mercoledì 29 febbraio 2012

Tre fatti, tre sberle al rinnovamento della politica in Italia.


1. In Vaticano montano le polemiche per la presenza di “ecclesiastici corvi” che pubblicano documenti riservati della Curia relativi a vergognosi e dequalificanti atti di potere dei vertici vaticani. Bassezze per una Chiesa che ormai è più lontana lei da Gesù Cristo che i laici onesti che ne combattono gli estremismi.
2. Al Comune di Roma vigili corrotti prendevano tangenti per il rilascio di licenze in edilizia e nel commercio. Una vera e propria vergogna nazionale agli occhi degli italiani onesti e del mondo che ci giudicano per i fatti.
3. In Parlamento si levano polemiche per l’annacquamento delle liberalizzazioni fortemente volute dai gruppi di potere interni ai partiti della maggioranza, causando al governo Monti una crisi di credibilità interna e internazionale per la mancanza di efficacia dei provvedimenti.
Tre fatti, tre umiliazioni per i cittadini che credono nei valori dell’etica, tre macigni sulla credibilità di Istituzioni e politica. Tre circostanze inquietanti e una sola domanda di sintesi: le tre notizie, che trattano tre aspetti differenti, hanno qualcosa in comune? La risposta per chi non ha mai creduto ai miracoli in politica è ovvia, ed è si. In verità ci sono relazioni e nessi causali giganteschi che danno la netta sensazione che siamo ancora lontanissimi dall’aver risolto il problema politico dell’onestà in Italia. Spogli di scrupoli, con cinismo e senza temere conseguenze chiesa, società e politica continuano imperterriti a tramare sporchi giochi di potere con finalità egoistiche vergognose. Una Chiesa che permette a cardinali e vescovi di tramare per interessi personali è una chiesa screditata e inutile. Un Sindaco che non controlla i propri subordinati e non è in grado di estirpare dal Comune di Roma la gramigna del malaffare e delle tangenti è un signore del potere politico locale screditato e inutile. Una casta di scellerati parlamentari nominati vassalli dai Segretari di tutti i partiti del Pdl (Berlusconi), Pd (Bersani), Udc (Casini), Lega Nord (Bossi) e Idv (Di Pietro) che a chiacchiere sono contro i privilegi della politica mentre in realtà impediscono con i loro emendamenti a far fare al Governo Monti le vere liberalizzazioni è un sistema politico screditato e inutile. Resta solo l’unica speranza che alle prossime elezioni gli italiani si sveglino non votando nessuno di questi partiti ma solo nuovi soggetti onesti che siano espressione della parte migliore della società italiana. Null’altro da aggiungere.

lunedì 27 febbraio 2012

Il vizietto della sinistra ad aiutare gli amici.

"Se Atene piange, Sparta non ride". La frase pungente, com’è noto, si riferisce al pessimo stato in cui si ritrovarono Sparta ed Atene al termine delle guerre del Peloponneso. Qui Sparta e Atene sono in estrema sintesi la disastrata Italia e la sua società dopo la guerra al terrorismo rosso. Nel frattempo moltissimi italiani si sono dedicati a piene mani a commettere reati togliendo alla comunità denaro, risorse e, peggio ancora, assassinando uomini integri e servitori dello Stato con la scusa della rivoluzione della sinistra. C’è un elenco interminabile di stragi che i terroristi di sinistra hanno fatto in Italia dal ’68 in poi. Dopo il non luogo a procedere contro Berlusconi, un vero schiaffo al senso di giustizia,non sono trascorse nemmeno 24 ore che si viene a conoscenza di un altro schiaffo, questa volta alla memoria del vice brigadiere Antonio Custra. Si tratta dello squallido provvedimento preso dal Comune di Milano con la nomina a capo di gabinetto dell’ex terrorista Maurizio Azzollina, quel corvo della sinistra del tempo, immortalato in una famosa foto mentre sta sparando con una pistola su un gruppo di carabinieri. I partiti di sinistra del Sindaco Pisapia dicono che l’ex giovane, condannato poi al carcere, adesso si è rifatto una nuova vita perché ha pagato il debito con la società. In verità lui non ha pagato il debito con la società e con la famiglia dell’assassinato. Casomai ha pagato, e pochissimo, il debito con la giustizia che è diverso. Certo un Sindaco di Milano, capo del raggruppamento di quella sinistra che ha l’ambizione di governare l’Italia dopo Mario Monti, che non avverte l’inopportunità di nominare colui che si è mostrato con una pistola in mano nell’atto di sparare, a nostro parere, non merita alcuna stima e soprattutto nessuna copertura politica ed elettorale. Purtroppo in questo perverso paese, in cui fanno soldi a palate i politici corrotti di tutti gli schieramenti, i cittadini onesti sono come la Grecia di millenni fa, stretti tra l’incudine del berlusconismo e il martello del massimalismo di sinistra, che non si vergogna di nominare a capo di gabinetto un terrorista che spara sui carabinieri. Complimenti al compagno Pisapia. Lor Signori non sono solo quelli del centro-destra ma anche, e forse più, quelli della sinistra, che mostrano con questa arrogante promozione inciviltà altamente diseducativa.

domenica 26 febbraio 2012

La beffa della prescrizione.

Perché nel diritto esiste la prescrizione? Vediamo come viene definita e perché. Lasciamo stare il diritto civile ma nel diritto penale perché dovrebbe essere una scelta di civiltà regalare al reo l’impunità? In diritto penale secondo Wikipedia la prescrizione “determina l'estinzione di un reato a seguito del trascorrere di un determinato periodo di tempo. La ratio della norma è che, a distanza di molto tempo dal fatto, viene meno sia l'interesse dello Stato a punire la relativa condotta, sia la necessità di un processo di reinserimento sociale del reo”. Fabio Tonacci sulla Repubblica di ieri afferma in più che “è un istituto che risponde a un principio di economia, evita cioè che il sistema giudiziario continui a impegnare risorse per perseguire un reato commesso troppo tempo prima e per il quale risulta meno sentita socialmente l'esigenza di tutela. E' una garanzia anche per l'imputato, perché col passare del tempo ha più difficoltà a recuperare fonti di prova a suo favore”. In sintesi, le motivazioni si riferiscono sostanzialmente al fatto che: “perché insistere contro un povero disgraziato, che potrebbe essere responsabile di un crimine, tanto tutto rimarrà come prima”. Un ragionamento da gentiluomini per il reo ma da crudeli e spietati con la vittima. O no? A noi questa scelta sembra squilibrata. E poi, è giusto in una società che dovrebbe credere nel diritto e nella libertà di tutti a non subire reati, si fa volutamente una norma che permette di evitare una sentenza? E, continuando, è giusto che ci sia un messaggio così altamente diseducativo che afferma che se il reo riesce a farla franca per un certo periodo è salvo, nonostante tutto? E’ giusto? No. Secondo noi non è giusto. Anzi, è altamente iniquo. E allora perché si afferma che l’istituto è un segno di civiltà? Per il semplice motivo che chi fa la norma può poi utilizzarla a suo favore. Ed ecco la corsa a ogni legislatura a diminuire la durata della prescrizione. E visto che ci troviamo, chi è il massimo sostenitore della norma? Lo sanno anche le pietre: quel Silvio Berlusconi che è un classico esempio di come si può rovinare il tessuto morale e sociale di una società a causa delle sue leggi ad personam. E, infatti, da reo che doveva essere si è salvato con il classico “non luogo a procedere” per prescrizione dei termini.

sabato 25 febbraio 2012

Treni notte, licenziamenti e corporativismi.

Da mesi impiegati di Trenitalia scioperano perché protestano contro i licenziamenti nel comparto dell’accompagnamento notte. Che idea ci siamo fatti? Pensiamo che il nodo della questione sia sempre lo stesso: come tutelare i lavoratori dai licenziamenti senza produrre, con la riassunzione, più danni dei licenziamenti stessi. Il problema è, a nostro parere, prima di tutto un problema di “cultura" e poi di cultura politica e sindacale. E’ ovvio che al mutare della società e delle condizioni di vita dei cittadini alcuni lavori diventano inessenziali e, pertanto, non possono più stare sul mercato. Per esempio i treni notturni, stretti tra la concorrenza dei viaggi aerei low cost e delle mutate esigenze degli spostamenti dei viaggiatori, adesso non hanno più molto senso. Continuare a chiedere di farli funzionare a tutti i costi, spesso vuoti e in modo antieconomico, è da folli. Il problema è pertanto questo: i sindacati devono fare sempre e ostinatamente muro contro muro per qualunque tipo di licenziamento oppure chiedere alla politica di modificare le leggi per tutelare il posto di lavoro dei licenziati con forme di mobilità che garantiscano il lavoro? Rispondete alla domanda: si o no? Il fatto è che abbiamo un sindacato che tutela solo se stesso, riproponendo sempre la tutela dei tutelati e al diavolo chi il lavoro non ce l’ha. Ma che razza di sindacalismo è questo? Così, chiunque sarebbe bravo a fare questo tipo di sindacalismo miope. Il fatto è che la società di oggi non è più la società di pochi decenni fa. Oggi muoiono e nascono forme di lavoro dall’oggi al domani. Un sindacato che non si sintonizza su questo modo di fare chiedendo la modifica delle leggi per conseguire il vero obiettivo della tutela non del posto fisso ma del salario è un sindacato moribondo che non tutela più nessuno.

giovedì 23 febbraio 2012

Una squallida Rai frena lo sviluppo tecnologico dell’informazione.

BBC, France TV e le televisioni di tutti i paesi europei stanno sviluppando e liberalizzando al massimo il mercato dell’informazione, soprattutto utilizzando la rete. Si tratta di una seconda rivoluzione digitale in cui al centro dell’interesse c’è il miglioramento del servizio pubblico e privato, portando l’informazione gratuitamente su cellulari, tablet, Ipad, Iphone, ecc. In Italia, invece, una squallida pattuglia di dirigenti Rai ha tentato di imporre il canone televisivo addirittura ai cellulari che possono ricevere internet. Siamo alla follia più assoluta. Preoccupati della reazione hanno desistito, emettendo un comunicato che è lo specchio della loro ipocrisia e faziosità. Questi dirigenti Rai sono rimasti gli ultimi difensori dell’inservibile monopolio televisivo, inteso come fonte di grassi e improduttivi stipendi. Ci ricordano i loro colleghi della ex-SIP, dirigenti parassiti del passato regime democristiano, che per anni hanno bloccato lo sviluppo telematico in Italia, inventandosi una “tassa erariale” sull’uso dei modem in rete. Una Rai che è piena zeppa di personale anonimo e inadeguato, nominato in percentuali bulgare dalla Casta politica, che percepisce stipendi vergognosi e che, invece di aiutare il paese a sviluppare una libera e critica informazione, passa il tempo inutilmente a inventarsi tasse che non hanno senso. Vadano a controllare piuttosto i loro dipendenti che percepiscono guadagni senza averne i requisiti. Speriamo che il governo Monti, per quel po’ che è in grado di fare, attenui lo squallore di una informazione che sa solo essere servile verso il potente politico di turno.

martedì 21 febbraio 2012

La rivoluzione sottile di Monti.

Non sappiamo quanti di voi siano a conoscenza che è possibile andare a firmare una petizione privata (non politica) al Comune con la quale chiedere ufficialmente ai politici di tagliare i loro stipendi. La procedura è semplice. Basta presentarsi al protocollo generale di ogni Comune d’Italia con un documento in mano e dire: “Buongiorno, vorrei firmare la petizione per la riduzione degli stipendi ai politici”. Bastano cinque minuti e non esiste fila, purtroppo. Perché non lo fate? Siete pigri o aspettate che la Casta si riduca lo stipendio da se? E’ folle sperarlo. In entrambi i casi per eliminare i privilegi ai politici non basta essere contro. E’ necessario agire. Forse Mario Monti il miracolo lo ha già fatto. Non è la diminuzione lenta dello spread, né l’andamento positivo della borsa e neanche la ritrovata stima dei partner internazionali che sono fatti importanti. E’ qualcosa di più. Dopo Monti tutto non sarà più come prima. Monti ha introdotto una discontinuità salutare e traumatica per questi partiti e questi politici facce di bronzo. Alle prossime elezioni del 2013 ne vedremo delle belle. Vi sembra poco?

giovedì 16 febbraio 2012

Figuracce e giustizia.

Ieri 15 Febbraio 2012 abbiamo visto e ascoltato in TV l’intervento del Presidente del Consiglio Mario Monti alla sessione plenaria del Parlamento Europeo. Quando il Capo del Governo italiano è arrivato alla sede di Strasburgo ad attenderlo all’entrata c’era il Presidente del Parlamento Europeo, il socialdemocratico tedesco Martin Schulz, che lo ha accompagnato in aula cedendogli successivamente la parola. Quando Monti si è alzato dalla sedia per iniziare il suo discorso abbiamo avuto un sobbalzo perché quel luogo e quell’immagine accostata a Martin Schulz ci ha ricordato un’altra data, il 2 luglio 2003, in cui ci siamo vergognati di essere italiani. Si tratta del famoso battibecco col quale l’ex Premier Silvio Berlusconi attaccò l’allora capogruppo dei socialisti europei Martin Schulz, definendolo un kapò. Abbiamo visto una scena inimmaginabile fino a qualche mese fa, e cioè che l’intero Parlamento europeo alla fine del discorso di Monti ha fatto una standing ovation al nostro Presidente del Consiglio con quasi tutti i parlamentari che si sono alzati in piedi ad applaudirlo. Orbene, giustizia è stata fatta. Alla luce di questa novità sentiamo che quell’amaro in bocca tenuto ininterrottamente per quasi nove anni nel cuore si è piacevolmente dissolto. L’applauso e il compiacimento dei deputati europei cancella l’offesa che Berlusconi fece a Schulz. Rimane l’amarezza di avere visto con i propri occhi ciò che mai un Capo di Governo dovrebbe fare: una figuraccia!

mercoledì 15 febbraio 2012

Primarie e idiozie.

Il PD non ci ha mai convinti, non tanto per le idee quanto per gli uomini. Le loro decisioni sono sempre state nel migliore dei casi poco convincenti e spesso autolesionistiche. Ma adesso siamo alla follia. Alle primarie milanesi consente a un esterno al partito, nonché avversario in politica (Pisapia), di partecipare alle sue primarie e lo fa vincere contro il candidato ufficiale. L’altro ieri a Genova è successo la stessa cosa. Fa partecipare alle primarie un altro suo avversario politico (Doria) il quale sbaraglia la concorrenza ufficiale e vince come l'altro. Siamo al paradosso. Il PD usa lo strumento elettorale più aperto e democratico possibile per scegliere il candidato ma il risultato è sempre lo stesso: fa vincere sempre un suo avversario. Demenziale. Noi la vediamo così. La democrazia e le primarie hanno senso quando il candidato viene scelto all’interno di un partito. Non è consentito permettere a un avversario politico di candidarsi nel PD. Insomma, chi non è del PD non può candidarsi nel PD. Il risultato è preoccupante: il candidato Marco Doria probabilmente perderà le elezioni. Ma anche se le vincerà il PD si troverà ad avere per Sindaco un altro avversario. Ma che gioco è questo, a perdere? L'aspetto più bizzarro e stravagante di questa vicenda è che se il PD continua su questo binario alle primarie più importanti, e cioè a quelle relative al candidato a futuro Capo del Governo, si ritroverà con Landini della FIOM che vince le primarie sul candidato ufficiale del PD. Assurdo.

lunedì 13 febbraio 2012

Soap americane e inaffidabilità dei Presidenti della Regione Sicilia.

L’italo-americano Martin Scorsese è il regista dell’ennesima storia di mafia di successo prodotta negli USA e chiamata «Boardwalk Empire», tanto da vincere il famoso premio Emmy Award. A nostro avviso è la solita americanata inguardabile per contenuti e immagini. Non così per il Governatore della Regione Sicilia Raffaele Lombardo che non l’ha presa bene e, da “buon” siciliano, ha protestato per difendere nientepopodimenoche l’«onorabilità» della sua Regione. Ha aggiunto anche che “il popolo siciliano ha prodotto tante cose straordinarie”. Appunto, diciamo noi. Il popolo siciliano ha prodotto, tra le tante schifezze, la mafia. Noi gli riconosciamo il copywriter sia del sostantivo «mafia» sia dell’aggettivo «mafioso». Ma non solo. Ciò che è inaccettabile, che poi è il fatto più grave, è la sconcertante difesa acritica dei mafiosi da parte dell’establisment siculo (tranne rari casi regolarmente “puniti” dalla mafia). Il Governatore che fa a questo punto? Nega l’evidenza. Legga piuttosto ciò che hanno denunciato i pochi siciliani onesti che si sono adoperati per combattere la bugia e i comportamenti immorali degli uomini politici siciliani. Il Governatore ricordi che il collateralismo delle Istituzioni regionali è ciò che avrebbe dovuto eliminare con la sua Giunta. Ciò che è vero scandalo è proprio il suo immobilismo nell’agire negli interessi della giustizia e dell’etica. Ma in Sicilia, tra “nulla sentii e nulla vidi”, pochissimi sanno cosa significhi Etica e Morale.

venerdì 10 febbraio 2012

Il deficit di onestà e trasparenza dei nostri parlamentari.

La domanda è “vi fidereste dei nostri parlamentari e affidereste loro i vostri risparmi”? La risposta è lo specchio dei mali della nostra attuale società. L’Italia ha un enorme deficit che non riguarda solo il debito finanziario di 1900 miliardi di euro ma è, soprattutto, di tipo etico che inerisce cioè alla scarsa fiducia che i cittadini nutrono nei confronti dei loro rappresentanti in Parlamento. L’onestà, la chiarezza, la trasparenza e la dirittura morale sono gli ingredienti essenziali per far ritornare la speranza e, di conseguenza, per far rinascere il paese. Non servono nomi altisonanti. Non abbiamo bisogno dei D’Alema e dei Berlusconi per avere un Parlamento efficiente e affidabile. Anzi, abbiamo bisogno che questi Signori lascino il posto a dei giovani e non ci siano più in Parlamento. Comprendiamo che le leggi della democrazia impongono la dura legge della rappresentanza. Se l’Italia ha il 20% di imbroglioni è ovvio che questo 20% ha la libertà (e la adopererà, credeteci) di portare in Parlamento centinaia di parlamentari imbroglioni. Noi non possiamo impedirlo con la forza fisica, ma possiamo limitarlo con la forza delle idee e della ragione. Possiamo cioè ridurre i danni. Dobbiamo lavorare per questo. E’ indispensabile avere nel prossimo Parlamento persone pulite, fuori dai giochi politici, volti nuovi che siano affidabili e responsabili. La verità è che in passato abbiamo purtroppo permesso ai capipartito dei due maggiori schieramenti di nominare (non di eleggere) tutta quella gentaglia che in questi ultimi anni hanno fatto sprofondare il paese nella melma della corruttibilità e della immoralità. Un Parlamento di persone con saldi principi morali non avrebbe mai consentito le sconcezze legislative prodotte dai governi che ci hanno finora amministrati. Chi decide non è un estraneo ma siamo noi. Ricordiamocelo alle prossime elezioni.

giovedì 9 febbraio 2012

Mali italici e deficit di etica.

L’Italia del governo Monti è un paese in cui emergono sempre più chiaramente le vere ragioni del perché la società italiana non è mai riuscita a superare l’esame finale di maturità per essere civilmente e politicamente matura a stare allo stesso livello degli altri Stati in Europa. Queste ragioni riguardano alcuni aspetti che fanno parte del patrimonio genetico dell’italiano medio. Quali sono? In parte sono vizi che esistono perché non è mai emerso in Italia alcun movimento politico in grado di stroncarli ed estirparli alla radice. Ci sono riusciti i vietnamiti del Nord all’indomani della caduta di Saigon quando evacuarono la capitale del Vietnam del Sud e mandarono tutti i cittadini alla rieducazione nei campi educativi. Sorvoliamo sul potere lobbistico delle corporazioni italiche che solo a pensare a quello che stanno facendo per evitare le liberalizzazioni di Monti c’è da vomitare e concentriamoci sul nostro ragionamento. Intanto la predisposizione alla polemica. Tutti polemizzano. E per mille ragioni. A proposito di riforma elettorale, che a parole tutti vogliono ma in realtà "fanno il diavolo a quattro" per evitarla, c’è addirittura chi polemizza dicendo che Alfano e Bersani stanno facendo l’inciucio per modificarla. Ma si può essere più sfrontati e polemici di così? Scusate, ma se l’attuale legge è stata denominata porcellum proprio perché è una "porcata" e che a spingere per la modifica sono l’intero corpo elettorale italiano (mica quattro gatti) nonché il Presidente della Repubblica, come si può modificare questo obbrobrio di legge se non si mettono d’accordo proprio i maggiori partiti? Delle due l’una: o si vuole modificarla, e quindi ci deve essere il consenso della maggioranza delle forze politiche, oppure non la si vuole modificare. Ma in questo caso si è in totale malafede e le critiche proposte non sono più politiche come si vuol far credere ma viscerali e vili che attengono alla modalità italica di approccio ai problemi piuttosto che alla dialettica. Non parliamo poi della improvvisazione e disorganizzazione per l’attuazione di programmi e progetti che giustifica ancor di più l’idea di un popolo che ha subito una modica del proprio DNA trasformando la generosità e l’impegno di una volta in cinismo e diserzione attuale, l’altruismo e l’onestà delle generazioni passate in “tornacontismo” e incapacità di fare gruppo dei nuovi politici per risolvere i problemi. Aggiungiamo la scarsità di senso etico della vita e la sconcertante regolarità all'evasione fiscale e il quadro si può dire pienamente abbozzato. Ma non è tutto perché esistono ancora delle vere e proprie isole di italianità condivise che riguardano altri aspetti negativi della personalità del popolo italiano. Quali? La testardaggine a voler essere a tutti i costi furbi per fregare gli altri. Prendete per esempio l’ultimo caso del genovese Cardinale Bertone, Segretario di Stato della Città del Vaticano, il quale - a fronte dell’incalzare della magistratura italiana che chiede risposte alle rogatorie inoltrate al Vaticano relative alle irregolarità commesse dalla banca cattolica dello Ior - cosa fa? Astuto come una volpe l’Eminentissimo et Eccellentissimo Cardinale decide una volta per tutte che da questo momento in poi il Vaticano e la Chiesa Cattolica non si rivolgeranno più alle banche italiane ma solo a istituti stranieri evitando così gli obblighi imposti dalle leggi dello Stato della Repubblica. Te capì? E poi ci meravigliamo che l’Italia non riesce a collocarsi allo stesso livello degli altri Stati europei.

martedì 7 febbraio 2012

Freddo, Verdi e cattiva ideologia.

In Italia è arrivato il freddo, quello vero, e il Paese è in ginocchio. A Roma poi ci si è coperti di ridicolo perché un Sindaco incapace e un intero Consiglio Comunale pieno di inetti e sfrontati sono riusciti a mostrare come la disorganizzazione nelle operazioni di prevenzione e rimozione della neve delle istituzioni romane è stata completa. In un paese serio dopo questa dimostrazione di incapacità sarebbero seguite le dimissioni di tutti i responsabili. Qui no e, purtroppo, la corsa a far ridere il mondo continuerà con sorprendente regolarità. Il freddo però non porta solo insolite nevicate ma anche difficoltà nell’approvvigionamento di gas per il funzionamento delle centrali elettriche e del riscaldamento con le caldaie. Un comunicato degli Enti preposti ha drammaticamente messo in luce la nostra dipendenza energetica dall’estero. E qui sono dolori, perché da sempre in Italia è mancata una seria politica energetica per evitare pericoli di mancanza di energia alle industrie e ai privati. A ostacolare questa politica si sono messi in mostra da sempre i Verdi e tutto il ventaglio di organizzazioni collaterali della sinistra massimalista che hanno impedito l’approvazione di un serio piano di scelte per la diversificazione energetica. L’Italia importa energia di tutte le specie: petrolio, metano e persino elettricità prodotta da centrali nucleari che funzionano a pochi chilometri dai confini nazionali. Il bello è che le centrali elettriche che producono elettricità non servono solo per l’inverno ma anche per l’estate. Ricordiamo tutti come nei mesi caldi di una torrida estate di qualche anno fa si è prodotta una interruzione perniciosa dell’energia elettrica su tutto il territorio nazionale per l’uso intenso dei condizionatori. La malafede di questo universo dell’ecologismo nostrano è che hanno fatto credere agli italiani, con la complicità di giornali e televisioni inaffidabili, che sviluppando queste energie alternative si sarebbe risolto il problema. Se mancherà il gas senza il quale non si potrà sanare il deficit energetico sarebbe opportuno togliere il gas e la corrente elettrica prima di tutto ai responsabili di questa situazione e cioè ai Signori della Federazione dei Verdi e dell’Ecologismo e Ambientalismo italiano. E secondo i Verdi il problema si sarebbe risolto con le energie alternative come il solare, l’eolico, le biomasse, ecc.. ? Ma “ci facciano il piacere” avrebbe detto Totò. Questi sono come i venditori di boccette di elisir di lunga vita.

lunedì 6 febbraio 2012

Dal benessere alla miseria dell’Italia.

Hanno assassinato la società italiana. I mandanti sono tutti i partiti che occupano il Parlamento più le frange estremiste di sinistra e di destra. Gli esecutori sono tutti i milioni di elettori che hanno votato alle ultime elezioni eleggendo “questo” Parlamento che risulta, dati alla mano, il Parlamento con più eletti inquisiti e condannati del mondo. Non ci inventiamo niente se diciamo che l’”omicidio” è stato premeditato. Avevamo la società più bella e generosa della storia. Dalla fine della seconda guerra mondiale avevamo parzialmente ricostruito una splendida Italia, piena di persone intelligenti e generose. Avevamo un Sud onesto e prodigo, composto da gente buona e splendida emigrata in Belgio, in Germania e in America per migliorare le condizioni di vita dei propri figli. Avevamo un Nord laborioso, lavoratore, industriale, che stava realizzando uno dei più straordinari boom economici mai immaginati, con lambrette, vespe e cinquecento a percorrere la penisola in su e in giù, con allegria e spensieratezza. Avevamo una televisione eccezionale che collaborava con un’altrettanta rimarchevole scuola per offrire cultura, capacità critiche e interessi intellettuali ai cittadini e al paese. Avevamo uno stuolo di giornalisti e scrittori illustri, di registi e attori straordinari, di campioni onesti dello sport, avevamo …. avevamo … Poi sono arrivati “loro”, gli imbroglioni, le cricche, i corruttori che con la scusa delle ideologie hanno fatto fuori la Prima e la Seconda Repubblica. Non è rimasto più nulla di ciò che eravamo. Viceversa, ci siamo intrisi in modo vergognoso di ciò che non ci apparteneva, ovvero di cattiveria ed egoismo, di malvagità e cinismo, di scaltrezza finalizzata all’imbroglio e criminalità. Eravamo poveri di denaro e ricchi di valori. Adesso siamo ricchi di soldi e miseri di virtù. La mediocrità impera in tutta la nostra società. I servizi sono tutti nelle mani di improvvisatori, inetti, inesperti e incapaci che hanno avuto il posto fisso per nepotismo o per raccomandazione. Abbiamo “assassinato” una delle più belle società che esistevano al mondo e che molte nazioni ci invidiavano. Adesso, ogni giorno, spuntano fuori come funghi notizie da far accapponare la pelle. L’ultima viene dalla cloaca umana per eccellenza, chiamata Roma, nella quale un ventiseienne violento ha buttato nel Tevere il proprio figlioletto di meno di due anni perché aveva litigato con la sua compagna. Quella attuale è ormai diventata a pieno titolo la nuova Sodoma e Gomorra del XXI secolo, con l’aggravante della trasformazione del nostro DNA in esseri umani senza valori, senza interessi culturali, senza nulla che sia legato a una condizione di alta e valoriale umanità. Non esiste più l’idea stessa di famiglia come l’abbiamo conosciuta. Anzi è contrastata l’idea stessa della famiglia come il luogo di affetti e di ricchezze spirituali, dove un padre e una madre si sposano e allevano amorevolmente figli con responsabilità. Adesso non ci si sposa più perché è di moda scegliere solo "compagni e compagne" e non mariti e mogli. Si sceglie in modo egoistico e consapevole non un partner per la vita ma un compagno per il presente, con l’obiettivo dichiarato che se i rapporti non andranno bene al diavolo i sacrifici e le rinunce, ci si separa e si divorzia, e dopo si inizia con un “nuovo giro”. E questa sarebbe la modernità? Ormai, complice un relativismo che è laico ma anche religioso, che supera la stessa idea di laicità e di fede e mette tutti nello stesso calderone, credenti e non credenti, con lo scopo di fare soldi, comprare piaceri e avere potere, abbiamo toccato il fondo. In tutta questa squallida vicenda noi non perdiamo l’ottimismo della volontà perché siamo convinti che ancora esistono gruppi di cittadini onesti che a fatica si stanno aggregando, nel più assoluto silenzio di una stampa di regime, per resistere alla falcidia del rampantismo politico delle parlamentari di turno per combattere il cinismo e l’opportunismo della politica italiana. I Signori della politica, cioè gli Alfano e i Bersani, con i loro compagnucci di viaggio, sono avvertiti perché stanno dimostrando di non avere compreso la gravità della situazione. Per parte nostra invitiamo i cittadini a disapprovare questa modalità leggera di rivoluzione dei capi di maggioranza e opposizione, cercando di far capire loro che solo comportamenti etici e morali corretti che presuppongono sacrifici e diete pesanti, innanzitutto dei politici, potrà essere soddisfatta l'esigenze della nuova società. Non c’è alcuno spazio per le mediazioni.

venerdì 3 febbraio 2012

Il falso problema dell’art.18.

La polemica sull’art. 18, ampliata dai due schieramenti “pro- e contro-”, è strumentale e infastidisce non poco sia gli interessati a mantenere il loro posto fisso, sia coloro che non ce l’hanno e lo vorrebbero avere. Siamo a metà tra la malafede e il corporativismo da una parte e la doppiezza e l’interesse alla licenziabilità dall’altra. Piuttosto che polemizzare inutilmente e non fare nulla per migliorare il mercato del lavoro è più intelligente che le parti si confrontino per modificarlo a favore dell’aumento dell’occupazione. E’ necessario mettersi in testa che nel mondo è cambiato tutto e che non siamo più ai tempi della Prima Repubblica quando i governi, tutti i governi (che noi qualifichiamo come impudenti per i danni commessi all’Italia) aumentavano allegramente il debito creando posti di lavoro fasulli e inutili per ragioni elettorali. Adesso che i vincoli dell’UE e dei mercati internazionali ci stanno impoverendo, la posizione di arroccamento dei sindacati è indifendibile per diverse ragioni. La prima è che difendere questo mercato del lavoro, come il fortino di “Fort Apache”, non difende i lavoratori dal licenziamento perché se un’azienda fallisce può benissimo licenziare tutti aggravando la situazione. Non comprendiamo come i soloni del Sindacato non comprendano che il vero problema è aumentare l’occupazione. Il loro “diktat” al governo dovrebbe essere questo: “caro governo fai quello che vuoi ma se allo stato attuale delle cose abbiamo 15 milioni di lavoratori occupati dopo la nuova legge i posti devono aumentare a 16 milioni prima, a 17 milioni dopo, e così via come in Germania. La nostra idea è che è necessario difendere non “il posto” di lavoro ma “la sicurezza” del lavoro. Solo così si conseguirà il triplice obiettivo di difendere la certezza della retribuzione, trasformare posti di lavoro improduttivi e aumentare l’occupazione. CGIL, CISL, UIL e UGL se sono sindacati seri dovrebbero chiedere precisi impegni e garanzie in questa direzione. Invece polemizzano, in malafede, tirati per la giacchetta dagli estremisti di sinistra, quegli stessi ambigui e immorali individui che anni fa per rimanere prime donne in politica fecero prima perdere la speranza della rinascita dell’Italia bocciando Prodi e poi fecero vincere Silvio Berlusconi, l’irresponsabile prima donna per eccellenza, causa (insieme alle siglette della sinistra massimalista) di tutti i guai dell’Italia di oggi.

mercoledì 1 febbraio 2012

Schifezze all’italiana.

Le due notizie stomachevoli di oggi riguardano il Senatore Riccardo Conti del partito di Berlusconi e l’Onorevole Luigi Lusi del partito di Bersani. Cos’hanno fatto di tanto importante da meritare la nostra attenzione? Hanno fatto i furbi. E chi fa il furbo deve sapere che noi lo inseriamo d’ufficio nella categoria degli immorali d’Italia. La coppietta di illustri parlamentari si è resa protagonista di due storie esemplari che ci fanno vergognare di essere loro concittadini. Il primo soggetto, nel giro di poche ore, è riuscito a battere il record del mondo di acquisto e vendita di un palazzo del centro di Roma, guadagnando nella compravendita 18 milioni di euro. L’altro, cassiere del partito della Margherita di Rutelli, dopo avere incassato dallo Stato 13 milioni di euro per rimborsi elettorali, ha fatto scomparire il bottino. Ora delle due l’una: o questa coppia di manigoldi erano arcisicuri che il loro sporco lavoro avesse delle coperture, oppure erano certi della stupidità degli italiani. Vero è che a Roma e nel meridione d’Italia vale la massima “muto chi conosce il gioco” a difesa dell’imbroglione, ma che tutti gli italiani avrebbero confermato l’omertà ci sembra un po’ imprudente e pericoloso da parte dei due loschi figuri. Sarà la magistratura a indagare e decidere se questi due sono mascalzoni oppure no. Intanto noi abbiamo osservato con interesse, oseremmo dire “lombrosiano”, le loro foto sui giornali. E’ stupefacente la loro somiglianza. Nonostante militino in partiti differenti per ideologia e cultura alla fine risultano identici nei comportamenti dissoluti e nelle identità corporee. Entrambi ben curati nell’aspetto, ben vestiti, rotondetti alla stessa maniera, con baffi l’uno e baffi e pizzetto l’altro, con sguardo deciso e sicuro, sono riusciti a guadagnare in poco tempo decine di milioni di euro in modo veloce e spregiudicato. Più passa il tempo e più siamo convinti che la specie politica italiana sia la più schifosa d’Europa. In nessun paese del Continente si scopre con sistematica frequenza immoralità diffusa e assenza di etica in codeste quantità da costituire “norma di comportamento” della italianità. Se si pensa un attimo che questo è il paese più cattolico del mondo e che tutte le maggioranze politiche da quando esiste la Repubblica sono state coordinate da politici cattolici viene spontaneo tirare una conclusione: ma allora ebrei e musulmani hanno sempre avuto ragione nel catalogare i cristiani come i meno vicini a Dio!

Support independent publishing: buy this book on Lulu.