mercoledì 28 novembre 2012

Se si vuole, si può ottenere più equità e giustizia.


Uno dei problemi fondamentali della società italiana è la richiesta di giustizia e di equità inevasa dalla politica. Chi ha più soldi si sceglie l’avvocato più costoso e vince le cause. Chi è povero perde sempre. La domanda diventa a questo punto: «è possibile introdurre più equità nel sistema delle dispute socio-economiche della giustizia»? La risposta è si, se ci si toglie dalla mente la ricerca a tutti i costi della perfezione del sistema giuridico a favore della pragmaticità. In questo caso c’è una sola possibilità. Quale? Che venga imposto per legge il principio che chi ha ragione deve avere subito la sentenza di 1° grado. Sembrerà banale ma l’unica soluzione è questa: una legge con la quale si sostituisce il processo di 1° grado con una sentenza emessa da un solo giudice, sorteggiato tra tutti, dopo una sola settimana dall’inizio del processo. Lasciamo immaginare a tutti le conseguenze di questa rivoluzione.

1 commento:

Giancarlo ha detto...

Ieri ho avuto il piacere di assistere alla rappresentazione di un processo celebrato nella Roma repubblicana raccontato da un "attore" d'eccezione Cicerone ! Nel suo racconto del processo, realmente avvenuto negli anni in cui Silla era il "dominus" della vita politica romana, egli, Cicerone, si scontrò con un protetto, dello stesso Silla, che cercava di sottrarre al legittimo proprietario, con una falsa accusa, i diritti di successione, in pratica accusava il figlio di aver ucciso il padre per ereditarne le sue proprietà, mentre invece era lui a volersene appropriare. Interessante lo svolgimento del processo stesso e delle sue implicazioni che da penali divennero politiche, sopratutto interessante la frase che con la quale Cicerone insinuò nel cervello del giudice e dei giurati popolari il dubbio sulla colpevolezza di Sesto Roscio, il nome dell'accusato. La frase è Cui Bono, spero di averla scritta correttamente, ma la riprendo , Cui bono una giustizia talmente fatta ? Inutile dirlo ! Per la cronaca, Sesto Roscio fu assolto e Silla provvide a "cancellare" dalla storia il suo protetto !

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