domenica 27 gennaio 2013

Verbi di ascolto e ascolti penosi.


Siamo in campagna elettorale e ce ne siamo accorti. Da cosa? Dalla spettacolarizzazione della comunicazione. Un esempio? “Fassina venga silenziato. Monti taccia. Sbrano chi ci attacca”. Sono tre dei molti esempi di come si manifesta in modo becero la comunicazione politica oggi. Il confronto politico è diventato irresponsabile e assomiglia sempre di più alla lotta tra galli assassini in un pollaio. In pratica si tende a fare comunicazione politica con battute ad effetto, in modo tale che i giornali le presentino in prima pagina e diano maggiore o minore visibilità al politico che le ha pronunciate. In questo genere di cose vincono i giornali berlusconiani del Giornale e di Libero. Ma anche gli altri non scherzano. Dietro tutti c’è il vuoto. Il vuoto più assoluto, che significa l’assenza di idee. Nessuno parla di come trovare concretamente le risorse per fare la tal cosa o la tal altra. Nessuno dice come realizzeranno concretamente la crescita. Nessuno dice concretamente dove si taglierà la spesa pubblica. Nessuno parla d’Europa e di come l'Italia dovrà inserirsi concretamente nel contesto europeo della politica internazionale. Tutti però parlano provocatoriamente di Imu, provocatoriamente di alleanze, di scandalosi parlamentari provocatoriamente recuperati in tal o tal altro partito, di aspetti provocatori piccoli e meschini, mentre nessuno parla per esempio delle 130000 prescrizioni che salvano dalla galera 130000 delinquenti che la fanno franca. In compenso si parla della fidanzata di Berlusconi, di processi che si riferiscono ai politici, di ripicche fra candidati alle regionali, di rinvio dei processi di Berlusconi per "legittimo o illegittimo" impedimento. E tanto altro di inutile. Il tutto con la complicità dei giornalisti, che a tutti gli effetti fanno sempre più parte della Casta e sempre meno dei comuni mortali che siamo noi, cittadini tartassati di questo sconcertante paese. Altro problema: la comunicazione politica non è ragionata ma urlata. Il politico di turno è più bravo se urla di più del suo avversario, se è graffiante, se sovrappone la sua voce a quella del nemico, se dice più o meno parolacce e reagisce nel contraddittorio con più o meno violenza verbale. Questa non è la maniera corretta e adeguata di fare campagna elettorale. E noi non vogliamo essere presi in giro. Proponiamo pertanto una provocazione. Si chiama voto disgiunto e consiste nel votare non una ma due coalizioni: una al Senato e l'altra alla Camera. Perchè? Per punire entrambe le coalizioni, dimezzando loro il voto. Un po' come lo sciopero del giapponesi: scioperano andando a lavorare, ma senza penalizzare il paese. Purtroppo col porcellum non c'è rimasto altro.

1 commento:

Giancarlo ha detto...

La prima domanda è, o almeno sembra, innocente. Vi siete accorti che siamo in campagna elettorale ? Veramente con tutto il rispetto credevo che fosse un mercato, di quelli rionali dove chi grida più forte lo fa per due ragioni. La prima , in assoluto , quella di coprire le voci dei concorrenti; la seconda quello di catturare l'attenzione della massaia distratta! Ecco siamo trattati come massaie distratte, poi da cosa? Ma certo da loro, più gridano e maggiore è la confusione che dicono vogliono diradare, come la nebbia, ma che ci tengono a mantenere alta. Oggi chiedo in una lettera al Giornale a quale e con quale formazione politica si candida Grillo, perchè non ho capito i titoli che ha per occupare con comizi, nella sostanza forse condivisibili, non certo nella forma. Vorrei sapere se si presenta alle elezioni come candidato premier o come capolista o altro. Lo so , non è candidato , ma allora quali sono i titoli che ha per fare campagna elettorale ? Sorvolo sulle considerazioni della parte centrale della sua lettera , come non essere d'accordo ? Mi soffermo sui 130.000 mila processi andati in prescrizione. Ecco la cosa che dovrebbe seppellire chi questo, per sua necessità, ha fatto ! Non solo 130.000 mila delinquenti, o presunti tali, l'hanno fatta franca ma altrettanti cittadini non hanno avuta giustizia ! Lo hanno chiamato garantismo ! Infatti ad ogni occasione io chiedo se questo Paese non è fatto al rovescio. Si mette in galera , in attesa di giudizio, un "presunto" colpevole, si lascia libero sempre in attesa di nuovo giudizio uno che è stato condannato. Vedi Corona. Eppure si parla , ancora, di civiltà giuridica !
Forse come diceva un campione di ciclismo del passato "gli'è tutto da rifare "!

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