giovedì 23 febbraio 2012

Una squallida Rai frena lo sviluppo tecnologico dell’informazione.

BBC, France TV e le televisioni di tutti i paesi europei stanno sviluppando e liberalizzando al massimo il mercato dell’informazione, soprattutto utilizzando la rete. Si tratta di una seconda rivoluzione digitale in cui al centro dell’interesse c’è il miglioramento del servizio pubblico e privato, portando l’informazione gratuitamente su cellulari, tablet, Ipad, Iphone, ecc. In Italia, invece, una squallida pattuglia di dirigenti Rai ha tentato di imporre il canone televisivo addirittura ai cellulari che possono ricevere internet. Siamo alla follia più assoluta. Preoccupati della reazione hanno desistito, emettendo un comunicato che è lo specchio della loro ipocrisia e faziosità. Questi dirigenti Rai sono rimasti gli ultimi difensori dell’inservibile monopolio televisivo, inteso come fonte di grassi e improduttivi stipendi. Ci ricordano i loro colleghi della ex-SIP, dirigenti parassiti del passato regime democristiano, che per anni hanno bloccato lo sviluppo telematico in Italia, inventandosi una “tassa erariale” sull’uso dei modem in rete. Una Rai che è piena zeppa di personale anonimo e inadeguato, nominato in percentuali bulgare dalla Casta politica, che percepisce stipendi vergognosi e che, invece di aiutare il paese a sviluppare una libera e critica informazione, passa il tempo inutilmente a inventarsi tasse che non hanno senso. Vadano a controllare piuttosto i loro dipendenti che percepiscono guadagni senza averne i requisiti. Speriamo che il governo Monti, per quel po’ che è in grado di fare, attenui lo squallore di una informazione che sa solo essere servile verso il potente politico di turno.

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