venerdì 5 novembre 2004

Come ti difendo il mascalzone scolastico e lo faccio passare per vittima.

Puntuale come un uccello di malaugurio, il giornalista Gaspare Barbiellini Amidei spara il suo prevedibile siluro giornalistico sui bulletti milanesi "allagatori" del Liceo Parini, criticando coloro che parlano di espulsione dalla scuola per aver commesso un reato penale di interruzione di pubblico servizio, oltre naturalmente a circa mezzo milione di euro di danni per aver devastato i locali. Saputone com’è, e come vuole apparire, il nostro Gaspare si è sempre considerato l’unico in Italia che capisce i giovani e con la scusa che “non ci si può dimettere né da genitori, né da educatori”, spara la cannonata giornalistica di non punirli. E proprio qui che casca l’asino. Perché se c’è qualcuno che si è dimesso dai ruoli di genitore e di educatore è proprio lui che del buonismo e del permissivismo ha sempre fatto la ragione della sua vita. Con la scusa che “la scuola non è il distretto militare” il Gaspare nazionale vuole abbonare la punizione ai vandali. E poi ci lamentiamo se le cose vanno male in Italia. Certo che se alcuni giornalisti invece di invitare alla riflessione sulla gravità del caso e su come neutralizzare e modificare la “testolina” di questi vandali li giustificano, stiamo freschi. Gli incorreggibili somari devono essere puniti, non promossi, caro il nostro Gaspare nazionale.

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