giovedì 20 gennaio 2005

Elezione di due giudici costituzionali “imparziali”.

Come è noto, i giudici costituzionali sono una merce “rara e pregiata”. La rarità è dovuta al fatto che devono possedere requisiti restrittivi particolari, mentre il pregio sta nella loro qualità di imparzialità che devono avere e mostrare sempre, per compiere bene il loro delicatissimo lavoro. Dunque, si tratta di persone che devono possedere requisiti molto complessi e difficili da possedere contemporaneamente. Devono essere imparziali, equilibrati, onesti, competenti. Devono credere nei valori della Costituzione. Devono studiare e capire bene le leggi che devono giudicare e, pertanto, devono essere preparati nel loro lavoro tecnico di illustri giuristi. Si legge sui giornali che il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è contrario a che il Parlamento elegga il deputato di centrosinistra Violante a uno dei due giudici costituzionali che devono sostituire quelli venuti a scadenza. L’altro, si mormora sottovoce, per una questione di “reciprocità”, sarebbe il deputato di Forza Italia, Bruno. I due nomi sono sostenuti dai rispettivi raggruppamenti politici. E passiamo adesso alle opinioni. Senza ombra di dubbio pensiamo che i due nomi sono nomi di persone rispettabili. Persone oneste e valide nel loro lavoro di deputati. Questo non significa che siano persone che vadano bene per tutte le stagioni. Essere un buon deputato è una specializzazione che va molto bene quando questa viene spesa sul terreno del lavoro parlamentare. Diventare giudice costituzionale è un’altra cosa. Anzi. E’ esattamente l’opposto di quello che deve fare un deputato di qualunque schieramento. Essere deputato, significa essere uomo di parte, che deve sostenere “a priori” una visione parziale della realtà, espressa dalla propria parte politica. Essere un giudice costituzionale, significa il contrario. Vuol dire essere un uomo che deve capire se una legge va bene per l’intera collettività e non solo a una parte. Conclusione. I due nominativi sono da rigettare subito, seduta stante, perché inaffidabili sul piano della imparzialità. Chi ci dice che entrambi i soggetti, che hanno una visione “unipolare”, cioè che posseggono quadri di visione a una sola faccia, non plurali, ma parzialissimi, non facciano dei disastri? Chi possiede una visione manichea della politica, non può assolutamente fare il giudice della Consulta. E poi, diciamo la verità, ve lo immaginate da una parte un giudice di Forza Italia, che fa gli interessi della collettività e non del suo nume tutelare? E, specularmene, ve lo immaginate un giudice antiberlusconiano per eccellenza, schierato in prima fila come Violante, che davanti a una legge che va contro Berlusconi, la giudica incostituzionale? Ma per favore! Piuttosto, volete un consiglio? Mettete due qualunque persone di legge, che siano sconosciuti, che non amino le telecamere, che non aizzino le folle, ma che siano equilibrati, competenti il più possibile, e che stiano alla larga dai mezzi di comunicazione. Smettiamola con questa storia dei premi di fine carriera. Suvvia! Con l’On. Berlinguer, che ammazzò la scuola e diede il “la” alla vittoria del centrodestra, si arrivò all’assurdo di premiarlo a fine carriera. Ma per favore, finiamola una volta per tutte. Noi non vogliamo giudici costituzionali che siano simboli politici. Vogliamo persone che siano solo garanti della imparzialità. Cercateli fuori dai due raggruppamenti più faziosi che siano mai esistiti nel Parlamento italiano. Solo così si potranno fare gli interessi dei cittadini. Abbiamo detto dei cittadini tutti, non di un solo Signore, magnate dell’industria televisiva, o di un novello Savonarola, che vede la politica solo per realizzare i suoi desideri di andare contro al signore precedente. Capito?

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