lunedì 29 novembre 2004

Farwest e inettitudine.

Un benzinaio è stato ucciso per rapina in un paese lombardo. Un fatto di cronaca che dovrebbe far riflettere sul bene della vita nella nostra società. Una società sempre più degradata, senza più valori, che non è più in grado di indirizzare la nostra vita verso mete di grande portata ideale, morale e spirituale. Un partito politico razzista di governo si fa portavoce del malcontento e propone una taglia sugli assassini. Siamo dell’opinione che la diagnosi è giusta ma la terapia è sbagliata. L’Italia non ha bisogno di sceriffi, di bounty killer alla Clint Eastwood, di taglie del tipo “vivo o morto” o di cose del genere. L’Italia ha bisogno di maggiore serietà dei politici e dei magistrati nel gestire il delicato fenomeno della criminalità. Una criminalità sempre più sfrontata, sempre più aggressiva che è il frutto della ricerca facile del guadagno, del denaro, del successo, e della vita comoda. Se si verificano fatti inaccettabili come quelli dell’assassinio del benzinaio è perché la malavita criminosa sa di poter sfruttare un ordinamento penale che fa acqua da tutte le parti. Per tutelare la vita dei cittadini è necessario che gli organi politici non diano tregua alla criminalità con l’unica arma legale che ha una società civile: l’arma dell’impegno di tutti gli operatori interessati ad applicare la legge, con fermezza e senza sconti. Ma siamo pessimisti, perché una classe politica, di sinistra e di destra non fa differenza, imbelle e perdonista come quella che ci troviamo in questi ultimi anni e una magistratura inetta e inefficiente, che fa solo politica per salvaguardare il proprio interesse a continuare a fare politica non danno garanzie. La loro dappocaggine è diventata proverbiale. Ahi! Povera società italiana!

martedì 23 novembre 2004

E questa dovrebbe essere la linea politica mediorientale vincente della sinistra italiana?

Il Segretario dei Comunisti italiani, il duro Oliviero Diliberto, e il capo degli Hezbollah libanesi (neanche questo scherza) si sono incontrati a Beirut come vecchi amici che la pensano alla stessa maniera e hanno solidarizzato contro Israele. Come dire, sinistra e terrorismo a braccetto. Sembra questo il quadretto di vecchi amici che si incontrano dopo un po’ che non si vedono e gioiscono nello stare insieme, ricordando i "vecchi tempi" del brigatismo rosso e del terrorismo filo-palestinese che tanti lutti hanno prodotto nella società italiana. Sarebbe questo il piatto forte del programma di politica estera che l’opposizione sta preparando per le prossime elezioni nazionali del 2006? Dicono che tra gli alleati dell’Ulivo ci sia stato sconcerto! Sembra, tuttavia, che questo sconcerto riescono a mascherarlo così bene che appare inesistente. La sola cosa vera è che sia i Verdi, sia Rifondazione sono d'accordo. E’ così che l’opposizione si sta preparando a una nuova sconfitta? Contenti loro….

domenica 21 novembre 2004

Fondamentalismi, persecuzioni e diversità degli sport.


Diciamo la verità: il caso Buttiglione è preoccupante. Potremmo definirlo “una brutta vicenda”. Ma non basta. Preoccupa l’obbligo ideologico nella vicenda da parte degli “azzuffanti”. Pensano tutti di avere ragione. A parte il fatto che la “ragione” in casi come questo non esiste, chi dovrebbe giudicare l’attribuzione della ragione a uno o l’altro dei duellanti: il perseguitato o il persecutore? I fatti raccontati con una metafora sono i seguenti. Un Signore sbagliato, viene indicato a svolgere un lavoro sbagliato tolto a una persona giusta, ben voluta da tutti. Ma affinché il Signore sbagliato che non avrebbe dovuto essere indicato a quel lavoro sbagliato (perché il lavoro giusto non era a Commissario dei Diritti, delle Libertà e della Famiglia ma a Commissario per la Concorrenza) possa svolgere il lavoro giusto è necessario che superi un esame giusto che gli sarà fatto da persone sbagliate. Cosa succede alla fine? Il Signore sbagliato, che ripetiamo non avrebbe dovuto essere indicato a quel lavoro, con le sue risposte produce tre conseguenze. La prima. Viene discriminato. E’, cioè, oggetto di una persecuzione bella e buona e destinatario di una odiosa discriminazione per le sue idee, perché cattolico, perché integralista, perché seguace della religione del cattolico Pontefice. Non ci sono dubbi su questo. Chi non lo riconosce è un bugiardo. Non si può dire che si è inadatti ad un ruolo quando lo si decide per le sue idee. Non si giudica una persona per quel che quella persona crede, ma per quel che quella persona fa. E’ come dire che io non sono un medico perché tifo per la squadra avversaria di quella del mio esaminatore. In Europa, attualmente, tira una brutta aria per tutti quelli che la pensano da cattolici. Gli europei del nord perdonano tutto, tranne che essere cattolici (si veda la lunga querelle Irlanda del Nord contro Irlanda del Sud). La seconda. Presuntuoso e bigotto com’è, il Sig. Buttiglione sbaglia clamorosamente le risposte all’interrogazione. E’ come se a uno studente liceale si chiedesse cosa dice il 2° principio della termodinamica e la risposta fosse che la cultura scientifica è erronea e, qualunque cosa affermi il principio in esame, l’unica risposta valida è che “Amleto è il protagonista di una tragedia di Shakespeare”! Fate voi se questa è una risposta opportuna. La terza. A fare l’esame sono stati chiamati “professori” inadeguati. L’inadeguatezza della Commissione d’esame non nasce dalla impreparazione nozionistica dei Commissari. Nasce dalla incapacità dei Commissari d’esame ad essere imparziali, senza pregiudizi, sereni, e onesti intellettualmente. Come è mai possibile che un fazioso tifoso della squadra di calcio della Roma possa fare domande intelligenti e oneste a un analogo tifoso della Juventus o di un’altra squadra su una partita giocata da entrambe le squadre? Pensateci un attimo. Come si sarebbe potuto evitare lo squallido fattaccio in cui tutti i contendenti hanno perduto? Semplice. Era necessario cambiare sport. Invece di una squallida partita di calcio con tronfi e spocchiosi giocatori di calcio era necessario giocare una divertente e piacevole partita di rugby. Capito la metafora?

sabato 20 novembre 2004

Un caso assurdo e paradossale.

Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si trova a dover gestire la richiesta del Presidente del Consiglio, avanzata attraverso l’Avvocatura dello Stato, di far condannare il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per avere commesso degli atti di corruzione contro lo Stato italiano. Stiamo parlando di un processo in cui Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana è contro Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio della medesima Repubblica Italiana, ovvero la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha chiesto che il Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi venga condannato perché ha commesso dei gravi reati contro lo Stato, attualmente diretto dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ditemi voi se questo è un paese normale. In un altro paese non sarebbe possibile. Perché in Italia sì? Ma allora è vero che l’è tùt da buttàr al’ùrtica.

venerdì 19 novembre 2004

La verità sul caso Buttiglione … e non solo.



Interessante. Molto interessante. Non potremmo non definirla che così la notizia data da Barroso a proposito di come sono andate veramente le cose in relazione alla nomina di Frattini a Commissario Europeo in sostituzione del contestato Buttiglione. Finalmente sono stati svelati i retroscena che si sono sviluppati dietro le quinte. Che cos’ha detto di veramente interessante Barroso? Semplice. Ha confermato quello che abbiamo ripetutamente detto noi in precedenza su queste pagine. Primo. Barroso dice esplicitamente che aveva chiesto al governo italiano (Berlusconi) di confermare Mario Monti a Commissario Europeo. Ma Berlusconi (governo italiano) ha detto di no! Il nome fatto da Berlusconi è stato uno solo: Buttiglione! Colossale errore. Secondo. Barroso chiede a Berlusconi di sostituire Buttiglione. E il Silvio lombardo che fa? Gli presenta su un piatto il nome dell’inaffidabile Giulio Tremonti. Il presidente della Commissione Europea rifiuta. Chi al suo posto avrebbe preso un trombone come Tremonti? Allora il Silvio insiste nella sua proposta lombarda e fa il nome di Letizia Moratti. Barroso alterato, comincia ad innervosirsi e rifiuta di nuovo. Come avrebbe potuto accettare l’ineffabile Ministro della P.I.? Colei, cioè, che dice una cosa e ne fa un’altra? La Ministra che ha irrimediabilmente rovinato la scuola italiana? A questo punto Silvio, si "allarga" e passa dalla versione regionale lombarda a quella nazionale, e fa la proposta di Antonio Marzano. Apriti cielo. Barroso, non è italico ma portoghese, ed è uno di quelli che non scherza. Fa parte di quella comunità europea formata da gente forte, che non si abbatte mai e che quando l’allora odiata e fortissima Espagna scoprì l’America, i suoi avi si rimboccarono le maniche e in poco tempo furono di nuovo all’altezza degli ispanici scoprendo il Brasile e tante altre terre. Bene. Anzi, male per Silvio! Al solo sentire il nome di Marzano, Barroso si arrabbiò veramente e disse al Silvio meneghino che se non faceva un nome serio lo avrebbe deriso in tutta Europa come meritava. Il governo italiano come si permetteva di negargli la migliore e più indovinata scelta di Mario Monti con queste mezze figure di basso profilo? Ricordiamo che il Ministro Marzano fu colui il quale nel periodo estivo di improvvisa interruzione dell’energia elettrica, aveva avuto l’infelice e ignorante idea di proporre di risparmiare combustibile nelle centrali elettriche consigliando agli italiani di spegnere i televisori e di non lasciare accesa la lucciolina della spia del televisore perché così si sarebbe risparmiata, a suo dire, una quantità notevole di energia elettrica e avrebbe consentito al Paese di evitare un nuovo spegnimento generalizzato della corrente elettrica. Capite di che pasta sono fatti i nomi suggeriti da Berlusconi? A Bruxelles, Mario Monti ha sempre dato lustro e dignità alla rappresentanza italiana. L’averlo estromesso come se fosse stata l’ultima scelta costerà cara al Berlusconi politico miope e al Paese. Piuttosto, perché il centro sinistra non chiede la disponibilità di Mario Monti a presentarsi candidato sicuro e possibile ministro in un futuro governo di centro sinistra? Terzo e ultimo. Ai pinocchi della vita nazionale non conviene nascondere la verità. Prima o poi la verità esce fuori. E allora sono guai. Altro che balletto delle tasse! Qui c'è il can can dei tromboni!

domenica 14 novembre 2004


La rimozione è sempre una promozione?

Le vere ragioni della sostituzione di Mentana al TG5? Le hanno capite anche i sassi.
Il Presidente del Consiglio Berlusconi non può permettere che, per le prossime elezioni nazionali del 2006, uno dei suoi telegiornali televisivi, il secondo per successo nazionale di ascolti, possa continuare come in precedenza ad essere imparziale. Non se lo può permettere proprio! Le prossime elezioni saranno più importanti delle precedenti. Questa volta chi perde può veramente ritirarsi in campagna e coltivare l’orto. Dunque, per tempo e con largo anticipo ha preparato il terreno per una virata della logica della imparzialità.

sabato 13 novembre 2004

Un ulteriore passo verso la demolizione completa della scuola statale.

Sapevamo che gli insegnanti da qualche anno fossero in trincea. Lo avevamo compreso da una serie di segnali politici che la classe politica nazionale ha inviato alla scuola pubblica soprattutto in questi ultimi dieci anni. Dall’avvento del centro-sinistra di Prodi con il suo primo “picconatore” Berlinguer, ai suoi mediocri successori, fino ad arrivare all’apoteosi della picconatura raffinata rappresentata dall’attuale ineffabile Ministro Moratti. Ce l’hanno messa tutta. Diciamo la verità: ci sono riusciti pienamente. Non bastava dunque la decostruzione dell’impianto liceale della scuola pubblica. No. Si è andati oltre. Adesso ne abbiamo la prova conclusiva. Il Corriere della Sera di oggi, a pagina 16, afferma testualmente che “le accuse ai professori non sono un reato”. E subito dopo aggiunge: “La Corte di Cassazione ha sentenziato che “gli studenti possono accusare per iscritto i loro insegnanti. E se pure le accuse si rivelassero infondate, non costituirebbero reato. […] Le accuse, per quanto possano “offendere” la reputazione dei docenti, devono essere inquadrate nelle “battaglie ricorrenti nella vita scolastica”. Male. Malissimo. Agli Egregi Alti Rappresentanti della Corte Costituzionale diciamo che di questo “lavoro” da Essi svolto sicuramente con zelo giuridico, non se ne avvertiva la necessità. Anzi. Siamo dell’opinione che il tempo impiegato dalle Loro Altissime Eccellenze poteva essere utilizzato più proficuamente per dire la Loro su fatti e misfatti più importanti e gravi che attanagliano la vita di questo sfortunato Paese. Ma ritorniamo al tema. Dunque, ci siamo. Siamo quasi alla fine. Un altro tassello, e che tassello, è stato aggiunto nell’opera di demolizione della scuola pubblica. La Cassazione, massimo organo istituzionale legislativo, ha impresso una accelerazione notevole al processo di demolizione e di disfacimento dell’intero sistema educativo nazionale. La ciliegina distruttiva che mancava è stata finalmente aggiunta alla torta. Da questo momento le accuse ai professori possono percorrere vie privilegiate per la rovina definitiva della scuola: tanto non è il caso che gli studenti si affannino a scrivere verità. Per la Corte anche le bugie possono essere scritte, riscritte e reiterate. Capperi! Che sentenza. Auguriamo alle Eccellenze Loro di non fare mai i professori: potrebbero essere accusati di aver costruito sentenze fasulle, da dilettanti e inconsistenti. Tanto gli studenti che le avrebbero scritte non pagano. Erano menzogne!

venerdì 12 novembre 2004

Non l’ha capita! Non la capisce! Non la capirà mai!

Ci risiamo. Rieccolo! Sorpreso con le mani nella marmellata. Discolo com’è, non riesce a comprendere l’incredibile gaffes che commette ogni volta che tira fuori la questione delle tasse pagate dai ricchi. Le sue parole sono state le seguenti: "Giusto evadere quando le imposte superano il 30% del reddito". E’ inutile chiedersi se prima di parlare, il Capo del Governo, pensa alle conseguenze delle sue parole. Non è così e non sarà mai così. E’ più forte di lui, non ci riesce. La visita alla Finanza gli permette di ribadire un concetto già noto e più volte sottolineato in passato. E cioè che "c'è una norma di diritto naturale, che dice che se lo Stato ti chiede un terzo di quello che con tanta fatica hai guadagnato, questa ti sembra una richiesta giusta, e glielo dai in cambio di servizi che lo Stato ti dà. Se lo Stato ti chiede di più, o molto di più, c'è una sopraffazione nei tuoi confronti e allora ti ingegni per trovare dei sistemi elusivi o addirittura evasivi, che senti in sintonia con il tuo intimo sentimento di moralità, e che non ti fanno sentire intimamente colpevole". Incredibile! E’ come andare a casa del ladro e derubarlo! Quello che il Sig. Berlusconi non capisce, o fa finta di non voler capire, non è che chi paga più degli altri non ha il diritto di evadere. Chiunque può assumersi la responsabilità di non pagare le tasse, salvo naturalmente il fatto che se viene scoperto, deve andare in galera. Il problema che lo riguarda, però, non è questo! Il problema che egli non vuol capire è che il “Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana” tra tutti i 58 milioni di italiani è l’unico che non lo può fare. Per la semplice ragione che è il Capo dell’Esecutivo! Se il Sig. Berlusconi si dimette da Presidente del Consiglio e va a dirigere direttamente la sua Azienda, può fare quello che vuole, assumendosene la responsabilità. Ecco qual’è il problema. Ma siamo sicuri che non l’ha capito, non l’ha compreso e non lo capirà mai. Ma è mai possibile che una persona che fa il Capo del Governo non capisce questa semplicissima equazioncina di primo grado? Quanti giorni dobbiamo aspettare fino alla prossima gaffes? Siamo preoccupati che il numero sarà piccolo. Ahi! Poveri noi!

mercoledì 10 novembre 2004

Una spaventosa confusione nell’attività legislativa del parlamento.

Saranno stati bravissimi, avranno fatto bene il loro “lavoro”, ma francamente siamo perplessi e ci sembra fuori luogo il risultato che hanno ottenuto. Stiamo parlando dei due deputati del centrosinistra che hanno giocato un brutto e goliardico scherzo alla maggioranza, non facendo approvare l’art.1 della legge finanziaria in aula a Montecitorio, così come previsto dalla maggioranza.
Ci rendiamo conto che in questo momento il centro sinistra è felice del risultato della votazione che ha “mandato sotto” il Governo. Siamo contenti per loro. Ma noi cittadini italiani, che stiamo fuori dai giochi e dal teatrino della politica, non capiamo. Non comprendiamo perché dovremmo essere felici come lo sono quelli dell’opposizione. Non abbiamo contezza del perché dovremmo rallegrarci di un voto che non aggiusta niente e non produce nulla di diverso. Con questo voto, per caso, cambia qualcosa per noi? Piuttosto saremmo stati contenti se la votazione avesse consentito di ottenere un bene comune nell’interesse nazionale. Non riusciamo a capire perché maggioranza e opposizione, al di là delle differenti ideologie, non operano costantemente per approvare leggi che non siano né di sinistra, né di destra ma siano nell’interesse dei cittadini, del Paese, della società tutta. Pertanto, diciamo a chiare lettere, e controcorrente, che non godiamo di tutta questa felicità che sprizza da tutti i pori dei deputati del centrosinistra. Intendiamoci, lo stesso discorso lo avremmo fatto se le parti fossero state invertite, con la maggioranza all’opposizione e con l’opposizione al governo. Ma in tutta questa confusione esce chiara una sola indicazione: questi parlamentari di sinistra e di destra non sono all’altezza del loro compito. I padri fondatori della Costituzione avrebbero agito sicuramente in maniera diversa e in questo momento si stanno agitando nella loro tomba. Per la rabbia di sapere che i loro successori sono dei desolanti burattini che giocano sulla pelle degli onesti cittadini.

sabato 6 novembre 2004

Mascalzoni e politici collusi nel meridione d’Italia: una piaga inestirpabile.

I gravissimi fatti di Napoli, ma di decine e decine di fatti analoghi che accadono nell’intero meridione, e l’impossibilità di estirpare il "tumore camorra" incancrenito nel tessuto civile della società italiana impongono una riflessione che chiarisca una volta per tutte la delicata questione del fenomeno dilagante della criminalità in Campania. Si tratta del fatto che ormai è evidente che il problema della sicurezza della vita degli abitanti napoletani va oltre gli schieramenti politici. E’ noto che da diverse legislature sia il potere regionale, sia quello comunale si trovano nelle mani della sinistra. Pertanto, non è possibile accusare la destra di collusione col potere camorristico proprio per la semplice ragione che è la sinistra che governa quelle istituzioni. Dunque, l’equazione che la sinistra ha strumenti migliori della destra non vale, per il semplice fatto che quest'ultima ha mostrato l’incapacità di controllare il fenomeno delinquenziale. Viceversa, è evidente che il fenomeno è trasversale e coinvolge le manchevolezze tanto della sinistra, quanto della destra. Si può dire che cade un mito, il mito cioè che la destra è collusa col potere camorristico (e probabilmente in molti casi è vero), ed è incapace di risolvere il problema mentre, la sinistra no! I fatti confermano l’ipotesi che non è questione di schieramento politico. La conclusione è drammatica: il potere politico in Italia (di sinistra e di destra) è incapace di assicurare alla giustizia i delinquenti che ammazzano la gente. Come mai? Due semplici note a margine dei fatti. La prima. E’ evidente che la questione non si risolve solo con misure restrittive. E’ necessario partire dalle scuole e dalla società civile costringendo tutti a schierarsi contro le organizzazioni criminali. Quando diciamo che è necessario costringere la gente a schierarsi intendiamo dire che è necessario convincere la gente a collaborare con la polizia. La seconda. L'anello debole del fenomeno è la magistratura. La ragione è che essa non è più in grado di condannare con certezza alla pena detentiva il mascalzone di turno perché il potere politico ha stravolto il codice penale rendendolo pieno di buchi tanto da essere stato reso inefficace. Dopo pochi anni ergastolani e pluriomicida escono dalle patrie galere con le più assurde delle motivazioni. Questo non dovrebbe essere più consentito! Dunque, il governo attuale ha la responsabilità politica esplicita di aiutare i criminali della camorra, della mafia e delle altre organizzazioni criminali perché non introduce pene certe e sicure nel codice penale. Finchè il governo non interviene in questo senso, l’impunità per i delinquenti è assicurata. Ma perchè i rappresentanti dell’attuale maggioranza dovrebbero sentirsi colpevoli? Semplice: perchè finora non hanno cambiato le norme del codice penale. Anzi. Sono stati loro, con il loro falso e ipocrita concetto di depenalizzazione delle leggi, a introdurre i buchi normativi. Volete una prova? Qual'è l'unico governo in Europa che non ha ancora approvato il mandato di cattura europeo? Indovinate e saprete il perchè. Questo governo di centro-destra non è scusabile e porterà sempre il marchio della connivenza (diretta o indiretta) con la malavita. A meno che .... non cambino le leggi. E subito. Ma qualcuno ha detto che quando si parla della magistratura che deve produrre sentenze o del governo che deve legiferare per inasprire le pene previste dal codice penale, allora vale la regola che: "Le leggi sono come le ragnatele: abbastanza forti per catturare i deboli, troppo deboli per trattenere i forti". Ed è vero.

venerdì 5 novembre 2004

Come ti difendo il mascalzone scolastico e lo faccio passare per vittima.

Puntuale come un uccello di malaugurio, il giornalista Gaspare Barbiellini Amidei spara il suo prevedibile siluro giornalistico sui bulletti milanesi "allagatori" del Liceo Parini, criticando coloro che parlano di espulsione dalla scuola per aver commesso un reato penale di interruzione di pubblico servizio, oltre naturalmente a circa mezzo milione di euro di danni per aver devastato i locali. Saputone com’è, e come vuole apparire, il nostro Gaspare si è sempre considerato l’unico in Italia che capisce i giovani e con la scusa che “non ci si può dimettere né da genitori, né da educatori”, spara la cannonata giornalistica di non punirli. E proprio qui che casca l’asino. Perché se c’è qualcuno che si è dimesso dai ruoli di genitore e di educatore è proprio lui che del buonismo e del permissivismo ha sempre fatto la ragione della sua vita. Con la scusa che “la scuola non è il distretto militare” il Gaspare nazionale vuole abbonare la punizione ai vandali. E poi ci lamentiamo se le cose vanno male in Italia. Certo che se alcuni giornalisti invece di invitare alla riflessione sulla gravità del caso e su come neutralizzare e modificare la “testolina” di questi vandali li giustificano, stiamo freschi. Gli incorreggibili somari devono essere puniti, non promossi, caro il nostro Gaspare nazionale.

mercoledì 3 novembre 2004

Il perché della vittoria di Bush.

Kerry ha perso e Bush ha vinto. I commentatori politici si sono chiesti perché Kerry non è riuscito a battere il suo avversario repubblicano? Perché nonostante le premesse e il grande entusiasmo della sinistra, la sconfitta di Kerry è stata così netta? Dalla sinistra italiana, maestra di analisi elettorali, si è sentito di tutto: dal sistema elettorale che premia i repubblicani, all’anima vendicatrice degli americani (John Wayne) che hanno giocato tutto su Bush e che adesso li potrà vendicare. Dagli imbrogli elettorali, all’uso improprio della servizi segreti. Dal radicalismo degli elettori del profondo sud americano (Ku Klux Kan), alla politica troppo moderata del candidato Kerry che non si è spinto oltre un timido atteggiamento antirepubblicano. E così via. Nessuno, proprio nessuno di questi presuntuosi e saputelli commentatori che si sia posto l'interrogativo giusto in grado di dare la risposta corretta. Nessuno che abbia compreso che la linea politica di Kerry era sbagliata in partenza perché era basata solo sull’anticonservatorismo repubblicano di Bush e su nient’altro. E’ questa la vera ragione per cui Kerry and Bertinotti hanno perduto. Una politica basata solo sull’essere contro e sul pregiudizio non paga e, come si è visto, non ha pagato. La sinistra italiana è unita perché ha come unico collante l’antiamericanismo. Per il resto è divisa su ogni aspetto. Tutto si riduce ad essere contro gli USA. Dopo, il nulla. In queste condizioni, è possibile parlare di politica estera seria dell’opposizione? Si vuole una conferma immediata di quanto detto? Eccola! Il pomeriggio in cui Bush ha concretizzato la vittoria, i fatti registrano un evento che dà ragioni da vendere della sconfitta di Kerry. L’evento che conferma la inconsistenza della politica della sinistra si è verificato presso l’Università “La Sapienza” di Roma, dove la contestazione estremista della sinistra violenta si è scagliata contro il Vice Presidente del Consiglio, On. Fini, che doveva parlare sul Trattato Costituzionale Europeo. Una sessantina di scatenati contestatori dei centri sociali gli hanno impedito di prendere la parola. Ecco le vere ragioni di una sconfitta annunciata: niente confronto di idee, nessuna modalità di contraddittorio delle idee avversarie, ma solo contestazione, violenza e prevaricazione. La sinistra mediti. Se non cambierà registro rischia di perdere anche le prossime elezioni nazionali. Se poi la politica suicidio è la sua preferita si accomodi. Berlusconi ringrazierà!

martedì 2 novembre 2004


Berlusconi raddoppia: con la finanziaria si fa un doppio regalo, a se stesso e agli amici.

E’ sempre antipatico fare i conti in tasca alla gente. In politica invece è normale. In fondo, si tratta di analizzare come viene distribuito il reddito in una grande famiglia nel caso in cui il percettore dell’unico reddito (entrate) è il capofamiglia che dovrà decidere le spese da sostenere (uscite). Le cose si aggravano quando contemporaneamente il capofamiglia non solo percepisce un reddito inferiore agli anni precedenti, ma prevede addirittura delle uscite superflue, tanto che volerle giudicare voluttuarie si rischia di apparire generosi. Ecco i due fatti.
Il capofamiglia è ovviamente il Presidente del Consiglio. I suoi amici politici, Forza Italia e Lega Nord soprattutto, stanno facendo a gara per giustificare un provvedimento vergognoso che è quello di regalare al cittadino super-ricco Silvio Berlusconi, qualcosa che si avvicina agli 800000 € di sgravi fiscali. Insomma, il politico Berlusconi si è stufato di essere da quasi quattro anni al potere e di non avere avuto ancora regali dallo Stato. E, dunque, ecco il regalo atteso, ottenuto con le aliquote fiscali. Complimenti Sig. Presidente. Noi cittadini normali, anzi poveri, saremmo curiosi di sapere cosa farà con questo piccolo surplus. Il suo ineffabile collaboratore Bonaiuti ha detto che Lei devolverà la cifra in beneficenza. A chi? Le pare serio togliere soldi allo Stato per versarli in “beneficienza”? Secondo fatto. Nel collegato alla finanziaria si scopre che un bel pacchetto di milioni di euro, per la precisione 720 milioni, stanno per “prendere il volo” per un altro regalo che Lei intende fare al suo caro amico russo Putin. Si tratta di soldi pubblici stanziati per ripulire sottomarini nucleari e armi chimiche russe. Scusi Sig. Presidente del Consiglio, e le scorie radioattive italiane che aspettano da più di 20 anni che fine hanno fatto?
Certo che a seguire il lupo, si rischia di fare la fine dell’agnello a Natale. Con questo Presidente del Consiglio ogni mese c’è una novità. In peggio!

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