martedì 29 gennaio 2013

Il logorio della campagna elettorale moderna.


Lo diciamo subito: non abbiamo più amaro Cynar e non riusciamo a digerire gli onnipresenti politici. Il fatto è che ci stiamo stufando. Una campagna elettorale interminabile, che dura da troppo tempo, sta producendo in noi stizza verso i temi della politica e, purtroppo, il fegato ne risente. Si tratta più di ogni altra cosa di vera e propria disaffezione verso i politici, questi politici, che sono sempre in tv apparendo impresentabili, irresponsabili e inaffidabili per le promesse “da marinaio” che ogni giorno, a tutte le ore, sfornano in modo sempre più sfrontato e scellerato. Se continua così costoro, con la loro sfrontatezza, sono capaci di proporci zero tasse, 100% di piena occupazione e mutui a tassi bassissimi illimitati. Ma si può essere così poco credibili? Ma soprattutto è inaccettabile la presa in giro che a poche settimane dal voto non si sa ancora se Tremonti sarà il ministro dell’Economia di Berlusconi o se Berlusconi sarà il ministro dell’Economia di Tremonti. E poi, tutti hanno la sfrontatezza di dire che Grillo è un populista. E loro cosa sono? Camaleonti come Ingroia che nasconde accuratamente i quattro impresentabili dell’Ave Maria (Ferrero, Diliberto, Bonelli e Di Pietro)? Oppure Cannibali come Bersani che se si arrabbia sbrana gli avversari? Ovvero Dittatori come Berlusconi che afferma che Mussolini, in fondo in fondo, fece cose buone? Ovvero Uomini della Provvidenza come Monti? Degli smemorati come Maroni che ha dimenticato di colpo che ha governato per dieci anni con Berlusconi, diventando correo del disastro dello spread a 570? Lor Signori non dimentichino che sono coloro che dicono le bugie (avrebbero voluto cambiare il porcellum ma non è stato possibile) impedendo ai cittadini di poter scegliere i parlamentari. E, soprattutto, non è da dimenticare che c’è un Padrone “Sultano”, superdotato, che vuole rifare il premier senza averne più i requisiti minimi. Non dimentichiamo che non è vero che tutti i politici sono uguali. La verità è che alcuni sono più delinquenti degli altri. Basta solo individuarli e non votarli.

domenica 27 gennaio 2013

Verbi di ascolto e ascolti penosi.


Siamo in campagna elettorale e ce ne siamo accorti. Da cosa? Dalla spettacolarizzazione della comunicazione. Un esempio? “Fassina venga silenziato. Monti taccia. Sbrano chi ci attacca”. Sono tre dei molti esempi di come si manifesta in modo becero la comunicazione politica oggi. Il confronto politico è diventato irresponsabile e assomiglia sempre di più alla lotta tra galli assassini in un pollaio. In pratica si tende a fare comunicazione politica con battute ad effetto, in modo tale che i giornali le presentino in prima pagina e diano maggiore o minore visibilità al politico che le ha pronunciate. In questo genere di cose vincono i giornali berlusconiani del Giornale e di Libero. Ma anche gli altri non scherzano. Dietro tutti c’è il vuoto. Il vuoto più assoluto, che significa l’assenza di idee. Nessuno parla di come trovare concretamente le risorse per fare la tal cosa o la tal altra. Nessuno dice come realizzeranno concretamente la crescita. Nessuno dice concretamente dove si taglierà la spesa pubblica. Nessuno parla d’Europa e di come l'Italia dovrà inserirsi concretamente nel contesto europeo della politica internazionale. Tutti però parlano provocatoriamente di Imu, provocatoriamente di alleanze, di scandalosi parlamentari provocatoriamente recuperati in tal o tal altro partito, di aspetti provocatori piccoli e meschini, mentre nessuno parla per esempio delle 130000 prescrizioni che salvano dalla galera 130000 delinquenti che la fanno franca. In compenso si parla della fidanzata di Berlusconi, di processi che si riferiscono ai politici, di ripicche fra candidati alle regionali, di rinvio dei processi di Berlusconi per "legittimo o illegittimo" impedimento. E tanto altro di inutile. Il tutto con la complicità dei giornalisti, che a tutti gli effetti fanno sempre più parte della Casta e sempre meno dei comuni mortali che siamo noi, cittadini tartassati di questo sconcertante paese. Altro problema: la comunicazione politica non è ragionata ma urlata. Il politico di turno è più bravo se urla di più del suo avversario, se è graffiante, se sovrappone la sua voce a quella del nemico, se dice più o meno parolacce e reagisce nel contraddittorio con più o meno violenza verbale. Questa non è la maniera corretta e adeguata di fare campagna elettorale. E noi non vogliamo essere presi in giro. Proponiamo pertanto una provocazione. Si chiama voto disgiunto e consiste nel votare non una ma due coalizioni: una al Senato e l'altra alla Camera. Perchè? Per punire entrambe le coalizioni, dimezzando loro il voto. Un po' come lo sciopero del giapponesi: scioperano andando a lavorare, ma senza penalizzare il paese. Purtroppo col porcellum non c'è rimasto altro.

venerdì 25 gennaio 2013

10 anni di vita di questo blog.


Era il lontano 25 gennaio 2003, quando questo blog iniziò a esistere e a proporre in rete il dibattito e il confronto delle idee dei suoi autori, principalmente nel segmento della politica e della società. Sono trascorsi esattamente dieci anni da quel lontano inizio. In realtà ci sembra siano passati molti più anni di quanti non siano stati, e noi continuiamo imperterriti a scrivere, come allora, cose stupide o intelligenti lo decidano i nostri lettori. La ragione del nostro impegno e della continuità della nostra attività di comunicazione è dovuta al fatto che noi abbiamo sempre creduto nel valore dell’etica e dei principi fondanti del confronto delle idee e del vivere civile. Questa, e le sue conseguenze, sono state la molla che ci hanno permesso di sopravvivere a mille difficoltà in una società, quella italiana, complessa e difficile per tutti e particolarmente per noi che osiamo andare “controcorrente”, senza avere padrini o zii rais ricchi e potenti. Noi non ci sentiamo orfani di nessuno e, ancora meglio, diffidiamo di miti e mode passeggeri sbagliati proposti da una società infarcita di superficialità e piena zeppa fino al collo di interessi economico-finanziari che hanno prodotto una "caduta di tensione" nel campo della morale e dell'educazione. Con forte senso di responsabilità siamo riusciti a rimanere nel solco delle idee iniziali basate su scelte valoriali e non su falsi miti come l'apparire o il denaro. Non rimuoviamo e non rimuoveremo mai le ragioni della nostra presenza in rete. Esse sono espresse chiaramente nel sottotitolo del nostro blog: «Blog di informazione e dibattito su temi di politica e attualità. In queste pagine il disprezzo per i disonesti è sempre assicurato. Molto forte è anche il desiderio di fustigare i costumi degli italiani e di censurarne i comportamenti incivili e delinquenziali». Per mantenere il timone sempre diritto in questa direzione abbiamo pagato spesso un prezzo molto elevato. Abbiamo pagato di tasca nostra in energie e denaro, perché destinatari di ostruzionismi e meschinità di molti dei nostri avversari che, nel tempo, non hanno potuto sopportare la franchezza e l’onestà intellettuale delle nostre battaglie etiche e politiche. Ma abbiamo avuto anche delle gratificazioni, perché abbiamo fatto correttamente il nostro dovere di cittadini onesti che non frodano nessuno, nemmeno il fisco, e che pagano sempre il dovuto, senza sconti o facilitazioni di nessun genere. Un piccolo esempio ci agevola il compito di far comprendere ai lettori che ci seguono in questa avventura del blog zenoaleko.blogspot.com del perché siamo ostinati a favore delle cose giuste e oneste e continuiamo, oggi come allora, a fare comunicazione basata su questi principi, pagando di tasca nostra. Alcuni anni fa abbiamo dato delle lezioni private a due giovani liceali attraverso il web. Prima con l’uso del programma «Visual Irc», con la sua pratica ed efficiente lavagna elettronica e, successivamente, con «Skype» con audio e video. Abbiamo chiesto ai genitori degli studenti di essere pagati con bonifico bancario, perfettamente rintracciabile dalle autorità fiscali. L’anno solare successivo abbiamo dichiarato le entrate percepite dalle lezioni private nel nostro modello UNICO, alla voce “altre entrate”, pagando una salatissima aliquota fiscale. Malgrado tutto, non abbiamo avuto il benché minimo dubbio per la somma pagata allo Stato perché abbiamo ritenuto giusto, in coscienza, aver pagato il dovuto. “Ma chi te lo ha fatto fare” è stato il minimo che ci siamo sentiti dire da amici e conoscenti. “Non sei stato furbo; avresti dovuto farti pagare in nero ed evitare la tracciabilità del bonifico bancario; così adesso non avresti pagato le tasse”. Non ripetiamo qui quante volte ci siamo sentiti mettere "all’indice" con derisione e ironia per il nostro atteggiamento a dir loro “di mancanza di scaltrezza”. Per tutti costoro avremmo dovuto approfittare di mezzucci inqualificabili per evitare di fare i cittadini onesti e corretti. Questi conoscenti, peraltro di dubbie qualità morali, ci hanno deluso per la loro mancanza di onestà e di correttezza prima etica e poi fiscale. Per altro verso, abbiamo insistito molto negli ambienti sociali che abbiamo frequentato negli anni successivi, spesso affollati da una fauna affamata di critiche e di qualunquismo contro il fisco che non ha mai perduto l’occasione di fare silenzio. Critiche dirette agli onesti, fatte presenti con sfrontatezza tutta autoctona, che ci hanno costretto a sorbirci filippiche contro lo Stato, contro l’Agenzia delle Entrate in diversi contesti come al bar, in assemblee politiche, in riunioni e in dibattiti municipali, persino nel condominio. In questi ambienti ci siamo esposti in prima persona per reclamare onestà e per denunciare gli abusi e le irregolarità commessi da molti, ricevendo frequentemente espressioni di contrarietà e di insofferenza per il nostro impegno etico. Ci siamo inimicati soggetti, alcuni anche pericolosi, per avere avanzato richieste di colpire gli abusivi di tutte le specie, una fauna che nella capitale abbonda in modo sorprendente e ormai fuori controllo. Abbiamo fatto tutto questo perché abbiamo sempre avuto chiara in mente la distinzione tra correttezza e disonestà, tra senso civico e parassitismo. Crediamo che l’onestà sia per noi un valore, mentre la scaltrezza del cosiddetto “furbetto del quartierino” un disvalore, che è l’esatto contrario. Per altri aspetti abbiamo approfittato di questo spazio virtuale del blog per denunciare logiche politiche e partitiche scorrette, di destra e di sinistra, mentre larga parte del nostro impegno è stato dedicato a evidenziare le crepe e i buchi di etica e di morale dei governi e dei politici che negli ultimi dieci anni ci hanno governato, di sinistra e di destra, senza alcuna distinzione e senza fare sconti a nessuno. Abbiamo sempre cercato di stigmatizzare il vuoto socio-politico, culturale ed etico della società italiana con post e iniziative di informazione che ci hanno attirato il risentimento e l’inimicizia. Dopo 10 lunghi anni di impegno siamo soddisfatti due volte. In primo luogo come cittadini che si sentono liberi da condizionamenti e che hanno cercato di dare un modesto contributo alla società per potenziare la dimensione valoriale della vita e per disprezzare e combattere i portatori di disvalori che, credeteci, sono molti e insospettabili. In secondo luogo per i destinatari dei nostri post che spesso ci hanno fatto sentire la loro stima e il loro appoggio morale che ci hanno sempre incoraggiati a continuare sulla stessa strada. Noi non siamo iscritti a nessun partito, anche se da giovani abbiamo avuto la malaugurata idea di collaborare in una sezione giovanile del PSI di un piccolo comune, né abbiamo mai avuto a che fare con gruppi d’interesse legati al potere. Non siamo mai stati raccomandati e abbiamo pagato di persona questo nostro testardo isolamento dalla politica poco pulita. Abbiamo un attaccamento fortissimo al senso di giustizia, che ci obbliga a prendere posizione secondo i nostri convincimenti e pertanto non stiamo mai zitti ma diciamo sempre ciò che pensiamo, a qualunque costo. Oggi ricorre il decennale del nostro blog. Ci sentiamo orgogliosi di avere dato qualcosa di nostro al dibattito delle idee nelle pieghe degli ideali della nostra bella Costituzione. Speriamo di continuare ancora finché ci sosterrà il nostro convincimento di essere utili agli ideali di libertà del pensiero e di critica. Voi continuate a leggerci. Noi promettiamo di non cambiare.

martedì 22 gennaio 2013

Ascensori e montacarichi nella politica del Porcellum.


Il porcellum è la legge elettorale attuale prodotta su misura per Berlusconi dal suo alleato Calderoli della Lega che l’ha definita una “porcata” tradotta in latino. La legge presenta tanti aspetti negativi, tra i quali c'è quello di nominare parlamentare gente impresentabile purchè nominata dai capi partito. Solo per questo motivo una persona per bene dovrebbe essere avversario di Berlusconi per tutta la vita. Due esempi per tutti: Pannella e Ingroia. I Radicali di Marco Pannella non saranno più candidati nelle liste del Pd. Ed ecco che Pannella per potere avere una rappresentanza alla Regione Lazio tenta di allearsi con Storace sfruttando una specie di ascensore che il capo della destra sociale fascista gli offre. Ma l’ascensore, per motivi “tecnici”, si è bloccato e non funziona più. L’altro esempio è ancora più significativo e riguarda il magistrato Ingroia, il quale offre ai partitini di estrema sinistra addirittura un ascensore di servizio, più capiente del precedente, per riportare i capetti dell’estremismo rosso in Parlamento. Si tratta dei comunistelli di Rivoluzione civile ritornati alla carica dopo alcune legislature. Non dimentichiamo che Ingroia è il magistrato che aveva tentato di far dimettere il Presidente della Repubblica Napolitano, il quale sta tentando di spacciare per “civile” una delle più “politiche” e spregiudicate operazioni elettorali senza scrupoli di tutti i tempi. Pensate che ci sono ben quattro partiti impresentabili che salgono sull’ascensore di Ingroia. Sono i comunisti di Diliberto, i comunisti di Ferrero (compreso il candidato Claudio Grassi esponente di RC che è andato ai funerali dell'ex brigatista Prospero Gallinari), i verdi di Bonelli e dulcis in fundo i dipietristi di Di Pietro. Secondo voi questo manipolo di Sturmtruppen è società civile? No. Si tratta di un falso colossale, perché è la più gigantesca sceneggiata napoletana, alla Peppino De Filippo e Totò, che tenta di nascondere l’operazione trasformista in grado di riportare i comunistelli, che fecero cadere più volte i governi Prodi a favore di Berlusconi, in Parlamento. Qui ci sono i più impresentabili individui della sinistra massimalista che hanno prodotto danni irreversibili alla società. Ingroia prenda atto che il giochino è stato scoperto e, dunque, sappia che la pulsantiera dell’ascensore di servizio sta tentando di traghettare personaggi squallidi e impresentabili più di quelli esclusi, per altri motivi, da Berlusconi. E poi per far salire tanta gente Ingroia più che di un ascensore ha bisogno di un montacarichi, perché nel frattempo c’è da "risistemare" tanti nipotini di Stalin a digiuno da anni. Non secondario è il fatto che il montacarichi è pieno di gente truccata da invisibili, che nascondono i propri volti e le proprie voci per il timore di essere scoperti e smascherati. E poi ce la prendiamo con Berlusconi.

venerdì 18 gennaio 2013

"A questo giro tocca a noi".


Il titolo di questo post è riassuntivo e didascalico. E’ una affermazione del candidato premier del centrosinistra. Bersani lo dice da un po’ e durante la campagna elettorale sta insistendo sull’idea che questa volta tocca a lui. Lo dice non tanto e non perché ha i numeri ma perché nella prossima legislatura (questo giro) è giunta l’ora dell’opposizione che dopo tanti anni di attesa (alcuni giri) adesso tocca a loro governare. Vi ricordate quando da bambini si facevano i giochi a rotazione? Un po’ se volete è come la tombola: “questa volta ad estrarre i numeri dal sacchetto tocca a me” (è il mio giro). E’ ovvio che non è così. La ragione è invece un’altra e riguarda il fatto che è fon-da-men-ta-le che al governo vada l’opposizione a Berlusconi perché c’è da modificare una elevata quantità di leggi ad personam sbagliate, prodotte dai governi di Berlusconi. Un solo esempio per tutti: la legge elettorale. Il porcellum manifesta delle storture e dei deficit di democrazia ragguardevoli. Non solo perché non permette all’elettore di scegliere i candidati ma addirittura, parodiando Orwell, che alcuni candidati siano alla fine “più uguali di altri”. Infatti assistiamo, come dice sul CdS di oggi Ainis, allo schiaffo antidemocratico di vedere alcuni candidati “eccellenti” candidarsi in più circoscrizioni, in modo tale che se va male in una circoscrizione c’è sempre la scialuppa di salvataggio delle altre. Più immorale ancora è poi il fatto che il candidato che viene eletto in più circoscrizioni sceglie quello che vuole non per motivi di rappresentatività territoriale ma per fare un favore al secondo arrivato in una delle due circoscrizioni. Più immorale di così si muore. Ed ecco perché auspichiamo che “a questo giro” vinca non tanto il centrosinistra ma una coalizione che sia opposizione a Berlusconi e ai suoi progetti di immoralità politica. Dunque, "a questo giro" tocca a qualcun altro che non sia Berlusconi, in modo tale da creare la terapia di disintossicazione che purifichi lo Stato dalla mercificazione della politica e dalla svendita della democrazia. Non è consentito che un Padrone riesca a mettere su una coalizione che mette insieme il diavolo e l’acqua santa, il Pdl con la Lega, Storace e Comunione e Liberazione, le Amazzoni e i Guerrieri, la cattolicità con il "bunga bunga", l’autonomismo meridionale dei Lombardo e Miccichè con il 75% di trattenute ai lombardi di Maroni. Totò avrebbe detto: “ma ci facci il piacere”. E voi?

sabato 12 gennaio 2013

Politica spettacolo e democrazia.


Cosa dire delle tre ore di intervista di Santoro a Berlusconi in televisione? Abbiamo letto le più discordanti opinioni su chi abbia vinto o meno. Noi non ci uniamo al coro di nessuno dei due fiancheggiatori. Diciamo subito che ciò che per noi è stato importante non è chi abbia vinto o chi abbia perso ma che cosa c'è stato in palio nell'incontro-scontro tra il giornalista e il politico. In palio c'è stato, a nostro parere, la possibilità di mostrare se l’Italia fosse un paese occidentale e democratico oppure no. Da questo punto di vista la scommessa è stata vinta da entrambi i contendenti e dall'incontro-scontro è uscito fuori un paese meglio di come si potesse supporre potesse essere. Se due nemici acerrimi, come i due protagonisti, sono stati in grado di discutere, polemizzare e criticare a proprio piacimento tra loro, senza che nessuno prima della fine avesse abbandonato l'arena, allora non tutto è perduto. Se si è riusciti a ricondurre uno scontro aspro e decisamente inusuale sul piano della critica e della polemica, trasformando quest'ultima in certi momenti in sarcasmo o ironia istrionesca vuol dire che la politica, al di là degli eccessi, può ancora costituire in questo paese un legame possibile tra cittadini di parti avverse senza rischi di violenza incontrollata. Se poi la politica, una volta per tutte, venisse lasciata fare a politici intellettualmente onesti e disinteressati agli aspetti materiali sarebbe un piacevole spettacolo per tutti coloro che credono in un confronto di idee rivolte a concretizzare nella vita pubblica alti ideali e comportamenti sobri. La politica spettacolo non ci piace e la lasciamo agli altri. Noi speriamo che il 24 e 25 febbraio gli italiani vadano a votare in massa i partiti che candidano persone moralmente ineccepibili. Lasciamo lo spettacolo agli altri.

giovedì 10 gennaio 2013

In Brasile Lula indagato per corruzione.


"Tanto tuonò finchè piovve". I proverbi difficilmente sbagliano. Dunque l'ex Presidente del Brasile il companheiro Luiz Inacio Lula ha preso tangenti per "spese personali”. Lo afferma "Il fatto Quotidiano" a questo link. Non entriamo nel merito della faccenda. Prendiamo soltanto atto che per la prima volta i giudici coinvolgono direttamente Lula, indagandolo per un sistema di finanziamenti occulti ottenuti con fondi neri. Amara riflessione su una ex personalità della politica mondiale che fa scandalo in virtù del profilo politico del protagonista che veniva considerato un vero rappresentante del popolo. Purtroppo, cosa ci si poteva aspettare di diverso da un individuo che ha dato rifugio al terrorista Cesare Battisti, pluriomicida di estrema sinistra?

martedì 8 gennaio 2013

Ritorno al passato.


La Lega e il Pdl hanno raggiunto l’accordo per andare insieme alle elezioni. La notizia era nell’aria da tempo. Dell’accordo si è saputo “il perché” ma non “il come”. Il perché riguarda il pericolo della marginalizzazione. Da soli i due partiti rischiavano di rimanere due vocine inascoltate fuori dai giochi di palazzo. Insieme possono aspirare al pareggio al Senato. Ma devono vincere in Lombardia, Lazio e Sicilia. “Il come” è ancora senza decisioni. L’unica notizia sicura è che il candidato a Governatore della Lombardia sarà Bobo Maroni della Lega. Il resto è tutto da ridere. Pensate che i due non sono d’accordo neanche sul nome del candidato premier. Tremonti o Alfano è tutto da decidere dopo le elezioni. Il nome non interessa molto perché i due non vinceranno mai le elezioni. Un bravo giornalista su questa notizia potrebbe fare dell’ironia pesante per entrambi i soggetti. Ci riesce Filippo Facci su Twitter che dice: "Intesa Lega-Pdl: Maroni indica Tremonti mentre Berlusconi indica Alfano e boccia Tremonti che boccia Berlusconi esattamente come Maroni". Noi ci limitiamo a dire che Berlusconi e Maroni (al posto di Bossi) sono ritornati indietro di diciannove anni per ricordare il primo accordo del 1994 o se si vuole di sette anni fa con l’ultimo accordo del 2006 e 2008. Ricatapultati nel tempo i due non si accorgono che non è più tempo né di predellini, né di discese in campo. Al massimo si tratta di una scenetta da teatrino cinematografico come nel film di Benigni e Troisi Non ci resta che piangere. Vi ricordate la scena del passaggio davanti al doganiere? «Chi siete? Cosa portate? Quanti siete? 1 fiorino»! I due pagano il pedaggio ma cade loro un sacco dal carro e di nuovo si sentono dire: «Chi siete? Cosa portate? Ma quanti siete? 1 fiorino»! Proteste dei due (anche la base leghista sta protestando perchè dicono che non si riconoscono nella riedizione del patto). E di nuovo «Chi siete? Cosa portate? Si, ma quanti siete? 1 fiorino»! Il fatto è che la ricomposizione dell’accordo produce domande scabrose sulla coerenza e sulla serietà dei due che prima si insultano e poi si rimettono insieme. Dopo diciannove anni abbiamo capito la solfa e non vogliamo più piangere. Te capì?

sabato 5 gennaio 2013

Berlusconi e lo spezzatino elettorale.


Bersani e Monti sono riusciti a formare i propri cartelli elettorali in modo agevole. Sono riusciti ad aggregarsi in modo coeso con le diverse anime delle loro coalizioni. Il solo stonato e fuori tempo è Berlusconi. E’ sempre lo stesso e non cambierà mai. E’ la fotocopia del ’94, un film vecchio e stantìo di quasi vent’anni fa, già visto che annoia. Ancora non sa se riuscirà a convincere la Lega ad accettarlo. Farebbe pazzie per stringere un accordo. Ma sembra che si debba accontentare di fare solo il ministro dell’Economia o degli Esteri, perché Maroni & C. non lo vogliono come candidato premier. Al solo pensiero di avere come ministro dell’Economia uno spendaccione osceno come lui ci viene il freddo. Ma non è finita, perché al sud si vuole alleare con il partitino di Miccichè e anche qui incontra resistenze. Non parliamo poi del Pdl laziale che non sopporta vedersi sfilare la poltrona di candidato premier alla Regione Lazio dal fascista Storace. Insomma, si tratta di uno spezzatino bello e buono, con in più la difficoltà di cuocere pezzi di carne misti: abbiamo manzo, vitello, frattaglie, maiale e persino bufala. Come sarà di gusto questo spezzatino non ve lo sappiamo dire con certezza. Ancora non si conoscono tutti gli ingredienti. Una cosa però è certa. Il sapore sarà stomachevole. Noi non dimentichiamo l’imbroglio col quale Berlusconi costrinse mezzo Parlamento della Repubblica a votare la mozione che la lucciola Ruby era la nipote di Mubarak. Non ci sono parole per un simile affronto al paese. Solo uno sfrontato come lui poteva osare tanto. L'unica cosa seria da fare è non votarlo e tentare di dissuadere chi avrebbe intenzione di votarlo.

giovedì 3 gennaio 2013

Ottimismo e volontà di riuscire.


Nonostante i populismi e i difetti che noi italiani manifestiamo sempre nella nostra vita politica una cosa è certa: che gli scenari politici della prossima legislatura saranno diversi da quelli precedenti a cui siamo abituati. Con tutte le difficoltà possibili e immaginabili il prossimo Parlamento italiano non sarà più lo stesso, almeno nella grande maggioranza dei parlamentari. Le primarie del Pd e quelle del M5S hanno già introdotto la novità della pulizia dei volti dei nuovi candidati al prossimo Parlamento. Aggiungete che il Presidente del Consiglio Mario Monti è una persona pulita e onesta e avrete la misura del cambiamento epocale che ci accingiamo a osservare nel 2013. Certo, rimarranno la Lega, i partitini dello zero-virgola-qualcosa-percento e, soprattutto, il partito di Berlusconi che non hanno aderito al rinnovamento, evitando accuratamente primarie e cambiamento dei nomi dei futuri parlamentari. In ogni caso la portata dell'evento rimarrà comunque elevata. Ma se tutto va come dovrebbe andare si prospetta un nuovo modo di considerare il Parlamento. Dunque, animo. Possiamo essere più ottimisti perché la fine del tunnel è già in vista. Su, coraggio. La prossima legislatura potrebbe rappresentare la svolta desiderata in grado di dare senso e ruolo alla Repubblica italiana così come l’orgoglio di tutti i cittadini per la rinascita del paese chiede da decenni. Su, forza. Vogliamo un paese che riprenda il ruolo di grande nazione al centro di una politica interna più equa e solidale e con l’obiettivo di una politica europea e internazionale più adeguata alle nostre potenzialità. Auguri Italia!

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