giovedì 26 febbraio 2015

Cecità e malafede.


Sui quotidiani di oggi è tutto un rincorrersi agitato per parlare della maxi offerta avanzata dalle società berlusconiane Mediaset e Mondadori per acquistare e controllare il doppio canale sistemico di infrastrutture della comunicazione da una parte e il secondo raggruppamento editoriale che fa capo alle case editrici Rizzoli-RCS dall’altra. In altre parole, se l’operazione maxi offerta riuscisse, domani in Italia si passerebbe dal duopolio RAI–Berlusconi al monopolio Berlusconi in entrambi i settori. Abbiamo sorriso alla sola idea che possa verificarsi questa ipotesi perché conosciamo il desiderio dell’ex Cavaliere di prendersi non solo alcune cocuzze ma l’intero cucuzzaro. Il sorriso non è tanto rivolto a lui, adesso ai lavori sociali dopo la condanna definitiva a quattro anni per frode fiscale che ne hanno chiarito la sua vera natura, ma al trafiletto che segue letto su molti giornali.

L’Antitrust si è già messa in moto e ha fatto comunque sapere che valuterà ora l'operazione entro i termini di legge per verificare se la proposta di acquisizione comporti “la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante sul mercato nazionale, in modo da eliminare o ridurre in modo sostanziale e durevole la concorrenza".

E’ questa la dichiarazione che ci ha fatto sorridere. Il sorriso è la conseguenza del fatto che l’Antitrust ha voluto chiarire che la questione è complessa (dicono tutti così quando non vogliono dichiarare come la pensano) per cui è necessario tenere gli occhi ben aperti perché non è chiaro se Berlusconi può o meno comprare le società in esame compromettendo il mercato sul piano della concorrenza. In altre parole l’Antitrust non si sbilancia sul fatto che Berlusconi possa tentare la scalata e nonostante tutto riuscirci. E’ incredibile ma è così. A dispetto di una norma presente nel decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri che il potere pubblico deve conservare almeno la quota del 51% di Rai Way gli avvocati di Berlusconi gli hanno fatto fare lo stesso la sortita. A questo punto sono possibili due scenari. In questi casi si dice: “delle due l’una o …o l'altra…”. Nel nostro caso gli avvocati di Berlusconi o sono dei dilettanti che lo faranno perdere oppure vuol dire che tra le pieghe delle norme esiste la possibilità di trovare il grimaldello con il quale invalidare la norma della golden share del 51%. Guardate che la cosa è seria. In una società che chiama il Diritto con il nome di Scienza del Diritto e poi permette soprusi a non finire come la recente scandalosa sentenza sull’Eternit, in cui la Cassazione annulla la condanna e afferma che il reato è prescritto e impone uno stop ai risarcimenti, tutto può succedere. Tutto e il contrario di tutto, con buona pace dell’AMN che protesta perché il governo Renzi ha cambiato le norme sul risarcimento civile dei magistrati. Dopo il caso Tortora se noi fossimo giudici ci saremmo vergognati. Altro che legge del governo cattivo contro la magistratura buona. Ma torniamo a Berlusconi. Conoscendo la fama dell’avv. Coppi e la potenza di fuoco del gruppo di studi legali alle dipendenze di Berlusconi c’è da immaginare che abbiano ragione. Quante volte abbiamo notato che la magistratura, invece di colpire Berlusconi con qualche condanna esemplare lo ha sempre trattato con i guanti gialli e alla fine tra clausole favorevoli, prescrizioni, sconti di pena, aggravanti cassate e attenuanti varie lo hanno sempre assolto tranne una sola volta, l’ultima. Ma la cosa più sconvolgente è un’altra e riguarda l’opposizione politica al governo. Mentre è perfettamente normale che i sodali di Berlusconi (azzeccagarbugli di FI, mezzi fascistelli di FdI, doppi razzisti della Lega) lo difendano, ciò che non comprendiamo è l’attacco di Sel, di Grillo e della minoranza Pd che invece di sostenere il governo in questa battaglia di etica e di moralità contro chi vuole l’intero cucuzzaro attacchino il premier Renzi con furore cieco. Passi per Grillo e il suo movimento sconclusionato, ondivago e inefficace ma che anche il Niki nazionale faccia “il diavolo a quattro” contro Renzi ci fa capire che c’è un’opposizione completamente cieca che si ostina a non voler vedere. Ennio Flaiano disse: “L’italiano è mosso da un bisogno sfrenato di ingiustizia”. Ecco. E’ l’unica risposta sensata agli sconclusionati di turno.

martedì 24 febbraio 2015

La nuova società fatta di Tizi e Semproni “furbetti del quartierino”.


Il Sig. Tizio è stato convocato dal Pubblico Ministero Caio come testimone. Il Sig. Tizio, dopo un breve consulto telefonico con l’avvocato Sempronio, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Già condannato nel processo X per 5 anni per favoreggiamento della prostituzione, in questa veste il Sig. Tizio è indagato in “procedimento connesso” e ha dunque la possibilità di non rispondere.


Questo breve inciso è stato prelevato da un quotidiano a tiratura nazionale in questi giorni. Ma è sempre lo stesso inciso che da almeno vent’anni si può leggere, come dice l’attore pugliese Lino Banfi “un giorno si e l’altro pure”. Tutti noi lettori di quotidiani l’abbiamo incontrato tantissime volte. Spesso abbiamo provato fastidio e imbarazzo nel riflettere sull’inciso e abbiamo continuato a sfogliare il giornale turbati dal significato di queste quattro parole. E’ venuto il momento che qualcuno faccia chiarezza sulla questione.
Orbene, se chiedete a un qualunque Operatore Giurisprudenziale (in genere avvocati) se trova qualcosa di strano nel trafiletto sopra riportato vi dirà con estrema convinzione: “no, assolutamente no”. Se invece fate la stessa domanda a un comune cittadino noterete immediatamente sul suo viso un moto di stizza e di irritazione e vi darà una risposta pronta e lapidaria del tipo: “si, assolutamente si”. Non ci credete? Fate un esperimento e chiedete in giro tra i vostri amici, non necessariamente avvocati. Naturalmente la domanda dovrà essere rivolta a una persona onesta, proba, conosciuta per le sue qualità morali ed etiche, che fatica a guadagnarsi i soldi per sopravvivere in questo “mondo cane”, fatto di crisi a ripetizioni, assenza di valori, aumento incontrollato di imbroglioni e impuniti, etc. Ovviamente se farete la medesima domanda a un tizio, come questi ultimi, la risposta sarà simmetricamente al contrario. Ovvio. A Roma si dice: “qual è il problema”? Il problema è la frase “avvalersi della facoltà di non rispondere”.
In Italia per motivi di civiltà giuridica - ricordate che da noi il Diritto viene chiamato Scienza del Diritto ed ha una tradizione di cultura millenaria che risale al Diritto Romano - si permette a un indagato di non rispondere a una domanda del PM che è il titolare dell’azione giuridica per la ricerca della verità. E’ come se davanti a un medico che stesse ricercando le ragioni di un pessimo stato di salute di un paziente, quest’ultimo alla domanda se ha mangiato cibi intossicati, rispondesse: “mi avvalgo della facoltà di non rispondere”! Ci chiediamo se la stessa risposta fosse data da un indagato qualsivoglia durante un processo negli USA, quale sarebbe stata la risposta del giudice statunitense? Come minimo l’indagato sarebbe immediatamente messo in carcere con la motivazione di oltraggio alla Corte! Se ne conclude che negli USA sono meno civili di noi in Italia?
La conclusione è purtroppo amara. Finché si spacciano per civiltà giuridica norme ad hoc per ostacolare l’azione dei PM e dei giudici nei processi, che invece sono spregevoli aiuti ai potenti o agli imbroglioni per evitare prove che portino i tribunali a rendere più efficace la ricerca della verità, avremo sempre una Italietta in cui gli imbroglioni avranno le strade in discesa mentre gli onesti le avranno sempre in salita. Basta ricordare quante centinaia di volte abbiamo letto, o visto in tv, che la Cassazione ha annullato la sentenza dei due gradi di giudizio di condanna a mafiosi e criminali vari per decine di anni di galera perchè si è scoperto che uno dei cento e più testimoni non ha ricevuto per un disguido postale una comunicazione formale ottenuta peraltro per altre vie. Ecco l’amara verità che ci rende unici in Europa in fondo alla lista per giustizia ed equità. Ennio Flaiano nel suo straordinario libro Diario degli errori, della casa editrice Adelphi, nella nota [316] a pag. 116 dice a questo proposito: «Italia, paese di porci e di mascalzoni. Il paese delle mistificazioni alimentari, della fede utilitaria, della mancanza del senso civico (le città distrutte, la speculazione edilizia portata al limite), della prepotenza teppistica, un paese di ladri e di bagnini (che aspettano l’estate), un paese che vive per le lotterie e il giuoco del calcio, per le canzoni e per le ferie pagate. Un paese che conserva tutti i suoi escrementi». E se lo ha scritto Ennio Flaiano decenni fa e nessuno ha protestato vuol dire che è vero. Te capì?

lunedì 23 febbraio 2015

Inaffidabilità e insostituibilità.


Il Presidente del Consiglio Renzi ha molti difetti. Fa il furbetto, è facilmente decisionista e improvvisatore, fa molti annunci di realizzare un progetto politico basato su aspetti giusti ed equi e poi fa approvare un testo decisamente al ribasso e, infine, è antipatico. Insomma ha i tipici difetti di coloro che credono nella loro azione ma realizzano con "lo sconto". Tutto questo è vero. Riflettendo su questi difetti il cittadino quadratico medio dovrebbe forse dedurre che non lo voterà alle prossime elezioni? In un certo senso in un paese normale dovrebbe essere così. I cittadini dovrebbero punirlo per tutti questi difetti che si ostina a non eliminare. Immaginiamo adesso di trovarci noi in quel cittadino che dovrebbe decidere di punire il capo del governo per non essere stato all’altezza del suo compito. Da dove cominciare per trovare il leader politico sostitutivo, appartenente a un altro partito, in grado di prendere il posto di Renzi in modo più efficace? E qui casca l’asino, perché la povertà assoluta di avversari di Renzi è incommensurabile. In pratica non c’è nessuno in grado di sostituirlo perché cercarlo è come cercare un ago in un pagliaio. Vediamone alcuni esempi. Cominciamo da quello che avrebbe dovuto essere il partito etico per eccellenza e cioè Grillo con il suo M5S. Ma Grillo non è colui che ha sbraitato per tutto l’arco dell’ultima legislatura dicendo peste e corna di Napolitano che era una canaglia mentre lui adesso difende il suo amico concittadino evasore fiscale Gino Paoli? Cose da pazzi. E Berlusconi con il suo “nuovo partito” FI non è colui che è stato condannato con sentenza definitiva e ai servizi sociali perché ancora indegno sul piano etico oltre che giudiziario incandidabile per legge? E Salvini con la sua Lega Nord che è tutto un programma di razzismo, di esclusione, di intolleranza in mille settori, contro l’euro e l’Europa, incapace di comprendere il senso degli aggettivi moderato e riformista e del bene nazionale, sempre rinchiuso negli angusti confini del suo ex fantasma Padania con i guai giudiziari dei suoi predecessori? E Meloni, rappresentante di Fratelli d’Italia, da sempre sostenitrice della destra più retriva e facinorosa, personificata da quell’Alemanno ex Sindaco Pdl coinvolto in tante vicende giudiziarie relative anche alla recente organizzazione fascio-mafia? Rimane Vendola con la sua SeL, sinistra come massimalista e libertà come quella rivendicata dai resti di quel comunismo nazionale neo pro Tav di cui non c’è da fidarsi neanche di prendere un caffè al bar? E sarebbero questi "nuovi" personaggi coloro che dovrebbero rappresentare l’alternativa a Renzi? Noi pensiamo addirittura che anche la caricatura fatta da Crozza di Renzi sia da preferire ai minuscoli e incapaci suoi attuali avversari. Totò avrebbe detto: “ Ma mi facci il piacere”!

giovedì 12 febbraio 2015

E bravo al “Comandante” Schettino.


Ma come è stato possibile affidare un’intera nave crociera a un tizio come Schettino non all’altezza del compito? Questo è un mistero all'italiana. Finalmente però è arrivata la sentenza di 1° grado. Era prevedibile. Anzi, era praticamente certo che i giudici avrebbero ridotto di molto il numero degli anni di carcere richiesti dall'accusa nel processo al naufragio della Costa Concordia. Invece di 26 anni gliene hanno dato appena 16. Ben dieci anni di meno. Quasi la metà. Già la richiesta del PM era una larga concessione al buonismo della giustizia italiana. Figuratevi ora! In più hanno rifiutato l'arresto. Dio non voglia che scappi all'estero. Forse, la sua inaffidabilità, la sua irresponsabilità, la sua inadeguatezza e la sua sconsideratezza hanno rassicurato i giudici della sua incapacità persino di scappare. Forse, perché non si sa mai che cosa passi nella mente di un giudice italiano quando deve giudicare un colpevole. Ma non vorremmo che facesse il furbetto e si involasse per qualche isola caraibica. Dunque Schettino, una vera e propria disgrazia italiana, che per un teatrino tipicamente meridionale dell'inchino della nave, fa sbattere un transatlantico sugli scogli, ammazza decine di persone e scappa dalla nave se la caverà con appena 16 anni. Anni teorici, perché con sconti di pena, successivi riesami, buona condotta e in un mondo di impazzimento generale in cui per i giudici valgono quasi a senso unico le ragioni del carnefice e mai i diritti delle vittime, tra qualche anno con la sentenza di appello sarà rimesso in libertà. E’ la solita ingiustizia di una giustizia che di giusto ha solo la pomposità del nome.

sabato 7 febbraio 2015

Un perfetto esempio di come la politica italiana sia inaffidabile.


“Roma dà il via libera al quartiere del sesso. Basta prostitute sotto le case dei cittadini”. Questo incipit è copiato da un quotidiano di oggi che ne fa un titolone da prima pagina. Ma attenzione, lo stesso fanno molti altri giornali. Si ha l’idea di un giornalismo commerciale, fatto in serie in modo banale, che segue protocolli da software stupido da due soldi come i traduttori di internet la cui traduzione riesce “come i cavoli a merenda”. Giornalisti e giornali che fanno giornalismo banale e frivolo che sparano un titolo ad effetto e poi affrontano in maniera insufficiente, inconsistente e francamente inaccettabile il contenuto degli articoli. In genere questi pezzi giornalistici, che possono riempire una pagina piena di pubblicità ben pagata, sono prodotti in modo standard con la foto di alcune prostitute in minigonna (le gambe scoperte fanno sempre effetto e aumentano gli introiti pubblicitari) e due brevi interviste, compatte e contrapposte di contorno, e … oplà l’articolo è subito utilizzato in rete e sulla carta stampata. Le due interviste sono naturalmente una a favore del provvedimento, in genere dell’assessore di turno, e l’altra contraria di un prete, magari supportate da un abitante della zona arrabbiato contro questo mercimonio e da uno psicologo o di un’associazione buonista che si contrappongono a supporto o contro una della due interviste precedenti. Insomma, il vecchio e sempre utile adagio del “colpo al cerchio e alla botte” e subito via in stampa. Mai si leggono cose sensate e veritiere come la denuncia dell’incapacità di tutti i governi (ma proprio tutti, con i politici e gli stessi giornalisti) a cominciare da quello che espulse la prostituzione controllata nelle case chiuse mediante la legge Merlin del febbraio 1958 a finire con quello attuale di Renzi. Tutti a tuonare a favore del tabù del sesso ma sempre e coerentemente indirizzati a confermare la manifesta incapacità di applicare la legge così come è stata approvata ben 57 anni fa. A parte le arretratezze culturali, le ipocrisie e i falsi moralismi sul tema del sesso a pagamento e della prostituzione la legge non è mai stata applicata come essa prevede. Noi abbiamo letto questa legge e sentite cosa prevede in alcuni articoli semplificati e vi farete un’idea di come in Italia si fa la legge e il giorno dopo non la si applica mai.

«Chiusura delle case di prostituzione. È vietato l'esercizio di case di prostituzione nel territorio dello Stato. Le disposizioni sono le seguenti: 1) È punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da L.100.000 a 4.000.000 chiunque abbia la proprietà o l'esercizio di una casa di prostituzione, o comunque la controlli, o diriga, o amministri, ovvero partecipi alla proprietà, esercizio o direzione o amministrazione di esse; 2) chiunque, avendo la proprietà o l'amministrazione di una casa o altro locale, li conceda in locazione a scopo di esercizio di una casa di prostituzione; 3) chiunque, essendo proprietario, gerente o preposto ad albergo, casa mobiliata, pensione, spaccio di bevande, circolo, locale da ballo, o luogo di spettacolo, o loro annessi e dipendenze, o qualunque locale aperto al pubblico o utilizzato dal pubblico, vi tollera abitualmente la presenza di una o più persone che, all'interno del locale stesso, si danno alla prostituzione; 4) chiunque recluti una persona al fine di farle esercitare la prostituzione, o ne agevoli a tal fine la prostituzione; 5) chiunque induca alla prostituzione una donna di età maggiore, o compia atti di lenocinio, sia personalmente in luoghi pubblici o aperti al pubblico, sia a mezzo di pubblicità; 6) chiunque induca una persona a recarsi nel territorio di un altro Stato o comunque in un luogo diverso da quello della sua abituale residenza, al fine di esercitarvi la prostituzione, ovvero si intrometta per agevolarne la partenza; 7) chiunque esplichi un'attività in associazione ed organizzazioni nazionali od estere dedite al reclutamento di persone da destinare alla prostituzione od allo sfruttamento della prostituzione, ovvero in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo agevoli o favorisca l'azione o gli scopi delle predette organizzazioni; 8) chiunque in qualsiasi modo favorisca o sfrutti la prostituzione altrui. […]»

Se la legge 20 feb. 1958, n.75 fosse stata applicata alla lettera, oggi in Italia non ci sarebbe alcuna prostituta sfruttata da mascalzoni di tutte le specie, di tutte le razze, di tutte le lingue e di tutte le religioni. Tutti “i chiunque” avrebbero dovuto essere in galera. Che poi Marco Pannella avrebbe tuonato accusando lo “Stato Criminale” questa è un’altra faccenda, comunque legata sempre alla inaffidabilità totale del nostro sistema. Ma questo non è mai stato fatto e, peggio ancora, nessun politico (come nessun giornalista che io ricordi) ha mai tuonato contro la manomissione della legge e la sua non applicazione. In poche parole la colpa di tutto è, e non poteva essere diversamente, di tutti i nostri politici e giornalisti che “hanno fatto squadra” nel supportarsi reciprocamente e vicendevolmente nascondendo l’inaffidabilità. Il vero palazzo è abitato e ne traggono un utile entrambi, politici e giornalisti, che fanno inciuci a non finire. Adesso, il mezzo inetto Sindaco Marino (metà buono perché ha scoperchiato la Grande Bruttezza di Roma criminale) vuole scopiazzare Amsterdam o qualche altra città del nord Europa quando la vedevamo nei film “Mondo cane” e simili negli anni ’60 con le prostitute all’interno delle vetrine nelle strade dalle luci rosse. Povera Italia!

mercoledì 4 febbraio 2015

Verità scomode di una capitale corrotta.


Alla prova dei fatti possiamo dire che era vero. Avevamo clamorosamente ragione quando lustri fa fummo i soli a denunciare su questo blog l’illegalità diffusa a Roma. Adesso, dopo rapide indagini della magistratura, sono stati arrestati nella capitale decine di scellerati per associazione a delinquere. A Roma, da Berlusconi in poi, è esistita sempre una conventicola criminale autoctona, che qualcuno ha definito anche mafiosa, che adesso è stata fortunatamente bloccata dall’arrivo del nuovo Procuratore capo della Repubblica. Dopo decine di arresti a ondate successive, sia di elementi politici e di cricche delinquenziali sia di dirigenti, funzionari e impiegati del Comune di Roma ormai è lapalissiano che è esistita, e forse per inerzia continua ancora ad esistere, un diffuso sistema antivaloriale che ha perseguito, e tuttora persegue, un disegno razzista di sfruttamento criminale della popolazione onesta romana, togliendole risorse. Si tratta di una consorteria indigena, nativa, che ha sempre operato per realizzare scientificamente la corruzione organizzata e la illegalità, togliendo risorse agli onesti per riversarli nelle tasche degli sfrontati dissoluti e degli “amici”. Clan, famiglie, tribù, amicizie tra tifoserie opposte di calcio, collateralismo politico neofascista e bulletti di periferia “alla Gigetto” sono la linfa nella quale si nutrono questi elementi criminali che hanno finora operato indisturbati. In generale questi "operatori del saccheggio" hanno operato spesso con la complicità di molti, coperti dal potere politico locale e da quello sportivo con strumenti tipici della mafia siciliana come l’omertà, l’arroganza, la violenza e lo sfregio delle regole. In particolare si sono mossi agevolmente con la complicità di una parte considerevole di “cittadinanza politica attiva” che nascondendosi dietro all’impegno politico di destra, e qualche volta anche di sinistra, hanno sempre sostenuto più o meno direttamente, ma sempre consapevolmente, elementi delinquenziali che spartivano denaro, prebende e favori. Certe volte queste “benevolenze” erano più importanti del denaro. Le compiacenze e le protezioni spesso erano più redditizie dello stesso denaro perché hanno fatto ottenere incarichi e impieghi che, a cascata, hanno prodotto voti per gli interessi elettorali dei loro referenti politici. In realtà questi malandrini sono doppiamente criminali. Una prima volta perché hanno commesso dei reati e una seconda volta perché i crimini hanno avuto come ricaduta la spoliazione dei diritti dei cittadini onesti. Sudiciume romano che adesso è attestato da indagini e provvedimenti giudiziari che confermano la nostra intuizione. Un vero e proprio lerciume consumato ai danni dei probi. Racconta Giovanna Vitale sulla Repubblica di ieri che “a Roma sembra che i corrotti siano ovunque non solo negli uffici. E spesso vestono la divisa. Come l’ex comandante della polizia municipale Giuliani accusato di gravi reati”. Pubblichiamo questo post perché lo dobbiamo a quegli amici romani che ci hanno sempre criticato accusandoci di avere dei falsi pregiudizi sui romani. In realtà le prevenzioni non le abbiamo avute noi. Le hanno avute gli altri perché si è scoperto proprio ciò che avevamo intuito e pubblicato. Confessiamo che quando abbiamo pensato al titolo di questo blog ci siamo riferiti proprio a costoro, romani de Roma, ovvero la "società dei magnaccioni", ai quali è sempre mancata la cultura della legalità e l’accettazione delle regole. Prima di chiudere, una semplicissima domanda: come mai il nuovo Procuratore Giuseppe Pignatone è riuscito in pochi mesi a fare arrestare tutti questi malviventi mentre tutti i procuratori precedenti non si sono accorti di nulla?

domenica 1 febbraio 2015

Uno scatto di dignità.


“Gli italiani sono il popolo che va in soccorso del vincitore”. E’ un celebre aforisma inventato da Ennio Flaiano e di solito rende bene il senso delle caratteristiche di fondo della cosiddetta italianità. Naturalmente in politica queste caratteristiche si accentuano di più. Durante le elezioni per il nuovo inquilino del Quirinale ci aspettavamo una ripetizione dell’ultimo avanspettacolo recitato due anni fa quando i parlamentari, tra i quali i famosi 101 franchi tiratori, diedero un pessimo esempio di come non si dovrebbe mai procedere per eleggere un Presidente della Repubblica. Non è stato così. Certamente ha pesato il fatto che questa volta non c’era più la possibilità di ricattare di nuovo l'anziano Napolitano per imporgli di accettare la nomina. Per un concorso di coincidenze imprevedibili gli stessi parlamentari hanno trovato questa volta la via per riuscire laddove due anni fa fallirono clamorosamente. Ci verrebbe da dire: bene, bravi. Ma abbiamo il dubbio che si è trattato di un voto involontario e poco consapevole. Tutti parlano della scaltrezza del premier. Sarà. Sicuramente tra coloro che hanno brillato per irresponsabilità ci sono i parlamentari di Berlusconi, che hanno detto che il metodo adoperato da Renzi non è stato corretto e dunque non hanno votato Mattarella nonostante si siano immediatamente dopo affrettati a definire il nuovo Presidente della Repubblica un uomo onesto e irreprensibile. Ma se Mattarella è onesto e irreprensibile perchè non l'hanno votato? Dobbiamo supporre che volevano votare un anti-Mattarella, cioè un disonesto e discutibile parlamentare? In queste dichiarazioni contraddittorie c’è una parte di verità delle idee di Flaiano che fanno parte del dna degli italiani e che nella fattispecie sono state fatte proprie da Berlusconi, dal movimento grillino (esperti in congelamento di voti) e dalla destra neofascista di FdI e della Lega (sempre in corsa a differenziarsi, anche con le felpe). Tutta questa accozzaglia di partiti e partitini hanno avuto un solo obiettivo, che è quello della irrilevanza politica. Nessuno di costoro ha avuto il coraggio di aggregarsi alla maggioranza dei Grandi Elettori perché in fondo in fondo hanno l’identikit di italiani apparentemente contrari "alla Flaiano". Pensano e agiscono senza coraggio, avendo l’unica ambizione di distinguersi da tutti, facendo i populisti sterili. Questa volta non ce l’hanno fatta e si sono coperti di ridicolo. Dimenticano che il vincitore non ha bisogno di alcun soccorso e continuano a tenere i loro voti nel frigorifero. Credevate che i pirla in Parlamento non ci fossero? Ci sono. Non preoccupatevi. Questa volta sono solo diminuiti e non fanno parte stranamente del Pd. Continuano però a mantenere alta la media. Te capì?

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