sabato 12 gennaio 2013

Politica spettacolo e democrazia.


Cosa dire delle tre ore di intervista di Santoro a Berlusconi in televisione? Abbiamo letto le più discordanti opinioni su chi abbia vinto o meno. Noi non ci uniamo al coro di nessuno dei due fiancheggiatori. Diciamo subito che ciò che per noi è stato importante non è chi abbia vinto o chi abbia perso ma che cosa c'è stato in palio nell'incontro-scontro tra il giornalista e il politico. In palio c'è stato, a nostro parere, la possibilità di mostrare se l’Italia fosse un paese occidentale e democratico oppure no. Da questo punto di vista la scommessa è stata vinta da entrambi i contendenti e dall'incontro-scontro è uscito fuori un paese meglio di come si potesse supporre potesse essere. Se due nemici acerrimi, come i due protagonisti, sono stati in grado di discutere, polemizzare e criticare a proprio piacimento tra loro, senza che nessuno prima della fine avesse abbandonato l'arena, allora non tutto è perduto. Se si è riusciti a ricondurre uno scontro aspro e decisamente inusuale sul piano della critica e della polemica, trasformando quest'ultima in certi momenti in sarcasmo o ironia istrionesca vuol dire che la politica, al di là degli eccessi, può ancora costituire in questo paese un legame possibile tra cittadini di parti avverse senza rischi di violenza incontrollata. Se poi la politica, una volta per tutte, venisse lasciata fare a politici intellettualmente onesti e disinteressati agli aspetti materiali sarebbe un piacevole spettacolo per tutti coloro che credono in un confronto di idee rivolte a concretizzare nella vita pubblica alti ideali e comportamenti sobri. La politica spettacolo non ci piace e la lasciamo agli altri. Noi speriamo che il 24 e 25 febbraio gli italiani vadano a votare in massa i partiti che candidano persone moralmente ineccepibili. Lasciamo lo spettacolo agli altri.

3 commenti:

Giancarlo ha detto...

Sinceramente, se posso, ma non è sembrato quello scontro tra "acerrimi nemici" che lei desrive, anzi ! Non che io desideri veder scorrere il sangue, si intende metaforico, ma neanche quello che mio malgrado , e confesso non per tutto il tempo, mio malgrado ho assistito ! Il giornalista, sia pur fazionso come si potrebbe descrivere Santoro,se fa bene il suo mestiere mette in luce i passaggi gli atti e le opinioni espresse sia nel presente che nel passato sia l'ospite Berlusconi o Bersani oppure Monti, non ho visto questo. Ho invece avuta la sensazione di un incontro gestito da chi da questo incontro aveva tutto da temere. Il vero Berlusconi l'ho visto quando, rubando la scena, si è rivolto direttamente al pubblico per accusarlo di invidia verso chi ha raggiunto la ricchezza, apotrofandolo con quello che per lui è l'epiteto peggiore , comunisti. E'addirittura riuscito a venderci la convinzione che l'Imu, la tanto deprecata tassa è stato costretto ad accettarla "obtorto collo" perchè gli altri, indovinate chi, ce l'hanno costretto ! No mi spiace non sono d'accordo quello che ho visto non mi è piaciuto, non certo perchè come ho detto volevo la corrida, ma semplicemente perchè se avessi voluto, quello che poi mi è stato dato, avrei scelto di guardare canale 5. Almeno sapevo da dove veniva l'informazione.

Ennio ha detto...

I PARTE-LO STUPRO
Non mi piace parlare delle persone. Nelle cose che descrivo, nelle idee che argomento, preferisco piuttosto cercare le linee guida, il perché, in una parola la “ratio”. Visti soprattutto in una prospettiva storica di medio e lungo periodo, i personaggi mi appaiono meno importanti perché, in quanto espressione dello spirito e delle condizioni del tempo, ne sono certamente i protagonisti ma insieme il prodotto e l’oggetto
Come una larga parte degli Italiani, poche sere fa ho assistito a Servizio Pubblico. Solo dopo alcuni giorni sono però riuscito a comprendere il perché del senso di sbigottimento che mi accompagna sin dalla fine della trasmissione. Questo sbigottimento mi obbliga, per la prima e credo unica volta, a parlare di Berlusconi.
Cosa avevo veramente visto? Qual’era il senso profondo dello spettacolo al quale avevo assistito? I giornali e i programmi di intrattenimento sono pieni di analisi, approfondimenti, critiche, apologie e di tutto quello che ci si può attendere da mezzi di informazioni intenti a riproporci trasmissioni viste e straviste ma anche alla continua ricerca di quanto può attirare l’attenzione o solleticare gli istinti pur di poter vendere il proprio prodotto.
Da una parte due professionisti dell’informazione navigati e scaltri, dall’altra l’uomo dal quale per quasi vent’anni, nel bene e nel male, è dipesa la sorte del Paese ed entrambe intente in malafede a cercare di sottomettere l’obiettività dei fatti ai propri specifici interessi. Il confronto si è rivelato impari. Santoro e Travaglio non hanno capito che Berlusconi non aveva alcuna intenzione di confrontarsi ma solo quella di essere l’unico protagonista, di offrire ancora una volta sé stesso e il suo corpo direttamente al popolo e solo a lui. Dopo le schermaglia iniziali, i due sono stati costretti a giocare sul suo terreno un incontro di cui non conoscevano le regole.
Era del tutto inutile cercare di metterne ancora una volta in mostra le colpe e gli errori. Il popolo li conosce benissimo, anzi ha amato Berlusconi proprio per le sue debolezze. I diciassette anni in cui è stato al potere hanno lasciato una Italia più conflittuale, più povera, più corrotta, più squilibrata. il Patto sociale si è spezzato, la disoccupazione è aumentata, e così via. Chi voleva vedere, ha visto.
Era del tutto inutile chiedergli conto dei risultati del suo governo perché semplicemente non gli è mai interessato governare ma solo regnare. Questa è la sua vera natura. Il suo IO è talmente smisurato da farlo sentire partecipe di un destino di livello superiore a quello dei normali esseri umani. I suoi richiami all’unzione sono stati segnali evidenti di questo sentimento. E chi è investito della responsabilità di in popolo direttamente da Dio non governa, regna. Questo suo IO lo mette inoltre al riparo da qualunque accidente possa venire dall’esterno. E’ la sua protezione ed è anche il segreto della sua longevità e del suo vigore politico. Il popolo non può interferire: è solo suddito e deve essere plaudente. In fondo bastano “panem et circenses”. (continua)

Ennio ha detto...

II PARTE-LO STUPRO

Berlusconi si lamenta a ragione delle istituzioni. Lui ha bisogno di una corte non di un Parlamento. La corte è lo strumento del suo potere anche se è allo stesso tempo una belva da sfamare e la sua prigione. A questa corte famelica ha lasciato sia la possibilità di ingrassare a spese del Paese sia, soprattutto, l’incombenza di governarlo perché governare per lui è un fastidio di cui farebbe a meno. Berlusconi è intervenuto solo quando si è trattato di curare e di difendere i suoi interessi personali e diretti.
Santoro e Travaglio si sono illusi di trovarsi di fronte a un uomo stanco e indebolito e di poterlo mettere facilmente in difficoltà. Si sono invece imbattuti in un combattente ringiovanito e determinato. La verità è che in questi ultimi anni Berlusconi si è annoiato. Le Olgettine, le minorenni, le feste eleganti sono state solo un diversivo per la sua noia. Berlusconi aspettava le elezioni da cinque anni ed è ora in pieno orgasmo elettorale. Finalmente libero di potersi manifestare e rappresentare.
Santoro e Travaglio non hanno capito nulla del personaggio. Lo hanno rinvigorito con la propria debolezza. Involontari lenoni, gli hanno offerto una camera d’albergo, un letto, una telecamera e infine l’oggetto sul quale poter sfogare la propria libidine e rappresentare il proprio orgasmo primordiale: il popolo italiano. Berlusconi ne ha approfittato con tutto il cinismo di cui è capace e il trionfalismo manifestato alla fine della trasmissione e nelle dichiarazioni successive sono la prova evidente del suo successo.
In realtà, quello a cui abbiamo assistito è stato un vero e proprio stupro. Gli spettatori si aspettavano una trasmissione politica, di conoscere idee e programmi che li potessero aiutare nelle loro scelte elettorali. Si sono invece trovati coinvolti in una pochade oscena dove i protagonisti si sono esibiti senza freni e senza pudore. Pochi si sono accorti di essere stati stuprati e hanno potuto comprendere la natura dell’atto di cui sono stati fatti oggetto.
La trovata comica geniale, la pulizia della sedia di Travaglio, è stata una manifestazione di ludibrio mai vista per uno che si considera uomo di Stato. A Berlusconi non è bastato il successo, ha voluto divertire, ha cercato di essere amato. Lui ha stuprato il popolo con le sue menzogne e con la rappresentazione della sua virilità ma non si è accontentato. Ha anche voluto che il popolo lo ringraziasse, che considerasse come un atto d’amore quello che è stato solo disprezzo.
Solo ora ho potuto comprendere quale fosse il mio sentimento. Era umiliazione. Io, parte del Popolo Italiano, mi sono sentito umiliato.
Ennio Michele Tarantola

Support independent publishing: buy this book on Lulu.