sabato 30 novembre 2013

Magdi Cristiano Allam e la sua conversione al berlusconismo d’élite.


C'è un signore che entra quotidianamente a gamba tesa nella politica italiana senza che nessuno gli risponda "per le rime". La sua specialità è diventata da un po' di tempo l'antieuropeismo alla nostra UE. E fin qui nulla di male. Il fatto grave è che parla in sintonia con lo schieramento berlusconiano, argomentando le sue idee con considerazioni piene di livore antieuropeista. Si scopre altresì che questo signore è un parlamentare europeo eletto nello schieramento del Partito popolare che ha fatto il "salto della quaglia" passando allo schieramento opposto dell'euroscetticismo. No. A questo punto, noi non ci stiamo. E' bene quindi che qualcuno gli ricordi che non si può impunemente prendere in giro elettori e opinione pubblica facendo il finto tonto. All’inizio fu una sorpresa. Egiziano di nascita e di cultura frequentò l’unica istituzione occidentale in grado di capovolgergli la vita vissuta fino allora in un paese musulmano: diventare un cristiano. E c’è riuscito. Con una determinazione che non ha pari, Allam Magdi è un uomo di una intelligenza acuta e spregiudicata che ha imparato benissimo la lingua italiana. Dove? Al collegio cattolico delle suore comboniane del Cairo. La sua intelligenza corre di pari passo con la sua sete di potere. Riesce come pochi a padroneggiare la lingua di Dante e di Manzoni. Ma è anche un estremista, intellettuale ma estremista. Lui che critica l’Islam per il fanatismo di molti suoi adepti alla fine li copia in perfetto stile fondamentalista. Sposa civilmente una italiana e diventa italiano. La strada a quel punto è spianata per raggiungere successo e potere. Lui lo sa e ne gusta lentamente il piacere. Inizia un percorso di conoscenza del mondo giornalistico italiano e impara ancora e sempre meglio. Strutture sintattiche assolutamente perfette, scelta appropriata di sinonimi, tecnicismi linguistici sorprendenti, il “Cristiano” Allam è chiamato spesso nei dibattiti giornalistici. All’inizio dice di essere interessato solo alla sua cattolicità e alla conseguente spiritualità che ne deriva. Tutte balle. E’ un trucco. Si dà da fare e riesce ad ottenere - in un solo colpo - battesimo, cresima ed eucaristia nientepopodimenoche da Papa Ratzinger in persona in S. Pietro e penetra la corazza del mondo cattolico in modo ormai inarrestabile. La sua intransigenza e il suo integralismo vanno alle stelle. Lui, sempre più pieno di sé diventa un autentico massimalista della cristianità "ortodossa", mascherando questa sua peculiarità dietro una pseudo spiritualità cattolica mascherata da modi e intenti cardinalizi. Ma capisce che sta perdendo tempo. Deve passare a tutti i costi un "Rubicone". Molla il cattolicesimo, critica i due ultimi Papi per la loro “mollezza” anti-islamica e fa il gran salto nel berlusconismo più duro ed estremista gradito ai direttori dei giornali filoberlusconiani. Adesso è incoronato giornalista ufficiale di riferimento de “Il Giornale”, di proprietà del fratello di Berlusconi. Il secondo ciclo del suo progetto è concluso e realizzato nel migliore dei modi, con l’aggiunta di una chicca che si manifesta in una simpatia verso posizioni di nazionalismo neofascista del nuovo centrodestra. Adesso ha di fronte l’ultimo ostacolo: quello di diventare il referente teorico del nuovo integralismo berlusconiano. La strada la trova con un atout assolutamente vincente. Inizia una battaglia antieuro e anti Unione Europea con armi inedite all’insegna di un’idea di fondo che riesce a coniugare politica, economia e finanza del pensiero berlusconiano. La sua concezione filo-berlusconiana della politica non disdegna le armi improprie della psicologia come strumento di consenso di massa dei cattolici integralisti. I suoi articoli sono un capolavoro di efficacia nell’accalappiare il “cittadino quadratico medio” del centrodestra, perché quando parla con la sua boccuccia di rosa e quando scrive con il suo calamo appuntito, muove le passioni come pochi, canalizzandole in odio viscerale antisinistra e antisistema che tanto successo hanno nel popolo delle “partite iva”. Farà ulteriore strada. Il suo obiettivo attuale è promuovere subito una rete di tutti coloro che condividono la missione di “salvare gli italiani” e far rinascere l'Italia “libera, sovrana e federalista”. Dice di essere, glissando sul fatto che il suo federalismo è funzionale alla rissa antisistema, al servizio della causa berlusconiana. Noi lo consideriamo un intollerante, perché mette a disposizione del Principe la sua bravura, infischiandosene delle tradizioni moderate della cultura e della politica italiana che non hanno nulla a che vedere con il suo integralismo. Adesso si è agganciato al carro dei giornalisti del Il Giornale che lavorano al servizio del Sultano di Arcore e fa campagna politico-giornalistica contro quella che definisce “la dittatura eurocratica”. Per lui Berlusconi è un “Principe”, senza macchia e senza inganni. Poveretto, avrà la penna facile ma gli occhi sono quelli di un cieco. Lui dimentica che l’Italia è Europa, che la Penisola si trova in Europa e che il Bel Paese appartiene alla grande famiglia dell’Unione Europea, che è a nostro parere, il più grande progetto di successo e il più grande e spettacolare evento storico che il continente abbia mai prodotto dalla sua nascita attraverso e mediante l'integrazione degli Stati europei in una Unione Europea comune. Dice di amare l’Italia. In realtà vuole distruggerla alle radici. Non sarà lui, nano di ideali europeistici e miope di visione europeistica, a comprenderlo. Una sola considerazione (fonte Wikipedia) per far capire chi è il soggetto. “Secondo VoteWatch, a inizio febbraio 2013 dopo quasi quattro anni dalle elezioni del 2009, risulta essere al 716º posto su 734 nella classifica complessiva delle presenze in seduta plenaria di tutti gli europarlamentari”. Te capì el Balusétt?

domenica 24 novembre 2013

Berlusconi al capolinea.


Silvio Berlusconi è davvero arrivato all’ultima fermata. Conscio di essere arrivato a destinazione ha deciso di dire la verità. Il suo silenzio sulla mancata richiesta di grazia aveva un senso. Nel mondo della scienza si parla di principio di causalità quando si vuole affermare l’idea che “ad ogni effetto corrisponde una causa ben precisa”. In altre parole, non esiste un effetto che non abbia una sua causa. E la causa del suo silenzio adesso la conosciamo e si chiama tracotanza. A confondere le acque, già sporche dei suoi comportamenti, si sono messi in molti. Prima il suo avvocato Ghedini, nominato senatore (sic!) per essergli vicino anche in Senato, poi i suoi figli paragonati maldestramente a ebrei della Shoa, successivamente dal suo amico Dell’Utri e persino da qualche monsignore. Tutti avevano detto che Berlusconi avrebbe chiesto la grazia al Presidente della Repubblica. Tutte balle. Ieri finalmente la verità, che è tremenda e spaventosa quando si pensi che quest’uomo è stato il “primo cittadino d’Italia” per più legislature, rappresentandoci nel mondo in modo sgarbato e da pagliaccio. Berlusconi ha detto che non chiederà mai la grazia. Mai! Perché? Perché la pretende. Dice che “per dignità” non la chiederà mai. Tocca a Napolitano dargliela, senza che lui la chieda. Anzi. Napolitano avrebbe” il dovere” di dargliela e non dovrebbe esitare nemmeno un istante. Con questa dichiarazione, a nostro parere, si chiude il cerchio dell’avventura berlusconiana nel Parlamento italiano e si conclude nel peggiore dei modi. La sua pre-decadenza finirà tra pochi giorni quando il Senato con voto palese voterà la sua decadenza da Senatore della Repubblica. Noi, più che di decadenza, parleremmo di espulsione di un uomo indegno di rappresentare l’Italia. Attenti. Non degli italiani, ma dell’Italia. La ragione sta nel fatto che ci sono molti italiani tra i quali noi non ci riconosciamo, addirittura qualche milione, che l’hanno sempre desiderato al potere così com’è: potente e imbroglione. Non dimenticate che questo milione di italiani fa parte di quella gente italica che Ennio Flaiano etichettò come “quel popolo che va in soccorso del vincitore”. Un uomo sfrontato, senza limiti, che ha la pretesa di affermare che lui è al di sopra del Parlamento. Pensate che ottenne con facilità che la sua maggioranza, in una passata legislatura, votasse una mozione per dichiarare che una giovane minorenne, di cui ne comprò i favori con denaro e regali vari, era la nipote di Mubarak! Che vergogna! Un condannato per frode fiscale che impone a un Parlamento di votare una risoluzione palesemente falsa non si era mai visto in alcun Parlamento del mondo. Ha fatto più male lui nell’ultimo ventennio che tutti i socialisti di Bettino Craxi in tutta la loro vita. Non merita alcuna considerazione.

domenica 17 novembre 2013

Scissioni, estremismi e fine del ricatto.


Eccolo là di nuovo in azione che sbatte fuori chi non si piega ai suoi voleri personali. E' Silvio Berlusconi che costringe la minoranza ministeriale del suo partito alla scissione. Angelino non c'è più. Rimangono gli estremisti. Il motivo? Non ci crederete ma il segretario del defunto Pdl Alfano aveva cercato di realizzare le sue direttive. Si. Proprio così. Ricordiamo che all'inizio della legislatura Berlusconi aveva fatto di tutto per creare le larghe intese. Disse che l'accordo con il Pd era necessario nell'interesse dell'Italia. In realtà l'interesse non era dell'Italia ma delle sue tasche e del suo futuro. Cercava uno scudo antigiudiziario contro la condanna definitiva in qualità di evasore fiscale. E impose la sua scelta. Nacque così il "governo Letta". Adesso, per l'ennesima volta, si rimangia la parola data ed espelle di fatto i ministri del Pdl che avevano cercato di svolgere il compitino così come lui lo aveva loro assegnato. Più incoerente di così si muore. Ma lo sappiamo. Per lui la coerenza è una coperta elastica che si stringe e si allarga a suo piacimento. Il fatto grave però non è che stiamo parlando di un politico normale che ha fatto la sua scelta politica. No. Stiamo parlando di un condannato definitivo per frode fiscale con sentenza definitiva della Cassazione che tenta di usare la politica per fatti personali. A Roma quando ci si accorge che in una certa discussione si stanno facendo voli pindarici inutili si dice: «Ma de che stemo a parla'»? Appunto. La nostra meraviglia è che ci si è dimenticati che tutte queste giravolte politiche sono state messe in atto da un condannato che non merita alcuna attenzione. In un paese normale lui attualmente dovrebbe stare in carcere, l'unico posto che lo rappresenta adeguatamente. Siamo però dell'avviso che le cose si stiano mettendo male per il Sig. Berlusconi, condannato per frode fiscale. Adesso non avrà neppure la copertura politica del governo delle larghe intese perchè "le intese" non sono più nè larghe, nè intese. E' meglio per l'Italia che non sarà più sotto perenne ricatto dal "mariuolo di Arcore".

sabato 2 novembre 2013

Il solito vizietto di non dimettersi.


Normalmente non scriviamo mai un secondo post come replica a un precedente intervento (quello di ieri). C'è la sezione dei commenti che dovrebbe servire a questo scopo. Ma la gravità dei fatti che investono il ministro della Giustizia ci obbligano a intervenire di nuovo sul disastro etico-morale della nostra classe politica. Il ministro Cancellieri risponde alle critiche piovutele addosso da molti settori della società italiana per aver raccomandato un'indagata, dicendo che "sono a posto con la mia coscienza". Ammazza che coscienza! E' la prima idea che ci viene subito in mente leggendo la sue spudorate parole per difendere l'indifendibile. Se abbiamo capito bene, l'«Annona Maria Umanitaria» afferma che non le si può togliere il "diritto" di aiutare una carcerata sua amica impedendole di realizzare una raccomandazione chiesta dalla famiglia sua amica che aveva fatto lavorare suo figlio ottenendo dopo un solo anno di lavoro una buonuscita di milioni di euro ("Per qualsiasi cosa possa fare conta su di me" dice il ministro a un Ligresti della famiglia). In altre parole, è il classico ragionamento che fa l’On. Razzi nella parodia di Crozza: «ma a te che cosa ti interessa»? Dunque, conclude il Sig. «Anche Perché», per favore “fatti i fatti tuoi”. Diciamo subito che se le notizie riguardassero solo codesta questioncella noi non avremmo aggiunto altro. Che un ministro meridionale, romano in particolare perché profondo conoscitore di questi meccanismi locali che fanno vergognare, non abbia la minima percezione di un suo comportamento amorale e concretizzi le sue amicizie facendo raccomandazioni e infischiandosene dell'etica e del motto che “tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge”, non fa notizia. Il fatto gravissimo che ci ha obbligati a intervenire è invece la difesa del soggetto da parte delle due più alte cariche istituzionali dello Stato (i Presidenti Napolitano e Letta) che, a nostro parere, avrebbero dovuto intervenire in modo completamente differente, costringendo l'attuale ministro alle dimissioni. Qui le cose si complicano maledettamente. La questione è così grave che ci asteniamo di dare giudizi immediati e aspettiamo che il Colle e il Capo del governo si pronuncino in modo chiaro su questa vicenda. Il pericolo è che in questa squallida storia non solo si confermi per l'ennesima volta il vuoto di etica e una condotta ai limiti del più squallido equilibrismo immorale ma che addirittura si giustifichi l’idea che questo governo vive perché ha come idea centrale della sua condotta il ricatto. O si fa così o niente. «Fatti i fatti tuoi, e fammi una domanda sull’Abruzzo» afferma Razzi! Che squallore!

venerdì 1 novembre 2013

Politici e amoralità.


Uno dei titoli dei giornali di oggi dice che il ministro Cancellieri ha telefonato ai Ligresti assicurando loro di poter contare su di lei per far uscire dal carcere una loro figlia. Adesso qualcuno protesta perché afferma che la legge “non è uguale per tutti”. E bravi. Ve ne siete accorti solo adesso? Ma che cosa vi aspettavate? Chi credevate che fosse l’attuale ministro della Giustizia Cancellieri, forse Maria Teresa di Calcutta? E' la politica italiana bellezza! E' la politica delle amicizie quasi sempre pericolose che ha dominato questo paese da sempre. Sono i politici del Bel Paese e, nel caso di Anna Maria Cancellieri, sono i dirigenti pubblici dei ministeri che fanno pena. La raccomandazione e l'assoluta dipendenza indecente delle sue conseguenze sono il pane e il sale della politica italiana. Cosa credevate che in Italia i politici fossero eticamente granitici come i luterani? Nei paesi del nord Europa da secoli la società ha tolto l'oscuramento della vita privata, arrivando addirittura a eliminare le serrande e qualunque corpo opaco alle finestre per permettere la trasparenza della loro vita privata anche nella loro casa. La spiegazione attiene all'anima di quei popoli che sono prima di tutto molto più onesti di quelli italiani. Anche lì ci sono i disonesti ma l'evasione, per esempio, è solo fisiologica e, fatto importante, per un minima fesseria ministri e parlamentari si dimettono immediatamente dalle cariche e dalle funzioni. Ma si può essere così spericolati da fare il ministro Guardasigilli e raccomandare la propria amica per farla uscire dal carcere come se si trattasse di una semplice operazioncina di buonismo? Un solo esempio valga per tutti. Il fatto è accaduto realmente e risale alla nostra infanzia. Nella quarta ginnasiale di un liceo classico si iscrisse uno studente di un piccolo paese di una provincia siciliana. Il primo giorno di scuola l'insegnante di Italiano e Latino - nel fare l'appello e chiedere qualche breve informazione sulla provenienza e il tipo di famiglia nel quale il giovane viveva (al tempo non esisteva una legge sulla privacy esagerata come la nostra) - si accorse che uno studente era del suo stesso paese. Ebbene, quando lo studente confermò che proveniva da una famiglia del suo stesso comune di nascita, l’insegnante non solo non nascose il fatto alla classe ma addirittura fece presente allo studente davanti a tutti che il loro legame anagrafico gli imponeva di essere con lui più severo che con gli altri. Lo disse ad alta voce consapevole che l'alto valore educativo del suo insegnamento gli imponevano trasparenza e atteggiamenti ineccepibili dal punto di vista etico e della imparzialità. Quel professore, successivamente divenne preside di quel liceo, fece sempre una vita irreprensibile e semplice. Non credo che il ministro Anna Maria Cancellieri stesse attualmente dimostrando le stesse doti di quel docente che arrotondava per difetto i voti del suo concittadino e per eccesso i voti degli altri.

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