lunedì 31 dicembre 2012

Matrimonio, diritti e non diritti.


E’ in atto il tentativo di far passare l’idea che con un nuovo governo di sinistra, finalmente, anche l’Italia avrà una legge sul matrimonio omosessuale. Con Galli della Loggia condividiamo l'idea che il tentativo è lecito ma che non è un diritto. Vogliamo dirlo subito, senza ipocrisie o reticenze. Per le coppie omosessuali siamo contrari sia al matrimonio, sia all'adozione. Sull'unione civile si può discutere e pervenire a una conclusione. Noi non temiamo condizionamenti di nessuno e non abbiamo paura di esprimere il nostro punto di vista con chiarezza. In entrambi i casi ci muove la convinzione che tutti dovrebbero avere chiari in mente i motivi per cui sono per un si o per un no. Temiamo, purtroppo, che molti sono per una o l'altra tesi per ragioni di ideologia o, peggio, di opportunità. Noi partiamo dall'idea che non esiste alcun “diritto all'uguaglianza” tra matrimonio eterosessuale e matrimonio omosessuale. Non basta che una persona si svegli la mattina e dica che ha il diritto alla pensione se non ha mai lavorato. Non esiste alcun diritto ad avere la pensione per chi non ha mai lavorato. Così come non esiste alcun diritto di una donna a sposare due uomini. E viceversa. Il “diritto” non nasce perché si è minoranza. Il diritto nasce se si hanno ragioni valide, in grado di sostenere giuste motivazioni. Due persone dello stesso sesso non possono accampare il diritto al matrimonio come quello tra soggetti di sesso diverso, per il semplice motivo che il matrimonio è un istituto che si è retto sempre fra due persone, una donna e un uomo. Punto. Se due persone dello stesso sesso vogliono vivere insieme sono libere di farlo con un atto che non si chiami matrimonio ma qualcos'altro. Non si possono chiamare due cose diverse con lo stesso nome. Stesso discorso esiste per l’adozione. Non si può parlare di “adozione” nel caso di due persone dello stesso sesso perché l’adozione nasce dall’idea di dare senso al diritto di un bambino che è un essere umano, nato da un uomo e una donna. A un bambino non si può imporre una scelta differente da quella degli altri bambini che vivono e sono educati da un uomo e una donna che li hanno generati entrambi, in due, un uomo e una donna. Un bambino non è un oggetto, ma un soggetto di diritto e di diritti in cui la complementarità dei due sessi non è un optional. Il discorso della complementarità tra i due sessi non è un’invenzione della società borghese e conservatrice o delle religioni. Né è da intendere come uno scherzo della natura. No. E’ una legittima istanza della naturale conseguenza del rapporto complementare tra uomo e donna che, a parità di diritti e di doveri, compiono atti che producono la sintesi dei due sessi. Sintesi è il sostantivo che chiarisce la questione e che considera fondante l'esistenza della differenza sessuale tra i due. Attenzione. Non è necessario essere credenti (cristiani, ebrei, musulmani, etc.) per ragionare secondo questa tesi. Paradossalmente è necessario non essere credenti se si è della tesi contraria. E questo fatto la dice lunga sulla asimmetria della tesi al matrimonio omosessuale. Noi siamo contrari. Poi il Parlamento esiste perchè in esso ci si confronti e ci si assuma le proprie responsabilità.

sabato 29 dicembre 2012

Discese e salite in campo: finalmente un po’ di chiarezza.


Monti “sale in campo” e si presenta candidato leader. Doveva o no entrare nella tenzone? A parere del Pdl e del Pd no. Monti non avrebbe dovuto disturbare i due manovratori e avrebbe dovuto sacrificare il suo impulso a fare politica per mantenere la parola data quando accettò l’incarico. Come premier superpartes avrebbe dovuto rimanere in naftalina e lasciare il campo a Bersani e Berlusconi, i soli autorizzati a competere per la poltronissima di premier. Ci vuole un po’ di sfacciataggine per dire questo. Aggiungono che non si addice a un tecnico “salire o scendere” in campo. Avrebbe dovuto starsene alla larga e aspettare le decisioni dei due Principi che nel migliore dei casi lo avrebbero machiavellicamente fregato alla prima occasione. Credete verosimile la favoletta che lo avrebbero eletto alla Presidenza della Repubblica? Solo i gonzi ci avrebbero creduto. Entrambi B. & B. non lo avrebbero eletto per mille motivi. Avrebbero fatto una sceneggiata e poi lo avrebbero ringraziato per non “essere salito in campo” e buonanotte al secchio. Se Berlusconi non avesse tolto la fiducia al governo e se non si fosse candidato di nuovo avremmo consigliato a Monti di non impegnarsi in politica. Ma adesso lo scenario è cambiato. Noi siamo convinti che Monti, con la presenza ingombrante del Cavaliere, abbia fatto bene a candidarsi esplicitamente. La sua presenza farà bene alla democrazia perché non solo arricchisce l’offerta ma fa chiarezza in alcuni settori dell’elettorato. Da una parte costringe il Vaticano a schierarsi con uno dei due contendenti dell’area moderata-conservatrice del centro-destra. E il Vaticano, grazie a Dio, si è già schierato “senza se e senza ma” con Monti, abbandonando al suo destino l’innominabile Capo del Pdl. Concentrando tutti i suoi voti su Monti si saprà finalmente di che percentuale è fatto il borsellino di Silvio Berlusconi, il quale astutamente, con il sistema elettorale attuale, aveva finora costretto tutti alla estremizzazione delle posizioni in pro o contro Berlusconi, lucrando voti non suoi. I partiti fuori dalle due coalizioni sono diventati inutili producendo una “caduta di democrazia” e penalizzando il pluralismo. Ma lo stesso vale per la sinistra, perché per la prima volta Bersani ha un vero competitor nell’area moderata, dove ha sempre pescato voti non suoi per antiberlusconismo. Si farà finalmente chiarezza sull’entità della sua vera forza che ingloba una sinistra vendoliana che trasforma la coalizione da centro-sinistra a sinistra vera. In conclusione, la presenza di Monti è salutare perché svela il potenziale bluff del duo B. & B. In campagna elettorale entrambi dovranno scoprire le carte e fare chiarezza. Solo per questo Monti produce un evento epocale che porterà i suoi frutti. Il resto è, come dice un cantautore romano, noia.

giovedì 27 dicembre 2012

La gramigna rovina il raccolto.


Non si sa più cosa pensare di questo paese. Se ne vedono di tutti i colori. L'ultima è quasi incredibile: un parroco ligure, don Piero Corsi, a proposito di un documento che ha affisso nella bacheca della sua chiesa, insulta un giornalista, affermando: "Il femminicidio è colpa delle donne che provocano". Il vescovo lo ha sconfessato. Ma la faccenda non può finire qui. Chi ricopre cariche pubbliche non può fare affermazioni del genere senza che vengano presi dei provvedimenti che dovrebbero essere esemplari, proprio per evitare che in futuro possano ripetersi. Noi siamo stati sempre per la severità dei provvedimenti che riguardano la sfera della spiritualità e della discriminazione religiosa, sia in un senso che nell'altro. Coerenti nel sostenere la tesi che chi produce violenza e discriminazione contro i preti merita di essere considerato un razzista, lo stesso diciamo nei confronti del prete che fa affermazioni del genere. Il vescovo deve rimuovere il parroco se ha a cuore la serietà della chiesa cattolica. A nostro parere don Piero non ha più nè la dignità, nè il ruolo di sacerdote.

lunedì 24 dicembre 2012

Preti ed eredità.


I parenti di don Gianni Baget Bozzo, morto nel 2009, hanno chiesto la riesumazione della salma perché, dicono, “sia fatta chiarezza”. Non è importante chi sia stato a chiedere l’intervento della Procura. E’ importante il perché l’abbia chiesto. Forse, sono stati motivi di ordine teologico? Oppure questioni che afferiscono alla sfera della spiritualità? Argomenti di fede e di dottrina? Mistica e religiosità? No. Nulla di tutto questo. Sembra che il motivo abbia a che fare con la spartizione dell’eredità del caro estinto. Insomma, sembra che la causa dell’apertura dell’inchiesta sia stato il vil denaro. Perché? In ballo ci sono 8 case (di-con-si otto), 750 mila euro in contanti e i pingui diritti d’autore. Roba da otto milioni di euro circa. Ammazza che cifra. C’è da rimanere un tantino sconcertati a sentire sciorinare questi numeri con sette zeri relativi agli interessi in gioco posseduti da un dottore della chiesa cattolica. Dunque, il volpone don Gianni, il sacerdote con la tonaca che dava consigli “disinteressati” all’amico Silvio Berlusconi per il "bene del paese", era titolare di un vero e proprio malloppo da caccia al tesoro. Dietro alla favola dei consigli teologici e cristiani si nascondeva un furbacchione che, a sentire le vicende della storia, faceva profitti politici e materiali. Adesso vengono fuori i veri motivi della natura del legame fra il prete e gli interessi materiali di cui Silvio Berlusconi non può tirarsi indietro perché, ricordiamolo, gli “regalò” l'elezione a parlamentare europeo con uno stipendio non proprio da perpetua. Altro che valori morali. Con tutto quel popò di milioni di euro a chiudere non deve essere la pratica di successione ma il baule nel quale aveva accumulato i soldi il prete.

venerdì 21 dicembre 2012

Gonzi e furbi tra Cazzenger ed 'er Batman.


Com'era prevedibile non c'è stata la fine del mondo. La previsione dei Maya era, e non avrebbe potuto non essere, una colossale bufala. L'ironia dei sarcastici ("se leggete queste righe vuol dire che sarete sopravvissuti alla profezia") si stempera con la durezza della realtà della politica italiana prodotta dagli inadatti che hanno impedito di approvare il decreto sulla incandidabilità. Il pompiere che è riuscito a stemperare la piacevole sorpresa della sopravvivenza è un illustre sconosciuto. Si tratta di un "onorevole" del Pdl (e di chi se no?), certo Antonio Azzollini da Molfetta, che non dando il parere favorevole della Commissione da lui presieduta al governo ha impedito finora la conversione in legge del decreto. E così il 21/12/12, giorno della bufala dei Maya, siamo passati dai maghi delle "previsioni da bufala" ai venditori di "salvacondotti per malviventi", ovvero dai Cazzenger ai Fiorito del Pdl, per colpa di un Signore che ha un percorso politico da record. Le cronache riportano i seguenti passaggi nei vari partiti: Pdup, Pci-Pds, DC, PP, Forza Italia, Pdl. Noi siamo comunque ottimisti e non solo per lo scampato pericolo della profezia. Siamo ottimisti perchè il nuovo Parlamento non potrà mai essere peggiore dell'attuale. Tra l'altro c'è una possibilità concreta che Berlusconi cessi definitivamente di oltraggiare la Repubblica italiana. Vi pare poco?

giovedì 20 dicembre 2012

Errori e confusione.


Il Pd a Roma è in stato confusionale. Lo è stato altre volte ma adesso esagera. Si va dall’irresponsabile e presuntuoso Rutelli che ha letteralmente regalato la poltrona di sindaco ad Alemanno, e che vuole continuare a contare, all’illogico spostamento di Zingaretti candidato a Presidente della Regione Lazio. Non parliamo poi dei Mister X e Mister Y, candidati a primo cittadino di Roma e a Presidente della Provincia di Roma. Non si sa nulla di tutti questi Signori candidati e tutti brancolano nel buio. E con le conventicole segrete, che da un po’ di tempo abbondano nell’immaginario del partito di Bersani, si sta arrivando alle comiche finali dovute al miscuglio variegato di autocandidati che, dicono, si vogliono presentare alle elezioni. Perchè non si fa un percorso di primarie anche per queste cariche politiche? Perchè non si chiarisce la questione, una volta per tutte? Girano voci incontrollate di ex di tutti i tipi che vogliono a tutti i costi imporre la propria candidatura. Che significa questo che candidati e linea politica, tra un do ut des e l’altro, saranno definite da Vendola? Il rischio è che si passi dai furbi e trasformisti politici di professione a degli improvvisati outsider qualunque. E questo sarebbe il cambiamento?

martedì 18 dicembre 2012

Listino bloccato e amici da sistemare.


Tra le tante responsabilità di Berlusconi c’è quella di non avere consentito di modificare la legge elettorale. Non è poco. Anzi. Si tratta dell’ennesimo atteggiamento arrogante che il Pdl ha mostrato, infischiandosene di tutto e di tutti. Naturalmente anche il Pd ha le sue responsabilità. Ha infatti accettato una volgare trattativa riservata in cui si è discusso di tutto senza che nessuno sapesse nulla. Cosa c’è di più volgare in politica delle conventicole segrete? Dunque, Berlusconi ha aggiunto un’altra perla alla collana degli errori commessi: impedirà ai cittadini di poter scegliere i parlamentari. Sfrontato e volgare come solo lui sa essere in materia di potere ha fatto di tutto per far saltare il tavolo. E c’è riuscito. Chi lo voterà si assumerà la responsabilità di essere andato contro la richiesta della società di poter decidere i nomi degli eletti. Adesso sceglierà tutti i suoi parlamentari come se fosse il presidente di una squadra di calcio. Cose da non credere. C’è una grande differenza tra lo scegliere dei molti e il far scegliere al solo padrone. Naturalmente il fatto è stato accolto con nascosto piacere dal furbetto Bersani, che gongola per poter scegliere anche lui un certo numero di soggetti al di fuori delle primarie. Un esempio fra tanti. L’ex Segretario generale della CGIL Guglielmo Ettore Epifani sarà tra coloro che saranno eletti senza passare dalle primarie. Lo dice il CdS di oggi. Per quale motivo? A noi sembra che si voglia fare un regalo a una delle due più potenti lobby del paese: i sindacalisti e gli avvocati. Il nostro non è un azzeccagarbugli ma un sindacalista. Forse è peggio dell'altro.

lunedì 17 dicembre 2012

Come trasformare uno scoop in un boomerang.


Nell’intervista di Barbara D’Urso a Silvio Berlusconi a Canale 5 ciò che è volgare non è solo il “fuori onda” del padrone ma l’appropriazione del ruolo di giornalista da parte della mediocre conduttrice televisiva. In sintesi si tratta della solita telenovela di Silvio Berlusconi che si accanisce contro se stesso in modo sorprendente. Il vecchio incantatore di serpenti che vuole incantare sempre la platea dimentica, come dice un proverbio afgano, che con i suoi soldi "può possedere i migliori orologi ma non il tempo". La sua è una musica stonata, fuori tempo, che non incanta più nessuno. Ne esce fuori un episodio che fa ad entrambi, padrone e dipendente, più male che bene.

domenica 16 dicembre 2012

Una brutta telenovela già vista.


Prima si insultano. Poi si sposano con un matrimonio apparentemente indissolubile. Successivamente divorziano con gli insulti. Infine si mettono di nuovo insieme. E' il classico matrimonio all'italiana di cui Berlusconi è maestro: "Insulto, matrimonio e riconciliazione". La Lega di Maroni ha stabilito di allearsi di nuovo con Berlusconi per battere, dicono loro, Bersani, candidato premier di centrosinistra. C’è però una novità. La Lega sarà di nuovo alleata del Pdl ma solo con Alfano non con Berlusconi. Capite? I capi dei due partiti di centrodestra, Maroni e Berlusconi, sono d’accordo di allearsi di nuovo (come se nulla fosse successo prima, durante e dopo la caduta di Berlusconi) per fare fronte comune. E cosa decidono? Berlusconi decide di sostenere Monti che è l’avversario principale della Lega, mentre la Lega decide di boicottare Berlusconi come candidato premier. Vi pare normale? E’ questa la destra delle menzogne e delle contraddizioni, si o no? Dunque, il nuovo dott. Sottile del centrodestra, Bobo Maroni, con una sfrontatezza che non ha pari, si accorda con Berlusconi ma non lo vuole come candidato premier. Cambia qualcosa? Si. Invece di una tragedia diventa una farsa.

sabato 15 dicembre 2012

A proposito dei dubbi e delle mosse di Mario Monti.


Massimo Franco scrive oggi sul CdS che da Monti ci si aspettano dubbi ma anche mosse. Due sono le considerazioni da fare circa la contrapposizione dei due fatti. Il primo è la sfiducia data da Berlusconi a Monti (per favore, non parliamo di Alfano che nel Pdl conta come “il due di coppe quando la briscola è spade”). Il secondo riguarda il tifo dei grandi elettori europei del PPE. Dice Franco che “[…] una candidatura colonizzata da Bruxelles potrebbe provocare, se non rigetto, certamente perplessità e polemiche diffuse nell’opinione pubblica italiana […]”. Ci chiediamo : quale opinione pubblica dott. Franco? Esiste oggi in Italia una opinione pubblica? Forse la parte di elettorato che fa capo alla sinistra massimalista? O l’altra che fa capo alla destra neofascista? O quella della Lega razzista e xenofoba? Forse quella della mafia? O della ‘ndrangheta, della camorra e della sacra corona? Si riferisce forse alla parte di elettorato che si richiama alla chiesa cattolica? O a quella liberale che ha sempre seguito la sirena Berlusconi? Forse a quell’altra del centro di Casini? O a quella che nutre simpatia per il Pd, il solo partito fra i molti sulla scena che è il meno peggio, nonostante D’Alema dica delle cose giuste in modo sbagliato e nonostante Vendola dica anch’egli cose degne ma in modo non convincente? Caro dott. Franco, l’Italia non ha più, se mai l’ha avuta, una opinione pubblica come negli altri paesi. L’Italia, parodiando una pubblicità televisiva di qualche anno fa a proposito di pennelli, “non ha una grande opinione pubblica: ha tante piccole opinioni pubbliche in cui la somma è molto minore del tutto". Tra l’altro non influisce su nulla, perché si interessa solo di beghe di cortile e di cronaca, infischiandosene del bene comune. Qui, l’unica opinione pubblica che si possa chiamare tale è quella che si è espressa per Renzi alle primarie del Pd. Una vera e propria Opinione Pubblica che non è ideologizzata e che è stata intrappolata nel recinto della ghettizzazione dell’apparatchik del partito e sterilizzata. Questa piccola parte della popolazione italiana ha avuto il coraggio di esprimersi all’interno di un partito di sinistra che fra tutti i partiti e movimenti che esistono è la meno peggio. Noi diciamo a chiare lettere che la proposta politica criptica di Bersani, che dice e non dice, non l’abbiamo ancora capita. Finora Bersani è stato volutamente generico e superficiale, tanto da poter dire tutto e il contrario di tutto. Tuttavia, questa opinione pubblica è l’unica che possa essere perplessa di fronte alle mosse e ai dubbi di Monti. Ma i giochetti possono poco davanti all’idea che l’Italia merita una vera sterzata dal sentiero in cui si trovano i carretti siciliani che rappresentano i vari partiti di fronte ai treni superveloci che transitano nelle autostrade europee verso la modernità.

venerdì 14 dicembre 2012

Monti tra ingratitudine e obblighi europei.


Sono molti, anzi troppi, coloro che oggi vogliono Monti candidato premier di un rassemblement dei moderati di centro. Tutta questa gente non capisce che Monti non solo non può ma non vuole rappresentare nessuno. Troppo discredito e poca serietà nella politica italiana impediscono a Mario Monti, persona seria e sobria, di accettare il “gioco del cerino” acceso in mano, senza possibilità di poterlo spegnere. Ma ve lo immaginate Monti nel cortile della politica italiana che deve soddisfare le esigenze personali di questo e quel parlamentare che gli minacciano di non votarlo più se non soddisfa loro "tasche e gole"? Rifiuti qualunque incarico politico per non far venire meno la coerenza con il ruolo che ha finora svolto egregiamente, evitando all'Italia il baratro nel quale l'aveva fatta cadere l'irresponsabile Silvio Berlusconi. Se possiamo permetterci il lusso di dargli un consiglio non accetti alcun incarico, neanche quello di Presidente della Repubblica e torni all’insegnamento. Le grandi figure della storia, come Cincinnato che ritornò nei suoi campi, hanno sempre concluso la loro vita sociale e politica nella più umile ma incommensurabile e prestigiosa attività di formazione dei giovani, che sono e saranno sempre il futuro del paese. Sia fino in fondo quel marziano che ha finora mostrato di essere. Questa Italietta dei vanitosi, dei codardi, dei comici, dei Bertoldo, dei mediocri come dei prepotenti, che dicono di Monti una cosa e il suo contrario, non meritano. Quanto agli altri finti e inutili attori del panorama politico da giardinetto per pensionati, stiano tranquilli: il professore non ruberà loro neanche una serata di avanspettacolo nel teatrino degli appassionati del Bagaglino. Gli ingrati in Italia abbondano più dei girini nelle pozzanghere della sporca politica italiana.

giovedì 13 dicembre 2012

Primarie e figuracce del centrodestra.


Ieri Pier Luigi Bersani, Segretario e candidato premier del Pd, ha comunicato ufficialmente che il suo partito ha indetto le primarie per nominare i candidati al Parlamento. Potranno votare anche i non iscritti. La data è il 29 e 30 Dicembre. La decisione è una grande notizia che ci rende felici. Esiste da ieri un partito che sta dando una lezione di autentica democrazia a tutti. Perché, ci chiediamo, il Pd (ex PCI) con radici comuniste fa le primarie mentre il Pdl (ex DC & C.) con radici liberali non le fa? E' paradossale che il centrodestra, che si richiama al liberalismo e al grande filone del PPE (Partito Popolare Europeo) non faccia le primarie, mentre gli ex comunisti sono stati i primi ad effettuare una operazione di democrazia a dir poco epocale. Noi su Twitter abbiamo ironizzato, dicendo che "La profezia dei Maya si è verificata. Oggi 12/12/12 con l'annuncio delle primarie, aperte ai non iscritti, è la fine del mondo!" Per l'appunto. Se queste primarie andranno in porto, il Pd avrà dato una lezione di stile e di democrazia a tutti. In particolare coprirà di ridicolo i partiti e i movimenti che le primarie le hanno fatto solo a parole, dimostrando di essere dei morti viventi. Si tratta di partiti che non hanno nulla da dire agli italiani, perché hanno basato il loro progetto politico solo sul potere e sullo sfruttamento della carica di parlamentare per la sola remunerazione e gli interessi di partito. Che figura! Sono veri e propri morti viventi che rassomigliano a delle mummie. Nel frattempo suggeriamo di ascoltare la bella canzone di Shel Shapiro, dal titolo Undici, che è un progetto politico, sociale e musicale per "coinvolgere i ragazzi e ridare loro la sensazione di avere il potere, la forza e la responsabilità di cambiare la società".

mercoledì 12 dicembre 2012

Testimoni che si assentano e Diritto che si decompone.


Non bastava la figuraccia di un Parlamento che ha votato una mozione a difesa di Berlusconi, nella quale si afferma che una delle ragazze minorenni che gli allietò alcune serate era la nipote di Mubarak. Dovevamo vedere anche come è stato ridotto il Parlamento dalla masnada di bivaccatori che lo hanno spogliato di qualunque prerogativa ideale di luogo dove si risolvono concretamente i problemi mediante scelte e decisioni di alto profilo politico. Adesso la farsa di quella mozione si è spostata in Tribunale. Uno Stato che non è in grado di assicurare a un Tribunale, durante la fase finale di un processo, la presenza di un testimone è uno Stato che imbroglia il Diritto e il popolo. In un circostanza del genere non può essere ammessa alcuna furbizia né dell’accusa, né della difesa a menar il can per l'aia. Ne va della serietà del Diritto e della verità del processo. Negli USA un atteggiamento del genere sarebbe considerato oltraggio alla Corte. Non esiste, né può mai esistere alcuna giustificazione che possa permettere a una delle due parti di sostenere il diritto-dovere di accettare l’assenza di un teste per motivi personali. Chi pensa il contrario è un imbroglione. Solo in Italia un avvocato della difesa può difendere un politico accusato di gravi reati e bloccare una sentenza che sta per andare in prescrizione a causa dell’assenza di un testimone. Questo è un gioco sporco che non dovrebbe essere consentito, altrimenti è tutta una pulcinellata. Urgono interventi correttivi.

martedì 11 dicembre 2012

A proposito di promesse non mantenute.


I due candidati premier alle elezioni del 2008, Silvio Berlusconi e Valter Veltroni, avevano promesso entrambi il taglio delle province. Il secondo è fuori dai salotti del potere da quando fu sconfitto dal suo avversario e non ha più responsabilità alcuna. Adesso, per colpa del ritiro della fiducia al governo Monti, il sopravvissuto Berlusconi ha affossato definitivamente la sua promessa. Come possiamo chiamare questo modo di agire: casualità o intenzionalità? Da noi questo modo astuto di operare, da furbetti del quartierino, si chiama irresponsabile. I sinonimi sono: scorrettezza, disonestà, slealtà, malafede, frode, inattendibilità e inaffidabilità. Se non è zuppa è pan bagnato.

lunedì 10 dicembre 2012

Mercati alla prova del grado di irresponsabilità di Berlusconi.


Dopo la prova di forza di Berlusconi che ha sfiduciato Monti oggi vedremo come reagiranno i mercati. Se borse e spread ignoreranno il trauma delle dimissioni a tempo di Monti vorrà dire che la mossa di Berlusconi è stata una sfida politica e nulla più. Se, viceversa, lo spread e la borsa dovessero penalizzare fortemente i mercati italiani allora ci sarebbe la conferma dell’ipotesi che a innalzare lo spread è stata proprio la sua brutta faccia, che puzza di irresponsabilità. Il Cardinale Bagnasco ha detto che "è irresponsabile chi pensa a sistemarsi mentre la casa brucia". Se esistesse uno strumento in grado di misurare il grado di irresponsabilità dei politici si chiamerebbe irresponsabilimetro e, nel caso di Berlusconi, l'indice di questo strumento andrebbe a fondo scala. In ogni caso, rimangono alcuni punti fermi del suo grado di irresponsabilità. Primo. E’ colpa sua se non è stata cambiata la legge elettorale. Questa legge, illiberale e antidemocratica, gli permetterà di nuovo di scegliere a piacere i suoi parlamentari. Potrà così sistemare i suoi, alla faccia della libertà di scelta dei cittadini. Una vera e propria vergogna. Secondo. Sfiduciando Monti decadrà il decreto sulla incandidabilità, perché non ci sarà né il tempo né la voglia di convertirlo in legge. Dunque, Berlusconi potrà candidare nel Pdl anche i condannati. Un’altra carognata commessa con sprezzante cinismo ai danni della società civile.

domenica 9 dicembre 2012

Berlusconi e la politica del tanto peggio tanto meglio.


Per l'ennesima volta Silvio Berlusconi ha barato. In pratica ha tradito l'impegno assunto un anno fa quando dichiarò che per l'interesse del paese avrebbe sostenuto il governo Monti, mentre in realtà lo ha fatto cadere sfiduciandolo. Come volevasi dimostrare ha di nuovo detto una bugia. L’ennesima, per l’appunto. E’ inutile, non ce la fa proprio a mantenere un impegno. Prendiamo atto che l’inizio della sua campagna elettorale è all'insegna del motto : “Tanto peggio per gli altri, tanto meglio per me”. Da uno come lui, abituato a prendere in giro gli italiani e a instillare l'odio per i politici suoi avversari, non ci si può aspettare altro.

sabato 8 dicembre 2012

Colpo di testa e goffo tentativo di nasconderlo.


Il Pdl ha tolto la fiducia al governo. Garantirà solo l’approvazione della Legge di Stabilità. Subito dopo si andrà al voto. In un momento così delicato della crisi economica, con un atto unilaterale, il padre-padrone del Pdl se ne infischia delle conseguenze del suo folle gesto e dà un colpo di acceleratore al disordine di una campagna elettorale anticipata. Figuratevi il regalo alle agenzie di rating. Non aspettavano altro. I media mondiali gongolano per poter dire: “vedete? gli italiani sono sempre gli stessi : non sono affidabili. La nomina di Monti è stata tutta un trucco per ritornare a fare le cicale con Berlusconi a capo della solita armata Brancaleone”. Ci tocca vedere anche questo. Noi non ci stupiamo del gesto. Fa parte del personaggio. Un vecchio ormai arrivato al capolinea della vecchiezza, solo e senza più ideali, mostra per intero la sua sconsideratezza nel tradire il messaggio di fiducia che fece lo scorso anno nel video che lo ritrasse “alto e nobile statista” che si metteva da parte per l’interesse dell’Italia. Tutte frottole, fandonie multimediali per i gonzi. La realtà è un’altra. Avere chiesto e ottenuto da Maroni l’appoggio alla sua sesta "ridiscesa in campo" gli impone subito di pagare l'acconto ai circensi nordisti della Lega. Pur di guadagnare l’appoggio del Carroccio deve adesso vendere l’argenteria di famiglia, ovvero la poltrona di Governatore della Lombardia e chissà quali altre cambiali come saldo. Un uomo senza scrupoli e irresponsabile che porterà ulteriori sventure a noi italiani. Purtroppo.

venerdì 7 dicembre 2012

Irresponsabilità e bugie dell’uomo di plastica.


Ricordate i famosi aerei e ristoranti pieni di italiani che in vacanza si divertivano a dire ma dov'è questa crisi? Erano frasi false e, dunque, chi le ha dette è un bugiardo. Noi ricordiamo perfettamente che le ha dette Silvio Berlusconi, che è la stessa persona che ieri ha ordinato ai suoi dipendenti-parlamentari di mettere in crisi il governo Monti, negandogli la fiducia. La sua decisione è perfettamente in linea con il “personaggio Berlusconi”: picconare dolosamente governo, parlamento e immagine dell’Italia nel mondo per averlo disarcionato un anno fa. E’ invidioso del successo di Monti all'estero e gliela vuol fare pagare. Ma ci sono anche altri motivi che l’hanno spinto a rischiare una sollevazione del paese. Al primo posto c’è il problema dell’accordo con la Lega di Maroni che permette a quest'ultimo di essere il candidato unico alla regione Lombardia. L’accordo prevede che le "truppe" del Carroccio si uniscano alle sue per riprendersi la maggioranza del Parlamento a Roma o, comunque, per limitare i danni. La ritrovata sintonia con la Lega però prevede un prezzo da pagare: la caduta di Monti e la messa in riga dei suoi sottoposti. Ecco il perché della sua mossa. In secondo luogo, è l’unica maniera per evitare le primarie del centrodestra e riprendersi il Pdl, che gli era sfuggito di mano in questo ultimo anno. Inoltre, affossa la riforma della legge elettorale, impedendo che i cittadini fossero i soli a scegliere i parlamentari da eleggere. Infine, ce l’ha con il governo per avere quest’ultimo presentato, contro il suo volere, il decreto sulla incandidabilità dei candidati alle elezioni. Cosa comporta la sua mossa? Due risultati concreti. In primo luogo l’affossamento definitivo delle primarie del centro-destra e, a seguire, l’annullamento del suo passo indietro comunicato con il famoso video all'indomani della sua caduta da premier. Ricordate le bugie? "Per il bene dell'Italia che ho sempre amato non mi candido e lascio il posto ai giovani". In pratica i due aspetti si integrano e sono complementari nella versione delle due facce di una medaglia: irresponsabilità e inaffidabilità. Milano ieri è stata, salvo quella belga, l’unica piazza finanziaria di borsa in negativo. E lo spread è schizzato su di 20 punti in un solo colpo. Come lui si muove, i mercati ci fulminano! Noi sappiamo il perché del suo modo di operare. Populismo ed estremismo sono sempre stati i suoi cavalli di battaglia e adesso li userà fino in fondo. Con buona pace delle gerarchie cattoliche che lo hanno sempre sostenuto.

giovedì 6 dicembre 2012

Impazzimento generale.


L’Italia è un paese da troppo tempo mobilitato ad aiutare chi delinque. Con la scusa del buonismo stanno eliminando le sentenze di condanna a tutti. Ministri della giustizia a fare carambole per imporre “regole giuridiche” da Azzeccagarbugli e permettere ai rei di non andare in carcere, aggirando le norme. La Procura di Milano che tira fuori dal cilindro il coniglio della sostituzione del carcere con gli arresti domiciliari a un giornalista condannato in via definitiva, aggirando le norme. Un vecchio radicale col codino tutto concentrato a far uscire dalle patrie galere i condannati, legittimandosi all’azione mediante il grido che tutti sono criminali, aggirando la norma. Giudici e magistrati che fremono per fare i politici e politici che vogliono fare i giudici, aggirando la norma della separazione dei poteri dello Stato. La corruzione, che ormai è diventato l’unico dogma della vita degli italiani più furbi, impera e tutti la agevolano, aggirando qualunque norma. E si potrebbe continuare così quasi all’infinito. Tutto questo mentre la malavita esercita il suo “diritto” a uccidere chi vuole, anche in una scuola materna mentre i bambini con le maestre cantano il coro di natale. Sono tutti impazziti, come una maionese scadente che non ha rispettato le giuste proporzioni tra i suoi elementi. In tempi di crisi, invece di aumentare il rigore e la severità per evitare la catastrofe, tutti scelgono la tolleranza e la clemenza, agevolandola. Abusus non tollit usus.

mercoledì 5 dicembre 2012

Discredito e ipocrisia dell’eccesso di protagonismo.


La Corte Costituzionale ha dato ragione al Presidente della Repubblica. Ha poi invitato la Procura di Palermo a distruggere le intercettazioni effettuate ai danni del Colle. Il ricorso di Napolitano sul processo «Stato-mafia» e il pronunciamento in suo favore della Corte mostra per intero il vuoto di credibilità che aleggia intorno alla magistratura. Non tutta, ma sicuramente quella parte che eccede in protagonismo politico. Non parliamo poi dei giudici di assalto, che vanno da Di Pietro a Ingroia, che con i loro errori mostrano i limiti irreversibili di questo modo di operare nella società. Che fiducia possiamo avere in una magistratura che sul piano professionale si imbarca in un’avventura giuridica in cui alla fine ne esce a pezzi? Il pietoso caso ci consente di dare una interpretazione generale dell’accaduto. Sono ormai troppi i casi di “servitori dello Stato” che fanno male il loro mestiere. E’ il caso di rimarcare che l’atteggiamento di protagonismo nella comunicazione di questo folto numero di soggetti nuoce alla democrazia e li trasforma in pericolose distorsioni della società. Con questi abbagli nel diritto costoro producono pessimismo e diffidenza dei cittadini nel loro ruolo. L’autocensura sarebbe il male minore. Temiamo che il problema sia più generale e riguardi le forme inadeguate del reclutamento che, invece di selezionare i migliori, permettono ai peggiori di togliere il posto ai meritevoli. C’è qualcosa che non va nella gestione delle carriere dei magistrati e degli Alti burocrati dello Stato. Non sarebbe male indurre questi soggetti alla scelta: o lavori bene e in silenzio o cambi mestiere. Se vuoi fare politica dimettiti.

martedì 4 dicembre 2012

Primarie e ricadute positive sulla democrazia italiana.


Bersani ha vinto la sfida delle primarie. Renzi l’ha perduta. Il verdetto è tennistico: 6-4. Non ammette repliche e va oltre il mero risultato numerico. Il perché è dovuto al fatto che Renzi non è riuscito a intercettare neppure un solo voto del serbatoio lasciato in eredità dal trio Vendola, Puppato, Tabacci. Anzi, è diminuito in percentuale e in voti assoluti di circa due punti: dal 38,6% al 36,4%. Il significato di questa sfida è tutta qui. La cortina di ferro dell’apparatchik dei dinosauri del partito è stata realizzata con una meticolosità da poterla definire da regime sovietico. Tuttavia, Renzi ha colto un grande successo. Forse si tratta del più grande successo riformatore che sia mai avvenuto nella società italiana e solo per questo non si dovrebbe mai finire di ringraziarlo abbastanza. Renzi è riuscito a modificare il modo di vedere della politica del suo avversario, giorno dopo giorno, tanto da poter affermare che il Bersani vincitore è un uomo molto diverso dal Bersani contendente. Bersani è cambiato perché ha interiorizzato nel suo DNA la tesi principale del suo avversario, consistente nel cambiamento della classe politica. Adesso la “rottamazione” è stata acquisita, in modo irreversibile, non solo dal vincitore ma da tutti. La domanda di Renzi di rinnovare e di produrre un cambiamento generazionale lascerà sicuramente i suoi frutti perchè è da considerare come un modello. Ma anche Renzi è cambiato. Anche qui, il Renzi sconfitto non è più il Renzi contendente. E’ sicuramente cresciuto. Ma più di tutti è cresciuto il Pd al quale le primarie gli hanno fatto molto bene. Auguri al rinnovamento del Pd. Così come auguriamo al Pdl di fare altrettanto. Il centrodestra faccia una lettura raziocinante e disinibita del successo delle primarie del Pd. Ne copi per intero il progetto e lo spirito. Abbandoni la causa principale della sua attuale disfatta, che è Berlusconi. Alla fine, vedrà che se riesce a presentare alle prossime elezioni candidati puliti, onesti, immuni dal virus del berlusconismo, una gran parte della società italiana di centrodestra li seguirà in una nuova epoca di democrazia e di politica al servizio dell’intero paese e non di un solo uomo, che da solo è stato il maggiore scandalo della nazione.

domenica 2 dicembre 2012

Dovevamo vedere anche questo.


Nello spettacolo scadente delle idee del centrodestra dovevamo subire anche l’onta di un ennesimo partitino integralista che dice di presentarsi, alle prossime politiche del 2013, perché ama l’Italia. Siamo messi proprio male. Il sig. Magdi Cristiano Allam, con la sua lista ”Io amo l’Italia”, si candida come Premier. Ecco la notizia del giorno. Intendiamoci, il Sig. Allam, dopo avere ricevuto la cittadinanza italiana, è libero di partecipare anche al concorso per bidello comunale. Nessuno glielo impedisce, è un suo diritto. Ma che voglia concorrere addirittura per diventare Presidente del Consiglio al posto di Mario Monti, è troppo. La sfrontatezza non gli manca. E non perché è di nascita egiziana ma perché ha un programma politico da far accapponare la pelle! Che sia nato e cresciuto in Egitto per certi versi ce lo ha reso finora piacevole, viste le nostre simpatie per la storia e la cultura dei popoli arabi. Il fatto è che questo Signore, dalla eccellente prosa manzoniana, dal momento in cui è stato folgorato sulla strada di Santa Romana Chiesa cattolica è stato un crescendo di fondamentalismo e di integralismo religioso becero. E sembra non gli basti, perché è di un antieuropeismo da fare invidia al peggior Borghezio della Lega. Se dipendesse da lui l’Italia precipiterebbe in un medioevo feudale, imbevuto di radicalismo religioso alla “Tea Party” al cui confronto l’Islam sarebbe considerato più avanzato del welfare delle società scandinave. Dice che il Pd è un collettore di poltrone. Che l’unica via di uscita dalla crisi in cui versa l’occidente sono i valori non negoziabili della cristianità. Che non esiste una entità definibile come Palestina. Che ama l’Italia per cui non si alleerebbe mai con altri partiti i quali, a suo giudizio, sono fonte di discredito. Dulcis in fundo ha il supporto, udite udite e nientepopodimeno che, dei cristiani Copti e che il suo vero motto è: “ama l’Italia come ami te stesso”. Ma si può, negli anni duemila, proporsi candidato alla guida di una società occidentale, che si riconosce nei valori fondanti e avanzati dell’Europa come se ancora fossimo alle crociate del XII secolo, benedette da Papa Urbano II? Avremmo preferito che il novello tribuno dell’Inquisizione invece di “scendere in campo” come ha fatto e vuole rifare un certo Silvio Berlusconi (anche lui che "ama l'Italia", ma a modo suo), cattolico “osservante” più di Allam, andasse in un convento a meditare sul male che hanno fatto alla libertà inviolabile della persona umana i sui cofedeli del cattolicesimo antigalileiano. E qui, carissimi, non si può imbrogliare perché la storia è ampiamente documentata e fa fede una certa sentenza di abiura e del confino a vita del vecchio Galileo in un palazzo di Arcetri. La cosa incredibile è che ci siano due monsignori, Gianfranco Ravasi e Salvatorino Fisichella e un "esperto" scienziato Antonino Zichichi, che non perdono occasione per dire il contrario. Cose da pazzi!

sabato 1 dicembre 2012

Aggressione, razzismo e ipocrisia a Roma.


Alcuni mesi fa il professore Nazir Rafiq Ahmad è stato picchiato sulla metro di Roma per razzismo. Ha 50 anni e si trova in Italia dal 2001. Insegna conversazione inglese in tre licei romani. Solidarietà a Nazir Rafiq Ahmad è stata espressa dal sindaco Gianni Alemanno per la vile aggressione subita. Roma, aggiunge il Sindaco «è una grande città che ogni giorno di più afferma la sua natura cosmopolita e che promuove il rispetto delle diversità e dell'identità delle persone». Questo il fatto che commenteremo senza peli sulla lingua. No, Sindaco. Non è vero che Roma è una grande città e che promuove il rispetto della diversità. Lo farà con gli stranieri biondi e gli occhi azzurri. Ma appena il colore tende al marrone o, peggio, al nero tutto cambia. Roma è una “piccolissima città”, perché circolano persone piccine di cervello, incivili, che fanno male al suo nome e ai romani evoluti. Lei, sindaco Alemanno, può tentare di addolcire la pillola ma la verità è un’altra. A Roma questi fatti indegni succedono troppo spesso, con regolarità e precisione che lasciano pensare a una regia voluta e ricercata di proposito. Roma è diventata una città violenta, soprattutto con le culture immigrate e i più deboli. Troppe aggressioni, troppa violenza, troppa politica estremista, troppa ideologia di estrema destra. Lei caro Sindaco, anche in considerazione del fatto che non ha la reputazione di un soggetto moderato, cominci a dimostrare che crede nella tolleranza individuando modalità concrete di solidarietà ai discriminati e tagli qualunque rapporto con le associazioni e i movimenti che predicano l’ideologia di estrema destra. Sappiamo che esistono, per altri versi, analoghi e pessimi movimenti estremisti di sinistra. Ma questo non deve dare alibi, nè ai soggetti violenti, nè a lei che è il primo cittadino di Roma. Si schieri sempre con i più deboli e combatta gli estremisti di tutti i colori, rossi e neri, di sinistra e di destra. Solo allora crederemo in lei. Niente cambiali in bianco.

venerdì 30 novembre 2012

Occupazione e terapie occupazionali.


Tra i dieci punti del programma del candidato alle primarie del Pd Pierluigi Bersani sono presenti delle "incongruenze" di metodo non di poco conto. Un esempio tra tutti è quello che riguarda il lavoro. Dice Bersani: «il lavoro è la priorità: creare nuovi posti di lavoro e dare dignità ai lavoratori». Chi non è d’accordo su una dichiarazione del genere? Il progetto è ottimo e l’idea di creare nuovi posti di lavoro è eccellente. La diagnosi alla malattia di un paziente però non è la terapia. Quello che conta veramente è la cura da dare al paziente per guarirlo. E qui cade l’asino. Bersani sa che il vero problema è la terapia. Dire la terapia è scoprire le carte. Significa dire come creerà concretamente i nuovi posti di lavoro. Significa proporre un modello occupazionale che soddisfi le idee di un politico di sinistra. Dovrebbe dire con quali soldi. Dovrebbe specificare il capitolo di spesa da dove andrebbe a prendere i denari da investire per creare più occupazione. Dovrebbe chiarire che tipo di posti di lavoro creerebbe. A quali lavoratori si riferisce il candidato premier alle primarie? Solo a quelli dell’art. 18 che perderebbero il posto? O anche ai giovani e ai disoccupati che non hanno mai avuto protezione da accordi sindacali? Questo modo di procedere è scorretto. Bersani si presenta come uno zio paterno, illusorio, ingannevole, che ha ricette nascoste. In verità non lo vuole dire, ma aggiunge sottovoce: “non disturbate il conducente”.

giovedì 29 novembre 2012

La rottamazione dei politici sfrontati.


A proposito di Pdl e di governo Monti, Silvio Berlusconi dichiara che “è necessario cambiare tutto”. A suo dire l’UE, l'euro e la Merkel in politica estera, Monti, il PD e gli ex AN in politica interna sono il vecchio che deve cambiare. Ha detto proprio così! Berlusconi sfrontato? Dichiararlo solo sfrontato è poco. La sua strategia è sempre la stessa: fa fallire un’impresa e poi dice che solo lui può salvarla. In più, usa e sfrutta i suoi “collaboratori” spremendoli come un limone e poi li getta via. Adesso vuole carta bianca per modificare addirittura la Costituzione che, a suo dire, impedisce al premier di poter governare. Considerazioni. Silvio Berlusconi è un pifferaio ipocrita e sfrontato. A cambiare non deve essere la Costituzione ma la sua testa. La ragione sta nel fatto che è inaffidabile e ha dimenticato in modo spudorato che nel precipizio della crisi ci ha portato lui. Ve lo ricordate quest'uomo quando diceva che la crisi non c'era e che i ristoranti e gli aerei per i vacanzieri erano pieni di italiani che andavano a divertirsi? Bugie e falsità. Ormai è stato smascherato dalla sua insipienza e inaffidabilità. Ed è inutile che giochi col vecchio teatrino di riesumare “Forza Italia”. «Se non è zuppa è pan bagnato» : nessuno lo prenderà più sul serio. E' ormai squalificato a vita e il suo giochino di essere l’uomo della Provvidenza non incanta più nessuno. Con le prossime elezioni avrà la giusta rottamazione che si merita.

mercoledì 28 novembre 2012

Se si vuole, si può ottenere più equità e giustizia.


Uno dei problemi fondamentali della società italiana è la richiesta di giustizia e di equità inevasa dalla politica. Chi ha più soldi si sceglie l’avvocato più costoso e vince le cause. Chi è povero perde sempre. La domanda diventa a questo punto: «è possibile introdurre più equità nel sistema delle dispute socio-economiche della giustizia»? La risposta è si, se ci si toglie dalla mente la ricerca a tutti i costi della perfezione del sistema giuridico a favore della pragmaticità. In questo caso c’è una sola possibilità. Quale? Che venga imposto per legge il principio che chi ha ragione deve avere subito la sentenza di 1° grado. Sembrerà banale ma l’unica soluzione è questa: una legge con la quale si sostituisce il processo di 1° grado con una sentenza emessa da un solo giudice, sorteggiato tra tutti, dopo una sola settimana dall’inizio del processo. Lasciamo immaginare a tutti le conseguenze di questa rivoluzione.

martedì 27 novembre 2012

Una piccola questioncella.


Il ballottaggio tra Matteo Renzi e Pierluigi Bersani non ci appassiona ma ci interessa molto. I due sono diversissimi e si trovano nelle condizioni ideali di creare interesse al confronto delle idee nella contesa per la corsa alla leadership della sinistra. Lo abbiamo visto dall'enorme successo mediatico delle primarie. Per quanto riguarda il ballottaggio si profila all'orizzonte la peggiore delle sciagure. Quale? Lo diciamo in forma brutale: il potere di condizionamento di Vendola su Bersani per appoggiarlo al 2° turno. La nostra preoccupazione è che Vendola riesca a dettare l’agenda a Bersani nel nome non del “profumo” della sinistra ma dello “stallatico” della sinistra, tipico odore dei compagni del “senza se e senza ma”. Ma ve lo immaginate un ricattuccio del compagno Niki nell’imporre un’agenda anti-Monti al futuro premier Bersani basato sul diktat del niente pareggio di bilancio nel quinquennio 2013-17, niente europeismo nel Trattato europeo, annullamento di alcune riforme del governo Monti, etc. etc. in nome del profumo di sinistra? Le conseguenze di un tira e molla del genere tra B. e V.? Il potere di veto della truppa di parlamentari vendoliani, nominati dal Segretario del PD Bersani e "imposti" al Candidato leader del PD Bersani, come ai tempi del compagno Diliberto & C.? E si vuol sacrificare tutto il profumo delle primarie e della straordinaria partecipazione per un film dal finale vergognoso, tipo la caduta dei due esecutivi Prodi da parte dei compagni Turigliatto e Rossi di Rifondazione Comunista? Sarebbe un invito a nozze per Silvio Berlusconi. E noi sappiamo come si sa fare male la sinistra quando sta per vincere le elezioni. O no?

domenica 25 novembre 2012

Pannella e l’ossessione dell’amnistia.


Marco Pannella è diventato monotono. Ripete sempre la stessa litania che è diventata per lui un’ossessione: ottenere l’amnistia per i detenuti. In realtà la battaglia che sta conducendo è più ambiziosa. Lui non vuole far uscire migliaia di detenuti dalle carceri e basta. No. Lui strumentalizza i carcerati perché vuole che lo Stato dichiari di “essere criminale”, come va ossessivamente ripetendo nelle carceri e attraverso la sua radio. Grida come un ossesso che lo Stato italiano è criminale perché ha le carceri sovraffollate. Invece di interessarsi degli anziani, abbandonati da tutti, esclusi dalla vita e “condannati addirittura in anticipo” da una società violenta e cinica, ha il chiodo fisso dell’amnistia. Se la prende col Presidente della Repubblica in modo insolente e da invasato. Si interessa ai carcerati e trascura gli anziani, soprattutto quelli poveri, poverissimi. Costoro non hanno i soldi per sfamarsi e di nascosto vanno nei mercati rionali per raccogliere frutta e verdura invenduta che viene buttata nei cassonetti dell’immondizia. Sono questi i casi che gridano dolore. Altro che far uscire i condannati. E’ qui che sono tutti assenti: radicali, onlus, politica e politici. Questa è la vera vergogna. La vera scelta di civiltà è aiutare gli anziani poveri e dare loro una possibilità di vita dignitosa. L’impegno di Pannella è invece polemico, ribelle, provocatorio. E come tale sterile.

sabato 24 novembre 2012

Urgenza e necessità del governo Monti.


Consideriamo il governo Monti una medicina amara ma necessaria. Il motivo riguarda il fatto che con il governo Berlusconi ci siamo trovati a un passo dal fallimento dello Stato. Una sconsiderata politica di governo del centrodestra e una crisi economica sottovalutata avevano portato l’Italia quasi alla bancarotta. In più, con un ex-premier come Berlusconi, delegittimato sia sul piano politico che morale e un Parlamento pieno zeppo di condannati e di furfanti il vero pericolo era un fallimento pilotato dai disonesti, con conseguenze nefaste per tutti. Chi parla male di Monti è in malafede perché fa finta di non sapere che la colpa non è del medico chiamato al capezzale del moribondo ma di chi lo ha ridotto in quello stato. E il volere negare questa evidenza dimostra la falsità di posizioni inaccettabili. Che poi Monti abbia imposto provvedimenti legislativi molto sbilanciati a favore delle banche e delle classi privilegiate, facendo pagare la maggior parte della crisi ai ceti più poveri, è verità palese. Ma questo, non lo si dimentichi mai, è perché lo hanno voluto gli italiani, ricchi e poveri, che hanno votato in massa Berlusconi, fornendogli una maggioranza blindata come non si era mai vista nell’intera storia della Repubblica. Adesso, come è accaduto dopo la caduta del fascismo, non si incontra più un sostenitore di Berlusconi. Sembra che gli elettori dell’Imbonitore non siano mai esistiti. Da “italiani brava gente” fanno gli gnorri, dopo avere saccheggiato tutto ciò che era possibile rubare. Ma la colpa è di Giufà o di chi gli è andato al seguito? Auguriamoci di arrivare alle elezioni al più presto possibile, di votare candidati puliti e onesti che abbiano firmato il Codice etico e di sperare che esca fuori un esecutivo autorevole in grado di ridare fiducia agli italiani. E smettetela di accusare Monti di essere la causa della crisi. Monti ce lo siamo meritati. Purtroppo.

venerdì 23 novembre 2012

L’imbroglio della nuova legge sulla diffamazione.


Cose da pazzi! Un Parlamento che manca di dignità, perché è strapieno di parlamentari inquisiti o condannati con sentenze di tutti i colori, ha deciso che per salvare il berlusconiano direttore del Giornale Sallusti sta varando una legge ad personam in cui invece di sostituire la pena carceraria per il direttore con una pena di risarcimento civile più o meno elevata a seconda della gravità, toglie la pena al medesimo e la introduce per i giornalisti. Già questo semplice fatto ha dell’incredibile. Ci sembra il “gioco delle tre carte”. Ma la conseguenza più singolare di questo voto dei parlamentari, che lo ricordiamo hanno votato col voto segreto e dunque senza vincoli e nella massima libertà, sono le conseguenze di questa scelta. Che cosa si sono inventati? Che se il giornalista firma l’articolo e viene condannato va in carcere mentre il suo direttore no. Se invece il giornalista non firma l’articolo non va in carcere né lui né, a maggior ragione, il direttore. E sapete chi decide se firmare o no l’articolo? Il direttore. Così i giornalisti e i direttori dei giornali berlusconiani che buttano fango su tutti i cittadini diffamando a più non posso potranno continuare a farlo "alla grande". Dunque, siamo passati da una legge attuale che penalizza solo il direttore, perché permette con la sua autorizzazione di non pubblicare il nome del giornalista (perché per esempio è radiato dall’Ordine) a una legge che penalizza solo il giornalista a condizione che il direttore lo voglia o meno. E' un contentino a Sallusti che è stato condannato con l’attuale legge. E così Sallusti e il suo omologo Belpietro di Libero potranno oliare la loro macchina del fango berlusconiana diffamando tutti e tutto. Complimenti agli attuali parlamentari, tra i quali ci sono un’altissima percentuale di condannati. Ecco perché è necessario che alle prossime elezioni i cittadini siano informati se il candidato Tizio abbia o meno firmato il Codice etico. Se non lo avrà firmato non lo voteremo mai!

giovedì 22 novembre 2012

Prima i cioccolatini e poi il veleno.


Ci siamo. L’ora X si avvicina prepotentemente. L’invulnerabile Mussolini finì a Piazzale Loreto e Silvio Berlusconi? Non crederà mica di cavarsela con un semplice “sorry ho sbagliato”, no? L’ultima crepa dell’evaporazione della sua creatura il Pdl l’ha lanciata Isabella Bertolini che, dopo avere confermato che lascia Berlusconi insieme all’avv. Pecorella (ennesimo avvocato di una sfilza che iniziò con Dotti) lancia la sua condanna inappellabile e feroce dicendo del Cavaliere che gli ricorda il “Comandante Schettino”. Ma l’avreste mai immaginata la pasionaria Bertolini dire di Berlusconi che ha la responsabilità di aver fatto naufragare la nave del centrodestra? Ne vedremo delle belle. Basta saper attendere con pazienza e piacevole aspettativa. Nel frattempo ci godiamo l’attesa delle elezioni primarie del Pd, tanto lo si sa: prima o poi “tutti i nodi vengono al pettine”, caro il mio bel sciùr Berlusca.

mercoledì 21 novembre 2012

Volti nuovi? Se sono questi no, per carità!


Le Primarie del Pdl sono entrate nella fase finale della corsa. La novità di questi ultimi giorni è che il numero dei candidati si è tanto infoltito da diventare numeroso quanto lo spettacolare Reggimento dei Carabinieri a cavallo che a Piazza di Siena ogni anno fa la famosa carica. Tra i diciannove che si sono attualmente fatti avanti c'è anche Giorgia Meloni che si presenta perché è un volto giovane. E giù con la giaculatoria che si tratta di un volto moderno, giovanile, che rappresenta il nuovo. Chiariamo subito una cosa. In matematica la Teoria degli insiemi parla di insiemi e di sottoinsiemi. Orbene, se l’insieme dei “politici nuovi” comprende anche il sottoinsieme dei “politici nuovi fascisti” che non rinnegano le loro radici neofasciste, come dichiara Giorgia Meloni, allora per carità preferiamo tenerci il trio ABC a vita. Sperare che il volto nuovo di Giorgia Meloni possa dare all'Italia ciò che Berlusconi, insieme all'armata neofascista, ha distrutto irreversibilmente è pura follia.

martedì 20 novembre 2012

Perché i partiti tacciono?


Cosa avrebbero dovuto fare i tre partiti che costituiscono la maggioranza del governo Monti nell’anno sabbatico concesso loro dal Governo tecnico per dimostrare di avere compreso la gravità del momento politico che l’Italia sta attraversando? Questa domanda se la sono posta in molti. Noi, dopo aver letto l’articolo di Ernesto Galli della Loggia sul CdS di ieri, siamo d’accordo con la sua risposta. La proponiamo mettendo i nomi e cognomi, cosa che Galli non fa per non essere politically scorrect. Noi diciamo che i tre partiti avrebbero dovuto fare due semplici cose. La prima è che avrebbero dovuto avere l’obbligo di fare un bilancio del passato e giustificare il perché hanno permesso di arrivare a un passo dal fallimento dello Stato. La seconda è dire quali sono le ricette concrete per uscire dalla crisi. Invece non hanno fatto nulla, assolutamente nulla. Allo stato attuale la loro insipienza e inadeguatezza è totale. Nonostante abbiano avuto la possibilità di “andare in aspettativa” per un intero anno, questi politici non hanno riflettuto per niente, non hanno fatto autocritica e non hanno proposto nessuna soluzione. Al contrario hanno aumentato l’entropia del sistema e, dunque, la confusione. Chi sono costoro? Innanzitutto il maggiore responsabile delle condizioni di indigenza in cui versano gli italiani è Silvio Berlusconi. Non si deve mai dimenticare che il governo Monti è la conseguenza del disastro di Berlusconi e solo di lui. Non ci vengano a dire che la colpa è della crisi o dei sorrisetti della Merkel e di Sarkozy o, peggio dei comunisti. Il disastro ha una sola ragione: l’inadeguatezza e la inidoneità di Silvio Berlusconi a essere Capo dei governi di centro-destra. Poi, a seguire, naturalmente ci sono anche le responsabilità dei tre sfrontati ABC (Alfano-Bersani-Casini). Ma nulla a che vedere con le colpe dello svergognato di Berlusconi. Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno invece di indire congressi, riflettere e discutere sul disastro (tutto e solo italiano) dei conti pubblici e fare autocritica sulle cose che avrebbero dovuto fare Berlusconi e i “tre compari” non hanno fatto nulla, proprio nulla. E noi dovremmo avere fiducia in questi partiti con questi Signori alla guida? No. Una possibile soluzione è di mandare a casa i responsabili. Come? Ognuno veda come può fare più male ai tre: andare alle primarie e votare il loro maggior oppositore e votare, soprattutto, un partito che firmi un codice etico e sia contro tutti Lor Signori.

lunedì 19 novembre 2012

La rottamazione dei sindacalisti.


Dopo i politici a quando i sindacalisti? Questa è la domanda: «perché gli uni si e gli altri no»? Forse il ruolo dei sindacalisti, non essendo considerato prestigioso quanto quello dei politici, consente a costoro di sfruttare la carica ad personam a vita? Che cos'ha di più un Angeletti di un D’Alema? E perché Bonanni non può essere rottamato mentre Veltroni si? Guardate che questa storia dell’intoccabilità dei Vertici confederali è grave. Di quelli del centrodestra, vedi Polverini ex-UGL, è meglio tacere per evitare di avere la nausea. E poi, perché si reclama in giro trasparenza per tutti mentre i bilanci dei sindacati sono un tabù? Perché questi bilanci non sono pubblici? E la CGIL quante migliaia di miliardi di euro ha in proprietà edilizie che non si conoscono? Neanche dieci anni di governo Berlusconi sono riusciti a costringere il Trio a pubblicare i bilanci sindacali e renderli trasparenti, soprattutto come rispetto verso gli iscritti che ogni mese hanno la trattenuta sulla busta paga. CGIL, CISL e UIL sono le sole società che non hanno l’obbligo di pubblicare i bilanci e hanno il vizietto di impedire che si faccia una legge per la trasparenza. I loro bilanci sono più segreti di quelli della CIA e del KGB messi insieme. E’ ora di voltare pagina, perché i tempi sono maturi per la rottamazione dell’ultimo simbolo delle vecchie Repubbliche (Prima e Seconda). Se mai sono esistite.

venerdì 16 novembre 2012

Dalla padella alla brace.


Grave errore di Berlusconi nella gestione delle elezioni regionali lombarde. Sacrifica Albertini pur di realizzare l'accordo con la Lega. Le conseguenze sono l’accettazione della candidatura di Maroni a Governatore, la diminuzione del ruolo del Pdl in Lombardia e l'avere Albertini come avversario politico. Berlusconi, pur di ottenere l'accordo con la Lega per le elezioni nazionali, accetta di perdere irrimediabilmente la Presidenza della più importante regione del nord. Se non è questa una capitolazione poco ci manca. Dunque, a Berlusconi non interessa granché regalare tutte le Presidenze delle regioni del nord (Veneto, Piemonte e Lombardia) al partito della secessione. Un leader che sacrifica tanta ricchezza politica e svende il patrimonio di famiglia è un leader perdente. Che fiducia può avere un elettore del centro destra nel vedere il proprio partito, il Pdl, umiliato ripetutamente dal suo stesso padrone? Il partito del Popolo delle Libertà, fino a poco tempo fa partito di nani e veline scosciate, adesso diventa anche partito della kryptonite perché lo stesso proprietario lo considera più pericoloso dell'Uranio radioattivo. Solo un ritorno di dignità degli elettori del centro destra potrà risolvere il problema che rimane quello di evitare di votare un Signore nudo con le pudenda inguardabili.

giovedì 15 novembre 2012

Il lupo perde il pelo ma non il vizio.


E bravo Lula! Scopriamo che l’ex Presidente del Brasile, il solare e furbacchione Ignacio Lula, è impelagato indirettamente nella faccenda che il suo partito rischia una condanna da parte del Tribunale Supremo. Lui non è inetto e irresponsabile come Berlusconi. Al contrario, è un Bertoldo scaltro e abile. Alle prossime elezioni ce lo ritroveremo di nuovo Presidente, copiando la celeberrima staffetta di Putin con Medvedev. Cos’ha fatto Lula? Il giornalista Rocco Cotroneo, sul n.42 di Sette del Corriere, scrive che nel 2005 il suo vice Josè Dirceu del Pt, il partito di Lula, si diede da fare per “dirottare fondi pubblici di banche e società per finanziare deputati riottosi della maggioranza al fine di permettere l’approvazione più rapida di leggi e decreti”. Gli accusati riuscirono a tenere fuori Lula dicendo che il Presidente “non sapeva”. Ci ricorda Berlusconi, quando il Pdl fece di tutto per giustificare Berlusconi che salvò la minorenne nordafricana dal trascorrere una notte in una cella di un commissariato milanese facendo la famosa telefonata che era la “nipote di Mubarak”. Il furbacchione di Lula se la cavò rimanendone fuori, ma il suo vice no. Morale della favola: cambia la longitudine, cambia la lingua, cambia il cognome ma i populisti si ritrovano sempre sulla stessa barca che è priva di onestà. Lula l’onestà l’ha perduta irrimediabilmente quando salvò dall'ergastolo il pluriomicida terrorista Battisti negando all'Italia l’estradizione.

mercoledì 14 novembre 2012

Se non io ed egli, chi se non tu?


Di solito quando in famiglia c’è qualcosa che non va si individua subito il responsabile. Dov’è andato a finire il dentifricio che era nel bagno? Siamo in tre: io non sono stato, egli non si lava i denti, dunque sei stato tu! Confessi? Come mai non è così anche in politica? Un esempio. Il decreto anticorruzione era stato proposto dal governo in modo efficace e severo. Come mai in Parlamento è stato approvato in tutt’altro modo? Nessuno individua le responsabilità. Eppure anche qui i soggetti sono tre: il Pd, che reclama norme più severe, non è stato. Non è stato neanche il governo che con il ministro Severino aveva insistito per un testo molto più severo. Dunque, è stato il Pdl. I nomi? Eccoli. Quagliariello, Cicchitto, Gasparri, Matteoli, Ghedini e altri: tutti per conto di Berlusconi. Sono gli stessi che hanno impedito a Monti di liberalizzare taxi, farmacie, ordini professionali, dirigenza pubblica, etc.. Il loro è stato un atteggiamento folle e disperato. Non dimentichiamo che questi nomi, con l'aggiunta di Paniz, sono gli stessi che hanno fatto approvare dal Parlamento, con un forte senso del ridicolo, la risoluzione che, siccome Berlusconi credeva che la minorenne tunisina fosse la "nipote di Mubarak", avesse agito nell'esercizio delle sue funzioni e quindi non era processabile se non dal tribunale dei ministri. Ma il tempo sta per scadere. Fra cinque mesi gli stessi tipi grideranno allo scandalo quando, giustamente, Robespierre Grillo e i nuovi onesti parlamentari affonderanno il bisturi sul "cancro della politica berlusconiana". Ne vedremo delle belle. Basta aspettare.

martedì 13 novembre 2012

Un boom di ottimismo dal “pentaconfronto” delle idee nelle primarie del Pd.


C'era da aspettarselo. Mentre i candidati alle primarie del Pd facevano su Sky il loro dovere, che era quello di presentarsi agli italiani informandoli del "che cosa" avrebbero fatto se fossero diventati primo ministro, i soloni del giornalismo della carta stampata, quelli con la puzza sotto il naso, tanto per intenderci, hanno cercato di stroncare tutto e tutti. Critiche deboli e banali del tipo: "hanno fatto il compitino", oppure "potevano risparmiarselo", etc. Il fatto vero è un altro. I cinque, a nostro giudizio, sono stati tutti convincenti, preparati e in possesso di un’idea chiara di progetto politico da premier. In più, hanno dato l’impressione di essere una squadra non litigiosa e coerente con i valori del partito. Niente sparate, niente violenze verbali, rare polemiche comunque contenute. Insomma, un modo di presentarsi che ha indispettito i soliti critici del nulla, filoberlusconiani e contrari. Dal confronto esce fuori una ventata di fiducia e una visione più rosea del futuro. Esce finalmente un’idea di paese che per la prima volta può entusiasmare i cittadini, può produrre passione e può finalmente avviare la prassi della “buona politica”. Senza ombra di dubbio si è trattato di un’operazione di semplicità e di verità che ha avuto successo. Non è poco. Aspettiamo adesso l’analogo confronto tra i candidati del Pdl e avremo più di una speranza per poter decidere di votare bene alle prossime elezioni. Ieri sera siamo andati a letto più sereni e rinfrancati da ciò che abbiamo visto e sentito. La vecchia politica, come quella mostrata per lustri da Berlusconi nel salotto del suo adulatore di professione Bruno Vespa, è stata cacciata a pedate. E che i soliti quotidiani che vogliono sempre stupire la smettano di scrivere cose false e bugiarde.

lunedì 12 novembre 2012

Moralità ed etica. "E perché"?


Sergio Rizzo nel suo recente “libro denuncia” dal titolo Razza stracciona ha dipinto bene tutti coloro che alla domanda di più moralità rispondono con un’altra domanda: “e perché"? In effetti la denuncia di Rizzo è stimolante perché accanto alla causa numero uno (questi politici) della crisi morale della nostra società chiarisce che senza la causa numero due non ci sarebbe stato il tracollo etico dello Stato. Qual è la causa numero due che ha permesso ai politici di razziare la cosa pubblica? Sono i dirigenti pubblici e privati, ovvero l’altra faccia della medaglia, che spesso in collaborazione con faccendieri del “bosco e sottobosco” politico hanno permesso la razzia. Per carità, qualcuno è onesto; ma sono in pochi. Un esempio Rizzo lo propone descrivendo l’azione del “re delle cliniche romane” che compra un ospedale da don Verzè e pochi mesi dopo lo rivende allo Stato guadagnandoci quasi il 20%. Vi pare normale? Ma l’esempio più incredibile che si possa fare è quello della probabile collaborazione di qualche dirigente pubblico all’azione di razzia di oltre 13 milioni di euro ai danni del Ministero della P.I. Si tratta di un maxi furto ai danni della collettività che avrebbe dovuto essere speso come bonus alle famiglie e che invece è stato trasferito al Cairo in Egitto e incassato non si sa da chi. Cose da non credere. Vi pare normale? Nel libro di Rizzo ci sono decine di questi casi. Il massimo è però quello di un agente immobiliare romano che viene nominato Presidente della “Commissione Ambiente” a Roma. Subito dopo la nomina parlò di se stesso dicendo che hanno messo “er lupo a guardia der gregge”. Noi diciamo a chiare lettere che non è vero che esistono predestinazioni e/o predisposizione degli italiani a rubare. Sono gli ambienti che generano i comportamenti criminali.

sabato 10 novembre 2012

Sorprese e conferme della inidoneità dei politici.


Sorprese a ripetizione sotto il cielo della politica. C’è paura nella Casta che tra poco, all'indomani delle nuove elezioni, si verifichi una rivoluzione. Il Presidente del Senato il pi-di-ellino in naftalina Renato Schifani, con una dichiarazione sorprendente, informa che “per evitare una vittoria schiacciante di Grillo all’80% è necessario alzare di molto la soglia del premio di maggioranza”. Ha detto proprio così. Il “piccolo Rascel” non ce l’ha fatta più e ha mostrato la sua vera natura. La seconda carica dello Stato esce allo scoperto con una dichiarazione che dire anomala è poco. Colui che dovrebbe astenersi da interventi di parte e copiare l’eccellente Presidente della Repubblica dichiara che se non si fa presto “morirà la democrazia”. E’ veramente insolito che uno dei massimi rappresentanti del pensiero del “predellino” faccia una simile affermazione pubblica ai microfoni, che Grillo ha definito “un golpe”. Ma l’aspetto più sorprendente e singolare della faccenda è che il nostro Renatino stimola la Casta a sbrigarsi. Per fare che cosa? Forse la riduzione delle inaccettabili prebende dei parlamentari? La sconcertante ineleggibilità dei parlamentari che hanno commesso reati e hanno sentenze addirittura passate in giudicato? Il dimezzamento del numero dei senatori dell’Alto Consesso che il piccoletto dirige? No! Dobbiamo fare presto a modificare l’attuale legge elettorale, cioè la Regola delle Regole che avrebbe dovuto essere immodificabile come avviene in tutti i paesi del mondo. Avete mai sentito dire che in Francia, in Germania, in Inghilterra, in Spagna, negli USA, in Canada, in Australia e via discorrendo si fanno le maratone per cambiare al più presto la legge elettorale? Questa storia che in Italia si deve cambiare la legge elettorale ogni legislatura è lo specchio della inaffidabilità della attuale classe politica. Quello che si DEVE cambiare sono, al più presto e prima di tutto, i nomi dei 630 onorevoli e dei 315 senatori. Quelli attuali sono dei pigmei, ottusi e ciechi. Non vedono che sta loro cadendo in testa il tetto.

venerdì 9 novembre 2012

Il mondo capovolto.


Alle prossime elezioni politiche del 2013 voteranno degli stranieri. Costoro sono stranieri a tutti gli effetti. Non parlano o parlano male l’italiano, vivono all’estero, producono reddito all’estero che rimane nei paesi stranieri dove risiedono e dove sono nati. Non pagano le tasse allo Stato italiano e sanno poco di cultura italiana. Per contro, ci sono cittadini che sono nati in Italia, lavorano in Italia, danno lavoro agli italiani, parlano l’italiano correttamente, pagano le tasse allo Stato italiano ma non hanno diritto al voto. Chi sono tutti costoro? I primi sono i cosiddetti “italiani all’estero” mentre i secondi sono gli immigrati di prima o seconda generazione. E’ accettabile una situazione del genere? No, non è ammissibile. Anzi, non solo non è più tollerabile ma si dovrebbe invertire il diritto al voto. E per dare maggiore risalto alla risposta proponiamo un esempio che può essere considerato esemplare. Sembra che la candidata del Pdl, con molte probabilità di essere eletta Senatrice della circoscrizione estera del Sud America, sia l’argentina Ileana Calabrò. Di questa signora si parla da un po’ perché svolge attività didattica professionale non proprio educativa (a questo link una sua eminente prestazione). Ogni commento dovrebbe essere superfluo. In realtà non lo è per due motivi. In primo luogo a candidare la futura Senatrice è il Pdl. Si, proprio il partito del cattolico Silvio Berlusconi. In secondo luogo, principale responsabile della legge che ha istituito le circoscrizioni estere è stato l’ex missino Mirko Tremaglia, ministro del governo Berlusconi, che aderì alla fascista RSI e che dichiarò che "l’antifascismo non è un valore". E c'è ancora qualcuno che ha il coraggio di votare Berlusconi?

mercoledì 7 novembre 2012

Assordante silenzio sul “caso Scola”.


Siamo senza parole. La trasmissione televisiva Report ha presentato, a nostro giudizio, il più imbarazzante scoop che si potesse mai immaginare. E nonostante tutto c’è un rumoroso silenzio di tutta la carta stampata sul contenuto del programma che ha messo al centro la figura del Governatore della Lombardia Formigoni. Tranne qualche raro intervento in internet la notizia ha avuto un bassissimo profilo. Cos’è successo di tanto straordinario la sera di Domenica 4 novembre 2012 alle ore 21.30 in tv su Rai3? L’inchiesta «Il Papa Re» di Milena Gabanelli racconta il fenomeno politico Formigoni, tornando alle origini del movimento ecclesiale di CL fondato da Don Giussani e racconta il suo braccio politico, il Movimento Popolare. A un certo punto della trasmissione viene intervistato Marco Palmisano, che ha raccontato dei rapporti tra don Luigi Giussani e Silvio Berlusconi a fine anni ‘70. In breve, Berlusconi si sarebbe rivolto a don Giussani per “essere orientato” culturalmente e politicamente. La Curia milanese invia a casa di Berlusconi cinque “professori” per fargli una decina di “lezioni private” come si faceva una volta con i precettori nelle case dei nobili. I cinque “professori” di Berlusconi sono: Formigoni, Buttiglione, Bagnoli, Folloni e Angelo Scola. Sì. Avete inteso bene Angelo Scola, cioè l’attuale Cardinale Capo della Curia milanese. Questa la notizia e adesso un breve commento. Dunque, la Compagnia delle Opere sarebbe lo sponsor di Silvio Berlusconi. Lo hanno aiutato, formato, fatto maturare, educato, consigliato, invitato a operare nel “solco della tradizione cattolica” per incontrare il popolo e sensibilizzarlo all’insegnamento della Chiesa. Insomma, insegnamento per favorire la pastorale, cioè cura della fede e della morale. Per carità, azione lecita e regolare. Una sola perplessità, che può diventare domanda. Se il risultato delle attività didattiche educative di formazione è stato il Berlusconi immorale e capopopolo che ha introdotto nella politica l’odio per i rispettivi nemici, allora ci si consenta si è trattato del più grande e colossale fiasco dell’insegnamento della religione cattolica di tutti i tempi della cristianità. E certamente il professor Scola non ne esce bene.Semplicemente devastante.

martedì 6 novembre 2012

Degrado della politica da combattere pretendendo impegni.


E' necessario costringere i politici a impegnarsi per il cambiamento. Non parleremo pertanto di fumosi concetti astratti, ma di semplici e chiare ragioni in grado di obbligare i politici ad assunzioni di responsabilità prima delle elezioni. Iniziamo col dire che per la prima volta, dopo la fine della 2a guerra mondiale, gli italiani sono stati costretti a cambiare stili di vita introducendo la rinuncia anche all'essenziale. La crisi economica e finanziaria, quella politica ed etica, quella relazionale tra lavoratori e padroni, ma anche quella tra lavoratori e lavoratori (vedi caso Fiat a Pomigliano) inducono a credere che non è più possibile vivere come prima. La richiesta di pulizia morale nei partiti, di riduzione delle spese dei parlamentari e del rinnovamento della classe politica va nella direzione di un cambiamento che non è congiunturale ma strutturale ed epocale. Non è più possibile vivere come vivevamo prima. La gente a casa è diventata oculata e sobria. Spegne le lampadine nelle stanze per risparmiare elettricità, sta attenta alle spese minute, controlla gli acquisti alimentari come non aveva mai fatto in precedenza, fa meno acquisti di abbigliamento e ricicla molte più cose di prima. Tutto questo ha un solo significato: che siamo stati costretti a fare delle rinunce prima selettive e successivamente generali. Se ci fosse equità sarebbe sopportabile. Purtroppo non è così: l’ingiustizia e le diseguaglianze trionfano. La paura della cassa integrazione o, peggio, il panico per una eventuale perdita del lavoro è entrata lentamente dall'immaginario delle famiglie alla realtà quotidiana e corre di casa in casa diventando sempre più ossessiva. Urgono messaggi e provvedimenti etici e morali della politica che siano esempi da far circolare nella società per “dare senso” al cambiamento. Ma soprattutto è urgente una ridefinizione delle politiche di protezione dei più deboli e della sicurezza contro la criminalità finanziaria che si infiltra nelle istituzioni e si appropria delle risorse. La severità, prima di tutti con se stessi e poi con gli altri, dovrebbe essere la base comune delle politiche di tutti i partiti. Chiediamola ai candidati alle poltrone del Parlamento, ora che si avvicinano le elezioni. Ci interessano due richieste. La sottoscrizione di un codice etico e l’impegno a intervenire entro i primi tre mesi della prossima legislatura per aiutare economicamente tutti coloro che hanno perduto il posto di lavoro e, ai giovani, per trovarlo. I politici si inventino quello che vogliono ma devono risolvere questo rebus. Non c'è più tempo per aspettare.

lunedì 5 novembre 2012

Scuse irricevibili e ipocrite.


Chiedere scusa è sempre “cosa buona e giusta” ma ... I puntini di sospensione significano che le scuse sono accettate a condizione che non siano subordinate a qualcos'altro. Dire chiedo scusa agli italiani perché non ce l’ho fatta "a causa della crisi" significa che se non ci fosse stata la crisi Berlusconi non avrebbe mai chiesto scusa e avrebbe continuato imperterrito a commettere errori e guai. Ed è qui che sbaglia. Silvio Berlusconi avrebbe dovuto chiedere scusa agli italiani “a prescindere”. Troppi sono stati i suoi comportamenti scorretti, avaloriali e aetici che hanno portato l'Italia sul baratro dello sfacelo morale oltre che economico e finanziario. D’altro canto, insopportabile è stata la sua opera di introduzione della categoria dell’odio nella competizione politica. Se aggiungiamo lo scandaloso sistema di lottizzazione che ha messo su, permettendo il saccheggio delle risorse e le sconcezze morali nel campo della moralità abbiamo un ritratto più completo ma sempre parziale del suo modo di operare. Parziale perché la trasmissione su Rai3 Reporter ha finalmente permesso di squarciare il velo di segretezza che ruotava intorno alle origini del suo potere nella potente Lombardia. Ieri sera nel programma di Milena Gabanelli sono emerse responsabilità tremende che, se confermate, spiegherebbero tutto relativamente a origini, ascesa, conquista, trionfo e rovina del politico Berlusconi. L’idea centrale intorno al tema dei “massimi segreti" del mondo di Silvio Berlusconi parte dall'origine dell’avventura della discesa in campo (acquisto di Rete4 e del Giornale di Montanelli) e ruota intorno all'idea che sarebbe stata la potente “Compagnia Cattolica delle Opere” a fornire a Berlusconi mezzi economici e strumenti culturali (Comunione e Liberazione) per il suo progetto di potere prima lombardo e successivamente nazionale. Addirittura abbiamo ascoltato che l’attuale Cardinale di Milano Angelo Scola, il dimissionario Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e altri potenti personaggi dell’entourage cattolico della Compagnia di Don Giussani avrebbero dato addirittura “lezioni private” a Berlusconi su come la matrice cattolica avrebbe dovuto impregnare la sua opera di imprenditore televisivo e di editore di giornali. Ed ha il coraggio di chiedere scusa “con i se e con i ma”? Scuse irricevibili.

domenica 4 novembre 2012

Le province: ma non dovevano abolirle tutte?


Viviamo una crisi che non è solo economica. La gente ha i nervi a fior di pelle per le continue e insopportabili rinunce che è costretta a compiere per continuare non a vivere ma a “sperare” di vivere. L’ultima cattiveria che i partiti possono fare ai cittadini è essere ambigui e ipocriti. Parliamo di tagli e sacrifici che i cittadini continuano a fare in famiglia e ricordiamo gli impegni presi dal governo Monti sulla diminuzione delle spese per la politica. Siamo contro gli sprechi e gli Enti inutili. E le Province sono inutili al 100%. Non servono. Sono a tutti gli effetti una servitù dei segretari di partito. Le poche ragion d'essere possono essere trasferite benissimo ai Comuni o alle Regioni. Un esempio per tutti. Non si capisce perché in Umbria si possono unire le due sole province di Perugia e Terni lasciando la regione umbra con una sola provincia, doppione coincidente con il capoluogo di Regione e lo stesso non lo si può fare per tutti gli altri. In verità sappiamo benissimo perché. La ragione è “il gioco dei partiti” che vogliono salvare interessi personali e “orticelli elettorali”. Vero avvocato Alfano? E’ così dott. Bersani? Ammette di essere di questa opinione avv. Casini? Ma si, dài! Perché fingere? Lo ripetiamo: l’unico riordino utile ed efficace è l’abolizione di TUTTE le Province, con il massimo risparmio per le casse dello Stato. Insomma, in Italia comandano i cittadini oppure i Segretari dei partiti? Se è così lo si dica chiaramente senza mentire. Ipocriti!

sabato 3 novembre 2012

Presentazioni impresentabili.


Non c’è da rimanere stupiti se un settimanale come TIME pubblica in copertina la foto di un italiano nato in Italia da genitori ghanesi. Con la voglia di voler stupire a tutti i costi si è messo in scena un fenomeno che sa poco di italiano e molto di pettegolezzo. Noi sappiamo poco di calcio e sappiamo ancora meno di Mario Balotelli calciatore. Siamo stati spesso costretti a vederlo, nostro malgrado, in spezzoni televisivi inseriti con esaltazione tutta arrogante da giornalisti televisivi petulanti che a tutti i costi ci ricamano sopra pettegolezzi inutili e insulsi. Rivendichiamo la nostra diversità di essere italiani che non amano il calcio. Ma che addirittura si identifichi il “senso della italianità” parlando di un illustre sconosciuto in tutti i campi al di fuori delle pedate date a un pallone francamente ci sembra inaccettabile e demenziale. Apprendiamo dalla stampa che Balotelli è stato spesso contestato dalle varie tifoserie per il colore della sua pelle. Noi non lo avremmo mai fatto per diversi motivi. Primo perché non siamo tifosi di calcio. Secondo per il semplice fatto che la discriminazione per il colore della pelle, per la fede religiosa, per la provenienza geografica e per i propri orientamenti sessuali non ci appartengono per cultura e intelligenza. Lasciamo queste discriminazioni ai molti violenti ed esibizionisti del calcio che meriterebbero commenti sprezzanti. Quanto ai settimanali famosi vuol dire che devono essere a corto di idee se in una società globalizzata perdono tempo a pubblicare “non notizie”. La società italiana, dopo la caduta della 1° Repubblica e la cura berlusconiana della 2° Repubblica, ha perduto per sempre la caratteristica di essere interclassista. Ormai ci rimangono solo due tipologie di persone: il berlusconiano e il suo nemico, tipica concezione grossolana della politica del re delle tv private del dividi et impera che si è inserito bene in una società piena di potenziali Guelfi e Ghibellini che gli hanno permesso di essere ricordato più perché padrone di una squadra di calcio milanese che per avere governato in modo illuminato l’Italia. All’interclassismo sono rimaste solo due categorie: il calcio e le code agli uffici postali. In entrambi gli ambienti si può ancora vedere persone di diversa estrazione sociale, età, intelligenza, parlare con “interesse e vivacità” della opportunità o meno del “passaggio calibrato in profondità al 67mo minuto” che ha permesso al Balotelli di turno di fare gooool. In tutti gli altri casi, ricchi e poveri non intrecceranno mai la loro vita e non si parleranno mai. I primi continueranno a vivere sempre più nel lusso e i secondi ad avere il suicidio come unica possibilità di modificare il proprio status economico. Che vergogna!

venerdì 2 novembre 2012

Arrivano di nuovo le “convergenze parallele”.


La novità del giorno è l’ennesimo dietrofront di Silvio Berlusconi sul rapporto con il Presidente del Consiglio Mario Monti. Che cosa è successo? Berlusconi ha fatto l’ennesima dichiarazione contraddittoria che pesa come un macigno sulla sua credibilità. Ha detto che “non faremo campagna elettorale contro Monti". E subito dopo si è proposto in modo plateale ai media con un coup de théâtre e cioè con un disegnino geografico della “rosa dei venti” a quattro punti nel quale al posto delle coppie “tramontana-ostro” e “ponente-levante” presenta la dualità “nuovo-vecchio” e “pulito-sporco”. Il titolo dello schema è “Prossima campagna elettorale”. Ecco, siete serviti. Adesso aspettatevi che il Nostro faccia spuntare nei suoi discorsi la famosa frase delle "convergenze parallele" e siamo a posto. Si tratta del famoso ossimoro, cioè dell’accostamento di “due parole in antitesi” che non sono altro se non un paradosso. Infatti in Geometria razionale, altrimenti detta euclidea, due rette parallele non possono convergere. Di fatto, nel piano, le rette si dicono parallele proprio quando sono prive di punti in comune, cioè quando non si intersecano. Quindi o sono parallele o sono convergenti. Berlusconi invece è riuscito (come fece Aldo Moro negli anni ’60 con la dichiarazione delle “convergenze parallele” che gli permetteva di giustificare la scelta della nuova maggioranza politica fra DC e PSI) a superare persino le categorie della geometria perché lui considera normale l’alternanza tra l'essere con Monti e subito dopo contro Monti. Per lui è regolare essere un giorno ad appoggiare l’azione del governo e il giorno seguente a valutare la possibilità di togliere la fiducia. Ma questa tecnica non aveva il copyright della sinistra massimalista, qui personificata da Oliviero Diliberto & C., che, nel governo Prodi, la mattina partecipava alle riunioni del Consiglio dei Ministri e il pomeriggio scendeva in strada con i suoi compagnucci per protestare contro il governo? Ma quando finirà questa sceneggiata?

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