domenica 23 gennaio 2005

Criminalità e collusione nel Sud.

Centinaia di persone hanno inveito contro la polizia che aveva arrestato un boss della camorra. E’ accaduto a Napoli, ieri sera. L’altro giorno, molte persone in Sicilia, si sono dichiarate apertamente favorevoli alla delinquenza, difendendo gli uomini della mafia e affermando che il parroco assassinato dai mafiosi se l’è cercata, perché “non ci si mette contro la mafia”. Combattimenti clandestini tra cani sono stati organizzati da criminali calabresi della ‘ndrangheta. Ecco come stanno le cose nel Sud. Sicilia, Calabria e Campania detengono il record del mondo per la quantità e qualità delle organizzazioni criminali che riescono a sopravvivere esercitando un potere in grado di stozzare l’economia e la finanza. Cosa dire di questa infame vergogna? Ci si aspetta, almeno in questi casi, che i politici prendano provvedimenti energici per sconfiggere la delinquenza. Sarebbe il minimo che dovrebbero fare. E invece cosa succede? Accade che il Governo Berlusconi sta per approvare in Parlamento una legge con la quale si bloccano i processi che non riescono a concludersi entro sei anni. E si sa che in Italia la durata media di un processo è di nove anni. E mentre il Presidente del Consiglio se ne infischia di questa questione, i criminali spolpano la società. Vi sembra normale?

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