lunedì 3 gennaio 2005

Siamo alle solite.

Ridere o piangere? Nessuno dei due. Semplicemente rafforzare il convincimento che “il lupo non perde mai il vizio”. Ci riferiamo alla polemica tra i sostenitori dell’idea di scrivere sui giornali (della sinistra naturalmente) la parola Dio, con la lettera minuscola o maiuscola. Tutto parte da una domanda, provocatoria nel migliore dei casi, stupida nella peggiore. Con la marea di problemi che ci ritroviamo in questo periodo, vai a vedere in cosa si decide di perdere tempo: con l’anticlericalismo dilagante, come e più del maremoto avvenuto in questi giorni nel sud-est asiatico. Dunque, i fatti. E’ o non è un errore ortografico scrivere Dio con la maiuscola o con la minuscola? Da una parte, alcuni politici di sinistra, moltissimi in verità, soprattutto i più anticlericali e scatenati, che affermano per intero tutto il loro carico di ateismo nell’asserzione che tutto dipende dal “contesto” politico. Dall’altra, tutti coloro che vivono la loro laicità o, specularmene, la loro religiosità in modo equilibrato, che in ogni caso il sostantivo deve essere scritto sempre con la maiuscola. Ma tutti hanno capito che il problema non è né grammaticale, nè ortografico. Anche i sassi si sono resi conto che è l’ennesima perla di pesante carico trasgressivo e provocatorio che alcuni esponenti della sinistra (che più sinistra di così non si può) tirano fuori per poter continuare a trovare ragioni per polemizzare sterilmente. Offendere, offendere, offendere. Potrebbe essere questo il motto degli atei stupidi (perché, sicuramente, in giro ci sono anche atei intelligenti che scrivono il nome Dio con la maiuscola senza avere il problema dell’insonnia), fortemente ideologizzati, campioni della “libertà di espressione”, che operano con furberia tipicamente italica nel panorama del giornalismo nostrano. Ecco alcune perle che meritano di soddisfare un po’ la curiosità di tutti. “Solo se a Dio viene data la qualifica di creatore del cielo e della terra è giusto usare la maiuscola”. Oppure, in modo meno ipocrita, “è un modo di affermare la mia non credenza e il segno di una polemica politica: voglio rendere pubblica la mia laicità. Comunque la cosa migliore sarebbe non nominarlo”. Alla faccia della obiettività. Ma continuiamo. “Dipende anche dal contesto. Ad esempio se dovessi parlare della tragedia del sud-est asiatico, dio sarebbe minuscolo”. Capperi. Finalmente qualcuno è riuscito a sapere chi è stato l’autore del massacro prodotto dal maremoto. Perbacco. Probabilmente è più bravo del tenente Colombo nello scovare l’autore del reato! Un altro ancora si cimenta in una dichiarazione che a nostro giudizio è una perla assoluta. Dice: ”su temi così delicati, deve essere lasciata la massima libertà”. Dunque, la maiuscola o la minuscola, per questo Signore, devono essere lasciati alla libertà di pensiero del singolo. Ci sembra una dichiarazione da insediamento di un Direttore di Grande Giornale della Sinistra per ottenere il gradimento della Redazione (di Sinistra) che altro. “Ovviamente, faccio eccezione per i nomi propri”, continua (e ci mancherebbe altro!) “e anche per termini come Resistenza o Risorgimento, che indicano nomi storici. Scrivere dio in minuscolo è una professione di pluralismo, perché esistono tanti «dio»”. Capito? E noi che pensavo che la parola Dio fosse il nome più importante per i credenti della religione cristiana, che insieme ad Allah, per motivi ortografici e di rispetto dovevano essere sempre scritti in maiuscolo! Che ignoranti che siamo.

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