lunedì 31 gennaio 2005

Scuola desiderata e scuola rifilata.

In questi ultimi giorni, a causa del parere urgente richiesto dal Ministero della Pubblica Istruzione, tra gli insegnanti della scuola secondaria superiore, abbiamo notato un via vai di quadri orari “fai-da-te”, ultra-specifici per indirizzi e curricoli vari, da fare invidia al miglior esperto delle Ferrovie dello Stato. Il Lettore si tranquillizzi. Non abbiamo intenzione di contribuire alla sbornia di orari settimanali-annuali-curriculari. Ce ne sono abbastanza. Tra l'altro, questi quadri orari sono stati proposti da persone molto più competenti di noi. Quello che qui desideriamo proporre, viceversa, è una riflessione critica su tutto questo fervore di orari che vengono sfornati a ritmo indiavolato e sul loro meta-significato. Anticipiamo che potremo essere antipatici a qualcuno nel dire le cose che seguono. Ma è un rischio che dobbiamo e vogliamo correre.
Partiremmo dicendo che è necessario smetterla di prendere sul serio l'eventualità di strappare al Ministero della P.I. anche una sola ora settimanale di fisica in più alle altre discipline, perché il suddetto Ministero non la darà mai! Non so se è stato notato, ma questo Ministero chiede pareri a tutti e poi decide da solo su ciò che gli interessa. E’ una presa in giro. Tra l’altro i docenti di questa disciplina hanno tutti contro. Vi sono i Matematici. Guai a proporsi di strappare loro un’ora settimanale. Non scherzano! A loro, che hanno dalle scuole elementari ben cinque-sei ore settimanali di matematica per 13 anni, non va giù che docenti di “pseudo-tecnologia” possano avere qualche ora di lezione in più in laboratorio, dove accusano gli altri di non fare niente. Vi sono quelli di Scienze, cioè i “tuttologi”, che guai a togliere loro mezz’ora settimanale. Questi docenti, dicono, devono insegnare tante discipline: Biologia, Zoologia, Chimica con Laboratorio, Astronomia, Geofisica e gli altri, con una “disciplinetta” da nulla, vogliono togliere loro una preziosa ora? Mai! Non parliamo dei Colleghi dell’asse umanistico e artistico che credono gli insegnanti di fisica essere dei docenti di nicchia, al limite dei “fabbriferrai” che fanno un po’ di “applicazioni tecniche” e basta. I Colleghi di Storia e Filosofia guardano tutti dall’alto in basso, con la puzza sotto il naso. Quelli di Lingua straniera non ne parliamo. Dunque, non vale la pena darsi da fare. Ma sono, e remano contro, anche e purtroppo i Direttori Generali e gli Ispettori Ministeriali che, al contrario degli altri, contano molto al Ministero. Questi non scherzano per niente! Dunque, non aspettatevi nulla, perché nulla riceveranno gli altri e al diavolo la ricerca scientifica. Tanto, dicono loro, dai Sottosegretari agli Esperti di politica scolastica dei partiti del Polo (ma neanche quelli del centro-sinistra scherzano), con un accordo quadro che il Presidente del Consiglio farà con il Presidente USA, tutto si aggiusterà. Si veda ciò che è successo nel caso della mega-commessa dell’elicottero della Casa Bianca, vinta dall’italiana Augusta-Finmeccanica.
Un consiglio da profani? Si miri a strappare un curricolo adeguato solo al liceo scientifico e si abbandonino ogni forma di pretesa per gli altri indirizzi. Anzi. Per strappare un’ora allo scientifico, sarebbe auspicabile addirittura cedere qualche altra ora al linguistico e al classico. Lo scambio sarebbe vantaggioso per la semplice ragione che tanto, 1+1+1, oppure 2+1, oppure 2, al classico e al linguistico non cambierebbe assolutamente nulla. Gli studenti di questi indirizzi di area umanistica, ignoranti erano prima e ignoranti rimarrebbero anche dopo. Invece, allo scientifico, in un solo indirizzo forte, la fisica dovrebbe essere disciplina di riferimento per tutti quei giovani veramente interessati allo studio del mondo della natura e dei metodi della ricerca scientifica. Solo così, lo studente veramente interessato alla fisica, potrebbe studiare, in modo significativo, la disciplina di Galileo e Newton. Se a uno studente piace la fisica, vorrà dire che dovrà iscriversi al liceo scientifico, altrimenti vada a fare Latino e Greco al classico. In ogni caso, al di fuori dello scientifico, la fisica sarebbe comunque studiata sempre male. Perché? Semplice. Per incompetenza di tutti gli operatori, docenti inclusi. Senza tecnici e assistenti, senza laboratori adeguati e senza docenti di fisica competenti non solo in fisica teorica, ma soprattutto in fisica pratica, tutti questi indirizzi sono destinati a creare curricoli dove vengono e verranno sempre di più allevati, analfabeti di ritorno. Noi la pensiamo così.

sabato 29 gennaio 2005

Perle giuridiche e responsabilità politiche.

Ecco due recentissime perle della Magistratura italiana. Si tratta di due provvedimenti ad “alto rischio” istituzionale e sociale che i giudici si ostinano a prendere, e che lasciano abbondantemente a desiderare. Noi non apparteniamo certo al gruppetto di “avvocaticchi” di centro-destra che incolpano la Magistratura per quello che fa. Noi non apparteniamo né a quell’area, né a quella antagonista bertinottiana del letame di Nunzio D'Erme. Noi ci sentiamo vicini all’altra, che non incolpa la Magistratura per quello che fa, ma per quello che potrebbe fare e che non fa, perché tutta presa a realizzare “progetti politici”. Noi siamo contro qualunque sciopero della Magistratura. Ma se i magistrati sentono il dovere di scioperare, perché non fanno uno sciopero contro il Governo e il suo Ministro della Giustizia per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo vergognoso scandalo che riguarda l’inefficacia del codice penale? L'attuale codice penale, permette agli assassini di sfruttare, tra le pieghe delle norme, le contraddizioni presenti nel sistema normativo, in modo tale da imporre al giudice di assolvere i mascalzoni per cavilli formali. Questa è la situazione insostenibile. Possibile che questa richiesta, che si leva da tanti settori della “pubblica opinione”, faccia tanta paura? Ecco, comunque, le ultime due “sorprese”.
-“Assalto all’edificio della Esso da parte di aderenti no-global”. Il fatto. Erano saliti sul tetto di uno dei tre edifici della Esso di Roma e avevano esposto degli striscioni antiamericani. Il giudice li ha assolti perché la querela dell'azienda statunitense non era regolare. L’accusa era di manifestazione in luogo pubblico non autorizzata e il giudice non l’ha considerata valida perché la sede della Esso deve essere considerata proprietà privata. Capito? E poi dicono perché in Italia le industrie straniere non vogliono venire per produrre posti di lavoro. Sfido io, con simili sentenze chiunque scapperebbe. O no?
-“Nel 1973 fu data alle fiamme la casa del segretario della sezione del Msi. Morirono i suoi due figli”. Il fatto. Tre militanti di estrema sinistra, ex di Potere Operaio, latitanti, possono tornare in Italia perché le condanne sono estinte per prescrizione. Motivo: “per mancata esecuzione delle condanne”. Capito? Prendete nota. Si uccidono due ragazzi, bruciandoli nella loro casa, si scappa in un paese “amico” (il Brasile dovrebbe giustificare il perché non ha mai dato l’estradizione), si fa la bella vita per il doppio degli anni della pena più alta, che in questo caso è stata di 8 anni, e … oplà, il gioco è fatto. Si può ritornare vispi e contenti. La giustizia, in collaborazione con il potere politico che legifera mediante leggi che permettono questo scandalo, si ritrova costretta a premiare gli assassini. Te capì?

martedì 25 gennaio 2005

Contraddizioni all’italiana.

Il Ministro degli Esteri Fini ha espresso “rabbia e incredulità” circa la decisione dei giudici di Milano di aver assolto, dall’accusa di terrorismo, un gruppo di cinque fanatici musulmani arrestati dalla polizia. Gli imputati, giudicati ieri con rito abbreviato, sono stati assolti dal reato principale di terrorismo. Il giudice ha ricordato alcune norme internazionali, che dicono che “in guerriglia le attività violente sono lecite, purché non siano dirette a seminare terrore indiscriminato verso i civili”. Il Ministro, nonostante i distinguo e le sfumature delle sue critiche, non è riuscito a contenersi e ad evitare una polemica che non giova né alla sua persona, né alla carica che detiene nel Governo. Non si è mai visto un Ministro degli Esteri polemizzare con dei magistrati nell’esercizio delle loro funzioni. Se ne conclude che il Ministro Fini ha sbagliato a intervenire con stizza per stigmatizzare l’incapacità della giustizia di condannare i pericoli del terrorismo islamico. Detto questo, passiamo alle interpretazioni personali. La rabbia e l’indignazione non è solo del Ministro Fini ma è di tutti quelli, compresi noi, che credono in una modalità di governare la giustizia che sia rapida, efficiente e giusta. E’ ovvio, tuttavia, che per avere una magistratura che goda dei requisiti sopra accennati è necessario che il potere politico aiuti i giudici a evitare sentenze assolutorie dovute o a incapacità della polizia a trovare prove valide e sicure, oppure a evitare una legislazione eccessivamente garantista. Ed è qui che casca l’asino. Il Ministro degli Esteri dimentica che se i giudici ultimamente non condannano più come avrebbero dovuto, e spesso commettono dei colossali errori, lo dobbiamo a una legislazione eccessivamente perdonista che è stata varata da tutti i gruppi politici presenti in Parlamento. Dunque, gravissime responsabilità gravano sul centrosinistra ma, soprattutto, sulla sua maggioranza di centrodestra. Se deve prendersela con qualcuno, se la prenda con i fidi scudieri di Berlusconi che propongono, a ritmo indiavolato, in Parlamento leggi sempre più sbilanciate a favore dei delinquenti, onde evitare che i soggetti indagati possano essere condannati dai giudici. Certamente le responsabilità non sono solo del governo. Di mezzo ci sono associazioni “multi-pluri-culturali”, no-global, partiti di “sinistra-comunisti-verdi”, l’intero partito di Forza Italia del Presidente Berlusconi con tutto lo stuolo di avvocati e legulei che lo esprimono e, addirittura, la Chiesa cattolica che in fatto di perdonismo se ne intende. Insomma, un’ammucchiata di forze “politiche e non”, che hanno prodotto una legislazione penale come l’emmenthal svizzero: con i buchi. E con i buchi sono i cittadini che si sentono minacciati da delinquenti e mascalzoni che ultimamente non mancano. Una piccola chiosa. Mentre il giudice perdonista di Milano “salvava” i terroristi la salma del povero militare italiano ucciso dagli amici degli assolti rientrava in Italia. E con il cinismo più spietato, il verde Cento aveva la sfrontatezza di affermare che non era il caso di strumentalizzare la sentenza. Per Cento, più che mai, Allah è grande.

lunedì 24 gennaio 2005

Non confondiamo fede con scienza.

Molti sono i temi di discussione presenti oggi sui quotidiani. Si va dalle dichiarazioni di Berlusconi su ciò che è male e ciò che è bene, ai legami tra frotte di cittadini napoletani impreparati al senso morale della vita e la camorra; dai referendum sulla fecondazione alla legge antifumo; dalle primarie del centrosinistra alla legge “salva Previti”; dal nucleare si o no alle imminenti elezioni regionali. E via dicendo. Scegliamo, tra tutti, di commentare un tema che è il meno politico della giornata. Si tratta delle lacrimazioni della statuetta della Madonna di Civitavecchia, avvenute per ben 14 volte, dieci anni orsono. Com’è noto, intorno al 1995, in provincia di Roma, avvenne un miracolo: la statuetta della Madonna lacrimò ripetutamente nelle mani sia del proprietario, sia addirittura del Vescovo. Adesso, sembra che stia per uscire un ricco studio documentale che non solo dà testimonianza dell’accaduto, ma fornisce particolari inediti e, soprattutto, cita dichiarazioni di tantissime “persone di grandi responsabilità, persone autorevolissime nei rispettivi campi e, dunque, abituate a misurare le parole, che non esitano a esporsi e ad arrendersi alla realtà”. Sono parole molto efficaci che introducono l’accaduto, esaltandone la dimensione religiosa e la conseguente ineluttabilità dell’evento. Con una serie impressionante di dichiarazioni e di commenti, si afferma che l’accaduto supera i confini della razionalità, è al di sopra dei tentativi di spiegazione scientifica umana e passa da un fatto puramente di cronaca a un evento sconvolgente, epocale, che impedisce di disquisire e proporre critiche, siano esse di natura teologica, giudiziaria, pastorale, scientifica e medica, per diventare un fatto religioso e, dunque, fuori dal naturale e dalla mente dell’uomo.
Non è facile commentare l’accaduto. Noi che abbiamo un profondo rispetto della dimensione religiosa della vita, perché crediamo nell’importanza della religione per tutti i credenti, cristiani, ebrei e musulmani che siano, oppure di altre religioni, siamo le ultime persone che pensiamo di fare polemiche stantìe e superate. Ma rimane il fatto che siamo in disaccordo con questa interpretazione. Noi che atei non siamo, e che conosciamo il profondo valore e l’alto significato che la storia ha attribuito alla vita delle persone in quanto attraversate dal “senso religioso”, ci permettiamo di aggiungere una nostra personale convinzione. Questi fatti sono eventi religiosi. Sono, cioè, fenomeni che coinvolgono il senso religioso delle persone. Come tali, è sbagliato dare giudizi di oggettività scientifica, perché qui la scienza non ha niente a che fare e a che vedere. D’altronde, che senso avrebbe chiedere alla scienza di intervenire in un campo in cui essa stessa non si riconosce all’altezza del compito e che va fuori dalla propria ragion d’essere? Dunque, le lacrimazioni sono un “fatto religioso” che attiene alla sfera religiosa e nessuno contesta alle Autorità religiose il fatto che esse non abbiano il diritto di interpretarlo come vogliono. La Chiesa ha tutto il diritto di parlare di miracoli da tutti i punti di vista che la interessano. Una sola cosa, però, le Autorità religiose non possono fare. Non possono costringere la scienza a entrare in questo campo, a forza, controvoglia, contro natura, obbligandola a fare ciò per cui essa non è stata mai in grado di fare: dare, cioè, giudizi che esulano i fatti scientifici per motivi religiosi. La scienza dà giudizi scientifici, ricavati dall’uso di protocolli scientifici, che hanno senso solo in quanto accadimenti scientifici, che sono e hanno significato solo nella logica della scienza e nella prospettiva di fatti di scienza. Altro non si può. Dunque, la statuetta di Civitavecchia ha lacrimato tante volte perché religiosamente parlando è così e non potrebbe essere diversamente. Nessuno si sogna di contestare il fatto. Ma per favore, smettiamola di dire che anche la scienza ha riconosciuto l’evento come un miracolo che non è interpretabile alla luce delle categorie scientifiche. Altrimenti si costringe per l’ennesima volta Galileo, attualmente nella tomba, a dover rivedere, dopo quattrocento anni, di nuovo il film della sua vita. E questo non è carino nei confronti di uno scienziato che fu non solo uno scienziato ma anche uno dei migliori cattolici del tempo. Pertanto date a Cesare quello che è di Cesare, e non costringete la scienza a fare cose che non sa fare.

domenica 23 gennaio 2005

Criminalità e collusione nel Sud.

Centinaia di persone hanno inveito contro la polizia che aveva arrestato un boss della camorra. E’ accaduto a Napoli, ieri sera. L’altro giorno, molte persone in Sicilia, si sono dichiarate apertamente favorevoli alla delinquenza, difendendo gli uomini della mafia e affermando che il parroco assassinato dai mafiosi se l’è cercata, perché “non ci si mette contro la mafia”. Combattimenti clandestini tra cani sono stati organizzati da criminali calabresi della ‘ndrangheta. Ecco come stanno le cose nel Sud. Sicilia, Calabria e Campania detengono il record del mondo per la quantità e qualità delle organizzazioni criminali che riescono a sopravvivere esercitando un potere in grado di stozzare l’economia e la finanza. Cosa dire di questa infame vergogna? Ci si aspetta, almeno in questi casi, che i politici prendano provvedimenti energici per sconfiggere la delinquenza. Sarebbe il minimo che dovrebbero fare. E invece cosa succede? Accade che il Governo Berlusconi sta per approvare in Parlamento una legge con la quale si bloccano i processi che non riescono a concludersi entro sei anni. E si sa che in Italia la durata media di un processo è di nove anni. E mentre il Presidente del Consiglio se ne infischia di questa questione, i criminali spolpano la società. Vi sembra normale?

sabato 22 gennaio 2005

Le autorità capitoline scoprono il metrò a Roma.

Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Il Sindaco di Roma e altri scoprono che a Roma è necessario aumentare il numero delle linee della metropolitana cittadina. I politici romani hanno scoperto che solo due linee, A e B, sono poche. Hanno deciso, pertanto, di aumentare il numero di due unità. Per cui, nel 2015, se tutto andrà bene, la Capitale, udite udite, potrà contare su ben quattro linee di metropolitana. Senza ombra di dubbio è un fatto positivo che si sia giunti a questa decisione. Ma la nostra osservazione è un’altra. Possibile che ci si sia resi conto solo oggi, dopo che le altre capitali europee hanno, da più di un secolo, linee metropolitane efficienti e in numero elevato? Londra, Parigi, Madrid e Berlino hanno circa 12 linee nel sottosuolo. Come mai Roma scopre solo adesso, dopo ben cento anni, di avere una metropolitana insufficiente? E’ stata una “dimenticanza”, una “distrazione” o una colpevole incapacità, di tipo politico e culturale, a non comprendere l’esigenza di mezzi di trasporto sotterranei, veloci ed efficienti che a Roma non sono mai esistiti? E’ mai possibile che tutto ciò che gli altri ottengono facilmente, i cittadini romani devono aspettare un secolo per avere nulla di più che la media aritmetica degli altri? C’è qualcosa in tutta questa faccenda che ha a che vedere con l’incapacità dei politici romani, di mezza tacca, che non hanno l’idoneità di fare bene il mestiere di politico locale?

giovedì 20 gennaio 2005

Elezione di due giudici costituzionali “imparziali”.

Come è noto, i giudici costituzionali sono una merce “rara e pregiata”. La rarità è dovuta al fatto che devono possedere requisiti restrittivi particolari, mentre il pregio sta nella loro qualità di imparzialità che devono avere e mostrare sempre, per compiere bene il loro delicatissimo lavoro. Dunque, si tratta di persone che devono possedere requisiti molto complessi e difficili da possedere contemporaneamente. Devono essere imparziali, equilibrati, onesti, competenti. Devono credere nei valori della Costituzione. Devono studiare e capire bene le leggi che devono giudicare e, pertanto, devono essere preparati nel loro lavoro tecnico di illustri giuristi. Si legge sui giornali che il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è contrario a che il Parlamento elegga il deputato di centrosinistra Violante a uno dei due giudici costituzionali che devono sostituire quelli venuti a scadenza. L’altro, si mormora sottovoce, per una questione di “reciprocità”, sarebbe il deputato di Forza Italia, Bruno. I due nomi sono sostenuti dai rispettivi raggruppamenti politici. E passiamo adesso alle opinioni. Senza ombra di dubbio pensiamo che i due nomi sono nomi di persone rispettabili. Persone oneste e valide nel loro lavoro di deputati. Questo non significa che siano persone che vadano bene per tutte le stagioni. Essere un buon deputato è una specializzazione che va molto bene quando questa viene spesa sul terreno del lavoro parlamentare. Diventare giudice costituzionale è un’altra cosa. Anzi. E’ esattamente l’opposto di quello che deve fare un deputato di qualunque schieramento. Essere deputato, significa essere uomo di parte, che deve sostenere “a priori” una visione parziale della realtà, espressa dalla propria parte politica. Essere un giudice costituzionale, significa il contrario. Vuol dire essere un uomo che deve capire se una legge va bene per l’intera collettività e non solo a una parte. Conclusione. I due nominativi sono da rigettare subito, seduta stante, perché inaffidabili sul piano della imparzialità. Chi ci dice che entrambi i soggetti, che hanno una visione “unipolare”, cioè che posseggono quadri di visione a una sola faccia, non plurali, ma parzialissimi, non facciano dei disastri? Chi possiede una visione manichea della politica, non può assolutamente fare il giudice della Consulta. E poi, diciamo la verità, ve lo immaginate da una parte un giudice di Forza Italia, che fa gli interessi della collettività e non del suo nume tutelare? E, specularmene, ve lo immaginate un giudice antiberlusconiano per eccellenza, schierato in prima fila come Violante, che davanti a una legge che va contro Berlusconi, la giudica incostituzionale? Ma per favore! Piuttosto, volete un consiglio? Mettete due qualunque persone di legge, che siano sconosciuti, che non amino le telecamere, che non aizzino le folle, ma che siano equilibrati, competenti il più possibile, e che stiano alla larga dai mezzi di comunicazione. Smettiamola con questa storia dei premi di fine carriera. Suvvia! Con l’On. Berlinguer, che ammazzò la scuola e diede il “la” alla vittoria del centrodestra, si arrivò all’assurdo di premiarlo a fine carriera. Ma per favore, finiamola una volta per tutte. Noi non vogliamo giudici costituzionali che siano simboli politici. Vogliamo persone che siano solo garanti della imparzialità. Cercateli fuori dai due raggruppamenti più faziosi che siano mai esistiti nel Parlamento italiano. Solo così si potranno fare gli interessi dei cittadini. Abbiamo detto dei cittadini tutti, non di un solo Signore, magnate dell’industria televisiva, o di un novello Savonarola, che vede la politica solo per realizzare i suoi desideri di andare contro al signore precedente. Capito?

mercoledì 19 gennaio 2005

Perché solo i politici hanno responsabilità? E gli alti Dirigenti, no?

In una discussione relativa alla Riforma della scuola superiore, il Presidente dell’Associazione Nazionale Insegnanti di Fisica (AIF), prof. Riccardo Govoni, in collaborazione con altre analoghe associazioni come quella degli insegnanti universitari SIF e quella degli astronomi SAIt , hanno criticato l’impianto del progetto ministeriale di riforma generale dell’intera scuola liceale, magistrale, tecnica, ecc… A un certo punto, prima di concludere, il Presidente AIF ha detto: “[...]Come vedete la nostra richiesta, supportata da argomentazioni che riteniamo valide, è stata disattesa. I quadri orari emersi (ci hanno riferito) sono il frutto di un lavoro interno alle Direzioni agli Ordinamenti che hanno un nucleo centrale basato su Ispettori di altre discipline. Ma forse non è questo il punto[…]”. Ci permettiamo di intervenire sulla querelle, perché la questione ci tocca direttamente come cittadini e anche come lavoratori.
Il Presidente afferma che forse non è questo il punto. Noi, invece, pensiamo che sia “proprio questo” il punto. In altre parole, pensiamo che la questione più importante sia legata a due aspetti delicati. Il primo riguarda il "lavoro interno alla Direzione degli Ordinamenti". Il secondo, riguarda il "nucleo centrale basato su ispettori di altre discipline". Ci spieghiamo. I docenti di fisica della scuola secondaria superiore, sono tutti insoddisfatti sia del “documento sulla licealità”, sia dell'altro, forse il più pericoloso, che è il “decreto legislativo concernenti la definizione delle norme e dei livelli essenziali di prestazione relativi al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione […]” con il quale si affossano definitivamente il ruolo e il senso dell’insegnare fisica nella scuola superiore. Per inciso, osserviamo che quando un documento ha un titolo chilometrico (e addirittura nella citazione ne è stato omessa una parte), vuol dire che nasconde qualche inghippo per celare qualcosa. Ma andiamo subito alle due questioni che ci interessano di più e che non sono separate tra di loro, ma strettamente interdipendenti. Senza un adeguato monte ore annuale e senza una attività empirica significativa, le scienze fisiche non potranno più contribuire alla crescita dei futuri giovani italiani. Questo deve essere chiaro. Non saranno i provvedimenti di "educazione creativa" così come furono quelli di "finanza creativa" dell'ex-Ministro del Tesoro, Tremonti, che cambieranno in meglio la scuola italiana. Due parole ci hanno colpito nella coppia di citazioni. La prima è “Direzioni” e la seconda è “Ispettori”. Ebbene, è giunto il momento che si parli di questa duplice categoria di operatori ad “alto livello” che, a nostro parere, hanno sicuramente responsabilità nella definizione dei contenuti dei due documenti. Noi non crediamo che il Ministro in persona si sia seduto al suo tavolo e abbia scritto di pugno i due documenti. Noi crediamo che i Direttori Generali e gli Ispettori Ministeriali siano persone che hanno contribuito a costruire l’ossatura dei due documenti e che, pertanto, hanno una loro responsabilità relativa alla definizione minimale dei contenuti di fisica presenti nel documento, sia in termini di ore, sia in termini di “senso”. Attenzione. Non vorremmo essere fraintesi. La nostra critica non è “politica” o sindacale. Noi non siamo né iscritti ad alcun partito, né siamo pericolosi sovversivi extraparlamentari. La nostra critica è una critica da operatori culturali e da cittadini e basta. Si tratta, pertanto, di un punto di vista personale, «internista», che proviene dal di dentro del sistema educativo e si ritiene di dover indicare due categorie di alto valore e peso , come quelle dei Direttori Generali e degli Ispettori Ministeriali, che hanno “potere” decisionale. I fatti sono noti. L’apprendimento scientifico degli studenti in Italia è di basso profilo e con la Riforma peggiorerà di molto. Lo sanno questo, le due categorie di esperti? E’ inutile prenderci in giro. Sia la definizione del monte ore annuale, sia la struttura generale e i quadri di visione inerenti al ruolo e al significato del “fare fisica” nella “nuova” scuola, vengono profondamente ridotti e minimizzati in termini di idee e di acquisizioni cognitive. L’apprendimento della fisica in particolare, come sottoinsieme di quello più generale della scienza, con la Riforma sta per diventare più scadente perchè non avrà più a sua disposizione lo strumento laboratorio, che ha sempre rappresentato una delle poche attività a forte connotazione formativa. Con questa Riforma l'insegnamento della fisica sarà più inadeguato, perchè la pratica eliminazione del laboratorio da una parte e la poca considerazione che questa disciplina ha nel curricolo dall’altra, ne fanno svanire il senso e il significato. Forse è arrivato il momento di dire le cose come stanno. Possibile che queste due categorie esperte non si siano rese conto che stiamo andando verso la povertà e l'irrilevanza della cultura scientifica dei nostri giovani? Ci chiediamo: che ruolo hanno avuto finora in tutti questi documenti i Direttori Generali e gli Ispettori Ministeriali nelle idee che l’Amministrazione sta perseguendo? Noi pensiamo che a questo proposito essi abbiano delle responsabilità e come “Specialisti ed Esperti” dell’Amministrazione Scolastica hanno potuto operare per influenzare schemi di decreto legislativo che rappresentano “l'estremo saluto” per l’insegnamento della fisica e della chimica. Già adesso, con questa farsa dell'esame di stato svolto da commissioni interne, la serietà delle verifiche non esiste più. Immaginate dopo.

E l’Italia rimase l’unico paese ad essere emarginato.

Toulose, Francia. Ieri, con una manifestazione spettacolare senza precedenti, il Presidente Chirac, insieme al Cancelliere tedesco Schroeder, al Primo Ministro britannico Blair e a quello spagnolo Zapatero, hanno inaugurato l'Airbus 380 frutto, della collaborazione dell’industria aeronautica europea. Tutti i più grandi paesi europei hanno collaborato alla costruzione del velivolo che inaugura una nuova classe di aerei commerciali. Tutti, tranne l’Italia di Berlusconi che non ha voluto partecipare all’iniziativa. Miopia politica o inadeguatezza alla collaborazione? Nessuno dei due. Si tratta di incapacità a comprendere il senso della costruzione politica dell’Unione Europea. E’ per questo che il Signor Berlusconi si autoesclude e rimane sempre danneggiato. Ha un bel dire che i capi di Governo europei ridono di cuore quando lui racconta le sue barzellette. Qui di divertente non c’è proprio nulla. Anzi. La situazione, di anno in anno, si fa sempre più tragica. Anche perché il suo nume tutelare, ovvero il Presidente USA George Bush, nonostante Berlusconi gli sia stato fedele in più si un’occasione, continua a nicchiare nell’aiuto economico e finanziario che Berlusconi si aspetta. E Berlusconi aspetta.

martedì 18 gennaio 2005

E’ esplosa la bomba delle primarie.

Il fatto del giorno è che il deputato di Rifondazione comunista, Niki Vendola, ha vinto le primarie in Puglia per la designazione a candidato Presidente alle prossime elezioni regionali. Emergono due interessanti considerazioni al riguardo. La prima. La vittoria del candidato comunista che dovrà rappresentare l’intero schieramento alternativo al centrodestra, comunque la si voglia giudicare, è una prova di democrazia e di maturità politica. Si può essere moderati e riformisti quanto si vuole, ma rimane il fatto che bisognerebbe essere grati all’On. Vendola perchè è stato scelto un sistema di designazione democratico. Questo è il “bello della democrazia”, ovvero il sale della libertà di espressione. Magari di queste elezioni si facesse un metodo da utilizzare sempre e costantemente. Noi ne saremmo felici. La seconda considerazione riguarda un fatto elementare che sta davanti agli occhi di tutti. Il centro sinistra più gli altri partitini di opposizione, ricordino che il sistema delle primarie l’hanno inventato gli statunitensi, ovvero quelli che vengono definiti dallo stesso Vendola e dall’intero raggruppamento di opposizione il “male del mondo”. Comprendano che le primarie sono il metodo per eccellenza inventato e scelto da sempre dagli americani. Altro che la prima volta!

lunedì 17 gennaio 2005

Si, però ....

No a modifiche della legge sulla procreazione per evitare i referendum. Lo ha detto il cardinale Camillo Ruini. E fin qui comprendiamo la preoccupazione dei Vescovi e, in un certo senso, siamo loro vicini. La ragione è perché siamo dell’idea che un vuoto legislativo o, peggio, la possibilità di una sperimentazione selvaggia possono veramente rendere pericolosa e bollente la situazione. Dunque, massima comprensione per le ragioni della Chiesa. Laddove non siamo d’accordo è quando il Cardinale Vicario del Papa invita i cattolici ad "avvalersi di tutte le possibilità previste", che non siamo d’accordo. E’ l’astensione per far mancare il quorum che non ci piace. Insomma, in parole poverissime ma efficaci, il Cardinale ci invita ad andare al mare. Diciamo la verità : non siamo d’accordo. Non è questa la via maestra da percorrere. Le scorciatoie, è vero, accorciano i percorsi ma li rendono faticosi e alla fine si arriva alla meta più stanchi che mai. Mediti la Chiesa a invitare gli italiani a marinare i seggi. Non è mai una scelta vincente.

giovedì 13 gennaio 2005

La situazione è comica, anzi no, è tragica.

A parte i radicali, tutti i partiti presenti in Parlamento, di sinistra o di destra, dicono che sono d’accordo con la decisione della Corte Costituzionale nell’avere ammesso quattro dei cinque quesiti relativi ai referendum contro la legge sulla procreazione assistita, bocciando quello più importante attinente all’intera legge. La situazione è paradossale, al limite del comico. Ci chiediamo, come sia possibile, sul piano logico, che due schieramenti, in disaccordo su tutto, siano dello stesso parere su un medesimo fatto. E’ evidente che stanno barando. Cercano di nascondere quanto sia tragica e amara la realtà politica italiana.
E adesso entriamo nel merito dei quesiti referendari. Molto brevemente, diciamo subito che la legge, così com’è attualmente, è da cambiare. Essa parte da presupposti giusti ma ottiene risultati sbagliati. A nostro parere, la legge era necessaria, ha un impianto adeguato, ma come al solito in questo “benedetto” paese i legislatori della maggioranza, per essere troppo zelanti al servizio della Chiesa Cattolica, hanno esagerato nelle misure restrittive ed hanno ottenuto l’effetto contrario. Se fossero stati più autonomi nelle decisioni e se non si fossero autocondizionati e autocensurati nella libertà propositiva della loro sfera d’azione parlamentare, a quest’ora la legge non sarebbe stata sottoposta a referendum e tutti ne avrebbero avuto vantaggi. Invece, come al solito, una classe di governo inadeguata e non all'altezza del compito alla quale è stata chiamata, retrograda, piena di avvocati azzeccagarbugli, che non pensa agli interessi del paese, incapace di essere libera, perché ossessionata a seguire il Capo in tutti gli aspetti privati e non privati che lo riguardano, ha prodotto un mare di guai. Specularmene, si possono dire le stesse cose dell’opposizione. Una opposizione brancaleonica e sbrindellata tra cattolici di “sinistra” e cattolici di “destra”, che inseguono valori cristiani poco evidenziati nella loro politica quotidiana e, dall'altro lato, marxisti più o meno camuffati che inseguono la trasgressione e l’anticlericalismo come moda, producono gli stessi danni prodotti dalla maggioranza. Purtroppo la serietà non appartiene a questa gente di destra e di sinistra. E veniamo alle nostre idee.
Dunque, la legge è sbagliata. Infatti, sulla “limitazione della ricerca relativa agli embrioni” siamo per la difesa della libertà di ricerca scientifica. Giusta o sbagliata che sia questa posizione ci caratterizza per l’idea stessa che abbiamo di scienza. Una scienza che non è libera nella ricerca e che non può fare quello che desidera, anche sbagliando, non è scienza. E’ un’altra cosa. Galileo Galilei in questo momento si starà rigirando nella tomba pensando che i parlamentari italiani della maggioranza (ma anche quelli della minoranza non scherzano), famosi in tutto il mondo per essere i più ignoranti nel campo delle scienze fisiche e matematiche, gli stanno tirando un tiro mancino peggiore di quello che gli tirò il cardinale Bellarmino. Pertanto, si è dell’idea che questo punto della legge deve essere cambiato. Sull’”obbligo del trasferimento al massimo di tre embrioni nell’utero”, mi sembra che questa sia una questione di lana caprina. Pertanto, non ci pronunciamo. Sull’”equiparazione dei diritti dell’embrione ai diritti delle persone già nate”, nonostante la situazione sia complessa e non si possono sbrigativamente dare giudizi definitivi, pensiamo che la legge vada bene così come essa è. Per l’ultimo quesito, cioè per l’”abolizione del divieto dell’eterologa”, siamo più che convinti che la legge non debba venire cambiata perché non accettiamo che siano ammessi donatori esterni alla coppia. Tutto qui. Ma non finisce qui, perché siamo sicuri che la commedia all’italiana continua. E ci sarà ancora da ridere.

mercoledì 12 gennaio 2005

"Processo giusto" e reati impuniti: una relazione di proporzionalità diretta?


E così, più dell’80% dei reati commessi in Italia, rimangono impuniti. Lo ha detto il Procuratore Generale della Cassazione nella sua relazione annuale. A questo punto una semplice domanda: perché? Ovvero, di chi la colpa? In un paese normale, con un parlamento normale, con cittadini che posseggono una morale normale, a quest’ora si griderebbe allo scandalo, se è vero che quattro criminali su cinque non vengono processati e assicurati alle patrie galere. In un paese normale, con un parlamento normale, a quest’ora, questa vergogna nazionale avrebbe procurato le dimissioni dei titolari della responsabilità dell’accaduto. Un fatto così grave avrebbe sollevato nei media dibattiti preoccupati della deriva dell’intera nazione, ovvero un’onda di sdegno collettiva e un allarme diffuso che avrebbe prodotto, come minimo, un impegno straordinario per riparare il danno. Invece, qui in Italia, in un paese che normale non è, Lor Signori, ovvero i rappresentanti politici, sono calmi, sereni e mostrano un autocontrollo fuori dell’usuale, tanto da fare invidia persino a Sherlock Holmes. Noi, invece, siamo sconcertati e arrabbiati. Siamo disturbati per questo fatto indegno. Siamo furibondi e indignati. Ci sentiamo feriti e offesi nell’orgoglio e nella dignità da un fatto che non riusciamo a giustificare. Attribuiamo la responsabilità per intero alla classe politica che ci governa, di centrosinistra e di centrodestra, perché riteniamo che entrambi gli schieramenti hanno la responsabilità, diretta o indiretta, di avere permesso negli ultimi dieci anni la devastazione del codice penale, facendolo diventare nel migliore dei casi un inutile orpello oppure, nel peggiore dei casi, un facile strumento da utilizzare per permettere ai delinquenti incalliti una facile e acquiescente risoluzione dei loro processi. Dunque, per favore, maggioranza e opposizione non facciano gli ipocriti. Perché di questo si tratta. Sull’altare della cosiddetta garanzia del “processo giusto” , avvocati, magistrati, polizia, e soprattutto politici hanno perpetrato un grave e scandaloso arbitrio, che pone sullo stesso piano etico, mascalzoni e onesti, delinquenti e brava gente. Vergogna. Certo, l’attuale maggioranza ha più di tutti responsabilità oggettive, sia perché non interviene adesso con estrema rapidità, sia perché continua a perseguire l’obiettivo di annullare la legge penale che dà certezza al diritto, spacciando per garanzia tutti gli espedienti formali e legislativi che impediscono alla giustizia di fare piazza pulita dei mascalzoni. Quale morale trarre da tutta questa faccenda al limite dello spudorato cinismo? Una sola. Abbiamo una classe politica imbelle che si interessa di tutto, tranne che degli valori dei cittadini onesti. Che pena fanno questi burattini della politica.

venerdì 7 gennaio 2005

Deriva della società italiana.

La società italiana sta andando in frantumi, ovvero in pezzi. Si sta disfacendo. Sembra franare sotto il peso e l’incalzare del tempo presente, che trasforma in modo ostile i rapporti tra il cittadino e i suoi simili e tra il cittadino e la società, secondo una deriva in cui il pessimismo, lo scoraggiamento e la sfiducia la fanno da padrone. Ormai, non esistono più riferimenti certi, non ci sono più, come una volta, coordinate universali, sistemi di valori generali che aiutavano la gente a trovare la strada giusta nella vita e nel lavoro. Neanche la religione cattolica sembra in grado di soccorrere il paese a deviare dalla linea perversa e pericolosa che in questi ultimi due decenni la società italiana ha intrapreso con dissennato proposito. La gente non accetta più i valori comuni consolidati nel tempo, che fanno di un popolo il cemento per il cammino di speranza della vita di quella società. La gente non si riconosce più negli abituali e tradizionali riferimenti morali ed etici e, giorno dopo giorno, viene meno il collante che creava le tradizioni forti e sicure della società di un tempo. Siamo in presenza di un relativismo deleterio e pernicioso, in grado di annichilire e deprimere chiunque. Ciascuno, a questo punto, ha imparato a ritagliarsi un suo sistema di “valori”, modificato nel tempo a proprio uso e piacimento, in modo strumentale, del tipo “usalo, gettalo e cambialo a tuo piacere” e ne fa largo uso. In questa prospettiva, la politica è la grande ammalata. Leggi morali che vengono sistematicamente trasgredite. Atteggiamenti etici che sembrano idee obsolete di altri tempi. Principi conformi alla tradizionale ricerca del bene che sembrano vergogne da evitare. Scelte di moderazione e di equilibrio nei rapporti sociali e politici con gli altri che sembrano una malattia nociva da tenere lontano, come la peste. Valori come la correttezza, l’onestà, la bontà, l’intransigenza verso le raccomandazioni, l’altruismo, il senso morale, la moderazione appaiono, in modo disarmante, come retaggi di tradizioni vecchie e superate da non prendere più sul serio perché passate di moda. E’ il principio della fine. Appare chiaro che se le cose sono così, è indispensabile procedere a una rigorosa risintonizzazione delle principali strutture fondanti della società italiana, onde evitare di distruggere completamente il tessuto sociale e umano dell’intera collettività. Non è più rinviabile una riforma, ancor prima etica e poi politica, che sia riappropriazione di valori trasversali a tutti i riferimenti sociali e politici della società. E’ necessaria una inversione di tendenza che deve iniziare da più fronti, i più scoperti e i più strategici dei quali sono a nostro parere la scuola, la televisione e la giustizia. Si tratta di vere e proprie emergenze che necessitano di politiche di emergenza. Se non si capisce questo, non si capiscono per niente quali sono i mali strutturali della società italiana e si è destinati alla sconfitta. Molto brevemente, si tratta di tracciare una via privilegiata per riprendere la bussola della navigazione giusta della società. Non siamo ingenui fino al punto di affermare che noi abbiamo la soluzione a tutti i mali di questa società. Certamente la situazione è complessa e di difficile spiegazione. Indubbiamente, esistono pluralità di ricette che possono essere sperimentate. Tuttavia, non è onesto criticare sempre e non proporre mai. Dunque, di seguito, viene formulato un piccolo contributo che ha come scopo la logica della rinascita. Ecco come la vediamo noi.
La scuola. Si dovrebbero obbligare le scuole a introdurre nei loro curricoli elementi fondanti di studio dell’etica e della morale. La Storia della Filosofia lo prevede, ma spesso questo studio è disatteso e, comunque, sottovalutato dai docenti e dalle scuole. Studiare un tema non significa imporre quel tema. Significa permettere di conoscere. Significa poter pensare intorno a quel tema con cognizione di causa, con competenza. In conclusione, significa poter decidere, cioè avere la capacità di prendere decisioni razionali, consapevoli. Una maniera concreta di facilitare il conseguimento di questo importante obiettivo educativo potrebbe essere far assistere i giovani a proiezioni di film in cui il tema in essere è il sistema dei valori e la loro importanza nella società italiana ed europea degli anni ’50 e ’60. I giovani non conoscono i film della cinematografia di quegli anni. Sono film che hanno prodotto in noi, giovani in quegli anni e adulti successivamente, una robusta iniezione di fiducia, di sano idealismo, di rifiuto della corruzione, della immoralità e della disonestà attraverso una presa di coscienza dei valori che spesso hanno costituito le scelte di vita dei protagonisti positivi di quei film. Gli studenti, al termine delle proiezioni, dovrebbero dibattere i temi affrontati, effettuare collegamenti con il corso di Fisolofia, e fare ricerche mirate sul campo valoriale, da pubblicare successivamente sul sito web della scuola per far rimanere traccia della qualità del lavoro svolto.
La televisione. Qui la prima cosa da fare è l’eliminazione del sistema auditel e fornire sgravi fiscali alle televisioni, siano esse di stato o private, nel caso in cui si impegnassero in prima serata a trasmettere film e dibattiti intelligenti. Insomma, dovrebbe realizzarsi una politica di penalizzazione, con disincentivi finanziari, della cosiddetta “televisione spazzatura”. Di questa televisione non ne possiamo più. Vogliamo una televisione intelligente, che miri a valorizzare la dimensione etica della vita e non la ricerca edonistica del piacere e dell’esteriorità fine a se stessa. Un esempio concreto potrebbe essere il modo in cui fa televisione la TV della Svizzera Italiana. Un eccellente esempio di buona televisione.
La giustizia. Qui il problema è diverso e molto più facile, se si vuole. Bisognerebbe ripristinare la serietà delle sentenze. Obbligare i giudici a emanare le sentenze in un tempo ragionevole e prescrittivo, onde evitare l’uso del metodo delle prescrizioni e dare certezza della pena. Se si vuole si può fare. Basterebbe un po’ di buona volontà. Ma c’è? Ci sarà mai? Dubito.

lunedì 3 gennaio 2005

Siamo alle solite.

Ridere o piangere? Nessuno dei due. Semplicemente rafforzare il convincimento che “il lupo non perde mai il vizio”. Ci riferiamo alla polemica tra i sostenitori dell’idea di scrivere sui giornali (della sinistra naturalmente) la parola Dio, con la lettera minuscola o maiuscola. Tutto parte da una domanda, provocatoria nel migliore dei casi, stupida nella peggiore. Con la marea di problemi che ci ritroviamo in questo periodo, vai a vedere in cosa si decide di perdere tempo: con l’anticlericalismo dilagante, come e più del maremoto avvenuto in questi giorni nel sud-est asiatico. Dunque, i fatti. E’ o non è un errore ortografico scrivere Dio con la maiuscola o con la minuscola? Da una parte, alcuni politici di sinistra, moltissimi in verità, soprattutto i più anticlericali e scatenati, che affermano per intero tutto il loro carico di ateismo nell’asserzione che tutto dipende dal “contesto” politico. Dall’altra, tutti coloro che vivono la loro laicità o, specularmene, la loro religiosità in modo equilibrato, che in ogni caso il sostantivo deve essere scritto sempre con la maiuscola. Ma tutti hanno capito che il problema non è né grammaticale, nè ortografico. Anche i sassi si sono resi conto che è l’ennesima perla di pesante carico trasgressivo e provocatorio che alcuni esponenti della sinistra (che più sinistra di così non si può) tirano fuori per poter continuare a trovare ragioni per polemizzare sterilmente. Offendere, offendere, offendere. Potrebbe essere questo il motto degli atei stupidi (perché, sicuramente, in giro ci sono anche atei intelligenti che scrivono il nome Dio con la maiuscola senza avere il problema dell’insonnia), fortemente ideologizzati, campioni della “libertà di espressione”, che operano con furberia tipicamente italica nel panorama del giornalismo nostrano. Ecco alcune perle che meritano di soddisfare un po’ la curiosità di tutti. “Solo se a Dio viene data la qualifica di creatore del cielo e della terra è giusto usare la maiuscola”. Oppure, in modo meno ipocrita, “è un modo di affermare la mia non credenza e il segno di una polemica politica: voglio rendere pubblica la mia laicità. Comunque la cosa migliore sarebbe non nominarlo”. Alla faccia della obiettività. Ma continuiamo. “Dipende anche dal contesto. Ad esempio se dovessi parlare della tragedia del sud-est asiatico, dio sarebbe minuscolo”. Capperi. Finalmente qualcuno è riuscito a sapere chi è stato l’autore del massacro prodotto dal maremoto. Perbacco. Probabilmente è più bravo del tenente Colombo nello scovare l’autore del reato! Un altro ancora si cimenta in una dichiarazione che a nostro giudizio è una perla assoluta. Dice: ”su temi così delicati, deve essere lasciata la massima libertà”. Dunque, la maiuscola o la minuscola, per questo Signore, devono essere lasciati alla libertà di pensiero del singolo. Ci sembra una dichiarazione da insediamento di un Direttore di Grande Giornale della Sinistra per ottenere il gradimento della Redazione (di Sinistra) che altro. “Ovviamente, faccio eccezione per i nomi propri”, continua (e ci mancherebbe altro!) “e anche per termini come Resistenza o Risorgimento, che indicano nomi storici. Scrivere dio in minuscolo è una professione di pluralismo, perché esistono tanti «dio»”. Capito? E noi che pensavo che la parola Dio fosse il nome più importante per i credenti della religione cristiana, che insieme ad Allah, per motivi ortografici e di rispetto dovevano essere sempre scritti in maiuscolo! Che ignoranti che siamo.

domenica 2 gennaio 2005


Tristezza e disgusto.

Nei paesi del sud-est asiatico, che hanno vissuto e stanno vivendo una delle più immani tragedie che l’umanità ricordi, anche se si fa fatica a crederlo, la vita di divertimento e di lussuria è ripresa come prima, forse più di prima. Alcuni giornali raccontano che dalla notte di capodanno sono ricominciate a pieno ritmo le notti di sollazzo e di piacere nei localini di incontro con la popolazione del luogo. Le compagnie aeree internazionali hanno cominciato a scaricare negli aeroporti nuove frotte di turisti attempati e goderecci che non vedono l’ora di entrare nei locali notturni dei villaggi turistici dove c’è stata la tragedia, per trascorrere notti di lussuria all’insegna dei piaceri proibiti con le ragazze adolescenti indigene. Cosa dire di tutto questo? Che ci disgusta e ci ripugna. Si tratta di uno schiaffo scandaloso alla dignità umana e ai valori più profondi della vita e del decoro umano. Non abbiamo parole per rendere nota tutta la nostra indignazione per il grado di degenerazione che questi “turisti” occidentali, in questa disgraziata e tristissima occasione di lutto e di tragedia internazionale, stanno mostrando. Che indecenza!

sabato 1 gennaio 2005


[1]L’aggressione al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Brutto segnale quando il capo di un qualsiasi governo viene aggredito. Vuol dire che l’intolleranza ha raggiunto valori inaccettabili. Si tratta di un segnale grave, molto grave soprattutto per l’opposizione. Il fatto deplorevole non è solo che il Presidente del Consiglio sia stato aggredito. Il fatto preoccupante riguarda il risultato di questa campagna di delegittimazione reciproca dell’avversario. Questo montare sistematico di odio, di ostilità e di accanimento contro l’avversario Berlusconi è francamente inaccettabile. Equivale a una dichiarazione di incapacità politica dell’opposizione di centrosinistra. Significa che non ci sono proposte politiche adeguate, che c’è una modalità di partecipazione inadeguata, sbagliata e di basso conio. Dialettica e confronto sono il sale della democrazia, mentre rifiuto e mancanza di dialogo sono i difetti delle società senza futuro.
E’ amaro constatare come il livello di civiltà politica in Italia sia caduto così in basso. E non è colpa solo del centrodestra che macina leggi personali e di parte. Lo stesso, per esempio, in modo speculare sta facendo in questi mesi in Spagna il governo del socialista Zapatero. Chi vince una elezione ha il diritto di governare. Ma qui le cose stanno degenerando, perché chi vince fa quello che vuole e più gli piace, infischiandosene del fatto che un po’ meno della metà dei cittadini di quel paese la pensa diversamente. Soprattutto in Italia, dove l’opposizione non è in grado di avanzare una proposta alternativa credibile e verosimile. Vuol dire che siamo in piena crisi istituzionale che delegittima le forze politiche sia di maggioranza, sia di opposizione. E quando le cose raggiungono questi livelli vuol dire che corrono cattivi tempi. Prepariamoci al peggio.
Zeno


[2]Blog sull'aggressore: botta e risposta.

Ho letto il tuo blog sull'aggressione a Berlusconi e francamente mi sono irritata alla massima potenza. Tu dici che quest'aggressione "equivale a una dichiarazione di incapacità politica dell’opposizione di centrosinistra. Significa che non ci sono proposte politiche adeguate..." Ma che centra 'sto discorso? Mica l'hanno aggredito Fassino o Veltroni il tuo amico Berlusconi. Su milioni di italiani, un solo italiano lancia un cavalletto in testa al Premier e la colpa è di tutto il centro sinistra. Ma dai, sù, rimetti a fuoco le tue vedute. Allora perchè, a rigor di logica, non ti sei indignato anni fa contro tutto il centro destra quando a quel poveretto che contestava il Biscione gli hanno infilato la scopa nel didietro?
Poi continui con un'altra dichiarazione ulteriormente irritante perchè suona molto come la scoperta dell'acqua calda: "Dialettica e confronto sono il sale della democrazia, mentre rifiuto e mancanza di dialogo sono i difetti delle società senza futuro." Se non ricordo male, durante i primi anni di governo dell'Ulivo, D'Alema ha speso (o meglio, ha sprecato, a parer mio) due preziosissimi anni con la famosa bicamerale, dove tentava di instaurare un rapporto basato proprio sulla dialettica e sul confronto con i suoi avversari politici. Cosa ha fatto invece il tuo amico Berlusconi a proposito di democrazia? Giusto l'altro ieri si è presentato in una conferenza stampa dichiarando che abolirà la "par condicio" tentando di convincerci che tale decisione scaturisce dal suo innato bisogno di riportare la "democazia" in Italia. Oltre al danno, anche la beffa! “Lo stesso, per esempio, in modo speculare sta facendo in questi mesi in Spagna il governo del socialista Zapatero. Chi vince una elezione ha il diritto di governare. Ma qui le cose stanno degenerando, perché chi vince fa quello che vuole e più gli piace, infischiandosene del fatto che un po’ meno della metà dei cittadini di quel paese la pensa diversamente. ”Fammi capire: sei d'accordo o no sul fatto che chi vince ha il diritto di governare? Oppure se lo fa Zapatero la cosa ti irrita, mentre se lo fa il tuo amico Premier è giusto, anzi doveroso stravolgere addirittura la Costituzione, delegittimare la Magistratura, zittire l'opposizione come sta di fatto avvenendo. L'opposizione in Italia dov'è? Ai telegiornali compaiono solo Berlusconi, Fini, Calderoli, Berlusconi, Bondi, Casini, perfino lo spettro di Bossi,e poi ancora Berlusconi e sempre e solo Berlusconi. Possibile che non ti sei accorto che dai teleschermi Fassino, D'Alema, Castagnetti, Rutelli sono quasi del tutto scomparsi? Metà degli italiani non ha più voce e tu ti indigni perchè un tipo un po' irrascibile gli tira un cavalletto in testa? Ma suvvia! “In Italia, dove l’opposizione non è in grado di avanzare una proposta alternativa credibile e verosimile”. Ma è mai possibile che tu veda le cose sempre così a senso unico? Prova a ricordare qualche "proposta credibile" del centro destra in questi quattro lunghissimi anni. Quali strabilianti iniziative, oltre a quelle prese per risolvere problemi ad personam, hanno caratterizzato questo governo? Hanno governato con arroganza, volgarità, aggressività, insultando chiunque li contraddiceva, sputando veleno su tutti, anche sui vescovi, sulla Chiesa, sul Papa (parole di Bossi and Co.). Ma davvero non ti ricordi più nulla? Loro insultavano e poi facevano le vittime dicendo che l'opposizione spargeva l'odio. Ma per favore! Bè è tutto.
Aleka

[3]Ancora sul blog sull'aggressore.

Premesso che stiamo parlando non solo di un fatto di cronaca ma anche di un fatto politico, cercherò brevemente di approfondire il nesso che intercorre tra azione violenta di un poveretto, incapace di controllarsi, e valenza politica che l’azione produce. Altra premessa necessaria è che stiamo parlando di un’aggressione fisica, non verbale, che avrebbe potuto produrre conseguenze molto più gravi di quelle che in realtà si sono verificate, mica stiamo parlando di lanci di meringhe o di profitterol alla panna! Il problema è se esiste o meno, nel nostro caso, un nesso tra l’azione umana avvenuta sotto l’impulso di un fatto che ha valenza ideologica e il condizionamento politico che l’essere umano, sempre non in grado di controllarsi, subisce a causa di una campagna di demonizzazione contro il politico Berlusconi. Ebbene, io penso che questo nesso esiste, ed è grave. Io sono del parere che da tre anni, la sinistra (o il centrosinistra più l’estrema sinistra) non ha fatto altro che demonizzare l’avversario. Praticamente tutto il lavoro di opposizione dell’intera legislatura si è consumato in uno scontro, quasi sempre violento sul piano verbale, con toni ultimativi di deriva della società italiana, che ha confermato, sempre a mio parere, il vuoto di proposta politica dell’opposizione. In pratica, sotto l’impulso di una pessima strategia politica, dovuta peraltro alla mancanza di una guida autorevole a pieno tempo (ricordiamo che Prodi è stato praticamente assente per tutto il mandato di Presidente della Commissione Europea) e di una eterogenea visione dei problemi politici italiani, l’opposizione ha letteralmente “perduto la testa”. Perché, purtroppo, di questo si tratta. I Fassino, i Rutelli, i Pecoraro Scanio, i Diliberto, i Cento, i Bertinotti, il gruppo Action che ha buttato il letame davanti alla casa di Berlusconi, per non parlare di quell’arcipelago multiforme e colorato della violenza no-global, non hanno fatto altro che criminalizzare la maggioranza dicendo che “con questa maggioranza non era possibile il dialogo”. Lasciamo perdere se ciò risponde a verità. Il problema non è questo, ma è l’interesse nazionale che avrebbe dovuto imporre all’opposizione di fare l’opposizione intelligente, che non significa fare terra bruciata su tutto, ma di trovare quelle poche possibilità di dialogo in Parlamento per migliorare le leggi. Sarà poi il tribunale del voto alla prossime elezioni nazionali che avrebbe decretato se si è lavorato bene o no. Sono, pertanto, dell’avviso che quel poveretto, quando ha dichiarato che ha commesso quel gesto perché odiava Berlusconi, in quel momento ha praticamente confermato la mia ipotesi. E cioè, che è stato uno di quei deboli esaltati che si è fatto condizionare dalla campagna di delegittimazione agli occhi della pubblica opinione della “incapacità” della maggioranza a portare avanti le riforme. Come se la incapacità di una maggioranza si può decidere a tavolino. Ora, nel mentre non esiste in politica un tribunale che possa affermare se una maggioranza ha o meno fatto le cose giuste, l’unico senso da dare alla strategia dell’opposizione, cioè del tanto peggio, tanto meglio, è proprio quello di produrre nei suoi seguaci la sensazione dell’impotenza. Da qui il passo personale degli ossessionati è breve: va direttamente al "conseguente" passaggio a vie di fatto, più sbrigative e concrete, che non a una battaglia politica di opinioni. Tutto qua. Posso sbagliarmi in qualche dettaglio, ma questo penso e questo ho tentato di fare emergere. Sul fatto poi che anche il centrodestra non abbia accettato il confronto in bicamerale con il centrosinistra, vale anche per lei lo stesso ragionamento di prima. C’è un piccolo particolare però che viene trascurato. Che il centrodestra ha, subito dopo, stravinto le elezioni, ha acquisito una maggioranza cosiddetta bulgara che l’Italia non aveva mai visto nei cinquant’anni di Repubblica. Avrà un pur piccolo significato questo fatto, no? Quindi, io non parlerei di “oltre al danno, anche la beffa”, ma di conseguenze stolte della gestione dei governi di centrosinistra successivi a quello di Prodi. E lì, che è necessario andare per comprendere le ragioni della sconfitta dell’attuale opposizione nelle ultime elezioni. E lì che il centrosinistra , con una politica sbagliata e presuntuosa, ha creato le ragioni della sua clamorosa sconfitta. Ed è da lì che deve ripartire, se vuole battere l’avversario. Ma lo vuole veramente battere? Dalla sua strategia si direbbe di no. Berlusconi non si batte certamente con la violenza fisica. Peraltro con uno strumento, il cavalletto di una macchina fotografica, che a lui, il reuccio dell’immagine, ha fruttato il potere. Altro che cavalletti!
Zeno

[4]Non chiedo risposte. Mi accontento che tu rifletta.

Tu scrivi: ”Il problema è se esiste o meno, nel nostro caso, un nesso tra l'azione umana avvenuta sotto l'impulso di un fatto che ha valenza ideologica e il condizionamento politico che l'essere umano, sempre non in grado di controllarsi, subisce a causa di una campagna di demonizzazione contro il
politico Berlusconi. Ebbene, io penso che questo nesso esiste, ed è grave. Io sono del parere che da tre anni, la sinistra (o il centrosinistra più l'estrema sinistra) non ha fatto altro che demonizzare l'avversario. Praticamente tutto il lavoro di opposizione dell'intera legislatura si è consumato in uno scontro, quasi sempre violento sul piano verbale...”
Quello che hai scritto rappresenta quello che percepisci tu, dal tuo punto di vista, cioè dal punto di vista di uno che è tendenzialmente portato a preferire la destra alla sinistra. Ecco, parliamo un attimo della PERCEZIONE. Avevo letto da qualche parte la differenza che c'è tra la realtà e la percezione della realtà. Esempio: una donna innamorata di un uomo percepisce una sua occhiata come una dichiarazione d'amore. Al contrario, una donna che prova antipatia per un uomo percepisce la stessa occhiata come una seccatura. Tu percepisci ogni manifestazione, ogni dichiarazione, ogni atteggiamento della sinistra come un'aggressione violenta. Ma guarda caso ti sei completamente dimenticato di quello che avveniva sui media durante il governo dell'Ulivo da parte del centro destra. Ti ricordi gli insulti al povero ministro Bianco quando ai seggi si erano formate le file? E quando Tremonti, a una domanda di una giornalista di sinistra, ha risposto :"Lei non mi rompa i coglioni "? E quanti altri episodi di aggressioni verbali ha subito Prodi, a partire dal nomignolo "mortadella". Anche loro demonizzavano alla grande tutto ciò che faceva l'Ulivo, non ne lasciavano cadere una, e tu con loro.
I disobbedienti hanno lanciato letame davanti alla casa di Berlusconi? Bossi ha invitato una signora a pulirsi il sedere con la bandiera italiana (ma tu il voto al centro destra gliel' hai dato ugualmente, non ti sei scandalizzato, perchè?). Quanti altri episodi, anche peggio di questi, sono accaduti in questi 4 anni di governo del centro destra. I no global di Agnoletto stavano dormendo quando i poliziotti hanno fatto irruzione e li hanno massacrati di botte (sui muri c'erano schizzi di sangue dappertutto). In questura ad alcuni hanno infilato la testa nella tazza del water, come nelle migliori dittature sudamericane. Cavolo, spiegami perchè non ti sei indignato? Tu percepisci la mancanza di una forte leadership nella sinistra come debolezza. Berlusconi nella sua coalizione comanda come un padrone e ricuce le evidenti incompresnsione fra i suoi con promozioni e posti prestigiosi, concedendo un po' di federalismo qua e un po' di statalismo là. E questo me lo chiami governare un Paese? Quando in Parlamento non gli obbediscono, fa decreti legge a tutto spiano. Ma se le stesse cose le avesse fatte Prodi, apriti cielo! Una forte leadership spesso significa dittatura. E noi verso la dittatura stiamo scivolando dolcemente,inconsapevolmente, col sorriso sulle labbra.
Un'ultima cosa : il centro sinistra ha perso le elezioni perchè Berlusconi ha imbrogliato gli italiani con false promesse, comparendo su tutti i canali TV dai quali poteva parlare indisturbato per ore e ore, senza essere contraddetto, senza essere mai interrotto. I suoi avversari, invece, dovevano confrontarsi in trasmissioni dove c'erano "guastatori" in missione per impedire all'interlocutore di parlare. E tutto finiva sempre in un gran casino. Intanto lui da Vespa o da Costanzo, senza
contradittorio, firmava il "contratto con gli italiani", ipnotizzava con i suoi schemi, imboniva con le sue promesse, garantiva, si impegnava. E ti sei dimenticato dei milioni di "libri" autobiografici che ha spedito nelle case degli italiani? E delle gigantografie col presidente operaio? Chi poteva competere con una pressione pubblicitaria così potente e capillare?
Dai Zeno, ammetti che Berlusconi ha rotto tutti gli schemi perchè è miliardario e può concedersi tutto, anche di fregarsene delle regole e dei principi che in questi cinquant'anni di democrazia tutti avevano sempre rispettato. Lui è sleale, cambia le regole del gioco mentre si sta giocando.
Aleka

[5]Il caso “cavalletto” si è concluso.

Una lettera di scuse e una telefonata di perdono hanno concluso il casus belli tra il giovane scalmanato di sinistra e il Presidente del Consiglio di destra. Fa piacere che chi ha sbagliato abbia chiesto perdono. E nello stesso modo fa piacere che chi ha subito il torto, abbia perdonato. Due gesti di civiltà e di intelligenza. Ma che fatica controllare i nervi! Tanto rumore per nulla? Non credo. Ma chiudiamola qui.
Zeno

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