sabato 3 novembre 2012

Presentazioni impresentabili.


Non c’è da rimanere stupiti se un settimanale come TIME pubblica in copertina la foto di un italiano nato in Italia da genitori ghanesi. Con la voglia di voler stupire a tutti i costi si è messo in scena un fenomeno che sa poco di italiano e molto di pettegolezzo. Noi sappiamo poco di calcio e sappiamo ancora meno di Mario Balotelli calciatore. Siamo stati spesso costretti a vederlo, nostro malgrado, in spezzoni televisivi inseriti con esaltazione tutta arrogante da giornalisti televisivi petulanti che a tutti i costi ci ricamano sopra pettegolezzi inutili e insulsi. Rivendichiamo la nostra diversità di essere italiani che non amano il calcio. Ma che addirittura si identifichi il “senso della italianità” parlando di un illustre sconosciuto in tutti i campi al di fuori delle pedate date a un pallone francamente ci sembra inaccettabile e demenziale. Apprendiamo dalla stampa che Balotelli è stato spesso contestato dalle varie tifoserie per il colore della sua pelle. Noi non lo avremmo mai fatto per diversi motivi. Primo perché non siamo tifosi di calcio. Secondo per il semplice fatto che la discriminazione per il colore della pelle, per la fede religiosa, per la provenienza geografica e per i propri orientamenti sessuali non ci appartengono per cultura e intelligenza. Lasciamo queste discriminazioni ai molti violenti ed esibizionisti del calcio che meriterebbero commenti sprezzanti. Quanto ai settimanali famosi vuol dire che devono essere a corto di idee se in una società globalizzata perdono tempo a pubblicare “non notizie”. La società italiana, dopo la caduta della 1° Repubblica e la cura berlusconiana della 2° Repubblica, ha perduto per sempre la caratteristica di essere interclassista. Ormai ci rimangono solo due tipologie di persone: il berlusconiano e il suo nemico, tipica concezione grossolana della politica del re delle tv private del dividi et impera che si è inserito bene in una società piena di potenziali Guelfi e Ghibellini che gli hanno permesso di essere ricordato più perché padrone di una squadra di calcio milanese che per avere governato in modo illuminato l’Italia. All’interclassismo sono rimaste solo due categorie: il calcio e le code agli uffici postali. In entrambi gli ambienti si può ancora vedere persone di diversa estrazione sociale, età, intelligenza, parlare con “interesse e vivacità” della opportunità o meno del “passaggio calibrato in profondità al 67mo minuto” che ha permesso al Balotelli di turno di fare gooool. In tutti gli altri casi, ricchi e poveri non intrecceranno mai la loro vita e non si parleranno mai. I primi continueranno a vivere sempre più nel lusso e i secondi ad avere il suicidio come unica possibilità di modificare il proprio status economico. Che vergogna!

1 commento:

Giancarlo ha detto...

In fondo che altro aspettarci da chi riscopre la Bandiera solo ed esclusivamente durante le partite, una Nazione i cui cittadini ad ogni piè sospinto dichiarano "mi vergogno d'essere Italiano", senza pensare che la prima ed assoluta vergogna dovrebbe essere la nostra idea di partecipazione che oggi si estrinseca nel grillismo ! Non so se tutto questo lo si potrà addebitare alla seconda Repubblica ed a di lui distruttore, ma , come detto prima, noi ci abbiamo messo molto del nostro !

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