martedì 26 aprile 2011

Berlusconi di nuovo assente alle celebrazioni del 25 Aprile.

Il fatto politico più importante della giornata di ieri è, a nostro parere, l’assenza del Presidente del Consiglio a qualunque cerimonia relativa alla ricorrenza del 25 Aprile, anniversario della Liberazione. Detta così la frase può lasciar pensare che si tratti di una piccolezza, ovvero di una banalità. Qualcuno potrebbe addirittura chiedersi il perché del nostro rigore nel ricordare la latitanza del Presidente Berlusconi da questa data. In verità le cose stanno diversamente. In un momento in cui ci sono in ballo forti strappi e convulsioni politiche che mirano a modificare radicalmente la nostra Costituzione, col rischio di produrre assalti terroristici e banditeschi al tessuto democratico dell’Italia, essere assenti da una cerimonia dal forte valore simbolico non è un fatto da nulla. Al contrario, è un fatto gravissimo. Noi vogliamo ricordarlo alla nostra maniera, senza ambiguità, affermando che il nostro Principe, un po' machiavellico e soprattutto controriformista, continua imperterrito a sbagliare comportamenti e modi di fare corretti. Un Capo del Governo che non avverte la necessità di essere nelle piazze dove si celebra una ricorrenza così importante come l’anniversario della Liberazione dal fascismo ci convince che abbiamo un Capo del Governo imbelle, che manca di coraggio e che tradisce uno dei cardini del pensiero storico e politico italiano che riguarda l’antifascismo. La mancanza del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a una di queste celebrazioni è un fatto che non ha eguali nel panorama della politica italiana ed europea. Mancare a un appuntamento programmato per rafforzare il sentimento antifascista del popolo italiano ha una solo significato: ovvero che il Signor Berlusconi è in realtà un fascista camuffato sotto le false apparenze di capopolo. Lo può fare nell’unica democrazia europea in cui la maggior parte dei suoi elettori ci ricordano il protagonista di un film di Alberto Sordi chiamato “Un borghese piccolo piccolo”. Chi non si riconosce in questa maschera dovrebbe urlare la sua rabbia in modo forte e chiaro. Ma nell’Italia berlusconiana di oggi il silenzio su questi comportamenti è assordante.

lunedì 25 aprile 2011

Scenette da teatrino sul fronte della politica anti-Rom a Roma.

La “questione Rom” nella città di Roma è di quelle che definirla una “boiata pazzesca” è poco. Ricapitoliamo brevemente la questione. Il centrodestra alle ultime elezioni per il Sindaco di Roma vince la consultazione elettorale perché nella campagna elettorale ha insistito efficacemente sul tema della sicurezza accusando il duo di centro-sinistra Rutelli-Veltroni di non essere stati in grado di arginare i fenomeni della clandestinità degli immigrati e del dilagare della anomalia dei Rom nella capitale. Adesso si scopre che il Sindaco Alemanno, per evitare episodi simili a quello della occupazione della Basilica di S. Paolo a Roma, ha offerto ai Rom mille euro a testa (diconsi 1000 € a cranio) per lasciare la capitale e tornare nei loro paesi di origine. In questo ragionamento c’è qualcosa che non funziona, perché delle due l’una: o si è sciocchi nel proporre il pagamento di una cifra simile facendolo alla fine diventare i-ne-vi-ta-bil-men-te una prassi sistematica e un regalo duraturo, trasgredendo in pieno il senso dell’intera campagna elettorale, oppure si è sciocchi perché il furbacchione Rom, una volta ritornato nel suo paese a spese del Comune di Roma ritornerà nella capitale e il tour vacanziero ricomincerà con maggiore interesse: altri mille euro e altra gita fuori porta a Roma. Scegliete voi quale delle due ipotesi vi sembra la più adeguata. E’ questa la maniera di risolvere i problemi della convivenza civile e della immigrazione e integrazione degli immigrati? Complimenti al centro-destra per l’iniziativa. Come si sul dire: passata la festa gabbato lo santo. O no?

lunedì 18 aprile 2011

Dichiarazioni disgustose dell’autore dei manifesti anonimi contro i giudici.

L'autore dei manifesti anonimi affissi a Milano sui giudici brigatisti è candidato nelle file del Pdl di Berlusconi. Diciamo la verità: l’avevamo capito subito che fosse un supporter del Capo del Governo. Tra di loro si intendono bene e l’arma adoperata è la stessa, ovvero la delazione a senso unico. A questo proposito due semplici osservazioni. La prima. Ai nostri tempi chi pubblicava una lettera anonima si sarebbe vergognato per tutta la vita se fosse stato scoperto. Oggi, in piena era berlusconiana, chi viene scoperto per avere commesso il reato di vilipendio con la pubblicazione anonima e vile di manifesti traboccanti odio contro i giudici non solo non si vergogna ma addirittura plaude a se stesso e non si dimette da candidato alle comunali milanesi. La seconda. Da quando Berlusconi ha rotto con Fini non ha più freni inibitori. Il suo è un continuo e asfissiante instillare odio nella politica italiana, accusando tutti coloro i quali gli sono avversari di essere comunisti. Che giudizio dare di un siffatto comportamento del Presidente del Consiglio? Ognuno pensi ciò che vuole. Noi prendiamo atto che da quando lui è diventato Capo del Governo è diventato impossibile dibattere civilmente di politica. Il suo odio è disgustoso e ignobile. Quello che ci preoccupa però è che nella sua folle avventura politica sta trascinando nell’arena tutti, comprese le istituzioni di garanzia. Berlusconi ha una tattica semplice quanto rozza: tanto più fa confusione tanto più riceve voti dagli italiani. In questa bagarre infinita non usciranno vivi neanche il Presidente della Repubblica e la Chiesa cattolica. Li trascinerà nelle polemiche volutamente e strumentalmente. E’ il Nerone del XXI secolo: alla fine brucerà non solo una città ma l’intera nazione e lascerà solo macerie e cenere. Ricordiamoci però che chi scava un fosso con cattiveria, ci finisce dentro.

giovedì 14 aprile 2011

Solo disprezzo per chi ha approvato la legge sul processo breve.

Davanti all’approvazione in Parlamento della legge sul processo breve, che delegittima sempre più l’idea di una giustizia equa e adeguata in cui chi sbaglia paga e, soprattutto, risarcisce le vittime del loro crimine, siamo arrivati in Italia alla fine dell’idea dell’etica e della morale. Imporre ai deputati di centro-destra di votare una legge che permetterà a Silvio Berlusconi di salvarsi dalle condanne in tribunale significa che tutta la politica italiana ormai non ha più senso. Questa non è politica è solo malaffare. Cos’altro può più accadere di peggio dopo questa sconcezza nazionale? L’idea che si possa approvare una legge per evitare al Presidente del Consiglio una condanna certa ci fa vergognare definitivamente di appartenere a un paese che è ostaggio di una cricca di affaristi e di criminali della verità. Chiudiamo qui questa pagina indecorosa di politica e di storia patria. Aggiungiamo solo che questa faccenda non finirà qui, perché la storia e il futuro siamo sicuri si incaricheranno, al momento giusto, di far vergognare questa volta gli autori della legge e i loro discendenti. Passerà del tempo, passeranno anni, probabilmente decenni ma alla fine non vorremmo essere nei panni di coloro che hanno per cognome quello del più vergognoso Presidente del Consiglio che l’Italia abbia mai avuto. Anche coloro che hanno manovrato la nave della vergogna avranno quel che si meritano: il ludibrio perenne per avere ucciso il senso di giustizia.

sabato 9 aprile 2011

E se fosse tutta una questione di tifo di calcio?

Su Berlusconi e la sua attività di Presidente del Consiglio abbiamo esaurito gli aggettivi biasimevoli. Non ce ne sono rimasti più e non ci sentiamo di ripeterci. Nel frattempo il comico è ancora là. Il suo massimo desiderio, si sa, è quello di far ridere: con barzellette, con complimenti alle donne in grado di fare il “bunga bunga” e con la partecipazione alle sue serate di divertimento a base di mandolini, cantanti napoletani e immoralità varie a pagamento. Eppure, per i sostenitori del suo governo Berlusconi è considerato un eroe. Nella sua rozzezza culturale e nel suo cattivo gusto Berlusconi incarna il prototipo della più autentica italianità. Tra pizza e mandolino lo vediamo bene nel recitare da protagonista in mediocri film sui latin lovers italiani. Eppure nella sua sciocca amenità fa pena vedere quest’uomo che avrebbe potuto diventare una icona storica e politica dell’Italia moderna e invece si è trasformato in una macchietta dalla disarmante comicità. Il cosiddetto “uomo della Provvidenza”, utile e indispensabile come Mussolini, è il vero scandalo dell’Italia contemporanea. Circondato da personaggi che si considerano sudditi, come lui poco sensibili all’etica e sempre pronti ad accettare senza fiatare la sottomissione e la rinuncia ad ogni forma di autonomia di pensiero, Berlusconi è unico nel suo genere. E’ riuscito a far diventare muti e sordi nientemeno che gli Eccellentissimi et Reverendissimi Cardinali di Santa Madre Chiesa Cattolica in relazione non tanto alle qualità dei giocatori di calcio della sua squadra meneghina ma a fatti fondanti la religione cattolica. Che ne pensate di un uomo politico tutto dedito a peccare da protagonista in modo ripetitivo nel tempo? Lo abbiamo scoperto come spergiuro, pluridivorziato, Robin Hood all’incontrario, licenzioso, attentatore alla moralità pubblica, produttore di leggi contro gli operai e gli impiegati e recidivo nelle promesse non mantenute. A questo punto siamo autorizzati a pensare che il silenzio assordante della Chiesa cattolica contro il suo modo immorale di governare e di vivere la sua vita pubblica sia dovuto al fatto che i Nobilissimi et Eccellentissimi Cardinali sono tifosi accaniti del Milan. Sarà vero?

martedì 5 aprile 2011

Tra il guitto Berlusconi e il villano Bossi c’è tutta la pochezza dell’attuale politica italiana.

In questi giorni di sbarchi dei migranti tunisini a Lampedusa e di penose decisioni del Parlamento italiano a favore del pluri-accusato padrone di Mediaset nonché Presidente del Consiglio noi non possiamo tacere. Rimanere muti e insensibili davanti alla tragedia dei giovani immigrati tunisini che intraprendono il viaggio della speranza sui barconi per un futuro di dignità avrebbe il significato di accettare la concezione che hanno della politica il vergognoso duo Berlusconi-Bossi. Sarebbe bello che l’Italia offrisse a questi giovani una possibilità di vita, anche solo temporaneamente con salari minimi e precari di sopravvivenza in attività ausiliarie e di formazione. Invece è operante la codarda decisione di spendere del denaro solo per i divertimenti della corte berlusconiana di Arcore come facevano i monarchi del settecento alle varie corti europee e per permettere alla varie cricche filogovernative di sottrarre sempre più risorse al paese. Che vergogna essere rappresentati da un guitto che racconta barzellette sconce alle riunioni politiche. Che infamia e disonore avere come Capo del governo un uomo immorale come il nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Non parliamo poi dell’osceno coinquilino della maggioranza berlusconiana, quell'Umberto Bossi, maleducato e volgare, che non sa dire altro che parolacce e vergognose battute di disprezzo per gli immigrati. A fronte di questo imperdonabile e razzista comportamento del duo B.&B., che la Storia bollerà come cinico ed egoista, c’è una Chiesa cattolica che sul mutismo più assoluto sta costruendo l’icona della sua mediocrità di Chiesa. Invece di pretendere dalle Autorità politiche dell’Italia un coerente comportamento con i principi della Religione cattolica, svende questi ultimi per un piatto di lenticchie. Che disgusto!

sabato 2 aprile 2011

Truffe ai vip a Roma.

Diciamo la verità: la prima sensazione che si prova nel leggere gli articoli relativi all’inganno finanziario commesso da una gang romana contro un migliaio di persone importanti della capitale è quella di solidarizzare non con i frodati, ma con i frodatori. Questa sensazione viene rafforzata dalla paradossale conseguenza dell’altra notizia dell’Agenzia delle Entrate che minaccia, giustamente, di perseguire i frodati per reati fiscali relativi agli investimenti irregolari. Come si dice in questi casi “al danno si aggiunge la beffa”. Cosa dire di questo ennesimo evento di malcostume all’italiana? Semplicemente che i tonti esistono e abbondantemente in tutte le categorie dei ricchi (attori, registi, medici, politici, imprenditori, avvocati, costumisti, ballerine, chef, pittori, attrici, ecc..) e mai tra i poveri (pensionati al minimo, disoccupati, operai, impiegati di basso livello, ecc…). Una ragione ci deve pur essere. La prima idea che ci viene in mente è che i primi hanno molti soldi mentre i secondi ne hanno pochi. Ma è fuorviante, perché la vera ragione è un’altra e cioè che i vip sono presi dall’ossessione di far fruttare al massimo il loro denaro, soprattutto con investimenti illeciti. Il denaro per queste categorie di vip è come una droga. Conclusione. Una sola. Mettere in carcere i truffatori e sottoporre a giudizio della magistratura le cosiddette “persone molto importanti” che in realtà sono dei gonzi che hanno sempre cercato di apparire delle volpi mentre in realtà erano dei poveri illusi. Non hanno ancora capito che il denaro si spende solo per le cose giuste della vita e non serve averne troppo!

Support independent publishing: buy this book on Lulu.