

lunedì 10 novembre 2014

Che sta succedendo a magistrati e poliziotti?


Fatti inspiegabili. Idee confuse. Incapacità a chiarire. Complicità nascoste. Abbiamo superato ogni limite. La Repubblica Italiana da qualche decennio sembra decisamente in stato confusionale. Ha perduto la bussola e il sistema di sicurezza obbligatorio a tutela dei cittadini onesti - costituito dall’asse “polizia-magistratura” - gira a vuoto. Non si potrebbero spiegare altrimenti i ripetuti “colpi di testa” degli attori della sicurezza nazionale mostrati negli ultimi tempi da magistrati che non condannano e polizia che non reprime. Tra i moltissimi eventi oscuri e misteriosi ne estrapoliamo tre come modello dell’impazzimento generale degli organi dello Stato che non riescono a garantire ordine, giustizia e sicurezza. Primo. Un giovane viene arrestato e muore sotto la protezione delle istituzioni. Due gradi di giudizio dei tribunali assolvono tutti come se il morto non fosse mai morto. Secondo. Un altro giovane viene bloccato dalla polizia e rimane ucciso durante l’arresto. Il Tribunale condanna a pochi anni di carcere quattro poliziotti che dopo la condanna rientrano a operare nei ranghi della polizia come se nulla fosse successo prima. In più, col sapore della beffa, una sigla sindacale della polizia si permette di sostenere le ragioni dei condannati. Terzo. Più recentemente, prima una consigliera del Comune di Bologna va in un campo rom a verificare alcune spese in bilancio sostenute dal municipio e viene vergognosamente schiaffeggiata da una ragazza rom del campo. Successivamente, fatto ancor più grave e nello stesso luogo, un parlamentare della Repubblica viene aggredito da giovani cosiddetti dei Centri sociali con violenza e sopraffazione. Ci chiediamo: ma che cosa sta succedendo ai cosiddetti “servitori dello Stato”, dal semplice “tutore della legge” al questore, al prefetto e, fatto ancora più grave, al ministro dell’Interno, che dovrebbero difendere gli onesti e si ritrovano ad agevolare i carnefici invece delle vittime? Stiamo diventando tutti pazzi? Ditecelo per favore perché siamo stupefatti da atteggiamenti disorientanti e inaccettabili. Prima sapevamo che a fare male agli onesti erano solo i criminali e i delinquenti. Adesso sembra che a dare man forte a questi soggetti si stiano esercitando anche i titolari dell’azione repressiva e giudiziaria. Ma siamo impazziti? Perchè hanno cancellato dai ranghi il famoso maresciallo dei carabinieri di una volta, il quale riusciva sempre a risolvere con intelligenza e umanità casi oggi impossibili a qualunque graduato della polizia? Perchè non si incontrano più giudici inflessibili e rigorosi nel giudicare i malviventi che vengono quasi tutti graziati da attenuanti, condizionali e aspetti sempre favorevoli ai carnefici e non alle vittime? Possibile che nessun giornalista che intervista il Presidente del Consiglio Renzi non reclami spiegazioni politiche adeguate? Certo che se la stampa cosiddetta “indipendente”, i sindacati cosiddetti "progressisti" e gli "oppositori della minoranza" del Pd cosiddetti "democratici" invece di essere concentrati a combattere il Capo del governo sul fronte politico collaborassero a risolvere i veri problemi degli italiani e non le loro criptiche ideologie da strapazzo, allora nello stesso fascio entrano di diritto anche i cosiddetti "giornalisti" (in realtà molti non lo sono, come l'"agente Betulla", ma fanno finta di esserlo), i quali dovrebbero essere addidati all'opinione pubblica come responsabili aggiuntivi. E a far diventare angosciata la gente onesta sono così diventati in tre. Si, in tre, come nella canzone di Domenico Modugno “tre somari e tre briganti”.

mercoledì 5 novembre 2014

Secessione e referendum illusori.


Due premi Nobel per la pace, Desmond Mpilo Tutu e Adolfo Pérez Esquivel e una decina di star internazionali, in un manifesto rivendicano il diritto dei catalani a «poter votare sul loro futuro». Dicono che impedire ai cittadini di potersi pronunciare con un referendum sull’indipendenza della Cataluña «contraddice i principi che ispirano le società democratiche». Questa la notizia, pubblicata dal quotidiano La Repubblica; noi la vogliamo commentare perché vogliamo esprimere la nostra opinione. Una premessa. Se è vero come è vero che la Spagna non ha permesso il referendum perché la sua Costituzione lo vieta, questo per il duo Tutu-Esquivel vuol dire che gli spagnoli non sono democratici? E se non sono democratici che cosa sono? Fascisti? Comunisti? Che sono di grazia? Dunque, due premi Nobel hanno sentenziato che il referendum per staccare oggi un pezzo di Spagna e domani un pezzo di qualunque altra nazione al mondo, è possibile. Anzi è giusto ed è, addirittura, doveroso sostenerlo. Non vogliamo dire nulla su chi sono questi due Signori che un po’ di tempo fa ricevettero il premio Nobel per la Pace. Conosciamo solo superficialmente alcuni atteggiamenti del duo Tutu-Esquivel. Il primo è un arcivescovo anglicano africano che non si può definire un conservatore, mentre l'altro è un pacifista argentino che dire contestatore di sistema è poco. Questi due Signori rivendicano il diritto dei catalani a staccarsi dalla Spagna e diventare una nazione indipendente mediante una iniziativa fuorilegge definita tale dalla Corte Costituzionale spagnola. Rivendicano, a loro dire, il diritto “dei popoli” di staccarsi dalla madrepatria appena uno solo di fattori come lingua, economia e finanza siano differenti dal resto del paese. In verità predicano il “diritto” oggi della Catalogna, domani del Veneto in Italia e dopodomani di altri a staccarsi dalla madrepatria, infischiandosene del passato e delle norme costituzionali attualmente in atto in Spagna e negli altri paesi interessati. I catalani, che sono gente simpatica, stanno facendo torto alla loro intelligenza con questa ostinazione alla secessione, tra l’altro avendo ricevuto forti riconoscimenti di autonomia da parte dello Stato spagnolo che ci ricorda gli egoismi tipici delle parti più ricche di molti paesi. La coppia di premiati Nobel dice che impedire il referendum è nientepopodimenoche andare contro i principi che ispirano la democrazia. Dunque, per non andare contro "i principi che ispirano le società democratiche", secondo Lor Signori sarebbe necessario che a ogni richiesta di indipendenza il potere centrale dicesse sempre si, "ti accordo la secessione"! Più sfrontati di così i due non avrebbero potuto essere. Permettere a una minoranza di un Paese di diventare una nuova nazione indipendente è da folli. Mettiamo per ipotesi che in Italia tutti facessero così. Cosa succederebbe? Senza giri di parole si ritornerebbe alle decine di staterelli di secoli fa, con un Granducatino di qui, una Repubblichetta di là, un Regnetto di Sotto e uno di Sopra, con buona pace dei secessionisti. Poi gabelle e dogane in classico stile cinquecentesco produrrebbero la situazione tragicomica in cui si vennero a trovare i due attori Benigni e Troisi nel film Non ci resta che piangere, quando per passare da un paesino all’altro della Toscana dovettero attraversare una dogana municipale nella quale l’addetto pretendeva un fiorino ogni volta che proferivano una sola parola. A noi questo processo di balcanizzazione che da un paese (ex Jugoslavia) se ne creino sei o sette non piace. Totò a questa coppietta direbbe: ma mi faccino il piacere!

domenica 2 novembre 2014

Notizie e incomprensioni.


Forse abbiamo letto male l’ultima notizia sui giornali di oggi relativa ai nomi dei due giudici che dovrebbero essere proposti al Parlamento in seduta comune per eleggere i due giudici costituzionali. Si. Deve essere proprio così, abbiamo letto sicuramente male. Altrimenti, per l’ennesima volta, l’inciucio utilitaristico da una parte e la inaffidabilità della politica dall’altra produrrebbero l’ennesima vergogna nazionale di uno Stato i cui politici sanno solo ragionare in materia di etica e di diritti e doveri come i maiali con il bon ton a tavola. Abbiamo letto che ci sono due nuove candidate. I nomi naturalmente non ci interessano. Non ci interessa neanche che siano donne. A noi interessa solo che siano brave/i e onesti/e. Solo questo. La lettura ci ha fatto sobbalzare dalla sedia quando abbiamo letto le testuali parole riportate dal quotidiano La Repubblica : «La professoressa di Diritto del Lavoro per il Pd, e la docente di Diritto Amministrativo per Forza Italia sono i due nomi proposti per sbloccare l’eterna impasse della Consulta, scelte una in quota Forza Italia e l'altra dal Pd». Ci domandiamo: che significa essere scelti perché "in quota" Forza Italia e del Pd? Che razza di italiano è questo della quota? Vediamo cosa dice il vocabolario Treccani a questo proposito. Si legge:

quota s. f. [dal lat. quota (pars) "a quanta (parte)", femm. di quotus"quanto"]. - 1. a. [parte di una somma globale di denaro dovuta da ciascuno dei partecipanti a un'attività e sim.: q. di iscrizione] ≈ caratura, pro quota. ‖ tassa. b.[ciascuna delle parti o frazioni in cui un capitale in beni o in danaro viene diviso] ≈ parte, percentuale. c. [quantità indeterminata di denaro] […]

Non riporto altri elementi di significato che riguardano l’altezza. Qui il senso da attribuire al sostantivo è legato al denaro, ai capitali, ai beni, alle percentuali, ecc.. che lasciano supporre di avere molto in comune con la nostra preoccupazione della parzialità delle scelte e lo stabilirne l’ordine. Ma allora avevamo torto nell’affermare che non avevamo capito. Dunque, si tratta di un imbroglio! Stavamo ragionando in questi termini quando abbiamo pensato però che a scriverlo non è stato un qualsiasi quotidiano pro-Berlusconi o pro-Renzi ma un giornale anti-Berlusconi e anti-Renzi. A questo punto siamo precipitati nello sconforto. Possibile che ci troviamo in un mondo dove non c’è da avere fiducia in nessuno? E alla fine ritorniamo alla decisione iniziale e optiamo per la nostra incapacità a comprendere. In poche parole abbiamo equivocato. E’ stata colpa nostra. O no?

sabato 1 novembre 2014

La riflessione sull’Appello nel "caso Cucchi”.


Assolto! Assolti! Assolti tutti. Il fatto non sussiste! Qui “assolti tutti” non significa solo che tutti, ovvero una moltitudine di persone, sono stati assolti da una sentenza di Appello di un Tribunale. Significa anche e forse piuttosto che sono stati assolti ancora una volta, come al solito, ripetutamente. Comincia a serpeggiare l’idea che ci sia una specie di rapporto causale, di nesso deterministico, di conseguenza deduttiva, di catena logica, di rapporto consequenziale tra una sentenza di condanna fittizia ed apparente in Primo Grado, che poi viene cancellata ribaltandola, con la successiva sentenza di Secondo Grado, quasi sempre assolutoria. La Cassazione poi viene vista come percorso finale, a mo’ di gioco del Lotto: si butta una moneta in aria e il 50% dà assolto e l'altro 50% dà condannato. Questa idea come la chiamiamo: ipotesi? coincidenza? casualità? supposizione? congettura? fatalità? imprevisto? circostanza fortuita? accidente? presunzione? opinione? Fate voi. Noi crediamo che non sia né caso, né caos. Noi più che fantasia cominciamo a credere che si tratti di realtà, perché se si vanno a fare indagini statistiche sulle centinaia di casi che ultimamente si sono verificati in Italia la ricorrenza del nesso “condanna-assoluzione” supera abbondantemente la “moda” contraria. Certo possiamo sempre credere che la statistica non è assolutezza ma è piuttosto relatività e, dunque, non è un teorema. Ma è proprio così? Non è il caso di preoccuparsi? Noi assistiamo allibiti all’involuzione del sistema giudiziario in una maniera che i nostri Padri fondatori della Repubblica e della Costituzione chiamerebbero tradimento. Perché di questo si tratta. Nel caso Cucchi è stato tradito un patto: quello tra la sacralità dello Stato - che dovrebbe garantire la vita di ogni indagato arrestato - e quello dello Stato di Diritto di una società che paga profumatamente i suoi operatori statali penitenziari e della magistratura per poi dare scandalo con sentenze assolutorie ai limiti della follia come se non fosse mai successo nulla.

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