sabato 29 gennaio 2005

Perle giuridiche e responsabilità politiche.

Ecco due recentissime perle della Magistratura italiana. Si tratta di due provvedimenti ad “alto rischio” istituzionale e sociale che i giudici si ostinano a prendere, e che lasciano abbondantemente a desiderare. Noi non apparteniamo certo al gruppetto di “avvocaticchi” di centro-destra che incolpano la Magistratura per quello che fa. Noi non apparteniamo né a quell’area, né a quella antagonista bertinottiana del letame di Nunzio D'Erme. Noi ci sentiamo vicini all’altra, che non incolpa la Magistratura per quello che fa, ma per quello che potrebbe fare e che non fa, perché tutta presa a realizzare “progetti politici”. Noi siamo contro qualunque sciopero della Magistratura. Ma se i magistrati sentono il dovere di scioperare, perché non fanno uno sciopero contro il Governo e il suo Ministro della Giustizia per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo vergognoso scandalo che riguarda l’inefficacia del codice penale? L'attuale codice penale, permette agli assassini di sfruttare, tra le pieghe delle norme, le contraddizioni presenti nel sistema normativo, in modo tale da imporre al giudice di assolvere i mascalzoni per cavilli formali. Questa è la situazione insostenibile. Possibile che questa richiesta, che si leva da tanti settori della “pubblica opinione”, faccia tanta paura? Ecco, comunque, le ultime due “sorprese”.
-“Assalto all’edificio della Esso da parte di aderenti no-global”. Il fatto. Erano saliti sul tetto di uno dei tre edifici della Esso di Roma e avevano esposto degli striscioni antiamericani. Il giudice li ha assolti perché la querela dell'azienda statunitense non era regolare. L’accusa era di manifestazione in luogo pubblico non autorizzata e il giudice non l’ha considerata valida perché la sede della Esso deve essere considerata proprietà privata. Capito? E poi dicono perché in Italia le industrie straniere non vogliono venire per produrre posti di lavoro. Sfido io, con simili sentenze chiunque scapperebbe. O no?
-“Nel 1973 fu data alle fiamme la casa del segretario della sezione del Msi. Morirono i suoi due figli”. Il fatto. Tre militanti di estrema sinistra, ex di Potere Operaio, latitanti, possono tornare in Italia perché le condanne sono estinte per prescrizione. Motivo: “per mancata esecuzione delle condanne”. Capito? Prendete nota. Si uccidono due ragazzi, bruciandoli nella loro casa, si scappa in un paese “amico” (il Brasile dovrebbe giustificare il perché non ha mai dato l’estradizione), si fa la bella vita per il doppio degli anni della pena più alta, che in questo caso è stata di 8 anni, e … oplà, il gioco è fatto. Si può ritornare vispi e contenti. La giustizia, in collaborazione con il potere politico che legifera mediante leggi che permettono questo scandalo, si ritrova costretta a premiare gli assassini. Te capì?

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