mercoledì 25 giugno 2008

De Pedis, il delinquente che negli anni '80 fece del crimine il suo principale interesse, venne ucciso a colpi di pistola in un agguato. Le cronache di quei giorni dicono che si è trattato di un regolamento di conti. Qui ci interessiamo di un particolare aspetto di questo evento, inspiegabile e inquietante al tempo stesso. Com'è stato possibile che un boss della mala, bandito sanguinario, che ha fatto molte vittime sia stato premiato dal Vaticano con la sepoltura nella prestigiosa e incomparabile Basilica di Sant’Apollinare, tra le alte sfere del clero e della nobiltà patrizia. Questa è la domanda che ci poniamo in merito agli eventi relativi alla scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta in quel periodo. Sembra che l'unica risposta avuta sia stata che il boss ha fatto tante offerte di denaro alla Chiesa. E il Cardinal Poletti, come premio, diede il suo consenso alla sepoltura. Morale. La Chiesa con questo avvenimento ha introdotto la democrazia nelle sepolture. Chiunque può essere sepolto dove desidera, anche nelle più preziose e famose basiliche della città eterna. Si! Ma a condizione che in vita abbia elargito donazioni "esagerate" di denaro. Ah! Dimenticavamo. La provenienza di questi soldi non ha importanza. Si accettano anche donazioni di denaro di dubbia provenienza. La Chiesa non bada a questi particolari. Potremmo essere tentati di criticare la Chiesa ma diciamo subito che vale una norma non scritta ma di prassi comune. I Sacerdoti lo dicono sempre: "Fate quello che vi diciamo noi e non fate come facciamo noi.

lunedì 23 giugno 2008

Perchè non possiamo dirci dispiaciuti della sconfitta dell'Italia agli Europei 2008 di calcio.

La nazionale di calcio italiana non ce l'ha fatta. Hanno vinto gli spagnoli. Cosa dire in queste ore di mestizia generale per il popolo del calcio? Solo poche considerazioni. Non siamo dispiaciuti per l'esclusione e non abbiamo la volontà di infierire aggiungendo “al danno la beffa”. Lo diciamo senza polemiche e senza secondi fini. Che il calcio non ci piace è un dato. Che l'Italia sia rimasta esclusa dalle semifinali non è colpa nostra. Anche se gli Azzurri avessero vinto non avremmo provato nè caldo, nè freddo. Il perchè è dovuto a una semplice ma nello stesso tempo terribile considerazione negativa sul popolo del calcio italiano. Il vedere ogni quattro anni molte bandiere tricolori che rappresentano il paese esclusivamente per delle modeste partite di pallone ci ferisce profondamente e ci provocano disgusto. Il vedere associato il simbolo del paese a una ricorrenza falsa e senza significato politico-culturale ci indigna. Possibile che per questi milioni di individui che si interessano di calcio la bandiera sia solo un mezzo per individuare appartenenza sportiva e nient’altro? Possibile che è solo per questo che la gente espone alla finestra, nei balconi, nelle macchine che circolano per le città, il tricolore? Che dietro quel simbolo ci siano importantissimi aspetti politici, storici, culturali non interessa praticamente nessuno. Per la gente il tricolore è, e rimane, un simbolo del calcio. Ecco perchè oggi non siamo tristi. Anzi. Pensiamo che gli spagnoli vincendo ci abbiano graziati di ulteriori ferite e abbattimenti. Tutta questa gigantesca operazione di marketing calcistico, compresi i vari e costosissimi collegamenti “lunari” della RAI che neanche Tito Stagno ebbe quando Armstrong mise piede sulla luna, ci fa dar di stomaco e ci viene la nausea. Meglio che si stenda un velo pietoso su questo avvenimento. I parolai avranno meno argomenti e meno occasioni per disturbarci.

sabato 21 giugno 2008

Oltre alle leggi vergogna c’è la vergogna del peggior Berlusconi di sempre.

Siamo senza parole. La lettura dei quotidiani di oggi e lo spettacolo di un alterato individuo che batte la penna sul tavolo come un dozzinale e sgarbato impiegato da sportello Acea di Roma ci offrono uno spaccato terribile e un panorama mozzafiato del livello di bassezza raggiunto dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nell’affrontare i problemi politici del paese. Ieri ha toccato il fondo. Con la sua scorretta e sconveniente invettiva contro i giudici “sovversivi” è arrivato al capolinea. Ci ricorda il livello di rozzezza delle osterie nelle quali gli avventori generalizzano tutto e tutti. Da questo momento, a nostro parere, Berlusconi è politicamente morto. Noi che da almeno un lustro su queste pagine web abbiamo affrontato le piccolezze della politica italiana con stile, sobrietà e tanto spirito critico di sopportazione non ce la facciamo più e buttiamo la spugna. Per anni abbiamo tentato di separare le stranezze dell’uomo Berlusconi dal pragmatismo del politico Berlusconi, dandogli credibilità più del necessario, anche laddove non la meritava. Pensavamo e speravamo che alla fine il nostro spirito di sopportazione avrebbe vinto e che lui fosse cambiato. Invece no. Peggio. Con la larga vittoria alle ultime elezioni di Aprile 2008, il politico Berlusconi, la figura istituzionale di Presidente del Consiglio e il vincitore delle elezioni, nonché l’uomo che avrebbe dovuto mettere a posto il paese dalle devastazioni della sinistra radicale, uscissero fuori definitivamente nella sintesi di un “padre” della Repubblica in grado di aiutare il paese a uscire dalla crisi più che ventennale in cui si dibatte. Invece, al contrario, si è manifestata in tutta la sua pochezza politica e culturale la meschinità di un soggetto padre padrone, un extraterrestre, inaffidabile e pericoloso, incapace di gestire il suo ruolo con equilibrio e savoir faire. Non ha la cultura dei grandi politici, né lo spessore di leader della nazione, né stile, né modestia, né regolatezza, né autocontrollo, né equilibrio. Insomma non ha nulla del Capo di Stato. Non ha niente. Dice Giovanni Sartori sul Corriere della Sera di oggi: “E’ lui che dopo un felice esordio rompe il tessuto del dialogo ricadendo nell’antico vizio di usare il potere a proprio vantaggio, di tutelare i suoi interessi privati in atti di ufficio”. Vero. Verissimo. Da questo momento su questo blog cercheremo di limitare al massimo i post che lo riguarderanno. Non ci merita. Continueremo a parlare di politica. Ma di quella seria, che lui non conosce perché non ne è all’altezza. Non damnatio sed causa hominem turpem facit (Seneca).

venerdì 20 giugno 2008

Il Sindacato CGIL in caduta libera.

Non devono essere sonni tranquilli quelli del Segretario Generale della più grande Confederazione sindacale del lavoro italiana, conosciuta meglio con la sigla CGIL. Solo il KGB, nell'ex URSS, ha avuto lo stesso potere della possente corazzata sindacale condotta dall’Ammiraglio Guglielmo Epifani. Non diciamo nulla di nuovo se ricordiamo che nel mondo del lavoro, e non solo, non si è mai mossa foglia senza che la CGIL non lo volesse. Senza tante perifrasi diciamo subito che consideriamo la politica sindacale perseguita nel tempo dalla CGIL una delle poche ragioni della crisi generale e, soprattutto, economica del paese. Per decenni ha imbalsamato i rapporti sindacali producendo immobilismo e guasti giganteschi e irreversibili al "Sistema Italia". Per un’intera era politica ha ingessato il paese impedendo qualunque forma di cambiamento, di innovazione e di progresso nelle relazioni sindacali adoperando, spesso per puro calcolo politico, l’arma dello sciopero. L’organizzazione di Epifani è diventata super ricca, con bilanci nascosti, che persino la russa «Газпром» di Putin la invidia. In più, ha i bilanci più segreti del mondo, ancora più segreti di quelli del Mossad israeliano. Ma adesso sembra che qualcosa del gioiellino non funzioni più. Da una parte l'estromissione dell'intera sinistra dal potere e dall'altra la presenza del super-ciclone Brunetta e del panzer Sacconi come interlocutori ministeriali stanno producendo un’azione di sgretolamento della trincea sindacale che, a dir poco, è inquietante. Tanto che il Segretario Generale Epifani è stato costretto, udite udite, a presentare un “progetto di riforma” del Pubblico Impiego che prevede sanzioni contro i fannulloni. Dicono che Brunetta e Sacconi alla notizia si siano messi a sogghignare per l'assoluta novità. Noi invece piangiamo. Piangiamo di rabbia per avere sprecato, con la stolta politica sindacale della CGIL, decenni di tempo prezioso per cambiare in meglio il nostro scalcagnato Pubblico Impiego che è stato, con la CGIL padrona, teatro di impedimenti e di parassitismo. Nel frattempo la Spagna ci ha surclassati.

mercoledì 18 giugno 2008

Impunità e violazione delle regole.

La certezza dell'impunità per chi viola le regole è la prima regola di colui che delinque. Ciò vale per tutti. In Italia molti sono i cittadini che hanno il vizietto di commettere reati. Si tratta di romani, milanesi, meridionali, settentrionali, cattolici, atei, commercialisti, politici, ecc.. Certo, se si è Presidenti del Consiglio a capo di un governo che ha stravinto le elezioni l'asserzione ha un valore particolare. Per gli onesti diventa una insopportabile doppia presa in giro. In primo luogo perché si ritrovano un Capo di governo eticamente non a posto. In secondo luogo perché non è possibile punirlo. Con l’aggiunta al Decreto sulla Sicurezza dei due emendamentucci che hanno, sotto il profilo etico, il valore di una bomba termonucleare, il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, svela in pieno la sua vera natura di "impunito" che vuole violare le regole con la forza del più forte. Se chi governa si fa delle leggi ad personam allora è finita. Con il potere esecutivo ai suoi ordini, il Sig. Berlusconi forza il potere legislativo e imbavaglia il potere giudiziario per fregare i cittadini e diventare l'Impunito per eccellenza. Scrive Ezio Mauro sulla Repubblica di ieri, 17 Giugno 2008: «Nel mezzo della luna di miele che la maggioranza degli italiani credeva di vivere con il nuovo governo, la vera natura del berlusconismo emerge prepotente, uguale a se stessa, dominata da uno stato personale di necessità e da un'emergenza privata che spazzano via in un pomeriggio ogni camuffamento istituzionale e ogni travestimento da uomo di Stato del Cavaliere. No. Berlusconi resta Berlusconi, pronto a deformare lo Stato di diritto per salvaguardia personale, a limitare la libertà di stampa per sfuggire alla pubblicazione di dialoghi telefonici imbarazzanti, a colpire il diritto dell'opinione pubblica a essere informata sulle grandi inchieste e sui reati commessi, pur di fermare le indagini della magistratura. [...] Per la prima volta nella storia repubblicana, il governo e la sua maggioranza entrano nel campo dell'azione penale per stravolgerne le regole e stabilire una gerarchia tra i reati da perseguire. Uno stravolgimento formale delle norme […] e dell'uguaglianza dei cittadini». Siamo d'accordo con Mauro. Che schifo!

martedì 17 giugno 2008

Gli inglesi amano sempre arrivare primi.

Da Londra arriva la notizia che due preti anglicani si sono sposati in chiesa. I due sacerdoti hanno fatto le cose in grande, compreso il percorso verso l'altare accompagnati dalle note musicali del "Sogno di una notte di mezza estate" di Felix Mendelssohn. Auguri e ... figli maschi, of course.

lunedì 16 giugno 2008

Assunzione di docenti e click falsi di Google.

Il Ministro della PI Gelmini, nel riconoscere che l’attuale modalità di assunzione degli insegnanti nella scuola pubblica è arcaico e rigido, è dell’idea di abbandonarlo per sostituirlo con un altro più “flessibile”. In pratica, la responsabilità dell’assunzione dovrebbe passare ai Dirigenti Scolastici (così si chiamano da qualche anno i Presidi). L’idea non è nuova ma potrebbe funzionare. Con un vincolo. A patto, cioè, di eliminare in partenza la possibilità per i Presidi di fare comunella con i docenti asini, pretendendo da questi ultimi una “congrua” per farli insegnare nelle loro scuole. Il pericolo per evitare che i tanti furbi esistenti nel mondo dei presidi e dei docenti della scuola italiana possano farla franca sta nell’accettare il “metodo Google”. Questo metodo consiste nel fatto che i sottoscrittori della pubblicità in rete guadagnano un tot per ogni click valido, a condizione che questi click siano reali e non manipolati. La verifica viene fatta da una società esterna che controlla la validità dei click. Se spunta fuori un solo click falso il sottoscrittore del contratto viene radiato a vita da tutte le pubblicità dell’intero pianeta. Solo a queste condizioni si può essere d’accordo con il Ministro Gelmini. E' necessario evitare i controlli ispettivi degli ispettori del suo ministero, in verità molto poco affidabili: avete mai sentito una sola notizia, in questi ultimi trenta anni, di un ispettore del ministero della PI che è riuscito a far licenziare un solo fannullone nel mondo della scuola? Dare, viceversa, l’incarico a una società esterna che, con metodi oggettivi e trasparenti, valuti il servizio. Se negativo, il Preside perde il posto a vita, indipendentemente se è protetto da sindacati e politici di qualunque colore.

domenica 15 giugno 2008

Il più basso è in realtà il più alto.

E’ Ministro della Funzione Pubblica da un mese. Ad oggi, ha proposto idee e sta realizzando progetti legislativi che tutti i ministri della funzione pubblica che lo hanno preceduto messi insieme non sono mai stati in grado di fare. Stiamo parlando del veneziano Renato Brunetta, neo-ministro della Funzione Pubblica. Alcune idee che intende realizzare ci piacciono. Ci piacciono molto. Nella logica di persone laiche che credono nella funzione del senso critico come siamo noi, pensiamo che per fare buone leggi non servono né le ideologie tout court, né gli schieramenti politici, ma la presenza di ministri affidabili e responsabili che credono nella serietà e nell’efficacia dell’azione di governo necessaria per creare i cambiamenti che il paese ha bisogno. In questa prospettiva, l’azione del Ministro Brunetta è di quelle che si accettano immediatamente. Alcune delle sue linee guida prevedono idee concrete, brillanti, opportune, proprio al contrario di quelle che hanno avuto i suoi predecessori. L’idea che il problema casa, per esempio, si possa risolvere facendo diventare proprietari gli inquilini delle case ex-Iacp trasformando l’affitto in mutuo è una buona proposta. L’idea che non c’è declino dell’Italia perché gli indicatori economici sono tutti positivi e che quindi non esistono crisi dovute a “recessione” o “subprime”, perché in realtà a creare le crisi è solo il crollo della fiducia dei risparmiatori e l'enorme sottobosco politico che assorbe e divora le risorse, sono idee che ci inducono all’ottimismo e il ministro ci piace ancora di più. Se poi veniamo a conoscenza che lo stesso Brunetta ha pubblicato in rete l’elenco dei veri bricconi che sono quegli individui che hanno avuto prebende amichevoli e consistenti nelle consulenze, con la complicità di istituzioni compiacenti di centro-sinistra o di centro-destra, allora diciamo che meglio di Brunetta allo stato attuale non c’è nessuno. E, comunque, noi stiamo a vedere come finisce questa storia. Se il ministro riuscirà nella sua missione gliene saremo grati, indipendentemente se è di destra o di centro, se è filoberlusconiano o antiprodiano. Noi non abbocchiamo ai falsi miti del sinistrismo. Lo si sappia.

sabato 14 giugno 2008

Papa Ratzinger stupisce tutti e introduce un pericoloso precedente nelle relazioni diplomatiche.

Il protocollo stracciato. La consuetudine rovesciata. L’usanza messa in crisi. La prassi stravolta. La pratica ribaltata. Usi e abitudini diplomatiche sconvolte in modo irreversibile. Sembrano questi i risultati della visita di George Bush a Ottone II, pardon Benedetto XVI, a Roma. Il Papa non ha ricevuto Bush come è solito fare nell’abituale studio dei ricevimenti a S.Pietro. No. Per la prima volta e in modo esclusivo ha ricevuto un Capo di Stato straniero nei Giardini vaticani. E adesso prevediamo la reazione degli Altri. Immaginiamo che saranno arrabbiati. Si staranno chiedendo perché a Bush si e a loro no? Prevediamo qualche bufera, del genere proteste diplomatiche e conseguente ritiro degli Ambasciatori. Pazienza. Ormai la frittata è fatta. Ma un altro risultato il Papa l’ha ottenuto. Si tratta di un risultato storico. Dopo la famosa domanda di Stalin su quante divisioni disponesse il Papa con il suo esercito svizzero, l’altro ieri è seguita la domanda di Bush su quanto fosse grande il Vaticano. La risposta è stata meno del Texas. “Si, ma è molto più importante” ha ribadito Bush. Che volete di più dalla vita?

venerdì 13 giugno 2008

Quando c’è da trarre profitto la fantasia degli insegnanti italiani non ha limiti.

Si dice che gli italiani hanno fantasia. Tanta fantasia. C’è anche un famoso film del regista Comencini, datato 1953, dal titolo Pane amore e fantasia, che conferma, dal punto di vista cinematografico, questa autentica e geniale virtù degli italiani. Ma ci dobbiamo ricredere, perché il luogo comune ha funzionato finora per difetto. In realtà, dopo quello che abbiamo scoperto in rete con la divulgazione delle sostanziose prebende incassate da molti insegnanti nelle vesti di consulenti nelle scuole italiane, dobbiamo non solo confermare ma addirittura amplificare ulteriormente questa peculiarità degli italici docenti. Gli italiani sono ricchissimi di fantasia. Perché? Per il semplice motivo che abbiamo scoperto che nella scuola – si, proprio nella “povera e disastrata” scuola italiana – c’è stata una professoressa di inglese che è riuscita a intascare nel 2006, come prebenda relativa a una consulenza esterna, genericamente giustificata sotto il nome di “docenza”, l’astronomica cifra di 129009,00 €. La cifra si trova riportata nella penultima riga di pagina 10 del documento pdf, messo in internet dall'ottimo Ministro della Funzione Pubblica Brunetta (nella foto), dal titolo “Incarichi affidati ai consulenti e collaboratori esterni” e si può scaricare al seguente URL: www.innovazionepa.it. Diciamo la verità: come entrata extra non c’è male, perché questi soldi la professoressa in questione li ha presi in più al proprio stipendio. Ha intascato in un solo colpo l’equivalente di circa dieci volte lo stipendio annuo di un normale impiegato con famiglia. Non è male come consulenza “educativa”. Ci voleva molta fantasia a richiedere quella cifra e ottenerla. Da dove le è spuntata la fantastica idea di chiedere 129009,00 € piuttosto che cifra tonda a 129000,00 € non lo sapremo mai. E noi che avevamo pensato che la scuola fosse povera! Un solo dubbio. Ma chi doveva controllare gli usi e anche gli abusi delle performance dei titolari di cattedra italiani, in una scuola che dice di non avere i soldi per comprare i gessetti e la carta igienica del bagno, non ha avuto la “fantasia” di dire no?

mercoledì 11 giugno 2008

Intrallazzi e figliuoli dissipatori.

L’ex direttore generale della Juventus Calcio Luciano Moggi, incastrato e messo "alla gogna" dalle intercettazioni telefoniche ordinate dalla magistratura mentre intrallazzava con altri suoi pari, ha detto che nei giorni successivi alla loro pubblicazione sui giornali pensò al suicidio ma lo salvò la riscoperta della fede. "Riscoperta" perché il Moggi dice di essere sempre stato un fedele di Padre Pio, tanto da portare nel portafoglio l’immaginetta del Santo. Capito l’antifona? A parte il fatto che non riusciamo a comprendere come si possano conciliare i loschi imbrogli commessi nelle contrattazioni calcistiche con la purezza della fede, che presuppone onestà di intenti e dirittura morale, in questa faccenda c’è uno scoraggiante punto d'arrivo. E cioè, che più si è mascalzoni e si delinque ai danni degli onesti più ci si salva “riscoprendo” la fede, magari con l’aiuto generoso di qualche disponibile sacerdote, fors’anche tifoso di calcio. Potenza del pallone. E intanto la gente onesta, che per essere tale in un mondo di sporcizia morale, fa sacrifici immensi, non solo non è salvata da nessun sacerdote ma è addirittura ignorata dalla Chiesa che si dedica quasi esclusivamente a salvare il figliol prodigo di turno. E questa sarebbe giustizia?

lunedì 9 giugno 2008

L'Italia: un paese precario, insicuro che rischia la convivenza civile.

Oggi ci sentiamo lo spirito di fare dei savonarolismi. Lo meritano i tempi e gli italiani. Persino Berlusconi lo ha capito. Per pagare meno tasse è necessario che le tasse le paghino tutti. Autonomi, industriali, commercialisti, avvocati, ecc... Qualcuno incomincia ad accorgersi che la società italiana va malissimo. Attenzione. Qui non si dice che l'Italia va male dal punto di vista economico, il che è vero. No. Qui si parla di crisi spaventosa dal punto di vista valoriale e sociale. I soldi non c'entrano o c'entrano poco. Istat, Censis, Sindacati, Confindustria, Centri studi universitari, ecc... cominciano ad accorgersi che il paese va sotto e non ce la fa a rialzarsi. Lasciamo perdere le analisi dei sindacati e della confindustria perchè entrambi mancano di serenità di giudizio e di obiettività. Lasciamo perdere anche gli articoli d'assalto dei giornali che giusti nella sostanza non riescono a dare il senso della globalità della disfatta della società italiana. Non parliamo neppure delle analisi socio-politiche dei partiti perchè, è noto anche ai sassi, che mancano totalmente di credibilità. Non discutiamo neanche le analisi della Chiesa cattolica perchè troppo interessata a mostrare l'insipienza delle autorità dello Stato per sostituirsi ad esso. Parliamo, invece, di istituzioni superpartes, come l'Istat e i centri studi delle Università che sono credibili quel tanto che di questi ci si possa fidare. Desideriamo dire poche cose sul contenuto degli studi di queste istituzioni. L'attuale società italiana è diventata inadeguata alle sfide del nuovo millennio. E' arcaica, burocratizzata al massimo, "mandarinizzata" nel nepotismo e nelle tangenti, inadeguata ai tempi e, soprattutto, incapace di aiutare i cittadini a crescere sotto il profilo non tanto economico (il che è comunque grave) quanto valoriale e civile. La società italiana mostra inequivocabilmente un declino irreversibile, strutturale e globale dovuto alla incapacità della convivenza collettiva che è proiettata verso la regressione civile. Ormai dal nord al sud e a qualunque latitudine i comportamenti civili ed etici degli italiani sono improntati al massimo egoismo e al massimo disinteresse verso l'etica. Non contano più gli altri, perché ha perduto senso il concetto stesso di solidarietà; e alla fine gli italiani si ritrovano a perseguire l'inciviltà. Un esempio di questi giorni. In una piazza di un paese calabrese c'è una manifestazione di premiazione alla presenza di 600 persone. Improvvisamente, due killer sparano, uccidono un pregiudicato e colpiscono mortalmente un bambino. Nessuna di quelle seicento persone si è presentata alla polizia per denunciare i killer. Non bastano ormai i richiami al senso morale e al senso civico: gli italiani fanno "orecchie da mercante" e basta. Ormai questi messaggi inviati da chicchessia non valgono più niente. Zero tagliato. Gli italiani pensano solo al proprio particulare, si interessano solo dell'investimento dei propri denari, sviluppano soltanto le relazioni in grado di far programmare loro una rete di amicizie per ottenere favori e raccomandazioni. Gli italiani che fanno parte della platea delle due pessime e diseducative piattaforme televisive monopolistiche, cioè Rai e Mediaset, non partecipano più ad alcun aspetto della società civile, come per esempio disertano in massa le elezioni scolastiche per la elezione dei rappresentanti dei genitori nei vari organi collegiali della scuola, non frequentano più i dibattiti culturali, non hanno più un "circolo" di riferimento, ecc... Insomma, niente di niente. L'unico interesse che gli italiani manifestano sembra essere quello di una piena e convincente partecipazione alle attività religiose delle parrocchie, alla organizzazione di viaggi turistici religiosi (vanno forte Padre Pio e Medjugorie), e cose del genere, oltre naturalmente vedere, durante il gozzoviglio dei loro cenacoli, le trasmissioni televisive con le veline di turno, le fiction e le partite di calcio dei loro beniamini che vengono sfornate copiosamente dalle pessime e vergognose TV italiane. Non bisogna essere sociologi o specialisti di dibattiti di questo genere per capire che così non si può più andare avanti. E’ in ballo addirittura la convivenza civile dell'intero popolo italiano. Questo blog è una testimonianza evidente delle denunce che abbiamo ripetutamente riproposto del disinteresse totale delle Pubbliche Autorità. La ricetta? Non abbiamo bacchette magiche. L'unica cosa che consigliamo a noi stessi prima che agli altri è di sferzare con durezza i comportamenti delinquenziali dei nostri concittadini. Tutto nasce da lì. Se si riuscisse a fare breccia nei loro comportamenti sociali ed etici forse si creerebbero le condizioni per passare a una rinascita valoriale, etica e morale di questi "italici" individui che ormai delinquono a più non posso, protetti da leggi e magistrati accondiscendenti. Naturalmente con la complicità di politici di tutte le specie, di sinistra e di destra.

venerdì 6 giugno 2008

Il Papa di Roma: piace o non piace? Decidiamoci.

Noi non parleremo mai male della religione cattolica. Nutriamo un profondo rispetto per la sfera religiosa dei fedeli. Parleremo, invece, malissimo del Vaticano quando le gerarchie di questo Stato prendono decisioni che a nostro parere sono sbagliate. Un esempio? Il caso Marcinkus e il malefico rapporto tra Ior e banca privata del finanziere Sindona. Alla stessa maniera noi non parleremo mai male nè della religione mussulmana, nè di quella ebraica. Parleremo malissimo, invece, degli errori politici che vengono commessi dall'Islam e dallo stato ebraico quando le autorità di questi paesi sviluppano politiche bellicose ed estremiste, contrarie allo spirito di pace fra i popoli. Un esempio? Quando stati islamici favoriscono il terrorismo di qualunque orientamento, o quando Israele si accanisce contro i civili inermi, come nela caso della strage di Sabra e Shatila in Palestina, noi siamo contrari. Con il post di oggi vogliamo mettere in evidenza una contraddizione esistente tra i "progressisti" italiani di tutti gli schieramenti in relazione al rapporto con il Papa. Come mai dai banchi di questi parlamentari quando Papa Wojtyla intervenne pesantemente nella politica italiana e chiese a gran voce l'indulto non si levò alcuna voce di dissenso? E di nuovo, adesso, come mai quando l'attuale Papa tedesco, Ottone II, pardon Benedetto XVI, ha chiesto di eliminare dal disegno di legge il reato di clandestinità i progressisti di tutti gli schieramenti non hanno detto una sola parola? E come mai quando il Vaticano parla a favore degli immigrati illegali, chiedendo che i Cpt vengano ridotti al minimo e che il periodo di detenzione sia ridotto anch'esso al minimo, indipendentemente dai reati commessi dai clandestini, non esiste una sola voce di protesta, mentre quando la stessa istituzione cattolica parla di fatti etici, o di omosessualità, o di scuole private tutti sono in fila a protestare? Se ne deduce che quando ai laici progressisti "conviene" il Papa piace molto. Eppure il Vaticano è lo stesso Stato estero che permise a Mons. Marcinkus di fare ottimi affari con il bancarottiere Sindona ai danni dello Stato italiano. E allora?

lunedì 2 giugno 2008

Il 5‰ : un piccolo contributo ai ricchi o una presa in giro?

Circola la notizia che il Presidente del Milan, alias Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha costituito una Fondazione per iniziative “umanitarie” e chiede il cinque per mille. Aggiungiamo che questa Fondazione si chiama “Milan” e che trasmette spot pubblicitari a bizzeffe per incrementare la raccolta di donazioni dei contribuenti italiani che, com’è noto, in questo periodo stanno presentando la dichiarazione dei redditi. Questo il fatto che intendiamo commentare oggi con la nostra opinione. Questa storia dell’”x per mille” (una volta l’otto per mille, adesso c'è anche il cinque per mille, domani, chissà, ci sarà anche il quindici per cento) comincia ad esserci antipatica, per non dire che sta diventando una “sporca” storia. A trarne beneficio, come al solito, sono i grandi enti specializzati in pubblicità onlus e basta. E’ partita come una iniziativa lodevole per fornire un po’ di denaro a enti e associazioni veramente libere e lontane dal lucro, sempre al verde. Si è trasformata alla fine in una gigantesca raccolta pubblicitaria, in cui chi ha più “carte sporche” da giocare, vince. Spiccano in questa colossale impresa, a parte la nuova Fondazione calcistica meneghina, la Chiesa Cattolica, le onlus di matrice religiosa, quasi tutte cattoliche, e, buone ultime, le big delle onlus per antonomasia, ovvero la ricca ricerca medica italiana che fa quattrini a palate. Con la scusa di cercare rimedi contro il cancro (a tutt’oggi senza risultati) comunica ai contribuenti un’atmosfera da asso pigliatutto. E’ la solita storia all’italiana. Un progetto interessante, intelligente, nel tempo cambia strada perché gli avvoltoi della pubblicità si sono lanciati in una corsa del tipo a chi arriva prima prende di più. C’è in atto lo sfruttamento di immagini finte, in cui personaggi pubblici della politica, dello sport e via dicendo sfruttano il loro appeal e con la scusa della ricerca contro il cancro si fregano tutto. Ci ricorda il gioco delle cocuzze e del cocuzzaro, o se volete del lupo e dell’agnello che, alla fine, chi è il più forte vince. Secondo noi è uno scandalo. Il perché è dovuto al fatto che ci sono enti costituiti esclusivamente per fare cassa, dopodiché spariscono dalla circolazione per un anno e si rifanno vive il prossimo anno di questi tempi. Al contrario, ci sono enti e istituzioni pubbliche veramente bisognose che fanno la fame. Per esempio, tutti i musei della scienza e della tecnica d’Italia non hanno neanche i soldi per la manutenzione delle stanze adibite al pubblico. E’ una vergogna. A chi interessasse, noi abbiamo devoluto il nostro 5‰ al “Museo della Scienza” di Firenze. Il numero da inserire nella casella della Ricerca scientifica è 01346820481. Chi vuole seguirci è il benvenuto.

domenica 1 giugno 2008

Sindacati e connivenza politica.

Abbiamo sempre avuto grande rispetto del Sindacato per la delicata attività che esso svolge nel campo del lavoro, a tutela dei diritti dei più deboli. Ma dopo avere letto il libro di Stefano Liviadotti, L’altra casta. Privilegi carriere misfatti e fatturati da multinazionale, Bompiani, 2008 ed essere venuti a conoscenza degli intrecci che esistono sotto la facciata dell’impegno altruistico sindacale abbiamo anche noi qualcosina da dire sui Signori delle tessere che guidano i vari sindacati in Italia. La prima cosa che ci viene in mente è lo stupore nel constatare che nonostante la diversità delle sigle sindacali e delle relative ideologie alle quali i sindacalisti si richiamano, tutti hanno sempre mostrato e mostrano comportamenti similari per non dire identici nei vari campi in cui si sono cimentati nelle relazioni sindacali. E’ incredibile come questi Signori, comunisti, socialisti, riformisti, liberali, cattolici, conservatori, personaggi di sinistra e di destra, abbiamo modi di fare praticamente uguali, soprattutto quando difendono i propri interessi. Vogliamo presentare fra i tanti un esempio di connivenza fra politica e sindacalismo degenere di cui siamo stati spettatori interessati e inermi. Seguendo Liviadotti lo inseriamo di diritto nella categoria dei misfatti. Al di là delle sigle sindacali il comportamento di CGIL, CISL, UIL, CONFSAL, COBAS è praticamente il medesimo. Una difesa rigorosa della casta sindacale ai danni delle altre componenti attive della società del mondo del lavoro. Ecco la storia. In un anonimo capoluogo di provincia, chiamato Sondrio, negli anni in cui entravano in rodaggio i Decreti Delegati della scuola (inizi anni ’80), chi scrive, in qualità di insegnante rappresentante di una associazione professionale, inviò al Presidente della provincia di Sondrio di allora la richiesta di essere nominato, come prevedeva la norma, membro del nascente Consiglio scolastico distrettuale in rappresentanza del mondo delle Associazioni professionali. La legge prevedeva che a nominare i due membri del distretto fosse il Presidente della Provincia, allora democristiano, secondo uno schema che avrebbe dovuto vedere nel Consiglio la varietà di rappresentanti del mondo del lavoro, di categorie della scuola, sindacalisti e membri dell’associazionismo. Il Presidente aveva l’obbligo di nominare pertanto due rappresentanti indipendenti dell’associazionismo scolastico oltre i tre lavoratori autonomi designati dalle organizzazioni sindacali. Il Presidente della provincia, invece, oltre i tre rappresentanti di CGIL-CISL-UIL, nominò altri due sindacalisti, uno della CGIL e uno della CISL in rappresentanza delle Associazioni professionali. Alla richiesta di spiegazioni pretesa dal sottoscritto, candidamente rispose che lui non poteva non nominare i due sindacalisti perché gli uomini del sindacato non potevano non essere che più rappresentativi di tutti gli altri. Per la verità aggiunse che se avesse saputo per tempo che a richiedere la nomina fosse stato il sottoscritto, suo Collega insegnante nella stessa scuola, avrebbe cercato di mediare meglio. Questo il fatto, di cui siamo stati testimoni in prima persona e passiamo alle opinioni. Ciò che colpisce della ingenua e sgradevole ammissione di responsabilità dell’allora Presidente della Provincia è la “normalità” della risposta, secondo la quale fin da allora il rapporto tra istituzioni pubbliche, politica e sindacato era connivente e inquinato da interessi di casta. Non si spiegherebbe altrimenti perchè si sia elusa la norma e si sia proceduto alla nomina illegittima dei due membri sindacalisti quando la legge prevedeva «due membri designati dal consiglio provinciale, che siano espressione di enti, associazioni e istituzioni culturali, i quali per gli scopi perseguiti e i risultati ottenuti siano ritenuti capaci di concorrere allo sviluppo e al miglioramento della scuola». Questa testimonianza mostra già che nel lontano inizio degli anni ’80 l’ammucchiata “sindacato-politica” già trescava ai danni della società civile mediante ripetute, omertose ed arroganti scorrettezze giuridiche. Certo, siamo consapevoli che quella nomina non arricchì alcun membro del Consiglio distrettuale, ma è sintomatico di un modo di pensare che era fin da allora trasversale all’intera classe politica e, soprattutto, manipolava le nomine a qualunque latitudine, anche nella avanzata Lombardia. Abbiamo un altro esempio di evidente connivenza tra Sindacato e Amministrazione dello Stato da aggiungere, questa volta nella categoria delle carriere. Com’è noto la legge prevede che ai sindacati spettano un certo numero di esoneri di insegnanti che invece di essere in servizio nelle scuole possono lavorare presso gli uffici sindacali centrali di Roma per migliorarne l’organizzazione. Cosa si sono inventati i sindacati? Hanno preteso un numero rilevante di esoneri, che i governi di centro-sinistra hanno generosamente concesso, in genere fidati docenti iscritti da tempo al sindacato, ai quali è stata assicurata la possibilità di migliorare la propria carriera in modo ipocrita aiutandoli a partecipare, e vincere, ai concorsi nazionali per Presidi. Con la collaborazione di molte commissioni, nelle quali erano presenti membri compiacenti dell’Amministrazione, questi insegnanti distaccati hanno vinto il concorso a Preside. Successivamente, con il rientro in servizio per un anno, giusto il tempo di fare l’anno obbligatorio di straordinariato, sono rientrati a lavorare di nuovo per il sindacato rioccupando lo stesso posto lasciato l’anno prima ma con una qualifica non più di semplici docenti ma di dirigenti scolastici. Il miglioramento economico dello stipendio è stato enorme. Invece di essere retribuiti con la miseria che viene data agli insegnanti questi furbacchioni di “sindacalisti al cubo” sono stati retribuiti con lo stipendio di Dirigenti scolastici. Dulcis in fundo, con il raggiungimento del minimo per il trattamento di quiescenza, questi “baby Presidi” sono andati in pensione con un trattamento pensionistico d’oro. E adesso continuano a lavorare per il sindacato con prebende aggiuntive da pensionati. Mica fessi gli amici sindacalisti. Non vi pare?

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