venerdì 13 giugno 2008

Quando c’è da trarre profitto la fantasia degli insegnanti italiani non ha limiti.

Si dice che gli italiani hanno fantasia. Tanta fantasia. C’è anche un famoso film del regista Comencini, datato 1953, dal titolo Pane amore e fantasia, che conferma, dal punto di vista cinematografico, questa autentica e geniale virtù degli italiani. Ma ci dobbiamo ricredere, perché il luogo comune ha funzionato finora per difetto. In realtà, dopo quello che abbiamo scoperto in rete con la divulgazione delle sostanziose prebende incassate da molti insegnanti nelle vesti di consulenti nelle scuole italiane, dobbiamo non solo confermare ma addirittura amplificare ulteriormente questa peculiarità degli italici docenti. Gli italiani sono ricchissimi di fantasia. Perché? Per il semplice motivo che abbiamo scoperto che nella scuola – si, proprio nella “povera e disastrata” scuola italiana – c’è stata una professoressa di inglese che è riuscita a intascare nel 2006, come prebenda relativa a una consulenza esterna, genericamente giustificata sotto il nome di “docenza”, l’astronomica cifra di 129009,00 €. La cifra si trova riportata nella penultima riga di pagina 10 del documento pdf, messo in internet dall'ottimo Ministro della Funzione Pubblica Brunetta (nella foto), dal titolo “Incarichi affidati ai consulenti e collaboratori esterni” e si può scaricare al seguente URL: www.innovazionepa.it. Diciamo la verità: come entrata extra non c’è male, perché questi soldi la professoressa in questione li ha presi in più al proprio stipendio. Ha intascato in un solo colpo l’equivalente di circa dieci volte lo stipendio annuo di un normale impiegato con famiglia. Non è male come consulenza “educativa”. Ci voleva molta fantasia a richiedere quella cifra e ottenerla. Da dove le è spuntata la fantastica idea di chiedere 129009,00 € piuttosto che cifra tonda a 129000,00 € non lo sapremo mai. E noi che avevamo pensato che la scuola fosse povera! Un solo dubbio. Ma chi doveva controllare gli usi e anche gli abusi delle performance dei titolari di cattedra italiani, in una scuola che dice di non avere i soldi per comprare i gessetti e la carta igienica del bagno, non ha avuto la “fantasia” di dire no?

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